Articles de revues sur le sujet « Realtà sociale »

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1

Baravalle, Lorenzo. « Il riconoscimento della realtà sociale ». Rivista di estetica, no 39 (1 décembre 2008) : 23–42. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.2022.

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2

Terrone, Enrico. « Istituzioni e pratiche. Le due sfere della realtà sociale ». Rivista di estetica, no 68 (1 août 2018) : 27–40. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.3434.

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Liviabella Furiani, Patrizia. « Le donne eschilee in guerra tra immaginario e realtà sociale ». Euphrosyne 18 (janvier 1990) : 9–22. http://dx.doi.org/10.1484/j.euphr.5.126492.

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4

Sanna, Gian Luca. « Logica e realtÀ in Alfred Schütz ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 40 (avril 2011) : 133–48. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-001011.

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Résumé :
Obiettivo del saggio č di esplorare se esista la possibilitÀ di una organizzazione logico-razionale della realtÀ, a partire dalle riflessioni che su questo tema Alfred Schütz ha proposto in(1943). Si mostra come per Schütz non risulti affatto agevole un'applicazione dei principi della logica tradizionale alle dinamiche che caratterizzano la realtÀ quotidiana. Soltanto attraverso le categorie tipizzanti proprie della scienza l'osservatore potrÀ «far tornare i conti» di una realtÀ che altrimenti non potrebbe apparire perfettamente logica, non mettendo cosě in discussione la validitÀ del metodo razionale, ma d'altro canto pagando il prezzo di ridurre il mondo sociale a un teatro di. Una sorta di «burattini semi-animati» che eseguono in modo coerente e razionale tutto ciň che le categorie tipologiche della scienza, dall'alto della loro dimensione puramente concettuale, impongono loro.
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Sandrin, Luciano. « Il benessere dell’anziano, utopia o realtà ? Aspetti psicologici e spirituali ». Medicina e Morale 46, no 6 (31 décembre 1997) : 1129–38. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.861.

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Résumé :
Quando si parla di salute dell’anziano si deve mettere in relazione questo termine con il benessere fisico, psichico e sociale. Nel concetto di benessere rientrano anche l’esperienza e il vissuto della persona strettamente correlato ai fattori temporali, ambientali, sociali e culturali; essi sono tra loro dipendenti e vanno tenuti in considerazione. Gli psicologi oggi tendono a considerare l’invecchiamento seguendo un approccio di tipo evolutivo, narrativo, storico. Nell’accostarsi allo studio della condizione anziana si deve tener presente un altro fattore importante: la spiritualità. Ad essa sono collegati una serie di bisogni umani e sociali, quali la realizzazione di sé, il sentirsi utili, l’interazione con gli altri. Alla spiritualità è strettamente legata la religione che rende più sopportabili i momenti di sofferenza configurandosi come punto di ancoraggio. Il soddisfacimento della spiritualità porta l’anziano verso un sentimento di interezza e di benessere interiore, per cui l’attenzione alla sfera psico-sociale e religiosa risulta un punto nodale affinché questi, conseguita maggiore stima e un più alto grado di consapevolezza di sé, sia capace di affrontare il suo ruolo e i problemi che gli si presentano come la sofferenza, la morte, la perdita di speranza. Nella Christifideles laici Giovanni Paolo II ha ricordato che gli anziani sono soggetti attivi che possono dare un contributo fecondo umanamente e spiritualmente. Il benessere dell’anziano dipende anche da questo sentirsi parte attiva e integrante dell’esistenza e non soltanto oggetto di continue attenzioni. L’invecchiamento deve essere considerato un processo di crescita e di continua evoluzione.
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Origo, Lorena. « Ambulatorio odontoiatrico sociale : un sogno che si sta trasformando in realtà ». Dental Cadmos 89, no 08 (octobre 2021) : 572. http://dx.doi.org/10.19256/d.cadmos.08.2021.02.

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Masiello, Sonia. « Definire la realtà sociale : lineamenti del pensiero di William I. Thomas ». Quaderni di Sociologia, no 58 (1 juin 2012) : 107–24. http://dx.doi.org/10.4000/qds.598.

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Costantini, Barbara. « Empatia umana : una forma complessa di inferenza ». MODELLI DELLA MENTE, no 1 (février 2020) : 67–77. http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2019oa9177.

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Résumé :
L'empatia è una forma complessa di inferenza psicologica, alla base di gran parte della percezione sociale e della regolazione dell'interazione sociale, e può essere forgiata attraverso l'apprendimento. In questo lavoro vengono delineate le caratteristiche del costrutto differenziandolo da altri simili e vengono analizzate le componenti dell'empatia (cognitiva, affettiva, somatica). Occorre promuovere l'empatia, a livello locale e culturale, per poter comprendere le realtà sociali e contrastare le forme di aggressività e violenza favorite dalla cultura individualista del nostro tempo.
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Perra, Livio. « IL VIAGGIO : METODO D’INDAGINE ORIGINALE ». Revista Opinião Jurídica (Fortaleza) 17, no 26 (9 septembre 2019) : 153. http://dx.doi.org/10.12662/2447-6641oj.v17i26.p153-165.2019.

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Résumé :
In questo articolo l’autore analizza i viaggi di Montesquieu, dove si manifesta il trionfo del piacere della scoperta. Il viaggio è indagine della realtà sociale, politica e istituzionale. Le certezze e le nozioni iniziali sono riconsiderate o temprate dalle conferme dell’osservata realtà. Il viaggio con una vena di disincanto porta con sé il fascino di nuove idee e diventa strumento originale di analisi comparativa della realtà europea dell’epoca. L’autore vuole sottolineare l’imprescindibilità del viaggio nella formazione delle rifl essioni di Montesquieu. La teoria da sola non è suffi ciente, il barone de La Brède trova nel suo cammino per l’Europa l’ispirazione che solo l’osservazione empirica può dare. Scrutare la realtà da vicino diviene fondamentale, fa comprendere a Montesquieu come siano numerose le variabili che infl uenzano gli eventi e la politica di uno Stato. L’autore, dopo l’attenta analisi effettuata, giunge alla conclusione che alcune delle riflessioni contenute nel De l’Esprit des Lois, oltre che di derivazione libresca, sono figlie dell’originale metodo d’indagine costituito dai viaggi di Montesquieu.
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Costa, Giacomo. « Il ‘moralismo' : una prima ricognizione ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 41 (septembre 2011) : 125–32. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-041010.

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L'articolo propone un'analisi del termine moralismo. Tralasciandone l'accezione comune e quella storiografica, la riflessione qui sviluppata si rivolge a una concezione politica del moralismo, perlomeno nella misura in cui la politica si accompagna (o si dovrebbe accompagnare) a una normativa morale. Ma non si tratta di discorso meramente normativo, poiché l'etica e l'etica della politica devono essere in realtÀ applicate a un sistema non teorico, bensě empirico, alla «realtÀ sociale strutturata». La situazione politica italiana attuale č appunto il terreno sul quale si esercita la critica proposta nel contributo.
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Foscoli, Vanessa. « Nuove strategie di inclusione al Museo del Tessuto di Prato ». Babylonia Journal of Language Education 3 (23 décembre 2022) : 40–45. http://dx.doi.org/10.55393/babylonia.v3i.212.

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Il contributo intende rendicontare i risultati principali ottenuti dal progetto Tessuti SOCIALI” (SOCIal Learning, Allestimenti museali, Lingue, Interazioni): percorsi conoscitivi per il Museo del Tessuto di Prato, coordinato dall'Università per Stranieri di Siena e finanziato dalla Regione Toscana. A Prato, la seconda città più grande della Toscana, la popolazione straniera residente rappresenta il 22% della popolazione totale. In una realtà sociale plurilingue e pluriculturale come quella pratese è indispensabile migliorare i servizi legati al settore museale e aumentare l'accessibilità alle iniziative culturali. “Tessuti SOCIALI” è un progetto di inclusione che intende favorire lo sviluppo delle competenze linguistiche e della consapevolezza interculturale, con l’ausilio delle nuove tecnologie.
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Mosca, Ivan. « Le regole del gioco. Perché la realtà sociale non è un sistema normativo. » Rivista di estetica, no 43 (1 mars 2010) : 247–66. http://dx.doi.org/10.4000/estetica.1816.

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D’Acunto, Salvatore. « Moneta, conflitto sociale e performance sistemica. La riforma monetaria tra retorica e realtà ». DEMOCRAZIA E DIRITTO, no 3 (février 2022) : 114–42. http://dx.doi.org/10.3280/ded2021-003006.

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Nohe, Hanna. « Diventare estranea e marginale ». apropos [Perspektiven auf die Romania], no 5 (17 décembre 2020) : 88. http://dx.doi.org/10.15460/apropos.5.1598.

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Résumé :
In un momento in cui il discorso politico, sociale e mediatico rappresenta il tema della migrazione e della fuga come socialmente esplosivo, questo articolo analizza come nei racconti di Fra-intendimenti (2010) di Kaha Mohamed Aden la percezione di sé del soggetto migrante venga formata dagli stereotipi che la società di arrivo proietta su loro e come, allo stesso tempo, si rappresenti la vera complessità della realtà vissuta dal soggetto migrante attraverso una doppia referenzialità. Da una parte si ricorrerà alle riflessioni di Edward Said sulla costruzione europea ed egemonica dell’alterità e all’approccio di bell hooks, che si focalizza sulle intersezioni tra race e gender, per evidenziare le percezioni stereotipe della società di arrivo; dall’altra, il concetto di «Terzo Spazio» sviluppato da Homi K. Bhabha per segnalare le dinamiche di comunicazione in contesti migratori contribuirà a mostrare la complessità della realtà sperimentata dal soggetto migrante. Così, il lettore o la lettrice ha la possibilità di cambiare la propria percezione della realtà.
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Forti, Dario, et Giuseppe Varchetta. « Nelle pieghe delle discipline : per una nuova ontologia della relazione ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 36 (février 2022) : 123–52. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-036012.

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Résumé :
Che cos'è la transdisciplinarità e quale sfida pone alle forme e ai modi con cui si costruisce la conoscenza della realtà? Ragionando sui contributi ricevuto per questo numero della Rivista e per il precedente, gli autori si sono resi conto che, all'interno di un comune sentire nei confronti della necessità di una conoscenza non separata in settori non comunicanti, convivono tuttavia interpretazioni di-verse del confronto tra le diverse discipline. A partire dall'individuazione di una linea di continuità tra disciplinarità, multidisciplinarità, interdisciplinarità, transdisciplinarità, è così emersa una vastità di questioni meritevoli di approfon-dimento: la relazione intesa non solo come comportamento sociale ma anche co-me tratto strutturale della realtà macro e microfisica; il riferimento ineludibile alla complessità non solo del reale ma soprattutto del modo in cui noi ci rappor-tiamo e conosciamo il reale; le sfide, le incognite e i limiti dell'esplorazione transdisciplinare, che mette in discussione molte delle basi del nostro rapporto con la realtà percepibile
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Minerva, Laura. « Partecipazione popolare e progettazione urbana : il caso del quartiere Gallaratese di Milano (1965-1975) ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (juillet 2021) : 90–111. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-001004.

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Résumé :
L'articolo evidenzia l'importanza della partecipazione popolare nella pianificazione urbanistica del quartiere Gallaratese di Milano nel decennio 1965-1975, ricostruendo le diverse fasi del confronto politico tra i cittadini e gli enti istituzionali. Dalle prime associazioni a carattere spon-taneo sino alla definizione di un organismo strutturato quale il Comitato popolare di quartiere, le iniziative dei residenti si sono inserite all'interno delle complesse dinamiche di trasformazione della realtà urbana, assumendo un ruolo decisivo nel dibattito politico con l'Amministrazione comunale. Il coinvolgimento diretto dei soggetti sociali ha permesso un'evoluzione positiva della realta` territoriale del quartiere, in termini sia di qualita` dello spazio fisico sia di complessiva funzionalita` dello stesso, evitando la riproposizione del classico schema di emarginazione e ingiustizia sociale proprio della dicotomia centro-periferia. L'esperienza del Gallaratese e` la dimostrazione di come l'intervento dell'attore pubblico nel governare i processi di trasformazione del paesaggio urbano abbia maggiore efficacia quando lo stesso accetti di confrontarsi, o sia in qualche modo costretto a farlo, con gli altri attori interessati.
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Matteucci, Ivana. « Personal network e comunità ibride : le social street ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 125 (août 2021) : 97–115. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-125006.

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Questo articolo intende verificare come il personal network generato nello spazio online tramite l'appartenenza ai gruppi social e alle comunità virtuali, rappresenti un contributo e un supporto alla vita relazionale del soggetto nello spazio sociale reale. É stato compiuto uno studio esplorativo dove, attraverso l'analisi di un caso, sono state gettate le basi interpretative per la comprensione del fenomeno delle Social Street, che in future ricerche potranno essere testate su un numero più ampio di casi. Con il metodo del questionario online sono stati coinvolti alcuni iscritti a un gruppo Facebook di una Social Street. Si è trovato che la vita comunitaria online dei soggetti può essere significativamente connessa alla vita offline del gruppo nello spazio sociale urbano condiviso costituito dalla strada, configurando il nostro esempio come comunità ibrida e caso concreto di realtà aumentata.
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Preta, Lorena. « Contaminazioni-dislocazioni. Figure del disagio psichico e sociale nella contemporaneità ». INTERAZIONI, no 1 (avril 2021) : 11–24. http://dx.doi.org/10.3280/int2021-001002.

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Negli ultimi anni ci siamo trovati di fronte a cambiamenti rapidissimi e sconcertanti che hanno stravolto la nostra stessa percezione della realtà. Alcune figure e concettualizzazioni emerse in vari ambiti del pensiero scientifico, artistico e psicoanalitico come le contaminazioni e le dislocazioni hanno fornito una chiave originale di lettura dei fenomeni. Alla prova della pandemia risultano ancora più proficue e capaci di mettere in luce gli aspetti poco pensabili di questa vicenda che ripropongono il problema del rapporto con l'alterità come qualcosa di irri-ducibile e inassimilabile ma che può essere lavorato nella direzione di una consapevolezza e specificazione di che cosa voglia dire "essere umani" in tutta la sua contradditorietà.
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Tirocchi, Simona. « Tra rappresentazione della violenza e interazioni digitali. Una riflessione sui giovani nell'era della pandemia ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 92–99. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002009.

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L'equazione tra giovani e violenza è un tema classico e persistente del dibattito pubblico. Di giovani violenti si parla da secoli, anche se la tarda modernità, favorendo l'emersione delle fragilità strutturali e individuali, sembra aver fornito a questa rappresentazione l'ambiente ideale per svilupparsi e proliferare. Ma è sempre opportuno oggi concentrare la nostra attenzione soltanto sui comportamenti violenti alimentando una narrazione dei giovani basata soltanto su aspetti negativi? Non è forse più proficuo, dal punto di vista educativo, studiare i giovani come categoria sociale cercando di cogliere come è cambiato il loro modo di interagire anche in relazione alla trasformazione della realtà sociale? Forse provando a riflettere su quali sono le nuove forme espressive (tipiche dei social media e del mondo digitale) che li caratterizzano, sarà possibile, in futuro, limitare forme di interazione basate sull'aggressività.
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Zucchi, Valentina. « Sibilla Aleramo. Una nuova donna ». Revista Internacional de Pensamiento Político 16 (28 janvier 2022) : 315–30. http://dx.doi.org/10.46661/revintpensampolit.6314.

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Nella cornice di una realtà storico-sociale fortemente ostile per le donne italiane del primo Novecento, molte voci femminili si ribellano scrivendo testi di denuncia sociale in cui il nemico è sempre il sistema patriarcale-misogino che riversa la sua violenza sulle donne. Tra queste voci urla con grande potenza quella di Sibilla Aleramo, la cui lotta femminista narrata nel suo romanzo autobiografico Una donna, dà impulso a un percorso esistenziale verso la conquista di una nuova identità. Nasce una nuova donna che ha saputo ascoltare la propria legge rinunciando perfino al figlio: il sacrificio umano per la libertà.
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Bucchetti, Valeria. « Crescere con gli stereotipi ». i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 9 (7 avril 2014) : 106–28. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2014.v9i.12584.

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Stereotipi di genere determina una questione cruciale, delicata e urgente, che trova nella sintesi espressiva dell’immagine il proprio fulcro. In questa prospettiva il tema della rappresentazione della donna, così come i media la impongono, con le implicazioni che questo modello rappresentato porta con sé. Il Design della comunicazione non può dunque sottrarsi alle proprie responsabilità di mediatore in grado di agire sulla realtà sociale.
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Scalia, Vincenzo. « Dall'altra parte del cancello. La vita dietro le sbarre di due detenuti ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 40 (avril 2011) : 53–64. http://dx.doi.org/10.3280/las2011-001005.

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La realtÀ penitenziaria viene di solito analizzata a partire da approcci, che privilegiano o le analisi strutturali, di tipo socio-economico, oppure vertono sui processi relativi al controllo sociale. In questo lavoro, l'autore, adotta un approccio di tipo, che trae spunto dal lavoro di Erving Goffmann, per descrivere ed analizzare il percorso di due detenuti, un uomo e una donna, all'interno del sistema penitenziario italiano.
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Conti, Alberto. « Riflessioni su vita sociale e spirito pubblico nella provincia di Como prima dell'Unità ». STORIA IN LOMBARDIA, no 2 (septembre 2020) : 45–76. http://dx.doi.org/10.3280/sil2018-002003.

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Una ricerca sulle terre del Lario nella prima parte dell'Ottocento, volta a delinearne i caratteri fondamentali e in particolare a sviluppare riflessioni sulla qualità della vita e lo spirito pubblico nella provincia. Ci accompagnano testimoni del tempo, le cui diverse attitudini giovano a sollecitare interrogativi e risposte, nella prospettiva di offrire, in definitiva, uno spaccato della realtà locale durante il corso del Regno Lombardo-Veneto. Ne risulterà un quadro più articolato e dinamico di quanto talvolta si creda, foriero, in una certa misura, di sviluppi di lungo periodo destinati a cambiare il volto della provincia.
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Artusi, Marco, et Andrea Maurizzi. « Le nuove frontiere del marketing politico : Internet come strumento di costruzione e gestione del consenso ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 3 (septembre 2010) : 75–96. http://dx.doi.org/10.3280/mc2010-003007.

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Questo articolo si concentra sulle applicazioni digitali nella comunicazione politica e nello sviluppo del consenso, partendo dal presupposto che sia necessario superare la concezione di Internet come semplice mezzo di comunicazione di massa, ma che que- sto vada analizzato come strumento sociale di acquisizione, attivazione e coinvolgimento di persone attorno ad un movimento o idea politica. Le evoluzioni in senso sociale in atto nella Rete Internet stanno portando ad un'integrazione tra reale e virtuale, e stanno rendendo Internet una rappresentazione sempre piů fedele della realtÀ e delle reti sociali dei diversi soggetti: da qui nasce una grande opportunitÀ di costruzione del consenso. Sulla base di queste considerazioni, viene elaborato un modello di comunicazione politica in Internet, integrato nel processo di marketing politico ed articolato nelle fasi di acquisizione, attivazione e difesa. Il modello č basato sulla significativa esperienza di Barack Obama.
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Perulli, Adalberto. « Per una disciplina del lavoro "in tutte le sue forme e applicazioni" ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 164 (décembre 2022) : 70–90. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164004.

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L'articolo intende indagare criticamente l'attuale assetto del Diritto del lavoro ancora focalizzato, da un punto di vista assiologico e regolativo, sulla predominanza della fattispecie del lavoro subordinato, laddove sarebbe il tempo di riconsiderare come tutto il lavoro rientri nel processo di produzione capitalistico. Superando la frattura esistente tra norma giuridica e realtà sociale, un'idea unitaria e al contempo pluralistica di lavoro può consentire una nuova politica del diritto e una diversa architettura regolativa, finalizzate alla costruzione di tutele sociali legate al lavoro personale a favore di altri, indipendentemente dal tipo negoziali e dalle forme con-trattuali impiegate, e a prescindere dalle categorie giuridiche della autonomia o subordinazione.
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Tartari, Morena. « Futuri incerti. Madri sole e pratiche di resistenza in contesti giudiziari ». SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no 3 (novembre 2022) : 96–114. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-003007.

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L'articolo presenta i dati italiani di una ricerca empirica transnazionale condot-ta su un campione di madri sole attraverso l'etnografia istituzionale, un approccio sociologico alternativo e gender-sensitive. La ricerca analizza le discrepanze tra la realtà quotidiana delle partecipanti e i discorsi e le pratiche delle istituzioni giudi-ziarie. L'articolo evidenzia le pratiche di resistenza che le madri mettono in atto per sfidare l'incertezza del loro futuro e per cercare inclusione sociale, mostrando al contempo le potenzialità dell'approccio utilizzato.
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Panico, Angelo. « Un foro nella realtà. Dai circumvisionisti al neo realismo di Carlo Bernari ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 2 (13 mars 2018) : 377–86. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818757423.

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Negli anni ‘30 del Novecento nasce nell’Italia Meridionale un movimento culturale ctonio che, operando al di sotto della censura fascista, tenta di restituire all’arte la libertà di espressione – e ispirazione – necessaria a rappresentare la nuova realtà delle cose. Così, nella clandestinità che il momento storico imponeva, si sviluppa una vera e propria avanguardia (testimoniata dal manifesto dell’U.D.A.) orientata verso una nuova forma di realismo ben distante dalle formule canonizzate della retorica naturalistica. Spinti dalla volontà di fondare una nuova arte che riacquisti il rapporto dialettico con il reale e affascinati dal pensiero materialistico, i circumvisionisti, collegandosi alla situazione sociale meridionale e ai grandi eventi della vita contemporanea, elaboravano, come un magma germinativo, gli studi sulla nuova “grammatica della visione” (Maria Corti Principi della comunicazione letteraria), volti a fornire una precisa descrizione della realtà emersa a ridosso della Liberazione. Quanto più profonde si fanno le ricerche nel terreno culturale della clandestinità e quanto più diventano aderenti i percorsi critici alla rete di passaggi sotterranei, tanto più risulta essere opportuno soffermarsi sulla mostra di Capri nel 1928 del primo circumvisionismo, sul manifesto Uda del 1929 di Carlo Bernari, Paolo Ricci e Guglielmo Pierce come punto di partenza del primo neorealismo napoletano, al fine di delineare una macrocategoria estetica (come preciserà Bernari) non ancora cristallizzata in una vera e propria etichetta, ma aperta alle sperimentazioni avanguardistiche europee.
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D’Amico, Elisabetta, Rita Frascari, Mariagrazia Giachin, Anna Marcianò, Sonia Melgiovanni, Michela Melillo, Mara Siragusa, Valeria Tossichetti et Cristina Truppi. « L'incerto è il nostro futuro "Bisogna saper navigare come sulle rapide di un torrente, barcamenandosi tra i flutti" (Racamier) ». INTERAZIONI, no 2 (novembre 2022) : 70–96. http://dx.doi.org/10.3280/int2022-002006.

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L'articolo mette in luce alcune riflessioni di un gruppo di lavoro che si è costituito durante il periodo della pandemia e che ha continuato la sua ricerca nell'attuale fase del conflitto russo-ucraino. Le autrici si interrogano su quanta emergenza sia possibile tollerare per tutti, e cosa comporti vivere e lavorare nell'incertezza per pazienti e terapeuti. A partire da riflessioni sul concetto di "adattamento a qualsiasi cosa" di Silvia Amati Sas, vengono confrontati temi teorici declinati nell'esperienza clinica, dove mondo interno e mondo esterno hanno subito scossoni e inevitabili cambiamenti. L'irruzione della realtà esterna, con la sua incertezza per il futuro, è entrata prepotentemente nell'attività clinica influendo sia sulla dimensione intrapsichica, che sui legami di coppia e familiari. Gli stessi strumenti analitici hanno necessariamente dovuto subire degli adattamenti, così come la mente dell'analista che ha trovato nel setting interno e nella duttilità una possibilità di incontro con l'altro. La dimensione sociale della psicoanalisi ha trovato maggiore espressione nelle varie situazioni emergenziali, senza rinunciare alla propria identità, anzi acquisendo ancora un valore prezioso nel confronto con la realtà.
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Busto, Paola, et Giuseppe Viola. « Società Benefit : le prime esperienze lombarde nel settore delle public utility ». ECONOMIA PUBBLICA, no 1 (février 2022) : 167–74. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001009.

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Partendo da un breve excursus sulle Società Benefit, frutto di un percorso di evoluzione della responsabilità sociale nell'attività d'impresa (CSR), questo articolo intende porre l'attenzione sulla pionieristica esperienza italiana - prima in Europa - di un modello giuridico di impresa che punta a integrare massimizzazione del profitto con il raggiungimento di finalità sociali e ambientali. Tra queste rientrano le public utility, aziende del servizio pubblico locale che erogano beni e servizi essenziali per la collettività, già in realtà benefit oriented. Dal protocollo tra Confservizi CISPEL Lombardia e Assobenefit sottoscritto a dicembre 2020, in un solo anno si documenta la scelta, non scontata, delle prime due aziende di servizi pubblici in Lombardia di adottare lo status di Società Benefit. L'esperienza di Neutalia S.r.l. e Tea S.p.A
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Rohr, Elisabeth. « Le tracce del trauma nella realtà post-bellica del Guatemala. Riflessioni teoriche sugli effetti del trauma sull'organizzazione sociale ». GRUPPI, no 3 (octobre 2013) : 11–35. http://dx.doi.org/10.3280/gru2012-003002.

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Monico, Paolo. « Fornari (2019)(a cura di) La violenza di genere in Umbria, tra realtà e percezione sociale. Vol. I ». SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no 3 (avril 2020) : 179–81. http://dx.doi.org/10.3280/siss2019-003014.

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Crubellate, João Marcelo. « LA NOZIONE DI ALTRO NELLA TEORIA KIERKEGAARDIANA DEGLI STADI ESISTENZIALI ». Trans/Form/Ação 38, no 1 (avril 2015) : 81–102. http://dx.doi.org/10.1590/s0101-31732015000100006.

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Résumé :
Partendo dalla nozione kierkegaardiana dell'Io come un rapportarsi propongo discutere in questo testo il concetto di altro nei diversi stadi esistenziali: l'estetico, l'etico ed il religioso. Cerco prima di descrivire il problema dell'Io nella filosofia di Kierkegaard rispetto alla questione da lui enunciata fin dall'inizio del saggio sulla Malattia Mortale (KIERKEGAARD, 2013a), ossia che la coscienza possa porre a se stesso o debba esser posta da un altro. Poi la mia ricerca appunta verso la nozione dell'altro nell'estetico come occasione per il godere del se stesso e appunta anche verso la nozione dell'altro come immagine dell'Io, un secondo Io, nello stadio etico. Alla fine arrivo al religioso dove, per il teologo danese, l'altro prende il senso di un altro come altro, una realtà in sé, dato che nel religioso l'altro è, prima di tutto, il Dio – la vera fonte della realtà dell'Io stesso – ed è ancora il prossimo, tutte le altre persone che, insieme all'Io, devono nella sua singolarità diventare spirito, coscienza coesa nella esistenza. Quest'altro religioso è pertanto il punto centrale della filosofia sociale kierkegaardiana, giacché nella posizione del prossimo egli è infatti il primo Tu (KIERKEGAARD, 2003).
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Orazi, Francesco. « Le distorsioni della comunicazione scientifica durante la Pandemia ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 1 (août 2021) : 10–25. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001002.

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Résumé :
L'ipotesi dell'articolo è che Covid-19 rappresenti un evento di rottura in grado di influenzare la struttura di plausibilità del complesso socioeconomico attivato da mercato, scienza e tecnologia. Alcune condizioni determinate dalla pandemia stanno Infatti mettendo in discussione molti elementi del quotidiano che diamo per scontati. Nel corso del lavoro prenderemo a riferimento alcuni di questi ele-menti della realtà sociale che sono stati intaccati dagli effetti di Covid-19. In parti-colare, saranno affrontate le seguenti tematiche: il rapporto tra scienza e tecnolo-gia; socializzazione e distanziamento nella società iper-mediata; la relazione tra scienza e pseudo-scienza.
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Bignamini, Angelo A. « La persona centro e misura di ogni sistema sanitario ». Medicina e Morale 51, no 1 (28 février 2002) : 81–99. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2002.713.

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Résumé :
L’organizzazione sanitaria è l’insieme delle strutture, funzioni e responsabilità che dovrebbe garantire l’adeguata gestione della sanità in un ambito definito. I soggetti coinvolti nel sistema sanitario sono le persone afferenti (sane e malate); gli operatori (medici e operatori sanitari non medici); l’ambito in cui esso viene attuato (società). Essa è quindi il punto di incontro di tre realtà eminentemente umane: la medicina, l’etica, la società. I requisiti per un’adeguata organizzazione sanitaria implicano perciò la coesistenza dei principi fondamentali della medicina, dell’etica, della convivenza sociale. La medicina pone al suo centro il bisogno dell’essere umano che incontra il limite ai propri diritti nativi alla vita (cioè la morte) e alla salvaguardia di salute e integrità (cioè la malattia). La convivenza sociale impone la ricerca di un equilibrio tra i bisogni di ciascuno e la capacità di risposta della collettività nel suo complesso, incluse anche le capacità spontanee di aggregazione e di servizio, secondo priorità dettate dalla natura del soggetto del bisogno (la persona umana malata) e non pregiudizialmente definiti dall’osservatore. L’etica tutela i diritti nativi del soggetto (quoad justum), quindi determina procedure coerenti con la natura di quanti implicati nella progettazione e gestione dell’organizzazione sanitaria. In un approccio bioetico ontologicamente fondato, i criteri primi sono quelli che si riferiscono ai soggetti autonomamente esistenti, quindi alle persone. Subordinati e dialoganti con questi sono i criteri secondi, cioè quelli relativi alle entità per sé non esistenti se non in dipendenza dell’essere dei soggetti autonomi: la società e, in ulteriore subordine, il “governo”, sia esso regionale, sia nazionale. Esistono visioni alternative, nelle quali i criteri principali sono invece quelli, di stampo illuminista, relativi alla “collettività”, allo “stato”, cui si debbono subordinare i singoli “individui”. Già l’utilizzo di “individuo” contrapposto a “persona” mette in luce come questo approccio sia ideologico (basato su ipotesi astratte definite a priori) anziché scientifico (basato sull’osservazione della realtà). I due approcci originano sistemi organizzativi della sanità contrapposti tra loro, con ruoli diversi anche per gli operatori e soprattutto per il medico. Nel modello illuminista di stato etico gli strumenti matematico-statistici e matematico- economicisti (DRG, EBM, linee guida) diventano gabbie interpretative (ideologiche) della realtà. Nel modello sociale tutti gli strumenti disponibili vengono impiegati come uno dei mezzi possibili, insieme a scienza, coscienza e compassione, per descrivere la complessa realtà della singola persona che si pone in relazione con il medico portando i propri bisogni di salute, espressi ed inespressi. Secondo la bioetica personalista il criterio giustificante di qualunque “sistema” e qualunque “organizzazione”, inclusa l’organizzazione della sanità, è il “bene” di tutti i soggetti (malati e operatori con pari dignità), che si manifesta nel rispetto dei loro diritti, primo fra tutti il diritto alla difesa di vita e integrità, alla salvaguardia della salute, al rispetto dei criteri morali e religiosi di ciascuno. In questo contesto la persona rimane l’elemento centrale di riferimento della “organizzazione”, il rispetto della natura della persona rimane la misura della sua validità, la possibilità del “bene” della persona resta il criterio di valore. Esperienze in atto con questa visione non sembra siano, peraltro, meno efficienti di quelle basate sulla visione opposta. In questo contesto il medico, essendo l’operatore più prossimo al soggetto, ha però anche la responsabilità di agire come difensore dei diritti del malato (funzione etica) nei confronti del sistema organizzativo, anziché essere semplicemente un “fornitore di servizi”, dato che la salute non può essere ricondotta a “prodotto” o “servizio”, né può comprimersi nella definizione di “cliente” o “utente” la persona malata.
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Balduzzi, Giacomo. « Vigevano e la Lomellina oltre il "miracolo" : un'espansione senza crescita ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (avril 2022) : 170–91. http://dx.doi.org/10.3280/sil2021-001010.

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Résumé :
L'articolo approfondisce una specifica fase dello sviluppo economico, sociale e istituzionale del territorio di Vigevano e della Lomellina, quella del secondo dopoguerra, osservando l'evoluzione del distretto da un punto di vista storico, rispetto alle premesse che l'hanno preceduta e alle conseguenze successive. Le caratteristiche di Vigevano e della Lomellina, nonostante le apparenti somiglianze, si rivelano in realtà differenti rispetto ad altri territori in altre aree del Paese. Al fine di rendere conto di tale specificità è necessario ricostruire i processi di industrializzazione di questo territorio in una logica di lungo periodo e comprendere così l'evoluzione del sistema produttivo alla luce del peculiare contesto territoriale e del suo sviluppo.
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Matucci, Giuditta. « Personalizzazione degli apprendimenti, eguaglianza, capacità ». DIRITTO COSTITUZIONALE, no 3 (octobre 2021) : 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/dc2021-003004.

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Résumé :
Il saggio riflette sui limiti del sistema nazionale d'istruzione per ridefinire le ragioni di un suo ripensamento (anche) a fronte delle molteplici sfide imposte dalla società moderna. L'incapacità del sistema attuale di favorire lo sviluppo della personalità individuale di tut-ti, e ognuno, e di contenere le diseguaglianze presenti nella realtà sociale palesa l'urgenza di un cambiamento che sappia valorizzare le risorse e i talenti di ciascuno, senza abbandonare l'obiettivo di assicurare a tutti pari opportunità formative. S'indaga, in questo senso, sulla possibilità di realizzare un sistema d'istruzione universale, al centro del quale, accanto al tradizionale obiettivo dell'acquisizione delle competenze fondamentali, si valorizzi la personalizzazione degli apprendimenti.
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Ales, Edoardo, et Sabina Brevaglieri. « Il lavoro in età moderna : un percorso di lettura ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 168 (janvier 2021) : 767–97. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2020-168006.

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Résumé :
Il saggio si propone di offrire un percorso di lettura del volume della Storia del lavoro in Italia dedicato all'Età moderna e curato da Renata Ago. L'obiettivo è di sollecitare l'attenzione del giurista positivo verso una storia lontana e distante come quella dell'antico regime, al di là della pura curiosità e dell'interesse occasionale. La conclusione del percorso è aperta e ha l'ambizione di provare a promuovere una ripartenza, evidenziando chiavi di lettura interdisci-plinari per ripensare gli interrogativi del diritto del lavoro e della sicurezza sociale e per contra-stare efficacemente quelle teorie che leggono nella fine del lavoro novecentesco (dipendente, locale, accentrato, stabile, continuo) il venir meno del senso stesso della protezione sociale. L'auspicio è che per lo storico l'incontro con il giurista positivo possa stimolare la possibilità di elaborare nuovi terreni condivisi di ricerca applicata, arricchendo così il bagaglio di strumen-ti interpretativi dell'attività posta in essere dai regolatori del passato, senza che essi diventino lenti deformanti e performative di realtà e contesti completamente diversi.
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Paniga, Massimiliano. « Ezio Vigorelli, gli Eca e la battaglia per una riforma dell'assistenza nell'Italia repubblicana ». SOCIETÀ E STORIA, no 132 (juillet 2011) : 331–58. http://dx.doi.org/10.3280/ss2011-132005.

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Résumé :
Il saggio analizza la figura di Ezio Vigorelli e i suoi sforzi per l'instaurazione in Italia di un autentico e moderno sistema di sicurezza sociale, in analogia alle esperienze maturate in altre realtÀ europee nella seconda metÀ del XX secolo. Al centro dell'opera intrapresa dall'esponente socialdemocratico si trovavano gli Enti comunali di assistenza, i quali, opportunamente rivisti, avrebbero dovuto costituire l'ideale struttura su cui poggiare l'attivitÀ dell'intero comparto assistenziale. Dopo aver esposto i principi- guida dell'azione politico-sociale di Vigorelli, l'autore concentra la propria riflessione su due momenti particolarmente significativi di questa: i lavori della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla miseria e l'elaborazione di una proposta di legge per una riforma dell'assistenza. Entrambe le iniziative, malgrado gli esiti poco felici, mettono in risalto tutti limiti e le contraddizioni del nostro sistema di Welfare, nonché la necessitÀ di un profondo rinnovamento della legislazione e degli organismi assistenziali, di un aumento degli stanziamenti finanziari e quant'altro potesse arrecare dei benefici a un settore in perenne sofferenza.
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Turco, Federica. « Le femmine restano e i maschi partono. Dinamiche spaziali e diritti nelle moderne storie per l'infanzia ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (janvier 2021) : 13–22. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003002.

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Résumé :
In che modo le narrazioni e la realtà sociale interagiscono tra loro nella costruzione di significati condivisi? Questa sembra essere la domanda di partenza per cercare di inquadrare il problema della rappresentazione in generale, e della rappresentazione femminile in particolare, in tutti quei testi che forniscono, a livello simbolico e quindi semiotico, dei modelli d'identificazione per i loro fruitori (dai film ai cartoni animati, passando attraverso romanzi, fiabe, spot pubblicitari e così via). Si tenterà, nel breve saggio che segue, d'inquadrare la relazione tra rappresentazioni e modelli culturali, considerando principalmente alcune storie per bambine e bambini e il modo in cui queste forniscono dei percorsi d'interpretazione e stratificazione dei diritti dell'infanzia (e della loro violazione).
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Spaziante, Ermenegildo. « L’aborto provocato : dimensioni planetarie del fenomeno ». Medicina e Morale 45, no 6 (31 décembre 1996) : 1083–134. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.893.

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Résumé :
La concentrazione del dibattito sulla liceità etica dell’aborto terapeutico espone al rischio di trascurare la realtà molto più consistente e diffusa dell’abortività provocata volontariamente e legalmente non per ragioni mediche, ma per libera opzione personale (aborto volontario), o per il controllo demografico delle nascite (aborto sociale). L’autore con questo studio si propone di fornire una visione globale del fenomeno abortivo su basi essenzialmente statistiche che consenta una migliore conoscenza delle dimensioni epidemiologiche e dell’estensione planetaria dell’abortività provocata così da evidenziarne il rapporto sia con l’evoluzione demografica sia con le prospettive di contenimento e prevenzione. La pratica abortiva è di fatto una acquisizione del costume corrente in ampi strati della popolazione in molti Paesi, mentre è sovente coperta in altri Paesi da un silenzio ingiustificato, ma significativo. Con ogni probabilità - ritiene l’autore - l’evoluzione culturale porterà ad evidenziare sempre più il carattere rozzo e disumano dell’aborto, come si è verificato per altri problemi sociali. La conoscenza oggettiva del problema medico e sociale dell’aborto indotto è auspicabile che solleciti normative e programmi tesi al suo massimo contenimento ed alla sua eliminazione; ma si tratterà di un’evoluzione lenta, progressiva e determinata ancor prima che dalle norme di legge emanate, dalla maturazione della coscienza civile, morale e sanitaria delle popolazioni.
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Zambrano, Virginia. « Un’indagine nella retorica : dalla vulnerabilità sociale di Zola alla deumanizzazione di Kafka ». ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, no 2 (28 février 2016) : 247. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.12.247-265.

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Résumé :
Per i giuristi, mettere in relazione diritto e letteratura è importante. La congiunzione dei due elementi permette di corrodere la dogmatica giuridica, desacralizzare e restituire il diritto alla propria misura e alla misura dell’etica. Ciò che, infatti, la letteratura insegna, rispetto all’assetto astrattamente codificato del diritto, è l’inesistenza di leggi generali nell’esperienza vissuta. Ne consegue che le condanne, come le assoluzioni, sono inevitabilmente imperfette: siamo tutti in qualche modo colpevoli, ma anche, secondo diverso angolo di lettura, tutti innocenti. E se i decreti di colpevolezza assoluta appaiono inadeguati nelle opere di Proust, Musil e Hofmannsthal, non diversa è la situazione che si respira nell’universo di Kafka e di Zola. A questa prima decostruzione del diritto se ne aggiunge una seconda, ancor più radicale, relativa non più ai suoi limiti, ma alla stessa essenza del diritto. Non solo il sistema normativo non riesce ad incasellare nelle proprie griglie una realtà umana sfuggente ad un ordine prefissato, ma, tutt’altro che situarsi al polo opposto della violenza criminale, confina ambiguamente con essa. In questo senso, l’intersezione fra diritto e letteratura insegna che le situazioni individuali vanno sempre calate in quel caleidoscopio sociale, culturale, storico, economico, che condiziona i nostri atti non meno della nostra volontà.
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Zambrano, Virginia. « Un’indagine nella retorica : dalla vulnerabilità sociale di Zola alla deumanizzazione di Kafka ». ANAMORPHOSIS - Revista Internacional de Direito e Literatura 1, no 2 (28 février 2016) : 247. http://dx.doi.org/10.21119/anamps.12.247-265/original_language.

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Résumé :
Per i giuristi, mettere in relazione diritto e letteratura è importante. La congiunzione dei due elementi permette di corrodere la dogmatica giuridica, desacralizzare e restituire il diritto alla propria misura e alla misura dell’etica. Ciò che, infatti, la letteratura insegna, rispetto all’assetto astrattamente codificato del diritto, è l’inesistenza di leggi generali nell’esperienza vissuta. Ne consegue che le condanne, come le assoluzioni, sono inevitabilmente imperfette: siamo tutti in qualche modo colpevoli, ma anche, secondo diverso angolo di lettura, tutti innocenti. E se i decreti di colpevolezza assoluta appaiono inadeguati nelle opere di Proust, Musil e Hofmannsthal, non diversa è la situazione che si respira nell’universo di Kafka e di Zola. A questa prima decostruzione del diritto se ne aggiunge una seconda, ancor più radicale, relativa non più ai suoi limiti, ma alla stessa essenza del diritto. Non solo il sistema normativo non riesce ad incasellare nelle proprie griglie una realtà umana sfuggente ad un ordine prefissato, ma, tutt’altro che situarsi al polo opposto della violenza criminale, confina ambiguamente con essa. In questo senso, l’intersezione fra diritto e letteratura insegna che le situazioni individuali vanno sempre calate in quel caleidoscopio sociale, culturale, storico, economico, che condiziona i nostri atti non meno della nostra volontà.
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Punzo, Maurizio. « Il “salotto” di Anna Kuliscioff e Critica Sociale ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 54, no 1 (30 mars 2020) : 312–30. http://dx.doi.org/10.1177/0014585820912905.

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Résumé :
Studio o salotto che fosse, la stanza come “luogo” nel quale si manifestavano, oltre agli affetti famigliari di Filippo e Anna, l’elaborazione e il dialogo politici della coppia più celebrata del socialismo italiano, Turati e Kuliscioff, merita l’attenzione di storici e critici letterari. Vi passò fior fiore di personaggi che fecero la storia della politica e della cultura di quei decenni, in particolare nell’ambito laico socialista, contribuendo alla formazione di un buon numero di futuri combattenti contro il fascismo. Ricco di citazioni di testimoni di quei decenni, il saggio fornisce al lettore il sapore dell’ambiente colto e progressista, nel quale prendevano forma opzioni culturali e politiche che avrebbero trovato, nel primo dopoguerra, modo di crescere e affermarsi. Sotto questo profilo, di grande efficacia l’incrociarsi, nel salotto di casa Turati in portici Galleria a Milano, di generazioni e correnti di socialismo di ogni tipo, nello spirito di libertà e aperto confronto che lo contraddistingueva. Il “salotto” di Anna Kuliscioff era in realtà più uno studio che un salotto. Il 1° gennaio 1899 la stessa Kuliscioff, libera dopo quattro mesi di detenzione, datava la sua prima lettera da Milano a Turati, ancora detenuto a Pallanza, “da casa del tuo-nostro studio” (Turati e Kuliscioff, 1977: vol. I, 239) ed anche Turati si riferiva a quella stanza soprattutto come al loro studio: “la luce della Camera – scriveva per esempio il 30 novembre 1903 – fa rimpiangere le belle lampade del nostro studio e del nostro tinello” (Turati e Kuliscioff, 1977: vol. II, t. I, 130). In diverse occasioni però definiva “salotto”, senza alcuna ironia, quello stesso ambiente: “Il Bollettino e le inchieste dell’Ufficio del Lavoro sono tutte in salotto, nella libreria che è accanto alla porta della tua camera da letto dal lato della finestra”, il 14 giugno 1910 (Turati e Kuliscioff, 1977: vol. III, t. I, 242–243).
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Bacuzzi, Marta. « La citta` della festa rivoluzionaria : l'utopia realizzata nella Parigi repubblicana di fine Settecento ». TERRITORIO, no 91 (juin 2020) : 7–18. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-091001.

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Résumé :
Le feste rivoluzionarie, una serie di celebrazioni che hanno segnato il corso dell'ultimo decennio del Settecento, traducono gli ideali della Rivoluzione francese in qualcosa di concreto, tangibile e accessibile a tutti, tanto da materializzare nella città di Parigi una vera e propria utopia. Questo contributo intende mettere in luce come la trasformazione fisica delle vie cittadine, nonostante abbia prodotto un allestimento temporaneo ed effimero, senza alcun effetto duraturo sulle condizioni di vita delle persone, si sia in realtà rivelata uno strumento indispensabile per la creazione di consenso e di conseguenza per la legittimazione del potere. Si intende dunque evidenziare il ruolo della costruzione ‘virtuale' dello spazio urbano nel plasmare l'immaginazione sociale, rivelando al contempo gli strumenti impiegati dall'élite intellettuale incaricata di progettare le cerimonie.
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Fajertag, Giuseppe. « Book review : Protocollo sociale di Maastricht : realtà e prospettive - Notizario di Guirisprudenza del Lavoro, supplemento, Roma 1995 (English version also announced) ». Transfer : European Review of Labour and Research 1, no 3 (juillet 1995) : 458–60. http://dx.doi.org/10.1177/102425899500100322.

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Crepaldi, Carlo. « La dialisi peritoneale ovvero il gioco delle perle di vetro ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (14 février 2014) : S25—S26. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.962.

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Résumé :
La dialisi peritoneale (PD) in Italia è un trattamento sostitutivo renale di nicchia, limitato numericamente nel numero di pazienti trattati e nel numero di Centri che lo propongono. Non esistono, allo stato attuale, valide motivazioni cliniche e dialitiche che facciano in generale preferire la dialisi extracorporea (HD) alla PD. Al contrario, la dialisi peritoneale potrebbe trovare ampio spazio come “first choice” nei pazienti uremici incidenti a diuresi conservata per la sua validità nel preservare la funzione renale residua. Le due metodiche dialitiche (HD e PD) dovrebbero convivere e integrarsi nella stessa Unità Operativa, arricchendo la proposta dialitica al paziente. Compito del nefrologo dovrebbe essere, infatti, quello di offrire senza preconcetti e di confezionare il trattamento sostitutivo che meglio si adatta al paziente nella sua complessa realtà umana, clinica, ambientale e sociale.
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Stefani, Silvia, et Paola Cereda. « Fare insieme una cosa difficile. Dal teatro comunitario argentino alla compagnia integrata assaiASAI ». WELFARE E ERGONOMIA, no 2 (février 2022) : 133–45. http://dx.doi.org/10.3280/we2021-002010.

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Résumé :
L'articolo analizza l'esperienza della compagnia integrata di teatro comunitario assaiASAI, attiva a Torino dal 2010. La compagnia, che dal 2010 a oggi è stata attraversata da più di trecento persone, è costituita da un gruppo eterogeneo che comprende persone diverse per età, provenienza geografica, (dis)abilità, professione, formazione, background socioculturale. Le autrici discutono il ruolo del teatro comunitario argentino e delle riflessioni che ne sono sorte sull'Arte per la Trasformazione Sociale che ispirano il lavoro di assaiASAI. A seguire, la compagnia integrata torinese viene analizzata in quanto "comunità di pratica". Questa lente analitica permette di discutere alcuni elementi portanti della compagnia: la pratica come contesto di apprendimento, la collaborazione oltre le differenze, la creazione di una comunità aperta. Infine, le autrici riflettono sulle difficoltà e le sfide nella relazione con altre realtà del welfare locale.
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Mela, Sara. « La creazione di un laboratorio permanente di rigenerazione urbana. Un percorso di ricerca-azione nel quartiere aurora di Torino ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (janvier 2022) : 91–101. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003007.

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Résumé :
L'articolo presenta alcune considerazioni maturate a seguito di un lavoro di ricerca-azione svolto da un gruppo di ricercatori e docenti del Politecnico e dell'Università di Torino, nel quartiere Aurora di Torino. I primi due paragrafi contengono una riflessione teorica sul tema della rigenerazione urbana come pratica finalizzata alla creazione di un'infrastruttura sociale che individua nello spazio pubblico l'asse portante di una molteplicità di servizi co-progettati dai cittadini. Il terzo paragrafo espone i risultati di una campagna d'interviste a testimoni privilegiati e descrive il processo che, a seguito della situazione di emergenza sanitaria determinata dal diffondersi della pandemia, ha portato alla nascita di un Coordinamento di oltre 40 realtà attive in Aurora (comitati di cittadini, associazioni, case del quartiere, ecc.) teso alla creazione di un laboratorio permanente per la rigenerazione del quartiere.
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Carrera, Letizia. « Centri storici tra specificità e processi di mutamento ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 125 (août 2021) : 116–32. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-125007.

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Résumé :
Il dibattitto italiano sui centri storici, caratterizzato per lungo tempo da un andamento carsico, è stato spesso carente sia sul piano del riconoscimento della loro specificità, sia su quello di un'analisi processuale delle loro caratteristiche. Il punto di partenza è riconoscerli come parte integrante della città ma, allo stesso tempo, come parti caratterizzate da tratti specifici. Alcune volte i centri storici sono considerati come una risorsa per la città in termini di sviluppo sociale ed economico; altre volte come un problema che richiede strategie di intervento. L'autore propone una riflessione che muove dalle peculiarità di ciascuna realtà, per connettersi a una proposta tipologica centrata sui processi di cambiamento che caratterizzano i centri storici. Questa prospettiva di analisi rappresenta anche la possibilità di orientare interventi progettuali in vista di politiche di rigenerazione urbana.
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Gangale, Giuseppe. « Le perle dell’alterigia e i piselli della modestia La “sobria hilaritas” alla scuola di Sir Thomas More ». Moreana 49 (Number 187-, no 1-2 (juin 2012) : 105–20. http://dx.doi.org/10.3366/more.2012.49.1-2.7.

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Résumé :
Questo articolo afferma che More, nell’intraprendere l’educazione dei figli, si trovò davanti un campo minato non solo da convenzioni, usi e costumi della nobiltà inglese del cinquecento, ma anche da affetti che si mostravano sicuramente riluttanti ad un certo tipo di educazione. More infatti metteva in discussione una certa posizione sociale fatta di immagine e prestigio. Indubbiamente se la modestia, la morigeratezza, il disprezzo dell’oro l’avesse imposto per legge all’interno della sua casa avrebbe trovato per contro l’ostilità dei cari che erano meno sensibili a questa sorta di mentalità. L’averla invece proposta come bagaglio della loro educazione e trasmessa con spirito ludico lo rende grande come padre e insegnante. In realtà l’allegra vena di Moro fu uno strumento di grandi potenzialità nelle mani di un maestro di vita.
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