Littérature scientifique sur le sujet « Relazione di cura »

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Articles de revues sur le sujet "Relazione di cura"

1

Sala, R. « Bioetica e nursing. Il senso morale del prendersi cura. Riflessioni di etica infermieristica ». Medicina e Morale 49, no 3 (30 juin 2000) : 525–51. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.784.

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Résumé :
L’indagine sulla cura, e sulla relazione che si instaura tra i soggetti del rapporto di cura, mette a fuoco alcuni elementi fondamentali dell’assistenza infermieristica come pratica di cura. La cura è infatti la modalità della relazione tra infermiere e malato, in cui prevale il bisogno di “prendersi cura” della persona nella ricerca delle risposte “giuste” ai suoi bisogni individuali; la cura avviene all’interno di un preciso contesto, di una situazione particolare, determinata dall’irripetibilità delle esperienze di chiunque necessiti di cure. L’attenzione alla relazione e al contesto entro il quale si svolge, che assume particolare importanza nella prospettiva dell’etica della cura, permette di riprendere il dibattito attorno all’etica dell’infermieristica e alla sua originalità rispetto alla bioetica e, in particolare, alla bioetica dei principi, accusati di astrattezza e di inefficacia normativa. Riprendendo alcuni suggerimenti provenienti dalla riflessione femminista, l’etica infermieristica restituisce un ruolo centrale alla virtù del soggetto agente, alla valenza pratica del suo agire, alla dimensione relazionale.
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Rondanini, Daniele. « Il rapporto analitico con il paziente rabbioso ». PSICOBIETTIVO, no 1 (mars 2021) : 34–46. http://dx.doi.org/10.3280/psob2021-001004.

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Résumé :
L'introiezione dell'immagine distorta di sé derivata dall'identificazione con il genitore abusante genera l'insediamento nel proprio sistema psichico di un sé alieno che può avere le caratteristiche di un sé sabotante, capace di attaccare e minare le realizzazioni e le relazioni sane, proprie e altrui, con pensieri, comportamenti e atteggiamenti distruttivi e autodistruttivi di natura narcisistica, grandiosa e rabbiosa. La stessa cura analitica è indotta ad affrontare l'ostilità del paziente nel setting. Per essere efficace, l'analista, oltre a intendere il non analizzato del paziente grazie al proprio controtransfert, persegue un costante impegno di autoanalisi per riconoscere ed elaborare i propri "resti non analizzati", che la relazione terapeutica lascia emergere, così da favorire lo sviluppo della cura e della relazione stessa.
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Lala, Roberto, et Luca Nave. « Caregiving : etica e relazione di cura ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 1 (avril 2020) : 84–97. http://dx.doi.org/10.3280/pri2019-001008.

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Tronto, Joan. « Cura e politica democratica. Alcune premesse fondamentali ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 38 (septembre 2010) : 34–43. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038004.

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Résumé :
A partire dalla definizione di cura elaborata insieme a Berenice Fischer, si argomenta come la cura sia un importante strumento concettuale per qualunque genere di teoria politica. Ciň che diviene essenziale č un'analisi delle dimensioni della cura, delle dinamiche di potere insite in ogni relazione di cura, nonché del piů ampio contesto che modella tali preoccupazioni. L'articolo tratteggia, nello specifico, i caratteri essenziali del rapporto fra cura e politica democratica, che postula la ricerca di una riduzione delle asimmetrie nelle relazioni di cura. Affinché i cittadini democratici svolgano bene i compiti di cura e in un modo compatibile con la vita democratica, essi devono immaginarsi allo stesso tempo sia come soggetti che forniscono cura sia come soggetti che la ricevono. Il grande passo da compiere č dunque avvedersi che l'espressione to care significa sempre sia dare sia ricevere cura e solo quando ciň sarÀ stato pienamente compreso si sarÀ in grado di elaborare una teoria democratica davvero inclusiva che riconosca alla cura il suo giusto posto.
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Lingiardi, Vittorio, et Giuseppe Di Cicilia. « La relazione terapeutica : quando una relazione diventa veicolo di cambiamento ? » QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 45 (janvier 2020) : 101–18. http://dx.doi.org/10.3280/qpc45-2019oa8990.

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Résumé :
Cosa fa di una "relazione" una relazione che cura? La ricerca sul funzionamento e l'efficacia della psicoterapia, in termini sia clinici (effectiveness) sia statistici (efficacy), continua a rappresentare uno dei temi principali della letteratura scientifica. Inizialmente studiata solo in ambito psicoanalitico, negli ultimi anni la relazione terapeutica è stata approfondita anche da altre prospettive teoriche. Alleanza terapeutica, azione terapeutica, relazione reale, transfert, risposte emotive del terapeuta, caratteristiche del paziente, caratteristiche del terapeuta, attaccamento, sistemi motivazionali interpersonali: sono questi alcuni degli ingredienti attivi della situazione clinica. Oggi tutti concordano nell'affermare che la relazione terapeutica è il prodotto dell'incontro tra due soggettività, quella del paziente e quella del terapeuta. La diade terapeutica si ritrova costantemente a co-costruire lo spazio della cura in un'ottica bi-personale. In questo contributo verranno presentati e discussi gli aspetti principali che caratterizzano la relazione terapeutica in una prospettiva d'integrazione tra ricerca empirica e pratica clinica.
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Valentini, Vincenzo, Elisa Marconi, Loredana Dinapoli et Calogero Casà. « Come cambia la percezione della professione medica di fronte alla richiesta di morte ». Medicina e Morale 71, no 4 (22 décembre 2022) : 413–23. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1218.

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Résumé :
Nel contesto di una società in continua e rapida evoluzione, la morte si ripresenta come una ineludibile tematica di peculiare urgenza esistenziale. Sebbene, infatti, il progresso tecnologico e delle scienze mediche abbia facilitato una risposta tecnica alla domanda di salute che sempre di più incontra metodiche multimodali e multidisciplinari di terapia, la tecnologia di cura relega spesso il paziente ad una solitudine esistenziale dove, pur in presenza di una terapia per la sua malattia, non trova spazio una relazione di cura per la sua sofferenza. Questa dicotomia della cura, che si suddivide da una parte nel “trattare” dall’altra nell’“essere presente”, porta, soprattutto nel contesto del fine vita, al rischio di attestare la cura al solo livello tecnico, rendendo ‘giustificata’ la richiesta del paziente al medico di ‘somministrare il fine vita’, sopprimendo l’eco relazionale di ritorno del medico di fronte al bisogno umano del paziente. Lo scopo di questo articolo è di recuperare le riflessioni legate all’esperienza clinica ed umana propedeutiche ad accompagnare il paziente in un percorso relazionale offrendogli, nelle varie fasi della cura, una “eco di ritorno”, utili a non comprimere la percezione del medico a livello di somministratore automatico.
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Ricci Bitti, Pio Enrico. « La comunicazione interpersonale : espressione delle emozioni e comportamento non verbale nell'interazione sociale e nella relazione di cura ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 145–55. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12603.

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Résumé :
Il contributo, a partire dall'interesse di Canestrari per il colloquio clinico e la relazione di cura nella pratica medica, descrive alcuni filoni di ricerca sviluppatisi dal 1970 in poi nell'Istituto di Psicologia dell'ateneo bolognese su alcuni aspetti e processi della comunicazione interpersonale: il repertorio comunicativo non verbale e le sue funzioni nell'interazione sociale; l'espressione e la regolazione delle emozioni nelle relazioni interpersonali. Sulla base dei risultati delle indagini svolte viene affrontato, sul piano applicativo, il delicato problema della formazione e dell'addestramento dei professionisti della salute alla relazione interpersonale in generale ed al colloquio clinico in particolare; vengono descritte esperienze di addestramento alla relazione col paziente mediante la tecnica del role-playing con l'uso della videoregistrazione e di addestramento al primo colloquio clinico mediante la tecnica del video feedback in piccolo gruppo.
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8

Pulcini, Elena. « Per una filosofia della cura ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 38 (septembre 2010) : 9–20. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038002.

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Résumé :
Da sempre svalutato e marginalizzato dalla riflessione filosofica, il tema della cura č tornato a imporsi all'attenzione, particolarmente all'interno del pensiero femminista. A partire dal testo di Carol Gilligan In a different voice, si č sviluppato un dibattito che coinvolge molti approcci disciplinari. Ciň che tuttavia resta ancora inesplorato č il problema delle motivazioni che stanno a fondamento della relazione di cura. Qui la filosofia puň offrire il suo fondamentale contributo: riabilitare la cura significa ripensare il soggetto, per opporre al paradigma moderno di un soggetto sovrano quello di un soggetto in relazione. La de-rimozione e la valorizzazione della costitutiva vulnerabilitÀ del soggetto consente di fondare l'universalitÀ della cura e di uscire dalla falsa alternativa tra individualismo e altruismo: vale a dire di pensare un soggetto capace di cura in quanto si riconosce a sua volta bisognoso di cura.
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Marinelli, Massimiliano. « La Medicina Narrativa, pratica comunicativa che orienta la cura verso la persona ». Medicina e Morale 70, no 1 (12 avril 2021) : 55–71. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2021.929.

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Résumé :
È urgente dirigere la relazione medico paziente verso la persona, per evitare che essa scada in senso riduzionistico e tecnicistico e che si concentri sugli aspetti biomedici della malattia, mettendo a repentaglio la dignità stessa del paziente. Tale direzione, tuttavia, non può essere avviata senza strumenti in grado di rispondere alle esigenze di questo rinnovato rapporto. Questo saggio ritiene che la Medicina Narrativa disponga di tali strumenti in quanto pratica comunicativa che orienta la cura verso la persona. Secondo tale definizione la Medicina Narrativa si pone ontologicamente in ogni relazione di cura, in quanto la cura si dà attraverso atti comunicativi in una determinata atmosfera etica. Il riconoscimento della narrazione come elemento essenziale in ogni relazione di cura è un’operazione densa di implicazioni epistemologiche. Attraverso l’ermeneutica e la fenomenologia, il saggio analizza le implicazioni legate al significato del narrativo per la persona, al carattere riflessivo del sé e all’identità personale. L’analisi effettuata fa emergere uno statuto epistemologico di una pratica comunicativa che riconosce il primato della persona e il fine della cura, da realizzare attraverso il dialogo interpersonale, alla ricerca di una concordanza. La Medicina Narrativa, inoltre, presenta un punto di vista particolare sull’altro, che non è mai un estraneo, sia perché è necessario conoscerne la prospettiva, sia perché la sua presenza entra costitutivamente nella identità stessa del medico. Infine, la dimensione narrativa induce a considerare la relazione come un valore da perseguire e da difendere e, di conseguenza, fa approdare la Medicina Narrativa verso un’etica della cura.
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Piccinini, Gaia, et Federica Gardini. « Dal sintomo al significato. La relazione terapeutica nella fenomenologia clinica ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 38 (septembre 2010) : 93–104. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038008.

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Résumé :
Il significato e il valore del termine cura vengono qui indagati dal punto di vista di un'importante scuola di pensiero contemporanea, quella della fenomenologia antropologica applicata alla relazione clinica. Questo orientamento, che ha avuto inizio con il medico e filosofo Viktor von Weizsäcker (1886-1957), ha dato vita a nuovi modi di intendere e praticare la cura in ambito medico, tra cui quello del Medical Humanismus. L'approccio fenomenologico alla relazione clinica fa della categoria della comprensione piů di quella della spiegazione; della nozione di significato piů di quelle di segno o sintomo, gli strumenti interpretativi privilegiati per vivere e condurre la relazione tra medico e paziente. Il percorso di cura davvero efficace e mirato č dunque inteso come quello di un medico la cui ars sia dedita a restaurare e ricomporre l'integritÀ emotiva e assiologica della persona malata, aiutandola a reinterpretare il proprio universo esistenziale, drammaticamente sovvertito per prioritÀ, caratteristiche e potenzialitÀ dall'avvento del patico.
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Thèses sur le sujet "Relazione di cura"

1

Pomiato, Roberto <1984&gt. « Relazione di cura e responsabilità ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12894.

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Résumé :
Nell'elaborato dapprima si esaminano le peculiarità dell’obbligazione di cura in ragione della sua destinazione alla tutela della salute. Successivamente si mette in luce come, in ragione di trasformazioni sia tecniche, sia sociali, il rapporto di cura non intercorra più, nella gran parte dei casi, tra singoli, ma tra paziente e realtà organizzate (le strutture sanitarie): di un tale rapporto si evidenziano dunque le caratteristiche, tanto sotto il profilo del vincolo fiduciario, quanto sotto quello della responsabilità degli attori in esso coinvolti. Si esamina poi l’assetto che hanno la relazione di cura e la responsabilità nell'ordinamento francese, anche a seguito della riforma del 2002, sì da poterne trarre utili spunti di confronto con le riforme introdotte in Italia. Con riguardo al contesto italiano, si prendono in esame le diverse configurazioni date dalla dottrina e dalla giurisprudenza al rapporto tra paziente e struttura e a quello tra paziente e medico in essa inserito, ricostruendo tutte le teorie che sono state elaborate per configurare la responsabilità di tali soggetti e mettendone in luce gli elementi di possibile criticità. Da ultimo, si guarda alle soluzioni normativamente adottate in punto di responsabilità in Italia (nel 2012, ma soprattutto nel 2017) analizzandole sia da un punto di vista dogmatico, sia con riguardo alla loro rispondenza al contesto culturale in cui viene vissuta attualmente la relazione di cura, e mettendone in luce le criticità in ragione degli obiettivi di riduzione del contenzioso e di miglioramento della qualità delle cure, non senza un confronto di tali soluzioni con quelle adottate nell'ordinamento francese.
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Luce, Serena <1989&gt. « UNA MELA AL GIORNO : IL CIBO CHE CURA Analisi del salutismo nutrizionale, per una bioetica dell'alimentazione in relazione alla cura di sé e dell'altro ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12030.

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Résumé :
L'alimentazione umana, come comportamento alimentare e come scelta etica e di consumo, grazie anche a un notevole sostegno mediatico, sembra essere uno dei più recenti e discussi bersagli del fenomeno della medicalizzazione. La società contemporanea, dopo aver manifestato più forme di disagio alimentare, alcune di queste riconosciute come patologie, assiste e partecipa alla medicalizzazione del cibo. L'alimento, a fronte delle sue virtù salutistiche, viene presentato in maniera crescente nella veste di “farmaco” alleato del benessere psicofisico, da preferire ad altri alimenti non salutari, potenzialmente dannosi o inevitabilmente nocivi. Il fenomeno, inoltre, è accompagnato dal paradossale rischio di tradursi in ossessione, alimentando lo sconfinamento della medicalizzazione e generando forme altrimenti inesistenti di psicosi e nuove patologie legate all'ansia alimentare. Superato l'allarmismo di un certo marketing della salute, l'attualità del tema, oltre a gettare una nuova luce sulla consapevolezza alimentare, apre delle ulteriori possibilità di riflessione sin dall'accostamento di nutrizione e terapia, che trova le sue radici nella dietetica antica volta al controllo dei piaceri del corpo e della condotta morale. Non si tratta solamente di chiedersi secondo quali criteri il cibo possa essere considerato terapeutico, o in quale misura lo divenga effettivamente, ma anche di considerare le molteplici relazioni tra alimentazione e cura, siano queste metaforiche o pratiche. Partendo dall'assunto che nutrizione e cura siano atti etici dalla forte valenza simbolica, che coinvolgono tutte le dimensioni della persona (corporea, spirituale e relazionale) e alcuni dei bisogni fondamentali, attraverso questo studio si intende esaminarne la relazione nella quotidianità e nello spazio medicale, nella cura di sé e dell'altro. Un approccio semiotico sosterrà la necessità di una riflessione bioetica su questi temi, attraverso l'analisi dei comportamenti, della retorica e delle metafore che popolano l'immaginario collettivo legato al “salutismo” contemporaneo.
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NOTARI, GIULIA. « IL SOSTEGNO ALLA RELAZIONE TRA ANZIANI, CAREGIVER E ASSISTENTI FAMILIARI. LO STUDIO DELLO SPORTELLO DEL CENTRO DI SOLIDARIETA' DI REGGIO EMILIA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2022. http://hdl.handle.net/10280/135276.

Texte intégral
Résumé :
In Italia, i principali fornitori di cure primarie a persone non autosufficienti sono le famiglie, le quali spesso si servono di lavoratori domestici, soprattutto donne di minoranza etnica migrate in Italia per lavoro. Per sostenere l’attività di cura svolta dalle famiglie, alcune Regioni ed enti locali hanno promosso gli sportelli per l’assistenza familiare, che fanno parte dell’offerta di servizi, progetti e iniziative che tentano di governare il mercato privato di cura. Lo scopo dello studio è di conoscere in profondità questi servizi, in particolare per comprendere quali siano le modalità e gli accorgimenti adottati dagli operatori degli sportelli per curare la relazione con caregiver, persone assistite e lavoratrici e sostenere la relazione tra loro. Inoltre, si vogliono mettere in luce sia gli elementi organizzativi e professionali che rendono valevoli tali servizi, che i loro nodi critici. Per fare questo è stato realizzato uno studio di caso qualitativo dello “Sportello Assistenti Familiari” gestito dal Centro di Solidarietà di Reggio Emilia. È stata realizzata un’attività di osservazione del lavoro quotidiano degli operatori e sono state condotte 25 interviste agli operatori del servizio e ad un campione di caregiver e assistenti familiari. In seguito, è stata condotta un analisi tematica del contenuto delle note di campo e dei brani d’intervista. Lo studio ha permesso di mettere in dialogo lo Sportello Assistenti Familiari – per come è stato rappresentato da operatrici, caregiver e assistenti familiari – con la normativa dell’Emilia-Romagna che individua gli sportelli, con le precedenti ricerche condotte in questo ambito e con i punti di forza e di debolezza del lavoro domestico di cura. Inoltre, gli accorgimenti e le modalità di lavoro adottati dalle operatrici dello Sportello negli interventi rivolti ai caregiver, alle persone assistite e alle lavoratrici domestiche sono stati riletti alla luce del framework teorico offerto dall’approccio relazionale. La ricerca ha permesso di identificare i punti di forza e i limiti dello Sportello e anche alcune indicazioni e spunti operativi che potrebbero essere utili anche per migliorare servizi analoghi e qualificare l’assistenza svolta da lavoratrici domestiche.
In Italy, families are the main providers of primary care to non self-sufficient people, who often resort to hiring care workers, especially foreign women who come to Italy looking for employment. To support the care activities carried out by families, some Regions and local authorities have promoted the ‘sportelli’, services for care work that are elements of a offer of projects and initiatives that attempt to govern the private care market. The purpose of this study is to get to know these services in depth, with a focus on understanding the methods and measures adopted by professionals to improve and support the relationship with and between caregivers, non self-sufficient people and care workers. The research will highlight both the organisational and professional elements that make these services either worthwhile or problematic. The research was implemented through a qualitative case study of the “Sportello” (service for care work) managed by the Solidarity Center of Reggio Emilia. An activity of observation was carried out, monitoring the daily work of professionals, in particular their meetings with both caregivers and care workers. Subsequently, 25 interviews were conducted with both professionals and a sample of caregivers and care workers. Finally, a thematic analysis of the content of the field notes and of the interviews was carried out. The study allowed to compare the Sportello – as represented by professionals, caregivers and care workers – with the legislation of Emilia-Romagna related to services for care work, the previous research conducted in the field and the strengths and weaknesses of domestic care work in general. In addition, the methods adopted by the professionals in the interventions aimed at caregivers, non self-sufficient people and care workers have been reinterpreted in the light of the theoretical framework offered by the Relational Paradigm. Reflecting around the role of the Sportello also helped to identify some recommendations and operational ideas that could improve the Sportello itself and other similar services for care work, as well as qualify domestic care work provided by care workers in general.
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Vicchi, Giorgia. « LE ISTITUZIONI EUROPEE E IL TERRORISMO : Traduzione della relazione 2017 sulla situazione e sulle tendenze del terrorismo nell'UE a cura di Europol ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/14803/.

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Résumé :
Oggetto di questa tesi è la traduzione dall’inglese all’italiano della relazione 2017 sulla situazione e sulle tendenze del terrorismo nell’Unione europea (TE-SAT) redatta da Europol, soprattutto per la grande rilevanza dei temi legati al terrorismo e alla sicurezza pubblica in un’ottica di paritaria divulgazione multilingue a tutti i cittadini dell’UE. L’elaborato si compone di cinque capitoli. Nel primo viene presentata l’istituzione autrice del testo e il suo ruolo soprattutto nella lotta al terrorismo, dopo una breve illustrazione della percezione e delle aspettative dei cittadini europei in merito all’azione dell’UE in tale ambito. Il secondo capitolo fornisce una panoramica su lingue speciali, genere e tipologie testuali corredata di esempi pratici e seguita da un’accurata analisi testuale sulla base delle caratteristiche del testo. In particolare, si potrà osservare che la TE-SAT è un testo istituzionale di carattere ibrido, contenente terminologia tecnica ma di tipo divulgativo ed espositivo. Il terzo capitolo illustra la preparazione delle risorse e gli strumenti utilizzati come supporto alla traduzione. In particolare, vengono descritti il metodo di creazione di corpora ad hoc e l’utilità di altre risorse, tra cui gli strumenti disponibili presso la DG Traduzione della Commissione europea. A seguire, il quarto capitolo contiene la traduzione vera e propria con il testo originale a fronte, mentre il quinto capitolo è dedicato al commento delle scelte traduttive effettuate e dei problemi incontrati. Infine, l’elaborato si conclude con considerazioni generali sul lavoro svolto, in particolare sull’utilità che esso può avere nell’auspicio di una sua pubblicazione futura e di un suo utilizzo sistematico da parte di Europol.
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HOLZKNECHT, ORNELLA. « Dalla scrittura autobiografica alla scrittura di introspezione : la prospettiva clinica della scrittura di se' nei linguaggi della cura ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/30153.

Texte intégral
Résumé :
Uno studio intriso di interrogativi linguistici, di significati semantici, di ricorrenze etimologiche che, muovendosi in un territorio intermedio tra riflessione pedagogica, filosofica ed etica, promuove la ricerca, la riflessione e l’analisi del ruolo pedagogico e del valore clinico della SCRITTURA DI SE’ nei linguaggi della cura. Nel delineare una cornice epistemologica della scrittura di sé che, nei processi educativi, formativi, evolutivi genera un incontro fecondo tra orientamento pedagogico, clinico e terapeutico, si rintracciano le radici del legame tra scrittura e cura. L’attenzione peculiare alla dimensione della soggettività, alla valorizzazione del pensiero e della sensibilità creativa individuale, svela la scrittura introspettiva e conduce ad esplorare le fragilità esistenziali nella parola scritta approfondendone lo studio teorico e la sperimentazione clinica. Attraverso la consulenza autobiografica, nella specificità di una relazione “dia-grafica” che favorisce processi di autoriflessione, autoanalisi, riprogettazione esistenziale conoscitiva e trasformativa, si condividono orizzonti epistemologici, ambiti di ricerca, direzioni di senso con campi disciplinari diversi, aperti al futuro dei nuovi linguaggi della cura.
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MAGGIOLINI, SILVIA. « LE SINDROMI GENETICHE RARE. PERCORSI EDUCATIVI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/695.

Texte intégral
Résumé :
La tesi si compone di sei capitoli, articolati in due parti fondamentali allo scopo di esaminare il tema dell’intervento educativo in particolari condizioni di disabilità, esplorando il campo ancora poco indagato delle sindromi e malattie rare. La prima parte affronta il problema della cura e del prendersi cura, nel loro stretto legame con la scienza pedagogica: muovendo da alcune riflessioni di carattere filosofico, si giunge a delineare il ruolo, il significato e i contesti in cui è possibile identificare possibili percorsi di care educativo. La seconda parte dell’elaborato sarà interamente focalizzata sullo studio delle problematiche educative connesse ad alcune condizioni genetiche rare. Dopo una disamina di carattere generale, vengono affrontate nel dettaglio quattro sindromi specifiche: la sindrome di Prader-Willi, di Angelman, di Rett e di Kabuki. Per ognuna di esse, vengono presentate le più recenti acquisizioni nel campo del funzionamento cognitivo, dello sviluppo della personalità e delle possibili strategie di intervento educativo, riabilitativo e di inserimento sociale.
The thesis is composed by two parts, with the purpose of examining the theme of educational intervention with children affected by rare genetic syndromes. The first part deals the problem of the terms “cure” and “care” , in their relationship with educational sciences: from philosophical reflections to the role, the meaning and the fields in which it is possible to identify trackways of care. The second part of this work is focused on the study of educational problems about four rare genetic syndromes: Prader-Willi syndrome, Angelman Syndrome, Rett Syndrome and Kabuki Syndrome. For each one of these syndromes, we presented new acquirements about cognitive functions, personality development and strategies of educational, rehabilitative intervention and social integration.
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MAGGIOLINI, SILVIA. « LE SINDROMI GENETICHE RARE. PERCORSI EDUCATIVI ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/695.

Texte intégral
Résumé :
La tesi si compone di sei capitoli, articolati in due parti fondamentali allo scopo di esaminare il tema dell’intervento educativo in particolari condizioni di disabilità, esplorando il campo ancora poco indagato delle sindromi e malattie rare. La prima parte affronta il problema della cura e del prendersi cura, nel loro stretto legame con la scienza pedagogica: muovendo da alcune riflessioni di carattere filosofico, si giunge a delineare il ruolo, il significato e i contesti in cui è possibile identificare possibili percorsi di care educativo. La seconda parte dell’elaborato sarà interamente focalizzata sullo studio delle problematiche educative connesse ad alcune condizioni genetiche rare. Dopo una disamina di carattere generale, vengono affrontate nel dettaglio quattro sindromi specifiche: la sindrome di Prader-Willi, di Angelman, di Rett e di Kabuki. Per ognuna di esse, vengono presentate le più recenti acquisizioni nel campo del funzionamento cognitivo, dello sviluppo della personalità e delle possibili strategie di intervento educativo, riabilitativo e di inserimento sociale.
The thesis is composed by two parts, with the purpose of examining the theme of educational intervention with children affected by rare genetic syndromes. The first part deals the problem of the terms “cure” and “care” , in their relationship with educational sciences: from philosophical reflections to the role, the meaning and the fields in which it is possible to identify trackways of care. The second part of this work is focused on the study of educational problems about four rare genetic syndromes: Prader-Willi syndrome, Angelman Syndrome, Rett Syndrome and Kabuki Syndrome. For each one of these syndromes, we presented new acquirements about cognitive functions, personality development and strategies of educational, rehabilitative intervention and social integration.
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Girdescu, Anamaria Gabriela <1990&gt. « Relazioni di cura e percorsi di resilienza delle "badanti" rumene in Italia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7825.

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Résumé :
Questa tesi si propone di trattare in modo assolutamente non esaustivo (in coscienza della complessità del tema) le condizioni delle badanti in Italia, in particolar modo di nazionalità rumena, scegliendo come fil rouge le loro lotte per “esserci”, per affermarsi soprattutto come persone, esseri umani con desideri, aspirazioni e famiglie, sopravvivendo ad un contesto che preferisce definirle in base esclusivamente alle loro capacità lavorative.Il non riconoscimento sociale ( sia in Italia, sia in Romania: i giudizi negativi sulla partenza di queste donne della comunità di origine non mancano) , la perdita di continuità con gli affetti di origine, la scarsità di opportunità per coltivare una vita sociale soddisfacente nella comunità di accoglienza sono, all’avviso di chi scrive, all’origine di un senso di mancanza, di non presenza, di assenza di aspetti esistenziali importanti. Ciononostante, queste donne non rinunciano alla ricerca dei propri diritti, delle proprie famiglie, delle proprie esistenze. Ci si soffermerà in particolar modo sui loro modi di mantenere i contatti coi figli, rinnovando e mettendo a dura prova il concetto di maternità. Ridefinendolo soprattutto da un punto di vista transnazionale. A questo proposito , è utile ed interessante ricordare e commentare il progetto “Te iubeste mama” (si traduce “La mamma ti vuole bene”, promosso dall’Associazione delle donne migranti in Romania), attuato proprio per agevolare l‘incontro e la relazione tra le madri che si trovano in Italia e i figli rimasti in Romania. Avvalendosi di fatti e testimonianze presentate da giornali Italiani e Rumeni, raccogliendo emozioni da frammenti di letteratura verosimile, come l’opera “Badante per sempre “ di Ingrid Beatrice Coman (scrittrice rumena di lingua italiana), questa tesi insisterà sulle problematiche esistenziali che il lavoro di cura insinua nelle vite delle migranti rumene, nello specifico sulla paradossale scissione dell’identità di chi parte proprio per salvaguardarsela, sulle lotte per ESSERCI in un sistema che vuole annullare la dimensione umana attraverso orari e richieste che vanno a discapito di tutto ciò che i lavoratori sono riusciti ad ottenere. Ci si porrà infine il seguente quesito: le badanti sono lavoratori o schiavi moderni? All’avviso di chi scrive, questo è un quesito di un’importanza delicatissima, in quanto chiama in causa i vari significati che l’essere umano attribuisce alle sfaccettature della vita: al lavoro produttivo, alla vita famigliare e sociale, al tempo, al successo, al futuro. A ciò che si può sperare dal futuro.
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CASADIO, ISABELLA GINEVRA GILDA ADELE MARIA. « EDUCARE ALL' AUTENTICITA' ESISTENZIALE. IDENTITA' E PROGETTO DI SE' ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/509.

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Résumé :
Il presente lavoro muove dall’idea che nell’autenticità sia possibile rintracciare una tematica importante per la teorizzazione pedagogica e un obiettivo rilevante per la formazione, soprattutto in questa epoca storica in cui l’uomo è sempre più spaesato, frammentato, in bilico nel rischio di perdersi e di non pervenire mai a sé stesso. La prospettiva dell’autenticità risulta aspetto rilevante della pienezza esistenziale della persona, ma è anche una dimensione valoriale e una “direzione intenzionale” capace di orientare e fornire direttrici di senso al percorso educativo, poiché non esiste intervento educativo che non sia sostenuto dalla ricerca di portare a compimento le possibilità più proprie dell’educando. È anche una indicazione epistemologica e metodologica attraverso la quale l’educatore rispetta la possibilità dell’educando di esistere secondo il più proprio poter-essere, il che si traduce nel riconoscere e sostenere il suo progetto di mondo, nell’alimentare il suo desiderio di divenire pienamente quello che può essere, nel far sì che si assuma la responsabilità di dare forma alla sua originale presenza nel mondo. Il riferimento teoretico è individuabile principalmente nell’ambito della pedagogia fenomenologico-esistenziale (ivi compresi i suoi sviluppi nell’ermeneutica e nelle filosofie della persona), con rimandi ai principali esponenti di tale orientamento in ambito filosofico e psicologico oltre che, principalmente, pedagogico. Nel percorso di ricerca sono stati individuati molteplici nuclei tematici di approfondimento, dovuti alla dimensione “di confine” dell’autenticità che tocca più campi educativi quali: relazione, comunicazione, cura, etica, identità, progetto, scelta, libertà, temporalità, morte, dolore, vita emotiva, tempo, corpo, spazio. La tesi si articola in due sezioni che procedono da considerazioni teoretico-pedagogiche verso indicazioni pratico-educative.
This works takes as a departing point the idea that authenticity is an important issue in pedagogical theorization as well as a relevant goal for education, and particularly so in the current historical era when the human being is increasingly bewildered, fragmented and subject to the risk of losing oneself and never attaining selfhood. Beside being an important aspect of existential wholeness, authenticity may act as a directional goal able to steer and provide meaning to an educational journey aiming to bring into actuality the person’s potentials. Authenticity also provides epistemological and methodological directions through which the educator respects the individuality of the person to be educated. The theoretical approach here adopted mostly refer to phenomenological-existential pedagogy (including developments in hermeneutics and philosophies of the person), with additional references to the main exponents of such perspective in philosophy, psychology and, mostly, theory of education. During the research process many themes have been thoroughly investigated, because of the boundary spanning nature of authenticity, which touches upon several educational fields, including: relationships, communication, care, ethics, identity, project, choice, freedom, temporality, death, sorrow, emotional life, time, body, space. The thesis consists of two sections that go from theoretical-pedagogical considerations to practical-educational directions.
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CASADIO, ISABELLA GINEVRA GILDA ADELE MARIA. « EDUCARE ALL' AUTENTICITA' ESISTENZIALE. IDENTITA' E PROGETTO DI SE' ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/509.

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Il presente lavoro muove dall’idea che nell’autenticità sia possibile rintracciare una tematica importante per la teorizzazione pedagogica e un obiettivo rilevante per la formazione, soprattutto in questa epoca storica in cui l’uomo è sempre più spaesato, frammentato, in bilico nel rischio di perdersi e di non pervenire mai a sé stesso. La prospettiva dell’autenticità risulta aspetto rilevante della pienezza esistenziale della persona, ma è anche una dimensione valoriale e una “direzione intenzionale” capace di orientare e fornire direttrici di senso al percorso educativo, poiché non esiste intervento educativo che non sia sostenuto dalla ricerca di portare a compimento le possibilità più proprie dell’educando. È anche una indicazione epistemologica e metodologica attraverso la quale l’educatore rispetta la possibilità dell’educando di esistere secondo il più proprio poter-essere, il che si traduce nel riconoscere e sostenere il suo progetto di mondo, nell’alimentare il suo desiderio di divenire pienamente quello che può essere, nel far sì che si assuma la responsabilità di dare forma alla sua originale presenza nel mondo. Il riferimento teoretico è individuabile principalmente nell’ambito della pedagogia fenomenologico-esistenziale (ivi compresi i suoi sviluppi nell’ermeneutica e nelle filosofie della persona), con rimandi ai principali esponenti di tale orientamento in ambito filosofico e psicologico oltre che, principalmente, pedagogico. Nel percorso di ricerca sono stati individuati molteplici nuclei tematici di approfondimento, dovuti alla dimensione “di confine” dell’autenticità che tocca più campi educativi quali: relazione, comunicazione, cura, etica, identità, progetto, scelta, libertà, temporalità, morte, dolore, vita emotiva, tempo, corpo, spazio. La tesi si articola in due sezioni che procedono da considerazioni teoretico-pedagogiche verso indicazioni pratico-educative.
This works takes as a departing point the idea that authenticity is an important issue in pedagogical theorization as well as a relevant goal for education, and particularly so in the current historical era when the human being is increasingly bewildered, fragmented and subject to the risk of losing oneself and never attaining selfhood. Beside being an important aspect of existential wholeness, authenticity may act as a directional goal able to steer and provide meaning to an educational journey aiming to bring into actuality the person’s potentials. Authenticity also provides epistemological and methodological directions through which the educator respects the individuality of the person to be educated. The theoretical approach here adopted mostly refer to phenomenological-existential pedagogy (including developments in hermeneutics and philosophies of the person), with additional references to the main exponents of such perspective in philosophy, psychology and, mostly, theory of education. During the research process many themes have been thoroughly investigated, because of the boundary spanning nature of authenticity, which touches upon several educational fields, including: relationships, communication, care, ethics, identity, project, choice, freedom, temporality, death, sorrow, emotional life, time, body, space. The thesis consists of two sections that go from theoretical-pedagogical considerations to practical-educational directions.
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Livres sur le sujet "Relazione di cura"

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Dalla relazione di cura alla relazione di prossimità : L'approccio delle capability alle persone con disabilità. Napoli : Liguori, 2010.

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Bert, Giorgio. Medicina narrativa : Storie e parole nella relazione di cura. Roma : Il pensiero scientifico editore, 2007.

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Etica della cura : Riflessioni e testimonianze su nuove prospettive di relazione. Milano : Il saggiatore, 2010.

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Ficorilli, Antonella. La relazione di fiducia : Un approccio bioetico alle questioni della cura. Firenze : Le lettere, 2014.

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Manzato, Enzo, et Augusto Zaninelli, dir. Racconti 33. Florence : Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-908-5.

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Résumé :
La Medicina Narrativa nasce dal tentativo di colmare aree mancanti della medicina basata sull’evidenza, come la considerazione per la cura e gli aspetti personali del malato: alla sua definizione hanno contribuito lo studio umanitario in medicina, la medicina delle cure primarie, la narratologia e lo studio del rapporto con il paziente. La narrazione della malattia permette di affrontare in modo olistico i problemi del paziente, dando anche indicazioni terapeutiche e diagnostiche; si rivolge sia al paziente sia al personale medico, le due figure, in relazione tra loro, coinvolte nel processo di cura. La narrativa permette al paziente di non sentirsi isolato, ma al centro della struttura e viene quindi considerata al pari dei segni e dei sintomi clinici della malattia stessa. I racconti di questo libro permettono di condividere le storie narrate e produrre spunti di riflessione ed approfondimento per i medici che affrontano situazioni cliniche analoghe o simili.
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6

Gamberini, Anna, et Sonia Palumbo. L'home care nel welfare sussidiario : Reciprocità e ben-essere nelle relazioni di cura. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2011.

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Stefano, Pittaluga, et Associazione per il Medioevo e l'umanesimo latini. Convegno internazionale di studi, dir. Columbeis V : Relazioni di viaggio e conoscenza del mondo fra medioevo e umanesimo : atti del V Convegno internazionale di studi dell' Associazione per il MEdioevo e l'umanesimo latini (AMUL) Genova, 12-15 dicembre 1991 a cura di Stefano Pittalugo. [Genova] : Dipartimento di archeologia, filologia classica e loro tradizioni, 1993.

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8

Castiglia, Egidio. Relazione Sulla Straordinaria Amministrazione Del Comune Di Perdasdefogu : A Cura Di Giuseppe Cabizzosu. Independently Published, 2022.

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Tordini Cagli, Silvia. Principio di autodeterminazione e consenso dell'avente diritto. Bononia University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.30682/sg238.

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Résumé :
La tematica del consenso dell’avente diritto viene affrontata con particolare riferimento al fondamento, alla collocazione sistematica e ai limiti di efficacia di questo istituto, attraverso un percorso che coinvolge profili di diritto costituzionale, di filosofia morale e di criminologia, oltre, che, naturalmente, più prettamente penalistici. Il riconoscimento di una rilevanza alla volontà della vittima nell’ambito dell’ordinamento penale non è un dato di immediata evidenza, essendo il diritto penale ramo del diritto pubblico caratterizzato da un rapporto di subordinazione del singolo allo Stato; ciononostante il consenso ha sempre avuto un ruolo nella determinazione della responsabilità penale. Negli attuali ordinamenti democratici, soprattutto con l’entrata in vigore delle Costituzioni repubblicane, si riscontra una tendenza ad una sempre maggiore valorizzazione della libertà di autodeterminazione del soggetto in relazione alla gestione dei propri beni e/o diritti. Affrontare la questione del fondamento del consenso dell’avente diritto e della sua efficacia nell’ambito del diritto penale significa interrogarsi sul fondamento e sui limiti del diritto di autodeterminazione, essenza del consenso stesso. Poter individuare un fondamento costituzionale del diritto di autodeterminazione significa, oggi, garantire la massima estensione al consenso dell’avente diritto. È in questa ottica che si snoda il percorso di approfondimento seguito dall’autrice, al fine di ampliare l’alveo dei diritti disponibili, con un rifiuto netto del principio del c.d. paternalismo (forte) quale criterio di legittimazione dell’intervento penale e negazione, dunque, della legittimità di una tutela (penale) dell’individuo "da se stesso". Silvia Tordini Cagli è attualmente ricercatore di Diritto penale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bologna. È altresì titolare dell’insegnamento di Diritto penale generale e del lavoro nell’ambito del corso di laurea per Consulente del lavoro. Ha conseguito il titolo di dottore di ricerca in Diritto penale presso l’Università degli Studi di Parma ed è stata titolare di assegno di ricerca in Diritto penale presso l’Università degli Studi di Bologna. Tra le sue pubblicazioni si segnala: "Peculato e malversazione", voce in Digesto delle discipline penalistiche , vol. IX, Torino, 1995, 334 ss.; Condotta della vittima ed analisi del reato , in "Rivista italiana di diritto e procedura penale", 2000, 3, 1148 ss.; "La rilevanza penale dell’eutanasia tra indisponibilità della vita e principio di autodeterminazione", in Nuove esigenze di tutela nell’ambito dei reati contro la persona , a cura di S. Canestrari e G. Fornasari, Bologna, 2001; "Delitto preterintenzionale e principio di colpevolezza", in Casi e materiali di diritto penale , Parte generale, vol. I, a cura di A. Cadoppi, S. Canestrari, Milano, 2002; "Accanimento terapeutico o eutanasia neonatale?", in Medicina, bioetica e diritto , a cura di P. Funghi e F. Giunta, Pisa, 2005, 265 ss.; "Consenso dell’avente diritto", voce in Il Diritto , Enc. Giur. del Sole 24 ore, 2007, vol. III.
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Actes de conférences sur le sujet "Relazione di cura"

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Decandia, Lidia. « Rimettere in moto e lavorare il tempo per prendersi cura dei territori contemporanei ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7976.

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Résumé :
Il saggio intende problematizzare e argomentare l’idea che le sopravvivenze del passato presenti nei territori contemporanei non debbano essere trattate come immagini e simulacri di un tempo che non è più, ma piuttosto come dei sintomi, dei segnali, degli inciampi di tempo che possono aiutarci a comprendere e ad avere cura del nostro presente. Un presente che non è una terra desolata e priva di qualità, ma piuttosto un mare che contiene abissi, grovigli vortici in cui si mescolano diverse temporalità. In questo senso il passato, contenuto nel territorio, può essere inteso come una sorta di grande inconscio con cui fare i conti per avviare un lavoro di smontaggio, attraverso cui sciogliere quei grovigli che bloccano il nostro presente, ma anche come un lavoro di scavo che potrebbe aiutarci a portare alla luce perle inabissate, liberare energie sepolte, profezie di futuro dimenticate che potrebbero contribuire a ripensare il nostro presente. E' partendo da questo presupposto che si vuole introdurre il tema della cura. L’idea attorno a cui si intende lavorare è quella di esplorare questo concetto partendo dal presupposto che sia proprio attraverso questo lavoro complesso di erosione e di scavo in profondità che occorra ripartire per stabilire relazioni profonde e significanti con il territorio. Un territorio che non può più essere inteso come una superficie a cui sovrapporre qualsiasi contenuto, ma piuttosto semmai come un “campo di energie” che contiene placente d’ombra, latenze, memorie che entrano in collisione col presente.
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Di Giacomo, Tullia Valeria. « Riconnettere i percorsi della memoria per valorizzare e salvaguardare : la riqualificazione del corridoio fluviale dell’Aniene ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7968.

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Résumé :
I territori attuali, spesso frammentati dal crescente e incontrollato consumo di suolo hanno bisogno di una pianificazione che ristabilisca la continuità dei luoghi contribuendo a tessere nuove relazioni, intese come legami fisici o immateriali, ed eventualmente ricostruire preesistenti legami di senso depauperati o eliminati. Come mostrato dal crescente uso dei moderni strumenti di comunicazione che altro non fanno che creare delle reti per facilitare la comunicazione e il collegamento tra persone nello spazio digitale, allo stesso modo rimane evidente la necessità di creare delle reti di collegamento nello spazio fisico: collegando i diversi paesi, collegando gli abitanti gli uni agli altri, collegando gli abitanti con il territorio e le sue risorse storiche e ambientali. In misura ancora più marcata, si ritrova l’urgenza di restituire un senso ad alcuni luoghi che hanno subito una trasformazione e una perdita di ruolo, di uso, di cura e quindi di dignità. Il caso di studio si colloca a Roma, lungo il corso del fiume Aniene, nel corridoio fluviale che ancora sopravvive all’aggressione del consumo di suolo e che tuttavia necessita di particolari attenzioni verso la protezione della risorsa ambientale e verso la protezione dai rischi connessi dalla presenza del corso d’acqua a ridosso di zone anche fortemente urbanizzate. L’obiettivo è quello di ricucire la frammentazione urbana e impedire l’ulteriore consumo di suolo lungo questi spazi aperti che sono il risultato di interventi di urbanizzazione, i cosiddetti “vuoti” di risulta, gli SLOAP (Space Left Over After Planning).
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Tonelli, Chiara. « Abitare domani : sfide e opportunità per la Smart City ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7952.

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Résumé :
"La nascita dell’agricoltura segna, agli inizi della civiltà, la costituzione delle due più antiche professioni al mondo: l’agronomo e l’architetto. … L’agronomo in grado di comprendere la qualità del terreno e sapere come trattare le sementi, e l’architetto in quanto deputato all’organizzazione creativa del nuovo ambiente umano, ovvero la gestione dello spazio che racchiude la zona nella quale si concentrano le attività e la vita degli agricoltori”. Ecco la nascita della città, uno dei tre assi portanti del convegno “Città, Memoria, Gente” in cui si inseriva la sessione “Architettura, Sostenibilità, Energia” che ho moderato. Senza la città i tre temi della sessione non avrebbero lo stesso portato. Un casale isolato nella campagna è un’architettura, è sostenibile e produce la propria energia, almeno quella alimentare per i suoi abitanti. Ci interessava però mettere a fuoco il meccanismo che unisce gli edifici al loro essere insieme in un agglomerato che si è fatto città, dove si intessono relazioni umane, dove si creano condizioni di sostenibilità, dove si consuma ma si può produrre energia. "The birth of agriculture marks the beginning of civilization, the formation of the two oldest professions in the world: the agronomist and the architect. The agronomist ... able to understand the quality of the land and to know how to treat the seeds, and the architect as deputy of the creative organization of the new human environment, such as the management of the space that encloses the area where activities and the lives of farmers are concentrated" (Sergio Di Cori Modigliani, “La narrativa esistenziale di Territorio zero”, in Territorio Zero, per una società a emissioni zero e chilometri zero, a cura di Livio De Santoli e Angelo Consoli, Minimum fax, Roma, 2013). Here it is the birth of the “Cities”, one of the three themes of the conference "Cities, Memory, People" where the session "Architecture, Sustainability, Energy ", which I moderated, was. Without the city the three themes of the session would not have brought the same. An isolated house in the countryside is an architecture, it is sustainable and produces its own energy, at least feed its inhabitants. We were interested, however, to focus on the mechanism that links the buildings to their being together in a cluster that has made the city where human relations weave, where sustainable conditions could be created, where it is possible to consume as well to produce energy.
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