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CREMONESI, CRISTIANO. « Il rapporto tra pubblico e privato nel servizio idrico ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2011. http://hdl.handle.net/11566/241862.

Texte intégral
Résumé :
Il settore del servizio idrico è stato interessato negli ultimi vent’anni da profonde riforme a cui vanno aggiunte, recentemente, importanti novità normative che ne hanno modificato ulteriormente l’organizzazione. Nell’ambito di questa tesi, dopo aver ripercorso l’evoluzione normativa di questo settore, si è proceduto all’esame della ripartizione dei ruoli e delle responsabilità tra i soggetti pubblici e privati coinvolti nell’organizzazione del servizio idrico: il Governo, la Commissione Nazionale di Vigilanza sulle Risorse Idriche (CO.N.VI.R.I.), le Regioni, i gestori del servizio e le Autorità d’Ambito, i cui compiti dovranno essere riassegnati dalle Regioni a causa della soppressione delle stesse. In particolare si è trattato della redazione dei piani d’ambito, dell’affidamento del servizio idrico, dei poteri di controllo dell’autorità d’ambito sul gestore, della determinazione della tariffa, della convenzione come strumento di disciplina dei rapporti tra autorità d’ambito e soggetti gestori del servizio idrico integrato, del gestore del servizio idrico, dei poteri di controllo e sostitutivi nei confronti del soggetto gestore, delle modalità di subentro di un nuovo gestore a quello uscente, concludendo con un riepilogo dei ruoli e delle responsabilità dei soggetti coinvolti nel funzionamento del servizio idrico integrato. Le modalità di affidamento della gestione del servizio a società di capitali private, a società miste pubblico-privato e a società in house sono state oggetto di una approfondita analisi, in quanto rappresentano una questione fondamentale in relazione al rapporto tra pubblico e privato nel servizio idrico e in considerazione del fatto che proprio su di esse si sono concentrate le maggiori novità normative dell’ultimo decennio. In particolare, nel 2008, con l’art. 23-bis, introdotto dalla l. n. 133/2008 in sede di conversione del d.l. n. 112/2008, vi sono state importanti novità in materia di affidamento, legate soprattutto alle forti limitazioni al ricorso al modello della società in house. A queste vanno aggiunte quelle relative alla nuova disciplina dei servizi pubblici locali, introdotta dal d.l. 135/09, convertito nella legge 20 novembre 2009, che hanno suscitato un acceso dibattito sulla c.d. “privatizzazione dell’acqua”: tra le novità, infatti, c’è la previsione della scadenza delle gestioni in house al 31 dicembre 2010, se non si superano stringenti requisiti, e al contempo viene incentivata la trasformazione delle stesse in società miste, permettendo il proseguimento di tali gestioni sino alla scadenza prevista dal contratto di servizio a condizione che entro il 31 dicembre 2011 le amministrazioni cedano almeno il 40% del capitale ad un socio privato selezionato con procedura di gara ad evidenza pubblica. La questione, quindi, è di grande attualità, e sono stati proposti addirittura due diversi refenderum contro la privatizzazione del settore, anche se con caratteristiche sostanzialmente diverse. Al fine di analizzare al meglio quello che, più che con il termine «privatizzazione», andrebbe meglio definito come «partenariato pubblico-privato (PPP)», è stato effettuato un confronto tra il nuovo modello italiano e quello di altri importanti paesi europei, in particolare Inghilterra, Francia, Germania, Spagna e Olanda, al fine di evidenziarne le peculiarità e i possibili punti di forza e di debolezza. Si è cercato, infine, di approfondire proprio i legami tra il ruolo del soggetto pubblico e di quello privato in un settore, quello idrico, dalle caratteristiche assolutamente peculiari. A tal proposito sono stati esaminati il ruolo della convenzione di affidamento come strumento di regolazione dei rapporti tra soggetto pubblico e privato, i rischi che rendono aleatori i ricavi e i costi del gestore del servizio idrico, le potenzialità e le problematiche del partenariato pubblico-privato (PPP), la convenzione di affidamento come accordo contrattuale di lungo termine e la questione della rinegoziazione della convenzione stessa.
During the last twenty years, the water service sector has been affected by deep reforms and, more recently, important regulatory changes have altered its organization further. In this thesis, after chronicling the evolution of legislation in this sector, I examined the allocation of tasks and responsibilities between public and private entities taking part in the water service organization: Government, National Committee of Inspection for the Water Service (CO.N.VI.R.I.), Regions, service managers and, finally, Area Authorities, whose functions will be reassigned by the Regions in consequence of their disbandment. In particular, I covered the area plans, the water service entrusting, the Area Authority’s supervision powers over the managers, the price determination, the Convention as a regulation instrument of the relations between Area Authorities and integrated water service managers, the water service managers, the surveillance and replacement powers over the managers and, finally, the modes a new manager can succeed the outgoing one. I concluded with a summary of the roles and responsibilities pertaining to the corporations involved in the integrated water service functioning. The methods of the service management entrusting to private limited companies, governmentcontrolled companies and government-owned corporations have been analyzed in detail, as they represent a fundamental question with regard to the relationship between public and private in the water service and in view of the fact that the most important regulatory changes of the last decade have been centred right on them. In particular, in 2008, art. 23-bis, introduced by l. n. 133/2008 in consequence of the conversion of decree-law n. 112/2008, made important changes as regards entrusting, especially related to strong restrictions on the use of the government-owned corporation model. In addition, it is necessary to mention the changes concerning the new regulation of local public services, introduced by decreelaw n. 135/09, converted into law 20th November, 2009. In particular, the so-called “water privatization” has sparked a heated debate: actually among the news there’s the expiry of public managements at 31st December, 2010 if they don’t meet strict requirements. Meanwhile, the conversion of government-owned corporations into government-controlled companies is fostered, allowing the continuation of these managements until the expiry date provided for in the service contract on condition that by 31st December, 2011 the Government cedes at least 40% of the capital to a private partner selected with public tender procedure. So, it is a question of great interest and two different referendum against the privatization of this sector were even proposed, although with substantially different features. In order to better analyze what, rather than «privatization» would be better defined as «publicprivate partnership (PPP)», I made a comparison between the new Italian model and that of other leading European countries, especially England, France, Germany, Spain and Holland, so that I could highlight peculiarities and possible strengths and weaknesses. Finally, I tried to delve into the relationships between public and private in the water service, a very peculiar sector. To this end, I examined the role of the entrusting convention as a regulation instrument of the relations between public and private, the risks of uncertainty of revenues and costs of the water service manager, potential and issues of public-private partnership (PPP), the entrusting convention as a long-term contractual agreement and, finally, the question of the renegotiation of the convention.
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Laus, Federico <1986&gt. « Il rapporto collaborativo tra pubblico e privato : dall'Unione Europea al diritto interno ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7702/1/laus_federico_tesi.pdf.

Texte intégral
Résumé :
Il lavoro intende proporre una ricostruzione delle formule di collaborazione tra pubblico e privato nella contrattazione pubblica, nonchè delle tendenze di riforma nel diritto comunitario e nei diritti nazionali, secondo una tripartizione, che segua l’attuale logica delle riforme nel diritto amministrativo. La prima parte è dedicata alla disciplina della contrattazione pubblica e della collaborazione pubblico-privata nel diritto dell’Unione Europea. La seconda parte, invece, si occuperà di affrontare il medesimo tema con riguardo al diritto interno italiano, con particolare attenzione al parallelismo con il dibattito e le riforme promosse in sede comunitaria. La terza ed ultima parte è, invece, dedicata allo studio comparatistico, esteso a Regno Unito, Spagna e Francia. L’obiettivo centrale è quello di poter individuare le tendenze riformatrici e comprendere quale sia stato il percorso del diritto amministrativo relativamente all’attività negoziale delle pubbliche amministrazioni. Verrà, conseguentemente, dedicato ampio spazio allo studio dei principi generali e delle procedure, dei modelli contrattuali e degli orientamenti normativi, con particolare attenzione alle recenti riforme adottate dai legislatori nazionali ed alla dimensione necessariamente sovranazionale della contrattazione pubblica negli Stati membri UE. Si è inteso analizzare i vari aspetti connessi al rapporto di collaborazione pubblico-privato, intendendo con questo una nozione più ampia rispetto all’istituto di partenariato pubblico-privato, ritenendo che, alla luce delle recenti direttive e del dibattito svoltosi in sede comunitaria, il rapporto sotteso anche ai contratti tradizionali, su tutti il contratto d’appalto, sia maturato fino a giungere ad una complessa e poliedrica relazione cooperativa e collaborativa tra il soggetto pubblico ed il partner privato, nella convinzione che non vi sia più una netta separazione di ruoli e che l’apporto del privato, soprattutto sotto il profilo qualitativo, sia divenuto essenziale ai fini del concreto soddisfacimento degli interessi pubblici, con ogni conseguenza in termini di disciplina della composizione del rapporto e dell’esecuzione dello stesso.
This paper intends to propose a reconstruction of collaboration formulas between public and private in public procurement, as well as the reform trends in EU law and national laws, according to a tripartite division, which follows the current logic of the reforms in administrative law. The first part is devoted to the regulation of public procurement and public-private partnership in European Union law. The second part, however, will face the same issue with regard to Italian national law, with particular attention to the parallels with the debate and the reforms promoted by the EU. The third and final part, however, is devoted to the comparative study, extended to UK, Spain and France. The central objective is to be able to identify the reforming trends and understand what has been the path of administrative law regarding the negotiating activity of public authorities. Consequently, ample space will be dedicated to the study of the general principles and procedures, contractual models and regulatory guidelines, with particular attention to recent reforms adopted by national legislators and the necessarily supranational dimension of public procurement in EU member States. It was intended to analyze the various aspects related to public-private partnership, meaning that a broader notion than the contract of public-private partnership, believing that, in light of recent guidelines and the discussion held by the EU, the underlying report also to traditional contracts, has matured to achieve a complex and multifaceted cooperative and collaborative relationship between the public entity and the private partner, in the belief that there is no longer a clear separation of roles and that the contribution of the private, especially in terms of quality, it has become essential for the concrete fulfillment of public interests, with all the consequences in terms of regulation of the rapport and of its implementation.
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GIUBILEO, FRANCESCO. « I servizi pubblici per l'impiego funzionano veramente ? Il ruolo dell'attore pubblico lombardo nella fase di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/40096.

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Résumé :
In Regione Lombardia il ruolo dell’attore privato è diventato in questi anni fondamentale per quanto riguarda l’erogazione delle politiche attive del lavoro. Tuttavia, sin dalle prime sperimentazione nella delega ai soggetti privati si è riscontrato un diffuso fenomeno di opportunismo, in grado di generare scarsa efficienza in termini di collocamento dei soggetti svantaggiati. L’obiettivo della libro è quello di definire: come sono organizzati oggi i Servizi pubblici per l’impiego in Lombardia ed il loro ruolo nel collocamento della forza lavoro; quali sono i principali problemi legati alla delega verso i soggetti privati; e infine se è possibile comparare tale esperienza con quella di altri Paesi in modo da formulare dei modelli di riferimento nel contrasto all’opportunismo dei privati.
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Russo, Fabio <1992&gt. « La nullità urbanistica : tra interesse pubblico ed esigenze di certezza nei rapporti privati ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18472.

Texte intégral
Résumé :
Il lavoro di ricerca si concentra sull’analisi delle problematiche sorte in tema di interpretazione degli art. 17 della L. 47/1985 oggi trasfuso nell’art. 46 del D.p.r. 380/2001 (T.U.E.). La norma prevede la nullità e non stipulabilità degli atti tra vivi nel caso in cui l’alienante abbia omesso di dichiarare gli estremi della concessione ad edificare o della concessione in sanatoria. La formulazione della norma, invero, è parsa da subito particolarmente infelice e ha dato adito a diverse teorie interpretative che possono dividersi in due gruppi contrapposti. Da un lato, si sostiene che la norma abbia introdotto un’ipotesi di nullità formale dovuta unicamente all’assenza della dichiarazione richiesta; dall’altro, si ritiene, valorizzando il presunto scopo di contrasto all’abusivismo, che accanto alla nullità formale sussista altresì una nullità sostanziale che scaturirebbe dalla difformità dell’immobile al titolo dichiarato. Nello scritto si cerca di indagare pro e contro di ogni teoria con un approccio il più possibile privo di pregiudizi e pre-deduzioni.
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CASCARANO, APOLLONIA. « L'ordine pubblico economico tra progresso economico e sviluppo sociale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/65881.

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Résumé :
Nella ricerca si mostra l’esistenza di una dimensione costituzionale europea di principi e valori comprendenti la CEDU e le costituzioni statali fondanti la presenza di un ordine pubblico europeo evidenziando l’emersione di un sistema europeo costituzionale. La ricerca unisce elementi e sistemi per prospettare l’esistenza di un’integrazione europea a livello giuridico tutelando il cd. pluralismo giuridico europeo, dando risalto agli strumenti di identità degli ordinamenti, creando unione tra il processo di integrazione e la tutela del pluralismo ordinamentale, evidenziando la situazione di giuridicità non perfetta relativa alla tutela dei diritti fondamentali. Da qui il ricorso al concetto di ordine pubblico che afferma l’unità degli ordinamenti giuridici definendo il concetto di pluralismo costituzionale europeo con il mutuo riconoscimento e l’affermazione di una dimensione costituzionale. Tra il concetto di costituzione formale ed il concetto di costituzione reale, si preferisce il concetto di Verfassung, costituzione reale. Il concetto di ordine pubblico conserva e valorizza le diversità ed i conflitti e diviene il risultato del conflitto tra conservazione e promozione dei valori e principi fondamentali. Si inserisce il concetto di ordine pubblico economico come categoria variabile che segna la nascita di un nuovo diritto tendente a prevenire e regolare i conflitti sociali. L’ordine pubblico economico si oppone all’astrattezza delle vecchie disposizioni con una legislazione di categorie sociali dove il contratto è sottoposto a regole dettate dalla tipologia contrattuale ed dalla personalità delle parti. La novità concettuale che porta alla distinzione tra i due concetti di ordine pubblico ed ordine pubblico economico è la base statuale: distanziandosi dallo Stato liberale, il concetto di ordine pubblico economico si fonda nelle forme di Stato sociale dove il sociale giustifica l’intervento statale in economia divenendo nozione giuridica di politica economica e sociale. Il rapporto tra diritto ed economia appare importante per poter meglio capire la portata della categoria dell’ordine pubblico economico: si segnala la necessità di creare concezioni non astratte ma reali dell’ordinamento recuperando l’esperienza dei rapporti umani e il fenomeno della comunicazione interpersonale. La proposta di una teoria generale in ambito economico rileva le deficienze di un metodo astratto in unione alla necessità di una "nuova antropologia" su cui si basa il concetto sussidiario. La nuova antropologia valorizza l'autonomia e la capacità dei singoli figlia dello spontaneo autoregolarsi della persona umana. Da ciò deriva l'analisi del rapporto tra ordine economico e ordinamento giuridico: la naturalità delle norme sociali si unisce con il ruolo sussidiario delle istituzioni che sopperiscono alle deficienze dei regolamenti. Esiste una comunicazione tra soggetti tramite la quale si ridà centralità al concetto di comunicazione ipotizzando un ordinamento intersoggettivo, sul quale si basa l'intervento sussidiario delle istituzioni con funzione di orientamento per il benessere della vita comunitaria. Il nuovo concetto di ordine pubblico economico diventa categoria che media le interrelazioni tra i principi dell’ordinamento comunitario e le regole del mercato comunitario. Lo sviluppo economico ed il progresso sociale sono i due cardini fondamentali della categoria, tendente sempre ad un bilanciamento tra le due finalità, riconosciuti a livello europeo come valori fondamentali ed intrepretati dalla giurisprudenza della Corte come fondamentali per le sue decisioni. Si sottolinea la realizzazione del concetto in ambito comunitario, dove all’esigenza di protezione delle libertà economiche si è riusciti ad associare la tutela di altri valori. L’equilibrio per il raggiungimento dell’ordine pubblico economico manca in tante aeree del diritto internazionale dove è prevalente il concetto di free trade rispetto ai valori sociali e della persona umana.
The study shows the existence of an European constitutional dimension of values and principles including the CEDU and the national constitutions, establishing the presence of an European public order underlining the display of a constitutional European system. The research tries to prospect the existence of an European integration at juridical level, granting the European juridical pluralism, highlighting the identity of each system, unifying the process of integration and the defense of pluralism, showing a defective juridical situation related to the granting of fundamental rights. The study appeals to the concept of public order that states the unity of juridical systems defining the concept of European constitutional pluralism through the mutual acknowledgment and achievement of a constitutional dimension. Among both the concepts of formal constitution and real constitution, it is preferred that of Verfassung ,real constitution. The concept of public order retains and gives values to the differences and conflicts and becomes the result of the conflict between the retention and promotion of values and fundamental principles. It is added the concept of public economic order as a variable category that marks the beginning of a new law that prevents and settle social conflicts. The public economic order oppose the abstract nature of old orders through the legislation of social categories where the contract is subject to rules of contractual typology and to the legal entity of the parts. The conceptual innovation that brings to the distinction between the two concept of public order and public economic order is the statuale base : the concept of public economic order is based on the forms of social State where the social justifies the public intervention in economy, becoming a legal notion of political and social economy. The relationship between law and economy appears important to better understand the meaning of the category of public and economic order: it is marked the need to create real and non-abstract conceptions of the system and to recover the experience of human relationships and that of the interpersonal communication. The proposal of a general theory in an economic setting reveals the deficiencies of an abstract method together with the need of a “new anthropology” upon which the subsidiary concept is based. The new typology gives value to the autonomy and to the ability of the individual and it is consequence of the natural auto govern of the human person. An analysis of the relationship between the economic order and the juridical system follows: social rules join the subsidiary role of institutions that provide for the deficiencies of procedures. There is a communication between the two subjects through which the concept of communication gains importance, thus supposing a system upon which the subsidiary intervention of institutions that work for the welfare of community life is based. The new concept of public economic order becomes a category that mediate the interrelations among the principles of the Community system and the rules of the Community market. The economic development and the social progress are the two cornerstones of the category, always tending towards a balance between the two purposes , identified at European levels as fundamental values and interpreted from the law of the Court as basic for its decisions. It is underlined the fulfillment of the concept in the Community setting in which the need of defending economic freedom has been associated to the protection of other values. The balance for the achievement of the public economic order lacks in many areas of international law where the concept of free trade prevails over social values and human person.
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6

Marcolongo, Alberto <1991&gt. « Partenariato pubblico-privato in ambito culturale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10480.

Texte intégral
Résumé :
L'elaborato si propone di descrivere la fattispecie del partenariato pubblico privato in osservanza della normativa vigente, descrivere le modalità degli interventi nei beni culturali in Italia e analizzare un caso peculiare, con attori Gallerie dell'Accademia, Venetian Heritage e Samsung.
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Toso, Eleonora <1991&gt. « L’edutainment culturale : una possibile collaborazione pubblico-privato ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/9172.

Texte intégral
Résumé :
L'elaborato intende indagare il mondo della cultura facendo riferimento alle attività che vengono organizzate all'interno di strutture pubbliche per rendere l'esperienza di visita dinamica e coinvolgente. Enti che operano a Venezia e in altre realtà italiane vengono presentati con riferimento all'approccio e agli strumenti applicati in sede di progettazione di attività di edutainment. Ampio spazio è infine dedicato a due realtà operanti a Venezia: Artsystem Srl e Mavive Spa che, in modo diverso, hanno contribuito a plasmare il panorama ludico-didattico della città lagunare.
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USAI, EMMANUELA. « Il processo amministrativo : dall'atto al rapporto ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2018. http://hdl.handle.net/11584/256012.

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Résumé :
The present work deals with the procedural implications deriving from the substantial enhancement of the relationship between Public Administration and citizens. In fact the doctrine has re-evaluated this relationship conceiving it as a rapport characterized by the equality of the parties, overcoming the idea of Administration’s superiority. The acceptance of such an approach has resulted in the legislative attribution in favor of citizens of even more incisive claims against the State, primarily procedural, contributing to attenuate the distance between rulers and governed. This requirement has needed the modification of trial’s structure, which aimed primarily at protecting the Administration interests and only accidentally the citizen needs. The research analyzes the progressive change of the administrative process and his function, aimed to achieve the equality in the relationship between State and citizen and to apply the principle of effective judicial protection, which, according to the doctrine, constitutes the guiding principle of many legislative procedural measures. These have introduced many different instruments that have contributed, with the help of the jurisprudence, to focus the process on the evaluation of the relationship between citizens and Administrations. The research deals with the problems deriving from such valorization, and in particular the relationship with the Administration's prerogatives, consisting in the freedom to autonomously make their own choices without the judge interfering with them.
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9

Pilotto, Mattia <1986&gt. « I poteri datoriali nel rapporto di lavoro subordinato privato ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6600.

Texte intégral
Résumé :
La tesi affronta il tema dei poteri del datore di lavoro nel rapporto di lavoro subordinato privato. L’argomento viene esaminato partendo dall’analisi della figura del lavoratore subordinato e delle peculiarità che lo distinguono dalla altre forme giuridiche nelle quali può essere prestata un’attività lavorativa. Successivamente vengono analizzati la natura, l’ambito di applicazione e i limiti di ciascun potere (direttivo, di controllo e disciplinare).
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ROSSI, Ivana. « La finanza di progetto nell'ambito del partenariato pubblico-privato ». Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2010. http://hdl.handle.net/11695/66380.

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Résumé :
Oggetto di questo lavoro di ricerca è, come si evince chiaramente dal titolo, l’istituto del Project financing e i suoi rapporti con l’ordinamento giuridico italiano. Preliminarmente è sembrato opportuno, ai fini di una più chiara ed esaustiva indagine speculativa, analizzare lo scenario istituzionale e giuridico in cui il Project Financing si colloca e di cui rappresenta uno dei più validi istituti, ossia il Partenariato pubblico privato, spesso abbreviato tramite l’utilizzo dell’acronimo PPP. Quest’ultimo si configura come una delle più recenti branche avanguardiste del diritto dell’economia e della governance economica. La prima definizione di Partenariato pubblico privato che rinveniamo è datata 2004 ed è una definizione documentale, che deriva cioè da un documento della Commissione Europea, più precisamente dal “Libro Verde relativo ai partenariati pubblico-privati ed al diritto comunitario degli appalti pubblici e delle concessioni” e che definisce, appunto, il PPP come una formula onnicomprensiva con cui si fa riferimento a “forme di cooperazione tra le autorità pubbliche e il mondo delle imprese che mirano a garantire il finanziamento, la costruzione, il rinnovamento, la gestione o la manutenzione di un’infrastruttura ovvero la fornitura di un servizio”. Ogni operazione di Partenariato pubblico privato, comprese anche quelle di Project financing, è caratterizzata da una serie di elementi che si possono così sintetizzare: durata relativamente lunga dell’operazione, forte finanziamento da parte dei soggetti privati e la ripartizione dei rischi dell’operazione tra soggetto pubblico e soggetto privato. A questa definizione documentale,ormai datata e superata, è necessario affiancare, o meglio sostituire, la definizione normativa che del PPP ha recentemente dato il nostro legislatore: infatti, con il D.Lgs. 11 settembre 2008, n. 152 (Terzo Decreto Correttivo al Codice dei Contratti Pubblici) si sono definiti i contratti di partenariato pubblico privato. Nella definizione codicistica di contratto di Partenariato pubblico privato rientrano tutte le tipologie alternative all’appalto e finalizzate a realizzare opere pubbliche o a fornire pubblici servizi. Da ciò si evince come il Partenariato pubblico privato non si sostanzi in una mera operazione economica, ma sia una nuova categoria negoziale, alternativa all’appalto, per la realizzazione di opere pubbliche. Dopo questa necessaria premessa sul PPP, la dissertazione prosegue, al capitolo 3, con l’analisi dell’istituto della “Concessione”, che si può definire come l’istituto giuridico che costituisce, nel nostro ordinamento, una sorta di antenato del Project financing, e, al capitolo 4, che costituisce la parte centrale di questo lavoro di ricerca, con l’analisi dei diversi soggetti che fanno parte di un’operazione di PF, con i possibili schemi di PF, con il suo ambito di applicazione oggettiva, con l’analisi dei rischi di progetto e il piano di fattibilità economico-finanziaria, con l’analisi della disciplina legislativa, che ripercorre l’evoluzione storica e normativa del PF dalla nascita dell’istituto stesso fino all’ultima novella legislativa, che è costituita dal Terzo Decreto correttivo al Codice dei Contratti pubblici. Il lavoro si conclude con due capitoli finali dedicati, rispettivamente, alla natura giuridica dell’istituto del Project financing ed ad una raccolta giurisprudenziale che analizza il PF nella giurisprudenza dei TAR, del Consiglio di Stato, della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea.
The object of this research is, as is clear from the title, the institution of the project financing and its relationship with the Italian legal system. Preliminarily it appears desirable in order to more clearly speculative and exhaustive investigation, analyze the institutional and legal scenario in which the Project Financing takes place and which represents one of the most valuable institutions, namely the public-private partnership, often abbreviated by 's use of the acronym PPP. The latter is configured as a vanguard of the latest branches of business law and economic governance. The first definition of public-private partnership that was found is dated 2004 and is a definition document, which is derived from a document that the European Commission, more specifically, the "Green Paper on public-private partnerships and Community law on public contracts and concessions "and defines it as the PPP as a comprehensive formula which refers to" forms of cooperation between public authorities and the business community aimed at guaranteeing the financing, construction, renovation, management or maintenance infrastructure or the provision of a service. " Each operation of public-private partnership, including that of project financing, is characterized by a series of elements that can be summarized as follows: relatively long duration of the operation, stronger financial commitment from the private operation and the sharing of risks between public and private person. To this definition documentary, outdated and outmoded, it is necessary to add, replace or rather, the definition of PPP legislation has recently given our legislature: in fact, with the Leg. September 11, 2008, No 152 (Third Corrective Decree of the Code of Public Contracts) have defined the public-private partnership contracts. In the definition of codicistica public private partnership contract covers all types of alternative procurement and spending to provide public works or public services. This shows how the public-private partnership does not consist merely in a purely economic transaction, but is negotiating a new category, alternative contract for the construction of public works. After this necessary background on PPP, the thesis continues in Chapter 3, with the analysis of the institution of "concession", which can be defined as the legal institution which is, in our system, a sort of ancestor of the Project financing , and, in Chapter 4, which forms the core of this research, the analysis of the different subjects that are part of an operation of PPP with the patterns of PF, with its scope, objective, with the analysis of project risks and plan of economic and financial feasibility, with the analysis of legislative framework, which traces the historical evolution and regulatory institution of the PF from birth until the last legislative news, which is consisting of the Third Order Healing Public Contracts Code. The work concludes with two chapters devoted respectively to the legal nature of project financing institution and a collection of case law analyzing the PF in the case of TAR, the Council of State, the Constitutional Court and the Court of Justice.
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11

Barone, Alessandra. « L'istituto del project financing nell'ambito del partenariato pubblico-privato ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/285.

Texte intégral
Résumé :
2009 - 2010
Nella presente tesi di dottorato sono stati analizzati i tratti caratterizzanti dell’istituto del project fiancing, ritenuto un modello per la realizzazione di opere pubbliche senza oneri finanziari per la Pubblica Amministrazione, nell'ambito dei più generali strumenti di partenariato pubblico-privato, tenendo conto delle (non poche) modifiche normative operate dal legislatore. Riferito l’ambito di applicazione dell’istituto, che assume oggi una fisionomia radicalmente diversa da quella delineata dalla legge 11 novembre 1998, n. 415, specie a seguito della novella operata dal D.Lgs. n. 152/2008, recante il “terzo decreto correttivo”, fino si è reso necessario esaminare le fasi in cui si snoda l’iter procedurale, che in linea generale si articola in due sub procedimenti: il primo di selezione del progetto di pubblico interesse; il secondo di gara ad evidenza pubblica sulla base del progetto dichiarato di pubblica utilità, configurandosi una fattispecie a formazione progressiva. Sono stati, infine, tenuti in considerazione i principi dettati in fase giurisdizionale dall’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, con la sentenza 28 gennaio 2012, n. 1, che ha rilevato che nel procedimento di project financing, articolato in più fasi, l’atto di scelta del promotore determina una immediata posizione di vantaggio per il soggetto prescelto e un definitivo arresto procedimentale per i concorrenti non prescelti. L’onere di immediata impugnazione dell’atto di scelta del promotore garantisce, infatti, che in tempi rapidi (attesa l’applicabilità dello speciale rito abbreviato per i contratti pubblici) si raggiunga certezza sulla legittimità della scelta della procedura, con evidente vantaggio per i successivi snodi della stessa. [a cura dell'autore]
IX n.s.
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Fossati, Lopez Giuseppe <1981&gt. « Il rapporto tra azione causale ed azione cartolare ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3434/1/Fossati_Lopez_Giuseppe_tesi.pdf.

Texte intégral
Résumé :
Il presente lavoro affronta la questione del rapporto tra l’azione cartolare e l’azione causale nell’ambito dei titoli cambiari; nonché il problema della relazione, di diritto sostanziale, che intercorre tra i menzionati titoli ed i rapporti causali che soggiacciono alla loro emissione e circolazione; con costante riferimento sia al diritto italiano che al diritto paraguaiano. Vengono così analizzati i concetti tradizionali della causa della cambiale e della convenzione esecutiva, per poi passare alla analisi della funzione economica tipica dei titoli cambiari e, segnatamente, la previsione del loro rilascio o negoziazione nell’economia del rapporto fondamentale. Si affrontano, così, i noti problemi della novazione e della dazione in pagamento attuate mediante questi titoli, tenendo in particolare considerazione anche la struttura delegatoria che presentano alcuni di essi. Particolare attenzione viene dedicata al fatto che, nella maggior parte dei casi, le parti non prevedono specificamente l’incidenza del rilascio o girata del titolo cambiario sul rapporto sottostante. Per questa ragione, si mette in luce che nella maggior parte dei casi la fattispecie configura una modificazione della relazione causale intercorrente tra le parti, proprio per l’assenza di pattuizione espressa al riguardo. Strettamente connesso con quest’aspetto risulta l’esame dell’emissione dei titoli cambiari solvendi causa, problematica nell’ambito della quale non si è mancato di tener conto della disciplina antiriciclaggio e dei moderni contributi dottrinari sull’oggetto dell’obbligazione pecuniaria. Viene, infine, vagliata anche l’incidenza dell’ulteriore circolazione del titolo sul rapporto causale che giustifica il suo possesso da parte del girante; per poi passare, come conclusione del lavoro, a stabilire l’interpretazione non solo processuale ma anche sostanziale che deve darsi, alla luce dei risultati raggiunti, alla disciplina degli artt. 66 della legge cambiaria e 58 della legge assegni.
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Fossati, Lopez Giuseppe <1981&gt. « Il rapporto tra azione causale ed azione cartolare ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amsdottorato.unibo.it/3434/.

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Résumé :
Il presente lavoro affronta la questione del rapporto tra l’azione cartolare e l’azione causale nell’ambito dei titoli cambiari; nonché il problema della relazione, di diritto sostanziale, che intercorre tra i menzionati titoli ed i rapporti causali che soggiacciono alla loro emissione e circolazione; con costante riferimento sia al diritto italiano che al diritto paraguaiano. Vengono così analizzati i concetti tradizionali della causa della cambiale e della convenzione esecutiva, per poi passare alla analisi della funzione economica tipica dei titoli cambiari e, segnatamente, la previsione del loro rilascio o negoziazione nell’economia del rapporto fondamentale. Si affrontano, così, i noti problemi della novazione e della dazione in pagamento attuate mediante questi titoli, tenendo in particolare considerazione anche la struttura delegatoria che presentano alcuni di essi. Particolare attenzione viene dedicata al fatto che, nella maggior parte dei casi, le parti non prevedono specificamente l’incidenza del rilascio o girata del titolo cambiario sul rapporto sottostante. Per questa ragione, si mette in luce che nella maggior parte dei casi la fattispecie configura una modificazione della relazione causale intercorrente tra le parti, proprio per l’assenza di pattuizione espressa al riguardo. Strettamente connesso con quest’aspetto risulta l’esame dell’emissione dei titoli cambiari solvendi causa, problematica nell’ambito della quale non si è mancato di tener conto della disciplina antiriciclaggio e dei moderni contributi dottrinari sull’oggetto dell’obbligazione pecuniaria. Viene, infine, vagliata anche l’incidenza dell’ulteriore circolazione del titolo sul rapporto causale che giustifica il suo possesso da parte del girante; per poi passare, come conclusione del lavoro, a stabilire l’interpretazione non solo processuale ma anche sostanziale che deve darsi, alla luce dei risultati raggiunti, alla disciplina degli artt. 66 della legge cambiaria e 58 della legge assegni.
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Di, Staso Nicola <1981&gt. « Modificazioni soggettive del rapporto obbligatorio e garanzie reali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4399/1/di_staso_nicola_tesi.pdf.

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Résumé :
Lo studio del lato soggettivo del rapporto è centrale nella teoria dell’obbligazione. Ci si chiede se la modificazione di una o anche di entrambe le parti del rapporto determini sempre la sua estinzione o se, invece, si conservi la sua unitarietà oggettiva. La risposta a questo interrogativo è stata diversa a seconda delle diverse epoche storiche. Nel diritto romano si riteneva che la variazione di qualunque soggetto determinasse l’estinzione del rapporto e la costituzione di una nuova obbligazione (novazione soggettiva). Tale soluzione è stata osteggiata dai codificatori moderni per i quali, in caso di modifica delle personae non si ha estinzione del rapporto, ma solo il mutamento di uno dei suoi elementi. Quanto ai diritti di garanzia, in particolare l’ipoteca, i principi generali essenzali sono la specialità e l’accessorietà. Quest’ultima caratteristica è dirimente in caso di modificazione soggettiva del rapporto e ciò emerge in sede di trattazione delle singole fattispecie del Codice Civile che la determinano, sia quanto al creditore sia quanto al debitore. Per velocizzare il subentro nel credito, nel 2007 è stato approvato il decreto Bersani (sulla portabilità del mutuo) che ha consentito di rimuovere vincoli a tale circolazione, nell’ambito dei rapporti bancari. Le caratteristiche della modificazione del rapporto obbligatorio, tuttavia, possono minare l’efficacia della riforma Bersani. Questo è il motivo per il quale taluni studiosi ritengono necessario procedere a un’ampia rivisitazione dell’intero diritto ipotecario, eliminando, sulla scia di quanto accaduto in altri ordinamenti europei, il requisito dell’accessorietà del vincolo. Nonostante ciò, a causa dei rischi connessi a questa riforma, si ritiene preferibile affinare il meccanismo di perfezionamento della portabilità, eliminandone le criticità, senza però pregiudicare le sicurezze dell’attuale sistema giuridico, di cui l’accessorietà dell’ipoteca rispetto al credito costituisce un importante caposaldo.
The study about the subjective side of the legal relationship is pivotal in the theory of the obligation. The question is whether the modification of one or even both parts always entails its extinction or whether its objective unity is preserved. The answer has been different depending on historic ages. In the Roman law, the variation of any subject entailed the extinction of the relationship and the constitution of a new obligation (subjective novation). Such solution has been opposed by modern legislators, for whom, in case of modification of the personae, not the extinction of the relationship, but only the change of one of its elements happens. As for the property secutities, especially the mortgage, the essential general principles are the specialty and the accesority. The latter feature is crucial in case of subjective modification of the relationship, and this emerges in the dissertation about the singles typologies of the Italian Civil Code that determines it, in both active and passive point of view. In order to quicken the transfer of the credit, in the 2007 the “Bersani Decree” (on the portability of the loan), that allowed to remove the ties of the credit circulation in the banking relationships area, was approved. The features of the modification of the obligatory relations, however, can undermine the effectiveness of the Bersoni reform. This is the reason why some scholars support a vast review of the whole mortgage law, removing, in the light of what occurred in other European systems, the requirement of the acessority of the tie. Nevertheless, due to the risks related to this reform, refining the mechanism of improvement of the portability is considered preferable, while removing the criticalities without compromising the certainties of the present system, of which the acessority of the mortgage is an important foundation.
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Di, Staso Nicola <1981&gt. « Modificazioni soggettive del rapporto obbligatorio e garanzie reali ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/4399/.

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Résumé :
Lo studio del lato soggettivo del rapporto è centrale nella teoria dell’obbligazione. Ci si chiede se la modificazione di una o anche di entrambe le parti del rapporto determini sempre la sua estinzione o se, invece, si conservi la sua unitarietà oggettiva. La risposta a questo interrogativo è stata diversa a seconda delle diverse epoche storiche. Nel diritto romano si riteneva che la variazione di qualunque soggetto determinasse l’estinzione del rapporto e la costituzione di una nuova obbligazione (novazione soggettiva). Tale soluzione è stata osteggiata dai codificatori moderni per i quali, in caso di modifica delle personae non si ha estinzione del rapporto, ma solo il mutamento di uno dei suoi elementi. Quanto ai diritti di garanzia, in particolare l’ipoteca, i principi generali essenzali sono la specialità e l’accessorietà. Quest’ultima caratteristica è dirimente in caso di modificazione soggettiva del rapporto e ciò emerge in sede di trattazione delle singole fattispecie del Codice Civile che la determinano, sia quanto al creditore sia quanto al debitore. Per velocizzare il subentro nel credito, nel 2007 è stato approvato il decreto Bersani (sulla portabilità del mutuo) che ha consentito di rimuovere vincoli a tale circolazione, nell’ambito dei rapporti bancari. Le caratteristiche della modificazione del rapporto obbligatorio, tuttavia, possono minare l’efficacia della riforma Bersani. Questo è il motivo per il quale taluni studiosi ritengono necessario procedere a un’ampia rivisitazione dell’intero diritto ipotecario, eliminando, sulla scia di quanto accaduto in altri ordinamenti europei, il requisito dell’accessorietà del vincolo. Nonostante ciò, a causa dei rischi connessi a questa riforma, si ritiene preferibile affinare il meccanismo di perfezionamento della portabilità, eliminandone le criticità, senza però pregiudicare le sicurezze dell’attuale sistema giuridico, di cui l’accessorietà dell’ipoteca rispetto al credito costituisce un importante caposaldo.
The study about the subjective side of the legal relationship is pivotal in the theory of the obligation. The question is whether the modification of one or even both parts always entails its extinction or whether its objective unity is preserved. The answer has been different depending on historic ages. In the Roman law, the variation of any subject entailed the extinction of the relationship and the constitution of a new obligation (subjective novation). Such solution has been opposed by modern legislators, for whom, in case of modification of the personae, not the extinction of the relationship, but only the change of one of its elements happens. As for the property secutities, especially the mortgage, the essential general principles are the specialty and the accesority. The latter feature is crucial in case of subjective modification of the relationship, and this emerges in the dissertation about the singles typologies of the Italian Civil Code that determines it, in both active and passive point of view. In order to quicken the transfer of the credit, in the 2007 the “Bersani Decree” (on the portability of the loan), that allowed to remove the ties of the credit circulation in the banking relationships area, was approved. The features of the modification of the obligatory relations, however, can undermine the effectiveness of the Bersoni reform. This is the reason why some scholars support a vast review of the whole mortgage law, removing, in the light of what occurred in other European systems, the requirement of the acessority of the tie. Nevertheless, due to the risks related to this reform, refining the mechanism of improvement of the portability is considered preferable, while removing the criticalities without compromising the certainties of the present system, of which the acessority of the mortgage is an important foundation.
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CRO, PAOLO. « Gestione del rapporto di lavoro e intervento pubblico nel sistema giuslavoristico ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/95.

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Résumé :
L'opera esamina l'intervento pubblico nella gestione del rapporto di lavoro sotto il profilo storico e giuridico nelle tre fasi d'instaurazione, gestione e cessazione del rapporto. Si valorizza anche il ruolo specifico dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, con particolare riguardo all'analisi sistematica del diritto amministrativo del lavoro. L'opera intende porre in luce gli elementi logici, giuridici ed assiologici di questo ramo del diritto del lavoro, per ricondurne le fattispecie esaminate ad un sistema coerente e razionale e per suggerirne sia un metodo d'analisi de iure condito sia una prospettiva per una lettura ed una proposta de iure condendo.
This work analyses how public powers affects labour relationships both from the historical and the juridical points of view. The three main phases of labour relationships beginning, management and end are examined separately. The specific contributions by the three public powers legislative, administrative and judiciary especially by the public administration, are also dealt with. The goal is to illustrate the logical, juridical and ethical elements of this branch of the labour law, in order to build a rational system for both the analysis de iure condito and the debate de iure condendo.
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CRO, PAOLO. « Gestione del rapporto di lavoro e intervento pubblico nel sistema giuslavoristico ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2007. http://hdl.handle.net/10280/95.

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L'opera esamina l'intervento pubblico nella gestione del rapporto di lavoro sotto il profilo storico e giuridico nelle tre fasi d'instaurazione, gestione e cessazione del rapporto. Si valorizza anche il ruolo specifico dei tre poteri legislativo, esecutivo e giudiziario, con particolare riguardo all'analisi sistematica del diritto amministrativo del lavoro. L'opera intende porre in luce gli elementi logici, giuridici ed assiologici di questo ramo del diritto del lavoro, per ricondurne le fattispecie esaminate ad un sistema coerente e razionale e per suggerirne sia un metodo d'analisi de iure condito sia una prospettiva per una lettura ed una proposta de iure condendo.
This work analyses how public powers affects labour relationships both from the historical and the juridical points of view. The three main phases of labour relationships beginning, management and end are examined separately. The specific contributions by the three public powers legislative, administrative and judiciary especially by the public administration, are also dealt with. The goal is to illustrate the logical, juridical and ethical elements of this branch of the labour law, in order to build a rational system for both the analysis de iure condito and the debate de iure condendo.
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Castellani, Alessia <1966&gt. « Politiche espositive a Venezia fra pubblico e privato (1948-1968) ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2004. http://hdl.handle.net/10579/359.

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Résumé :
La tesi è dedicata allo studio dell'attività espositiva veneziana, nel ventennio compreso tra la Biennale del 1948 e la contestazione dell'edizione del 1968, e al rapporto dialettico che intercorre tra le politiche espositive condotte dalle gallerie private e le scelte compiute dalle istituzioni. Il lavoro di ricerca si basa su alcune fasi di reperimento del materiale distinte ma complementari: la prima parte del lavoro è stata indirizzata alla ricognizione dell'attività espositiva nel suo complesso, così come emerge dallo spoglio dei principali periodici dell'epoca. Il risultato di questo minuzioso lavoro di ricognizione è confluito nelle due appendici della tesi: l'appendice A raccoglie l'elenco in ordine cronologico delle mostre che hanno avuto luogo nel ventennio preso in considerazione; l'appendice B raggnippa gli elenchi relativi all'attività delle principali sedi espositive pubbliche e private veneziane. Nel loro insieme, le appendici costituiscono un importante strumento di consultazione e verifica delle scelte espositive condotte nella città lagunare, e al contempo, permettono un primo livello di lettura dei dati acquisiti, relativo al tipo di politica espositiva condotta dalle singole gallerie, alle predilezioni del gusto del pubblico e dei collezionisti. Il lavoro di acquisizione dei dati condotto sui periodici del tempo è stato affiancato da un lavoro di ricerca presso gli archivi di galleristi, critici e artisti. Dall'esame incrociato della documentazione raccolta è emerso il tessuto connettivo di base su cui si intersecano i diversi avvenimenti culturali del tempo; esso è costituito non solo dall'attività espositiva propriamente detta, ma dal clima culturale, dai dibattiti, dalle polemiche e dai momenti di confronto che animavano l'ambiente cittadino. Il quadro che ne emerge è ricco e contraddittorio, e mostra una città continuamente in bilico tra avanguardia e tradizione, tra vocazione internazionale e ripiegamento locale. La produzione dell'immediato dopoguerra è caratterizzata da una volontà di ripresa dell'attività artistica cittadina e di reinserimento nel circuito culturale internazionale . Negli anni Cinquanta l'attività espositiva è dominata dalle scelte coraggiose di Carlo Cardazzo, sostanzialmente isolato nel panorama cittadino, ma grande promotore del movimento spaziale, in grado di collocare Venezia a livello della produzione artistica internazionale. Negli anni Sessanta, parallelamente all'espansione del mercato, che influisce positivamente anche sul mercato dell'arte, la nascita di nuove e numerose gallerie private affianca e integra l'attività condotta da Cardazzo, creando un'autentica pluralità di offerte sul fronte dell'aggiornamento nazionale e internazionale. Parallelamente, le scelte condotte dai privati, a volte in modo più lungimirante rispetto a quelle delle grandi istituzioni, creano un'interessante dialettica con l'attività pubblica, animata non solo dalla Biennale e dalla Bevilacqua La Masa, ma anche dal Centro Internazionale delle Arti e del Costume di palazzo Grassi e dalla Fondazione Cini. Un esame critico dell'attività artistica espressa dai soggetti privati sposta di frequente a favore di questi ultimi l'asse culturale cittadino, mettendo in luce come la politica espositiva condotta in tono solo apparentemente minore da sedi finora poco note fosse in grado di anticipare, integrare e in certi casi sostituire l'attività della Biennale. Il lavoro è stato suddiviso in cinque grandi blocchi cronologici, ciascuno corrispondente ad un capitolo, (1948-50; prima e seconda metà degli anni Cinquanta; prima e seconda metà degli anni Sessanta), per una più semplice gestione del materiale acquisito in fase di ricerca. Oltre al testo critico e ai due volumi di appendici, la tesi comprende l'indice dei documenti consultati, una selezione dei quali è riprodotta in apposite tavole illustrative, e l'apparato di documentazione fotografica. This unattempted research investigates the mutual relations concerning the policies in contemporary art exhibitions promoted by Venetian private galleries and public institutions during the two decades ranging from the first post-war edition of the Venice Biennale in 1948 to the heavily contested one in the Summer 1968. The study rests on separate although interrelated stages in finding the concerning documentation. A first step was devoted to examine the totality of this field as it emerges from the sorting out of contemporary journals, with a fully detailed research which led to the compilation of two different appendixes of the thesis: Appendix A lists in chronological order the exhibitions held during the period considered, while Appendix B enumerates the events organized by the main public and private art institutions in Venice. Thus, the totality of this documentation provides an useful instrument to inquire such an activity in the Venetian context, and makes possible at the same time a first interpretation of the art exhibition policies practised by the galleries as well as of the taste and preferences of dealers, art collectors and the general public. To the data drawn from the contemporary periodicals, a second stage of research has added more documentation found in the archives of artists, art critics and dealers. The cross-examination of these documents reveals the 'connective tissue' to whom the cultural events of that period interrelate, made up not only by the actual art exhibitions and events, but also by the debates, discussions and polemics which animated the Venetian cultural climate. Against such a background emerges a complex and conflicting picture of a city always swinging between tradition and avant-garde, from its international bent to the temptation of a provincial retreat. The climate of the immediate post-war period was marked by a willingness of resumption of the art production in Venice and its resettling into the international cultural circle. During the 1950s the art exhibition panorama was strongly influenced by the audacious impulse given by Carlo Cardazzo who, although isolated in the artistic environment of the city, was instrumental in restoring the role of Venice in the international art world, passionately promoting the "Spazialisti" movement. In the Sixties a general growth of the economy influenced positively also the art market, promoting the birth of many private art galleries which integrated Cardazzo's activity in the field with a multiplicity of events and relations with both the national and international context. At the same time, the activities run by private entities, sometimes in a more far-sighted way than the ones promoted by bigger institutions, led to a fertile dialogue with the production of public institutions such as the Biennale and the Bevilacqua La Masa Foundation, but also the Cini Foundation and the Centro Internazionale delle Arti e del Costume at Palazzo Grassi. A critical examination of these phenomena often gives the most important post in the Venetian art field to the private subjects, and enlightens the role that the latter played in the policy of the art exhibitions, forestalling and supplementing in many cases the cultural activity of the Biennale. The present study has been divided into five chronological moments, each of them corresponding to a chapter (1948-50; early and late - Fifties; early and late - Sixties), to facilitate an easier scrutiny of the documentation gathered in my research. Besides the critical essay and the two-volumes appendix, the thesis includes an index of the examined documents (a selection of them is reproduced in some plates), together with the photographical documentation.
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Ramon, Giovanni <1989&gt. « L'evoluzione della gestione dei Beni Culturali tra Pubblico e Privato ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7809.

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Résumé :
un'analisi della gestione dei beni culturali in Italia, in particolare il rapporto tra il pubblico e il privato nei compiti di valorizzazione e conservazione, ripercorrendo le tracce legislative degli ultimi anni e confrontando il sistema con altri Paesi europei e americani.
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Bigolin, Caterina <1994&gt. « I sistemi d'incentivazione legati alla performance:confronto tra pubblico e privato ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14878.

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Résumé :
I sistemi di incentivazione come elemento principale di controllo economico-finanziario. Una prima analisi relativa agli incentivi di breve e lungo termine ( come dovrebbero essere e come sono concretamente nelle diverse realtà), seguita da un approfondimento sulle ricompense ( in quali ambiti lavorativi sono più rilevanti e quali tipologie vengono maggiormente utilizzate). Si intende, inoltre, valutare i piani d'incentivazione confrontando ambito privato ( analisi di casi concreti come Luxottica), rispettive politiche retributive ed evoluzione dei piani d'incentivazione negli anni) e pubblico ( incentivi monetari nella pubblica amministrazione, con particolare riferimento al concetto di meritocrazia).
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GULIZZI, ELISA. « PREVENIRE LA CORRUZIONE : NUOVE STRATEGIE REGOLATORIE TRA PUBBLICO E PRIVATO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/78875.

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Résumé :
L’obiettivo della ricerca è quello di studiare le contaminazioni tra diversi livelli di governance nel settore dell’anticorruzione. Anzitutto, ci si soffermerà sugli effetti che le convenzioni internazionali e più in generale gli strumenti prodotti nella sfera sovranazionale hanno determinato sul diritto anticorruzione italiano. A ben vedere, questa contaminazione tra diversi livelli di regolazione si realizza non solo attraverso strumenti cogenti ma anche, e soprattutto, attraverso strumenti flessibili come raccomandazioni e linee guida. Il diritto anticorruzione rappresenta un laboratorio di contaminazioni non solo a livello verticale tra sfera sovranazionale e nazionale, ma anche a livello orizzontale. Alla delimitazione del campo della ricerca alle interazioni tra pubblico e privato corrisponde il capitolo II: in esso si dà conto del fatto che, in materia di prevenzione del rischio di corruzione, i confini tra sfera pubblica e sfera privata sono sempre più sfumati. Infine, nel capitolo III, si cerca di trovare un filo conduttore tra le varie forme di contaminazioni regolatorie analizzate, inserendole entro un più ampio ciclo in cui si susseguono regulation e enforcement. Ci si chiede se e in che misura questo ciclo sia effettivamente virtuoso: in particolare, se un processo di law-making improntato ai criteri della flessibilità, della partecipazione dei soggetti interessati e della continua valutazione della sua efficacia, sia effettivamente idoneo a prevenire fenomeni corruttivi.
The aim of the research is to study interaction between different levels of governance in the anti-corruption sector. Firstly, the domestic law, especially in the anti-corruption field is strongly influenced by international instruments. The Italian system, for example, starts out from the Anti-Corruption Law, Law No. 190 (the so called "Severino Law", approved by Parliament on 6 November 2012, entering into force on 28 November 2012, and implemented by several regulations). This Law was adopted to implement the UN Convention against Corruption. Secondly, the research aims to study interaction between public and private sector: fundamental concepts for corruption prevention, such as risk management, have been borrowed from one sector to another. Finally, there many players in the anti-corruption sector who are able to create rules (lawmakers, stakeholders, Authorities): the question is if they are part of a virtuous circle in which regulation and enforcement are closely linked. In order to prevent corruption, the law-making process must be based on specific criteria such as flexibility, stakeholder participation and ongoing evaluation of its effectiveness.
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GULIZZI, ELISA. « PREVENIRE LA CORRUZIONE : NUOVE STRATEGIE REGOLATORIE TRA PUBBLICO E PRIVATO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2020. http://hdl.handle.net/10280/78875.

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Résumé :
L’obiettivo della ricerca è quello di studiare le contaminazioni tra diversi livelli di governance nel settore dell’anticorruzione. Anzitutto, ci si soffermerà sugli effetti che le convenzioni internazionali e più in generale gli strumenti prodotti nella sfera sovranazionale hanno determinato sul diritto anticorruzione italiano. A ben vedere, questa contaminazione tra diversi livelli di regolazione si realizza non solo attraverso strumenti cogenti ma anche, e soprattutto, attraverso strumenti flessibili come raccomandazioni e linee guida. Il diritto anticorruzione rappresenta un laboratorio di contaminazioni non solo a livello verticale tra sfera sovranazionale e nazionale, ma anche a livello orizzontale. Alla delimitazione del campo della ricerca alle interazioni tra pubblico e privato corrisponde il capitolo II: in esso si dà conto del fatto che, in materia di prevenzione del rischio di corruzione, i confini tra sfera pubblica e sfera privata sono sempre più sfumati. Infine, nel capitolo III, si cerca di trovare un filo conduttore tra le varie forme di contaminazioni regolatorie analizzate, inserendole entro un più ampio ciclo in cui si susseguono regulation e enforcement. Ci si chiede se e in che misura questo ciclo sia effettivamente virtuoso: in particolare, se un processo di law-making improntato ai criteri della flessibilità, della partecipazione dei soggetti interessati e della continua valutazione della sua efficacia, sia effettivamente idoneo a prevenire fenomeni corruttivi.
The aim of the research is to study interaction between different levels of governance in the anti-corruption sector. Firstly, the domestic law, especially in the anti-corruption field is strongly influenced by international instruments. The Italian system, for example, starts out from the Anti-Corruption Law, Law No. 190 (the so called "Severino Law", approved by Parliament on 6 November 2012, entering into force on 28 November 2012, and implemented by several regulations). This Law was adopted to implement the UN Convention against Corruption. Secondly, the research aims to study interaction between public and private sector: fundamental concepts for corruption prevention, such as risk management, have been borrowed from one sector to another. Finally, there many players in the anti-corruption sector who are able to create rules (lawmakers, stakeholders, Authorities): the question is if they are part of a virtuous circle in which regulation and enforcement are closely linked. In order to prevent corruption, the law-making process must be based on specific criteria such as flexibility, stakeholder participation and ongoing evaluation of its effectiveness.
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Trolli, Fabio <1993&gt. « Il rapporto fiduciario nel sistema delle "sostituzioni" nelle decisioni terapeutiche ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/22067.

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Résumé :
La tesi indaga la figura del fiduciario introdotta dalla Legge 22 dicembre 2019, n. 217 in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento. In particolare, il primo capitolo riferisce l’evoluzione storica del rapporto di cura medico-paziente, segnata dal passaggio da una funzione paternalistica, la quale attribuisce al medico il compito di decidere la migliore cura per il paziente, a una funzione partecipativa, la quale valorizza il potere di autodeterminazione del paziente, titolare del diritto a decidere sui trattamenti sanitari di cui necessita. L’indagine si focalizza sulla tutela dell’interesse del paziente nel caso in cui, nel momento della decisione, versi in condizioni di incapacità, altresì considerando le esperienze straniere che hanno previsto la figura del fiduciario e alle quali l’ordinamento italiano ha attinto con la L. n. 219/2017. Il secondo capitolo tratta dei ruoli delle persone vicine al malato. Delineata l’ampiezza dei poteri riconosciuti all’amministratore di sostegno, al curatore e al tutore nelle questioni riguardanti le scelte di cura del beneficiario della misura di protezione, l’indagine si sofferma sui poteri spettanti al fiduciario nominato con le forme delle direttive anticipate di trattamento. Nell’ultimo capitolo vengono specificati e analizzati i criteri all’insegna dei quali devono operarsi le decisioni sui trattamenti sanitari da praticare su soggetti che non siano in grado di autodeterminarsi; a tal fine, si distinguono le diverse situazione a seconda che non vi siano o vi siano le disposizioni anticipate di trattamento e, in quest’ultimo caso, che il disponente abbia provveduto o meno alla nomina del fiduciario. Particolare attenzione è dedicata alle clausole generali del best interest del paziente e del substituted judgement di derivazione anglosassone, anche attingendo dalle esperienze americana e inglese, da cui esse originano. La tesi approda quindi a una sintesi ricostruttiva, tracciando una sorta di ordine gerarchico tra i diversi criteri entro i quali si propone di includere il ruolo del fiduciario. Una postfazione è dedicata alle recenti scoperte della neurologia sui neuroni specchio e alla rilevanza di questo contributo scientifico nel compimento delle scelte empatiche.
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Charans, Eleonora <1979&gt. « Dal privato al pubblico : il caso della collezione di Egidio Marzona ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2012. http://hdl.handle.net/10579/1240.

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Résumé :
La ricerca indaga e ricostruisce il passaggio da una dimensione di fruizione privata (la casa del collezionista) verso una dimensione istituzionale e pubblica (il museo) della collezione di arte degli anni Sessanta e Settanta messa insieme dal collezionista Egidio Marzona.Il lavoro è suddiviso in quattro capitoli: il primo cerca di scolpire la fisionomia del collezionista, il rapporto diretto con gli artisti della sua generazione, con i galleristi e con gli altri collezionisti nonché la sua peculiare attenzione nei riguardi degli archivi; il secondo ricostruisce il progetto del prato di sculture - l'Art Park a Verzegnis - che impegna il collezionista dal 1989; il terzo presenta le mostre della collezione dal 1990 - anno della prima mostra a Bielefeld - fino al 2001 - anno in cui una parte consistente della raccolta viene acquisito dai Musei di Stato della città di Berlino. Il quarto e ultimo capitolo analizza il controverso caso del mancato acquisto da parte di Museion fino ad arrivare all'acquisto e all'attuale collocazione della collezione.
The research reconstructs the passage from a private fruition dimension (the collector's house) towards a public institutional dimension (the museum) of the art collection made during the Sixties and the Seventies assembled by Egidio Marzona. The text is divided in four chapters: the first tries to cast the profile of the collector: his direct approach with the artists of his generation, with gallerists and collectors, as well as his peculiar archival interest; the second one reconstructs the project of the sculpture park - the Art Park in Verzegnis - which involves the collector since 1989; the third one presents the shows of the collection from 1990 - the first show organized in Bielefeld - until 2001 - year of the acquisition of Marzona's collection by the State Museums in Berlin. The last chapter analyzes the controversial Museion's case to arrive at the definitive actual collocation.
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Bertoli, Gianluca, Giulia Turci et Marco Marchetti. « Pubblico | Condiviso | Privato. Complesso residenziale integrato nell'area Ex-Mercato Ortofrutticolo a Bologna ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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In un contesto in un cui la sostenibilità ambientale e la gestione del suolo rivestono un ruolo di fondamentale importanza per lo sviluppo della città contemporanea, il tema del recupero delle aree produttive dismesse risulta più che mai attuale. Il progetto di tesi propone un intervento di riqualificazione all’interno del comparto Ex-Mercato Ortofrutticolo di Bologna. L’area, collocata al margine del tessuto consolidato della Bolognina, ad oggi, si configura come un vuoto urbano in attesa di una nuova definizione. Partendo dalle analisi svolte sul contesto e seguendo le linee guida fornite dall’Amministrazione Comunale, è stato possibile definire le principali strategie di intervento. Mixité, flessibilità ed efficienza energetica sono i principi base che hanno portato alla scelta di realizzare un complesso in cui convergono diverse funzioni, assicurando così la continuità di frequentazione dell’area e il moltiplicarsi di incontri e di interazioni sociali. Il progetto si configura come una successione verticale di spazi che ruotano attorno ad una corte centrale. Pubblico, condiviso e privato si susseguono in modo fluido e dinamico, garantendo una transizione graduale degli spazi. Il piano terra commerciale, grazie alle ampie superfici vetrate e ai numerosi accessi, consente la massima permeabilità della corte e si pone in diretta connessione con il contesto. Ai piani superiori viene proposto un nuovo modello di abitare condiviso in cui gli spazi comuni, posti a piano primo, mediano il passaggio dalla sfera pubblica a quella privata. Gli alloggi, collocati ai piani superiori, sono composti da elementi modulari in XLAM che, grazie ad un’elevata flessibilità di aggregazione, offrono molteplici possibilità di configurazioni. Attraverso l’utilizzo di un involucro ad alte prestazioni termiche, la scelta di impianti alimentati da energie rinnovabili e l’applicazione di strategie climatiche passive, il complesso raggiunge elevati standard di efficienza energetica.
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Morandi, Virginia <1987&gt. « Il modello delle partnership pubblico-privato (PPP) nell'economia di mercato socialista cinese ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2455.

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Questo elaborato analizza i processi di riforma che hanno caratterizzato il settore pubblico e privato cinese negli ultimi trent’anni. Si presta particolare attenzione alla transizione cinese verso un’economia di mercato socialista, soffermandosi nel primo capitolo sui processi di ristrutturazione e privatizzazione delle State-Owned Enterprises cinesi, analizzando il ruolo mutevole dell’apparato governativo nei vari ambiti aziendali, infine illustrando una struttura legislativa in continuo evolversi. I vari processi di riforma messi in atto dal governo centrale hanno lo scopo di rendere le aziende statali più efficienti, incrementandone la competitività all’interno del mercato nazionale e internazionale. Nel secondo capitolo viene illustrato il percorso di sviluppo del settore privato sul suolo cinese, analizzando il contesto politico ed economico all’interno del quale esso agisce, operando sempre a stretto contatto con lo Stato e le imprese statali, ancora dominanti nei settori chiavi dell’economia domestica. Infine nel terzo capitolo s’introduce il concetto di Partnership pubblico-privata in Cina (PPP), fenomeno recente, nato dall’esigenza di fornire servizi di alta qualità a un bacino d’utenza sempre maggiore. Saranno illustrati i meccanismi di collaborazione messi in atto fra i due settori, soffermandosi in particolar modo sulle collaborazioni nella fornitura d’infrastrutture. Le PPP sono un fenomeno occidentale che si allarga verso l’Oriente, permeando i vari ambiti dell’economia nazionale per poi svilupparsi in collaborazioni internazionali sempre più frequenti. Lo scopo di questa tesi è di fornire uno scenario politico ed economico completo, per meglio comprendere le evoluzioni che hanno caratterizzato i due settori in oggetto e le collaborazioni commerciali che sono venute a crearsi, al fine di ricostruire le tappe principali verso la fondazione di uno stato socialista moderno cinese.
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Gobich, Virginia <1992&gt. « Beni culturali e agevolazioni fiscali : una necessaria sinergia fra pubblico e privato ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12739.

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È noto che le risorse a disposizione del comparto “cultura” non sono dimensionate all’immenso e diffuso patrimonio culturale italiano, la cui tutela è principio costituzionale fondamentale e compito primario dello Stato. Alle restrizioni di bilancio non giovano né il protratto periodo di ristagno economico di inizio 21° secolo, né la dilatazione che il termine “patrimonio culturale” ha subito nelle ultime decadi del secolo scorso, arrivando a ricomprendere addirittura i “beni culturali volatili”. L’intervento dei privati, pertanto, è più che auspicabile ed è compito dello Stato agevolarlo e incentivarlo, favorendo sia la proprietà del bene e la sua circolazione, sia la liberalità disinteressata, premiata con l’Art Bonus qualora indirizzata verso il bene culturale pubblico. Le norme agevolative, se ben strutturate, potrebbero essere in grado di smuovere consistenti risorse economiche e di inserire, con i nuovi profili di valorizzazione, nuovi soggetti e interessi in campo, compreso il vasto settore del non profit, dal 2018 Terzo Settore. Potrebbero diventare uno degli strumenti più duttili anche in ordine al perseguimento del principio di sussidiarietà orizzontale ex art. 118 Cost., in perfetta armonia con la concezione di fiscalità attiva e funzionale, che orienta il comportamento dei privati cittadini, singoli o associati, verso la realizzazione dei principi costituzionalmente garantiti.
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MOTRONI, Matteo. « Le norme cedevoli nel rapporto tra fonti statali e fonti regionali ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2010. http://hdl.handle.net/11392/2389359.

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My thesis is an analysis of the state power to enact "supplementary" rules with reference to matters reserved to the regions. The first chapter seeks to clarify the theoretical profile of the competence criteria and the actual operation of the jurisdictional relationship between hierarchy and competence. This analysis has required a thorough reinterpretation of three major authors thought’s (Zanobini, Crisafulli and Esposito) who have contributed significantly to the theorization of the competence criteria and relations between normative sources with their works. The second chapter contains a detailed analysis of constitutional jurisprudence in the field of “supplementary” rules. The chapter is divided into three sections and covers the role played by supplementary rules, respectively, in the transitional phases of the constitutional changes, before the reform of Title V of the Constitution and, finally, in the aftermath of the 2001 constitutional reform. My thesis carries out with a brief analysis of Spanish regional system and in particular of the “supletoriedad” clause – in order to make a comparison with an Italian experience. The fourth and final chapter contains the concluding remarks of the work, and focuses on theoretical and practical implications of the institute, with particular reference to the problem of "disapplication" of the law and, finally, the role played by supplementary rules as a sort of supremacy clause.
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PALAZZOLO, GIULIA. « Le partnership pubblico-privato nel sistema sanitario italiano : aspetti istituzionali e caratteri organizzativi ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2014. http://hdl.handle.net/11566/242857.

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La tesi ha ad oggetto lo studio delle partnership pubblico-privato in sanità. Il primo capitolo della tesi offre una panoramica introduttiva sul management pubblico, con particolare riferimento alla distinzione fra aziende private e aziende pubbliche. Queste ultime realtà sono interpretate in una dimensione storica e sono individuati tre principali filoni di orientamento nella gestione della “cosa pubblica”: il modello di Traditional Administration, il modello di New Public Management e il modello di New Public Governance. Il secondo capitolo ha come focus d’analisi il settore sanitario, esaminato nelle sue specificità organizzative, le quali sono interpretate nell’ottica dell’approccio di New Public Governance, che promuove la collaborazione fra realtà pubbliche e private. Il capitolo si conclude con una panoramica del percorso di riforme della sanità italiana. Il terzo esamina alcuni antecedenti teorici di matrice organizzativa sul concetto di network e propone lo studio delle dimensioni di rete ritenute più critiche nelle collaborazioni fra pubblico e privato in sanità: la partner variety, la definizione degli obiettivi, l’analisi delle interdipendenze, i meccanismi di coordinamento. Il quarto capitolo affronta il tema delle partnership pubblico-privato nella letteratura internazionale, distinguendo le partnership contrattuali dalle partnership istituzionali. Il capitolo presenta quindi la realtà delle partnership pubblico-privato nel contesto nazionale, con attenzione alle forme contrattuali che esse assumono e agli aspetti di interesse negli studi aziendali ed organizzativi. Il quinto capitolo descrive i risultati di un’indagine empirica che riguarda lo studio delle partnership pubblico-privato stabilizzate in Italia. Il metodo d’indagine scelto, il questionario, è motivato nell’ambito del tema di ricerca svolto. Il capitolo si chiude con alcune riflessioni sul potenziale e sui possibili sviluppi delle partnership in Italia.
The doctoral thesis discusses the public-private partnerships within the health sector. The thesis is made up of the following five chapters. The first chapter begins with public and private organizations distinctions. So it focuses only on public organizations, especially in reference to the evolution of public administration trends in management and organization subjects: from traditional administration to New Public Management, from Neo-Weberian State to New Public Governance. The second chapter deals with health sector characteristics, regarding its complex assets and the opportunity, as suggested by New Public Governance, to make public and private organizations collaborate. It then goes on to review the Italian health reforms, looking at its organizational forms and inter-organizational relations’ propensities. The third chapter regards inter-organizational characteristics in the network theory prospect: partner variety, objectives, inter-dependencies, coordination, etc. These characters are studied in relation to the hybrid network composition; involving public and private sectors. The fourth chapter, at first, presents notes on public-private partnerships from international academic literature. It distinguishes two different types of public-private partnerships: the contractual ones and the institutional ones. The two types are studied in their principal benefits and disbenefits. The chapter then presents the main Italian contractual forms of public-private partnerships, comparing them with, still little number of national studies on partnership phenomenon. The fifth chapter has an empirical nature. It includes the study of ten Italian public-private stabilized partnerships, (which means partnerships that are finally consolidated). The research method is in a form of a questionnaire, the choice of which is explained in regards to the content of the study. The research results then follow. The thesis ends with some remarks on the state of Italian partnerships, which are regarded as work in progress experiences.
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Gramignan, Leonardo <1996&gt. « Partenariato Pubblico-Privato : il caso di una RSA, convenienza rispetto alla gestione pubblica ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21536.

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L’elaborato affronta il tema del project financing, cioè una modalità di finanziamento di un progetto a medio/lungo termine il cui rientro finanziario è garantito dai flussi di cassa previsti dall'attività di gestione dell'opera stessa. Dopo una breve introduzione storica vengono trattati gli aspetti normativi e pratici del Project Financing. Successivamente, viene trattato il tema del Partenariato Pubblico-Privato, inteso come contratto di collaborazione tra soggetti pubblici e privati finalizzato alla costruzione e/o gestione di infrastrutture o fornitura di servizi di interesse pubblico. Il secondo capitolo affronta il tema dello Studio di Fattibilità, dopo averne trattato gli aspetti teorici e normativi principali si propone un esempio pratico dello stesso. Nel terzo capitolo si illustrano i principali indicatori e parametri da utilizzare per la redazione e la lettura di un piano economico finanziario sempre nel ambito di un project financing; in continuità con i paragrafi precedenti ad una prima fase teorica segue un esempio pratico di un PEF commentato nei suoi aspetti principali. Infine, nel quarti capitolo viene dimostrato l’effettivo vantaggio per la PA nel rivolgersi al soggetto privato per la realizzazione dell’opera pubblica, a sostegno di tale dimostrazione sono stati utilizzati due strumenti di particolare importanza: il Value For Money e il Public Sector Comparator.
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CASIGLIA, STEFANIA. « La protezione del lavoratore marittimo tra diritto internazionale pubblico e diritto internazionale privato ». Doctoral thesis, Università degli studi di Genova, 2021. http://hdl.handle.net/11567/1045543.

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The topic of this research takes into account the peculiarities of maritime employment, which has traditionally been an important sector for the operation of conflict of law rules as well as for the proliferation of regulative provisions adopted at the public international law level. The objective of the research is to analyse and assess how these two normative systems can create a level plain field in order to avoid unfair competition and to set out the conditions for decent work in the increasingly globalized maritime sector.
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ANZANELLO, LUCREZIA GIORGIA MARIA. « Sanità, welfare privato e sistema pubblico : un’analisi comparata dall’Obama Care ai modelli europei ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2020. http://hdl.handle.net/10281/259334.

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La ricerca indaga, attraverso gli strumenti della comparazione giuridica, quali risposte il diritto come scienza sociale stia offrendo al problema diffuso in tutto il mondo occidentale di una maggiore esigenza di assistenza sanitaria, anche e soprattutto quale conseguenza dell'insufficienza di risorse finanziarie pubbliche e della mancanza di supporto da parte degli organi istituzionali. Nei paesi europei è dimostrato come la necessità di trovare il giusto equilibrio tra pubblico e privato, nel campo della sanità e della tutela dei diritti fondamentali, sia tutt'altro che facile da soddisfare e richieda una complementarietà ed integrazione tra gli operatori. Partendo dall’analisi della situazione italiana, la ricerca pone a confronto alcuni principali sistemi mirando ad individuare soluzioni e strumenti giuridici – sempre nella dicotomia tra pubblico e privato - che possano essere utilmente trasporti in Italia. Il percorso di ricerca si snoda attraverso precise direttrici fondamentali laddove la prima è dedicata ad una ricostruzione storica dei sistemi di welfare ed alle varie proposte di classificazione che si sono succedute nel corso degli anni secondo le macrocategorie esistenti (i) assicurazione sociale di malattia, (ii) modello universalistico e (iii) assicurazioni private. Tale analisi preliminare conduce ad una prima conclusione secondo cui non esiste una coerenza fra la classificazione dei sistemi di welfare e le caratteristiche concrete assunte dai sistemi sanitari nazionali. Le politiche di welfare hanno infatti dato origine a sistemi differenziati, non necessariamente espressione dei regimi politici entro i quali si sono sviluppate, cosicché le forme assunte sono espressione della complessità delle dinamiche che influenzano lo sviluppo dei sistemi. Con riferimento ai singoli sistemi è stato preso in considerazione dapprima il modello francese il quale, nel settore dell’assistenza complementare, vede l’intervento di tre operatori principali: società di mutuo soccorso, istituti di previdenza e compagnie di assicurazione. Dagli approfondimenti effettuati, emerge una vocazione non lucrativa del sistema che rispecchia l’approccio solidaristico ai temi della salute e della tutela sanitaria, ben radicato in Francia e caratterizzato da uno Stato interventista e garantistica, proiettato al riconoscimento dei diritti del malato e ove il cittadino è parte attiva del sistema essendo previsto un suo coinvolgimento sul piano economico ai fini di una maggiore responsabilizzazione. Il sistema americano, avente natura completamente opposta rispetto alla ispirazione universalistica francese, rappresenta un’esperienza unica nel panorama globale. Tra le principali tappe del welfare statunitense debbono essere ricordate il Social Security Act del 1935 (riforma voluta dal presedente Roosevelt mediante la quale il sistema americano inizia a sperimentare l’idea di sussidi statali), i programmi di protezione sociale (Medicare e Medicaid) rivolti principalmente ai soggetti deboli, e, da ultimo, la cd. Obamacare (composta da due provvedimenti il Patient Protection and Affordable Care Act e l’Healthcare and Education Reconciliation Act). Quest’ultima si presenta come riforma rivoluzionaria, costante motivo di attenzione nel panorama politico statunitense ed in merito alla quale sono state verificate le eccezioni di illegittimità costituzionale sollevate con particolare attenzione al bilanciamento esistente tra potere federale e statale. Bilanciamento che si esprime in modo particolare nel settore assicurativo che, nel più ristretto campo delle tutele sanitarie, vede la presenza di svariati operatori tra cui compagnie di assicurazione, mutual insurance companies, fraternal benefit societies e, Health Care Sharing Ministries; tra cui gli ultimi due sono palese espressione del particolarismo statunitense.
The research analyzes through the comparative method, the answers that the law - as social science - is offering to the widespread problem throughout the Western world of a greater need for health care; (particularly) because of the insufficiency of public financial resources and of the lack of support from institutional bodies. In European countries, it is proved that it is not easy to satisfy the need to find the right balance between public and private, in the field of healthcare and the protection of fundamental rights. This requires complementarity and integration between operators. Starting from the analysis of the Italian system, the research compares some main systems and identifies legal solutions - always in the dichotomy between public and private - that can be usefully transplanted in Italy. The research unfolds through precise and fundamental guidelines. The first is devoted to a historical reconstruction of the welfare systems and to the various classification proposals that have been drafted over the years according to the existing macro-categories: (i) social sickness insurance, (ii) universal model and (iii) private insurance. This preliminary analysis leads to a first conclusion that there is no coherence between the classification of welfare systems and the concrete characteristics assumed by national health systems. In fact, welfare policies created differentiated systems, but they are not necessarily the expression of the political regimes within which they developed, so that the forms assumed are an expression of the complexity of the dynamics that influence the development of a single system. The second guideline is the analysis of some individual systems and the comparison among them. It is firstly considered the French model, which provides for the intervention of three main operators in the complementary assistance sector: mutual aid societies, social security institutions and insurance companies. From the analysis carried out, emerges a non-lucrative vocation of the system that reflects the solidarity approach to the themes of healthcare and protection, really rooted in France and characterized by an interventionist and guaranteeing State. The system is projected to the recognition of the rights of the patient, and the citizen is an active part of the system being involved in the economic aspects for a greater responsibility. Whereas the American system, the nature of which is completely opposite to the French universalist inspiration, represents a unique experience in the global context. Among the main stages of the US welfare, the following must be remembered: the Social Security Act of 1935 (a reform wanted by president Roosevelt through which the American system started experimenting with the idea of state subsidies); social protection programs (Medicare and Medicaid) mainly aimed at vulnerable people, and, lastly, the so-called Obamacare (made up of two provisions: the Patient Protection and Affordable Care Act, and the Healthcare and Education Reconciliation Act). The latter is a revolutionary reform, a constant source of attention in the US political landscape and the exceptions of constitutional illegitimacy raised have been verified, with particular attention to the balance between federal and state power. Balancing that is particularly expressed in the insurance sector which, in the narrowest field of health protection, sees the presence of various operators including insurance companies, mutual insurance companies, fraternal benefit societies and Health Care Sharing Ministries. Among these the last two are expressions of US particularism.
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RICCI, ALBERTO. « Collaborazioni pubblico-privato in sanità : classificazione, misurazione della performance, impatti ad ampio raggio ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10587.

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Résumé :
In un periodo di risorse pubbliche scarse e bisogni collettivi complessi, le collaborazioni (o partenariati) pubblico-privato (PPP) rappresentano un’opzione preziosa per i decisori pubblici e una fonte di crescente interesse per gli studiosi. In tali collaborazioni, il privato viene coinvolto in scelte che, spesso, hanno un notevole impatto sugli interessi pubblici. Tuttavia, i fini istituzionali dei partner continueranno ad essere diversi e dunque a generare delle tensioni. In questo contesto, la ricerca di efficaci forme di accountability (rendicontazione in senso ampio, trasparenza) riveste grande importanza. I tre articoli della tesi dottorale si concentrano sulle PPP in ambito sanitario e socio-sanitario; si ricollegano al tema della valutazione, anche preventiva, delle PPP come strumento per rispondere adeguatamente ai bisogni pubblici. Il primo articolo rifinisce e allarga le attuali classificazioni delle possibili forme di governance delle PPP. Sul piano teorico, il lavoro mostra un’associazione tra alcune classiche determinanti dell’esternalizzazione dei servizi pubblici (misurabilità e contendibilità) e tratti come la forma giuridica, la natura dei partner, gli obiettivi strategici. Il secondo articolo approfondisce le caratteristiche contingenti dei PPP che possono orientare l’elaborazione di efficaci sistemi di performance measurement. Come contributo teorico, il lavoro presenta un modello per regolare il grado di disclosure economica della collaborazione nei confronti del pubblico e i trade off tra fattibilità e ricchezza della misurazione. Il terzo articolo approfondisce l’impatto delle PPP per il rinnovamento infrastrutturale e la gestione di servizi di supporto in ambito ospedaliero, focalizzandosi su alcuni aspetti non finanziari di valutazione: la coerenza delle caratteristiche quali-quantitative dell’infrastruttura con i desiderata aziendali (alla consegna e nel tempo); la flessibilità di adeguamento a potenziali cambiamenti nei bisogni epidemiologici; il contributo alla riduzione della complessità del cambiamento interno (organizzativo) ed esterno (stakeholder management). Sul piano teorico, l’articolo identifica le PPP come mezzo per conservare autonomia strategica a livello meso (regione) e micro (azienda), anche se gli impatti globali sono molto influenzati dalle economie di esperienza.
In times of resource scarcity and swift change in collective needs, public authorities are making increasing use of public - private partnerships (PPPs) to reshape day-by-day delivery of public services or to renovate infrastructure. In PPPs, the private partners become involved in government decision-making and program delivery; however, those partners maintain their own long-term institutional objectives, which naturally diverge from public ones. The three papers of the dissertation relate to the application of the accountability issue to PPPs, with different sub-themes, drawn from Forrer et al. (2010): characteristics and classification of the partnership; performance measurement and management; social and political impacts. The first paper aims to refine the governance taxonomy of PPPs focusing on public service provision. Considering the levels of service contestability and measurability, which were drawn from the literature on public service outsourcing, the study identified four clusters of partnerships. With each of these clusters, I associated some relevant governance features: legal form, institutional aim of the partners, and strategic goal of the PPP. Indeed, higher levels of measurability appear to be associated with contractual (non-organizational) forms of partnerships, whereas higher contestability with corporate forms involving for profit partners. The second paper draws on the consolidated literature on performance management and contingency theory to identify appropriate Key Performance Measures (KPM) for service-focused PPPs. The work provides a model drawing on the integration with the public system to regulate the degree of economic disclosure; while it draws on the degree of specialization to solve the trade-off between measurement feasibility and richness. The third paper focuses on the specific impact of a PPP-DBFO (Design, Build, Finance, Operate) operation on three non-financial issues: building’s compliance to public partner’s desiderata, infrastructure’s flexibility and project’s governance complexity. PPPs appear to help policymakers and managers to maintain the possibility of making strategic choices. If the public partner is experienced enough to cope with a laborious practice, the PPP can help to reach notable social and political achievements; however, costs remain higher compared to the public finance alternative.
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RICCI, ALBERTO. « Collaborazioni pubblico-privato in sanità : classificazione, misurazione della performance, impatti ad ampio raggio ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10587.

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Résumé :
In un periodo di risorse pubbliche scarse e bisogni collettivi complessi, le collaborazioni (o partenariati) pubblico-privato (PPP) rappresentano un’opzione preziosa per i decisori pubblici e una fonte di crescente interesse per gli studiosi. In tali collaborazioni, il privato viene coinvolto in scelte che, spesso, hanno un notevole impatto sugli interessi pubblici. Tuttavia, i fini istituzionali dei partner continueranno ad essere diversi e dunque a generare delle tensioni. In questo contesto, la ricerca di efficaci forme di accountability (rendicontazione in senso ampio, trasparenza) riveste grande importanza. I tre articoli della tesi dottorale si concentrano sulle PPP in ambito sanitario e socio-sanitario; si ricollegano al tema della valutazione, anche preventiva, delle PPP come strumento per rispondere adeguatamente ai bisogni pubblici. Il primo articolo rifinisce e allarga le attuali classificazioni delle possibili forme di governance delle PPP. Sul piano teorico, il lavoro mostra un’associazione tra alcune classiche determinanti dell’esternalizzazione dei servizi pubblici (misurabilità e contendibilità) e tratti come la forma giuridica, la natura dei partner, gli obiettivi strategici. Il secondo articolo approfondisce le caratteristiche contingenti dei PPP che possono orientare l’elaborazione di efficaci sistemi di performance measurement. Come contributo teorico, il lavoro presenta un modello per regolare il grado di disclosure economica della collaborazione nei confronti del pubblico e i trade off tra fattibilità e ricchezza della misurazione. Il terzo articolo approfondisce l’impatto delle PPP per il rinnovamento infrastrutturale e la gestione di servizi di supporto in ambito ospedaliero, focalizzandosi su alcuni aspetti non finanziari di valutazione: la coerenza delle caratteristiche quali-quantitative dell’infrastruttura con i desiderata aziendali (alla consegna e nel tempo); la flessibilità di adeguamento a potenziali cambiamenti nei bisogni epidemiologici; il contributo alla riduzione della complessità del cambiamento interno (organizzativo) ed esterno (stakeholder management). Sul piano teorico, l’articolo identifica le PPP come mezzo per conservare autonomia strategica a livello meso (regione) e micro (azienda), anche se gli impatti globali sono molto influenzati dalle economie di esperienza.
In times of resource scarcity and swift change in collective needs, public authorities are making increasing use of public - private partnerships (PPPs) to reshape day-by-day delivery of public services or to renovate infrastructure. In PPPs, the private partners become involved in government decision-making and program delivery; however, those partners maintain their own long-term institutional objectives, which naturally diverge from public ones. The three papers of the dissertation relate to the application of the accountability issue to PPPs, with different sub-themes, drawn from Forrer et al. (2010): characteristics and classification of the partnership; performance measurement and management; social and political impacts. The first paper aims to refine the governance taxonomy of PPPs focusing on public service provision. Considering the levels of service contestability and measurability, which were drawn from the literature on public service outsourcing, the study identified four clusters of partnerships. With each of these clusters, I associated some relevant governance features: legal form, institutional aim of the partners, and strategic goal of the PPP. Indeed, higher levels of measurability appear to be associated with contractual (non-organizational) forms of partnerships, whereas higher contestability with corporate forms involving for profit partners. The second paper draws on the consolidated literature on performance management and contingency theory to identify appropriate Key Performance Measures (KPM) for service-focused PPPs. The work provides a model drawing on the integration with the public system to regulate the degree of economic disclosure; while it draws on the degree of specialization to solve the trade-off between measurement feasibility and richness. The third paper focuses on the specific impact of a PPP-DBFO (Design, Build, Finance, Operate) operation on three non-financial issues: building’s compliance to public partner’s desiderata, infrastructure’s flexibility and project’s governance complexity. PPPs appear to help policymakers and managers to maintain the possibility of making strategic choices. If the public partner is experienced enough to cope with a laborious practice, the PPP can help to reach notable social and political achievements; however, costs remain higher compared to the public finance alternative.
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Rebuf, Anna <1990&gt. « Tecnologie digitali : il rapporto tra il museo e il pubblico. Il caso Peggy Guggenheim Collection ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/7771.

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Résumé :
Il mio elaborato intende studiare le sensibili novità apportate dalla tecnologia all'interno delle istituzioni museali italiane. In particolar modo, ho concentrato la mia ricerca su due aspetti delle nuove tecnologie che relazionano il museo al pubblico: la comunicazione digitale del museo e le nuove metodologie di visita che implicano l'uso della tecnologia. La prima parte della mia tesi focalizza l'attenzione sull'importanza di una buona strategia digitale del museo per comunicare e promuovere il proprio prodotto al pubblico. Mi sono quindi concentrata su alcune delle caratteristiche che un sito internet dovrebbe possedere, tra cui usabilità ed accessibilità anche dai dispositivi mobili, in quanto è piuttosto recente la decisione di Google di far apparire tra i primi posti sul motore di ricerca quei risultati il cui sito è “Mobile Friendly”. Ho introdotto il concetto di Search Engine Marketing, composto da Search Engine Optimization e Keyword Advertising e di come queste possano rivelarsi attività utili per migliorare la presenza sul web del proprio sito. Mi sono focalizzata sugli aspetti relativi alla costruzione di una Social Media Strategy del museo, studiando anche i diversi Social Network, strumenti utili per una comunicazione digitale d'impatto con il pubblico, grazie anche all'uso del digital storytelling. Tra questi ho analizzato Facebook, Twitter, Youtube, Instagram e Pinterest, ossia quelli che secondo me possono offrire maggiori possibilità al settore museale. La seconda parte del mio elaborato si concentra invece su quelle tecnologie che si sono rivelate interessanti per il miglioramento dell'esperienza di visita da parte del pubblico. Tra queste ho scelto di studiare le app digitali, la tecnologia RFID ed NFC, iBeacon e Realtà aumentata. Ho ricavato inoltre alcuni esempi nazionali di uso di tali innovazioni, tra cui la Pinacoteca Farnese, tra le prime a livello europeo a fare uso della soluzione iBeacon per la veicolazione su dispositivi mobili di informazioni sul museo e sulle opere esposte. Un'ulteriore paragrafo di questo capitolo si concentra sui musei virtuali e le loro peculiarità. Infine nel mio elaborato ho inserito l'istituzione Peggy Guggenheim Collection come caso di studio del territorio facente uso delle nuove tecnologie.
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ARU, STEFANO. « IL DIFFICILE BILANCIAMENTO TRA ISTANZE UNIFICANTI E ISTANZE AUTONOMISTICHE NEL RAPPORTO FRA STATO E REGIONI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2017. http://hdl.handle.net/11584/249625.

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Résumé :
The research aims to explore the balance between unifying demands and autonomist ones in the State-Region relationship. More specifically, the first chapter describes the limits national interest had in the previous constitutional system. The second chapter deals with the national interest and unitary requests in the constitutional system currently in force. The third chapter examines the impacts of the «Sewel convention» on the distribution of legislative powers between Westminster and Holyrood. The fourth chapter explores the evolution of the «chiamata in sussidiarietà» in the constitutional case law (that is, the rule according to which the State can legislate over matters not falling within the scope of its legislative powers, on the grounds of the principle of subsidiarity, provided said “extraordinary” State law meets the requirements of proportionality and reasonableness and that appropriate consultation with the Region(s) concerned is provided for). The last chapter dwells on the analysis of the state supremacy clause established by Article 31 of the law amending the Italian Constitution, which was rejected as a result of the constitutional referendum of 4 December 2016. In conclusion, this thesis aims to highlight the difficulties of seeking a reasonable balance between unifying requests and autonomist ones. Indeed, the risk is, on the one hand, that the former prevail over the latter, and on the other hand and above all, that the instruments which in principle are aimed to protect the unifying requests become a means at the service of the Government.
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Gambino, Erika <1993&gt. « Il finanziamento e l’erogazione dei servizi in sanità : il dibattito tra pubblico e privato ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10782.

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Résumé :
la tesi si dopo una breve analisi sulla nascita ed evoluzione del SSN si concentra sul finanziamento dei servizi sanitari in Italia e in un Paese estero. Dopodichè ci si sposta ad analizzare la fornitura dei servizi e la prevalenza del pubblico o privato. Infine si conduce un'analisi sulla preferenza delle strutture (pubbliche o private) da parte degli italiani nella circostanza di effettuare una visita. I dati vengono confrontati con la struttura regionale dei servizi e con la prevalenza di enti pubblici o privati
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BERTI, DE MARINIS GIOVANNI MARIA. « La concorrenza nei servizi pubblici locali e la tutela dell'utente : il caso del trasporto pubblico locale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Camerino, 2014. http://hdl.handle.net/11581/401837.

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Il lavoro si propone l'obiettivo di analizzare la disciplina dei servizi pubblici economici con particolare riferimento alle problematiche riguardanti il trasporto pubblico locale. Oggetto di indagine e', infatti, la particolare regolamentazione dell'accesso al mercato all'interno di tali settori che sembra derogare i comuni principi di libera concorrenza che caratterizzano il mercato. Allo stesso modo si analizza la possibilita' di applicare la disciplina consumeristica all'utente di un servizio pubblico. The work has the objective to analyze the economic regulation of public services with particular reference to issues related to local public transport. Object of investigation is, in fact, the particular regulation of market access inside those sectors that seem to derogate from the common principles of free competition that characterize the market. Similarly is a topic of investigation the possibility of applying the consumers' protection rules to the users of a public service.
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FILIPPINI, VALENTINA LUISALBA. « L'INTERESSE NON PATRIMONIALE DEL CREDITORE NEL RAPPORTO OBBLIGATORIO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2013. http://hdl.handle.net/2434/227577.

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Non pecuniary interest in obligations and contractual bonds Obligatio est iuris vinculum, quo necessitate adstringimur alicuius rei solvendae secundum nostrae civitatis iura: the bond is configured, in other words, in our Country, as a legal bond rising by reports that people, in their everyday life, establish each other. The bond is, therefore, the result of the natural attitude of persons to create relationships in order to satisfy needs that arise from living in a civil society. Roman law attributes to those relationship a binding force, and believes that the parties are required to observe the agreement, that is called "obligation". Subjects involved in it are defined creditor (the person who wants to meet their own expectations) and the debtor (the person who is available to satisfy the need of creditor). Among the elements that, from a descriptive point of view, be regarded as constituting obligations, particular emphasis is given to the - so called - legal constraint and to the interest focused in it. The notion of "creditor's interest" indicates its expectation, achievable by running the mandatory report, but also the utility which he reaches through the debtor's performance. The interest is therefore an aspiration, an address of the will, an assessment is not necessarily linked to the heritage but also resulting from personal needs and life of the creditor. In 1942, italian law introduced in our legal system a new provision, unknown till that moment: it is the article n. 1174 cc , rule enacted with the purpose of giving practical configuration of the obligatory relationship" (n. 557 ) . The article involved, confirms once for all, the crucial elements that characterize the legal obligation: on the one hand there is the performance, on the other hand the interest of the lender that may have nature also non-pecuniary. The present work has the purpose to discover the pregnance and importance that creditor interest's has in legal relationships and it wants, also, compare italian experience with experiences of other european countries about non pecuniary interests involved in contracts underlying the new orientation of Courts that more and more are oriented to recognize and restore non pecuniary contractual losses.
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Guardigli, Elena <1991&gt. « Le misure preventive patrimoniali antimafia : il difficile equilibrio tra interesse pubblico e tutela dei terzi di buona fede ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amsdottorato.unibo.it/8922/1/Guardigli%20Elena%20Tesi.pdf.

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Il Codice Antimafia, nella parte dedicata alle misure preventive patrimoniali, consente l’aggressione dei beni che risultino nella titolarità formale di terzi, qualora l’indiziato ne abbia la disponibilità, nonché di quelli nella titolarità di quest’ultimo, sui quali i terzi vantino diritti di godimento o di garanzia. Tale sistema mira ad evitare che l’efficacia degli strumenti patrimoniali antimafia sia vanificata a causa di espedienti giuridici di interposizione fittizia o reale, ma non può spingersi fino a sacrificare ingiustamente i diritti vantati dai terzi di buona fede. I titoli II e IV del Codice Antimafia – dedicati alle misure preventive di carattere patrimoniale e alla tutela dei terzi – presentano talune contraddizioni e contengono disposizioni che non garantiscono un’adeguata tutela di chi, pur essendo estraneo al reato, sia titolare di diritti sui beni oggetto dei provvedimenti ablatori. Di tali aspetti si occupa l’elaborato, la cui struttura riflette il percorso seguito dall’autore. All’analisi della disciplina delle misure preventive patrimoniali antimafia e delle singole disposizioni concernenti la tutela dei terzi titolari di diritti sui beni sottoposti alla misura ablatoria, hanno fatto seguito l’esame dei principi e delle disposizioni di rango costituzionale – anzitutto il principio di ragionevolezza – europeo ed internazionale interessati dalla normativa antimafia e l’approfondimento di due tematiche di carattere civilistico: la natura dell’acquisto dei beni da parte dello Stato e la declinazione del concetto di “buona fede” nello specifico settore di riferimento. Muovendo dalle conclusioni a cui si è pervenuti, sono state ricercate le soluzioni più confacenti alle criticità sollevate, ponderando le conseguenze delle misure stesse nella sfera giuridica dei soggetti differenti dall’indiziato e prestando attenzione al rispetto dei principi di rango costituzionale, oltre che di quelli sanciti a livello europeo ed internazionale, senza però frustrare la ratio delle misure preventive patrimoniali antimafia.
The Anti-Mafia Code, within the part dedicated to asset preventive measures, allows to take goods formally belonging to third parties in case suspect has material control on them as well as of goods directly belonging to the suspect even though third parties have rights to use or security rights on same goods. In this scenario, the effectiveness of the anti-mafia asset preventive measures cannot be jeopardized by instruments of fictitious or real interposition. On the other hand, said system cannot go far enough to sacrifice, wrongly, rights of third parties in good faith. The II and IV headlines of the anti-mafia Code – addressed to asset preventive measures and to third parties safeguard – host some contradictions along with some dispositions that do not protect who (not involved within the offense) has rights on goods subject to expropriation. This work is dedicated to the aforementioned aspects. The structure reflects the logical process followed by the author. Firstly, it has been analysed all the anti-mafia asset preventive measures and all dispositions concerning the protections of third parties which have rights on goods subject to expropriation (in order to find the best solutions to the case concerned). Secondly, it has been investigated all constitutional principles and dispositions (in particular the reasonableness principle) both European and International, and two issues related to civil law aspects: the nature of goods acquisition by the State and the meaning of ‘good faith’ in this specific sector. To that extent, the author tried to find the most suitable solutions to all critical issues, with particular focus on the consequences of the asset preventive measures upon third parties and on constitutional principles, without compromising the rationale of the preventive measures themselves.
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Novaretti, S. « LE 'AZIONI PER IL PUBBLICO INTERESSE' IN CINA ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/156260.

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There are growing signs of the emergence of a new Chinese civil society which stems from a heightened consciousness of the Chinese people to their rights and displays a greater willingness to face challenges in order to defend such rights by means of litigation. Evidence of such a shift can be detected in the intensification of what has been defined, in Chinese, as gongyi susong (literally: public intrest litigation). Although this kind of litigation constitutes a rather recent development in China, recourse to such a device has seen an exponential growth in recent years and has become one of the fundamental topics of debate and investigation in fields which extend well beyond scholarship and case law. The Chinese definition itself discloses an indebtment to American conceptions of public interest litigation, and a growing number of NGOs, law firms, lawyers (and, at times, individuals) file such cases almost on a daily basis, reminding government authorities of their duties and obligations under the law. This has, in some instances, led to outright confrontation with the regime in the name of public interest. What is meant, concretely, in China, by “public interest litigation”? What tools can Chinese citizens and their lawyers use to defend the public interest? Moreover, what is the public interest which “gongyi susong” claims seek to safeguard? The present thesis addresses and provides some insight on the foregoing questions, through the lens of a series of interviews carried out by the author in 2009 with Chinese lawyers based in Beijing.
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CALDAROLA, GIUSEPPE. « Tra spazio pubblico e spazio privato : l'In-Between come occasione di progetto della qualità urbana ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2010. http://hdl.handle.net/11578/278179.

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Bressan, Enrico <1994&gt. « Analisi delle variabili di scelta tra mezzo privato e pubblico nell'ottica della mobilità urbana sostenibile ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/15311.

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Questo elaborato ha come obiettivo la presentazione e l’analisi del comportamento degli individui in relazione alla mobilità sostenibile. In particolare, si prenderanno in considerazione le variabili che influenzano la scelta di un gruppo di individui per quanto riguarda l’utilizzo o meno di mezzi pubblici o di mobilità urbana o modalità di trasporto condivise rispetto l' utilizzo dei mezzi privati. La prima parte dell’elaborato introdurrà i dati riguardanti l'impatto ambientale e sociale dei veicoli privati e dei mezzi pubblici nel territorio locale, nazionale e internazionale. Seguirà la parte riguardante la letteratura relativa al tema di analisi. Verranno considerate le variabili sociali, demografiche ed economiche che influenzano la scelta degli individui riguardo la mobilità urbana. Inoltre verrà svolta un’indagine su dati di un campione di individui, prevalentemente studenti, nella fascia d’età tra i 18 e i 30 anni, poiché maggiori fruitori di mezzi di trasporto condivisi. Le conclusioni comprenderanno l'analisi dei risultati dell'indagine e un confronto dei dati con le teorie esposte.
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CARUSO, Edoardo. « Pubblico e privato nei servizi sociali e socio-sanitari. Profili di diritto interno ed europeo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Ferrara, 2016. http://hdl.handle.net/11392/2386481.

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I servizi sociali alla persona hanno da sempre costituito un settore che, in virtù delle peculiarità che li contraddistinguono, è stato oggetto di riflessioni dottrinali e di una regolamentazione distinta da altre attività di servizio pubblico. Del resto storicamente, come si evince già dalla legge 17 luglio 1890 n. 6972 (cd. Legge Crispi), anche la presenza di prestatori privati si è sempre contraddistinta per particolari dimensioni e modalità dell’intervento. La recente rilevanza di tali attività nel diritto eurounitario, in ragione dello scopo di promuove e garantire l’affermarsi di dinamiche concorrenziali anche in tale settore, non può non risentire delle rilevate peculiarità. Ne consegue che la categoria del servizio sociale di interesse economico generale richiede specifici adattamenti rispetto a principi e regole sviluppati per la più ampia categoria del servizio di interesse economico generale. La ricerca delle tracce di specificità regolativa di tale settore, anche nell’ordinamento sovranazionale, ha, dunque, costituito il filo conduttore della presente ricerca. Si è, infatti, provato a riflettere sull’incidenza del diritto eurounitario sui modelli di erogazione di servizio sociale, che prevedono il coinvolgimento di erogati privati, sviluppati al livello nazionale. Ciò con particolare riferimento alla libertà di stabilimento, alla Direttiva Servizi e al diritto dei contratti pubblici. Tale riflessione, contenuta soprattutto nel terzo capitolo, ha costituito l’approdo di un percorso che si è sviluppato lungo due direzioni. Per un verso, si è cercato di ricostruire l’evoluzione della nozione e della morfologia giuridica del servizio sociale nell’ordinamento nazionale a partire dalla richiamata legge Crispi del 1890; in particolare, la ricerca si è concentrata sul ruolo attribuito agli operatori privati nell’attività di erogazione di prestazioni assistenziali per conto dell’amministrazione pubblica. In tale parte (primo capitolo) si è dato conto dell’incidenza conformativa di diverse disposizioni costituzionali su tali profili (art. 2 e 3 comma 2, art. 38 ultimo comma, ma anche art. 41); degli effetti derivanti dall’attribuzione di competenze su tale materia a livello regionale e locale; del ruolo del principio di sussidiarietà orizzontale; nonché del processo di integrazione fra servizi sociali e sanitari (da cui i servizi socio-sanitari) che ha portato all’affermarsi di soluzioni organizzative non sempre completamente riconducili a quelle “tipiche” dei due settori originari. Per tale ragione anche i modelli di erogazione di servizi socio-sanitari sono stati oggetto di analisi alla luce del diritto UE. Per altro verso, nel secondo capitolo, si è deciso di “collocare” l’ambito della ricerca nell’ordinamento sovranazionale in ragione del necessario riferimento della materia dei servizi sociali a tale ordinamento. Oggetto di analisi è stata sia la categoria del servizio di interesse economico generale, la sua evoluzione e tutti i concetti/istituti a questa correlata (attività di rilevanza economica, atto di incarico, missione di interesse generale, etc.); sia la categoria, più specifica, del servizio sociale di interesse economico generale. Tale rivisitazione ha costituito l’occasione per cercare di inquadrare sistematicamente i diversi e, per certi versi, frammentati interventi delle Istituzioni europee riguardanti servizi sociali. Il fil rouge che tiene insieme le tre parti della ricerca, è costituito dal costante tentativo di rintracciare quale sia, allo stato attuale, la sottile ma consistente trama che collega, più di quanto appaia a uno sguardo di superficie, discipline che sembrano ispirarsi a principi e valori tradizionalmente considerati in contrasto: solidarietà e concorrenza, istanze sociali e regole di mercato. Se l’intera costruzione dell’edificio europeo si fonda su un ossimoro dichiarato, l’”economia sociale di mercato”, l’indagine del settore dei servizi sociali e socio-sanitari ha inteso dimostrare che l’ossimoro non è poi tale, posto che è stato in grado di generare non solo regolazione ibrida e complessa, ma una dinamica nuova della stessa regolazione in grado di costruire un ponte di collegamento e non di erigere un muro di separazione e incomunicabilità tra valori e principi ritenuti inconciliabili.
The social services sector has always been, by virtue of the specific features that distinguish it, the subject of doctrinal reflections and of a regulatory regime that are separate from other public services. Moreover, from a historical point, as already evidenced by the law 17 July 1890 n. 6972 (the so-called Crispi Law), the presence of private providers has always distinguished it for its particular size and arrangements in the sector. The recent importance of such activities in European Union law, whose purpose it is to promote and guarantee the competitive dynamics also in this domain, cannot fail to be affected by these said characteristics. It follows that the category of social services of general economic interest requires specific adaptations of those principles and rules developed for the broader category of services of general economic interest. The search for traces of regulatory specificity in this sector, even within supranational law, has thus been the main theme of this research. We have, in fact, tried to reflect on the impact of European Union law on nationally developed social services delivery models that provide for the involvement of privately disbursed services. All this is with particular reference to the area of freedom of establishment, the Services Directive and public contract law. This reflection, especially contained in the third chapter, has been the culmination of a journey that has developed along two directions. On the one hand, we tried to reconstruct the evolution of the very notion of social services and the legal morphology of social services in national law starting from the above mentioned Crispi law of 1890. In particular, the research has focused on the role given to private operators in the provision of welfare services on behalf of the public administration. In the first chapter we give account of the conformative impact of different constitutional provisions on these profiles (art. 2 and 3, clause 2, art. 38, last clause paragraph, but also art. 41); the effects resulting from the allocation of competences and responsabilities vis-a-vis this matter at regional and local levels; the role of the principle of horizontal subsidiarity; as well as the process of integration between social services and health services (thus becoming health-and-social services), which has led to the emergence of organizational solutions not always completely referable to those "typical" of the two original fields. For this reason, even the delivery models of health-and-social services have been analyzed in the light of EU law. On the other hand, in the second chapter, it was decided to "place" the research scope in the context of European legal system due to the necessary reference of the subject matter of social services to such system. Subject of analysis has been both the category of services of general economic interest, its evolution and all the concepts / institutions connected to it (economic importance activities, act of assignment, the mission of general interest, etc.); as well as the category, more specifically, of the social services of general economic interest. Revisiting this was an opportunity to try to systematically frame the different, and, in some ways, fragmented interventions of the European institutions regarding social services. The thread that holds together the three parts of the research consists of the constant effort to figure out what is, at the present state of play, the subtle but consistent plot that connects - more than what appears at a superficial level - disciplines that seem to be inspired by principles and values traditionally considered in contrast: solidarity and competition, social issues and market rules. If the entire European building is based on a oxymoronic statement of a “social market economy,” the investigation of the social and socio-and-health services sector has sought to show that this is in fact not oxymoronic, given that it was able to generate a regulatory fabric that is not only hybrid and complex, but which is testimony of a new regulatory dynamic ; this will hopefully be able to build a connecting bridge and not erect a wall of separation and incommunicability between values and principles considered irreconcilable.
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MANENTI, MARTINA ROBERTA. « LA NATURA GIURIDICA DELLA RESPONSABILITÀ MEDICA. IL RAPPORTO OBBLIGATORIO TRA MEDICO E PAZIENTE ED IL CONCETTO DI «OBBLIGAZIONE CONTRATTUALE» ». Doctoral thesis, Università degli studi di Pavia, 2022. http://hdl.handle.net/11571/1455371.

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La tesi affronta il complesso e delicato tema della natura della responsabilità civile del medico, proponendo uno specifico approfondimento del concetto di «obbligazione contrattuale» ex art. 7 della legge Gelli-Bianco. La ricerca si è mossa lungo due direttrici di indagine, tra loro funzionali. Anzitutto, si è offerta una ricognizione dell’evoluzione del pensiero giuridico in relazione alla natura della responsabilità civile del medico e si è dato conto delle recenti riforme in materia. In secondo luogo, attraverso uno studio delle possibili fonti del rapporto obbligatorio tra medico e paziente, si è verificato quali margini vi siano, nel contesto normativo attuale, per una ricostruzione in termini «contrattuali» della relazione tra questi due soggetti. La struttura del lavoro si articola in tre parti. La prima, introduttiva, illustra i diversi approcci, giurisprudenziali e dottrinali, al tema in discussione, dedicando particolare attenzione all’orientamento fino ad oggi dominante, fondato sul c.d. «contatto sociale qualificato» (riconducibile alla pronuncia della Suprema Corte, n. 589/1999). In proposito, si è in particolare cercato di porre in evidenza come la recente propensione per la forma di responsabilità contrattuale -al di là delle argomentazioni teoriche addotte- sia stata il mero portato della precedente individuazione della disciplina ritenuta maggiormente tutelante per il paziente. La seconda parte della tesi è dedicata alle due riforme in materia che, con l’obiettivo (apparentemente contrario) di proteggere la categoria professionale da un’eccessiva dilatazione della responsabilità civile, hanno inciso sulla sua qualificazione giuridica, avviando quello che è stato definito un processo di «decontrattualizzazione». Si è così avuto modo di rilevare come, se con riferimento alla modifica legislativa introdotta con la legge cd. Balduzzi, la giurisprudenza prevalente ha avuto margine per interpretare il richiamo all’art. 2043 c.c. come ininfluente sulla natura della responsabilità da ascrivere al medico, altrettanto non possa dirsi per la legge Gelli-Bianco, che la qualifica espressamente come extracontrattuale, salva l’ipotesi in cui il professionista abbia assunto un’«obbligazione contrattuale» con il paziente. La terza parte della ricerca vorrebbe approfondire quest’ultimo concetto e proporre una ricostruzione giuridica dei rapporti tra medico e paziente, nelle ipotesi maggiormente problematiche, caratterizzate dalla presenza di un terzo soggetto, la struttura sanitaria (o la A.S.L.). Si è dunque suggerita un’interpretazione dell’art. 7 della legge Gelli Bianco secondo la quale, in linea con la sua ratio, non può ammettersi che dal semplice contatto sociale qualificato possa sorgere un’«obbligazione contrattuale». Una tale obbligazione potrebbe invece avere fonte, esclusivamente, in un vero e proprio contratto tra le parti, la cui sussistenza dovrebbe però essere esclusa ove l’«obbligazione di cura» sia assunta direttamente dalla struttura sanitaria. Si è infine evidenziato come, pur tentando di disincentivare il contenzioso nei confronti del medico con cui il paziente si relaziona, la riforma ne sancisca indiscutibilmente la responsabilità, anche ove questi non sia titolare dell’«obbligazione di cura» e dunque, in tale ultima ipotesi, ex art. 2043 c.c. e come, in ogni caso, la qualificazione aquiliana della responsabilità del medico non sembri, di per sé, strumento idoneo a indurre il paziente ad indirizzare le proprie doglianze nei confronti delle sole strutture sanitarie.
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LARATTA, TIZIANA. « Il lavoro a termine nell'impiego privato e pubblico. Elementi per una teoria della clausola di durata ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/7971.

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L'analisi è costruita attorno al filo conduttore della causalità della clausola di durata. Questa comporta un'alterazione della causa rispetto al rapporto di lavoro senza limiti temporali e da questo può ricavarsi la necessità di una verifica giudiziale delle esigenze di assunzione temporanea. Tale assunto si fonda sulle moderne teorie civilistiche. Inoltre, la giustificazione del termine rappresenta una necessaria garanzia a tutela dei diritti fondamentali del lavoratore e per motivare tale affermazione possono richiamarsi gli argomenti che fanno della giustificazione del licenziamento un principio costituzionale.
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Conte, Giorgio <1976&gt. « Gli organismi di diritto pubblico : strumento per ottimizzare l'andamento della pubblica amministrazione o ibrido giuridico lesivo della concorrenza e dei diritti degli utenti ? » Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2009. http://hdl.handle.net/10579/740.

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Milanese, Manuela. « Atto notarile e forme digitali ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2012. http://hdl.handle.net/10556/366.

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2010 - 2011
Anteriormente all’entrata in vigore del decreto legislativo 2 luglio 2010 n.110, nessuna norma considerava direttamente la possibilità di redigere un atto pubblico informatico, nonostante l’ordinamento conoscesse tale categoria, la cui prima apparizione risale alla legge delega 15 marzo 1997 (c.d. legge Bassanini). Questo vuoto legislativo dava luogo ad opinioni discordanti. Successivamente, con l’introduzione del d. lgs. 2 luglio 2010 n. 110, il legislatore nel disciplinare l’atto pubblico informatico opera una scelta tecnica molto importante, perché inserisce nuove disposizioni direttamente nella legge notarile ed in altri provvedimenti legislativi dell’ordinamento del notariato lasciando, però,immutato il quadro dei principi delineato dal Codice di amministrazione digitale che ha rappresentato, fino a quel momento, il testo legislativo di riferimento in materia di documento informatico e firma digitale, conferendo al notaio un ruolo particolarmente importante al riguardo. Tuttavia, la novella legislativa lascia un dubbio interpretativo riguardo l’efficacia probatoria dell’atto pubblico informatico, permettendo che al riguardo si formino orientamenti contrastanti. Before the coming into force of the Legislative Decree ofof July 2, 2010 n.110, no rule considered the possibility of drawing up a digital public deed directly even if the legal system was aware of the existence of such a class, whose first appearance dates back to the delegated law of March 15, 1997 (c.d. Bassanini law). This legislative gap gave way to contrasting opinions. Then, with the introduction of the Legislative Decree of July 2, 2010 n. 110, the legislator regulating digital public deeds opted for a very important technical solution, directly inserting new provisions in the notarial law and in other legislative measures of the notarial system leaving, however, the framework of the principles unchanged, as outlined in the Code of digital administration that up to that moment had been, the legislative text of reference in the field of electronic documents and digital signature, bestowing on the notary a particularly important role in this regard. However legislative literature so far does not help to clarify the interpretative doubts regarding the probative efficiency of digital public deeds, thus allowing the formation of contrasting orientations on the matter.[a cura dell'autore]
X n.s.
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Ronchese, Francesca. « Inadempimento del fornitore del credito al consumo e rimedi relativi al rapporto di finanziamento ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2008. http://hdl.handle.net/11577/3426388.

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This research involves consumer credit contract with the support of a third party, the financer, where the goods or services have been specifically indicated in respect of the loan of money. The consumer credit provisions rise few issues, among which, in the above-mentioned case, the remedies concerning the legal measures the consumer might take against the financer in case of total or partial breach of the supplier contract. This matter has been analyzed in the present work. The introduction is particularly detailed, both in order to identify the cases the consumer credit law applies to, and to focus one of the most relevant issues, under a theoric and a practical point of view. Actually, the more remedies the consumer has against to the financer, the more protection he can obtain. The first chapter involves the art. 42 cod. cons. related to the legal protection of the consumer in the cited case. By examining art. 42 cod. cons. it has been inferred the uncertainty of its field of application, and consequently the protection the consumer can expect, due to the fact that one of the conditions required could never exist. In spite of that, it has been tried to make an hypothesis in order to apply the provisions, that is a "right of action" recognised to the consumer against to the financer. Further, it has been analysed the lack of conditions required by art. 42 cod. cons., in order to find other remedies for the consumer. It is highlighted an important distinction: in presence of the requirements of art. 42 there is a legal relationship between contracts; in the other cases it is necessary to ascertain if there is a voluntary contract connection. It has been analysed, also according to the case law, the contract clauses that refrain consumer from acting against the financer in case of breach of supplier contract. Due to the importance of the connection contract theory as set out in the first chapter, the second chapter deeps further that matter, specifically regarding the above mentioned issues, and which leads to the conclusions proposed.
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Bischi, Barbara. « La buona fede del diritto privato e del diritto pubblico : dalla ragione dell'origine alla cultura della dicotomia ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2012. http://hdl.handle.net/11577/3421746.

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This paper aims to analyze the various facets that bona fides has in public and civil law in the current legal system. Whilst in civil law this clause provides the necessary extrajudicial criteria instrumental to justice and fairness, in addition to those provided by positive law, which are lacking per se, in public law bona fides is often confused with the principle of "non-contradiction" in administration and takes on the connotations of the principle of reasonableness, which governs the discretionary activities of public administration and is closely linked to and regulated according to the constitutional principles enshrined in article 97. This analysis starts with a historical reconstruction of bona fides, illustrating the reasons that gave life to this rule under Roman and canon law, while offering possible explanations to the current internal contradictions characterizing bona fides in Italian law. This paper has underscored the formal virtuality of legal language and its categories and calls upon jurisprudence to reflect upon those implications that risk creating a chasm between law and relations among citizens as well as those between citizens and social entities, which should reflect, through law, the individuals forming it and their needs.
“La buona fede del diritto privato e del diritto pubblico: dalla ragione dell’origine alla cultura della dicotomia”, è un contributo che ha interessato la ricerca in varie discipline giuridiche; il diritto romano, quello canonico, la storia del diritto italiano e straniero, anche in chiave comparativa, la buona fede del diritto civile e la buona fede del diritto amministrativo. Il motivo delle tematiche affrontate nel testo è fondato sul tentativo di ricomporre, dove possibile, l’aspetto aporetico che connota, nell’ordinamento giuridico contemporaneo, la clausola della buona fede, la quale si propone in modo antitetico come buona fede del diritto privato e buona fede del diritto pubblico, seppure entrambe siano riconducibili sotto lo stesso nomem iuris. Quest’unità ‘formale’, tuttavia, presuppone l’unità ontologica della clausola generale, che viene ricostruita nella prima parte del lavoro e la circostanza dimostra come le attuali interpretazioni, così distanti tra loro, siano il prodotto di ragioni diverse e contrapposte, maturate in una certa parte della storia del diritto, ovvero con la nascita dello Stato moderno. E’ con questa consapevolezza che sono stati assegnati i nomi dei primi due capitoli che compongono il lavoro, quindi, buona fede ‘la ragione dell’origine’ e ‘la cultura della dicotomia: storia e dibattiti’, nel tentativo di mettere a confronto due diverse letture della clausola generale. La prima, che evidenzia come la buona fede sia espressione della dimensione etica della natura umana, funzionale al buon esito di ogni relazione intrapresa e naturalmente destinata a regolamentarne gli effetti, prima e oltre il testo normativo; la seconda fondata sulla intervenuta frattura tra la dimensione umana e il diritto statale, dove la buona fede spesso si contrappone alla forza autoritativa della norma giuridica con esiti problematici e contraddittori, che il contributo si propone di analizzare e, se possibile, di ricomporre. La parte iniziale del lavoro tiene in particolare considerazione il contributo, dato all’argomento, da L. Lombardi Vallauri, grazie al quale si evidenzia come ogni possibile predicato riferito al sostantivo fides, nel corso dell’evoluzione della civiltà romana, si giustifichi e possa essere ricondotto all’eticità che governa la relazione umana, sia tra pari, sia tra impari. La fides dell’origine, legata ai concetti di lealtà, credenza, fiducia reciproca, è regola dei rapporti poiché espressione della stessa virtù dell’uomo, tanto che la sua eventuale violazione è motivo di biasimo da parte della collettività, in ragione del rispetto portato ai valori cui il sostantivo rimanda non anche, o non prevalentemente, poiché la loro violazione possa essere perseguita legalmente o nel processo. Da qui la congenita forza integrativa della fides che si sviluppa in bona fides, obbligando le parti ad agire conformemente a ciò che hanno veramente voluto oltre la lettera dell’accordo formalmente concluso tra loro; d’altro canto la fides, definita publica, vincola l’azione del potente alla temperanza nella sua esecuzione, in un contesto in cui nemmeno il sottoposto al potere altrui (nexus, cliens, pupillus) può essere violato sol perché in posizione di disuguaglianza rispetto al superiore. La fides, matrice unitaria delle diverse connotazioni assunte dal sostantivo e delle quali il testo dà conto, si rispecchia nei tria precepta iuris di Ulpiano, nel pensiero di Platone, Aristotele, Agostino e Tommaso, dove l’uomo era naturalmente teso alla socialità e al bene comune, oltre i limiti della natura o del peccato, tanto che il lavoro dimostra come, nella civiltà giuridica romana (ci si riferisce alla monarchia e alla repubblica) e medievale, la clausola sia regola di convivenza civile alla quale l’ordinamento attinge perché a essa è destinato e a essa appartiene. La nascita dello Stato moderno, al contrario, affievolisce la ragione dell’uomo ‘virtuoso’ e la stessa capacità di trarvi parametri cogenti di condotta: prevale la figura del ‘suddito’ o del ‘cittadino’, asservita alla potenza invasiva del diritto statale, che sussume in esso ogni condotta umana per regolarla in via eteronoma e autoritativa. Il lavoro, a tal proposito, dimostra come la dicotomia che coinvolge la buona fede del privato e del pubblico sia fondata sul segnalato cambiamento di rotta, teso a circoscriverne la relazione e gli effetti entro l’ipotesi di ordinate fattispecie astratte generalmente applicabili anche tramite la sanzione. Dare conto della cultura della dicotomia, com’è chiamata nel testo, ha condotto la ricerca verso i pensieri di Hobbes, Locke, Rousseau, ma per la verità anche a quelli di Kant, di Kelsen, di Ross: l’ipotesi dello stato di natura, si sostiene, fonda il sapere scientifico moderno, il quale sta alla base della denunciata ‘virtualità’ del diritto che, per quanto emergerà nel seguito, giustifica la deriva scientifica sulla quale si stanziano le due categorie della buona fede a discapito della ragione unitaria che l’ha vista nascere. Neppure l’introduzione della Carta Costituzionale italiana, contribuisce a ricomporre il valore unitario assegnato alla fides dell’origine; le parti del lavoro dedicate al diritto civile e al diritto amministrativo rilevano la difficoltà che la dottrina incontra nell’interpretare la clausola in senso unitario, laddove, al contrario, la buona fede è assorbita da precetti costituzionali di diverso segno e diversa finalità. Se la buona fede del diritto privato è ricondotta, dalla dottrina, al dovere di solidarietà di cui all’art. 2 della Costituzione, viceversa, sul fronte del diritto amministrativo, essa è collocata nell’ambito dell’art. 97 e diventa strumento di attuazione della legittimità, del buon andamento e della imparzialità amministrativa ai quali l’esercizio del potere è vincolato. Sul fronte della giurisprudenza, tuttavia, la divisione rappresentata si presenta non priva di fratture: il giudice, tramite la clausola della buona fede, può accedere a un’idea di giustizia dove il divieto evangelico e agostiniano, che impone di non fare agli altri ciò che non si vorrebbe ricevere, continua a mantenere unito il piano umano delle relazioni con quello dell’ordinamento giuridico, seppure la circostanza sia più facilmente giustificata alla luce della forza integrativa di mutevoli valori sociali e della storia, piuttosto che sulla base del riconoscimento di un’innata ragione umana nell’ambito della quale si collocano principi di giustizia imperituri e naturale virtù. Il testo evidenzia, tuttavia, la vitalità del diritto naturale che spesso integra e reinterpreta la legge statale: gli esempi forniti, a questo proposito, si riferiscono all’abuso del diritto o, dal punto di vista della più giovane dottrina del diritto amministrativo, alle nuove interpretazioni che hanno ad oggetto l’eccesso di potere, il quale si presenta come violazione di una legalità non formale e spesso riconducibile alla clausola della buona fede. Sono molti gli esempi forniti dal contributo per evidenziare il limite del diritto positivo rispetto alla forza giuridica dei valori praeter legem ai quali la buona fede rimanda: si farà riferimento, ad esempio, alla particolare interpretazione assegnata al comando di cui all’art. 1175 del c.c. e, d’altra parte, alle recenti modificazioni che hanno coinvolto la legge sul procedimento amministrativo. In entrambi i casi l’obbligo di correttezza nelle relazioni tra pari e tra impari può considerarsi preesistente all’ordine normativo del privato e del pubblico, giacché strettamente legato al dovere di solidarietà reciproca al quale ogni tipo di relazione deve ispirarsi: di tal guisa, ad esso può essere riconosciuta forza precettiva, propulsiva, integrativa e correttiva delle distinte discipline giuridiche, nella speranza che al fenomeno segnalato segua un’interpretazione giuridica senza contraddizioni. Da questa prospettiva, de iure condendo, la divisione tra il piano umano delle relazioni e quello dei rapporti giuridici, la conseguente distinzione tra fatti umani e fattispecie normativa, sembra superabile, al fine di realizzare quell’idea di giustizia in concreto, che l’esistenza della legge statale, alla quale riferire il caso controverso, da sola non può garantire. Difatti, nel diritto civile, non senza difficoltà e defezioni, la validità della regola di condotta, ancorché extragiuridica, è ammessa con minor sforzo (si citeranno i pensieri di Betti, Messineo, Natoli, Levi, Rodotà, Castronovo ecc.) e la circostanza valorizza la tendenza verso quell’uniformità d’interpretazione dei fenomeni a valenza giuridica ai quali, per dirla con F. Gentile o con E. Opocher, la filosofia non può rimanere estranea. Il lavoro denuncia, tuttavia, la preclusione ideologica che spesso è opposta al ragionamento prospettato, che non trova immuni nemmeno le teoriche più all’avanguardia in argomento: il rischio che viene evidenziato è, nella migliore delle ipotesi, quello di circoscrivere la buona fede nelle dinamiche dell’evoluzione della società e dei costumi, laddove spesso il valore della giustizia coincide con il quantum di giustizia possibile, mentre la buona fede, per sua natura, sovverte il peso della convenzione in favore del particolare, sovverte l’assetto di un ordinamento iniquo in favore di ogni essere umano di fatto violato. Le conclusioni del lavoro, ripercorrono i temi in breve anticipati e, molto semplicemente, legano il superamento della dicotomia che coinvolge la regola della buona fede a un profondo ripensamento dell’idea del diritto, laddove il piano giuridico delle relazioni dovrà essere ricondotto alla realtà dell’incontro, fondato sulla fiducia nella virtù dell’uomo.
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