Littérature scientifique sur le sujet « Recupero e conservazione strutturale »

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Articles de revues sur le sujet "Recupero e conservazione strutturale"

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Baiocco, M., S. Casavecchia, E. Biondi et A. Pietracaprina. « L'Analisi Floristico-Vegetazionale e Dinamico-Strutturale nel Recupero Dei Rimboschimenti ». Giornale botanico italiano 130, no 1 (janvier 1996) : 427. http://dx.doi.org/10.1080/11263509609439655.

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Setti, Giulia. « Stepwell. Architetture per l'acqua nel nord Gujarat tra conservazione e recupero ». TERRITORIO, no 97 (janvier 2022) : 150–61. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097019.

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Cremonesi, Paolo. « L’amaro caso del Dimetilsolfossido…. Ovvero, dove sta andando l’opera d’arte, la sua conservazione, la ricerca scientifica che la riguarda ? » Ge-conservacion 1 (26 août 2011) : 9–36. http://dx.doi.org/10.37558/gec.v1i1.5.

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Résumé :
Il semplice caso di un solvente utilizzato nel restauro può rappresentare in maniera esemplare la complessità di affrontare la conservazione dell’opera d’arte. In questo particolare momento storico il significato stesso dell’opera d’arte è un po’ appannato; inevitabilmente, allora, anche il nostro approccio alla conservazione è confuso. Poter fruire dell’opera d’arte, e allo stesso tempo garantirne l’integrità strutturale, sono esigenze che sembrano spesso difficili da conciliare. Troppo spesso la nostra attenzione verso i Beni Culturali si materializza solo nell’intervento di restauro, e in questo si esaurisce: manca l’attenzione alle condizioni ambientali, prima dell’intervento, ed è carente, dopo di esso, una manutenzione programmata. La pulitura, l’operazione più frequentemente eseguita nel restauro delle opere policrome, e forse la più irreversibile, presenta un fattore di rischio talmente elevato da rendere ormai indispensabile una pausa di riflessione: riconsideriamo l’intervento, la sua necessità, i suoi materiali; riconsideriamo le nostre aspettative.
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Zullo, Francesco, et Luca Blasioli. « Analisi dell'interferenza antropica nei Parchi Nazionali italiani ». TERRITORIO, no 91 (juin 2020) : 164–73. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-091016.

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Résumé :
La questione delle aree protette rappresenta un tema attuale nel dibattito nazionale ed internazionale, sempre più attento alla conciliazione delle esigenze antropiche di sviluppo con la salvaguardia dei valori ambientali. Tali considerazioni sono più significative all'interno dei confini italiani, la cui peculiare conformazione geomorfologica e paesaggistica ha determinato in tempi storici lo sviluppo di gran parte degli insediamenti in contesti ad elevata naturalità. Il presente lavoro analizza le dinamiche demografiche, socio-economiche ed urbane che hanno interessato le aree protette a partire dal 1991, delineando possibili strategie di intervento e politiche di gestione volte a mitigare gli effetti delle trasformazioni antropiche e al miglioramento delle condizioni ambientali compatibilmente con i margini di recupero e conservazione emersi dalla classificazione tipologica.
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Paradiso, Michele, Chiara Bini, Natascia Crescenzi et Carlos Humberto Gómez Arciniegas. « LA CHIESA DI SANTA LUCIA DI GUANE - BARICHARA : ANALISI STRUTTURALE PER LA SUA SALVAGUARDIA ». Revista M 15 (16 août 2019) : 8–27. http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v15i0.2176.

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Résumé :
L’articolo si riferisce allo stato di degrado strutturale della Chiesa di Santa Lucia, in Guane, Comune di Barichara, nel Dipartimento di Santander (Colombia). Lo studio fu effettuato negli anni 2012-2013 in collaborazione con la Facoltà di Architettura dell’Universidad Santo Tomás, sede Bucaramanga. E’ stata applicata la metodologia tipica indicata dalle Carte Internazionali del Restauro di ICOMOS-UNESCO. Il quadro fessurativo, complesso e preoccupante, che presentava la Chiesa, Monumento Nazionale, alla data della presa in carico del lavoro, é conseguente al cedimento verticale delle fondazioni, peraltro molto scarse, dell’angolata destra in facciata principale. Lo studio che qui si presenta indica le soluzioni di messa in sicurezza dell’edificio e le ipotesi di massima per un suo consolidamento, con tecniche non invasive. L’occasione di questo racconto é per gli autori, anche l’occasione per riflettere sulle dinamiche di gestione a livello nazionale, della conservazione del patrimono storico costruito. Dinamiche che appaiono lente, estremamente burocratizzate e accompagnate da scarso dialogo tra le istituzioni preposte alla salvaguardia del bene storico. Il lavoro si é poi concretizzato, per le due coautrici, nella loro tesi di laurea in architettura, discussa presso la Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi di Firenze nell’a.a. 2012-2013.
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Serin, Ufuk. « La citadella di Ankara dopo de Jerphanion. Problemi di conservazione e proposte per il recupero urbano ». Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes 110, no 2 (1998) : 953–70. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.1998.3665.

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Polselli, Paola, et Alice Fatone. « Apprendenti universitari e profili di competenza nella scrittura accademica ». Quaderns d’Italià 26 (3 décembre 2021) : 217–40. http://dx.doi.org/10.5565/rev/qdi.508.

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Résumé :
Nell’ambito delle ricerche sulle competenze linguistiche degli studenti universitari in Italia, il contributo indaga le pratiche di comunicazione scritta e le relative difficoltà espresse da studenti di un corso di recupero OFA in corsi di laurea triennale. L’indagine è parte di un progetto di rilevazione più ampio ed è stata realizzata somministrando un questionario informatizzato. I dati raccolti permettono di sviluppare alcune riflessioni utili sul profilo linguistico-comunicativo di apprendenti dalle competenze definite “fragili”; la loro autorappresentazione in termini di biografia linguistica; i bisogni linguistico-comunicativi espressi in rapporto ai compiti di scrittura, e il senso di autoefficacia percepita in rapporto alle abilità di scrittura funzionale richieste. Nell’insieme, il divario tra il panorama linguistico delle matricole in esame e quello del nuovo contesto di studio avallano le indicazioni circa la necessità di prevedere una specifica formazione linguistica in ambito universitario superando l’impostazione rimediale per una prospettiva più strutturale e continuativa.
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Barausse, Alberto, et Rossella Andreassi. « Le scritture professionali di Amelia Andreassi : gli ego-documenti di una insegnante italiana del Novecento ». Cadernos de História da Educação 20 (20 septembre 2021) : e048. http://dx.doi.org/10.14393/che-v20-2021-48.

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Résumé :
Il contributo intende prendere in esame il valore euristico dell’archivio personale di Amelia Andreassi, maestra e poi direttrice di scuole materne private e pubbliche di Bari, importante città dell’Italia meridionale, nel corso del Novecento. La collezione, composta di libri, certificazioni, lettere e materiali didattici, fra cui i quaderni sui quali annotava personali riflessioni sulle pratiche didattiche e ludiche svolte in classe, costituiscono parte del fondo archivistico personale custodito presso il Centro di documentazione e ricerca sulla storia delle istituzioni scolastiche, del libro scolastico e della letteratura per l’infanzia (Ce.S.I.S.) dell’Università del Molise, tra le cui finalità sono previsti il recupero, la conservazione e la valorizzazione degli archivi personali degli insegnanti. Tali fondi permettono una analisi dettagliata della funzione degli scritti personali (egodocumenti) di tipo professionale. Insieme all’uso delle categorie interpretative offerte dalla storia delle culture scolastiche nella analisi si intendono raccogliere le suggestioni proposte dalla storia della memoria scolastica.
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Meurant, Anne. « Restauro, conservazione e recupero di antichi strumenti musicali : Atti del Convegno Internazionale, Modena 2-4 aprile 1982 ». Revue belge de Musicologie / Belgisch Tijdschrift voor Muziekwetenschap 41 (1987) : 163. http://dx.doi.org/10.2307/3687070.

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Paradiso, Michele, José Fernando Muñoz Robledo, Bianca Galmarini et Valentina D’Ippolito. « LA GUADUA E L’INFORMALE. LA CONOSCENZA STRUTTURALE E LA QUALIFICAZIONE DEI MATERIALI NATURALI NEL BARRIO DE INVASIÓN NUEVA ESPERANZA, KM41, MANIZALES, COLOMBIA ». Revista M 15 (16 août 2019) : 48–69. http://dx.doi.org/10.15332/rev.m.v15i0.2178.

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Résumé :
Nueva Esperanza è un insediamento di tipo informale situato nella regione andina colombiana, nel Dipartimento di Caldas, a cavallo del Río Cauca e sulla via che collega Manizales a Medellín. Come occupazione autogestita con ambizione di legalizzazione, è un modello non estraneo alla gestione colombiana, la cui emergenza abitativa è il risultato dell’instabilità politica e della lunga condizione di guerriglia, concentrata soprattutto in scenario rurale. Il lavoro che presentiamo investiga le forme dell’abitare sviluppatesi in questa comunità, alla luce delle differenti origini sociali e geografiche, formazione e competenze dei residenti. L’oggetto della ricerca è lo studio delle modalità di autocostruzione delle abitazioni in materiali locali (guadua angustifolia) e dell’efficacia delle soluzioni tecniche e costruttive adottate in tale contesto. Conseguente ai risultati dell’attività di rilievo e restituzione dei manufatti architettonici è l’individuazione di tre casi studio rappresentativi per diversi livelli di qualità d’esecuzione, qualità di conservazione, complessità della composizione. Si intravede, allora, un progetto ex novo che assolverà alla duplice intenzione di realizzare un luogo di socializzazione (ad oggi assente) e di sperimentare un cantiere autogestito a scopo didattico, per la valorizzazione del materiale e della tecnologia opportuna al fine di una ricostruzione consapevole delle abitazioni.
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Thèses sur le sujet "Recupero e conservazione strutturale"

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Guerrini, Arianna. « Recupero prestazionale e funzionale dell'edificio ex INAM di Rimini (1960 - 1963) ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020.

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Résumé :
La tesi ha come obiettivo l’analisi della vulnerabilità sismica dell’edificio “Ex INAM” sito a Rimini e la redazione di un progetto di rifunzionalizzazione e miglioramento sismico dello stesso. I disegni del progetto di massima dell’edificio sono del 1960 ad opera dell’architetto Francesco Santini. La costruzione ha luogo in una porzione di terreno facente parte delle allora mura storiche delle città dove si trovava l’antico Gioco del Pallone. L’ossatura portante è in calcestruzzo armato a formare una “L” nel cui snodo sono presenti i collegamenti verticali a servizio dei quattro piani fuori terra e dell’interrato. Poiché l’analisi storico-critica nei vari archivi ha portato a un livello di conoscenza LC1, si è svolto un progetto per la definizione della campagna di indagini e prove da effettuare per raggiungere un livello di conoscenza. Si è quindi eseguita una valutazione della vulnerabilità sismica grazie al programma CDSWin che ha evidenziato come l’edificio non soddisfa i criteri di resistenza imposti dalle attuali normative. Parallelamente si è redatto il progetto architettonico, corredato dal progetto di prevenzione incendi, per la nuova destinazione d’uso dell’immobile: dovrà ospitare aule, laboratori, studi docenti e uffici tecnici-amministrativi a servizio del Dipartimento di Scienze della Qualità della Vita dell’Università di Bologna. Si è poi passati alla fase di progettazione degli interventi di miglioramento sismico al fine di ridurre e, ove possibile, eliminare le vulnerabilità riscontrate in fase di analisi: si sono inseriti due elementi resistenti in c.a. al piano interrato in corrispondenza del vano scala: la risposta globale dell’edificio è notevolmente migliorata, arrivando a presentare solo altre due criticità: la resistenza al taglio non viene verificata per la trave-cordolo di uno dei due setto e per il pilastro del vano scale al piano terra. Per entrambi gli elementi si è pensato ad un intervento con materiali fibrorinforzati
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Del, Regno Rossella. « I solai in calcestruzzo armato del primo novecento a Salerno. Forme di degrado ed indirizzi per il recupero ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/371.

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Résumé :
2010 - 2011
Nella seconda metà del XIX secolo l’avvio su scala industriale della produzione di leganti idraulici (calci e cementi) diede vita, anche nel salernitano, ad un lento ma inarrestabile processo di rinnovamento delle tecniche costruttive, che portò all’affermazione del conglomerato cementizio armato come materiale da costruzione nell’arco temporale compreso tra le due guerre mondiali e alla sua generalizzata applicazione nel periodo post bellico. L’impiego del nuovo materiale nella prassi costruttiva degli edifici salernitani avvenne in maniera graduale, senza comportare uno stravolgimento dell’impianto costruttivo tradizionale, dapprima con applicazioni “accessorie”, attraverso elementi con funzione ornamentale (cornici ed apparati decorativi), poi in sostituzione dei tradizionali orizzontamenti in legno e ferro ai quali subentrarono nervature e solette in conglomerato cementizio armato... [a cura dell'autore]
X n.s.
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Sgarzi, Giacomo. « Progetto di recupero architettonico e prestazionale della Villa Negri-Bianchetti situata a Ozzano dell'Emilia ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17315/.

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Résumé :
Il presente lavoro di tesi consiste nel progetto di recupero di una villa storica, risalente alla metà del XVI secolo, situata in zona collinare, nel comune di Ozzano dell’Emilia, che si presenta in un notevole stato di abbandono, ma in buone condizioni strutturali. In seguito all’analisi evolutiva, è stato effettuato un rilievo geometrico della Villa e dei propri elementi costruttivi e strutturali; procedendo poi alla realizzazione del progetto di recupero architettonico e prestazionale, che seguendo le linee guida date dalla Committenza, rendesse possibile il riutilizzo della villa, abbandonata ormai da anni. Assieme al progetto architettonico, sono stati sviluppati anche un’altra serie di progetti fondamentali al pieno recupero dell’edificio: - il progetto impiantistico, riguardante il sistema di riscaldamento invernale, raffrescamento estivo e la ventilazione forzata degli ambienti; - il progetto della prevenzione incendi, anche questo fondamentale, in quanto all’interno della villa, la committenza, prevede la presenza costante di un esiguo numero di persone; - il progetto strutturale, riguardante l’individuazione delle vulnerabilità sismiche che potrebbero portare, in caso di sisma, all’attivazione dei cinematismi di collasso, attraverso la valutazione della sicurezza sismica del fabbricato. Per fare ciò, è stata effettuata un’analisi qualitativa del comportamento globale del manufatto attraverso modelli semplificati LV1; i quali sono stati affiancati ai risultati ottenuti tramite l’applicazione delle tabelle CINE, che analizzano invece i meccanismi locali. All’interno del progetto strutturale, si è proceduto a studiare e verificare anche gli altri interventi strutturali, resi necessari a rendere la villa usufruibile per le funzioni richieste dalla Committenza.
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Venturi, Veronica. « La Ex Chiesa di Santa Maria del Carmine a Medicina : analisi, miglioramento strutturale e rifunzionalizzazione ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Il presente elaborato di tesi consiste nella redazione di un progetto di recupero, miglioramento strutturale e rifunzionalizazzione dell'ex Chiesa di Santa Maria del Carmine sita a Medicina (BO). Detto progetto è realizzato in collaborazione con lo studio di ingegneria Ing. Marco Pasquini e finanziato con un contributo riferito al Programma Operativo Regionale Sisma 2015-2016, volto alla realizzazione di progetti di riparazione e miglioramento sismico negli edifici pubblici classificati come beni architettonici. In seguito all'analisi evolutiva, resa possibile da una ricerca storico-costruttiva, viene effettuata una caratterizzazione costruttiva degli elementi tramite rilievi dello stato di fatto. Ai fini della valutazione della sicurezza sismica globale della Chiesa si è effettuata un’analisi qualitativa attraverso il modello di Analisi LV1, di applicazione dei contenuti delle Linee Guida per la valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale con riferimento alle norme tecniche per le costruzioni, che consente di ottenere una valutazione qualitativa del periodo di ritorno cui corrisponde il raggiungimento dello Stato Limite di salvaguardia della Vita. In seguito, ai fini di una valutazione della sicurezza sismica locale, viene effettuata una verifica di stabilità mediante metodo grafico delle volte e degli archi presenti e svolta un'analisi quantitativa mediante l'applicazione delle schede C.I.N.E. che analizzano e verificano i meccanismi locali attesi. Sulla base dei risultati ottenuti, sono stati progettati diversi interventi strutturali, con lo scopo di migliorare la sicurezza sismica dell’edificio, di eliminare o limitare la vulnerabilità sismica, concentrandoci in particolar modo sul tema delle coperture e della scatolarità. Al progetto strutturale viene inoltre affiancato un progetto architettonico di rifunzionalizzazione che vede la realizzazione di un cambio di destinazione in una sala polivalente, per mostre o conferenze.
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Donà, Chiara <1974&gt. « Sicurezza strutturale e conservazione del costruito storico ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/10579/192.

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Amati, Elisa. « Sant'Arduino. Conservazione, recupero e valorizzazione dell'antico borgo del Montefeltro ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/1783/.

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Résumé :
L’evolvere del sistema insediativo nelle Marche, dal dopoguerra ad oggi, ha condotto ad un diffuso sottoutilizzo dei piccoli centri storici ed all’abbandono, ormai definitivo, di quei borghi minori, privi di funzioni di pregio, privi ormai anche delle dotazioni minime funzionali all’abitare. Il piccolo nucleo di Sant’Arduino si inserisce in quel lungo elenco di borghi che, con il graduale abbandono dell’agricoltura, hanno subito un progressivo processo di spopolamento. Lungo la strada che da Macerata Feltria conduce verso il monte Carpegna, il complesso monumentale è quasi sospeso su un dirupo: un campanile senza campane, una chiesa sconsacrata e pochi edifici rustici da alcuni anni completamente abbandonati. E' tutto quello che rimane dell'antico castello e della Chiesa parrocchiale di Sant’Arduino, che oggi ha perso la propria autonomia amministrativa e si colloca nel Comune di Pietrarubbia. Questo lavoro vuole offrire un contributo al processo di valorizzazione dei nuclei minori di antico impianto, intento promosso dalla stessa Regione all’interno del progetto “Borghi delle Marche”. La sensibilizzazione per un recupero urbanistico e architettonico del patrimonio tradizionale minore si coniuga con la scelta di inserire l’intervento nel suo contesto culturale e geografico, cercando di impostare, non un isolato intervento di recupero, ma un anello di connessione in termini sociali, culturali e funzionali con le politiche di sviluppo del territorio. Il percorso individuato si è articolato su una prima fase di indagine volta ad ottenere una conoscenza del tema dei borghi abbandonati e del sistema dei borghi delle Marche, successivamente l’analisi storica e la lettura e l’indagine dell’oggetto, fasi propedeutiche all’elaborazione di un’ipotesi di intervento, per giungere all’individuazione della modalità di riuso compatibile con il rispetto dei valori storico, formali e culturali del luogo. Per questo la scelta del riuso turistico del complesso, trovando nella funzione di albergo diffuso la possibile e concreta conversione dei manufatti. Il tutto basandosi su un’approfondita ricerca storica e su un’analisi dei sistemi costruttivi tradizionali, inserendo gli interventi di restauro dell’esistente e di integrazione delle nuove strutture nel totale rispetto della fabbrica. L’idea che ha mosso l’intero lavoro parte dall’analisi della cultura rurale locale, che ha generato il patrimonio dell’architettura minore. L’alta valle del Foglia può rappresentare un territorio nuovamente appetibile se non perde le sue ricchezze; la valorizzazione e il recupero di quest’architettura diffusa può rappresentare un buon trampolino di lancio per riappropriarsi della storia e della tradizione del luogo.
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Agostini, S. « Conversione e conservazione : alternative di recupero per l’edilizia rurale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 1997. http://hdl.handle.net/2434/154173.

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Résumé :
Traditional farm buildings, which have stood for centuries and witnessed local farming practice, are about to disappear because of pressures due more to the times than to space-related problems. Several European institutions have already stated that rural architecture is a priceless building reserve that can not be wasted, and that the intelligent use of which may influence economic planning and rural development and decentralization policies. It is therefore necessary to start from a deep knowledge of a centuries-old architectural heritage, not only of its meaning for the collective imagination, in order to reinterpret the role of farm buildings. The more their role will be linked to local traditions and users’ needs, the more effective the effort to bring them to new life will be. To this purpose, the research devised a planning methodology taking into account the whole of productive and functional factors that can influence the choice to recover or to abandon traditional farm buildings. The proposed method was carried out with the experience of working in UK and Germany, seizing the opportunity to learn through working side-by-side with professionals from other disciplines. The Italian case study is the Parco Agricolo Sud Milano, located on the outskirts of Milan covering over 47,000 hectares, which comprises 61 municipalities and boasts a heritage of over 550 courtyard farmsteads, endangered by the growing pressure of urban expansion. The method developed can be adopted for other similar cases and applied to different types of farm buildings.
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Della, Biancia Daniele, et Matteo Montanari. « Recupero, conservazione, riuso : Progetto per un polo universitario nell'ex macello di Rimini ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amslaurea.unibo.it/3941/.

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CANNAS, LEONARDO GIUSEPPE FELICE. « Tecnologia del recupero dell’architettura tradizionale : gestire la coesistenza tra conservazione e innovazione ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2015. http://hdl.handle.net/11584/266846.

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Résumé :
The main aim of this PhD Thesis was to develop meaningful data and information on how to address the fundamental question related to rehabilitation technologies of traditional architecture: managing the coexistence between innovation and conservation, in order to restore the functionality of the building according to the contemporary standards of quality and, at the same time, not to alter the historical - cultural identity of the building technology. The present study is an analysis of good practices. The criteria applied to managing the coexistence between conservation and innovation of the building technology in some successful rehabilitation processes of historical city nuclei have been systematized. The main expected outcome is to fill a gap in literature concerning the evaluation of rehabilitation results by the technological point of view, in order to adjust the criteria of intervention on the basis of the results of earlier experiences. A qualitative and inductive research methodology has been applied, based on an evaluative-comparative strategy focused on case studies. Three rehabilitation processes of historical nuclei have been analyzed: Genova in Italy, Guimarães in Portugal and Santiago de Compostela in Spain. It has been systematically analyzed how windows, floors and roofs were processed, and it has been highlighted which traditional building technology characteristics were usually maintained and which were altered. The applied methodology has proved to be incisive in revealing the rehabilitation dynamics of the case studies. The findings show that in all cases the applied criteria were conceived in line with the Nara Document on Authenticity. The problematic coexistence of technological conservation and innovation was addressed by upgrading the traditional building technology thanks to the preservation of some building characteristics, that represent traditional building technology logic, and the implementation of all required innovations that do not contrast with the abovementioned traditional characteristics. The homogeneity of criteria among the three case studies represents a relevant fact in rehabilitation, as it demonstrates the existence of a common, well developed, rehabilitation methodology that is internationally shared among rehabilitation experts.
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Rinaldi, Simone. « Recupero dell’architettura senatoria bolognese : caratteri costruttivi e sicurezza strutturale di Villa Carlina ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Résumé :
La tesi affronta il tema del recupero dell’architettura senatoria bolognese, con oggetto Villa Carlina, residenza nobiliare dei Bovio. Il concetto di recupero è riferito al riuso funzionale di tale architettura di grande pregio storico-artistico, mediante interventi diversificati in funzione dello stato conservativo. La lettura critica dell’edificio viene eseguita attraverso uno studio tipologico, uno studio sulla qualità costruttiva ed un’analisi della sicurezza strutturale, al fine di valutare la compatibilità delle funzioni da inserire. Situata nel territorio rurale di Madonna di Castenaso (BO) e per anni segnata dal degrado, la Villa dispone di una scarsa quantità di informazioni riguardo gli eventi e le fasi costruttive, nonostante l’importante ruolo della famiglia nella città di Bologna. La raccolta dei dati storici, geometrici, architettonici e strutturali, ottenuti dal rilievo in sito, ha fornito la base per l’analisi della qualità costruttiva dell’edificio e per la valutazione della vulnerabilità sismica, condotta con metodi semplificati LV1 e LV2 delle “Linee Guida” del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. I risultati indicano un edificio in muratura regolare in pianta ed in elevazione e dimostrano una buona qualità strutturale ed una discreta risposta sismica, pur necessitando di alcuni interventi locali di miglioramento. La tesi riporta, infine, considerazioni sulla qualità degli spazi, fornendo esempi progettuali per nuovi impieghi della Villa, in relazione ai caratteri tipologici dell’architettura senatoria ed al valore identitario dell’edificio.
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Livres sur le sujet "Recupero e conservazione strutturale"

1

Luisa, Masetti Bitelli, Istituto per i beni artistici, culturali della Regione Emilia-Romagna. et Restauro '91 (1991 : Ferrara, Italy), dir. Archeologia, recupero e conservazione. [Bologna] : Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, 1993.

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2

Michele, Di Girolamo, et Viola Giusi, dir. L'architettura rurale tradizionale in Sicilia : Conservazione e recupero. Palermo : Publisicula, 2002.

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3

1943-, Micali Gianfranco, dir. Pisa dei miracoli : Recupero, conservazione e innovazione urbana. Roma : Donzelli, 2008.

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4

Coletta, Tiziana. I centri storici minori abbandonati della Campania : Conservazione, recupero e valorizzazione. Napoli : Edizioni scientifiche italiane, 2010.

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5

Capomolla, Rinaldo, Pier Giovanni Bardelli et Rosalia Vittorini. L'architettura INA Casa (1949-1963) : Aspetti e problemi di conservazione e recupero. Roma : Gangemi, 2003.

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6

Il borgo in nuce : Storia, conservazione e recupero a Cava de' Tirreni. Cava de' Tirreni (SA) - Italy : Areablu edizioni, 2015.

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Convegno Parco dell'Etna, tutela, recupero, difesa dell'ambiente, sviluppo eco-sostenibile, conservazione della natura, abitabilità, sviluppo economico e turistico, analisi e prospettive (2011 S. Giovanni La Punta, Italy). Parco dell'Etna : Tutela, recupero, difesa dell'ambiente, sviluppo e conservazione : analisi e prospettive. Acireale : Bonanno, 2011.

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8

1943-, Carmassi Massimo, dir. Recupero, conservazione, riuso : Un centro culturale nel mattatoio di Roma : Massimo Carmassi. Milano : Electa architettura, 2011.

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9

Guido, Meli, et Sicily (Italy). Dipartimento beni culturali ed ambientali ed educazione permanente., dir. Progetto di recupero e conservazione della Villa romana del Casale di Piazza Armerina. Palermo : Regione Sicilia, Assessorato dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione, Dipartimento beni culturali ed ambientali ed educzione permanente, 2007.

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10

Guido, Meli, et Sicily (Italy). Dipartimento beni culturali ed ambientali ed educazione permanente., dir. Progetto di recupero e conservazione della Villa romana del Casale di Piazza Armerina. Palermo : Regione Sicilia, Assessorato dei beni culturali ed ambientali e della pubblica istruzione, Dipartimento beni culturali ed ambientali ed educzione permanente, 2007.

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Actes de conférences sur le sujet "Recupero e conservazione strutturale"

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Taddei, Domenico, Caterina Calvani, Roberto Pistolesi, Antonio Taddei et Andrea Martini. « Recupero architettonico e strutturale del “mastio” e del suo cortile della fortezza nuova di Volterra ». Dans FORTMED2020 - Defensive Architecture of the Mediterranean. Valencia : Universitat Politàcnica de València, 2020. http://dx.doi.org/10.4995/fortmed2020.2020.11361.

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Résumé :
Architectural and structural recovery of “mastio” and its courtyard of the new fortress of VolterraThe recovery of the “mastio” and the surrounding courtyard of the new fortress of Volterra (1472-1474) has as its objective the opening to the public of this fortified work, after 542 years from its construction, with the possibility of being enjoyed without interposing with the prison function of the complex, it also represents the possibility of knowledge and study of a constructive typology in the context of the Renaissance fortified architecture of the Italian school called “transition” with the use of the first artillery. The fortress was born as a military garrison and at the time of Lorenzo the magnificent only a part was used as a prison, it will be definitively transformed into a House of Imprisonment during the Grand Duchy of Lorraine in the middle of the eighteenth century. It is the first work by Francesco di Giovanni di Matteo called the Francione (1428-1495), it has an almost square shape with large cylindrical towers at the corners (rondelle) and at the center of the inner courtyard, a large cylindrical tower like of “mastio” (donjon) and inserted the artillery in the walls. The “mastio” consists of a basement and five floors above ground with a domed roof and connected by a narrow spiral staircase. After the cognitive essays carried out on the internal domes of the “mastio”, placed in the first three floors including the cistern, the presence of “hemispherical domes” emerged, made by workers of the Opera del Duomo in Florence, built entirely in bricks without the carpentry of “centina” (self-supporting), with the system called “alla fiorentina”, as well as the dome of Santa Maria del Fiore in Florence by Filippo Brunelleschi. This construction system is also applied in the fortified structures of Pietrasanta, Poggibonsi, Sarzanello, Castrocaro, Pisa and Terra del Sole.
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