Thèses sur le sujet « Relazioni di genere »

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1

Politanò, Carlotta. « Stereotipi di genere e linguaggio delle relazioni : proposta di traduzione del discorso di Carlotta Vagnoli ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Résumé :
Il presente elaborato contiene l’analisi e la proposta di traduzione in inglese del discorso di Carlotta Vagnoli al TEDxBrianza 2021. L’elaborato è composto da tre parti principali: nella prima parte vengono introdotti l’autrice e il suo lavoro di divulgazione sulle questioni di genere, a cui segue la spiegazione dell’organizzazione TED e dell’evento TEDxBrianza; nella seconda parte viene fatta un’analisi del discorso di Vagnoli dal punto di vista del contenuto, della retorica e dello stile, seguita dalla proposta di traduzione in inglese; l’ultima parte corrisponde al commento alla traduzione, in cui vengono illustrate le strategie e le scelte di traduzione, insieme a riflessioni sul significato di alcuni termini.
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2

Bressan, Alice <1996&gt. « Verso la parità di genere : dal suffragio universale al riconoscimento internazionale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19249.

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Résumé :
Il tema che si affronta in questa tesi di laurea specialistica riguarda le modalità attraverso le quali si è giunti al riconoscimento internazionale della parità di genere. Per attuare questa analisi, nel capitolo primo verrà data una definizione di genere basandosi sul lavoro della storica statunitense Joan Wallach Scott. Attraverso la prospettiva sociologica, si delineeranno le tappe fondamentali della formulazione del concetto di genere nella società. A conclusione del capitolo si evidenzierà il concetto di parità di genere. Successivamente nel secondo capitolo si analizzerà la prima ondata del movimento femminista per la conquista del suffragio universale. In questo capitolo, si esamineranno le opere della suffragista inglese Millicent Garrett Fawcett per ricostruire il suo operato per la conquista del diritto di voto in Gran Bretagna. Si analizzerà, in seguito, la collaborazione delle suffragiste inglesi e americane per il suffragio femminile negli Stati Uniti d’America. Nel terzo capitolo verrà approfondita la seconda ondata del movimento femminista, principalmente negli Stati Uniti d’America. Per ricostruire il movimento femminista americano degli anni Sessanta, verrà analizzata una raccolta di giornali composta da tre numeri pubblicati dall’organizzazione Women’s Liberation Movement. Infine, nel quarto ed ultimo capitolo, si prenderanno in considerazione gli organismi e le normative internazionali create dall’Organizzazione delle Nazioni Unite al fine di riconoscere e promuovere la parità di genere.
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3

Goffi, Ester Maria Rosa <1996&gt. « Gente moderna in relazioni imperfette. Coppia, matrimonio e ruoli di genere nella commedia all’italiana ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21685.

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Résumé :
Tra gli anni Sessanta e Settanta il filone cinematografico della commedia all’italiana si è spesso concentrato sulla satira di costume, prendendo di mira i rapporti tra donne e uomini, l’istituto del matrimonio e i problemi all’interno della coppia tradizionale. Il cinema di quegli anni riflette le evoluzioni morali, storiche e sociali che avvennero in Italia. Dall’abolizione dell’articolo 587 del codice penale che legittimava il delitto d’onore all’introduzione del divorzio, dalle rivendicazioni femministe all’ingresso sempre maggiore delle donne nel mondo del lavoro, tali avvenimenti influenzarono profondamente la gestione del rapporto di coppia e le relazioni tra i generi. Partendo da "Divorzio all’italiana" di Pietro Germi (1961) per arrivare a "La Terrazza" di Ettore Scola (1980), la tesi presenta una selezione di film ritenuti rilevanti per la trattazione delle questioni sopracitate, analizzandone le tematiche principali e contestualizzandole storicamente, al fine di tracciare un’evoluzione dei costumi sentimentali italiani sia nella società reale che nel cinema.
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4

Paolitti, Chiara <1993&gt. « Il ruolo di Amnesty International nella tutela dei diritti delle donne con focus sulla violenza di genere e la campagna sul consenso ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19422.

Texte intégral
Résumé :
Il lavoro di tesi presentato vuole esaminare il contributo di Amnesty International in materia di tutela dei diritti umani e, in particolar modo, con un focus sui diritti delle donne e la violenza di genere. Percorrendo le tappe storiche, politiche e culturali che hanno portato alla nascita del discorso sui diritti umani e di Amnesty International, tenterò di arrivare a parlare specificatamente di diritti delle donne con i relativi sviluppi storico-culturali, dei cambiamenti di significato del concetto di violenza di genere e mi concentrerò sull’analisi del lavoro di Amnesty International in materia di diritti di genere portando l’esempio concreto della nuova campagna del 2020 che si batte per adattare il codice penale italiano alla Convenzione del Consiglio d'Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, o Convenzione di Istanbul. Tale campagna, denominata Io Lo Chiedo, si focalizza anche sull’educazione riguardo al concetto di consenso.
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5

RODOGNA, Adele. « Permanenze e mutamenti nella struttura della famiglia molisana tra il 1880 e il 1924 alla luce delle implicazioni storiche, sociali ed economiche delle pratiche migratorie sulle relazioni familiari ». Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2017. http://hdl.handle.net/11695/86337.

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Résumé :
Attraverso l'analisi delle strutture parentali, la tesi svela i cambiamenti che si sono manifestati nella famiglia molisana tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento, nel quadro del balzo migratorio dell'epoca. Sulla base dell'analisi e dell'interpretazione dei fascicoli penali, si ricostruisce il fenomeno delle "vedove bianche", con la conseguente evoluzione dei rapporti tra i generi, all'interno di diverse fisionomie di sviluppo: la struttura della famiglia, la distribuzione della ricchezza tra produzione-riproduzione della forza lavoro, partenze migratorie, conflittualità e gerarchie sessuali.
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6

mazzon, r. m. « Una radio di relazioni. Il caso di Radio Cooperativa di Padova ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3421709.

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Résumé :
The research has as object relations that are established between non-mainstream media, their audience and their network of supporters. The moment with the advent of Web 2.0 interactivity between media and users is radically changing the social action and interesting to identify the processes that create a community around an average. To do this, the emphasis has been on the experience of a Venetian Local Radio, Radio Cooperativa of Padua, a radio based on pure voluntary, not income derived from advertising and is maintained by voluntary contributions from listeners and supporters. As stated mission, the issuer has the "give voice to the voiceless" and deals mainly with issues related to civil rights, environmental protection and peace. The choice of a radio depends on whether the media has long been the way for greater interaction with the audience than other media by using the phone
La ricerca ha come oggetto le relazioni che si instaurano tra media non mainstream, il loro pubblico e la loro rete di sostenitori. Nel momento in cui con l’avvento del web 2.0 l’interattività tra media e utenti sta radicalmente mutando l’agire sociale e interessante individuare i processi che creano una comunità attorno a un media. Per fare questo l'attenzione si è rivolta sull'esperienza di una Radio locale veneta, Radio Cooperativa di Padova, una radio basata sul volontariato puro, che non ricava introiti da inserzioni pubblicitarie e viene mantenuta con i contributi volontari di ascoltatori e sostenitori. Come mission dichiarata, l'emittente ha il “dare voce a chi non ha voce” e si occupa, principalmente, di temi legati ai diritti civili, alla salvaguardia dell'ambiente e alla pace. La scelta di una radio dipende dal fatto che questo media ha da tempo reso possibile una maggiore interazione con gli ascoltatori rispetto ad altri media grazie all'utilizzo del telefono
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7

Alaimo, Mara <1989&gt. « Una ricerca sulle relazioni interetniche nelle scuole secondarie di primo grado di Bressanone ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/11462.

Texte intégral
Résumé :
Nelle scuole italiane, la presenza di alunni di origine straniera costituisce una parte sempre più ampia della popolazione scolastica. Contestualmente all’aumento continuo della presenza di alunni stranieri è emersa la questione della loro integrazione scolastica e sociale, in quanto oltre alla cruciale funzione educativa la scuola è un luogo di contatto, incontro e confronto con le differenze culturali e coi diversi modi di vita e di pensare. La scuola raffigura uno spazio relazionale molto centrale nella società odierna, fondamentale per osservare sia i processi di integrazione nel micro ovvero nella classe scolastica, sia per afferrare le ampie dinamiche di esclusione sociale e i processi di inclusione sociale in un determinato territorio, nelle reti informali e nel mercato del lavoro. Partendo dal presupposto che le relazioni orizzontali (tra pari) e le relazioni verticali (tra docenti e alunni) rappresentano dei fattori fondamentali per il successo formativo e la riuscita scolastica degli alunni, l’obiettivo generale della tesi consiste nell’analisi dei processi e delle modalità di relazione e comunicazione tra alunni “autoctoni” e alunni di origine straniera nelle classi della scuola secondaria di primo grado italiana e tedesca di Bressanone. Le relazioni interetniche vengono analizzate con l’aiuto di metodi di ricerca qualitativi. Con l’aiuto delle interviste semistrutturate si cerca di raccogliere le rappresentazioni e le esperienze degli insegnanti. Tramite l’osservazione partecipante nelle classi si cerca di riconoscere i processi relazionali e in un secondo momento avviene il coinvolgimento degli alunni tramite la compilazione di un questionario qualitativo.
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8

PESENTI, ROSANGELA. « Racconti di case. Il linguaggio dell’abitare nella relazione tra generi e generazioni ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2012. http://hdl.handle.net/10446/26740.

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Résumé :
HOME NARRATIONS. The Language of Dwelling In Gender and Generation relationships. Home is where the different historical path of the two sexes engrafts and portrays itself within the contingency of time and the inhabited territory; looking at the home-house in its endless inner variations requires the patience of retracing all disciplines from an historically ‘feminine’ point of view, one based on the internal space of the home as a place where the reproduction process, situated in its first biological phase within the female body, happens and continues. Identity gender structures and the transmission to the human specie’s young are deposited in the inner home patterns, and in the forms of dwelling in which they grow up. The home is a language that expresses and determines the structure of relationships and the experience of the world. It is inside homes that the variations of gender and generation relations, even the most unperceivable ones, grow: the objects, the furniture, the space arrangement, the ways of using objects and places, even the colors, materials and forms are both sensors and symptoms of these changes. There is a contiguity/continuity between lived space, body and thought that is recently beginning to be considered as an investigation subject. If we are to think human beings within an environment, then the home can be considered as the space of an irreducible surviving unity. My research was carried out on a sample of ten houses, situated in a town of the Eastern province of Bergamo (Northern Italy), and inhabited by parents with children within the age range of two and eighteen. The meeting with each home and its inhabitants has been narrated in single stories, including the entire interviews which can be found in the appendix.
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9

Morandi, Anna <1988&gt. « Burundi cuore d'Africa. Le relazioni uomo-ambiente tra generi di vita e conflitti territoriali ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6185.

Texte intégral
Résumé :
Il Burundi, piccolo Paese a forma di cuore, sito a sua volta nel cuore dell'Africa è uno dei paesi più poveri del mondo. La terra, principale fonte di sostentamento per la popolazione burundese, rappresenta un valore economico da difendere ed assume inoltre implicazioni culturali e politiche. Pressione demografica e scarsità della terra rappresentano il binomio che sta alla base dei numerosi e gravi conflitti inter ed intra familiari. Le problematiche connesse all’accesso alla terra e alla regolazione dei relativi conflitti, la necessità di garantire una sufficiente alimentazione a tutta la popolazione sono temi centrali e sempre più attuali in un Paese che ancora oggi versa in una precaria situazione politica e sociale. Il presente lavoro è uno scritto compilativo, arricchito dall'esperienza sul campo di oltre tre mesi che mi ha dato la possibilità di sviluppare i temi trattati con interviste in profondità somministrate a persone significative appartenenti a comunità e contesti diversi. Nella prima parte del lavoro viene descritta la geografia fisica ed umana del Burundi ed analizzati gli effetti tuttora persistenti del colonialismo tedesco e di quello successivo belga sulla organizzazione istituzionale e la situazione sociale del Paese. Nella seconda parte si affrontano i temi inerenti l’agricoltura, la malnutrizione e la questione fondiaria.
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Favaro, Elena <1987&gt. « Minori autori di reato e comunità residenziali : percorsi di giustizia riparativa tra coordinamento interno e relazioni col territorio ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20022.

Texte intégral
Résumé :
L'elaborato analizza lo stato dell'arte della Giustizia nel rapportarsi ai minori autori di reato. Dopo aver delineato un primo quadro normativo, con particolare attenzione agli sviluppi più recenti (dal DPR 448/1988 al D.Lgs 121/2018), il testo si concentra sulla realtà delle comunità per minori in cui vengono accolti anche ragazzi sottoposti a misura penale. Analizza in tal senso i vantaggi così come le problematiche relative al loro inserimento. Dopo una prima parte più bibliografica, il lavoro si concentra in ottica di ricerca sul territorio della Regione Veneto, con interviste alle realtà che in essa operano e con un focus specifico sull'organizzazione interna alle comunità, sul ruolo del coordinatore e sulla gestione delle relazioni con l'ambiente esterno. L'inserimento di minori sottoposti a misura penale in comunità residenziali miste del privato sociale permette di sviluppare percorsi di giustizia riparativa virtuosi? Sono suddette comunità un luogo privilegiato per il riscatto del percorso di crescita di questi ragazzi? A queste e altre domande cercheremo di rispondere.
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Parrino, Alessia. « Sono solo animali ? Storia e attualità di una relazione difficile ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424213.

Texte intégral
Résumé :
Working on my graduate thesis I started to study the important link between animal cruelty and interpersonal violence with the real hope to develop in my country, Italy, a new kind of education which will be able to develop in children the awareness of the importance to protect every form of life, both human and non human. Animals as victims are in the same position of women and children because they are in the group called “weak subjects”. Soon I realized that talking about an education approach to teach compassion toward animals in a country as Italy which also today it maintain a rural thought, will be hard. Many clues gave me an intuition: there is a social idea that only women and children can show sensibility toward animals and that the permanence of storical idea of virility in men prevents them to show empathy toward other living creatures. A violent person is violent against every subject weaker than him, because violence is not strenght, violence is an habitus and as habitus we have as educators the resources to change it and to improve the social appeal of some values: protection vs prevarication, care vs damage, real man vs violent man. My research confirmed my intuition about the need of construction of a social shared idea of a real and strong man as a man who is compassionate toward the weaker and who feel the moral imperative to protect the weaker, but also a man who is ready to fight for the good of a weaker life as animal life is. At this point it was useful to study the non violent philosophy and movement so I studied many non-violent authors and I find in their thoughts the idea of non-violence extended also to “non human animals”. From the interviews and bibliografical research I find the need (that society are showing) to built a new model of strong and desiderable person. Perpetrators of violence, in the major number of cases think that they are strong in abusing the weaker.
 We need a new model of human being, and to develop it, we need education of new generation of boys and girls.
To realize this ideal human being it must starting from the childhood to teach respect, compassion and protection toward animals, this is the only way to develop the concept of “respect every kind of lives”. This concept is the base of the building of future peaceful society.
Durante la scrittura della mia tesi di laurea ho iniziato a studiare il legame che intercorre tra la crudeltà verso gli animali e la violenza verso gli umani. La mia ricerca era ed è mossa dalla speranza di sviluppare un nuovo tipo di educazione basato sulla consapevolezza dell'importanza di educare i bambini di oggi a proteggere ogni forma di vita, sia umana che non. Questo contribuirà a farli diventare adulti rispettosi delle diverse forme di vita con le quali condividiamo il Terra. Gli animali infatti sono vittime, e vengono a trovarsi abitualmente nella stessa posizione delle donne e/o dei bambini, in quanto membri a pieno titolo del gruppo che si denomina usualmente "soggetti deboli". Ben presto mi sono resa conto che parlare di formazione indirizzata allo sviluppo della compassione verso gli animali in un paese come l'Italia, che anche ad oggi sembra mantenere un pensiero rurale radicato, sarebbe stato complesso. Nonostante questa intuizione, la conoscenza dell’argomento scaturita da studi pluriennali mi porta oggi a poter evidenziare che chi è violento verso un soggetto più debole di lui non esprime forza, e se continua a suscitare questo immaginario collettivo allora è arrivato il momento di iniziare a lavorare per migliorare l'appeal sociale di alcuni valori: la protezione contro la prevaricazione, la cura vs danno, ecc. La violenza ripetuta non rappresenta una inspiegabile coincidenza, la violenza è un habitus e in quanto habitus può venire depotenziata solamente attraverso l’educazione. Noi abbiamo come educatori le risorse per cambiare e volgere lo sguardo non violento su ogni forma di vita, dando per primi l’esempio quotidiano alle nuove generazioni. La mia ricerca ha confermato la mia intuizione circa la necessità di costruire un modello sociale condiviso nel quale la forza sia esprimere compassione verso i più deboli. Dobbiamo instillare l'imperativo morale di proteggere i più deboli, al di là della specie, solo considerando chi è detentore di vita. Una generazione pronta a combattere per il bene, astenendosi dalla violenza sul debole ma che punta a quella forza che protegge e non a quella che distrugge. A questo punto è stato utile per studiare la filosofia non violenta e il movimento ad essa connesso. Mi sono così immersa nello studio di diversi autori non violenti trovando nei loro pensieri l'idea della non-violenza estesa anche ai cosiddetti "animali non umani". Dalle interviste e dalle ricerche bibliografiche è emersa la necessità (da parte della società) di costruire un nuovo modello di persona che sia un modello attrattivo, desiderabile soprattutto per i più giovani. Abbiamo bisogno di un nuovo modello di essere umano, ma per realizzare questo ideale si erge la necessità di instillare nell’individuo dall'infanzia il rispetto, la compassione e la protezione verso gli animali, verso tutte le forme di vita più deboli. L’ideale del “rispettare ogni tipo di vita" è alla base della costruzione della futura società pacifica.
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12

ABBIEZZI, PAOLA. « Relazioni di necessità e valenze comunicative nel rapporto tra sport e televisione ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/122.

Texte intégral
Résumé :
Oggetto della ricerca è la riflessione sullo sport nella sua dimensione mediale, argomento che ha trovato solo recentemente una riconosciuta significatività all'interno delle scienze sociali. Attraverso un approccio multidisciplinare, il lavoro si propone di delineare una mappatura delle linee di riflessione riconducibili a un corpus organico individuabile nei media sport studies. La convinzione che esista uno specifico dello sport (inteso come substrato comunicativo ma anche come linguaggio) ha orientato l'indagine sulla sua rappresentazione televisiva, e sulle modalità di ospitalità o di appropriazione che si definiscono anche nei termini di reciprocità. L'indagine è stata condotta sia seguendo un percorso di tipo diacronico, nella ricostruzione dei vincoli e dei condizionamenti che lo sport ha esercitato nell'evoluzione del sistema radiotelevisivo italiano, sia di tipo sincronico, nell'osservazione del prodotto televisivo recente, individuato come vero e proprio sovra-genere. Ne emerge che lo sport si sottopone a una messa in discorso da parte della televisione che segue la linearità temporale dello svolgimento della gara, nella quale trovano una piena realizzazione comunicativa le fasi della preparazione, della performance e della celebrazione.
Aim of the research is to reflect on sport in its media dimension, a subject which has only recently achieved an acknowledged meaning in the field of social sciences. Through a multi-disciplinary approach, the research aims to outline a map of the reflection lines leading to an organic individual corpus in media sport studies. Believing in specifics of sports as communicative substrate, but also as a language, has directed the research on television representation and on the formalities of hospitality and appropriation to be defined even in terms of reciprocality. The research has followed a path of diachronic type, rebuilding the conditioning exerted by sport on the evolution of the Italian radio-television system and of a synchronic type, observing recent television products, identified as acknowledged true super-genres. Sport is thus object of a presentation by television following time linearity in the development of the game; here the stages of preparation and progress of the performance find a complete communicative realization.
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ABBIEZZI, PAOLA. « Relazioni di necessità e valenze comunicative nel rapporto tra sport e televisione ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/122.

Texte intégral
Résumé :
Oggetto della ricerca è la riflessione sullo sport nella sua dimensione mediale, argomento che ha trovato solo recentemente una riconosciuta significatività all'interno delle scienze sociali. Attraverso un approccio multidisciplinare, il lavoro si propone di delineare una mappatura delle linee di riflessione riconducibili a un corpus organico individuabile nei media sport studies. La convinzione che esista uno specifico dello sport (inteso come substrato comunicativo ma anche come linguaggio) ha orientato l'indagine sulla sua rappresentazione televisiva, e sulle modalità di ospitalità o di appropriazione che si definiscono anche nei termini di reciprocità. L'indagine è stata condotta sia seguendo un percorso di tipo diacronico, nella ricostruzione dei vincoli e dei condizionamenti che lo sport ha esercitato nell'evoluzione del sistema radiotelevisivo italiano, sia di tipo sincronico, nell'osservazione del prodotto televisivo recente, individuato come vero e proprio sovra-genere. Ne emerge che lo sport si sottopone a una messa in discorso da parte della televisione che segue la linearità temporale dello svolgimento della gara, nella quale trovano una piena realizzazione comunicativa le fasi della preparazione, della performance e della celebrazione.
Aim of the research is to reflect on sport in its media dimension, a subject which has only recently achieved an acknowledged meaning in the field of social sciences. Through a multi-disciplinary approach, the research aims to outline a map of the reflection lines leading to an organic individual corpus in media sport studies. Believing in specifics of sports as communicative substrate, but also as a language, has directed the research on television representation and on the formalities of hospitality and appropriation to be defined even in terms of reciprocality. The research has followed a path of diachronic type, rebuilding the conditioning exerted by sport on the evolution of the Italian radio-television system and of a synchronic type, observing recent television products, identified as acknowledged true super-genres. Sport is thus object of a presentation by television following time linearity in the development of the game; here the stages of preparation and progress of the performance find a complete communicative realization.
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MORANTE, GIACOMINA. « La malattia grave e le relazioni intrafamiliari : Riflessioni pedagogiche e strategie di intervento ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1332.

Texte intégral
Résumé :
Lo scopo di questo lavoro è quello di valutare la presenza di bisogni specifici nelle famiglie quando c’è una persona che si ammala di cancro. Un altro obiettivo è quello di valutare la ricaduta educativa dell’offerta di ospitalità dell’Associazione CasAmica. Il primo e il secondo capitolo sono dedicati ai temi della salute e della malattia, e dell’impatto della malattia grave sulle relazioni familiari. Nel terzo capitolo vengono delineate le caratteristiche del contesto in cui la ricerca è stata svolta (CasAmica) insieme alle finalità e ai valori che lo animano. Il quarto capitolo è dedicato all’analisi delle interviste fatte a 35 persone, familiari di persone malate ospiti di CasAmica. L’utilizzo di un’intervista narrativa ha reso più semplice, agli intervistati, la narrazione della propria esperienza e dei vissuti emotivi. Dall’analisi emerge che in questa situazione critica sono sentiti molto forti e urgenti il bisogno di affetto e sostegno, di confronto e condivisone, di casa, familiarità e ritorno alla normalità, ma anche il bisogno di ricevere un aiuto materiale ed economico. CasAmica, propone valori di autenticità e solidarietà, e si prende cura del malato e della sua famiglia, garantendo quel tessuto vitale, di dono, amore, gratuità, reciprocità e condivisione che caratterizza i legami familiari: gli ospiti vivono positivamente il soggiorno a CasAmica potendo stare in un ambiente sereno e familiare e trovando risposta ai loro bisogni.
The aim of the following thesis is to analyze and evaluate the specific needs which a family can have when one of its members has a cancer. Another goal is to consider the educative dimension concerning the services of CasAmica Onlus. The first and the second chapter treat health and illness topics, moreover they explore the impact of a serious illness on the familiar relationships. In the third chapter are described the characteristics of CasAmica, together with its purposes and values. The fourth chapter analyzes 35 interviews which have been addressed to the relatives of sick people hosted in CasAmica Onlus. It has been used a specific type of interview, the narrative interview, in order to facilitate the free expression of each personal and emotional experience. From the interview analysis the following urgent needs came out: the need of fondness and support, of comparison and sharing, of familiarity and daily life; moreover has came out the need of an economic support. Regarding these needs, CasAmica stands out as an Onlus able to offer solidarity values: CasAmica takes care of the sick person and his/her family, assuring all the elements which characterize familiar bonds, such as reciprocity and unselfishness. Therefore, the guests of CasAmica experience a positive stay thanks the familiar context that grants their needs.
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MORANTE, GIACOMINA. « La malattia grave e le relazioni intrafamiliari : Riflessioni pedagogiche e strategie di intervento ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1332.

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Résumé :
Lo scopo di questo lavoro è quello di valutare la presenza di bisogni specifici nelle famiglie quando c’è una persona che si ammala di cancro. Un altro obiettivo è quello di valutare la ricaduta educativa dell’offerta di ospitalità dell’Associazione CasAmica. Il primo e il secondo capitolo sono dedicati ai temi della salute e della malattia, e dell’impatto della malattia grave sulle relazioni familiari. Nel terzo capitolo vengono delineate le caratteristiche del contesto in cui la ricerca è stata svolta (CasAmica) insieme alle finalità e ai valori che lo animano. Il quarto capitolo è dedicato all’analisi delle interviste fatte a 35 persone, familiari di persone malate ospiti di CasAmica. L’utilizzo di un’intervista narrativa ha reso più semplice, agli intervistati, la narrazione della propria esperienza e dei vissuti emotivi. Dall’analisi emerge che in questa situazione critica sono sentiti molto forti e urgenti il bisogno di affetto e sostegno, di confronto e condivisone, di casa, familiarità e ritorno alla normalità, ma anche il bisogno di ricevere un aiuto materiale ed economico. CasAmica, propone valori di autenticità e solidarietà, e si prende cura del malato e della sua famiglia, garantendo quel tessuto vitale, di dono, amore, gratuità, reciprocità e condivisione che caratterizza i legami familiari: gli ospiti vivono positivamente il soggiorno a CasAmica potendo stare in un ambiente sereno e familiare e trovando risposta ai loro bisogni.
The aim of the following thesis is to analyze and evaluate the specific needs which a family can have when one of its members has a cancer. Another goal is to consider the educative dimension concerning the services of CasAmica Onlus. The first and the second chapter treat health and illness topics, moreover they explore the impact of a serious illness on the familiar relationships. In the third chapter are described the characteristics of CasAmica, together with its purposes and values. The fourth chapter analyzes 35 interviews which have been addressed to the relatives of sick people hosted in CasAmica Onlus. It has been used a specific type of interview, the narrative interview, in order to facilitate the free expression of each personal and emotional experience. From the interview analysis the following urgent needs came out: the need of fondness and support, of comparison and sharing, of familiarity and daily life; moreover has came out the need of an economic support. Regarding these needs, CasAmica stands out as an Onlus able to offer solidarity values: CasAmica takes care of the sick person and his/her family, assuring all the elements which characterize familiar bonds, such as reciprocity and unselfishness. Therefore, the guests of CasAmica experience a positive stay thanks the familiar context that grants their needs.
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Caneva, E. « Adolescenza e migrazione : percorsi identitari e relazioni amicali nei giovani di origine straniera ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2008. http://hdl.handle.net/2434/53867.

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Griggio, Giulia <1987&gt. « L’IDRAULICO DELLE RELAZIONI : I CENTRI DI ANIMAZIONE TERRITORIALE A PADOVA, TRA SERVIZI SOCIALI E COOPERATIVE PER I MINORI ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2641.

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Résumé :
Il percorso di ricerca si è posto come obiettivo il raggiungimento di una maggiore conoscenza del welfare mix operante nel territorio del Comune di Padova, ovvero in particolare la collaborazione fra cittadini, cooperative, associazioni e istituzioni pubbliche: tale rapporto è stato definito come “l’idraulico delle relazioni”. L’elaborato è costituito da una prima parte di inquadramento teorico sulle trasformazioni delle politiche sociali negli ultimi decenni e da una seconda parte in cui viene presentata la ricerca empirica . Nella prima parte è stata anche messa in luce la collaborazione tra pubblico e il privato sociale, nonché la diffusione delle imprese sociali che hanno fornito un significativo sostegno all'implementazione delle politiche sociali. La ricerca empirica riguarda provincia di Padova. Questa città essendo molto eterogenea, offre svariati argomenti di approfondimento, ma grazie ad una collaborazione con il settore dei Servizi Sociali di Padova, ho potuto realizzare la seconda parte della tesi. Tra le diverse iniziative che l'Ufficio Infanzia, Adolescenza e Famiglia realizza vi sono i Centri di Animazione Territoriale. La survey si struttura grazie a due strumenti metodologici: i questionari e le interviste. Il primo è stato somministrato ad un campione di utenti frequentanti i Centri, mentre le interviste sono state fatte ai responsabili delle cooperative che coordinano i Centri. Grazie ad esse ho analizzato meglio la relazione fa pubblico e privato sociale, il focus si concentra sulla nascita e la durata della collaborazione, punti di forza e di debolezza dei Centri e la soddisfazione degli utenti.
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Costantini, Alessandro <1972&gt. « La relazione educativa e la frontalità negli studi pedagogici di Romano Guardini. Un confronto tra modelli educativi ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4810.

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Résumé :
Questo lavoro di ricerca si propone di delineare la figura e l’opera di Romano Guardini teologo e pedagogista italo-tedesco, sottolineandone il ruolo e l’influenza in riferimento al tema della didattica. Punto di partenza è l’analisi del suo tormentato percorso di studi, fatto di peregrinazioni in diverse università e facoltà, sino alla crisi chiarificatrice che lo condusse alla vocazione sacerdotale. È infatti proprio grazie alle significative esperienze di studio, che egli ha maturato le profonde riflessioni che diventeranno poi la base per l’elaborazione di una proposta didattica. Nella lunga vicinanza al movimento cattolico giovanile egli approfondì l’analisi della Persona, lo studio dell’uomo e delle età della vita. Da queste basi si passa poi ad analizzare il concetto-paradigma della Frontalità: è la strada maestra per un nuovo metodo didattico, un modello di formazione arricchito dalla teoria dell’opposizione polare, alla luce della guardiniana visione cattolica del mondo; la frontalità è un terreno di crescita che conduce ad una concezione dell’insegnamento fondata su di uno scambio paritetico tra docente e discente, uno scambio in cui la libertà sottende all’apprendimento, ma anche all’insegnamento stesso. In questa sede quindi, non si intende trattare il concetto di frontalità come puro confronto, etimologicamente inteso; la frontalità è una relazione intesa come prossimità ma, al tempo stesso, come possibilità di crescita nell’incontro autentico con l’altro. Chi scrive è convinto che sia questo il senso dell’azione pedagogica per Romano Guardini: incontrare l’altro nella sua autentica totalità e, nella reciprocità dell’incontro, offrire allo stesso il proprio sé-soggetto, innescando così il cambiamento che, in questa dimensione, rappresenta dunque uno scambio. Educare significa anche guidare e valorizzare senza deformare o indottrinare; si tratta di un sostegno, di una guida, e mai di una forzatura. Dunque frontalità significa, ancora, piena reciprocità, nel rispetto di quell’autonomia e di quella soggettività legittima che caratterizzano ogni essere umano, il quale, anche nella relazione educativa, mantiene viva la propria unicità, sviluppando così quelle attitudini che gli sono proprie. Il percorso di questa ricerca ha condotto all’analisi della situazione novecentesca in ambito didattico, con i suoi protagonisti, sfociando necessariamente in un confronto con tre grandi pensatori contemporanei che si sono misurati sui medesimi temi. Il confronto ha toccato il pensiero di Luigi Stefanini, per il quale l’uomo è misura di tutte le cose, per arrivare infine a Giovanni Gentile, che guida la reazione al positivismo, fino a compiere, seppur condizionata dal fascismo, la prima riforma generale dell’Istruzione attuata in Italia. Nell’ultima parte di questo studio vengono identificati tre diversi modelli educativi, i quali rappresentano, ognuno con angolazioni differenti, l’inizio di una prospettiva che rompe con il passato e costruisce la base di una didattica forte dello studio della persona al centro della società, che investirà tutta la cultura del Novecento. Il terreno fertile della visione cattolica del mondo conduce Romano Guardini alla teorizzazione di una proposta educativa viva e vincente, in cui libertà e pariteticità si trasfondono in un paradigma pedagogico e didattico di grande attualità che promuove e sostiene la formazione in una relazione educativa di libertà.
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Berlato, Arianna <1993&gt. « LA VALUTAZIONE REALISTICA DEGLI INTERVENTI SOCIALI INTERGENERAZIONALI. Verso la costruzione di programmi per favorire la relazione tra le generazioni ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17217.

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Résumé :
Il presente elaborato muove i primi passi nell'ambito di una ricerca sulla possibilità di costruire programmi sociali intergenerazionali che alimentino la produzione di politiche sensibili a tale tema. La riflessione prende avvio dalla ricostruzione delle necessità passate e presenti che esigono la cura dei rapporti tra generazioni. Al fine di migliorare gli interventi e la relativa programmazione, si propone l'impiego della Valutazione Realistica (R. Pawson e N. Tilley). Tale tecnica rispecchia un metodo di valutazione che si fonda sulla filosofia scientifica realista, la quale poggia sull'idea che i programmi hanno a che fare con problemi reali e il cui obiettivo principale è informare la produzione realistica di politiche che apportino benefici ai partecipanti dei programmi e alla sfera pubblica. L'analisi non si concentra sull'esito positivo o fallimentare del singolo intervento o del più ampio programma, ma ne esplora le modalità di realizzazione, evidenziando “per chi”, “come” e “in quali circostanze” ha funzionato o meno. Si propone infine l'analisi di un progetto intergenerazionale educativo, realizzato in una località della provincia di Vicenza, che ha visto come protagonisti persone minori e anziane. La valutazione di tale iniziativa sperimenta l'applicazione del metodo realistico ad un caso concreto minore, generando conclusioni propositive.
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PERSICO, GRETA. « L'occasione di diventare mondo. Relazioni d'autorità tra gruppi rom ed istituzioni : proposte pedagogiche in un'analisi comparativa ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/47432.

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"THE CHANCE TO BECOME WORLD. Relationships of authority between Roma groups and institutions: pedagogical proposals in a comparative analysis" A democratic society, where different human groups live, deals every day with the challenge of coexistence. This possibility becomes actual on the one hand through the ability to maximize as much as possible the potential symbolic meeting space, on the other hand dealing consciously with the questions raised by a pluralistic society. What can pedagogy say on this subject? How can it help make this spaces a stream of chances for development and change? This theses is the result of the research which objective was to examine how the way minority groups and majority institutions interact affects the development of the persons. This has been done through the frame of authority. It has been chosen to consider three different groups that belong to the widest European minority: Roma people. Different processes of recognition of the internal authority are developed by the members of the minority groups as well as by the local institutions – especially schools, the police and local administration. How do these processes influence the way institutions act and the coexistence between Roma and gadjé? The research project was carry on in Italy with a qualitative ethnographic approach, inside a campo nomadi inhabited by Sinti families; in Romania, in a mahalla of a rural village, and in Brazil, in a neighborhood of a town in the State of Goais. Roma, Sinti and Calo have a full citizen status in their countries of residence, despite the different socioeconomic and juridical conditions concerning minority groups. The theoretical reference follows an interdisciplinary approach. In political and philosophical terms, some questions will be raisen concerning the necessity and limits that are incidental to the recognition of alterity in a democratic context. The historical reconstruction of the paths of the Roma groups and of the ways of coexistence between them and the gadjé allows to understand more deeply the present social conditions and living context analyzed in the three countries. The sociological and anthropological research also allows to reconstruct the epistemologies in the field of education, schooling and recognition of the leadership in the three groups. At the same time they are a necessary condition for a reflection which aim is to lead to co-constructed processes of education for citizenship. Within the scientific world, this research project is intended to add a missing piece to the existing work concerning authority and Roma groups, which is lacking at present with regard to the pedagogical perspective. Pedagogical reflection accompany the whole work. The intent is that of analyzing the implicit dimension of education as well as the effects of anthropogeny produced by the action of the institutions towards Roma and gadjé. The topic of authority has been contextualized mainly through the texts of the Brazilian pedagogist Paulo Freire, suggesting an imaginary dialog between him and the American sociologist Richard Sennet. Thanks to an important field study it has been possible to trace the different types of leadership existing in the considered groups and observe the way each group recognizes and refers to the Roma leaders. It has also been possible to examine how the institutions recognize and interact with those leaders and to make clear the consequences of these interactions on the subjects and on the collectivity. What emerges is an extremely varied and interesting picture. Institutions and their representatives rarely show awareness and consciousness of the effects of their choices on the collectivity. At the same time some stimulating experiences have emerged, where the mutual recognition of the social agents and of their requests has led to new strategies of meeting each other and of fulfillment of the requests. Furthermore, the analyzed cases underline the urgency of developing praxis. The thesis concludes with a double reflection: considered the variety of solutions available for the improvement of the situation, it is meaningful and alarming to observe the gap between the state of the art of the research and the everyday reality.
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MUNGIARDI, FRANCESCA. « ESERCIZI DI CITTADINANZA ATTIVA. IL VOLONTARIATO COME ESPERIENZA DI CAPACITAZIONE DELLE PERSONE DI ORIGINE STRANIERA : DUE STUDI DI CASO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17725.

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Résumé :
La tesi propone una ricognizione dei principali contributi sulla riflessione sviluppatasi attorno al nesso tra cittadinanza attiva, partecipazione e volontariato delle persone di origine straniera.  Il quadro teorico di riferimento integra il paradigma della sociologia relazionale e quello dell’approccio delle capabilities - i quali sono stati usati in un’ottica di complementarietà - nell’idea di unire la dimensione sociale, partecipativa e relazionale della cittadinanza alla richiesta di quest’ultima di essere continuamente sostenuta affinché possa configurarsi in termini di cittadinanza competente. L’analisi è stata condotta con metodologia qualitativa e, nello specifico, attraverso la realizzazione due studi di caso afferenti a esperienze di attivazione di persone di origine straniera all’interno di realtà di volontariato organizzato, nell’intento di identificare gli elementi facilitanti e ostacolanti la messa in atto di pratiche di cittadinanza attiva. I risultati più significativi riguardano: a) l’esigenza di approfondire la presenza di impliciti culturali stanti la diversa semantizzazione della pratica del volontariato delle persone di origine straniera, affinché la promozione di azioni di cittadinanza attiva trovi senso e spazio all’interno di una cornice di riferimento condivisa, b) l’importanza di policy integrate e condivise che riconoscano il ruolo chiave della società di accoglienza nel processo di integrazione.
The present study focuses on the nexus between active citizenship, social participation and Third Country Nationals volunteering in non-ethnic organizations. The theoretical framework integrates the paradigm of relational sociology and the capability approach with the specific aim to integrate the social, participatory and relational dimension of citizenship with its request to be continuously supported by the different actors of the civil society, so that it can configure itself as a competent citizenship. The analysis is done by conducting two case studies focusing on the experience of engagement of Third Country Nationals in non-ethnic voluntary organization, in order to identify factors and conditions promoting or hindering the implementation of active citizenship practices. Main results concern: a) the importance to take into consideration the diverse concepts of and attitude towards volunteering and the implicit cultural understandings of volunteering which affect the way in which volunteering is practiced and understood within society and b) the key role of the receiving society into the integration process of migrant.
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MUNGIARDI, FRANCESCA. « ESERCIZI DI CITTADINANZA ATTIVA. IL VOLONTARIATO COME ESPERIENZA DI CAPACITAZIONE DELLE PERSONE DI ORIGINE STRANIERA : DUE STUDI DI CASO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2017. http://hdl.handle.net/10280/17725.

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Résumé :
La tesi propone una ricognizione dei principali contributi sulla riflessione sviluppatasi attorno al nesso tra cittadinanza attiva, partecipazione e volontariato delle persone di origine straniera.  Il quadro teorico di riferimento integra il paradigma della sociologia relazionale e quello dell’approccio delle capabilities - i quali sono stati usati in un’ottica di complementarietà - nell’idea di unire la dimensione sociale, partecipativa e relazionale della cittadinanza alla richiesta di quest’ultima di essere continuamente sostenuta affinché possa configurarsi in termini di cittadinanza competente. L’analisi è stata condotta con metodologia qualitativa e, nello specifico, attraverso la realizzazione due studi di caso afferenti a esperienze di attivazione di persone di origine straniera all’interno di realtà di volontariato organizzato, nell’intento di identificare gli elementi facilitanti e ostacolanti la messa in atto di pratiche di cittadinanza attiva. I risultati più significativi riguardano: a) l’esigenza di approfondire la presenza di impliciti culturali stanti la diversa semantizzazione della pratica del volontariato delle persone di origine straniera, affinché la promozione di azioni di cittadinanza attiva trovi senso e spazio all’interno di una cornice di riferimento condivisa, b) l’importanza di policy integrate e condivise che riconoscano il ruolo chiave della società di accoglienza nel processo di integrazione.
The present study focuses on the nexus between active citizenship, social participation and Third Country Nationals volunteering in non-ethnic organizations. The theoretical framework integrates the paradigm of relational sociology and the capability approach with the specific aim to integrate the social, participatory and relational dimension of citizenship with its request to be continuously supported by the different actors of the civil society, so that it can configure itself as a competent citizenship. The analysis is done by conducting two case studies focusing on the experience of engagement of Third Country Nationals in non-ethnic voluntary organization, in order to identify factors and conditions promoting or hindering the implementation of active citizenship practices. Main results concern: a) the importance to take into consideration the diverse concepts of and attitude towards volunteering and the implicit cultural understandings of volunteering which affect the way in which volunteering is practiced and understood within society and b) the key role of the receiving society into the integration process of migrant.
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NOTARI, GIULIA. « IL SOSTEGNO ALLA RELAZIONE TRA ANZIANI, CAREGIVER E ASSISTENTI FAMILIARI. LO STUDIO DELLO SPORTELLO DEL CENTRO DI SOLIDARIETA' DI REGGIO EMILIA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/135276.

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Résumé :
In Italia, i principali fornitori di cure primarie a persone non autosufficienti sono le famiglie, le quali spesso si servono di lavoratori domestici, soprattutto donne di minoranza etnica migrate in Italia per lavoro. Per sostenere l’attività di cura svolta dalle famiglie, alcune Regioni ed enti locali hanno promosso gli sportelli per l’assistenza familiare, che fanno parte dell’offerta di servizi, progetti e iniziative che tentano di governare il mercato privato di cura. Lo scopo dello studio è di conoscere in profondità questi servizi, in particolare per comprendere quali siano le modalità e gli accorgimenti adottati dagli operatori degli sportelli per curare la relazione con caregiver, persone assistite e lavoratrici e sostenere la relazione tra loro. Inoltre, si vogliono mettere in luce sia gli elementi organizzativi e professionali che rendono valevoli tali servizi, che i loro nodi critici. Per fare questo è stato realizzato uno studio di caso qualitativo dello “Sportello Assistenti Familiari” gestito dal Centro di Solidarietà di Reggio Emilia. È stata realizzata un’attività di osservazione del lavoro quotidiano degli operatori e sono state condotte 25 interviste agli operatori del servizio e ad un campione di caregiver e assistenti familiari. In seguito, è stata condotta un analisi tematica del contenuto delle note di campo e dei brani d’intervista. Lo studio ha permesso di mettere in dialogo lo Sportello Assistenti Familiari – per come è stato rappresentato da operatrici, caregiver e assistenti familiari – con la normativa dell’Emilia-Romagna che individua gli sportelli, con le precedenti ricerche condotte in questo ambito e con i punti di forza e di debolezza del lavoro domestico di cura. Inoltre, gli accorgimenti e le modalità di lavoro adottati dalle operatrici dello Sportello negli interventi rivolti ai caregiver, alle persone assistite e alle lavoratrici domestiche sono stati riletti alla luce del framework teorico offerto dall’approccio relazionale. La ricerca ha permesso di identificare i punti di forza e i limiti dello Sportello e anche alcune indicazioni e spunti operativi che potrebbero essere utili anche per migliorare servizi analoghi e qualificare l’assistenza svolta da lavoratrici domestiche.
In Italy, families are the main providers of primary care to non self-sufficient people, who often resort to hiring care workers, especially foreign women who come to Italy looking for employment. To support the care activities carried out by families, some Regions and local authorities have promoted the ‘sportelli’, services for care work that are elements of a offer of projects and initiatives that attempt to govern the private care market. The purpose of this study is to get to know these services in depth, with a focus on understanding the methods and measures adopted by professionals to improve and support the relationship with and between caregivers, non self-sufficient people and care workers. The research will highlight both the organisational and professional elements that make these services either worthwhile or problematic. The research was implemented through a qualitative case study of the “Sportello” (service for care work) managed by the Solidarity Center of Reggio Emilia. An activity of observation was carried out, monitoring the daily work of professionals, in particular their meetings with both caregivers and care workers. Subsequently, 25 interviews were conducted with both professionals and a sample of caregivers and care workers. Finally, a thematic analysis of the content of the field notes and of the interviews was carried out. The study allowed to compare the Sportello – as represented by professionals, caregivers and care workers – with the legislation of Emilia-Romagna related to services for care work, the previous research conducted in the field and the strengths and weaknesses of domestic care work in general. In addition, the methods adopted by the professionals in the interventions aimed at caregivers, non self-sufficient people and care workers have been reinterpreted in the light of the theoretical framework offered by the Relational Paradigm. Reflecting around the role of the Sportello also helped to identify some recommendations and operational ideas that could improve the Sportello itself and other similar services for care work, as well as qualify domestic care work provided by care workers in general.
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Sanzeni, Alice <1986&gt. « Il Pianeta degli esseri umani. Ambiente, clima, risorse, esseri umani, migrazioni : storia, contemporaneità e prospettive future di una relazione complessa ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20629.

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Résumé :
L’elaborato si propone di indagare il fenomeno della crisi climatica di origine antropogenica, con un focus specifico sulle migrazioni forzate dai mutamenti climatico-ambientali. Dopo aver esaminato l’origine dei cambiamenti climatici e le potenziali conseguenze sulla specie umana e sull’organizzazione sociale a livello globale, si approfondirà la questione dei “migranti ambientali” o degli “eco-profughi” da una prospettiva socio-giuridica.
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Bodini, Prarolo Elena <1993&gt. « L’operatore nel CA(o)S Ricerca sulla figura dell’operatore nei Centri di Accoglienza Straordinaria Riflessioni sulla costruzione identitaria e le componenti di sostegno/controllo nella relazione operatore-beneficiario ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12863.

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Résumé :
L'aumento dell'afflusso di cittadini di paesi terzi, dal 2011 in Europa, ha portato l'Unione ad elaborare un sistema comune di asilo, per far fronte al crescente numero di domande di protezione internazionale che vengono presentate negli stati membri. I sistemi elaborati sono risultati onerosi per gli stati al confine dell'unione, come la Grecia e l'Italia. Quest'ultima costruisce, sotto direttive e regolamenti europei, il sistema interno di accoglienza per richiedenti asilo. All'interno di questo ambito nasce una nuova figura lavorativa di operatore sociale, volto a lavorare in contesti interculturali e nei diversi tipi di centri di accoglienza. Tale contesto nazionale si modifica nel 2017 dopo l'emanazione di un decreto che va a modificare alcuni aspetti lavorativi nel settore, l'iter procedurale di esame della domanda di protezione e altre clausole procedurali e giuridiche riguardanti la normativa sull'asilo politico. Il decreto si è presentato come motore di proteste e mobilitazioni da parte dei lavoratori dell'accoglienza che già si trovano a lavorare all'interno di un fenomeno che è gestito da sempre sotto una logica di emergenzialità. Le mobilitazioni degli operatori sociali nate in risposta al decreto sono particolarmente interessanti perchè sono state un inizio per successive creazioni di gruppi autoconvocati e autogestiti di operatori che si incontrano per autoformarsi, discutere il proprio ruolo e analizzare le conseguenze a livello territoriale della normativa. Risulta interessante indagare, all'interno del vigente contesto normativo, come è vissuto dall'operatore il dilemma tra sostegno e controllo, tipico del lavoro sociale. Inoltre, sembra interessante indagare se e come, all'interno di questi spazi di confronto, venga a delinearsi una costruzione identitaria dei lavoratori dell'accoglienza.
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Galli, Carolina <1992&gt. « L’operatore nel CA(o)S Ricerca sulla figura dell’operatore nei Centri di Accoglienza Straordinaria Riflessioni sulla costruzione identitaria e le componenti di sostegno/controllo nella relazione operatore-beneficiario ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12865.

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Résumé :
L’aumento dell’afflusso di cittadini di paesi terzi, dal 2011 in Europa, ha portato l’Unione ad elaborare un sistema comune di asilo, per far fronte al crescente numero di domande di protezione internazionale che venivano presentate negli stati membri. I sistemi elaborati sono risultati onerosi per gli stati al confine dell’unione, come la Grecia e l’Italia. Quest’ultima da quegli anni costruisce, sotto direttive e regolamenti europei, il sistema interno di accoglienza per richiedenti asilo. All’interno di questo ambito nasce una nuova figura lavorativa di operatore sociale, volto a lavorare in contesti interculturali e nei diversi tipi di centri di accoglienza. Tale contesto nazionale viene a modificarsi nel 2017, dopo l‘emanazione di un decreto, che va a modificare alcuni aspetti lavorativi nel settore, l’iter procedurale di esame della domanda di protezione e altre clausole procedurali, giuridiche riguardanti la normativa sull’asilo politico. Il decreto, in linea con il quadro politico già esistente, si è presentato come il pretesto per proteste e mobilitazioni da parte dei lavoratori dell’accoglienza che già si trovano a lavorare all’interno di un fenomeno che è gestito da sempre sotto una logica di emergenzialità. Le mobilitazioni degli operatori sociali nate in risposta al decreto risultano particolarmente interessanti perché sono state motore per successive creazioni di altri gruppi autoconvocati e autogestiti di operatori che si incontrano per autoformarsi, discutere il proprio ruolo e analizzare le conseguenze a livello territoriale della nuova normativa. Risulta interessante indagare, all’interno del vigente contesto normativo, come vive l’operatore il dilemma tra sostegno e controllo tipico del lavoro sociale. Inoltre, sembra interessante indagare se e come, all’interno di questi spazi di confronto, venga a delinearsi una costruzione identitaria dei lavoratori dell’accoglienza.
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Cestaro, Margherita. « "MEDIAZIONE". Cifra di una teoresi pedagogico-interculturale e di una prassi educativo-formativa in contesti plurali ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2011. http://hdl.handle.net/11577/3427511.

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Résumé :
Within the current glocal, fluid, complex and plural context, the ability to interweave positive and constructive relationships with and between the differences has been increasingly shown in terms of a human need. At the same time, it considered as a goal of coexistence and democratic participation, characterizing the several multicultural local territories. According to the pedagogical framework, the research aimed at exploring whether, how and what level intercultural mediation practices are achieved within the educational context. In fact, school is the place which, because of its own educational right-duty, represents a daily place where different people, also culturally different, meets and each other. The goal was to highlight whether and how intercultural mediation professional skills are promoted in training activities for teachers. The work started dealing with the issue of the "semantic ambiguity" carried by the expressions "linguistic and/or cultural mediation" and "intercultural mediation" and that is present in the intercultural literature, documents, and national and European legislation, and within the school context. After exploring the theoretical framework, the research delved into the concept of mediation according to its ethical and philosophical meaning, the conflict management approach and the educational and intercultural pedagogical perspective. Hence, the "places" of the educational intercultural mediation were identified following three typical existential lines of the pedagogical discourse: the anthropological, the ethical, the social-cultural ones. The empirical work was designed as an "decision-oriented empirical research", following a qualitative approach, pertaining to an interpretative paradigm. Once a network of schools for intercultural education was identified as field of investigation, (18 schools of 7 municipalities), data were collected in three complementary phases: 1) the monitoring of non-Italian students belonging to the 18 schools; 2) the semi-structured interviewing of 16 privileged witnesses (as referring teachers and/or teachers in care of intercultural education programs); 3) the carrying out of 21 narrative focused interviews, addressed to teachers and school staff of school involved in the project. The results underline that the intercultural mediation belongs to teacher-educator's duties. In particular, it is shown that the concept and the practices related to intercultural mediation do not only concern the management of conflicts usually caused by the ambiguity and/or poor knowledge which they culturally belong to. The educator is indeed required to be able to mange both cognitive and social-affective processes characterizing the relationships that each person involved in the interaction lives with the difference that he/she perceives, at the same time, outside and inside him/herself.
Negli attuali contesti glocali, liquidi, complessi e plurali, la capacità  di intessere relazioni positive e costruttive con e tra le differenze si presenta sempre più nei termini di un bisogno umano e, nel contempo, di un obiettivo di convivenza e di partecipazione democratica, caratterizzanti i molteplici territori locali di fatto multiculturali. La ricerca ha inteso esplorare, in chiave pedagogica, se, come e in che grado si realizzino effettive pratiche di mediazione interculturale all'interno di quel contesto educativo che, per motivi di diritto-dovere di istruzione e formazione, è luogo quotidiano di incontro-scontro tra differenti anche per cultura: la scuola. Lo scopo è stato quello di evidenziare se e come, a livello formativo, sia importante intervenire per promuovere, negli insegnanti-educatori, competenze professionali nella mediazione interculturale. Il problema dal quale il lavoro ha preso avvio dall' "ambiguità semantica" nell'uso delle espressioni "mediazione linguistica e/o culturale" e "mediazione interculturale", rinvenibile nella letteratura interculturale, nei documenti e nella normativa nazionale e europea, e all'nterno del contesto scolastico. Dopo aver esplorato, dal punto di vista teorico, il concetto di mediazione così come esso si declina sul piano etico-filosofico, degli studi sulla gestione del conflitto, della scienza pedagogica, dell'educazione e dell'intercultura, si sono individuati i "luoghi" propri di una mediazione educativo interculturale nelle tre direttrici esistenziali tipiche del discorso pedagogico: quella antropologica, quella etico-valoriale, quella sociale e culturale. Strutturandosi come una "ricerca empirica orientata alle decisioni", il lavoro ha seguito una strategia di tipo qualitativo, afferente a un paradigma interpretativo. Individuata come campo di indagine una Rete scolastica per l'intercultura, comprensiva di 18 realtà  scolastiche, distribuite in 7 Comuni, la raccolta dei dati si è articolata in tre fasi successive e complementari: il monitoraggio degli alunni non italiani presenti nelle scuole della rete scolastica, lo svolgimento di 16 interviste semi-strutturate, rivolte a testimoni privilegiati (insegnanti referenti e/o figure strumentali per l'intercultura della Rete), la realizzazione di 21 interviste narrative focalizzate, rivolte ad alcuni insegnanti e operatori scolastici delle scuole comprese nella Rete. Nel ribadire come la mediazione interculturale sia una funzione propria dell'insegnante-educatore, la ricerca ha permesso di evidenziare, in particolare, come il concetto e le pratiche a essa legate non si esauriscano unicamente nell'ambito della gestione dei conflitti, generati dall'ambiguità  e/o non conoscenza delle rispettive cornici culturali, ma richiedano anche - e soprattutto - all'educatore, competenze utili a gestire i processi che, a livello cognitivo e socio-affettivo, caratterizzano le relazioni che ciascuna delle persone coinvolte nell'interazione vive con quella differenza che percepisce, ad un tempo, fuori e dentro di sé
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GALLETTA, Domenico. « STUDIO DELLE RELAZIONI IDRICHE E RISPOSTA ECOFISIOLOGICA NEL PISTACCHIO (PISTACIA VERA L.) SOTTOPOSTO A DIVERSI REGIMI IRRIGUI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Palermo, 2014. http://hdl.handle.net/10447/91252.

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Parisi, Francesco. « Studio dei lepidotteri della sottofamiglia Geometrinae raccolti in Etiopia. Relazioni tra coleotterofauna saproxilica, struttura forestale e legno morto nei microhabitat di Abeti Soprani ». Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2015. http://hdl.handle.net/11695/66288.

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Résumé :
Relationships of saproxylic beetles with forest structure, deadwood and microhabitats in the Abeti Soprani wood. The aim of the study was to evaluate the influence that the structure of the forest, the features of the deadwood and the microhabitats have on abundance, distribution and diversity of the saproxylic beetles in a forest ecosystem. The activities were carried out in the fir forest “Abeti Soprani”, located in the territory of the Molise region, Italy. Fifty areas were selected in a wooded area of 230 hectares, using two sampling methods: windows fly trap for insects in flight and eclectors for insects inside the deadwood. In each sampling area, the forest structure, the components of deadwood and the presence of microhabitats were quantified and described. The relationship between the structural forest parameters and the beetles was analyzed. Moreover, geostatistical analysis was conducted to highlight the spatial pattern of the examined parameters and the distribution of the monitored fauna. The results confirmed various relationships of insects with forest structure, deadwood and microhabitats. In particular, the following associations were more frequently observed: living plant mass (m³\ha) with the number of species, saproxylic species, Elateridae, Cerambycidae and Curculionidae; snags (trees\ha) with the number of specimens, families and Staphylinidae; microhabitats on deadwood with the number of families, Staphylinidae and Cerambycidae.
Relazioni tra coleotterofauna saproxilica, struttura forestale e legno morto nei microhabitat di Abeti Soprani. L’obiettivo del presente studio è stato valutare l’influenza che la struttura del bosco, le caratteristiche del legno morto e i microhabitat esercitano su abbondanza, distribuzione e diversità della coleotterofauna saproxilica in un ecosistema forestale. Le attività sono state realizzate presso l’abetina di “Abeti Soprani”, localizzata nel territorio dell’Alto Molise. Il monitoraggio è stato condotto su un’area boschiva di 230 ettari, in 50 punti di campionamento, utilizzando due metodi di cattura: trappole a finestra per gli insetti in volo ed eclettori per gli insetti presenti all’interno del legno. Per le stesse aree di campionamento è stata quantificata e descritta la struttura forestale, le componenti di necromassa e la presenza di microhabitat. Si sono analizzate le relazioni tra i parametri strutturali forestali e la coleotterofauna del luogo. Inoltre, specifiche analisi geostatistiche sono state condotte per evidenziare la variabilità spaziale dei parametri esaminati e la distribuzione dell’entomofauna monitorata. I risultati ottenuti hanno confermato l’esistenza di correlazioni significative tra insetti, componente forestale e tipologia di microhabitat. In particolare, le seguenti associazioni sono risultate più ricorrenti: massa viva (m³\ettaro) con il numero di specie, le specie saproxiliche, Elateridae, Cerambycidae e Curculionidae; alberi troncati in piedi (alberi\ettaro) con il numero di individui, di famiglie e Staphylinidae; microhabitat su legno morto con il numero di famiglie, gli Staphylinidae e i Cerambycidae.
Studies on the Lepidoptera of the subfamily Geometrinae collected in Ethiopia. The purpose of the research was to study the geometrid moths collected in several scientific expeditions carried out between 2009 and 2012 in Ethiopia, with the collaboration of Afrotropical fauna entomologists based at the Zoologische Staatssammlung München (Germany). In addition to the material collected by the University of Molise, specimens in the Zoologische Staatssammlung München collections were included in the research. Among the Geometridae, in particular, investigations focused within the subfamily Geometrinae, tribes Pseudoterpnini, Comibaenini and Hemistolini. Six species belonging to the tribe Pseudoterpnini and two species belonging to the tribe Comibaenini, one described as new: Comibaena theodori sp.n., were found. In the tribe Hemistolini, the genus Prasinocyma was investigated. Seventeen species and five subspecies were described as new to science: Prasinocyma pedicata aethiopica subsp. n., Prasinocyma angolica pseudopedicata subsp. n., Prasinocyma stefani sp. n., Prasinocyma omoensis sp. n., Prasinocyma getachewi sp. n., Prasinocyma baumgaertneri sp. n., Prasinocyma shoah yabellensis subsp. n., Prasinocyma amharensis sp. n., Prasinocyma batesi distans subsp. n., Prasinocyma monikae sp. n., Prasinocyma fusca sp. n., Prasinocyma leveneorum sp. n., Prasinocyma aquamarina sp. n., Prasinocyma beryllaria sp. n., Prasinocyma lutulenta sp. n., Prasinocyma septentrionalis sp. n., Prasinocyma fallax sp. n., Prasinocyma trematerrai sp. n., Prasinocyma trematerrai simienensis subsp. n., Prasinocyma androzeugmoides sp. n., Prasinocyma angulifera sp. n., and Prasinocyma maryamensis sp. n. The results of the research allowed expanding knowledge on Afrotropical lepidopterofauna and to identify and describe new taxa, many of them Ethiopian endemism.
Studio dei Lepidotteri della sottofamiglia Geometrinae raccolti in Etiopia. Lo scopo della ricerca è stato studiare i lepidotteri Geometridae raccolti in varie spedizioni effettuate in Etiopia, tra il 2009 e il 2012; le attività si sono svolte anche con la collaborazione di entomologi specialisti della fauna Afrotropicale presenti nello Zoologische Staatssammlung München (Germania). Oltre al materiale tenuto presso il Dipartimento Agricoltura, Ambiente e Alimenti dell’Università degli Studi del Molise, sono stati osservati anche i lepidotteri presenti nelle collezioni del museo tedesco. In particolare, si è scelto di prendere in considerazione, nell’ambito della sottofamiglia Geometrinae, le tribù Pseudoterpnini, Comibaenini e Hemistolini. Sei specie sono risultate appartenere alla tribù Pseudoterpnini e due alla tribù Comibaenini, di cui una è stata descritta come nuova: Comibaena theodori sp.n. Per la tribù Hemistolini si è indagato il genere Prasinocyma. In tale ambito diciassette specie e cinque sottospecie sono state descritte come nuova per la scienza: Prasinocyma pedicata aethiopica subsp. n., Prasinocyma angolica pseudopedicata subsp. n., Prasinocyma stefani sp. n., Prasinocyma omoensis sp. n., Prasinocyma getachewi sp. n., Prasinocyma baumgaertneri sp. n., Prasinocyma shoa yabellensis subsp. n., Prasinocyma amharensis sp. n., Prasinocyma batesi distans subsp. n., Prasinocyma monikae sp. n., Prasinocyma fusca sp. n., Prasinocyma leveneorum sp. n., Prasinocyma aquamarina sp. n., Prasinocyma beryllaria sp. n., Prasinocyma lutulenta sp. n., Prasinocyma septentrionalis sp. n., Prasinocyma fallax sp. n., Prasinocyma trematerrai sp. n., Prasinocyma trematerrai simienensis subsp. n., Prasinocyma androzeugmoides sp. n., Prasinocyma angulifera sp. n. e Prasinocyma maryamensis sp. n. I risultati scaturiti delle presenti ricerche hanno permesso di ampliare le conoscenze faunistiche sulla lepidotterofauna afrotropicale e di individuare e descrivere nuovi taxa.
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MORETTI, STEFANIA. « ANNUIRE E SCUOTERE LA TESTA COME AZIONI SIMULATE DI APPROCCIO ED EVITAMENTO Indagine sperimentale sulla relazione tra elaborazione cognitiva e gesti embodied ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2019. http://hdl.handle.net/11567/971190.

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Résumé :
The study deals with the relationship between language understanding and bodily movements, focusing on the movements involved in the two gestures of nodding and shaking of the head, a body part still not sufficiently investigated within the embodiment perspective. In 4 studies (9 experiments in total) the presence of a motor compatibility effect between the production of vertical and horizontal head movements and a high-level cognitive process such as the evaluation, both semantic and affective, of the truth-value of sentences was investigated. Through an innovative experimental procedure that, thanks to a motion detection software, made it possible to move stimuli on a computer screen directly with the action of the head, it was found that the semantic evaluation activated the simulation of the two head movements as nodding and shaking gestures, only when the evaluation was explicit. On the contrary, the affective evaluation was able to activate the two movements of the head as approach and avoidance responses even when there was no explicit intent to evaluate the stimuli, and generating a broader compatibility effect. Finally, the effect was also tested with a sample of young Bulgarians, for which the same vertical/horizontal movements can elicit the opposite meaning. Overall results show that it is possible, as well as necessary for the enhancement of the embodiment literature, to find reliable, automatic and implicit embodiment effects, and shed light on the possibility to exploit the automatic simulation of approach and avoidance movements with the head, in order to measure implicit attitudes, in social and personality research.
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Zama, Daniele <1981&gt. « La relazione tra il microbiota intestinale e la Graft versus Host Disease nel paziente pediatrico sottoposto a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7407/1/ZAMA_DANIELE_TESI.pdf.

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Résumé :
L’impatto del microbiota intestinale(MI) sulla mortalità correlata al trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche(TCSE) è stato recentemente dimostrato. Questa osservazione corrobora l’idea di un ruolo significativo del MI nella ricostruzione immunologica successiva al TCSE e nella genesi della Graft-versus-Host-Disease acuta(GvHD). Abbiamo pertanto condotto il primo studio longitudinale sul ruolo del MI nella genesi di GvHD in pazienti pediatrici sottoposti a TCSE. Sono stati arruolati 10pazienti, di cui 5 con GvHD. Per ogni paziente sono stati raccolti campioni fecali seriati ogni 10-15 giorni fino a 100 giorni dopo il TCSE. Il profilo filogenetico del MI è stato caratterizzato mediante pyrosequencing 454 della regione ipervariabile V4 della subunità 16S dell’rRNA. Il profilo funzionale è stato valutato mediante l’analisi degli acidi-grassi-a-corta-catena utilizzando la gas cromatografia-spettroscopia di massa. Dopo il TCSE è stata osservata una profonda distruzione strutturale e funzionale del normale assetto mutualistico dell’ecosistema intestinale. La traiettoria di ricostruzione del MI dopo il TCSE è risultata essere significativamente differente tra i pazienti con e senza GvHD. In particolare, nei pazienti senza GvHD è stata evidenziata prima del TCSE una precisa signature del MI, caratterizzata da un’elevata concentrazione di Bacteroidetes e Parabacteoidetes(p<0.05, Fig. 1). Parallelamente nei pazienti senza GVHD è stato osservato un aumento significativo degli acidi-grassi-a-corta-catena e di propionato in particolare(p<0.05). Questa caratteristica signature si è proiettata dopo il TCSE, persistendo alla distruzione dell’ecosistema intestinale e dimostrando l’elevata adattabilità di questi germi. I nostri dati indicano che le dinamiche dell’ecosistema microbico intestinale possono essere un fattore in grado di influenzare l’insorgenza di GvHD. In particolare, la presenza di un profilo mutualistico pre-TCSE del MI, caratterizzato dalla presenza di germi produttori di acidi-grassi-a-corta-catena con riconosciute proprietà immunomodulatorie, sembra mitigare il rischio di sviluppare GVHD. Questi risultati aprono quindi nuove prospettive sulla possibilità di manipolare il MI pre-TCSE per modulare la ricostruzione del sistema immunitario.
The impact of the gut microbiota(MI) on allogeneic hematopoietic stem cell transplantation(HSCT) has been recently demonstrated. This observation supported the idea of a significant role of MI in the immunological reconstruction after HSCT and in the genesis of acute Graft-versus-Host-Disease(GvHD). We therefore conducted the first longitudinal study on the role of MI in the onset of GvHD in pediatric patients undergoing HSCT. 10 patients were enrolled, including 5 with GvHD. For each patient were collected seriated fecal samples every 10-15 days up to 100 days after HSCT. The phylogenetic profile of MI was characterized by pyrosequencing 454 of the hypervariable V4 region of the 16S rRNA subunit. The functional profile was evaluated by analysis of fatty acid-fat-to-short-chain using the gas chromatography-mass spectroscopy. After HSCT a profound structural and functional destruction of the normal position mutualistic gut ecosystem was observed. The reconstruction of the trajectory of the MI after HSCT was significantly different between patients with and without GVHD. In particular, in patients without GVHD, a precise of the MI signature before the HSCT was highlighted, characterized by a high concentration of Bacteroidetes and Parabacteoidetes(p <0.05, Fig. 1). In parallel in patients without GVHD it was observed a significant increase of the fatty-acid-to-short-chain and in particular propionate(p <0.05). This characteristic signature was projected after HSCT, persisting to the intestinal ecosystem destruction and demonstrating the high adaptability of these germs. Our data indicate that the intestinal microbial ecosystem dynamics can be a factor influencing the onset of GvHD. In particular, the presence of a mutualistic profile pre-HSCT of the MI, characterized by the presence of germs producers of acid-fat-to-short-chain recognized with immunomodulatory, seems to mitigate the risk of developing GVHD. These results therefore open new perspectives on the possibility of manipulating the MI pre-HSCT to modulate the reconstruction of the immune system.
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Zama, Daniele <1981&gt. « La relazione tra il microbiota intestinale e la Graft versus Host Disease nel paziente pediatrico sottoposto a trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7407/.

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Résumé :
L’impatto del microbiota intestinale(MI) sulla mortalità correlata al trapianto allogenico di cellule staminali emopoietiche(TCSE) è stato recentemente dimostrato. Questa osservazione corrobora l’idea di un ruolo significativo del MI nella ricostruzione immunologica successiva al TCSE e nella genesi della Graft-versus-Host-Disease acuta(GvHD). Abbiamo pertanto condotto il primo studio longitudinale sul ruolo del MI nella genesi di GvHD in pazienti pediatrici sottoposti a TCSE. Sono stati arruolati 10pazienti, di cui 5 con GvHD. Per ogni paziente sono stati raccolti campioni fecali seriati ogni 10-15 giorni fino a 100 giorni dopo il TCSE. Il profilo filogenetico del MI è stato caratterizzato mediante pyrosequencing 454 della regione ipervariabile V4 della subunità 16S dell’rRNA. Il profilo funzionale è stato valutato mediante l’analisi degli acidi-grassi-a-corta-catena utilizzando la gas cromatografia-spettroscopia di massa. Dopo il TCSE è stata osservata una profonda distruzione strutturale e funzionale del normale assetto mutualistico dell’ecosistema intestinale. La traiettoria di ricostruzione del MI dopo il TCSE è risultata essere significativamente differente tra i pazienti con e senza GvHD. In particolare, nei pazienti senza GvHD è stata evidenziata prima del TCSE una precisa signature del MI, caratterizzata da un’elevata concentrazione di Bacteroidetes e Parabacteoidetes(p<0.05, Fig. 1). Parallelamente nei pazienti senza GVHD è stato osservato un aumento significativo degli acidi-grassi-a-corta-catena e di propionato in particolare(p<0.05). Questa caratteristica signature si è proiettata dopo il TCSE, persistendo alla distruzione dell’ecosistema intestinale e dimostrando l’elevata adattabilità di questi germi. I nostri dati indicano che le dinamiche dell’ecosistema microbico intestinale possono essere un fattore in grado di influenzare l’insorgenza di GvHD. In particolare, la presenza di un profilo mutualistico pre-TCSE del MI, caratterizzato dalla presenza di germi produttori di acidi-grassi-a-corta-catena con riconosciute proprietà immunomodulatorie, sembra mitigare il rischio di sviluppare GVHD. Questi risultati aprono quindi nuove prospettive sulla possibilità di manipolare il MI pre-TCSE per modulare la ricostruzione del sistema immunitario.
The impact of the gut microbiota(MI) on allogeneic hematopoietic stem cell transplantation(HSCT) has been recently demonstrated. This observation supported the idea of a significant role of MI in the immunological reconstruction after HSCT and in the genesis of acute Graft-versus-Host-Disease(GvHD). We therefore conducted the first longitudinal study on the role of MI in the onset of GvHD in pediatric patients undergoing HSCT. 10 patients were enrolled, including 5 with GvHD. For each patient were collected seriated fecal samples every 10-15 days up to 100 days after HSCT. The phylogenetic profile of MI was characterized by pyrosequencing 454 of the hypervariable V4 region of the 16S rRNA subunit. The functional profile was evaluated by analysis of fatty acid-fat-to-short-chain using the gas chromatography-mass spectroscopy. After HSCT a profound structural and functional destruction of the normal position mutualistic gut ecosystem was observed. The reconstruction of the trajectory of the MI after HSCT was significantly different between patients with and without GVHD. In particular, in patients without GVHD, a precise of the MI signature before the HSCT was highlighted, characterized by a high concentration of Bacteroidetes and Parabacteoidetes(p <0.05, Fig. 1). In parallel in patients without GVHD it was observed a significant increase of the fatty-acid-to-short-chain and in particular propionate(p <0.05). This characteristic signature was projected after HSCT, persisting to the intestinal ecosystem destruction and demonstrating the high adaptability of these germs. Our data indicate that the intestinal microbial ecosystem dynamics can be a factor influencing the onset of GvHD. In particular, the presence of a mutualistic profile pre-HSCT of the MI, characterized by the presence of germs producers of acid-fat-to-short-chain recognized with immunomodulatory, seems to mitigate the risk of developing GVHD. These results therefore open new perspectives on the possibility of manipulating the MI pre-HSCT to modulate the reconstruction of the immune system.
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MOSCATELLI, MATTEO. « La valutazione della qualità relazionale:come cambiano le organizzazioni che investono sulle relazioni. Il caso di un centro disabilità neuromotorie infantili ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1511.

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Résumé :
Il lavoro di tesi ha come oggetto la valutazione della qualità relazionale dei servizi offerti dal Centro disabilità neuromotorie infantili della Fondazione Ariel e ha come obiettivi l’approfondimento teorico e metodologico dell’approccio relazionale riflessivo alla valutazione, con attenzione alle connessioni tra valutazione e dimensioni organizzative dei servizi alla persona e alla famiglia. Questo approccio multidimensionale e multivision della qualità fa riferimento ad alcune macro-dimensioni organizzative del benessere relazionale generato da un servizio sociale: l’efficienza, l’efficacia, la qualità integrativa, la qualità etica dei fini. Questa prospettiva riflessiva e partecipata di valutazione costituisce un’opportunità per cogliere, descrivere e giudicare il bene comune relazionale generato da un servizio alla persona e alla famiglia in un contesto di bisogni sociali in mutamento, dove strategiche sono personalizzazione e alla familiarizzazione dei servizi. Oltre al potenziale conoscitivo, la valutazione della qualità relazionale dedica particolare attenzione al potenziale trasformativo e morfogenetico della leva valutativa. Metodologicamente l’analisi condotta è stata di tipo quanto-qualitativo. Sono state realizzate interviste semi-strutturate con gli operatori del Centro e una dettagliata analisi della documentazione. Il lavoro partecipato ha condotto alla costruzione di questionario di 35 variabili che è stato esitato da 167 famiglie beneficiarie. Oltre ad un’analisi monovariata dei risultati del questionario sono stati costruiti alcuni indici sintetici su alcune dimensioni critiche della qualità relazionale.
The work relates to evaluation of relational quality of the services offered by Foundation Ariel’s childhood neuromotor disabilities Center . The objectives are the methodological and theoretical study of the relational reflexive evaluation approach, with attention to the connections between evaluation and organizational dimensions services to individuals and families. This multidimensional and multi-vision quality model refers to some macro-organizational dimensions of relational well-being generated by social services: efficiency, effectiveness, quality integration, the quality of ethical purposes. This reflective and participatory evaluation perspective is an opportunity to capture, describe and assess the common good relationship generated by a service to individuals and families, which are strategic to the familiarization and customization in a context of changing social needs. In addition, relational quality evaluation pays particular attention to the transformative and morphogenetic potential of evaluation. Methodologically, the analysis was quanto-qualitative. Semi-structured interviews were conducted with operators of the Centre and a detailed analysis of the documentation was done. The work led to the construction of a questionnaire of 35 variables, which 167 beneficiary families have responded to. Besides monovariata analysis of the results of the questionnaire, some synthetic indexes of some critical dimensions of relational quality were constructed.
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MOSCATELLI, MATTEO. « La valutazione della qualità relazionale:come cambiano le organizzazioni che investono sulle relazioni. Il caso di un centro disabilità neuromotorie infantili ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1511.

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Résumé :
Il lavoro di tesi ha come oggetto la valutazione della qualità relazionale dei servizi offerti dal Centro disabilità neuromotorie infantili della Fondazione Ariel e ha come obiettivi l’approfondimento teorico e metodologico dell’approccio relazionale riflessivo alla valutazione, con attenzione alle connessioni tra valutazione e dimensioni organizzative dei servizi alla persona e alla famiglia. Questo approccio multidimensionale e multivision della qualità fa riferimento ad alcune macro-dimensioni organizzative del benessere relazionale generato da un servizio sociale: l’efficienza, l’efficacia, la qualità integrativa, la qualità etica dei fini. Questa prospettiva riflessiva e partecipata di valutazione costituisce un’opportunità per cogliere, descrivere e giudicare il bene comune relazionale generato da un servizio alla persona e alla famiglia in un contesto di bisogni sociali in mutamento, dove strategiche sono personalizzazione e alla familiarizzazione dei servizi. Oltre al potenziale conoscitivo, la valutazione della qualità relazionale dedica particolare attenzione al potenziale trasformativo e morfogenetico della leva valutativa. Metodologicamente l’analisi condotta è stata di tipo quanto-qualitativo. Sono state realizzate interviste semi-strutturate con gli operatori del Centro e una dettagliata analisi della documentazione. Il lavoro partecipato ha condotto alla costruzione di questionario di 35 variabili che è stato esitato da 167 famiglie beneficiarie. Oltre ad un’analisi monovariata dei risultati del questionario sono stati costruiti alcuni indici sintetici su alcune dimensioni critiche della qualità relazionale.
The work relates to evaluation of relational quality of the services offered by Foundation Ariel’s childhood neuromotor disabilities Center . The objectives are the methodological and theoretical study of the relational reflexive evaluation approach, with attention to the connections between evaluation and organizational dimensions services to individuals and families. This multidimensional and multi-vision quality model refers to some macro-organizational dimensions of relational well-being generated by social services: efficiency, effectiveness, quality integration, the quality of ethical purposes. This reflective and participatory evaluation perspective is an opportunity to capture, describe and assess the common good relationship generated by a service to individuals and families, which are strategic to the familiarization and customization in a context of changing social needs. In addition, relational quality evaluation pays particular attention to the transformative and morphogenetic potential of evaluation. Methodologically, the analysis was quanto-qualitative. Semi-structured interviews were conducted with operators of the Centre and a detailed analysis of the documentation was done. The work led to the construction of a questionnaire of 35 variables, which 167 beneficiary families have responded to. Besides monovariata analysis of the results of the questionnaire, some synthetic indexes of some critical dimensions of relational quality were constructed.
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MOSCONI, GERMANA. « Una ricerca sui vissuti di giustizia e sulle pratiche educative a scuola : docenti e studenti di Scuola Superiore a confronto ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/131647.

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Résumé :
Quale significato assume il termine di giustizia in ambito scolastico? Quali sono le rappresentazioni di giustizia e di ingiustizia negli insegnanti e che rapporto intercorre tra queste ed il loro operato in classe? Come gli studenti descrivono l'effettivo comportamento degli insegnanti? Il tema della giustizia è stato affrontato in diverse discipline come la filosofia (Aristotele; Platone; Kant, 1781) la sociologia (Rawls, 1977; Boudon, 2002), la psicologia cognitiva (Piaget, 1932; Kohlberg, 1958) e solo di recente è diventato oggetto di studio in ambito pedagogico (Dalbert, 2006; Mikula, 2005; Chory Assad, 2002, 2007, 2013; Berti, Molinari, Speltini, 2010; Kanizsa, Garavaglia, Mosconi, 2013; Kanizsa, Mosconi, Garavaglia, 2014), con particolare riferimento agli studi sulla giustizia nelle organizzazioni (Greenberg, 1987, 1990; Cropanzano, 1993, 2001) che si sono in particolar modo focalizzati sulla distribuzione delle risorse in un'organizzazione (distributive justice), sulle modalità e procedure utilizzate a questo scopo (procedural justice) ed infine sulla qualità delle relazioni interpersonali tra coloro che vivono nel medesimo contesto (interactional justice). E' proprio a partire da questi studi che anche in ambito educativo è iniziata una riflessione sul significato che i termini di giustizia e di ingiustizia possono assumere. Obiettivo di questa ricerca è quello di far emergere le rappresentazioni di giustizia e di ingiustizia negli insegnanti della scuola secondaria di II grado ed il rapporto che intercorre tra queste ed il loro effettivo operato in classe (Festinger, 1992), con particolare riferimento alla teoria delle rappresentazioni sociali (Farr, Moscovici, 1989; Palmonari, Emiliani, 2009) e di verificare eventuali discrepanze tra le concezioni di giustizia negli insegnanti e quelle negli studenti. Per fare questo nell'anno scolastico 2014-2015 sono stati intervistati, utilizzando un'intervista con un basso livello di strutturazione (Trinchero, 2002), non direttiva ed in profondità (Kanizsa, 1993), 12 insegnanti di scuola superiore, appartenenti ad Istituti dislocati sul territorio di Milano e Provincia e che insegnano diverse materie (filosofia, lettere, diritto ed economia, matematica, scienze). Sono stati inoltre effettuati 6 focus group che hanno coinvolto un totale di 48 studenti appartenenti alle classi degli insegnanti intervistati. L'analisi dei dati è avvenuta utilizzando il metodo qualitativo (S. Kanizsa, 1993; R.Trinchero, 2002; L. Mortari, 2010) cui è seguita un'analisi di tipo quantitativo con il software T-lab (analisi delle co-occorrenze, delle associazioni di parole, confronti tra coppie). I risultati dell'analisi evidenziano la medesima concezione di giustizia sia negli insegnanti, che si definiscono “giusti” in quanto rispettosi dei bisogni degli studenti ed attenti alle dinamiche relazionali sottostanti il processo di insegnamento-apprendimento, e sia negli studenti che riconoscono in modo particolare queste immagini di giustizia. Ciò che si evince dalle descrizioni che gli studenti fanno dei loro insegnanti è la discrepanza tra l'idea di giustizia che questi ultimi dichiarano e ed i comportamenti effettivi che essi agiscono in classe, che risultano essere “ingiusti” agli occhi degli studenti. Solo una presa di coscienza da parte degli insegnanti di una possibile incoerenza tra quello che pensano essere giusto e quello che agiscono nella realtà scolastica potrebbe risolvere almeno in parte le incomprensioni con gli studenti e permettere che il processo di insegnamento-apprendimento sia vissuto da tutti gli attori come coerente e “giusto”.
What is justice? What about the meaning of justice at school? What are the teachers' representations of justice and injustice and what is the relationship between their representations and teachers' work in the classroom? How do the students describe teachers' behavior during the lesson? Many branches of philosophy (Aristotele; Platone; Kant, 1788; Kelsen, 1952), of sociology (Rawls 1977; Boudon, 2002) and of psychology (Piaget, 1932; Kohlberg, 1958) have studied the topic of justice in depth and recently it has became the object of search of educational science (Dalbert, 2006; Mikula, 2005; Chory Assad, 2002, 2007, 2013; Berti, Molinari, Speltini, 2010; Kanizsa, Garavaglia, .Mosconi, 2013; 2014), with reference to organizational justice theory (Cropanzano & Greenberg, 1997; Greenberg, 1990; Folger & Cropanzano, 2001; Cropanzano, 1993). Organizational studies highlight three concepts of justice: distributive justice that is a subjective perception elicited by a comparison between actual and deserved rewards; procedural justice refers to the fairness of the mean by which distributions are made; interactional justice refers to perception of fairness in the interpersonal treatment received by individuals, mainly in the communicative and relational requests. The aim of this research, with particular reference to social representations theory (Moscovici, 1989; Palmonari, Emiliani, 2009) is therefore to identify and analyse teachers’ meanings about the concepts of justice and injustice through the narration of their past and their experiences in the classroom. Secondly, the aim is to understand their representations of justice, which they unconsciously use in their daily work in the classroom and to understand how they affect, even by implication, their educational and teaching relationships. At least, we hope to verify the possible discrepancies between the teachers' and students thought of justice. The subjects were 12 secondary school teachers belonging to different school in the urban area of Milan and in the hinterland of the same city, and 48 students belonging to the same classroom as the teachers. The teachers were teaching different subjects (philosophy, sciences, math, law and economy and italian literature). The data was collected during the 2014-2015 school year and was obtained during low-structured interviews for the teachers and with 6 focus groups for a total of 48 students. A mixed-method approach was used: the qualitative data collected was coded into categories to facilitate quantitative analysis, while the same of text was subjected to co-word analysis conducted using T-lab software. The results indicated that teachers and students share the same conception of justice. The teachers, on one hand, according to the organizational justice theory, especially in regards to principles of interactional justice, declare themselves to be “just” and fair teachers, because they are respectful to the students and their needs and they have paid attention to the teacher-student relationship. On the other hand, the students' descriptions of their teachers, highlight the discrepancies between the teachers' representations and beliefs and their actual behaviour in the classroom. The results of current research confirm the importance that teachers need to be involved in vocational training or in training courses in which they become aware of a possible inconsistency between their beliefs and their behavior in the classroom. Only a coherent teacher can be “just” and can entertain a fair teachers-students relationship. Briefly, justice can only be achieved if both teachers and students see each other as coherent and just.
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Altini, Mattia <1974&gt. « La rete oncologica romagnola : la rete di relazioni e dei percorsi tecnico scientifici fra le aziende AUSL dell'Area Vasta Romagna e il nuovo istituto scientifico tumori della Romagna ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1023/1/Tesi_Altini_Mattia.pdf.

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Altini, Mattia <1974&gt. « La rete oncologica romagnola : la rete di relazioni e dei percorsi tecnico scientifici fra le aziende AUSL dell'Area Vasta Romagna e il nuovo istituto scientifico tumori della Romagna ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1023/.

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RACCAGNI, DALILA. « GENITORI SENZA PATRIA : COME CAMBIA LA FUNZIONE EDUCATIVA GENITORIALE NEI PROCESSI MIGRATORI. L'ESPERIENZA DELLA RELAZIONE TRA GENITORI E FIGLI NELLA COMUNITA' GHANESE DELLA PROVINCIA DI BRESCIA E BERGAMO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/93125.

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Résumé :
Il contesto contemporaneo pare attraversato da una grande sfida umana, che chiama in causa ognuno di noi ad interrogarsi circa il significato di educare nel tempo della pluralità. L’epoca attuale è caratterizzata dal fenomeno migratorio, dalla presenza stabile di cittadini di origine straniera residenti nel territorio italiano e da una globalizzazione della persona umana. È in questo contesto che il presente lavoro prende in esame, nel quadro della ricerca qualitativa qui condotta, le narrazioni di storie di vita di genitori di origine ghanese residenti nella provincia di Bergamo e Brescia al fine di problematizzare alcune categorie pedagogiche legate al ruolo genitoriale. Ne emerge uno spaccato interessante che mostra l’importanza per questi genitori di mantenere un legame con la terra di origine, la necessità di aprirsi al contesto in cui vivono e la sfida nel rapporto con i figli nati e/o cresciuti nel paese di residenza. La ricerca ha dimostrato come la pedagogia, accogliendo questi vissuti, sia in grado di promuovere riflessioni e spazi di interesse in cui le differenze reciproche sono occasione di crescita comune, nella molteplicità delle culture.
The contemporary context seems to be marked by a great human challenge which calls each of us into question about the meaning of educating in this time of plurality. The time we live in is characterized by the migration phenomenon , the stable presence of citizens of foreign origin living in the Italian territory and by a globalization of the human person. The present work has examined, within the framework of qualitative research and the current social context, the life stories of Ghanaian-born parents living in the province of Bergamo and Brescia. This was carried out in an attempt to problematize multiple pedagogical categories related to the parenting function. The result is an interesting cross- section that shows the importance for these parents to maintain a bond with the country of origin, the need to open up to the context in which they live, and the challenge found in the relationship with their children born and/or raised in their country of residence. The research has shown how pedagogy, by accepting these experiences, is able to promote reflections and spaces of interest in which mutual differences are an opportunity for common growth within the multiplicity of cultures.
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RACCAGNI, DALILA. « GENITORI SENZA PATRIA : COME CAMBIA LA FUNZIONE EDUCATIVA GENITORIALE NEI PROCESSI MIGRATORI. L'ESPERIENZA DELLA RELAZIONE TRA GENITORI E FIGLI NELLA COMUNITA' GHANESE DELLA PROVINCIA DI BRESCIA E BERGAMO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2021. http://hdl.handle.net/10280/93125.

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Il contesto contemporaneo pare attraversato da una grande sfida umana, che chiama in causa ognuno di noi ad interrogarsi circa il significato di educare nel tempo della pluralità. L’epoca attuale è caratterizzata dal fenomeno migratorio, dalla presenza stabile di cittadini di origine straniera residenti nel territorio italiano e da una globalizzazione della persona umana. È in questo contesto che il presente lavoro prende in esame, nel quadro della ricerca qualitativa qui condotta, le narrazioni di storie di vita di genitori di origine ghanese residenti nella provincia di Bergamo e Brescia al fine di problematizzare alcune categorie pedagogiche legate al ruolo genitoriale. Ne emerge uno spaccato interessante che mostra l’importanza per questi genitori di mantenere un legame con la terra di origine, la necessità di aprirsi al contesto in cui vivono e la sfida nel rapporto con i figli nati e/o cresciuti nel paese di residenza. La ricerca ha dimostrato come la pedagogia, accogliendo questi vissuti, sia in grado di promuovere riflessioni e spazi di interesse in cui le differenze reciproche sono occasione di crescita comune, nella molteplicità delle culture.
The contemporary context seems to be marked by a great human challenge which calls each of us into question about the meaning of educating in this time of plurality. The time we live in is characterized by the migration phenomenon , the stable presence of citizens of foreign origin living in the Italian territory and by a globalization of the human person. The present work has examined, within the framework of qualitative research and the current social context, the life stories of Ghanaian-born parents living in the province of Bergamo and Brescia. This was carried out in an attempt to problematize multiple pedagogical categories related to the parenting function. The result is an interesting cross- section that shows the importance for these parents to maintain a bond with the country of origin, the need to open up to the context in which they live, and the challenge found in the relationship with their children born and/or raised in their country of residence. The research has shown how pedagogy, by accepting these experiences, is able to promote reflections and spaces of interest in which mutual differences are an opportunity for common growth within the multiplicity of cultures.
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GAMA, ISA. « Dinamiche Interculturali e Sviluppo : Mozambico e Cooperazione Internazionale Italiana ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/987.

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Résumé :
Questo studio tratta dei rapporti della cooperazione internazionale per lo sviluppo che favorisce lo scambio tra culture. Si tratta di una ricerca socio-antropologica sull’orientamento cognitivo di entrambi gli attori della cooperazione: chi fornisce e chi riceve l’aiuto. Lo studio è realizzato su due fronti: in Mozambico, in un progetto di cooperazione, e in Italia con membri delle ONG. La tesi sostiene che la cooperazione non solo propone progetti atti a modificare una situazione nei PVS, ma unisce culture favorendo lo scambio di contenuti, opinioni divergenti, abitudini, ecc., trasformandoli in un continuo processo di ‘miscegenation’. La maggior parte delle ONG implementa progetti sul principio della sussidiarietà affrontando difficoltà per stimolare l’‘azione’ per apportare cambiamenti dal basso. La cooperazione è anche fautrice della fusione di culture che genera nuove correnti di pensiero, creando opinioni critiche nei confronti delle idee prevalenti, e provvede voce a movimenti sociali dal basso. In una macro-prospettiva, la globalizzazione continua ad avere un ruolo preponderante nei PVS: il Mozambico non è ancora decolonizzato. Il termine ‘sviluppo’ mantiene tuttora un pregiudizio evolutivo Eurocentrico, e non dovrebbe essere più associato alla crescita economica, e per ottenere un mondo equo non basta ‘empower’ i poveri, è necessario ‘disempower’ i ricchi.
This study addresses the relationships on international cooperation for development that put cultures into motion. This is a socio-anthropological research that outlines the cognitive orientation of both sides in the international cooperation: who provides and who receives Aid. The locus of the investigation is an international cooperation project in Mozambique, along with interviews with Italian NGOs practitioners. The thesis argues that international cooperation not only provides projects apt to change situation in developing countries, but unites cultures that mutually exchange meanings, disagreements, habits, etc., in a continuous process of cultural ‘miscegenation’. Although most NGOs propose bottom-up approach to development, usually projects start from the top, and they face difficulties to stimulate the agency to change from below. International cooperation also generates new lines of though, and usually gives voice to counter-current social movements. In a macro perspective, globalization continues to play a dominant role in the poorest countries, and Mozambique has not been fully decolonized yet. The meaning of the term Development still maintains an Eurocentric and evolutionary bias. However, development should not be anymore associated to economic growth and if we really want to achieve an equal world, there is also the need to ‘disempower’ the rich.
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GAMA, ISA. « Dinamiche Interculturali e Sviluppo : Mozambico e Cooperazione Internazionale Italiana ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2011. http://hdl.handle.net/10280/987.

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Résumé :
Questo studio tratta dei rapporti della cooperazione internazionale per lo sviluppo che favorisce lo scambio tra culture. Si tratta di una ricerca socio-antropologica sull’orientamento cognitivo di entrambi gli attori della cooperazione: chi fornisce e chi riceve l’aiuto. Lo studio è realizzato su due fronti: in Mozambico, in un progetto di cooperazione, e in Italia con membri delle ONG. La tesi sostiene che la cooperazione non solo propone progetti atti a modificare una situazione nei PVS, ma unisce culture favorendo lo scambio di contenuti, opinioni divergenti, abitudini, ecc., trasformandoli in un continuo processo di ‘miscegenation’. La maggior parte delle ONG implementa progetti sul principio della sussidiarietà affrontando difficoltà per stimolare l’‘azione’ per apportare cambiamenti dal basso. La cooperazione è anche fautrice della fusione di culture che genera nuove correnti di pensiero, creando opinioni critiche nei confronti delle idee prevalenti, e provvede voce a movimenti sociali dal basso. In una macro-prospettiva, la globalizzazione continua ad avere un ruolo preponderante nei PVS: il Mozambico non è ancora decolonizzato. Il termine ‘sviluppo’ mantiene tuttora un pregiudizio evolutivo Eurocentrico, e non dovrebbe essere più associato alla crescita economica, e per ottenere un mondo equo non basta ‘empower’ i poveri, è necessario ‘disempower’ i ricchi.
This study addresses the relationships on international cooperation for development that put cultures into motion. This is a socio-anthropological research that outlines the cognitive orientation of both sides in the international cooperation: who provides and who receives Aid. The locus of the investigation is an international cooperation project in Mozambique, along with interviews with Italian NGOs practitioners. The thesis argues that international cooperation not only provides projects apt to change situation in developing countries, but unites cultures that mutually exchange meanings, disagreements, habits, etc., in a continuous process of cultural ‘miscegenation’. Although most NGOs propose bottom-up approach to development, usually projects start from the top, and they face difficulties to stimulate the agency to change from below. International cooperation also generates new lines of though, and usually gives voice to counter-current social movements. In a macro perspective, globalization continues to play a dominant role in the poorest countries, and Mozambique has not been fully decolonized yet. The meaning of the term Development still maintains an Eurocentric and evolutionary bias. However, development should not be anymore associated to economic growth and if we really want to achieve an equal world, there is also the need to ‘disempower’ the rich.
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Azevedo, Fernando Costa de. « O desequilíbrio excessivo da relação jurídica de consumo e sua correção por meio da cláusula geral de proibição de vantagem excessiva no Código de Defesa do Consumidor ». reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2014. http://hdl.handle.net/10183/183751.

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Résumé :
La presente tesi ha come obiettivo analisare il concetto e le specie di squilibrio eccessivo della relazione giuridica di consumo, nonché la possibilitá di correzione di una delle specie di squilibrio eccessivo – l’esercizio abusivo della posizione giuridica dei fornitori – per mezzo della clausola generale di divieto di vantaggio eccessivo, previsto nel Codice di Difesa del Consumatore (Art. 39, V c/c art. 51, IV e §1°). Si tratta, in essenza, di uno studio sulla stessa relazione giuridica di consumo, ragione per la quale si impone, inizialmente, un’analisi con riferimento ai suoi pressuposti fatico-normativi, elementi costitutivi e caratteristica fondamentale (Parte I, Capitolo1) per, soltanto dopo, affrontare il tema degli “squilibri” (strutturale e eccessivo) esistenti in questo tipo di relazione giuridica (Parte I, Capitolo 2), quando si cerca di dimostrare che lo squilibrio eccessivo non si confonda con lo squilibrio strutturale (intrinseco), nella misura in cui questo è realtà costitutiva della stessa relazione giuridica di consumo, essendo, per questo, riconosciuta e tollerabile dal dirito; invece, lo squilibrio eccessivo è realtà che supera i limiti del “giuridicamente tollerabile” – cioè, dello stato di squilibrio strutturale – e, per questo motivo, necessita di essere correta da un mezzo dell’ordine giuridica ( nel caso brasiliano, dal sistema giuridico di protezione e difesa dei consumatori, centralizzato nei valori e norme costituzionali e sistematizzato nel Codice di Difesa del Consumatore – Legge n. 8.078, dell’11 settembre 1990). E per la correzione delle situazioni di squilibrio eccessivo della relazione di consumo generate dall’esercizio abusivo della posizione giuridica dei fornitori il legislatore brasiliano, attento alla necessità di comprensione del diritto privato come un sistema giuridico aperto (Parte II, Capitolo 3) ha costruito il Codice di Difesa del Consumatore come uno microsistema dotato di norme casistiche e di norme aperte (le cosidette “clausole generali”), distacandosi, tra loro, la clausola generale di divieto di vantaggio eccessivo, che si intende essere la “clausola fondamentale di correzione dell’abuso nelle relazioni giuridiche di consumo” (Parte II, Capitolo 4), allo stesso tempo in cui suo ambito di applicazione, fissato dallo stesso leggislatore (CDC, art. 51,§1º), contiene, dovuto alla sua grande generalità, l’ambito delle altre clausole generali di correzione e abuso, così come quelle di funzione sociale ed economica del diritto, buona-fede obiettiva, buone abitudine e lesione enorme, tutelando, infine, la globalità dei legittimi interessi dei consumatori – cioè, i loro interessi di natura patrimoniale e esistenziale – danneggiati dalla attuazione abusiva dei fornitori nel mercato di consumo.
A presente tese tem por objetivo analisar o conceito e as espécies de desequilíbrio excessivo da relação jurídica de consumo, bem como a possibilidade de correção de uma das espécies de desequilíbrio excessivo – o exercício abusivo de posição jurídica dos fornecedores – por meio da cláusula geral de proibição de vantagem excessiva, prevista no Código de Defesa do Consumidor (Art. 39, V c/c art. 51, IV e §1º). Trata-se, em essência, de um estudo sobre a própria relação jurídica de consumo, razão pela qual se impõe, inicialmente, uma análise acerca de seus pressupostos fático-normativos, elementos constitutivos e característica fundamental (Parte I, Capítulo 1) para, só então, enfrentar o tema dos “desequilíbrios” (estrutural e excessivo) existentes nesse tipo de relação jurídica (Parte I, Capítulo 2), quando se busca demonstrar que o desequilíbrio excessivo não se confunde com o desequilíbrio estrutural (intrínseco), na medida em que este é realidade constitutiva da própria relação jurídica de consumo, sendo, por isso mesmo, reconhecida e tolerável pelo direito; ao contrário, o desequilíbrio excessivo é realidade que ultrapassa os limites do “juridicamente tolerável” – isto é, do estado de desequilíbrio estrutural - e, por este motivo, precisa ser corrigida por meio da ordem jurídica (no caso brasileiro, pelo sistema jurídico de proteção e defesa dos consumidores, centralizado nos valores e normas constitucionais e sistematizado no Código de Defesa do Consumidor – Lei n. 8.078, de 11 de setembro de 1990). E para a correção das situações de desequilíbrio excessivo da relação de consumo geradas pelo exercício abusivo da posição jurídica dos fornecedores o legislador brasileiro, atento à necessidade de compreensão do direito privado como um sistema jurídico aberto (Parte II, Capítulo 3) construiu o Código de Defesa do Consumidor como um microsssistema dotado de normas casuísticas e de normas abertas (as chamadas “cláusulas gerais”), destacando-se, quanto a estas, a cláusula geral de probição de vantagem excessiva, que se entende ser a “cláusula fundamental de correção do abuso nas relações jurídicas de consumo” (Parte II, Capítulo 4), na medida em que seu âmbito de aplicação, fixado pelo próprio legislador (CDC, art. 51, §1º), abarca, por sua grande generalidade, o âmbito das demais cláusulas gerais de correção do abuso, como as de função social e econômica do direito, boa-fé objetiva, bons costumes e lesão enorme, tutelando, enfim, a globalidade dos legítimos interesses dos consumidores – isto é, seus interesses de natureza patrimonial e existencial – lesados pela atuação abusiva dos fornecedores no mercado de consumo.
The present thesis aims to analyze the concept and the species of excessive unbalance of the legal consumption relationship, as well as the possibility of correction of one of the species of excessive unbalance – the abusive use of the legal position of the suppliers – by the inclusion of the general clause of prohibition of unfair advantage, set out in the Consumer Defense Code (Art. 39, V c/c art. 51, IV and §1º). It is, essentially, a study on the legal consumption relationship itself, a reason for which it is imposed, initially, an analysis concerning its phaticnormative presumptions, constitutive elements and key characteristic (Part I, Chapter 1) for, only then, face the topic of “imbalances” (structural and excessive) existing in this type of legal relationship (Part I, Chapter 2), when willing to demonstrate that the excessive imbalance is not confounded with the structural imbalance (intrinsic), inasmuch as this is a constitutive reality of the legal consumption relationship itself, being, therefore, acknowledged and bearable by the law; on the contrary, the excessive imbalance is a reality which overcomes the limits of the “legally bearable” – that is, the structural imbalance status - and, for this reason, it has to be corrected by the law (in the Brazilian case, by the legal system of protection and defense of consumers, centered in the values and constitutional norms e ordered in the Consumer Defense Code – Law n. 8.078, from September 11th, 1990). And for the correction of excessive imbalance situations in the consumption relationship caused by the abusive practice of the legal position of the suppliers, the Brazilian legislator, attentive to the need of understanding of the private law as an open legal system (Part II, Chapter 3) created the Consumer Defense Code as a microsystem with cauistic norms and open norms (the so-called “general clauses”), highlighting, concerning these, the general clause of prohibition of unfair advantage, which is understood as the “key clause of abuse correction in the consumption legal relationships” (Part II, Chapter 4), inasmuch as in its scope of application, set by the legislator (CDC, art. 51, §1º), embraces, due to all things considered, the scope of the other general clauses of abuse correction, such as the law social and economic function, bona fide intentions, good manners and serious harm, tutoring, then, the whole of legitimate interests of the consumers – that is, their interests of property and existential nature – harmed by the abusive practice of suppliers in the consumer market.
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CASADIO, ISABELLA GINEVRA GILDA ADELE MARIA. « EDUCARE ALL' AUTENTICITA' ESISTENZIALE. IDENTITA' E PROGETTO DI SE' ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/509.

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Résumé :
Il presente lavoro muove dall’idea che nell’autenticità sia possibile rintracciare una tematica importante per la teorizzazione pedagogica e un obiettivo rilevante per la formazione, soprattutto in questa epoca storica in cui l’uomo è sempre più spaesato, frammentato, in bilico nel rischio di perdersi e di non pervenire mai a sé stesso. La prospettiva dell’autenticità risulta aspetto rilevante della pienezza esistenziale della persona, ma è anche una dimensione valoriale e una “direzione intenzionale” capace di orientare e fornire direttrici di senso al percorso educativo, poiché non esiste intervento educativo che non sia sostenuto dalla ricerca di portare a compimento le possibilità più proprie dell’educando. È anche una indicazione epistemologica e metodologica attraverso la quale l’educatore rispetta la possibilità dell’educando di esistere secondo il più proprio poter-essere, il che si traduce nel riconoscere e sostenere il suo progetto di mondo, nell’alimentare il suo desiderio di divenire pienamente quello che può essere, nel far sì che si assuma la responsabilità di dare forma alla sua originale presenza nel mondo. Il riferimento teoretico è individuabile principalmente nell’ambito della pedagogia fenomenologico-esistenziale (ivi compresi i suoi sviluppi nell’ermeneutica e nelle filosofie della persona), con rimandi ai principali esponenti di tale orientamento in ambito filosofico e psicologico oltre che, principalmente, pedagogico. Nel percorso di ricerca sono stati individuati molteplici nuclei tematici di approfondimento, dovuti alla dimensione “di confine” dell’autenticità che tocca più campi educativi quali: relazione, comunicazione, cura, etica, identità, progetto, scelta, libertà, temporalità, morte, dolore, vita emotiva, tempo, corpo, spazio. La tesi si articola in due sezioni che procedono da considerazioni teoretico-pedagogiche verso indicazioni pratico-educative.
This works takes as a departing point the idea that authenticity is an important issue in pedagogical theorization as well as a relevant goal for education, and particularly so in the current historical era when the human being is increasingly bewildered, fragmented and subject to the risk of losing oneself and never attaining selfhood. Beside being an important aspect of existential wholeness, authenticity may act as a directional goal able to steer and provide meaning to an educational journey aiming to bring into actuality the person’s potentials. Authenticity also provides epistemological and methodological directions through which the educator respects the individuality of the person to be educated. The theoretical approach here adopted mostly refer to phenomenological-existential pedagogy (including developments in hermeneutics and philosophies of the person), with additional references to the main exponents of such perspective in philosophy, psychology and, mostly, theory of education. During the research process many themes have been thoroughly investigated, because of the boundary spanning nature of authenticity, which touches upon several educational fields, including: relationships, communication, care, ethics, identity, project, choice, freedom, temporality, death, sorrow, emotional life, time, body, space. The thesis consists of two sections that go from theoretical-pedagogical considerations to practical-educational directions.
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CASADIO, ISABELLA GINEVRA GILDA ADELE MARIA. « EDUCARE ALL' AUTENTICITA' ESISTENZIALE. IDENTITA' E PROGETTO DI SE' ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/509.

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Résumé :
Il presente lavoro muove dall’idea che nell’autenticità sia possibile rintracciare una tematica importante per la teorizzazione pedagogica e un obiettivo rilevante per la formazione, soprattutto in questa epoca storica in cui l’uomo è sempre più spaesato, frammentato, in bilico nel rischio di perdersi e di non pervenire mai a sé stesso. La prospettiva dell’autenticità risulta aspetto rilevante della pienezza esistenziale della persona, ma è anche una dimensione valoriale e una “direzione intenzionale” capace di orientare e fornire direttrici di senso al percorso educativo, poiché non esiste intervento educativo che non sia sostenuto dalla ricerca di portare a compimento le possibilità più proprie dell’educando. È anche una indicazione epistemologica e metodologica attraverso la quale l’educatore rispetta la possibilità dell’educando di esistere secondo il più proprio poter-essere, il che si traduce nel riconoscere e sostenere il suo progetto di mondo, nell’alimentare il suo desiderio di divenire pienamente quello che può essere, nel far sì che si assuma la responsabilità di dare forma alla sua originale presenza nel mondo. Il riferimento teoretico è individuabile principalmente nell’ambito della pedagogia fenomenologico-esistenziale (ivi compresi i suoi sviluppi nell’ermeneutica e nelle filosofie della persona), con rimandi ai principali esponenti di tale orientamento in ambito filosofico e psicologico oltre che, principalmente, pedagogico. Nel percorso di ricerca sono stati individuati molteplici nuclei tematici di approfondimento, dovuti alla dimensione “di confine” dell’autenticità che tocca più campi educativi quali: relazione, comunicazione, cura, etica, identità, progetto, scelta, libertà, temporalità, morte, dolore, vita emotiva, tempo, corpo, spazio. La tesi si articola in due sezioni che procedono da considerazioni teoretico-pedagogiche verso indicazioni pratico-educative.
This works takes as a departing point the idea that authenticity is an important issue in pedagogical theorization as well as a relevant goal for education, and particularly so in the current historical era when the human being is increasingly bewildered, fragmented and subject to the risk of losing oneself and never attaining selfhood. Beside being an important aspect of existential wholeness, authenticity may act as a directional goal able to steer and provide meaning to an educational journey aiming to bring into actuality the person’s potentials. Authenticity also provides epistemological and methodological directions through which the educator respects the individuality of the person to be educated. The theoretical approach here adopted mostly refer to phenomenological-existential pedagogy (including developments in hermeneutics and philosophies of the person), with additional references to the main exponents of such perspective in philosophy, psychology and, mostly, theory of education. During the research process many themes have been thoroughly investigated, because of the boundary spanning nature of authenticity, which touches upon several educational fields, including: relationships, communication, care, ethics, identity, project, choice, freedom, temporality, death, sorrow, emotional life, time, body, space. The thesis consists of two sections that go from theoretical-pedagogical considerations to practical-educational directions.
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HOLZKNECHT, ORNELLA. « Dalla scrittura autobiografica alla scrittura di introspezione : la prospettiva clinica della scrittura di se' nei linguaggi della cura ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/30153.

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Résumé :
Uno studio intriso di interrogativi linguistici, di significati semantici, di ricorrenze etimologiche che, muovendosi in un territorio intermedio tra riflessione pedagogica, filosofica ed etica, promuove la ricerca, la riflessione e l’analisi del ruolo pedagogico e del valore clinico della SCRITTURA DI SE’ nei linguaggi della cura. Nel delineare una cornice epistemologica della scrittura di sé che, nei processi educativi, formativi, evolutivi genera un incontro fecondo tra orientamento pedagogico, clinico e terapeutico, si rintracciano le radici del legame tra scrittura e cura. L’attenzione peculiare alla dimensione della soggettività, alla valorizzazione del pensiero e della sensibilità creativa individuale, svela la scrittura introspettiva e conduce ad esplorare le fragilità esistenziali nella parola scritta approfondendone lo studio teorico e la sperimentazione clinica. Attraverso la consulenza autobiografica, nella specificità di una relazione “dia-grafica” che favorisce processi di autoriflessione, autoanalisi, riprogettazione esistenziale conoscitiva e trasformativa, si condividono orizzonti epistemologici, ambiti di ricerca, direzioni di senso con campi disciplinari diversi, aperti al futuro dei nuovi linguaggi della cura.
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Santoro, Chiara. « Los modelos de género entre el alumnado universitario desde una perspectiva intercultural (I modelli di genere tra studenti e studentesse universitarie da una prospettiva interculturale) ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/2158/1121706.

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La tesi di dottorato I modelli di genere tra gli studenti e le studentesse universitarie da una prospettiva interculturale vuole analizzare la resistenza al cambiamento dei modelli di genere di mascolinità e femminilità nella popolazione studentesca di Argentina, Spagna e Italia. La ricerca, inserita nel progetto europeo IRSES Gendercit, sottolinea l’importanza della prospettiva interculturale nella comprensione dei processi di resistenza e cambiamento nelle strutture dell’ordine di genere, riprendendo la definizione di Connell. La prospettiva teorica, nella quale si inserisce la ricerca, considera il genere come un concetto relazionale e utilizza i modelli di genere come variabili al fine di misurare la resistenza di una cultura patriarcale al raggiungimento dell’uguaglianza effettiva tra uomini e donne, obiettivo fondamentale delle politiche di genere sviluppate a livello nazionale e internazionale. L’indagine ha coinvolto 600 studenti e studentesse universitarie di primo grado, iscritti/e a lauree triennali di tre differenti università - Università Nazionale di Cuyo (Mendoza Argentina) Università Pablo de Olavide (Siviglia, Spagna) e Università degli studi di Firenze (Italia) - ai quali/ alle quali sono stati somministrati alcuni questionari realizzati specificatamente per questa ricerca, con l’obiettivo di analizzare la resistenza al cambiamento dei modelli di genere - di femminilità e di mascolinità - in diversi ambiti: la conciliazione lavorativa/ familiare/personale, le relazioni sesso- affettive, l’autodefinizione di sé e la percezione sociale delle differenze tra i sessi, l’ambito educativo, l’uso del tempo. Nelle conclusioni, si pone in evidenza come siano gli uomini a presentare una maggiore resistenza al cambiamento dei modelli di genere “dominanti”, soprattutto negli ambiti maggiormente collegati alla struttura e ai contenuti di questi stessi modelli, in particolare nella conciliazione e nelle relazioni sentimentali e sessuali. Dal punto di vista interculturale, emergono resistenze più marcate nel contesto italiano rispetto a quello argentino e spagnolo, dato che il campione italiano è l’unico nel quale tali resistenze non registrano differenze significative tra uomini e donne. Inoltre, si rileva una minore resistenza dei modelli di genere nei comportamenti personali rispetto alle idee/credenze degli/delle intervistati/intervistate. L’analisi di questi elementi permette di approfondire la comprensione delle resistenze e delle dinamiche del sistema sesso-genere in un contesto educativo, come quello universitario, fondamentale per la costruzione di una società ugualitaria e per lo sviluppo di politiche di genere efficaci.
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REGGIANI, Flores. « Sotto le ali della colomba : parentele assistenziali e relazioni di genere a Milano dall'età moderna alla Restaurazione ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/1814/28049.

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Defence date: 21 June 2013
Examining Board: Professor Stuart J. Woolf, External Supervisor; Professor Luca Molà, European University Institute; Professor Edoardo Bressan, Università degli Studi di Macerata; Professor Patrizia Guarnieri, Università degli Studi di Firenze.
Dall'età moderna alla Restaurazione le politiche assistenziali dei brefotrofi mutarono profondamente. Come dimostra il caso dell'Ospedale Maggiore di Milano, fu centrale, in questo percorso, il ruolo svolto dalla presenza femminile. Le varie iniziative adottate dagli amministra-tori per dare una collocazione sociale alle loro "figlie istituzionali" sempre più numerose dei maschi si intrecciarono alla volontà di valorizzarne il lavoro (manifatturiero, domestico o ospedaliero), ai tentativi di contrastarne le trasgressioni e le resistenze, ma anche alla necessità di liberarsi del loro «insopportabile peso». Nel XVII secolo, questa necessità indusse i deputati milanesi a rinunciare quasi completamente all'internamento dei minori e a preferire l'inserimento presso famiglie affidatarie. Nel periodo che va dall'età delle Riforme alla fine dell'epoca napoleonica la relazione fra amministratori milanesi e assistite divenne più complessa, sia per la presenza dovuta ai processi di pubblicizzazione dell'assistenza e di medicalizzazione delle strutture ospedaliere di nuove autorità esterne e interne, sia per l'effetto delle norme civili che avevano ridisegnato il sistema dei rapporti di filiazione. Emerse, inoltre, la contraddizione fra il tentativo di applicare i nuovi regolamenti che proibivano la riammissione delle esposte dopo i quindici anni (1784), il tradizionale utilizzo delle adulte per i servizi infermieristici in un'ormai anacronistica condizione di assistite-dipendenti e la difficoltà di imporre, in un ambiente promiscuo, la segregazione a decine di donne sole e maggiorenni. Contemporaneamente, gli amministratori furono sollecitati dai governi a elaborare progetti, perlopiù rimasti incompiuti per mancanza di risorse, miranti a rendere i loro "figli" e "figlie" «utili a se stessi e alla società». Durante la Restaurazione, l'amministratore unico, Carlo Bellani riuscì temporaneamente, attraverso le nuove norme disciplinari e l'espulsione protetta delle esposte-serventi più ribelli, sostituite da infermiere esterne, ad avviare un vasto progetto riformatore, inteso a migliorare l'efficienza ospedaliera e a recuperare il valore morale dell'assistenza ai poveri infermi.
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CALLONI, Marina. « Il giusto, il bene e le differenze : il conflitto dell'aborto : un dilemma privato tra discorso pubblico, relazioni di genere e teorie della democrazia ». Doctoral thesis, 1997. http://hdl.handle.net/1814/5218.

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Defence date: 19 September 1997
Examining Board: Prof. Bianca Beccalli (Università degli Studi, Milano) ; Prof. Klaus Eder (Humboldt Universität, Berlin - Co-supervisor) ; Prof. Luigi Ferrajoli (Università degli Studi, Camerino) ; Prof. Olwen Hufton (Istituto Universitario Europeo, Firenze) ; Prof. Steven Lukes (Università degli Studi, Siena - Supervisor)
PDF of thesis uploaded from the Library digitised archive of EUI PhD theses completed between 2013 and 2017
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NAPOLEONE, LAURA. « Valutazione della funzione piastrinica in relazione alle variazioni ormonali del ciclo mestruale : prospettive di genere ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1043829.

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Résumé :
Introduzione - Le malattie aterotrombotiche sono la causa di circa il 25% di tutte le morti nei soggetti di sesso femminile e rappresentano inoltre patologie ad elevata morbilità e costo socio-sanitario. Esistono differenze di incidenza, modalità di presentazione e risposta alla terapia antipiastrinica relate al genere che rimangono, tuttora, ampiamente inspiegate. Tra i meccanismi chiamati in causa vi sono le differenze nella reattività piastrinica. Obiettivo dello studio: Valutare se esista una relazione tra indici di attivazione piastrinica e variazioni degli ormoni sessuali durante un fisiologico ciclo mestruale regolare. Materiali e Metodi - Sono state incluse nello studio 22 donne in età fertile (28 ± 2 giorni) sane, di età compresa tra i 18 e i 40 anni. In ogni soggetto sono stati valutati il profilo ormonale a tempo 1, 5, 14, 21 giorni del ciclo mestruale e gli indici di attivazione piastrinica [misurata mediante marcatori di attivazione piastrinica in vivo, quali la produzione di trombossano B2 (TxB2) ed i livelli circolanti di CD40L e P-selectina]. Risultati - I valori di TxB2 sono risultati significativamente aumentati, rispetto al basale, a 7 e 21 giorni (p=0.003 e p<0.001, rispettivamente), mentre al 14° giorno, in corrispondenza del picco estrogenico, sono risultati significativamente ridotti (p<0.02 vs. T2, p<0.001 vs. T4). I livelli di P-selectina solubile sembrano avere un comportamento similare. Tuttavia, non esiste una correlazione diretta tra profilo ormonale e attivazione piastrinica in nessun momento del ciclo. Peraltro, i valori di TxB2 rispetto ai valori mediani di estrogeno, valutati in ogni momento del ciclo, sono significativamente più bassi quando i livelli di estrogeni superano la mediana dell’intera distribuzione (p<0.02). Conclusioni - I bassi livelli di TxB2 sierico osservati nel momento del picco estrogenico così come la relazione indiretta tra i due parametri supportano il cosiddetto «ruolo protettivo» dell’estrogeno nelle donne in età fertile nei confronti delle malattie aterotrombotiche. Tuttavia, l’ampia modulazione dei parametri di attivazione piastrinica durante le fasi del ciclo potrebbe giustificare l’interazione di recettori ormonali sull’attivazione piastrinica spiegando, in parte, la diversa risposta all’aspirina nelle donne sia in prevenzione primaria che secondaria. La possibile variabilità della lunghezza della fase post-ovulatoria intra soggetti potrebbe spiegare la mancata correlazione lineare tra i parametri ormonali e quelli di attivazione piastrinica analizzati. Ciò limita lo studio e rende necessario l’ampliamento della casistica.
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BELLETTI, Eleonora. « SUSTAINABLE TOURISM AND VALUE CO-CRATION : CHALLENGES AND OPPORTUNITIES FOR RURAL AREAS ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251118.

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Résumé :
La co-creazione di valore in ottica di sviluppo turistico di una destinazione è oggi un hot topic della ricerca scientifica sul destination management. L’obiettivo del presente lavoro è, da un lato, quello di fornire a studiosi ed operatori di settore alcuni spunti critici di riflessione sulle relazioni, le interazioni tra stakeholder e la gestione delle risorse del territorio in un’ottica di sviluppo turistico; dall’altro lato è quello di mostrare il ruolo, in tale contesto, che la nascita di modelli innovativi di agribusiness basati su un approccio culturale e sul supporto delle nuove tecnologie possono giocare, in particolare nelle aree rurali delle Marche. Al fine di comprendere le dinamiche, le idee e le spinte motivazionali dei soggetti coinvolti nel processo di ricerca, si è scelto di optare per un approccio qualitativo, nel quale i metodi privilegiati sono stati il case study e l’etnografia. Sono stati quindi analizzati dialoghi, interazioni, materiale informativo di vario genere, documenti ufficiali, field notes ed interviste semi-strutturate con soggetti chiave. La ricerca mette in evidenza come un cambio di paradigma culturale sia necessario per apportare reale innovazione e sviluppo sul territorio, sia in termini di relazioni ed interazioni tra stakeholder, sia in termini di gestione delle risorse. Questo cambiamento può favorire inoltre l’affermazione di modelli di agribusiness innovativi, che in parte stanno già iniziando a diffondersi, che rispondono a nuovi principi economici ed istanze sociali e culturali diverse rispetto al passato. Una successiva ricerca quantitativa potrebbe essere utile per una generalizzazione delle evidenze emerse dal presente lavoro e misurare l’effettiva ampiezza e diffusione dei vari argomenti qui descritti e discussi. La presente indagine contribuisce in particolare a sottolineare il valore di un approccio culturale e creativo anche in ambiti apparentemente distanti e guidati da logiche diverse.
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