Littérature scientifique sur le sujet « Regolazione Europea »

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Articles de revues sur le sujet "Regolazione Europea"

1

Telljohann, Volker. « Processi di delocalizzazione nel settore europeo degli elettrodomestici e forme di regolazione sociale ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 123 (septembre 2011) : 82–96. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123005.

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Résumé :
Negli ultimi anni, le aziende produttrici di elettrodomestici dei Paesi dell'Europa occidentale hanno subito importanti processi di ristrutturazione. La delocalizzazione delle attivitŕ produttive dai Paesi dell'Europa occidentale ai Paesi a basso costo del lavoro è diventato anche una questione importante nelle relazioni industriali di tutta Europa. Ll saggio esamina i modi e in che misura è possibile, attraverso pratiche di relazioni industriali, influenzare le decisioni di delocalizzazione e la loro attuazione. L'autore sostiene che la capacitŕ di sviluppare strategie che siano in grado di prendere in considerazione sia la necessitŕ di migliorare la competitivitŕ sia gli aspetti sociali della ristrutturazione aziendale, dipende in larga misura da un efficace sistema di regolazione sociale. Viene infine evidenziato l'influenza degli attori a livello europeo, quali la Federazione Europea dei Metalmeccanici e i Comitati Aziendali Europei, sui processi di ristrutturazione transnazionale.
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2

Zanfrini, Laura. « I "confini" della cittadinanza : perché l'immigrazione disturba ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 117 (mai 2010) : 40–56. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117004.

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Résumé :
Il modello europeo di regolazione dei flussi migratori, tradizionalmente fondato sulla figura del lavoratore ospite, ha consentito di posporre nel tempo la questione dell'inclusione degli stranieri nel sistema dei diritti di cittadinanza, cioč a dire la questione dei "confini" del welfare. L'evoluzione del fenomeno migratorio, la sua trasformazione in una presenza stabile ed eterogenea, a maggiore ragione la com- parsa di una seconda generazione hanno costretto i paesi europei ad arricchire il paniere dei diritti offerti agli immigrati e alle loro famiglie, senza perň risolvere in modo definitivo il paradosso storico della vicenda europea: il tentativo di tenere insieme la logica economicista alla base del modello europeo di regolazione degli ingressi con quella solidaristica che afferma il primato dei diritti della persona sulla stessa prerogativa degli Stati di "scegliersi" i propri cittadini e decidere il trattamento da riservare agli stranieri. Un tentativo che, oggi come ieri, esita in soluzioni compromissorie che rivelano, a un tempo, il carattere di artefatto politico e culturale del concetto di cittadinanza nazionale e gli esiti paradossali cui puň condurre l'applicazione di una logica di condizionalitŕ nell'accesso ai diritti.
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3

Majone, Giandomenico. « LA CRESCITA DEI POTERI REGOLATIVI NELLA COMUNITÀ EUROPEA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 25, no 3 (décembre 1995) : 409–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200023790.

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Résumé :
IntroduzioneLa rilevanza conferita dal Trattato di Maastricht al principio di sussidiarietà se da un lato rivela una diffusa preoccupazione circa la tendenza alla crescita dei poteri di regolazione di Bruxelles, solleva anche diversi interrogativi interessanti sotto il profilo teorico. In primo luogo, è possibile una sovra-regolazione al livello europeo, nonostante che i governi nazionali siano fortemente rappresentati ad ogni livello del processo decisionale? In secondo luogo, se è vero che gli stati membri si sforzano di preservare il più ampio margine possibile di sovranità e di autonomia nel policy-making, come dimostrano le forti resistenze agli interventi comunitari in aree quali la politica macroeconomica e la tassazione indiretta, perché allora essi hanno accettato molte misure regolative non previste dai trattati originari e non strettamente necessarie per il funzionamento del mercato comune? Infine, per quello che riguarda la qualità più che la quantità delle regole comunitarie, quanto è davvero possibile l'innovazione in un sistema dove i poteri formali di iniziativa della Commissione, così come le sue funzioni esecutive, sembrano essere così severamente controllati?
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4

Ramajoli, Margherita. « Quale futuro per la regolazione alimentare ? » Milan Law Review 2, no 2 (22 février 2022) : 58–73. http://dx.doi.org/10.54103/milanlawreview/17392.

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Résumé :
Il saggio si propone di esaminare le nuove sfide della regolazione alimentare intrattenendosi sulla necessità, che un “sistema alimentare sostenibile” richiede, di superare la prospettiva di food safety, orientata a garantire la sicurezza igienico sanitaria degli alimenti, e di abbracciare anche quella di food security, tesa ad assicurare a tutti una quantità di cibo sufficiente e a prezzi ragionevoli. Dopo aver illustrato i caratteri della regolazione alimentare, l’Autrice mette in luce il contributo fornito dalla giurisprudenza nell’elaborare il fondamentale “principio di precauzione” e la rilevanza del Green Deal proposto dalla Commissione europea al fine di conseguire il fondamentale obiettivo della sostenibilità alimentare.
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5

Albisinni, Ferdinando. « Il diritto agrario europeo dopo Lisbona fra intervento e regolazione : i codici europei dell'agricoltura ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 2 (octobre 2011) : 29–52. http://dx.doi.org/10.3280/aim2011-002003.

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Résumé :
Il lavoro indaga sugli esiti dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, quanto alla disciplina dell'agricoltura europea. L'esame di una serie di riforme, anteriori e successive al Trattato di Lisbona, induce a concludere che la ri-nazionalizzazione e ri-localizzazione di alcune scelte di governo dell'economia agricola si è accompagnata ad una rinnovata articolazione del rapporto fra economia e diritto nella politica agricola comune. Il diritto in senso proprio, il diritto regolatorio, in contrapposizione con il diritto incentivante, caratterizza in misura crescente la legislazione di fonte europea in materia agricola. Le riforme della Pac di fine ed inizio secolo si sono così tradotte nella posizione di codici europei dell'agricoltura, dal codice dei regimi di sostegno al reddito [con il reg. (CE) n. 1782/2003, e poi con il reg. (CE) n. 73/2009], al codice dello sviluppo rurale [con il reg. (CE) n. 1257/2009, e poi con il reg. (CE) n. 1698/2005], al codice del mercato e della commercializzazione dei prodotti agricoli [reg. (CE) n. 1234/2007, c.d. regolamento unico Ocm]. Queste discipline di fonte europea dialogano con le discipline di fonte nazionale e compongono, che non è unper i 27 Paesi che oggi compongono l'Unione Europea, ma piuttosto un, nel quale bisogni e soggetti, nazionali, regionali e locali, occupano un posto di rilievo accanto a quello proprio delle scelte disciplinari espresse centralmente.
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6

Pasi, Riccardo. « Idroelettrico e tutela delle acque : le opportunitŕ d'intervento e regolazione della pubblica amministrazione ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 100 (août 2011) : 129–46. http://dx.doi.org/10.3280/asur2011-100007.

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Résumé :
L'idroelettrico, compreso il mini-idroelettrico, puň generare pesanti impatti ambientali sui corpi idrici in cui si inserisce, allontanando cosě gli obiettivi di qualitŕ ambientale stabiliti dalla Direttiva Acque. Allo stesso tempo la politica energetica europea spinge per l'aumento della produzione di energia rinnovabile, compresa quella idroelettrica: ma di che tipo? Conciliare le due istanze č possibile solo se la pubblica amministrazione (Regioni e Province in primo luogo), con politiche territoriali ed economiche adeguate, saprŕ governare le proprie risorse e indirizzare lo sviluppo del settore.
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Barioglio, Caterina, et Daniele Campobenedetto. « Coding Turn. Regole, forme e funzioni nella città contingente ». TERRITORIO, no 98 (mars 2022) : 18–19. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098002.

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Résumé :
Questa introduzione presenta i contributi del servizio e descrive il contesto di ricerca nel quale gli studi qui presentati sono stati sviluppati. I contenuti sono elaborati da ricercatori del Future Urban Legacy Lab, centro interdipartimentale del Politecnico di Torino, coinvolto nella revisione al Piano regolatore generale della Città di Torino. Il servizio descrive alcuni esiti di questa ricerca, che si pone in relazione con soggetti pubblici e privati nel campo della trasformazione dello spazio fisico, includendo riflessioni sulla stratificazione di alcune regole urbane nella storia della città europea e sulla codifica della città ordinaria e delle sue modificazioni, ma anche esempi di applicazione delle azioni proposte per il miglioramento del sistema di regolazione.
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8

Biasi, Marco. « L'arrêt KG e la temporaneità del lavoro somministrato : essere o dover essere ? » GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 170 (août 2021) : 301–24. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-170007.

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Résumé :
Nel contributo ci si interroga sulla conformità della vigente normativa italiana in materia di somministrazione di lavoro con la direttiva 2008/104/CE, la quale, nella recente lettura della Corte di giustizia dell'Unione europea in C-681/18, KG, obbligherebbe gli Stati membri a ga-rantire, anche attraverso gli organi giurisdizionali, che il lavoro interinale conservi un carattere temporaneo. L'Autore esclude che la regolazione nazionale della somministrazione a tempo determinato presenti problemi di adeguamento alla cornice europea, fungendo i presupposti della causale e della durata massima del rapporto di lavoro con l'agenzia da efficaci, per quanto "indiretti", baluardi rispetto all'impiego stabile del lavoratore presso l'utilizzatore. Con riguar-do alla compatibilità del c.d. staff leasing con il requisito della temporaneità dell'assegnazione, l'Autore rileva che da una direttiva che si rivolge al lavoro interinale (intrinsecamente tempora-neo) non possa ricavarsi il divieto di ricorrere ad uno strumento con caratteristiche diverse, il quale neppure ostacola il raggiungimento degli obiettivi, perseguiti dalla direttiva 2008/104/CE, della lotta al precariato e della promozione dell'occupazione di qualità.
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Manfrelotti, Raffaele. « Il governo europeo della moneta e le sfide del costituzionalismo contemporaneo ». ECONOMIA PUBBLICA, no 1 (février 2022) : 105–15. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001006.

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Résumé :
L'articolo si propone di considerare una questione centrale relativa all'assetto degli ordinamenti contemporanei, ossia la tensione tra il principio democratico ed il governo dell'economia, calando questa tematica generale nell'alveo più specifico del rapporto tra la Banca Centrale Europea e le altre Istituzioni Comunitarie. Si sostiene la tesi che sia illusoria la veste di pretesa neutralità della BCE, laddove quest'ultima, in quanto Autorità che ha come missione fondamentale quella di garantire la stabilità dei prezzi, tende a porsi come un sistema di regolazione a-politica del sistema economico. Detto sistema obbedisce ad una lex mercatoria che si pone in antitesi rispetto alla realizzazione del programma sociale posto dalla Carta, esigendo la rinuncia ad alcuni strumenti decisionali di carattere politico che, nel disegno costituzionale, rispondevano a logiche diverse. In questa ottica la nascita del SEBC segna una nuova fase del costituzionalismo politico, perché la sua introduzione pone come una sorta di metavalore la stabili-tà economica e finanziaria. Ciò implica che non siano previsti limiti positivi alle sue capacità decisionali ad opera - ad esempio - del Parlamento Europeo, in modo tale da circoscrivere la ricaduta delle scelte compiute sulle posizioni soggettive riconosciute alla persona dagli ordinamenti nazionali e dallo stesso sistema europeo. Sulla base di queste premesse, la conclusione dell'articolo non è nel senso di una anacronistica riduzione del ruolo della Banca Europea, bensì nel senso di puntualizzare come la principale sfida del costituzionalismo contemporaneo consista nello sforzo di ricondurre i processi decisionali che coinvolgono il governo europeo della moneta ai meccanismi della responsabilità politica e alle garanzie delle posizioni soggettive della persona
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Balestra, Anna, et Raul Caruso. « Le società benefit in Italia. Tra bene comune e identità ». ECONOMIA PUBBLICA, no 1 (février 2022) : 117–39. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001007.

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Résumé :
L'articolo si propone di considerare una questione centrale relativa all'assetto degli ordinamenti contemporanei, ossia la tensione tra il principio democratico ed il governo dell'economia, calando questa tematica generale nell'alveo più specifico del rapporto tra la Banca Centrale Europea e le altre Istituzioni Comunitarie. Si sostiene la tesi che sia illusoria la veste di pretesa neutralità della BCE, laddove quest'ultima, in quanto Autorità che ha come missione fondamentale quella di garantire la stabilità dei prezzi, tende a porsi come un sistema di regolazione apolitica del sistema economico. Detto sistema obbedisce ad una lex mercatoria che si pone in antitesi rispetto alla realizzazione del programma sociale posto dalla Carta, esigendo la rinuncia ad alcuni strumenti decisionali di carattere politico che, nel disegno costituzionale, rispondevano a logiche diverse. In questa ottica la nascita del SEBC segna una nuova fase del costituzionalismo politico, perché la sua introduzione pone come una sorta di metavalore la stabilità economica e finanziaria. Ciò implica che non siano previsti limiti positivi alle sue capacità decisionali ad opera - ad esempio - del Parlamento Europeo, in modo tale da circoscrivere la ricaduta delle scelte compiute sulle posizioni soggettive riconosciute alla persona dagli ordinamenti nazionali e dallo stesso sistema europeo. Sulla base di queste premesse, la conclusione dell'articolo non è nel senso di una anacronistica riduzione del ruolo della Banca Europea, bensì nel senso di puntualizzare come la principale sfida del costituzionalismo contemporaneo consista nello sforzo di ricondurre i processi decisionali che coinvolgono il governo europeo della moneta ai meccanismi della responsabilità politica e alle garanzie delle posizioni soggettive della persona
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Thèses sur le sujet "Regolazione Europea"

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PELOSO, ADRIANO. « La regolazione europea dei mercati:modelli a confronto ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/102058.

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Résumé :
The object of this research concerns the analysis of the phenomenon of regulation, in the context of European expression, which is articulated through the study of acting regulatory markets of banking and energy, which were affected by different expressions, both functional Structural public intervention. This approach allows to make an evaluation of the different mechanisms through which wind through the phenomenon of regulation, in order to draw some considerations, in comparative terms, the connotations and principles underlying the operation of the system of European regulation. In particular, they are subject to compare different models market regulators of the banking and energy sectors.The first part of research was focused on finding the so-called "common elements" of the phenomenon of regulation: the study of the matter, on the one hand, led to regard the market as part of the constant adjustment and, in hindsight, true unifying element the different forms of expression of public action in the economic field. On the study of these two elements it is based legal analysis of individual models of intervention in the markets, and the specific functions and purposes acquitted by the action of adjustment. Equal importance is the phenomenon of the change of the ways of public intervention, which was detected with particular regard to the wide diffusion of instruments of regulation of public and private law.The initial intention is to determine whether the complex structure of the European regulatory system is inspired by principles and best pratices applied uniquely in every branch and whether the regulatory cornerstones of action have not changed over time. Secondly, it examined whether the application of different models of supranational cooperation in the various sectoral expressions, also bring to an easy convergence of objectives set by the European policies in the sector. Finally, it has been analyzed the different organizational and procedural purposes with which they are pursued. Following this comparative analysis of the identified models, they were necessary some final thoughts on the different types of regulation implemented in Europe, and what is the road taken by the European legislator for the achievement of the proposed uniform regulatory framework of the European Union. The emergence of the organizational models of the European network of national regulators and bodies fitting confirmed the need for greater exchange of information and best practice between national regulators. This cooperative is carried out fully support [advantage] of action functional of the European Commission and, therefore, leads to suppose the only "centralization of cooperative choices at European level (particularly in areas such as energy and electronic communications) under ' umbrella of harmonization desired by the pro competitive ".Such preliminary construction, even partially acceptable, must contend with the view of establishing genuine European regulators, have structures and autonomous functions that do not coincide with the structure of the "network" of regulators. In this regard, at the conclusion of this research, he wanted to come to a (at least) a preliminary response to the issue introduced with the analysis of the birth of the new European Regulators and if so, these organizations represent the first step for the formation of a control system, no longer represented by the close cooperation between the Commission and national regulators, but rather consists of a "center of attribution of the unitary European regulation of industry."
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2

Liberati, Matteo. « La tutela giurisdizionale degli individui nell'azione delle agenzie europee di regolazione ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2012. http://hdl.handle.net/10077/7731.

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Résumé :
2010/2011
La tesi di dottorato affronta il problema del tutela giurisdizionale e procedimentale degli individui interessati dall'azione delle agenzie europee di regolazione. Essa si sviluppa su tre capitoli. Il primo, di carattere introduttivo, è dedicato alla descrizione dei tratti principali del fenomeno di agentificazione. La nascita e l'ulteriore sviluppo di questi uffici decentralizzati sono esaminati nel più ampio contesto dell'evoluzione dei modelli dell'azione regolatoria e amministrativa europea. Le agenzie comunitarie di regolazione, in particolare, sembrano potersi ricondurre al modello della c.d. integrazione decentrata. L'inquadramento del fenomeno di “agentification” nell'alveo dei sistemi regolatori europei viene a costituire la base concettuale per la delimitazione dell'ambito soggettivo dell'indagine, dedicata alle agenzie che operano nelle materie e/o settori di intervento prima ricadenti nel c.d. pilastro comunitario e che presentano caratteri di fondo omogenei. Vengono, inoltre, esaminati il problema dell'individuazione della base giuridica corretta per la creazione di questi nuovi organismi e quello parallelo dei limiti della delegazione di poteri dalla Commissione alle agenzie (nel tentativo di verificare l'attualità della giurisprudenza Meroni e la validità della c.d. transmission belt theory). È, poi, affrontato il punctum pruriens dei meccanismi di vigilanza e controllo politico, finanziario e giurisdizionale predisposti dal diritto originario e derivato nei confronti delle agenzie di regolazione. Sulla scorta della pregressa sistemazione dogmatica si procede alla rassegna dei modelli di classificazione proposti dalla dottrina e dalle stesse istituzioni europee: si distinguono, quindi, le agenzie dotate del potere di adottare atti giuridicamente vincolanti nei confronti dei terzi (o, più latamente, di poteri di amministrazione attiva) e agenzie che tale prerogativa non hanno e che svolgono principalmente funzioni di raccolta e analisi dati e/o consultivi. Il problema della tutela giurisdizionale si pone con maggiore immediatezza e spessore per le agenzie dotate di poteri di accertamento costitutivo in grado di incidere direttamente sulla sfera giuridica soggettiva dei singoli, e su queste si concentra la tesi dottorale. Il secondo capitolo affronta il tema della tutela dei consociati nei procedimenti amministrativi che si svolgono di fronte alle agenzie di regolazione dotate di compiti di amministrazione attiva, allo scopo di comprendere se e in che modo, ai soggetti che sono interessati da quei procedimenti amministrativi che fanno capo alle agenzie europee (ad es. il procedimento di registrazione di un marchio comunitario), sono attribuiti diritti di difesa e strumenti di tutela endoprocedimentale. A questo fine, in via preliminare, si procede alla ricognizione delle regole e dei principi (consacrati per tabulas o elaborati dalla giurisprudenza europea) che informano la procedura amministrativa europea al rispetto delle posizioni soggettive, soffermandosi in particolare sul ruolo della Corte di giustizia nell'elaborazione e sintesi dei principi generali del procedimento amministrativo europeo e dei diritti di difesa spettanti agli interessati. Di seguito si verifica in quali termini e in quale misura questi principi e questi diritti sono riconosciuti e applicati nei procedimenti che si svolgono di fronte alle agenzie di regolazione. Ciò anzitutto per le agenzie che eseguono compiti di raccolta, analisi e diffusione dati e consultivi: per questo tipo di agenzie, caratterizzato da una scarsa procedimentalizzazione, il problema della tutela dei consociati nel procedimento insiste più che altro sull'estensione dei diritti di partecipazione alla formazione, analisi e diffusione delle informazioni, e non sui diritti procedimentali in senso stretto come quello di difesa o al contraddittorio. Vengono, quindi, esaminati singolarmente i procedimenti che si svolgono di fronte alle agenzie dotate di compiti di amministrazioni attiva. Per ogni agenzia l'analisi condotta evidenzia i diritti procedimentali degli interessati e i meccanismi di ricorso gerarchico e paragiurisdizionale predisposti dagli atti istitutivi, con particolare attenzione all'Agenzia per l'armonizzazione del mercato interno e all'Agenzia europea per le varietà vegetali. Tutte le agenzie dotate del potere di emanare atti giuridicamente vincolanti nei confronti dei consociati sono soggette a un sistema di ricorso interno al quale è dedicata la parte conclusiva del secondo capitolo al fine determinarne la natura amministrativa o giurisdizionale. Il terzo e ultimo capitolo affronta il profilo della tutela giurisdizionale degli individui nei confronti degli atti amministrativi delle agenzie produttivi di effetti giuridici vincolanti nei confronti dei terzi. Dopo una ricognizione preliminare delle diverse scelte prescrittive adottate in materia dai regolamenti istitutivi delle agenzie di regolazione con o senza compiti di amministrazione attiva (i.e. nessuna previsione, “rinvio formale” alle previsioni contenute nel TCE, “rinvio materiale” alle previsioni contenute nel TCE), si procede all'analisi del problema dell'impugnabilità degli atti endoprocedimentali, facendo specifico riferimento al caso esemplare dei pareri resi dall'Agenzia europea per i medicinali. Viene quindi considerata la questione concernente il valore dichiarativo o costitutivo delle norme sulla competenza giurisdizionale contenute nei regolamenti di base dell'Ufficio comunitario per le varietà vegetali e dell'Ufficio di armonizzazione al livello del mercato interno. Sempre prendendo le mosse da queste due ultime fattispecie si esaminano i procedimenti che si svolgono di fronte alle giurisdizioni nazionali in virtù della separazione del contenzioso sulla validità dei titoli da quello sulla contraffazione, soffermandosi sulle conseguenze che la concorrenza tra le autorità nazionali dei vari Stati membri e gli organi amministrativi e giurisdizionali europei determina per l'efficacia della protezione offerta agli utenti dei regimi europei della privativa vegetale e del marchio. Infine si affronta il problema immediatamente conseguente della competenza dei tribunali nazionali a giudicare della decadenza e della nullità di un atto comunitario (i.e. i titoli sovranazionali) . La seconda parte del terzo capitolo è dedicata all'analisi di alcune difficoltà processuali intrinseche dei meccanismi di ricorso giurisdizionale in materia di proprietà intellettuale. In particolare sono oggetto di critica la disciplina relativa all'intervento di terzi interessati e il regime linguistico dei ricorsi. Seguendo lo stesso approccio si procede all'esame di quelle difficoltà processuali che dipendono da caratteristiche strutturali dei meccanismi di ricorso, prospettando nel contempo delle ipotesi di soluzione. Segnatamente, si prende in considerazione l'eccessiva ipertrofia del sistema di tutela, articolato su troppo istanze. Sulla scorta della pregressa disamina, si verifica se le scelte operate dal legislatore dell'Unione europea rispondono all’esigenza di buon funzionamento della giustizia. Si preconizza, infine, l'eliminazione delle commissioni di ricorso interne e l'istituzione di nuove camere giurisdizionali con specifica competenza oppure di riti speciali.
XXIV Ciclo
1979
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3

Merlini, Francesca <1970&gt. « I servizi ispettivi nel quadro della regolazione interna, europea ed internazionale ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6554.

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Résumé :
Questa ricerca si prefigge l’ambiziosa intenzione di esplorare il complesso sistema ispettivo italiano, dalle origini che affondano all’indomani dell’Unità d’Italia, fino alle più recenti riforme, l’ultima operata con la legge n.183 del 2010. In questa evoluzione storica un ruolo importante è rivestito da un lato, sul piano interno, dalla Costituzione della Repubblica italiana, dall’altro, sul piano internazionale, dall’adesione dell’Italia all’Organizzazione internazionale del lavoro con la conseguente ratifica delle convenzioni internazionali in tema di ispezione del lavoro. L’esame dei servizi ispettivi nel contesto della regolazione europea ed internazionale occupa l’ultima parte di questo studio nella quale si è proceduto a comparare il nostro sistema con quello adottato dal Regno Unito, paese di common law nel quale ho avuto il pregio di soggiornare per tre mesi nel periodo di dottorato, allo scopo di valutarne le differenze ed operare una comparazione rispetto al nostro. Nell’affrontare una materia come quella in oggetto, ho cercato di analizzare l’impatto e la funzionalità del sistema ispettivo italiano rispetto al principio di effettività, di certezza del diritto e delle relazioni giuridiche. Per efficacia s’intende, comunemente, la capacità di un sistema di perseguire il proprio scopo, garantendo il rispetto delle regole e, se del caso, sanzionando in maniera efficace gli operatori del mercato che le trasgrediscono. L’analisi degli istituti giuridici oggetto della presente ricerca è, pertanto, diretta ad evidenziarne il livello di efficacia con riguardo sia alla posizione del datore di lavoro che a quella dei lavoratori, passando per il raccordo, che necessariamente deve instaurarsi per un corretto funzionamento di un servizio ispettivo, tra il personale amministrativo, chiamato ad indagare e sanzionare, ed il giudice chiamato a decidere, in ultima istanza, in caso di contenzioso tra organo accertatore e datore di lavoro.
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4

Scaramuzzino, Gianluca. « La regolazione europea dei brevetti essenziali nel bilanciamento tra tutela antitrust e proprietà intellettuale ». Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2020. http://hdl.handle.net/11385/202946.

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Résumé :
Diritto della concorrenza e proprietà intellettuale nel processo di standardizzazione e nei brevetti essenziali. Accordi di standardizzazione e patent pools: ambiti di applicazione dell’art. 101 TFUE. Le condotte abusive dei titolari di brevetti essenziali: quale ruolo per l’antitrust?
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5

Volpe, Francesca <1981&gt. « Scienza della sostenibilita' e regolazione : Il caso studio della politica europea in materia di risparmio energetico ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6662/1/Volpe_Francesca_tesi.pdf.

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Résumé :
Entro l’approccio concettuale e metodologico transdisciplinare della Scienza della Sostenibilità, la presente tesi elabora un background teorico per concettualizzare una definizione di sostenibilità sulla cui base proporre un modello di sviluppo alternativo a quello dominante, declinato in termini di proposte concrete entro il caso-studio di regolazione europea in materia di risparmio energetico. La ricerca, attraverso un’analisi transdisciplinare, identifica una crisi strutturale del modello di sviluppo dominante basato sulla crescita economica quale (unico) indicatore di benessere e una crisi valoriale. L’attenzione si concentra quindi sull’individuazione di un paradigma idoneo a rispondere alle criticità emerse dall’analisi. A tal fine vengono esaminati i concetti di sviluppo sostenibile e di sostenibilità, arrivando a proporre un nuovo paradigma (la “sostenibilità ecosistemica”) che dia conto dell’impossibilità di una crescita infinita su un sistema caratterizzato da risorse limitate. Vengono poi presentate delle proposte per un modello di sviluppo sostenibile alternativo a quello dominante. Siffatta elaborazione teorica viene declinata in termini concreti mediante l’elaborazione di un caso-studio. A tal fine, viene innanzitutto analizzata la funzione della regolazione come strumento per garantire l’applicazione pratica del modello teorico. L’attenzione è concentrata sul caso-studio rappresentato dalla politica e regolazione dell’Unione Europea in materia di risparmio ed efficienza energetica. Dall’analisi emerge una progressiva commistione tra i due concetti di risparmio energetico ed efficienza energetica, per la quale vengono avanzate delle motivazioni e individuati dei rischi in termini di effetti rebound. Per rispondere alle incongruenze tra obiettivo proclamato dall’Unione Europea di riduzione dei consumi energetici e politica effettivamente perseguita, viene proposta una forma di “regolazione per la sostenibilità” in ambito abitativo residenziale che, promuovendo la condivisione dei servizi energetici, recuperi il significato proprio di risparmio energetico come riduzione del consumo mediante cambiamenti di comportamento, arricchendolo di una nuova connotazione come “bene relazionale” per la promozione del benessere relazionale ed individuale.
Within the conceptual framework and the transdisciplinary methodological approach of Sustainability Science, the thesis develops a theoretical background for the elaboration of a new paradigm to promote a sustainable development model alternative to the mainstream one. Such a theoretical elaboration is translated into practice through a case study on the European Union regulation concerning the rationalisation of energy uses. More in detail, the analysis detects a crisis of the mainstream development model based on the increase of gross domestic product as the solely wellbeing index as well as a crisis of values. In order to identify an apt paradigm to address such crises, “sustainable development” and “sustainability” are put under scrutiny and a new paradigm accounting for the impossibility of a limitless economic growth on a finite planet is proposed: “ecosystemic sustainability”. On its basis, some proposals for a sustainable development model are presented. Such a theoretical elaboration is tested through a case study concerning the European regulation on the rationalisation of energy uses. The analysis preliminary investigates the role of regulation as an effective means for the practical promotion of ecosystemic sustainability. The focus is then shifted to the European regulation on the rationalisation of energy uses. The analysis reveals a conflating trend of energy saving with energy efficiency likely to adversely affect the development of a sustainable energy regulation. The possible related reasons and risks in terms of rebound effects are presented. In order to address the inconsistencies of such a regulatory tendency with the European goal of energy consumption reduction, a proposal for the regulation of residential energy services is developed. Such a proposal is based on the recovery of the proper meaning of energy saving as enriched with a characterisation as a “relational good” for the promotion of relational wellbeing through the sharing of energy services.
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6

Volpe, Francesca <1981&gt. « Scienza della sostenibilita' e regolazione : Il caso studio della politica europea in materia di risparmio energetico ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6662/.

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Résumé :
Entro l’approccio concettuale e metodologico transdisciplinare della Scienza della Sostenibilità, la presente tesi elabora un background teorico per concettualizzare una definizione di sostenibilità sulla cui base proporre un modello di sviluppo alternativo a quello dominante, declinato in termini di proposte concrete entro il caso-studio di regolazione europea in materia di risparmio energetico. La ricerca, attraverso un’analisi transdisciplinare, identifica una crisi strutturale del modello di sviluppo dominante basato sulla crescita economica quale (unico) indicatore di benessere e una crisi valoriale. L’attenzione si concentra quindi sull’individuazione di un paradigma idoneo a rispondere alle criticità emerse dall’analisi. A tal fine vengono esaminati i concetti di sviluppo sostenibile e di sostenibilità, arrivando a proporre un nuovo paradigma (la “sostenibilità ecosistemica”) che dia conto dell’impossibilità di una crescita infinita su un sistema caratterizzato da risorse limitate. Vengono poi presentate delle proposte per un modello di sviluppo sostenibile alternativo a quello dominante. Siffatta elaborazione teorica viene declinata in termini concreti mediante l’elaborazione di un caso-studio. A tal fine, viene innanzitutto analizzata la funzione della regolazione come strumento per garantire l’applicazione pratica del modello teorico. L’attenzione è concentrata sul caso-studio rappresentato dalla politica e regolazione dell’Unione Europea in materia di risparmio ed efficienza energetica. Dall’analisi emerge una progressiva commistione tra i due concetti di risparmio energetico ed efficienza energetica, per la quale vengono avanzate delle motivazioni e individuati dei rischi in termini di effetti rebound. Per rispondere alle incongruenze tra obiettivo proclamato dall’Unione Europea di riduzione dei consumi energetici e politica effettivamente perseguita, viene proposta una forma di “regolazione per la sostenibilità” in ambito abitativo residenziale che, promuovendo la condivisione dei servizi energetici, recuperi il significato proprio di risparmio energetico come riduzione del consumo mediante cambiamenti di comportamento, arricchendolo di una nuova connotazione come “bene relazionale” per la promozione del benessere relazionale ed individuale.
Within the conceptual framework and the transdisciplinary methodological approach of Sustainability Science, the thesis develops a theoretical background for the elaboration of a new paradigm to promote a sustainable development model alternative to the mainstream one. Such a theoretical elaboration is translated into practice through a case study on the European Union regulation concerning the rationalisation of energy uses. More in detail, the analysis detects a crisis of the mainstream development model based on the increase of gross domestic product as the solely wellbeing index as well as a crisis of values. In order to identify an apt paradigm to address such crises, “sustainable development” and “sustainability” are put under scrutiny and a new paradigm accounting for the impossibility of a limitless economic growth on a finite planet is proposed: “ecosystemic sustainability”. On its basis, some proposals for a sustainable development model are presented. Such a theoretical elaboration is tested through a case study concerning the European regulation on the rationalisation of energy uses. The analysis preliminary investigates the role of regulation as an effective means for the practical promotion of ecosystemic sustainability. The focus is then shifted to the European regulation on the rationalisation of energy uses. The analysis reveals a conflating trend of energy saving with energy efficiency likely to adversely affect the development of a sustainable energy regulation. The possible related reasons and risks in terms of rebound effects are presented. In order to address the inconsistencies of such a regulatory tendency with the European goal of energy consumption reduction, a proposal for the regulation of residential energy services is developed. Such a proposal is based on the recovery of the proper meaning of energy saving as enriched with a characterisation as a “relational good” for the promotion of relational wellbeing through the sharing of energy services.
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SALVI, Laura. « PROCESSI DECISIONALI SCIENCE-BASED NELL’UNIONE EUROPEA : IL RUOLO DEGLI ORGANI TECNICO-SCIENTIFICI E DELLA COMMISSIONE NELLA REGOLAZIONE DEL RISCHIO. IL PARADIGMA DEL DIRITTO ALIMENTARE ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2012. http://hdl.handle.net/11392/2388785.

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Résumé :
Scientific and technological advances which took place during the twentieth century have totally changed the relationship between science and society and, as a consequence, the relationship between science and law, that are nowadays more and more involved in several fields of the governmental action. Public authorities working at a local, a supranational and a global level, are often in charge of regulating the risks which arise also from new technologies; therefore, today, many policy and decision-making processes enshrine a scientific or technological dimension that often lead policymakers to seek scientific advice, in order to provide public policies and decisions related to risks with a solid foundation and legitimation. Science-based decision-making processes are particularly relevant in the European Union context, where “the best available science” becomes a key input in many decisions adopted by EU institutions, in particular in the food safety domain, that is somewhat paradigmatic with regard to the issue of risk regulation in the EU. The outbreak of the 1996 BSE crisis, and other food scandals, have shown the inadequacy of the former EU approach to food safety regulation, as applied until then, and called for a reform of the system, that lead to the enactment of regulation (EC) n. 178/2002 and the establishment of the European Food Safety Authority (EFSA). The cornerstone of the new global and science-based EU food policy is the risk analysis scheme, structured upon three different components: risk assessment, risk management and risk communication. In the dichotomy between risk assessment and risk management, respectively entrusted to EFSA and to the European Commission, we can find one of the key features of this legislation, with the aim to ensure the excellence and, first and foremost, the independence of the scientific outputs from political influences, on the one hand, and providing political authorities with sound scientific basis for their regulatory choices, on the other. In practice, a clear-cut distinction between risk assessment and risk management is nevertheless problematic, and this has been demonstrated by the concrete way in which one of the most important, and also contested, regulatory fields (like GMOs’ regulation) has worked until today. In the context of the GM food and feed authorization procedure established at the EU level there is a close interaction between risk assessment and risk management spheres, resulting in a relevant influence by EFSA on the Commission risk management decisions. In several cases, the European Commission showed a great reliance on scientific information and advice deriving from risk assessment conducted by EFSA. The role of EFSA in this framework is however strongly contested. EFSA is often blamed of not being really and totally independent from political and economic interests, with consequential problems with regard to the recognition of the Authority as the legitimacy provider of the measures adopted by the European Commission in the health and in the food safety domain. Risk management measures mostly consist in a balance between opposite interests and values; this balance involved a certain discretion by the political authorities, which is particularly wide in cases where scientific uncertainty requires to behave on a precautionary basis, so granting a sort of “advanced” protection. However, the exercise of this discretion have to be balanced with the results of the scientific risk assessment, able to granting the (technical and scientific) legitimation needed for the risk management activity. The complex balance between the technical and scientific moment, and the political one, is the heart of our matter, namely of the risk regulation process; behind it, there is a tension between the functional necessity for science-based decision-making and the wider demand for some kind of public participation; this tension is epitomized in the dichotomy “input-output legitimacy”. The EU risk regulation in the food domain is therefore paradigmatic in studying and in understanding the wide and complex questions related to the legitimation of the EU decisionmaking processes (and of the European Union itself), still often perceived (although less and less) as being affected by a legitimacy and democratic deficit.
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Meleo, Linda. « Regolazione ambientale e competitività : costi e benefici del sistema europeo dei permessi di emissione tra teoria economica e realtà dei fatti ». Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2008. http://hdl.handle.net/11385/200763.

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Résumé :
I legami tra regolazione ambientale e competitività. La scelta degli strumenti di politica ambientale. Analisi della normativa ambientale europea e nazionale in tema di permessi di emissione. I costi ed i benefici del sistema europeo dei permessi di emissione. Gli impatti sulla posizione competitiva: industria della carta europea ed italiana a confronto. Cenni di "policy".
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LEONE, LUCA. « NANOFOOD : IL QUADRO NORMATIVO EUROPEO SUL FUTURO DEL CIBO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2470.

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Résumé :
Il lavoro di ricerca ha a oggetto l’analisi del modello europeo (UE) di regolamentazione delle nanotecnologie nel settore agroalimentare, con riferimento agli aspetti etico-giuridici e sociali, ai fini della definizione del quadro normativo di riferimento nella sua relazione con la dimensione di complessità e incertezza intrinseca nel sapere scientifico-tecnologico. La prospettiva teorica da cui muove l’analisi è la co-produzione tra i linguaggi della scienza e del diritto proposta dagli STS (Science & Technologies Studies). Partendo dalla descrizione degli aspetti scientifici dei nanomateriali e delle applicazioni nanotecnologiche nel settore alimentare, il lavoro analizza, in primo luogo, le problematiche correlate alle procedure di gestione del rischio – dalle prospettive più riduzionistiche della cd. “scienza del rischio” nell'innovazione alle più complesse modalità di valutazione integrata del rischio. L’indagine s’incentra, quindi, sulle forme che la normazione sta assumendo nell'intreccio con i saperi delle nanotecnologie, attraverso un approccio comparatistico delle esperienze normative europea e statunitense. L’ultima parte del lavoro s’indirizza, infine, all’analisi delle esigenze di democraticità sottese alle suddette scelte scientifico-giuridiche, problematizzando il concetto di governance anticipatoria e responsabile delle nanotecnologie (concetto correlato all’idea di riuscire a guidare i processi di innovazione attivamente), alla luce del rapporto tra conoscenze scientifiche, politiche agroalimentari e diritto.
In recent decades technoscientific innovation has pushed the food boundaries to a new frontier of nanofood. Such a term refers to an array of food products, whose processes of growing, production and packaging involve nanoscale (nanotechnology and nanosciences) knowledges and applications. This research focuses on the analysis of the European (EU) regulatory framework in the field of agrofood nanotechnology. The analysis considers the salient features of emerging applications of nanotechnologies in the agrofood sector and compares the legal framework on nanofood in the EU with the USA’s regulatory approach. It also develops an interpretation of the normative evolution in the EU, by trying to understand what is the role of science in governing technological risks in nanofood safety, and assessing how adequate the regulatory instruments are in achieving the goal of responsible research and innovation as proposed within the process of rethinking European governance.
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LEONE, LUCA. « NANOFOOD : IL QUADRO NORMATIVO EUROPEO SUL FUTURO DEL CIBO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2014. http://hdl.handle.net/10280/2470.

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Il lavoro di ricerca ha a oggetto l’analisi del modello europeo (UE) di regolamentazione delle nanotecnologie nel settore agroalimentare, con riferimento agli aspetti etico-giuridici e sociali, ai fini della definizione del quadro normativo di riferimento nella sua relazione con la dimensione di complessità e incertezza intrinseca nel sapere scientifico-tecnologico. La prospettiva teorica da cui muove l’analisi è la co-produzione tra i linguaggi della scienza e del diritto proposta dagli STS (Science & Technologies Studies). Partendo dalla descrizione degli aspetti scientifici dei nanomateriali e delle applicazioni nanotecnologiche nel settore alimentare, il lavoro analizza, in primo luogo, le problematiche correlate alle procedure di gestione del rischio – dalle prospettive più riduzionistiche della cd. “scienza del rischio” nell'innovazione alle più complesse modalità di valutazione integrata del rischio. L’indagine s’incentra, quindi, sulle forme che la normazione sta assumendo nell'intreccio con i saperi delle nanotecnologie, attraverso un approccio comparatistico delle esperienze normative europea e statunitense. L’ultima parte del lavoro s’indirizza, infine, all’analisi delle esigenze di democraticità sottese alle suddette scelte scientifico-giuridiche, problematizzando il concetto di governance anticipatoria e responsabile delle nanotecnologie (concetto correlato all’idea di riuscire a guidare i processi di innovazione attivamente), alla luce del rapporto tra conoscenze scientifiche, politiche agroalimentari e diritto.
In recent decades technoscientific innovation has pushed the food boundaries to a new frontier of nanofood. Such a term refers to an array of food products, whose processes of growing, production and packaging involve nanoscale (nanotechnology and nanosciences) knowledges and applications. This research focuses on the analysis of the European (EU) regulatory framework in the field of agrofood nanotechnology. The analysis considers the salient features of emerging applications of nanotechnologies in the agrofood sector and compares the legal framework on nanofood in the EU with the USA’s regulatory approach. It also develops an interpretation of the normative evolution in the EU, by trying to understand what is the role of science in governing technological risks in nanofood safety, and assessing how adequate the regulatory instruments are in achieving the goal of responsible research and innovation as proposed within the process of rethinking European governance.
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Livres sur le sujet "Regolazione Europea"

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Burroni, Luigi, dir. L'agenda del lavoro. Florence : Firenze University Press, 2005. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-281-7.

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Résumé :
Questo volume raccoglie i migliori elaborati di tesi degli anni accademici 1999/00 e 2000/01 di studenti del Master Europeo in Scienze del Lavoro della Facoltà di Scienze Politiche "Cesare Alfieri" di Firenze. I contributi si concentrano sul tema del lavoro e della sua regolazione nei paesi europei, analizzando aspetti quali la flessibilità del lavoro, la formazione, le relazioni industriali aziendali, la responsabilità sociale delle imprese, la promozione della partecipazione al mercato del lavoro delle donne e dei disabili. Questi temi costituiscono dei punti di osservazione privilegiati per mettere in luce sia gli effetti di promozione del cambiamento del processo di integrazione politica europea sia il ruolo giocato dalla presenza di determinate architetture istituzionali relative ai sistemi di welfare, di regolazione dell'economia e del lavoro che continuano a essere differenti da paese a paese. Guardare a questa coesistenza tra stabilità e cambiamento con un approccio multidisciplinare e comparato come quello utilizzato nei lavori qui raccolti è come utilizzare un caleidoscopio che contribuisce a far luce sugli equilibri multipli e sui diversi percorsi di sviluppo che caratterizzano il cosiddetto "modello sociale europeo".
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Vicarelli, Giovanna. Regolazione e governance nei sistemi sanitari europei. Bologna : Il mulino, 2011.

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Vicarelli, Giovanna. Regolazione e governance nei sistemi sanitari europei. Bologna : Il mulino, 2011.

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Canepa, Allegra. Reti europee in cammino : Regolazione dell'economia, informazione e tutela dei privati. Napoli : Jovene, 2010.

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Mercurio, Riccardo. Il trasporto ferroviario europeo : Organizzazione e regolazione del mercato : una ricerca CESIT. Roma : Gangemi, 1999.

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1946-, Regalia Ida, dir. Regioni e relazioni industriali in Europa : Potenzialità e limiti di un livello intermedio di regolazione sociale. Milano, Italy : FrancoAngeli, 1997.

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Morisi, Massimo, dir. 'Guardare' il paesaggio. Florence : Firenze University Press, 2016. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-976-4.

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Résumé :
Il volume è frutto di una ricognizione delle esperienze e delle avvertenze utili alla creazione di un osservatorio del paesaggio in Toscana e alle definizioni delle modalità reticolari e interattive che questo può assumere ai fini della propria efficacia operativa. L’analisi si è svolta nell’ambito del processo di formazione del Piano Paesaggistico della Regione Toscana e della collaborazione che questa ha promosso con il Centro interuniversitario di Scienze del territorio. Partendo dall’esame dei modelli organizzativi e funzionali che caratterizzano le principali esperienze europee e italiane, nella pluralità dei contesti normativi, delle forme di pianificazione e regolazione paesaggistica e delle pratiche di mobilitazione culturale e associativa delle popolazioni di riferimento, vengono formulate alcune ipotesi di lavoro calibrate sulla situazione toscana.
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Sirena, Pietro. Il diritto europeo dei contratti d'impresa : Autonomia negoziale dei privati e regolazione del mercato : convegno di studio, Siena, 22-24 settembre 2004. Milano : Giuffrè, 2006.

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