Articles de revues sur le sujet « Registro nazionale »

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Cattoni, Silvia. « La letteratura italiana tradotta in Argentina ». Revista de Italianística, no 34 (7 novembre 2017) : 90. http://dx.doi.org/10.11606/issn.2238-8281.v0i34p90-102.

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In due secoli di storia della letteratura argentina, lo sviluppo della letteratura italiana tradotta è in stretto rapporto con i propositi pedagogici o estetici determinati dal contesto culturale dei diversi momenti storici. In linea di massima, è possibile affermare che, dalla conformazione dello Stato nazionale e durante i primi decenni del XX secolo, la traduzione letteraria mirava ad ampliare l’orizzonte culturale di un lettore che si consolidava al ritmo della fiammante nazione. Nelle fasi successive e in stretto rapporto con la politica culturale portata avanti da Victoria Ocampo a partire dal 1931 tramite la rivista Sur e il suo posteriore progetto editoriale, la traduzione è stata soprattutto una pratica di scrittura che ebbe un’influenza decisiva nell’ordito della letteratura nazionale favorendo il suo rinnovo e incentivando le versioni di traduttori argentini. Fu questa un’apertura che favorì, durante la seconda metà del secolo, nel contesto della ricezione della letteratura universale, l’ingresso della letteratura italiana in Argentina. Il presente lavoro tratta in maniera sistematica, ma provvisoria, il panorama della letteratura italiana tradotta in Argentina. Lo scopo principale comporta il registro dei momenti più fecondi e l’interpretazione degli esiti ottenuti nei confronti della traduzione nel sistema letterario nazionale.
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Hernández Esteve, Esteban. « Comentario sobre el libro de Massimo Ciambotti y Anna Falcioni : Liber viridis rationum curie domini. Un registro contabile Della cancelleria di Pandolfo III Malatesti, Promovido por el Consiglio Nazionale dei Ragionieri Commercialisti. Urbino : Argalìa Editore, 2007, 454 págs. » De Computis - Revista Española de Historia de la Contabilidad 5, no 9 (31 décembre 2008) : 309. http://dx.doi.org/10.26784/issn.1886-1881.v5i9.159.

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Comentario sobre el libro de Massimo Ciambotti y Anna Falcioni: Liber viridis rationum curie domini. Un registro contabile Della cancelleria di Pandolfo III Malatesti, Promovido por el Consiglio Nazionale dei Ragionieri Commercialisti. Urbino: Argalìa Editore, 2007, 454 págs.
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Paganoni, Maria Cristina. « Fra consumo e utopia. Il cibo planetario all'Expo 2015 ». CULTURE DELLA SOSTENIBILITA ', no 6 (juin 2010) : 36–50. http://dx.doi.org/10.3280/cds2009-006003.

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Nel 2015 Milano ospiterŕ un'esposizione universale dedicata al rapporto fra cibo, salute e sviluppo sostenibile. Atteso come occasione per rilanciare la cittŕ, l'evento č giŕ da tempo anticipato da una campagna mediatica in costante espansione. Mediante gli strumenti dell'analisi del discorso e dei generi testuali, si sono confrontati documenti promozionali e articoli apparsi sulla stampa nazionale e internazionale inglese e francese per portare alla luce l'intreccio delle molteplici finalitŕ - culturali, sociali e commerciali - della manifestazione. A livello discorsivo si č rilevato che la campagna dell'Expo 2015 adotta un registro ufficiale pedagogico e universalista e ricorre a un'incalzante retorica delle promesse. Seppur velatamente, entrambe le caratteristiche mirano soprattutto alla promozione dell'aspetto commerciale dell'Expo, utilizzando a tal fine tecniche di marketing ben riconoscibili in filigrana e rappresentando il capoluogo lombardo come World City all'incrocio strategico fra locale e globale per ragioni di rebranding. Laddove lo sguardo disincantato della stampa internazionale registra le molte contraddizioni della complessa pianificazione dell'evento, la stampa nazionale riporta un conflitto di opinioni e valori che rende problematica la costruzione del consenso da parte dell'opinione pubblica. L'evidenza testuale rileva quindi serie discrepanze fra le molteplici narrazioni mediatiche. Tale cesura discorsiva e sociale rischia di minare non solo l'immagine dell'Expo come spazio sociale utopico del prossimo futuro, ma soprattutto la realizzazione di interventi significativi di riqualificazione urbana.
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Pieruzzi, F. « La denervazione renale transcatetere : il ruolo del nefrologo ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 4 (26 janvier 2018) : 1–7. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1165.

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Studi clinici recenti hanno dimostrato che la denervazione renale bilaterale con catetere a radiofrequenza riduce significativamente i valori pressori nell'ipertensione resistente. All'efficacia antipertensiva si associa una significativa riduzione dell'ipertono simpatico, dell'insulino-resistenza e del danno d'organo cardio-renale. La procedura si è rivelata pressoché priva di effetti collaterali. Sebbene i dati della letteratura sull'efficacia antipertensiva della denervazione renale transcatetere siano solidi, solo un'analisi dell'utilizzo in campo clinico di questa metodica potrà fornire un reale parametro di giudizio sulle modalità di esecuzione della procedure nelle diverse realtà cliniche sul territorio nazionale. Per questo scopo è stato istituito il Registro Prospettico Italiano che raccoglie dati sull'efficacia e la sicurezza della denervazione renale a breve e a lungo termine. Tuttavia non sono ancora noti gli effetti della procedura sulla funzione renale, la proteinuria e il bilancio del sodio, in particolare nel lungo termine. Queste conoscenze potranno permettere di estendere le indicazioni attuali della procedura anche in altre condizioni patologiche caratterizzate da ipertono simpatico e di valutare l'impatto del costo-beneficio della denervazione renale come un potenziale trattamento alternativo alle tradizionali strategie farmacologiche.
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Bressani, Roberto, Isidoro Cioffi, Carlo Fraticelli, Franco Grillo, Salvatore Pisani, Anna Maria Verri, Fabio Banfi et Simone Vender. « The suicidal behaviour in the North province of Varese : an epidemiological analysis ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no 3 (septembre 2001) : 180–85. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005303.

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RIASSUNTOScopo – Conoscere dati quantitativi e caratteristiche del comportamento suicidario nell'area nord della Provincia di Varese, comprendente il capoluogo ed i comuni limitrofi (Valceresio, valli del luinese e nord-Verbano), al fine di individuare interventi preventivi. Disegno – Studio epidemiologico-descrittivo. Sono state utilizzate le schede di morte ISTAT del Registro di Mortalità dell'ex Azienda USSL di Varese negli anni 1995-97. Sono stati inclusi i soggetti che al momento del suicidio risultavano residenti. Successivamente i casi delle schede ISTAT sono stati ricercati negli archivi dei servizi psichiatrici, per valutare eventuali contatti. Per costoro sono state rilevate informazioni, quali tentativi suicidari, patologia psichiatrica, data del primo contatto. Setting – Distretti di Arcisate, Cittiglio, Luino e Varese, corrispondenti al bacino di utenza delle Unità Operative di Psichiatria 1 e 2 dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Macchi di Varese. Principali misure utilizzate – Sono stati calcolati i tassi di suicidio deH'area e tramite standardizzazione diretta sono stati confrontati i tassi dei singoli distretti. Risultati – I suicidi sono stati 78 (24 femmine e 54 maschi), con un tasso dell'8.2 per 100.000. In analogia all'andamento nazionale si osserva una diminuzione generale del fenomeno negli ultimi anni, ma non per i più giovani. Ci sono alcune aree geografiche (distretti di Luino e di Arcisate) da monitorare nel tempo, perche una casistica più ampia potrebbe rivelare un rischio più elevato. La fascia d'età giovane e anziana è più colpita nei maschi, e per i due sessi sono particolarmente a rischio i 55-64enni. I mezzi utilizzati differiscono per fasce d'età. Un'alta percentuale di soggetti sono non coniugati o con scarsa istruzione. Meno di un terzo dei casi era entrato in contatto con i servizi psichiatrici. Conclusioni – I dati consentono un confronto con la casistica nazionale e una riflessione sulle caratteristiche del suicidio nell'area di riferimento, al fine di elaborare strategie preventive orientate da un approccio multidimensionale, la cui efficacia potrà essere validata nel tempo attraverso l'attivazione di un osservatorio provinciale.
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De Agostini, Paola, Paola Bonizzato, Francesco Amaddeo, Giulia Bisoffi, Federico Perali et Michele Tansella. « For a more rational funding system of Mental Health Services. Analyses of costs for services supplied by a Community Mental Health Service during a 7-year period ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no 3 (septembre 2001) : 163–79. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005297.

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RIASSUNTOScopo – Negli ultimi anni si è assistito, in Italia come in altri paesi del mondo occidentale, ad un forte aumento dell'interesse, da parte dei ricercatori, per l'economia sanitaria. Anche l'assistenza psichiatrica è stata analizzata riguardo a questi aspetti e, più recentemente, l'attenzione di molti gruppi di lavoro si è rivolta a studi in grado di individuare possibili sistemi di finanziamento dei Servizi psichiatrici altemativi a quelli esistenti e di valutarne l'effetto sul funzionamento dei Servizi. Lo scopo di questo lavoro è quello di definire un nuovo tariffario basato sui costi reali delle prestazioni erogate dai Servizi psichiatrici. Metodo – Utilizzando il Registro Psichiatrico dei Casi di Verona-Sud, sono stati considerati tutti i contatti avvenuti nelle varie sedi del Servizio Psichiatrico Territoriale (SPT) di Verona-Sud in un periodo di 7 anni (1992-1998), per un totale di 125632 prestazioni, riferite a 2819 soggetti. I contatti sono stati successivamente raggruppati in 19 tipi di prestazioni. La funzione di costo è stata utilizzata per descrivere, attraverso la stima dell'elasticit?à, il comportamento dei costi nel SPT di Verona-Sud. Il costo di una prestazione psichiatrica risulta così comprensivo della spesa per gli operatori coinvolti nell'erogazione del servizio (direttamente e/o indirettamente a contatto con il paziente) e del costo delle strutture utilizzate. Risultati – Per ciascuna prestazione vengono riportati (a) i costi stimati per la prestazione effettivamente erogata, (b) il costo stimato al minuto, (c) il costo della prestazione standard erogata con caratteristiche definite (per la durata si è utilizzato il tempo modale rilevato nel campione; per gli operatori, la composizione è stata decisa tenendo conto, da una parte, della reale operatività del SPT e, dall'altra, di considerazioni su quella che potrebbe essere, date le risorse disponibili nel nostro SPT, una buona pratica clinica) ed, infine, (d) i costi relativi alle prestazioni effettuate, raggruppate nelle otto voci contemplate dal Tariffario della Regione Veneto attualmente in vigore. Conclusioni – I risultati hanno dimostrato che le definizioni delle prestazioni, da noi utilizzate, descrivono in maniera soddisfacentemente univoca i diversi tipi di attività svolti dal SPT. Il nomenclatore nazionale attualmente in vigore, invece, avrebbe permesso di descrivere solo il 28% delle prestazioni erogate (35230 su 125632). Ciò dimostra la necessità di disporre, in tempi brevi, di un nuovo nomenclatore delle prestazioni psichiatriche, accettato a livello nazionale, che sia adeguato alle modalita reali con le quali si fomisce assistenza per la salute mentale. I valori di costo da noi ottenuti dimostrano chiaramente che il finanziamento di un Servizio psichiatrico, basato sul nomenclatore nazionale attualmente in vigore, sottostima fortemente le risorse effettivamente utilizzate. La funzione di costo delle diverse prestazioni pud fornire la base per esperienze di finanziamento dei servizi fondato sulle "funzioni assistenziali" previste dal decreto 229 del 1999.
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Mezei, Regina. « Somali Language and Literacy ». Language Problems and Language Planning 13, no 3 (1 janvier 1989) : 211–23. http://dx.doi.org/10.1075/lplp.13.3.01mez.

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RESUMO La Somalia lingvo kaj alfabetigo La 21-an de oktobro 1972, la dekdujara registaro de Somalio finis jam longan debaton kaj decidiĝis pri latina alfabeto por reprezenti la sonojn de la Somalia lingvo. Antaŭe, la somalian oni pludonis de generacio al generacio per buŝa tradicio sen skriba formo, dum la urbanigita, klera elito skribis angle, itale aŭ arabe. Plejparte la lando restis analfabeta je nivelo de 90% ĝis 95%. Post starigo de la oficiala ortografio, signifaj sanĝoj okazis en la lernejoj, kaj oni lancis nacian alfabetigan kampanjon, kiu atingis ankaŭ la somaliajn nomadojn. Mezlernejanoj fariĝis instruistoj en la servo de la stato, la amasmedioj prezentis specialajn programojn kaj lecionojn, anoj de la registaro kaj la armeo estis devigataj lerni la lingvon, kaj plenkreskula edukado trovis lokon en la eduka sistemo. Takso de la Somalia kleriga kampanjo prezentas varian bildon. Kvankam la registaro en Mogadiŝu pretendis 60-procentan alfabetecon post la kampanjo de la mezaj 70-aj jaroj, tiu cifero estas pridubinda, kaj pli aktualaj studoj sugestas, ke la nuna alfabeteco povus esti ne pli ol 30 % . Tamen, tiu cifero altas en Afriko, kaj konsistigas signifan atingon en nomada socio plagumita laŭvice de sekeco, malrico kaj militaj konfliktoj. Nedisputata estas la sukcesa konverto de la lernejoj, de la elementa nivelo gis la Nacia Universitato, al la Somalia lingvo kiel instrumedio, cio ci kun signifa kresko de la nombro de lernejanoj. En la skribo de la lingvo, somaliaj ortografoj liveris la rimedojn, per kiuj lingvo bazita je paŝta vortaro povus esti vastigita por plenumi la lingvajn bezonojn de moderniĝanta socio. Tion ili faris ĉefe per ekspluato de la apartaj strukturo kaj dinamismo de la somalia. Krome, la Somalia "literaturo," precipe la poezio, estis nun transdonebla en skriba formo, tiel garantiante pliajn generaciojn de pluvivo. Certe, la Somalia sperto estas unika. Tamen, ĝi proponas valorajn enrigardojn en ling-voinstruadon kaj alfabetigon en ĉiuj kulturoj, emfazante la gravecon de forta registara engaĝiĝo, uzo de la amasmedio, starigo de alfabetiga korpuso, utiligo de arta esprimiĝo, kaj rekono de ortografio kiel ŝlosila elemento en lernado. SOMMARIO Lingua ed alfabetismo somalesi Il 21 Ottobre del 1972, il giovane governo somalese, al potere da solo 12 anni, ha risolto un dibatito interminabile; cioè, il governo decise di adoperare grafemi latini per rap-presentare fonemi somalesi. Generazioni anterior tramandavano la loro lingua oralmente, mentre l'elite della nazione si serviva dell'inglese, dell'italiano o dell'arabo per le loro co-municazioni scritte. Per il resto del paese il tasso dell'analfabetismo toccava dal 90 al 95 per cento della popolazione. Stabilità l'ortografia ufficiale, cambiamenti di maggior peso si sono introdotti nelle scuole ed una lotta contro l'analfabetismo si e lanciata, arrolgendo tutti i ceti sociali, anche quello nomade. Studenti di liceo diventarono insegnanti, i mass media presentarono pro-grammi e lezioni particolari, impiegati statali e dipendenti militari furono costretti ad im-parare la lingua e scuole per adulti si formarono in tutto il paese. Una valutazione di questi sforzi svolti dalle autorità somalesi nella loro lotta contro l'analfabetismo ci rende risultati ambigui. Benchè il governo centrale abbia rivendicato che l'alfabetismo sia salito a circa 60 per cento dopo la suddetta campagna alla meta degli anni settanta, le cifre sono state contestate da critici competenti e ricerche recenti suggeriscono che l'attuale tasso di alfabetismo sfiori il 30 per cento. Nonostante ciò, il tasso e segnalatamente elevato quando lo si paragona con altri paesi africani. In somma, l'ultima cifra mostra chiaramente un notevole successo, particolarmente se si rende conto che quella società nomade era nel contempo afflitta da povertà perenne, lotte intestine continue, e da una seccita durante decenni. In oltre, nessuno, nemmeno i più accaniti critici, può mettere in dubbio ne'lla riuscita inserzione della lingua nazionale a tutti i livelli dell'insegnamento, dalle scuole elementari fino all'università, né l'aumento cospicuo delle matricolazioni. Nello scrivere della loro lingua, gli ortografi somalesi hanno saputo sfruttare gli elementi strutturali e dinamici della lingua nazionale, fornendo mezzi con cui trasformare una lingua fondamentalmente nomade e pastorale. Per runderla più risponsiva ai bisogni di una società in via di trasformazione. Altro fatto notevole è che la letteratura di questo popolo, particolarmente la sua poesia, fin allera tramandata oralmente, oggi e documen-tata, così assicurandosi la sopravvivenza fra generazioni futuri. L'esperienza somalese ci può sembrare un caso unico, ma, infatti, ci presenta con alcuni informazioni pregeroli sull'insegnamento e la diffusione di una lingua. Mette in rilievo l'importanza dell'impegnamento decisivo di un governo, lo sfruttamento utile e sagace dei mass media e quello d'un corpo d'insegnanti, l'uso didattico dell'espressività artistica, e in fine, Fimpostazione di uno standard ortografico—tutti funzioni essenziali per Finsegnamento e Fapprendimento in qualunque centesto culturale.
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de Crescenzo, Armando. « Il Meccanismo Europeo di Stabilità ‘alla prova' del futuro dell'Unione europea. Parlamenti (ancora) assenti nelle condizionalità macroeconomiche ? » CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (août 2020) : 133–61. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2020-001005.

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Il lavoro inquadra la genesi e la governance del Meccanismo Europeo di Stabilità (MES), anche in relazione all'ordinamento costituzionale, più di recente oggetto di un acceso dibattito pubblico sia con riguardo alle sue modifiche, quanto al suo impiego per risolvere la crisi sanitaria che ha investito la zona euro a dieci anni di distanza dalla crisi economica iniziata nel 2008. Nell'ambito delle numerose problematiche giuridiche che pone il MES, ci si concentra sul funzionamento delle condizionalità previste dal Trattato, l'impatto sull'indirizzo politico nazionale e il deficit di democraticità che si registra in questi meccanismi intergovernativi. Bisognerebbe chiedersi se sia realmente questa l'idea di Unione Europea auspicata dai padri fondatori e se siano maturi i tempi per operare una vera (e significativa) svolta, indispensabile per la sopravvivenza stessa del progetto europeo.
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Vitale, Maria Grazia, Domenico Mallardo, Antonio Grimaldi, Ncholas Bayless, Mariaelena Capone, Gabriele Madonna, Vito Vanella et al. « 761 Potential predictive biomarkers of rapid progression and response to anti-PD1 treatment by gene profiling analysis in metastatic melanoma patients ». Journal for ImmunoTherapy of Cancer 8, Suppl 3 (novembre 2020) : A809. http://dx.doi.org/10.1136/jitc-2020-sitc2020.0761.

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BackgroundImmunotherapy dramatically changed the landscape of melanoma treatment. Even if nearly 40% of patients has a long-term benefit from anti-PD-1 agents, nearly 30% relapse in the first year of treatment, showing in some cases very rapid disease progression. Actually, there are no effective biomarkers that could predict patient‘s clinical benefit. Aim of this study is to identify gene profiling biomarkers that could help to select melanoma patients who most likely respond to anti-PD-1 therapy.MethodsWe defined as fast responder (FR) or fast progressor (FP) patients who got clinical response or clinical progression within eight weeks from first cycle of therapy. We retrospectively collected data from 51 metastatic melanoma patients (25 FR and 26 FP) treated from October 2016 to June 2020 in first-line with anti-PD1 monotherapy (nivolumab or pembrolizumab) at National Cancer Institute of Naples, Italy. Gene expression profiling analysis was performed using NanoString® IO 360 panels on PBMCs collected at baseline from 18 patients (10 FR and 8 FP). Patients with ECOG≥2 were excluded. They were all IV stage (5 M1a, 1 M1b, 12 M1c) of which 15 were B-RAF wild-type (83%) and 3 were B-RAF mutated (17%). Statistical associations between treatment response and gene score variables were estimated through Bonferroni correction for multiple comparisons and Benjamini-Hochberg.ResultsPatterns of gene expression were assessed for correlation to response. We compared PBMCs Nanostring analysis between FR and FP patients. We found a higher expression of KRas, CD39, IFI16, IL18, FCGR2A, IL1RN, MAP3K8, TLR5, TLR8, MyD88 and NF-kB in FP patients (all with p-value ≤0.005), most of them related to cell proliferation and immunosuppressive mechanism. Instead we found a higher expression of PRF1, PIK3R1, HLA-DPA1, HLA-DRB1, HLA-DOA, CD45RA, LDHB, KIR3DL2, CD2, CD28, CD7, CD27 in FR patients (all with p-value ≤0.01), most of them related to priming and cytolysis.ConclusionsOur study suggests that a specific gene signature may discriminate FR or FP patients. These preliminary data provide a rationale for further investigating gene profiling signature as a potential biomarker of response to immunotherapy.AcknowledgementsThe study was supported by the Institutional Project ‘Ricerca Corrente’ of Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ‘G. Pascale’ of Napoli, Italy.Ethics ApprovalThe study was approved by the internal ethics board of the Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ‘G. Pascale’ of Napoli Italy, approval number of registry 17/17 OSS.
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Marossi, Walter. « Paolo Valera, il cantore dei bassifondi ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 54, no 1 (19 mars 2020) : 256–76. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820910086.

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Personaggio a tutto tondo, giornalista, scrittore e sobillatore sociale, Valera esprime la sua vitalità umana e artistica tra la fine dell’Ottocento e il primo quarto del Novecento. Benché il suo protagonismo si esprima quasi esclusivamente all’interno della realtà milanese, per contenuti e diffusione, la sua opera letteraria può a ragione essere ritenuta di interesse nazionale. Ebbe la capacità di immergersi nelle immondizie e contraddizioni umane del suo tempo, in particolare quelle di alcune città europee, tra le quali Milano, senza restarne contaminato. La sua dirittura morale, nonostante l’inesauribile serie di querele, confini, arresti ai quali fu sottoposto dal potere costituito e dai borghesi del tempo, non fu infatti mai messa in questione da nessuno. Di interesse storico il sodalizio con Mussolini, prima che questi saltasse definitivamente il fosso della reazione e delle politiche contrarie agli interessi del mondo del lavoro. Benedetto Croce non volle considerare la sua vasta opera “letteratura”; ebbe probabilmente ragione se per letteratura si intendono testi codificati sulla base di canoni fissati dalla “norma” del tempo nel quale si scrive. Tuttavia, Valera, come è ampiamente documentato nella parte finale di questo saggio, registra da mezzo secolo nuova vita, fatta di ristampe, riletture, dibattiti, saggi critici. Il suo stile infiammato ed eccessivo, i contenuti dei suoi lavori, tornano probabilmente di attualità nel nostro tempo.
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Petit, Lorenza. « Dal Medio Oriente al Messico : storia di una migrazione ». MONDI MIGRANTI, no 2 (juillet 2022) : 141–63. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-002007.

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Tra la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, il continente americano diventò il polo di attrazione per milioni di persone che andarono oltreoceano non solo ver-so gli Stati Uniti ma anche per raggiungere l'America Latina. Il contributo mette in evidenza il caso particolare delle emigrazioni provenienti dal mondo arabo e diret-te in Messico. Nella prima parte dell'articolo, l'autore analizza le fonti che ci per-mettono di realizzare un'indagine rigorosa del fenomeno apportando numerosi dati a sostegno dello studio. Le fonti prese in esame comprendono: il Registro degli Stranieri, presente nell'Archivio Generale della Nazione (AGN), i censimenti dell'INEGI e il Direttorio Libanese del 1948. Nella seconda parte, si ricostruiscono i movimenti dei migranti all'interno della Repubblica Messicana in un periodo che va dal 1895 al 1950. L'articolo ha lo scopo di introdurre il lettore allo studio delle emigrazioni arabe in America Latina, tema poco presente nella storiografia italia-na, evidenziandone la rilevanza ed incoraggiando futuri progetti di ricerca sul fenomeno.
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Vasselli, Stefania, et Antonio Federici. « La valutazione dei Piani regionali di prevenzione ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 50 (décembre 2012) : 41–53. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050004.

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L'esperienza del Piano nazionale di prevenzione 2010-2012 (PNP), adottato con Intesa Stato Regioni 29 aprile 2010, si segnala per la sua importanza non solo per i contenuti e le metodologie adottate ma anche per il significato che assume all'interno dei rapporti tra le Istituzioni. La sua impostazione prevede infatti che il Ministero svolga Azioni centrali (DM 4 agosto 2011) a supporto della Programmazione regionale, come espressione dell'assetto costituzionale, secondo il modello di governance della stewardship, recepito dall'Italia con la carta di Tallin. Sul piano dei contenuti, il PNP pone grande e sistematica attenzione alla necessitŕ di disponibilitŕ e fruibilitŕ delle evidenze in tre momenti principali: prove di efficacia teorica (efficacy); monitoraggio e valutazione degli interventi; evidenze di impatto sugli outcome (effectiveness). In questa logica, e nel modello di governance adottato, l'attivitŕ di valutazione ha un significato sistemico di produzione di informazioni (intelligenza) funzionali a supportare la programmazione, l'implementazione, la valutazione degli interventi e si sta realizzando mettendo in campo molteplici azioni (certificazione; capacity building; promozione della cultura e degli strumenti di pianificazione e valutazione; attivitŕ di studio) e coinvolgendo interlocutori e partner diversi. In particolare, attraverso l'Azione centrale prioritaria "Intesa Stato Regioni su registri, sorveglianze e sistemi informativi per la prevenzione", si sta perseguendo l'obiettivo di un approccio integrato alle valutazioni di impatto degli interventi di prevenzione che definisca, al piů alto livello di concertazione, gli ambiti tematici, gli obiettivi conoscitivi e le regole di implementazione di un sistema informativo integrato per la prevenzione e che quindi tenga conto sia delle caratteristiche proprie di questi interventi (e delle relative difficoltŕ epistemologiche della loro valutazione), sia della conseguente attuale scarsezza e frammentarietŕ di informazione e valutazione.
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Fucà, Giovanni, Mara Lecchi, Chiara Maura Ciniselli, Arianna Ottini, Andrea Spagnoletti, Laura Mazzeo, Daniele Morelli et al. « Efficacy of mRNA anti-SARS-CoV-2 vaccination and dynamics of humoral immune response in patients with solid tumors : results from the institutional registry of an Italian tertiary cancer center ». Therapeutic Advances in Medical Oncology 14 (janvier 2022) : 175883592211086. http://dx.doi.org/10.1177/17588359221108687.

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Background: Systemic immunosuppression characterizing cancer patients represents a concern regarding the efficacy of anti-severe acute respiratory syndrome coronavirus 2 (SARS-CoV-2) vaccination, and real-world evidence is needed to define the efficacy and the dynamics of humoral immune response to mRNA-based anti-SARS-CoV-2 vaccines. Methods: We conducted an observational study that included patients with solid tumors who were candidates for mRNA anti-SARS-CoV-2 vaccination at the Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milan, Italy. The primary objective was to monitor the immunologic response to the mRNA anti-SARS-CoV-2 vaccination in terms of anti-spike antibody levels. All the patients received two doses of the mRNA-1273 vaccine or the BNT162b2 vaccine. Healthcare workers served as a control group of healthy subjects. Results: Among the 243 patients included in the present analysis, 208 (85.60%) and 238 (97.94%) resulted seroconverted after the first and the second dose of vaccine, respectively. Only five patients (2.06%) had a negative titer after the second dose. No significant differences in the rate of seroconversion after two vaccine doses were observed in patients as compared with the control group of healthy subjects. Age and anticancer treatment class had an independent impact on the antibody titer after the second dose of vaccination. In a subgroup of 171 patients with available data about the third timepoint, patients receiving immunotherapy with immune checkpoint inhibitors seem to have a higher peak of antibodies soon after the second dose (3 weeks after), but a more pronounced decrease at a late timepoint (3 months after). Conclusions: The systemic immunosuppression characterizing cancer patients did not seem to dramatically affect the humoral response to anti-SARS-CoV-2 mRNA vaccines in our population of patients with solid tumors. Further investigation is needed to dissect the interplay between immunotherapy and longitudinal dynamics of humoral response to mRNA vaccines, as well as to analyze the cellular response to mRNA vaccines in cancer patients.
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Marcuccio, Massimo, et Vanessa Lo Turco. « Università, Imprese e Soggetti Intermediari nei Processi di Innovazione Didattica nelle Scuole di Dottorato. Uno Studio di Caso M ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 2 (décembre 2022) : 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2022oa15083.

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Résumé :
Nell'ambito del dottorato di ricerca in Italia, negli ultimi vent'anni si registra un incremento degli iscritti così come dei dottori di ricerca inseritisi nel mondo del lavoro. Tuttavia, confrontando i dati nazionali con quelli internazionali, la percentuale dei dottori di ricerca occupati risulta inferiore in relazione al totale della forza lavoro. Inoltre, molti dei dottori di ricerca ritengono di non utilizzare nel loro lavoro le competenze sviluppate durante il dottorato mentre altri trovano migliori opportunità di lavoro all'estero. Questa situazione problematica sembra trovare una possibile soluzione nell'introduzione di curricula innovativi nei dottorati. Il contributo presenta gli esiti di uno studio di caso multiplo realizzato nel 2021 relativo a un percorso innovativo di educazione non formale sui temi dell'Open innovation promosso da un soggetto intermediario dell'Emilia-Romagna e rivolto ad aziende e dottorandi degli atenei emiliano-romagnoli. L'impianto della ricerca empirica è stato messo a punto a partire da una cornice teorica che ha integrato tre diversi modelli: la Comunità di Pratica, l'apprendimento basato sulla sfida e l'hackathon. L'obiettivo principale è stato quello di descrivere la sostenibilità, l'efficienza e l'efficacia del percorso innovativo. Sono stati coinvolti 14 dottorandi, 8 rappresentanti di quattro imprese, 4 referenti di un soggetto intermediario e 4 consulenti aziendali. I dati sono stati rilevati attraverso l'analisi di documenti, interviste e questionari. Dai principali esiti emerge che il percorso indagato risulta sostenibile, sebbene richieda alcuni adattamenti per migliorarne l'efficienza, e in grado di favorire la costituzione di comunità di pratica capaci di promuovere apprendimenti.
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Necchi, A., M. Colecchia, N. Nicolai, M. Mego, U. De Giorgi, G. Mikuz, T. Sava, M. Di Nicola, U. Pastorino et R. Salvioni. « Somatic malignant differentiation in adult male germ-cell tumors (GCTs) : Preliminary evidences from the INTera database (International Project for Teratoma with Malignant Transformation) ». Journal of Clinical Oncology 27, no 15_suppl (20 mai 2009) : e16013-e16013. http://dx.doi.org/10.1200/jco.2009.27.15_suppl.e16013.

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e16013 Background: Malignant transformation (MT) is a rare phenomenon characterized by a neoplastic somatic differentiation within a GCT. Little is known concerning its clinical implications. An international registry (INTera Project) has been established to collect all past and new cases worldwide. Methods: Patients (pts) with a MT within GCT have been retrospectively identified from registries of contributing Institutions. Significant clinical and pathological data have been collected and data files gathered at the Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Milan. Results: 47 pts have been identified as well as a variety of 12 histologies. 25 pts had MT in primary tumor: 14 of them had no metastases (11 underwent primary retroperitoneal lymph-node dissection - RPLND), and 11 underwent chemotherapy (CT) ± surgery due to metastatic disease. All 14 pts with no metastases remain disease-free (DF) following a median follow-up (f-up) of 72 months (2–236+ months). 6 of 11 pts undergoing chemotherapy remain disease-free following a median f-up of 155 months (8–297+). 22 pts had MT in metastases only and 20 of them are evaluable. Following CT, 7 underwent radical surgery and 5 of them remain DF following a median f-up of 77 months (19–166+ months), while 13 could not undergo radical removal of disease, and 3 of them have been rescued by further CT and are DF at 37+, 41+ and 79+ months. So far, all 14 pts with no metastases as well as 7/9 (78%) who had radical removal of disease are alive and DF versus only 7/22 pts (32%) who could not receive a radical excision of residual masses. Median disease-free survival of pts with MT in primary only versus distant sites only was 54 (0–326+) and 2.5 (0–166+) months respectively (p=0.064 - at Log-rank test). No relevant outcome differences have been observed according to histology. Conclusions: Ongoing INTera project is a collaborative effort of MT case- collection worldwide. Stage of disease and radical surgery seem to associate with outcome. The growing number of cases and a centralized pathology review would help to increase knowledge on this rare disease. No significant financial relationships to disclose.
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Mallardo, Domenico, Claudia Trojaniello, Maria Grazia Vitale, grazia d’angelo, Andrew White, Mariaelena Capone, Antonio Sorrentino et al. « 308 Transcriptomic analysis of melanoma patients in adjuvant setting treated with anti PD1 therapy : real life study ». Journal for ImmunoTherapy of Cancer 9, Suppl 2 (novembre 2021) : A332—A333. http://dx.doi.org/10.1136/jitc-2021-sitc2021.308.

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BackgroundAdjuvant treatment of melanoma patients with immune-checkpoint inhibition (ICI) significantly improved relapse-free survival (RFS).1 In the phase 3 keynote-054 trial showed that pembrolizumab (anti-PD1) administration in adjuvant setting provided a longer RFS (59,8%) than the placebo group (41,4%) at a 3.5-year median follow-up.2 Moreover, 4 years RFS results from the phase 3 checkmate 238 trial, showed a superior efficacy of nivolumab versus ipilimumab in patients with resected AJCC-7 stage III or IV melanoma. RFS rate was of 58% in the nivolumab arm and 45% in the ipilimumab arm.3 Although treatment with ICIs has improved the RFS of melanoma patients in adjuvant setting, there is still a large proportion of patients who do not respond to the treatment and then relapse. The aim of this study was to investigate the molecular mechanisms underlying resistance to anti-PD1 treatment in the adjuvant setting.MethodsFrom December 2018 to July 2020, n. 121 melanoma patients in stage III or IV NED were treated with anti-PD1s as adjuvant (minimum follow up of 12 months, range 12–30 months). These patients received nivolumab (n=95) or pembrolizumab (n=26). Distant and local metastases was observed in 33 (27%) and 7 (6%) patients, respectively (patients baseline characteristics are listed in table1). Gene expression profiles, using NanoString IO 360 panel, were performed from peripheral blood mononuclear cell (PBMCs), collected retrospectively, from n.73 patients (of which n.26 had relapse). All patients have appropriately signed informed consent. Statistical analysis was performed via Bonferroni correction, P< 0.05 was considered statistically significant for median stratification.ResultsAt a minimum follow-up of 12 months, the 12-month rate of Relapse-free survival was 72%, confirming the data reported by checkmate 238 trial. In the transcriptomic analysis we observed that in patients with local-regional metastases there was a higher expression of ITGA2 (p<0.05), a gene that promotes malignant tumor aggression by up-regulating PD-L1 expression through STAT3 pathway and the downregulation of DUSP1 (p<0.05) that is linked in promotion of angiogenesis, invasion and metastasis. Moreover, in male group we found a higher expression of HLA-DQB1 and HLA-DQA1 which belonged to HLA class II beta chains.Abstract 308 Table 1ConclusionsIn this preliminary report we found that RFS 1-yr rate is similar to checkmate 238 study, and that patients with local metastasis have a higher expression of genes related to promote PDL1 levels. Further investigations are needed to get additional information.AcknowledgementsThe study was supported by the Institutional Project ”Ricerca Corrente” of Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ”G. Pascale” of Napoli, Italy.ReferencesWeber J, Mandala M, Del Vecchio M, et al, CheckMate 238 Collaborators. Adjuvant nivolumab versus ipilimumab in resected stage III or IV melanoma. N Engl J Med 2017 November 9;377(19):1824–1835.Eggermont AMM, Blank CU, Mandalà M, et al. EORTC melanoma group. Adjuvant pembrolizumab versus placebo in resected stage III melanoma (EORTC 1325-MG/KEYNOTE-054): distant metastasis-free survival results from a double-blind, randomised, controlled, phase 3 trial. Lancet Oncol 2021 May;22(5):643–654.Ascierto PA, Del Vecchio M, Mandalá M, et al. Adjuvant nivolumab versus ipilimumab in resected stage IIIB-C and stage IV melanoma (CheckMate 238): 4-year results from a multicentre, double-blind, randomised, controlled, phase 3 trial. Lancet Oncol 2020 November;21(11):1465–1477.Ethics ApprovalThe study was approved by internal ethics board of the Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ”G. Pascale” of Napoli Italy, approval number of registry 33/17 OSS.ConsentWritten informed consent was obtained from the patient for publication of this abstract and any accompanying images. A copy of the written consent is available for review by the Editor of this journal.
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Mallardo, Domenico, Giosuè Scognamiglio, Khrystyna North, Mariaelena Capone, Michael Bailey, Luigi Scarpato, Sarah Church et al. « 934 Biological mechanisms in the different etiologies of Merkel cell carcinoma patients : polyomavirus or UV exposure ». Journal for ImmunoTherapy of Cancer 9, Suppl 2 (novembre 2021) : A980. http://dx.doi.org/10.1136/jitc-2021-sitc2021.934.

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BackgroundMerkel cell carcinoma (MCC) is a rare and aggressive skin cancer with neuroendocrine features, and it is associated with elevated mortality. The pathogenesis is associated with presence of clonally integrated Merkel cell polyomavirus (MCPyV) or ultraviolet light (UV) exposure.1 The MCPyV causes up to 80% of MCC tumors in North America and Europe.2–4 Recently immunotherapy is having good results,5 the phase 2 trial JAVELIN Merkel 200 indicated that treatment with Avelumab (PDL1 inhibitor) in patients with metastatic MCC pre-treated have a meaningful long-term survival outcomes respect chemotherapy. Moreover, ORRs were highest in patients with high TMB that were also MCPyV−, PD-L1+ or had a greater CD8+ T cell density at the invasive margin.6 In this study, we investigated the biological signatures in patients with MCPyV or not.MethodsFrom April 2011 to June 2018, we collected retrospectively 50 FFPE (Formalin-Fixed Paraffin-Embed) from 37 patients with metastatic MCC and 13 tissues from a secondary metastatic site. All patients have appropriately signed informed consent. We performed an immunohistochemistry assays (IHC) for MCPyV and PDL1. In addition, through the NanoString GeoMx DSP (Digital Spatial Profiling), we analysed 11 patients (6 MCPyV+; 5 MCPyV-) with cutaneous metastasis using a 44-plex antibody cocktail. For each slide we selected three different areas: Intratumoral, extratumoral and tumour border, in each area we selected CD4+ and CD8+ cells in 4 different ROIs (Region of Interest). Statistical analysis was performed via Bonferroni correction, P< 0.05 was considered statistically significant for median stratification.ResultsThe DSP analysis showed that the tumour border cells have an overexpression of IDO respect intratumoral area (adj. p<0.01). Instead, extratumoral area of MCPyV- patients have a higher expression of B7-H3 respect MCPyV+ as well as FOXP3 is higher in the tumour border of MCPyV+ patients and EpCAM in the intratumoral area (p<0.05). PDL1 is overexpressed in MCPyV+ CD4+ cells respect CD8+ (p<0.05). The IHC assay shown that viral status does not change in multiple metastases and PDL1 is elevated in the tumour border (p<0.05).ConclusionsIn this retrospective study, our preliminary data shown that tumour edge have an important role in the modulations of immune infiltrate and patients with Merkel cell polyomavirus could have a different pathway of immunosuppression compared to patients with non-virus related etiology. Further investigations are needed to get additional information.AcknowledgementsThe study was supported by the Institutional Project ”Ricerca Corrente” of Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ”G. Pascale” of Napoli, Italy.ReferencesKaae J, Hansen AV, Biggar RJ, et al. Merkel cell carcinoma: incidence, mortality, and risk of other cancers. J Natl Cancer Inst 2010 June 2;102(11):793–801.Feng H, Shuda M, Chang Y, et al. Clonal integration of a polyomavirus in human Merkel cell carcinoma. Science 2008 February 22;319(5866):1096–100.Garneski KM, Warcola AH, Feng Q, et al. Merkel cell polyomavirus is more frequently present in North American than Australian Merkel cell carcinoma tumors. J Invest Dermatol 2009 January;129(1):246–8.Goh G, Walradt T, Markarov V, et al. Mutational landscape of MCPyV-positive and MCPyV-negative Merkel cell carcinomas with implications for immunotherapy. Oncotarget 2016 January 19;7(3):3403–15.Bichakjian CK, Olencki T, Aasi SZ, et al. Merkel cell carcinoma, version 1.2018, NCCN Clinical Practice Guidelines in Oncology. J Natl Compr Canc Netw 2018 June;16(6):742–774.D’Angelo SP, Bhatia S, Brohl AS, et al. Avelumab in patients with previously treated metastatic Merkel cell carcinoma: long-term data and biomarker analyses from the single-arm phase 2 JAVELIN Merkel 200 trial. J Immunother Cancer 2020 May;8(1):e000674.Ethics ApprovalThe study was approved by internal ethics board of the Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ”G. Pascale” of Napoli Italy, approval number of registry 33/17 OSS.ConsentWritten informed consent was obtained from the patient for publication of this abstract and any accompanying images. A copy of the written consent is available for review by the Editor of this journal.
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Mallardo, Domenico, Maria Grazia Vitale, Diana Giannarelli, Giusy Trillò, Assunta Esposito, Mariaelena Capone, Maria Antonietta Isgrò et al. « 24 Nivolumab serum concentration in metastatic melanoma patients could be related to anti-tumor activity gene and outcome ». Journal for ImmunoTherapy of Cancer 9, Suppl 2 (novembre 2021) : A27—A28. http://dx.doi.org/10.1136/jitc-2021-sitc2021.024.

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Résumé :
BackgroundNivolumab (nivo) is a monoclonal antibody that targets programmed death-1 (PD-1) molecule and has been approved for the treatment of several solid tumors; in the treatment of adjuvant and metastatic melanoma had better efficacy compared with chemotherapy or ipilimumab (anti-CTLA4).1–4 The classical dosage of nivo tested in the phase III trials was 3 mg/kg every 2 weeks (Q2W). However, in order to make easier the administration, it was introduced the flat dosage at 240mg every 2 weeks (Q2W) or 480mg every 4 weeks (Q4W).5 6 The purpose of this study was to investigate retrospectively the relationships between the different nivo dosages and their serum concentration; in addition, we also investigated possible relationship with the expression of pro/antitumor activity genes.MethodsFrom July 2016 to December 2018 at INT IRCCS Pascale, Naples, we collected serum and RNA samples from 88 patients with metastatic melanoma at week 12 from the first administration of nivo. All patients have appropriately signed informed consent. The ORR among the 88 patients was 25% (patients baseline characteristics are listed in table 1). Commercial ELISA assay were performed in 96 well plates following the protocol procedures. Gene expression profiling was performed using NanoString® IO360 panels on 37 patients (CR: 4, PR: 10, SD: 11, PD: 12). Statistical analysis was performed through the Student’s t-test and via Spearman’s rho correlation coefficient. Gene profiling analysis was performed via Bonferroni correction.ResultsWe observed that patients with complete response (CR) have a higher nivo concentration (p=0.003) compared to other groups. No correlation was observed with the most important markers of renal and hepatic function: eGFR, creatinine, AUC, albumin, ALT, AST and gamma GT. Data from gene expression profile shown that patients with CR had a higher expression of anti-tumor and immune activation genes such as: TAPBP, CD47, HDC, IL12RB2 and HLA-DQA1 (P <0.05). Furthermore, genes with pro-tumor or immunosuppressive activity such as MMP9, GOR160, HK2 and LILRA5 (P <0.05) were found to be inversely related with drug concentration while CD1C, a T-cell surface glycoprotein involved in antigen-presenting, it is directly related (p=0.005).Abstract 24 Table 1Patients clinical parametersConclusionsIn this retrospective study we found that higher serum concentration of nivo was correlated with a better outcome and higher frequency of CR. Moreover, in patients with a CR there was an enhancing of the immune activation with an increase of HLA-DQA, TAPBP and IL12RB2. Further investigations are needed to get additional information.AcknowledgementsThe study was supported by the Institutional Project ‘Ricerca Corrente’ of Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ‘G. Pascale’ of Napoli, Italy.ReferencesJames Larkin, Vanna Chiarion-Sileni, Rene Gonzalezet al. Combined nivolumab and ipilimumab or monotherapy in untreated melanoma. N Engl J Med 2015 Jul 2;373(1):23–34.Robert C, Long GV, Brady B et al. Nivolumab in previously untreated melanoma without BRAF mutation. N Engl J Med 2015 Jan 22;372(4):320–30.Weber JS, D’Angelo SP, Minor D et al. Nivolumab versus chemotherapy in patients with advanced melanoma who progressed after anti-CTLA-4 treatment (CheckMate 037): a randomised, controlled, open-label, phase 3 trial. Lancet Oncol 2015 Apr;16(4):375–8.Weber J, Mandala M, Del Vecchio M, Gogas HJ, Arance AM, Cowey CL, Dalle S,4. Schenker M, Chiarion-Sileni V, Marquez-Rodas I et al. CheckMate 238 Collaborators. Adjuvant nivolumab versus ipilimumab in resected stage III or IV melanoma. N Engl J Med 2017 Nov 9;377(19):1824–1835.Zhao X, Suryawanshi S, Hruska M et al. Assessment of nivolumab benefit-risk profile of a 240-mg flat dose relative to a 3-mg/kg dosing regimen in patients with advanced tumors. Ann Oncol 2017 Aug 1;28(8):2002–2008.Long GV, Tykodi SS, Schneider JG et al. Assessment of nivolumab exposure and clinical safety of 480?mg every 4 weeks flat-dosing schedule in patients with cancer. Ann Oncol 2018 Nov 1;29(11):2208–2213.Ethics ApprovalThe study was approved by the internal ethics board of the Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione ‘G. Pascale’ of Napoli Italy, approval number of registry 33/17 OSS.ConsentWritten informed consent was obtained from the patient for publication of this abstract and any accompanying images. A copy of the written consent is available for review by the Editor of this journal.
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Basile, G. « Semaglutide e dulaglutide : comparative effectiveness analysis e disparità nel Piano Terapeutico Regionale ». Journal of AMD 25, no 2 (juillet 2022) : 105. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.5.

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OBIETTIVO DELLO STUDIO Si registra una evidente difformità nell’accesso ai nuovi farmaci nelle diverse regioni italiane. Per il clinico non è sempre semplice conciliare evidenze scientifiche e normative vigenti, soprattutto quando quelle regionali differiscono da quelle nazionali. Un caso emblematico è stato, prima della Nota 100 di AIFA, il Piano Terapeutico (PT) per la prescrizione dei GLP1-RA nella Regione Sicilia, che alla prima prescrizione durava 6 mesi per tutte le molecole, salvo che per semaglutide (4 mesi). Il nostro centro ha quindi analizzato i propri dati in un’ottica di comparative effectiveness per documentare se le disparità di PT trovano un riscontro pratico nell’impatto clinico dei due più recenti GLP1- RA disponibili. DISEGNO E METODI È stato condotto uno studio osservazionale retrospettivo. I dati dei primi 50 pazienti trattati con semaglutide sono stati confrontati con quelli dei primi 50 pazienti trattati con dulaglutide tra giugno e dicembre 2021. Sono stati quindi valutati i cambiamenti nei livelli medi di HbA1c, glicemia a digiuno (FBG) e peso dopo la prima e la seconda visita di follow-up, che cadevano, come da PT, a 6 e 12 mesi per dulaglutide e a 4 e 10 mesi per semaglutide. RISULTATI Al primo follow-up, l’HbA1c si era ridotta di -0,8% (IC95% -1,1;-0,5) con semaglutide e di -0,5% (IC95% -0,9;-0,2) con dulaglutide, raggiungendo livelli simili (circa 7,5%). La riduzione è stata significativa rispetto al baseline per entrambi i farmaci, nonostante la valutazione fosse più precoce per semaglutide, mentre il confronto tra i farmaci non ha evidenziato differenze statisticamente significative. Al secondo follow-up la riduzione di HbA1c è risultata di -1% in entrambi i gruppi, con differenze statisticamente significative rispetto al baseline ma nessuna differenza tra i gruppi. L’effectiveness è stata documentata anche sulla riduzione dei valori di FBG (fino a -51 mg/dl con semaglutide e -38 mg/dl con dulaglutide) e peso (circa -5 Kg con semaglutide e -3 Kg con dulaglutide), statisticamente significativa entro i gruppi sia al primo che al secondo follow-up, con riduzioni più marcate con semaglutide che con dulaglutide, ma senza differenze statisticamente significative tra i gruppi. CONCLUSIONI Questo studio conferma l’importanza strategica dei GLP1-RA nel migliorare gli outcome clinici dei soggetti con diabete di tipo 2 non controllato e solleva il problema della urgente necessità di rivedere in un’ottica di equità e valorizzazione dell’innovazione i criteri di accesso a farmaci innovativi, soprattutto se appartenenti ad una stessa classe terapeutica. PAROLE CHIAVE sistema regionale sanitario; semaglutide; dulaglutide; effectiveness; politica sanitaria.
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FERRARESE, Elaine Da Silveira Ribeiro, et Tamires Da Silva OLIVEIRA. « A Semana da Consciência Negra em uma Escola Periférica : Narrativas de um Trabalho Coletivo ». INTERRITÓRIOS 6, no 12 (7 décembre 2020) : 189. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.248996.

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RESUMOO objetivo do trabalho é inscrever os enfrentamentos para implementação de um projeto interdisciplinar em escola pública periférica, sobre a cultura afro-brasileira. Justifica-se a partir de evidências cotidianas e estatísticas onde os sujeitos negros são “invisibilizados” nas narrativas que compõem a identidade nacional brasileira. Pelas narrativas das professoras envolvidas no projeto, buscou-se problematizar, contextualizar e refletir a partir de bibliografia majoritariamente negra, as crises e dramas do cotidiano escolar específicos ao recorte racial. Considera-se que professoras e professores necessitam fazer voz para que a prática de enaltecer a pluralidade de existências e a luta do povo negro no Brasil ocorra não apenas em datas específicas, mas ao longo de todo o ano letivo.Consciência negra. Racismo. Escola. Narrativas. Projeto interdisciplinar. ABSTRACTThe work objective is to register the confrontations for the implementation of an interdisciplinary project in a peripheral public school, about Afro-Brazilian culture. It is justified based on daily evidence and statistics where black people are “invisible” in the narratives that make up the Brazilian national identity. Through the narratives of the teachers involved in the project, we sought to problematize, contextualize, and reflect from a mostly black bibliography, such as crises and dramas of the school routine specifics to the racial profile. It is considered that qualified teachers need to make a voice so that the practice of extolling the plurality of existences and the struggle of the black people in Brazil occurs not only on specific dates, but throughout the school year.Black awareness. Racism. School. Narratives. Interdisciplinary project. RESUMENEl objetivo del trabajo es registrar los enfrentamientos para la implementación de un proyecto interdisciplinario en una escuela pública periférica, sobre la cultura afrobrasileña. Se justifica con base en evidencias y estadísticas diarias donde los sujetos negros son “invisibilizados” en las narrativas que conforman la identidad nacional brasileña. A través de las narrativas de las docentes involucradas en el proyecto, se buscó problematizar, contextualizar y reflexionar desde una bibliografía mayoritariamente negra, las crisis y dramas de la rutina escolar propios del contorno racial. Se considera que las profesoras y los profesores necesitan hacer una voz para que la práctica de ensalzar la pluralidad de existencias y la lucha del pueblo negro en Brasil ocurra no solo en fechas específicas, sino durante todo el año escolar.Conciencia negra. Racismo. Escuela. Narrativas. proyecto interdisciplinario. SOMMARIOL'obiettivo del lavoro è registrare i confronti per l'attuazione di un progetto interdisciplinare in una scuola pubblica periferica, sulla cultura afro-brasiliana. È giustificato sulla base di prove e statistiche quotidiane in cui i soggetti neri sono "invisibili" nelle narrazioni che compongono l'identità nazionale brasiliana. Attraverso le narrazioni dei docenti coinvolti nel progetto si è cercato di problematizzare, contestualizzare e riflettere da una bibliografia prevalentemente nera, le crisi e i drammi della routine scolastica tipica del profilo razziale. Si ritiene che gli insegnanti e le insegnanti debbano farsi una voce in modo che la pratica di esaltare la pluralità delle esistenze e la lotta dei neri in Brasile avvenga non solo in date specifiche, ma durante l'intero anno scolastico.Coscienza nera. Razzismo. Scuola. Narrazioni. progetto interdisciplinare.
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Harhoff, Frederik. « Securing criminal evidence in armed conflicts abroad ». Military Law and the Law of War Review 58, no 1 (25 novembre 2020) : 2–30. http://dx.doi.org/10.4337/mllwr.2020.01.01.

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This article concerns an issue that has become increasingly relevant for international coalition forces participating in joint military operations abroad, viz. the duty to collect, document, record and secure evidence of serious violations of international humanitarian law (IHL) and international human rights committed in armed conflicts. The point, simple as it seems, is that respect for justice and international humanitarian law requires that perpetrators of war crimes etc. be brought to justice. Yet prosecution and trial of these crimes cannot succeed without material proof and information that meet the standards for admission into evidence in criminal trials. However, judicial experience from international criminal trials suggests that much of the evidence produced in Court fails to meet this standard – and is therefore dismissed. The article highlights the need to secure evidence of these crimes and proposes five simple basic recommendations for military personnel who come across evidence of serious violations of international humanitarian law in armed conflicts: (1) be familiar with the elements of genocide, crimes against humanity, war crimes and aggression; (2) know the rules of the game regarding collection of evidence, including the duty to respect local norms and authorities and to follow any international rules or agreements, and the duty to comply with obligations to seek authorization for investigation from domestic authorities; (3) be careful in your registration and handling of evidence material; (4) be careful not to hurt yourself or others when you search for evidence; and (5) stay critical and impartial to all material and information you receive from others. Cet article aborde un problème que les forces armées des coalitions internationales rencontrent de plus en plus souvent lorsqu’elles participent à des opérations militaires conjointes à l’étranger: l’obligation de rassembler, de documenter, d’enregistrer et de garantir des preuves de violations graves du droit international humanitaire et des droits de l’homme lors de conflits armés. Aussi simple qu’il paraisse, le principe est le suivant: le respect de la justice et du droit international humanitaire implique que les auteurs de crimes de guerre et autres soient traduits en justice. Toutefois, les poursuites judiciaires et le procès qui s’ensuit ne peuvent aboutir sans preuves matérielles et informations qui répondent aux normes d’admission de la preuve dans les procès au pénal. L’expérience judiciaire de ces procès internationaux suggère néanmoins que bon nombre des preuves présentées au tribunal ne répondent pas à ces normes et sont dès lors rejetées. L’auteur insiste sur le besoin de fournir des preuves de ces crimes et propose cinq recommandations de base pour le personnel militaire qui aurait des preuves de violations graves du droit international humanitaire dans les conflits armés: (1) informez-vous sur les différents éléments qui composent le génocide, les crimes contre l’humanité, les crimes de guerre et les agressions; (2) connaissez les règles relatives au rassemblement de preuves, y compris le devoir de respecter les normes et autorités locales, de suivre les règles et accords internationaux, et de se conformer à l’obligation d’obtenir une autoris­ation des autorités nationales pour mener une enquête; (3) soyez prudents lorsque vous enregistrez et utilisez des éléments de preuve; (4) veillez à ne pas causer de tort aux autres ni à vous-même lorsque vous cherchez des preuves; et (5) restez critique et impartial lorsque vous recevez des informations d’autres personnes. Dit artikel bespreekt een kwestie die van toenemend belang is voor internationale coalitietroepen die deelnemen aan gezamenlijke militaire operaties in het buitenland, nl. de plicht om bewijs van ernstige schendingen van het internationaal humanitair recht (IHR) en van de mensenrechten in gewapende conflicten te verzamelen, te staven, vast te leggen en veilig te stellen. Het punt, hoe eenvoudig ook, is dat het respect voor de rechtspleging en het internationaal humanitair recht vereist dat de daders van oorlogsmisdaden enz. voor het gerecht worden gebracht. Toch kunnen deze misdaden niet succesvol vervolgd en berecht worden zonder materieel bewijs en informatie die voldoen aan de normen om als bewijs in strafprocessen te worden toegelaten. De ervaring uit internationale strafprocessen leert echter dat veel van het bewijsmateriaal dat in de rechtbank wordt aangedragen, niet aan deze norm voldoet – en daarom wordt verworpen. Het artikel benadrukt de noodzaak om het bewijs van deze misdaden veilig te stellen en stelt vijf eenvoudige basisaanbevelingen voor aan militairen die in gewapende conflicten bewijzen van ernstige schendingen van het internationaal humanitair recht aantreffen: (1) wees op de hoogte van de elementen van genocide, misdaden tegen de menselijkheid, oorlogsmisdaden en agressie; (2) ken de regels van het spel met betrekking tot het verzamelen van bewijs, met inbegrip van de plicht om de lokale normen en autoriteiten te respecteren en om alle internationale regels of overeenkomsten te volgen, evenals de plicht om te voldoen aan de verplichting dat aan binnenlandse autoriteiten toestemming moet worden gevraagd om een onderzoek in te stellen; (3) let op bij het registreren en behandelen van bewijsmateriaal; (4) zorg ervoor dat je jezelf of anderen geen schade berokkent wanneer je naar bewijs zoekt; en (5) blijf kritisch en onpartijdig ten opzichte van al het materiaal en de informatie die je van anderen ontvangt. El artículo aborda un problema que con el tiempo ha adquirido una importancia relevante para las fuerzas en coalición que participan en operaciones conjuntas en el exterior, tal cual es el deber de recoger, documentar, registrar y asegurar las pruebas de crímenes graves contra el Derecho Internacional Humanitario (DIH) y contra los derechos humanos cometidos en los conflictos armados. El asunto, tan simple como parece, es que el respeto por la justicia y el Derecho Internacional Humanitario exige que en definitiva los perpetradores de crímenes de guerra sean llevados ante la justicia. Sin embargo, la acusación y el enjuiciamiento de estos crímenes no pueden prosperar sin una prueba material e información que reúna los requisitos necesarios para ser admitida como prueba de cargo en juicios penales. Al hilo de esto, la experiencia judicial en procedimientos penales internacionales demuestra que muchas de estas pruebas presentadas ante un tribunal no cumplen con estos estándares y, por consiguiente, son rechazadas. El artículo resalta la necesidad de asegurar la prueba de estos crímenes y propone cinco recomendaciones básicas para el personal militar que deba requisar estas pruebas relativas a crímenes graves contra el Derecho Internacional Humanitario en conflictos armados: (1) Familiarizarse con los elementos constitutivos del crimen de genocidio, crímenes contra la humanidad, crímenes de guerra y crimen de agresión; (2) Conocer las reglas del juego relativas a la recogida de pruebas, incluido el deber de respetar las normas y a las autoridades locales y cualquier otra regla o acuerdo internacional, y el deber de cumplir con la obligación de solicitar autorización a las autoridades locales para llevar a cabo investigaciones; (3) Ser diligente en el registro y manejo de las pruebas materiales; (4) Tener cuidado de no dañarse o dañar a otros en la búsqueda de las pruebas; y (5) tener una actitud crítica e imparcial ante las pruebas e información que se reciba de otros. Questo articolo tratta di una questione che è diventata sempre più rilevante per le forze di coalizione internazionali che partecipano ad operazioni militari congiunte all’estero, vale a dire il dovere di raccogliere, documentare, registrare e mettere al sicuro le prove di gravi violazioni al diritto internazionale umanitario (IHL) e dei diritti umani commesse nei conflitti armati. Il punto, semplice come appare, è che il rispetto della giustizia e del diritto internazionale umanitario richiedono che gli autori di crimini di guerra etc. siano assicurati alla giustizia. Però l’azione penale e il processo per tali crimini non possono avere successo senza prove materiali e informazioni che soddisfino gli standard per l’ammissione come prova nei processi penali. Tuttavia, l’esperienza giudiziaria dei tribunali penali internazionali suggerisce che molte delle prove prodotte nei tribunali non soddisfano questi standard e perciò vengono respinte. Questo articolo evidenzia la necessità di garantire prove di questi crimini e propone cinque semplice raccomandazioni di base per il personale militare che si imbatte in prove di serie violazioni al diritto internazionale umanitario nei conflitti armati: (1) Conoscere gli elementi del genocidio, dei crimini contro l’umanità, dei crimini di guerra e dell’aggressione; (2) Conoscere le regole del gioco riguardo la raccolta delle prove, compreso il dovere di rispettare le norme e autorità locali e di seguire qualsiasi regola o accordo internazionale, e il dovere di rispettare gli obblighi di chiedere l’autorizzazione alle indagini alle autorità nazionali; (3) Fare attenzione nella registrazione e gestione del materiale probatorio; (4) Fare attenzione a non fare del male a se stessi od altri nella ricerca delle prove; e (5) Rimanere critici ed imparziali nei confronti di tutto il materiale e delle informazioni ricevute da altri. Dieser Artikel behandelt eine Angelegenheit, die für die Streitkräfte internationaler Koalitionen, die sich an gemeinsamen Militäreinsätzen im Ausland beteiligen, an Relevanz gewinnt, nämlich die Pflicht, Beweismittel schwerer Verletzungen des internationalen humanitären Rechts und internationaler Menschenrechte in bewaffneten Konflikten zu sammeln, zu dokumentieren, aufzuzeichnen und sicherzustellen. Der Kernpunkt, so einfach dieser scheinen mag, besteht darin, dass Respekt vor der Justiz und dem internationalen humanitären Recht erfordert, dass Täter von Kriegsverbrechen, usw. vor Gericht gebracht werden sollen. Dennoch können die Verfolgung und Ahndung dieser Verbrechen ohne materiellen Beweis und Informationen, die den Standards zur Zulassung als Beweismittel in Strafprozessen gerecht werden, nicht gelingen. Die gerichtliche Erfahrung internationaler Strafprozesse weist allerdings darauf hin, dass manche der dem Gericht unter­breiteten Beweise diesen Standards nicht gerecht werden, und somit abgewiesen werden. Der Autor unterstreicht, dass es notwendig ist, Beweise für diese Verbrechen sicher­zustellen, und schlägt fünf einfache Grundempfehlungen für Militärangehörige vor, die auf Beweise schwerer Verletzungen des internationalen humanitären Rechts in bewaffneten Konflikten stoßen: (1) Sorgen Sie dafür, dass Sie die Elemente des Genozids, der Verbrechen gegen die Menschlichkeit, Kriegsverbrechen und Aggressionen kennen; (2) seien Sie mit den Spielregeln hinsichtlich der Sammlung von Beweisen vertraut, und dies einschließlich der Pflicht, örtliche Normen und Autoritäten zu respektieren, irgendwelche internationale Regeln oder Abkommen zu befolgen und die Verpflichtungen zu erfüllen, um die Genehmigung zur Durchführung von Ermittlungen von den Behörden des betreffenden Landes einzuholen; (3) seien Sie vorsichtig bei Ihrer Erfassung von bzw. Ihrem Umgang mit Beweismaterial; (4) sorgen Sie dafür, dass Sie sich selbst oder anderen keinen Schaden zufügen, wenn Sie nach Beweisen suchen; und (5) bleiben Sie kritisch und unvoreingenommen in Bezug auf all das Material und alle Informationen, die Sie von anderen erhalten.
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Josef Terleth. « La selezione clonale della varietà Lagrein in Alto Adige Richiesta di omologazione dei cloni Lb 3, Lb 25 e Lb 26 ». Laimburg Journal 1 (25 janvier 2019). http://dx.doi.org/10.23796/lj/2019.004.

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La selezione clonale svolta sul vitigno Lagrein è stata effettuata dal Centro di Sperimentazione Agraria e Forestale Laimburg per la valorizzazione del patrimonio genetico di una varietà autoctona, tipica dell’Alto Adige. La disponibilità attuale di cloni omologati di Lagrein è molto limitata. In seguito al continuo rinnovo dei vecchi impianti la base genetica per una selezione va lentamente persa. I primi lavori di selezione hanno avuto inizio nella metà degli anni ottanta con l’individuazione di singoli ceppi in vecchi impianti a Bolzano e dintorni. L’obiettivo di trovare dei cloni nuovi fu determinato nel 1996 con il progetto “Selezione di cloni Lagrein a produzione costante per l’ottenimento di vini di qualità”. I lavori ebbero fine nel 2007 con la richiesta d’iscrizione di tre nuovi cloni, Lb 3, Lb 25, Lb 26 nel Registro Nazionale.
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Randi, L., R. Libener, A. Croce, C. Rinaudo, M. Bertolotti et F. Grosso. « Fasi minerali fibrose e non in campioni biologici : determinazione mediante microscopia ottica ed elettronica ». Working Paper of Public Health 3, no 1 (15 juin 2014). http://dx.doi.org/10.4081/wpph.2014.6732.

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La provincia di Alessandria e soprattutto l’area di Casale Monferrato sono note per l’elevata incidenza di tumori correlati all’amianto, in particolare il mesotelioma. Vi è l’impressione clinica, però, che anche l’incidenza dei tumori del tratto gastroenterico, tra cui i tumori della colecisti, sia più elevata della media nazionale in questa zona, ma non esiste un registro dedicato da cui si possano trarre dati conclusivi. La presenza delle fibre di amianto in campioni tissutali di soggetti con possibile esposizione ambientale e/o domestica ad amianto potrebbe suggerire un loro ruolo nella patogenesi delle malattie tumorali e fornire una valida motivazione per approfondire meglio in quest’area anche l’epidemiologia di altri tumori rari potenzialmente amianto correlati, mediante studi giustificati solo se effettivamente si dimostra la presenza di fibre di amianto negli organi di insorgenza.
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Martini, Salvatore, Sergio Ferrara, Chiara Bellacosa, Benedetto Maurizio Celesia, Francesco Taccari, Giovanni Di Filippo, Alessandra Tartaglia, Giovanni Battista Gaeta et Paolo Maggi. « Progetto Archi-Prevaleat. Un registro nazionale di ultrasonografia eco-Doppler dei vasi epi-aortici in pazienti HIV positivi. » JHA - Journal of HIV and Ageing, no 4 (janvier 2020). http://dx.doi.org/10.19198/jha31485.

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Pricci, Flavia, Daniela Rotondi, Marika Villa, Arianna Valerio, Elvira Agazio et Paolo Roazzi. « Somatropin therapy in italian adults with growth hormone deficiency ». BMC Endocrine Disorders 22, no 1 (3 mars 2022). http://dx.doi.org/10.1186/s12902-022-00960-5.

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Abstract Background In adult population, Growth Hormone Deficiency (GHD) is a complex clinical condition with heterogeneity of causes and duration. Growth Hormone (GH) replacement therapy has beneficial effects entailing a chronic and expensive use. Therefore, entity, appropriateness and standardization of GHD treatment need to be accurately analysed. In Italy, the epidemiological surveillance on somatropin therapy is entrusted to the National Register of Growth Hormone Therapy (Registro Nazionale degli Assuntori dell’Ormone della Crescita-RNAOC) by the Italian Regulation, in accordance of which the RNAOC-database is collecting the notifications of somatropin prescriptions. Methods Aim of this study is to analyse data on somatropin-treated adult population communicated to the RNAOC by the specialist centres of 15 Italian regions and 2 autonomous provinces. Results From 2011 to 2019, the somatropin-treated adults were 970 with 4061 examinations (1.21 ± 0.33 visits/year). The diagnoses were: hypopituitarism (n = 579); hypophysectomy (n = 383); and congenital GHD (n = 3). Five subjects were addressed with diagnoses not included in the regulation. The starting posology of somatropin was 0.320 (± 0.212) mg/day, 0.292 (± 0.167) mg/day in male and 0.360 (± 0.258) in female patients, with 7 administrations/week in 70.31% of the prescriptions. The differences in posology by gender persisted at 10th year of the follow-up. Starting dosage was higher in patients diagnosed with adult GHD before the age of 30 (0.420 ± 0.225 mg/day), with a progressive decrease of the dosage during the follow-up. Conclusions This is the first report on adult GH treatment, describing numbers, diagnoses, and pharmaceutical prescriptions associated to somatropin therapy in a large cohort of Italian GHD-adults.
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Thomas, T., et V. Puro. « Towards a standard HIV post exposure prophylaxis for healthcare workers in Europe ». Weekly releases (1997–2007) 6, no 34 (22 août 2002). http://dx.doi.org/10.2807/esw.06.34.01867-en.

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The transmission of HIV from patient to healthcare worker in an occupational setting was first documented in 1984 (1). In countries that have surveillance and HIV testing systems to recognise occupationally acquired cases, over 100 cases of HIV transmission after an occupational exposure were reported worldwide up to June 1999 (2). Antiretroviral drugs are used for post-exposure prophylaxis (PEP), and zidovudine alone is said to reduce transmission of HIV by 81% (3), but failures of PEP have been documented (4). The European Commission has recently funded a project to develop guidelines for the standardised management of occupational exposures to HIV/bloodborne infections and evaluation of PEP in Europe. The EuRoPEP (European Registry of Post-Exposure Prophylaxis) project is coordinated by the Istituto Nazionale per le Malattie Infettive, Lazzaro Spallanzani, Rome, and involves a group of expert representatives from Croatia, Denmark, France, Germany, Italy, Portugal, Spain, Switzerland, and the United Kingdom. The group presented two abstracts at the XIV International AIDS Conference in Barcelona, Spain (7-12 July 2002, http://www.aids2002.com/). The first assessed current policies and practice for the management of occupational exposures and PEP (5); the second aimed to provide a set of recommendations based on a review of national management strategies as discussed during a consensus meeting (6), and copies are available on request: (irapep@inmi.it).
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Anderlini, Andrea. « Il corpo del dittatore e la transizione alla spagna democratica. La doppia sepoltura di Francisco Franco (1975-2019) ». Storia e Futuro, no 54 (17 février 2022). http://dx.doi.org/10.30682/sef5421d.

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Résumé :
Il saggio analizza le due differenti sepolture di Francisco Franco: quella del 1975 e quella del 2019. Entrambe simboleggiano significati politici e rappresentano momenti fondamentali della storia recente della Spagna, impegnata nel tortuoso processo di transizione alla democrazia. Il trattamento del corpo del leader registra due passaggi simbolici di grande rilievo. Nella prima cerimonia funebre, il Caudillo era collocato nel significativo monumento del Valle de los Caídos assieme ai caduti della guerra civile del 1936. Nella seconda, il dittatore ne veniva espulso e consegnato a una località minore, privata e pressoché segreta. Fra le due sepolture si svolgeva un complesso riposizionamento della classe dirigente del Paese e della rielaborazione della memoria nazionale. The essay analyzes the two different burials of Francisco Franco: that of 1975 and that of 2019. Both symbolize political meanings and represent fundamental moments in the recent history of Spain, engaged in the tortuous process of transition to democracy. The treatment of the leader’s body records two symbolic passages of great importance. In the first funeral ceremony, the Caudillo was placed in the significant monument of the Valle de los Caídos together with the fallen of the civil war of 1936. In the second, the dictator was expelled and delivered to a smaller, private, and almost secret location. Between the two burials, there was a complex repositioning of the country’s ruling class and the reworking of the national memory.
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Mauro Coltelli, Danilo Cavallaro, Marco Firetto Carlino, Luca Cocchi, Filippo Muccini, Antonino D’Alessandro, Maria Eloisa Claude et al. « The marine activities performed within the TOMO-ETNA experiment ». Annals of Geophysics 59, no 4 (30 septembre 2016). http://dx.doi.org/10.4401/ag-7081.

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Résumé :
<p>The TOMO-ETNA experiment was planned in order to obtain a detailed geological and structural model of the continental and oceanic crust beneath Mt. Etna volcano and northeastern Sicily up to the Aeolian Islands (southern Italy), by integrating data from active and passive refraction and reflection seismic methodologies, magnetic and gravity surveys. This paper focuses on the marine activities performed within the experiment, which have been carried out in the Ionian and Tyrrhenian Seas, during three multidisciplinary oceanographic cruises, involving three research vessels (“Sarmiento de Gamboa”, “Galatea” and “Aegaeo”) belonging to different countries and institutions. During the offshore surveys about 9700 air-gun shots were produced to achieve a high-resolution seismic tomography through the wide-angle seismic refraction method, covering a total of nearly 2650 km of shooting tracks. To register ground motion, 27 ocean bottom seismometers were deployed, extending the inland seismic permanent network of the Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia and a temporary network installed for the experiment. A total of 1410 km of multi-channel seismic reflection profiles were acquired to image the subsurface of the area and to achieve a 2D velocity model for each profile. Multibeam sonar and sub bottom profiler data were also collected. Moreover, a total of 2020 km of magnetic and 680 km of gravity track lines were acquired to compile magnetic and gravity anomaly maps offshore Mt. Etna volcano. Here, high-resolution images of the seafloor, as well as sediment and rock samples, were also collected using a remotely operated vehicle.</p>
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