Littérature scientifique sur le sujet « Regolamentazione bancaria »

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Articles de revues sur le sujet "Regolamentazione bancaria"

1

De Poli, Matteo. « Asimmetrie informative e contratti bancari : L’esperienza italiana ». Revista de la Facultad de Derecho de México 69, no 275-2 (11 novembre 2019) : 809. http://dx.doi.org/10.22201/fder.24488933e.2019.275-2.71484.

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Résumé :
In Italia, la regolamentazione dei contratti bancari in Italia è divisa tra codice civile e legislazione speciale. Il primo, risalente al 1942,ha dato riconoscimento alle principali operazioni bancaria e le ha disciplinate, la seconda, invece, ha introdotto varie forme di tutela del cliente della banca, considerato soggetto “debole” e, quindi, a rischio di un esito contrattuale per lui svantaggioso. Lo scritto si propone di ricostruire, in modo rapido ma organico, la disciplina dei diversi contratti bancari e le principali forme di tutela del cliente di Banca.
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2

Ferri, Giovanni. « Regolamentazione bancaria : serve un cambio di approccio ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (février 2017) : 383–408. http://dx.doi.org/10.3280/ed2016-003003.

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3

Patané, Michele. « Capitale proprio e ricapitalizzazioni. Fisiologia e patologia ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (novembre 2012) : 175–94. http://dx.doi.org/10.3280/ed2012-002002.

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Résumé :
Il saggio offre una chiave di lettura per definire, valutare e classificare una specifica richiesta di nuovo capitale. In altri termini evidenzia le tipologie di sviluppi gestionali che inducono un'azienda ad assumere la decisione di varare un'operazione sul capitale a titolo oneroso. Il saggio si distingue dai filoni di studi piů tradizionali che specialmente per la aziende bancarie dibattono sulla riforma della regolamentazione dei requisiti patrimoniali e sull'attitudine degli stessi a fronteggiare adeguatamente le diffuse situazioni di instabilitŕ finanziaria. Il saggio si sviluppa a monte, ed in questo risiede la sua specificitŕ, in ambiti poco investigati e con una logica rigorosamente economico- aziendale. Seguendo questo approccio scientifico mira ad individuare i filtri interpretativi che saldano le condizioni di instabilitŕ del governo aziendale alle riconducibili operazioni sul capitale con le quali gli amministratori mirano a correggere, ripristinare o rilanciare condizioni di equilibrio operativo. Questi ultimi si rendono infatti necessari per conoscere i reali motivi che inducono a varare operazioni sul capitale oltre che per accertare se le medesime si inseriscono in percorso d'impresa che a seconda dei casi rientri nei confini della fisiologia o in quelli della patologia della gestione aziendale. Il lavoro propone una successione di aree di riflessione che ricollocano nella giusta centralitŕ lo studio di dette operazioni quando si deve valutare lo stato di salute d'azienda. Le conclusioni si concentrano sull'opportunitŕ che le operazioni sul capitale siano obbligatoriamente e preventivamente corredate da molte informazioni. Dette informazioni vanno nella direzione di richiamare il senso di responsabilitŕ degli amministratori che le propongono e di accrescere la capacitŕ valutativa da parte dei potenziali destinatari. Le decisioni innovative, gli interventi strutturali e l'acquisizione di quote di attivitŕ intangibili, da finanziare con mezzi patrimoniali o similmente tali, devono essere assunte in condizioni di massima sicurezza. In circostanze normali devono essere finanziate con risorse patrimoniali precedentemente accantonate. Eccezionalmente i tempi di realizzazione possono contrarsi mediante la preventiva richiesta di ulteriori conferimenti o di finanziamenti di carattere straordinario. La compagine sociale nella sua interezza deve essere tuttavia opportunamente ed adeguatamente preinformata. Richieste di nuovi apporti, in corso d'opera o successive ad operazioni giŕ concluse, sono sempre discutibili. Sono quantomeno espressione di inadeguata trasparenza di importanti processi decisionali. Nei casi piů censurabili segnalano invece inesatte valutazioni dell'impatto finanziario, economico e patrimoniale dei progetti giŕ avviati.
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Mottura, Paolo. « FUNZIONI, RISCHI E REGOLAMENTAZIONE DELL’ATTIVITÀ BANCARIA ». Istituto Lombardo - Accademia di Scienze e Lettere - Incontri di Studio, 6 octobre 2016. http://dx.doi.org/10.4081/incontri.2015.235.

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Résumé :
Functions traditionally provided by banks are public utilities: they produce credit, liquidity and money on a large scale. Being central to the financing of the real economy and the functioning of the payments system, they are an essential financial infrastructure of the market economy. Their financial structure is inherently unstable and their equilibrium fragile since the value of their debts reflects the quality of their assets. Their equilibrium depends on owned capital adequacy (absorbing capacity of asset devaluations) and on liquidity reserve adequacy (payment capacity of outstanding obligations). Owned capital and liquidity are mere fractions respectively of risky assets and exigible debt). Adequacy is never absolute and it depends also on market conditions (borrowers’ risks, creditors’ propensities and exchangeable liquidity) and bankers’ propensity to risk. In fact bankers are entrepreneurs, behave with a sight to profit within a competitive context, and hence try to increase capital and liquidity (costly factors) productivity, exploiting leverage on them. Bankers choices and actions reflect incentives which take financial stability as a mere condition of sustainable equilibrium. Hence the superior need of a banking regulation aimed at stability, now defined prudential, inherently congruent with the assumption that bankers’ conducts might deflect from sound and safe management practices and policies. Up to now bank crises have been resolved by public bail-outs. The recent political choice to insulate public finances from banking failures by promptly bailingin shareholders and creditors of distressed banks should resolve the intrinsic agencymoral hazard problem and prevent that bankers exploit implicit public guarantees and subsidies. However the solution – based also on a substantial strengthening of bank capitalization and liquidity – could substantially hinder factors’ productivity and banks’ profitability, hence fundamentally the efficiency and functionality of the aforementioned financial infrastructure. The problem of a wise, correct and contingent equilibrium among banks, markets, regulation and public intervention is still as open as ever. Moreover, the deepening interconnectedness among banks, including other financial intermediaries, reveals that risk has become systemic, structural and endemic, which is a matter of further concern.
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Thèses sur le sujet "Regolamentazione bancaria"

1

GALEONE, GRAZIANA. « La qualità dell’informativa contabile nel processo di convergenza europea della regolamentazione bancaria ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bari, 2019. http://hdl.handle.net/11586/316096.

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Résumé :
Il bilancio di esercizio è il principale strumento di comunicazione economico-finanziaria che assume un ruolo fondamentale nel soddisfare i bisogni informativi degli interlocutori sociali relativamente all’assetto reddituale, finanziario e patrimoniale dell’impresa. La divulgazione di informazioni contabili rilevanti, attendibili e comparabili, assieme ad altre fonti di informazioni, è utilizzata dai portatori di interesse soprattutto per valutare il grado di rischiosità e la dimensione del valore economico dell’impresa. Tuttavia, il dissesto di importanti realtà aziendali (Enron, Parmalat, Ciro, Worldcom), caratterizzate da una situazione apparentemente solida, ha messo a dura prova la credibilità delle informazioni di bilancio suscitando l’interesse della comunità economico-finanziaria verso temi quali le politiche di bilancio. Si tratta, cioè, di scelte contabili che consentono di «assegnare valori monetari ai componenti del capitale di una azienda per poter dedurre da tale valutazione la misura complessiva del fondo netto di valori, che in un dato momento, sono dotazione dell’azienda stessa, e ciò al preciso scopo della determinazione del reddito di esercizio». La misurazione di quest’ultimo, quindi, non ha origine da un «semplice conteggio» ma da un processo di valutazione che risente dell’influenza dei comportamenti e degli interessi sottostanti dei soggetti coinvolti nella redazione del bilancio il quale, spesso, costituisce uno strumento «volto a facilitare il raggiungimento di prescelti obiettivi operativi». In tale prospettiva, è chiaro come il bilancio possa costituire uno «strumento di comportamento» oltre che uno «strumento di informazione» in virtù dei margini di discrezionalità riconosciuti agli amministratori che, per quanto tendano più o meno volontariamente e consapevolmente verso una rappresentazione oggettiva, rappresentano la dinamica aziendale in base alle proprie convinzioni e orientamenti soggettivi. Ne deriva una politica di bilancio influenzata dai differenti modi di pensare degli amministratori. Tale discrezionalità, sia in sede di redazione del bilancio sia in sede di svolgimento delle operazioni di gestione, potrebbe limitare l’utilità per le decisioni nella misura in cui questi agissero non in buona fede ma in funzione dei soli interessi personali ossia utilizzassero le scelte contabili per manipolare i risultati a proprio vantaggio (earnings management). Un siffatto comportamento potrebbe danneggiare la reputazione aziendale con ripercussioni negative sul valore di mercato e sul costo del capitale stimato dagli investitori. A tal proposito i Paesi Occidentali hanno sviluppato, nell’interesse pubblico, un set di norme di elevata qualità (Accounting Quality) basati sulla trasparenza e comparabilità delle informazioni di bilancio per limitare la discrezionalità contabile dei manager (Sarbanes-Oxley, Direttiva Comunitaria sul market abuse, Basilea 2 e 3, IFRS/IAS) e, in tal modo, fornire una rappresentazione «true and fair» che possa consentire agli investitori di assumere razionali decisioni di compravendita dei vari strumenti finanziari. Focalizzando l’attenzione sul settore bancario, la specifica attività di raccolta di risparmio dalla clientela e di finanziamento dell’economia reale3 ha reso necessaria l’introduzione di specifici obblighi regolamentari attraverso i tre Accordi di Basilea che nella loro prima formulazione prevedevano un approccio semplice e, per alcuni aspetti, arbitrario nel determinare i livelli minimi di capitalizzazione fino all’adozione di provvedimenti volti a garantire un rafforzamento della regolamentazione e della vigilanza nonché una più efficiente gestione dei rischi (di credito, operativo e di mercato). La progressiva internazionalizzazione del mercato finanziario e la maggiore rischiosità di quello creditizio dovuta al più elevato tasso d’innovazione dell’economia reale hanno posto le basi per un nuovo quadro regolatorio che da un lato ha uniformato regole e prassi, al fine di coordinarle fra loro, e dall’altro ha valorizzato le norme europee di recepimento degli accordi di Basilea 3 definendo un sistema omogeneo di regole prudenziali che prende il nome di single rulebook. Il nuovo quadro regolatorio è giunto a compimento con la pubblicazione, sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea (GUUE), dei testi del Regolamento (UE) n. 575/2013 (CRR - Capital Requirements Regulation) e della Direttiva 2013/36/UE (CRD IV - Capital Requirements Directive). La regolamentazione europea in parola rende più severa la disciplina del capitale ed affronta, sotto il profilo regolamentare, il tema degli obblighi di informativa uniformi necessari per effettuare scelte consapevoli e razionali da un lato e dall’altro mirare ad eliminare, o quantomeno ridurre, l’opacità delle banche e dei market failures garantendo innanzitutto la valutazione del profilo di rischio (di credito, di liquidità, di mercato, operativo) ed una migliore qualità dell’informativa contabile. Tali obiettivi sono perseguiti soprattutto attraverso l’incoraggiamento delle rappresentazioni qualitative dei processi logici che hanno portato alla formulazione delle decisioni. Emerge, in tal modo, l’importanza delle informazioni complementari (Pillar 3) da presentarsi congiuntamente agli schemi primari di bilancio con frequenza almeno annuale e possibilità di periodiche pubblicazioni sui «Fondi propri» (art. 437), sui «Requisiti di capitale» (art. 438) nonché sull’esposizione al rischio o su altri elementi suscettibili di rapidi cambiamenti. Il presente lavoro analizza la tendenza del nuovo Framework europeo a indirizzare la discrezionalità del management verso scelte di veridicità e correttezza poiché la dinamicità dell’ambiente in cui essa è esercitata mal si presta all’implementazione di principi contabili rigidi i quali, se da un lato, garantiscono una maggiore affidabilità del bilancio dall’altro possono non esprimere a pieno l’effettiva realtà aziendale. L’idea è che l’adozione di una legislazione primaria di massima armonizzazione per tutti gli intermediari finanziari operanti nel Mercato Unico (single rulebook) scoraggi l’implementazione dell’ earnings manipulation e garantisca, allo stesso tempo, una allocazione più efficiente delle risorse e la crescita dell’apparato produttivo europeo.
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Carraro, Alessandra <1996&gt. « Evoluzione della regolamentazione bancaria e analisi empirica dell'applicazione dello SREP in Italia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20106.

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Résumé :
Con il mio elaborato ho voluto ripercorrere l'evoluzione della regolamentazione bancaria dal 1958 fino ai giorni nostri, soffermandomi, in particolar modo sul processo SREP, ossia lo strumento principale adottato dalle autorità di vigilanza per svolgere la propria attività di valutazione e di misurazione dei rischi di ogni singola banca. Per sottolineare l'importanza di tale processo, ho deciso di analizzare empiricamente la sua applicazione a 130 banche. Una volta scelte, le ho suddivise per regione e per area geografica: Nord Italia, Centro Italia, Sud Italia e Isole. Successivamente ho individuato, all’interno dei bilanci, dei valori percentuali, sia prefissati dall’autorità di vigilanza, sia raggiunti dalle banche del Common Equity Tier 1 ratio, del Tier 1 ratio e del Total Capital ratio per gli anni dal 2015 al 2020.
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CIRILLO, NICCOLÒ. « Gli strumenti finanziari partecipativi nell'impresa bancaria : indagine sulla regolamentazione patrimoniale europea e nazionale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Brescia, 2021. http://hdl.handle.net/11379/544138.

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Résumé :
Gli strumenti finanziari partecipativi nell'impresa bancaria: indagine sulla regolamentazione patrimoniale europea e nazionale
Participative financial instruments in the banking enterprise: survey on European and national capital regulation
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ALIANO, MAURO. « Globalizzazione e sistema bancario europeo : Determinanti e impatto sulla redditività ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2016. http://hdl.handle.net/11584/266754.

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Résumé :
Based on a dataset that allows tracking banks across four Euro countries and across different modes of foreign entry, this study addresses the multi-nationalization strategies of European banks in the aftermath of the financial crisis of 2007. In this period the relevant regulatory activities that involved the banking sector and the high volatility of global economic and financial environment, represent the macro-institutional framework. In this context, bank hysteresis mechanisms among Euro countries are progressively attenuated, but still persist and affect ECB and its policy. In the analysis, we study the impact of country and firm level factors for bank multi-nationalization supported by a database of about 350 banks of the four major countries of the Euro area (Germany, France, Italy and Spain), for the period 2008-2014, on which statistical methods of panel regression are applied. We estimate a model with two specifications. In the first, we theoretically model the intensity of multi-nationalization of banks as a function of profitability, risk, and macroeconomics variables; in the second, we employ the intensity of multi-nationalization as impact-variable on bank profitability. Among the conclusions one seems the most important, the one linked to the prevailing negative relationship (dynamic in both directions) between profitability and intensive multi-nationalization process.
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MONARCA, UMBERTO. « Regolamentazione bancaria e gestione del credito dopo Basilea ». Doctoral thesis, 2005. http://hdl.handle.net/1234/20864.

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Livres sur le sujet "Regolamentazione bancaria"

1

Giuseppe, Marotta. La regolamentazione degli intermediari bancari. Bologna : Il Mulino, 1993.

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