Littérature scientifique sur le sujet « Rapporti interetnici e interculturali »

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Articles de revues sur le sujet "Rapporti interetnici e interculturali"

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Karp, Karol. « Il confine liquido. Rapporti letterari e interculturali tra Italia e Albania a cura di Emma Bond e Daniele Comberiati ». Studia Romanica Posnaniensia 41, no 4 (1 janvier 2014) : 135. http://dx.doi.org/10.14746/strop2014.414.012.

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Montaldi, Massimo. « Anthropology applied to the analysis of social deviances and the effects of uprooting on individual trans-generational behavior / Antropologia applicata all’analisi delle devianze sociali e gli effetti dello sradicamento sul comportamento individuale trans generazionale / Antropología aplicada al análisis de las desviaciones sociales y de los efectos del desarraigo en el comportamiento transgeneracional individual ». Rivista di Psicopatologia Forense, Medicina Legale, Criminologia, 8 octobre 2019. http://dx.doi.org/10.4081/psyco.2019.64.

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Résumé :
This article aims to clarify some points of view and aspects on the relationship between multiculturalism and migration, and the relationship between minor and major normative jurisprudences, against the dynamic background of historical and anthropological processes, in a criminological perspective, and using some theories that argue why the phenomena of deviance are associated with intercultural and ethnic contexts. The interaction between outgroup and ingroup, while modern societies are engaged in solving problems related to the management and control of regulatory deviance, seems to bring out spaces to think, thanks to the onset of the ethnographic method in criminological studies. Criminology and ethnography can therefore profitably experiment with a scientific relationship, in the light of the sociology of deviance. New concepts invite to formulate a different approach, less constrained by specializations, but tending to obtain a result of a balanced scientific exchange full of perspectives. In this way, some of the reasons behind the deviant behavior among minorities will appear clearer. It can be argued, for example, that concepts of proximal and distal stress expand the translations of the problem. The cessation of the social bond, the semantic differences between landless and native minorities, seem to have a role in the dynamics of deviance, psychopathology, and crime. The sub-cultural community, the training and educational conditions are all recurrent themes, but they often assume an unexpected value in the eternal struggle for space. The class struggle and the reasons behind the enormous amount of laws appear to be the result of contrasting relationships between majorities and minorities. The problem of cultural deviances does not always seem clear and complete, if interpreted by the individual sciences, they easily run into scientific reductionism and redundancy. Stitching together edges that tend to remain far away could be possible only provided that the different perspectives can be connected, and that the tool of comparative ethnography is regarded as a fruitful link with criminology. Semantics is enriched with concepts, such as the syndrome of socio-cultural adoption, probes the implications of the cultural bond that redefines the existential plots of the condition of the migrant in modernity. The disruptive effects of the stress of minorities, or the disbelief of minorities towards the normative majority, are only some of the concepts with which I have tried to represent the motivations that are at the base of a basic hostility of some social communities to the rules. A multi-scientific approach has an experimental structure, a crossroads of different experiences, which aims to build lexicons and widen and diversify the semantics of deviance, questioning the particularisms and the singular exasperation of the perspectives of hermeneutic excesses. As Europe prepares to deal with the impact of epochal migration, the comparative method is able to provide empirical considerations for a reading consistent with history, and less involved with academic speculation, and ideological needs. Understanding the dynamics that underlie the criminal deviance between minorities, is not only an exercise of absolute social vanguard, but tends to build new bases and theoretical and practical references better systematized, which dictate complex work agendas, expanding the knowledge on the real relationship between criminal deviance and ethnic communities. RiassuntoQuesto articolo si propone di chiarire alcuni punti di vista e aspetti sulle relazioni tra multiculturalismo e migrazione, e il rapporto tra minoranze e maggioranze normative, sullo sfondo dinamico di processi storici e antropologici, in una prospettiva criminologica, e utilizzando alcune teorie che argomentano i motivi per i quali le fenomenologie della devianza si associano ai contesti interculturali ed etnici. L'interazione tra outgroup ed ingroup, mentre le società moderne sono impegnate nella soluzione di problemi legati alla gestione ed al controllo della devianza normativa, sembra far emergere spazi di riflessione grazie all’irruzione del metodo etnografico negli studi criminologici. Criminologia ed etnografia, possono dunque proficuamente sperimentare una relazione scientifica, alla luce della sociologia della devianza. Nuovi concetti invitano a riformulare un approccio meno costretto dalle specializzazioni, ma tendente ad ottenere un risultato di uno scambio scientifico equilibrato e denso di prospettive. Appariranno più chiare in tal modo, alcuni delle motivazioni retrostanti alla condotta deviante tra le minoranze. Si può sostenere, per esempio, che concetti di stress prossimale e distale, ampliano le traduzioni del problema. La cessazione del legame sociale, le differenze semantiche tra minoranze senza terra e minoranze native, sembrano avere un ruolo nella dinamica della devianza, della psicopatologia, della delinquenza. La comunità sub culturale, la formazione e le condizioni di istruzione, sono temi ricorrenti, tuttavia assumono sovente un valore imprevisto nella lotta eterna per lo spazio. La lotta di classe e le ragioni che stanno dietro alla enorme mole di normativa, appaiono il frutto di rapporti di contrasto tra maggioranza e minoranze. Non appare sempre chiaro e completo il problema delle devianze culturali, se interpretato dalle singole scienze, incorrono facilmente nel riduzionismo e nella ridondanza scientifica. Un lavoro di ricucitura di margini che tendono a mantenersi lontani, è possibile a patto che le prospettive sappiano comunicare tra loro, e lo strumento dell’etnografia comparata si profila una proficua connessione con la criminologia. La semantica si arricchisce di concetti, come ad esempio la sindrome dell’adozione socioculturale, sonda le implicazioni del legame culturale che ridefinisce le trame esistenziali della condizione del migrante nella modernità. Gli effetti dirompenti dello stress delle minoranze, o la diffidenza delle minoranze verso la maggioranza normativa, sono solo alcuni dei concetti con cui ho cercato di rappresentare le motivazioni che stanno alla base di un'ostilità di fondo di alcune comunità sociali, rispetto alle regole. Un approccio multi scientifico ha un assetto sperimentale, incrocio di esperienze diverse, che mirano a costruire lessici e ampliare e diversificate le semantiche della devianza, mettendo in discussione i particolarismi e l'esasperazione singolare delle prospettive degli eccessi ermeneutici. Mentre l'Europa si appresta ad affrontare l'impatto di una migrazione epocale, il metodo comparativo è in grado di fornire le considerazioni empiriche per una lettura coerente con la storia, e meno coinvolte con la speculazione accademica, e le esigenze ideologiche. Capire le dinamiche che sotto intendono la devianza criminale tra le minoranze, è un esercizio non solo di assoluta avanguardia sociale, ma tende a costruire basi nuove e riferimenti teorici e pratici meglio sistematizzati, che dettano agende di lavoro complesse, allargando la conoscenza sul rapporto reale tra devianza criminale e comunità etniche. ResumenEste artículo se propone aclarar los puntos de vista y aspectos sobre las relaciones entre multiculturalismo y migración, y la relación entre minorías y mayorías normativas, en el fondo dinámico de procesos históricos y antropológicos. En una perspectiva criminológica, y utilizando algunas teorías que argumentan los motivos por los cuales las fenomenologías de las desviaciones se asocian a los contextos interculturales y étnicos. La interacción entre outgroup e ingroup, mientras las sociedades modernas están ocupadas en la solución de los problemas ligados a la gestión y al control de la desviación normativa, parece que hacen surgir espacios de reflexión gracias a la introducción de la metodología etnográfica en los estudios criminológicos. Criminología y etnografía, pueden entonces experimentar rentablemente una relación científica, bajo la luz de la sociología de la desviación. Nuevos conceptos invitan a reformular un enfoque menos forzado por las especializaciones, pero con la tendencia en obtener un resultado de un intercambio científico equilibrado y lleno de perspectivas. Aparecerán más claras de esta manera, algunas de las motivaciones que están detrás de la conducta desviada entre las minorías. Se puede sostener, por ejemplo, que conceptos como stress proximal y distal, amplían las traducciones del problema. La ruptura del lazo social, las diferencias semánticas entre minorías sin tierra y minorías nativas, parecen tener un rol en la dinámica de la desviación, de la psicopatología y de la delincuencia. La comunidad sub-cultural, la formación y las condiciones de instrucción, son temas recurrentes, sin embargo, asumen a menudo un valor imprevisto en la lucha eterna por el espacio. La lucha de clase y las razones que están detrás a la gran masa normativa, parecen el fruto de relaciones de contraste entre mayorías y minorías. No parece siempre claro y completo el problema de las desviaciones culturales, si es interpretado por las ciencias individuales, incurren fácilmente en el reduccionismo y en la redundancia científica. Un trabajo de reparación de márgenes que tienen la tendencia a mantener la distancia, es posible siempre y cuando las perspectivas sepan comunicarse entre ellas, y el instrumento de la etnografía comparada pueda conectarse rentablemente con la criminología. La semántica se enriquece de conceptos, como por ejemplo el síndrome de la adopción sociocultural, sondea las implicaciones del lazo cultural que redefinen la parte existencial de la condición del migrante en la modernidad. Los efectos disruptivos del stress de las minorías, o la diferencia de las minorías hacia las mayorías normativas, son solo algunos de los conceptos con los que busqué representar las motivaciones que están en la base de la hostilidad de algunas comunidades sociales, con respecto a las reglas. Un enfoque multicientífico tiene un corte experimental, cruce de experiencias diferentes, que velan por construir léxicos, ampliar y diferenciar las semánticas de la desviación, poniendo en discusión los particularismos y la exasperación singular de las perspectivas de los excesos hermenéuticos. Mientras Europa se alista para afrontar el impacto de una migración épica, la metodología comparativa puede suministrar las consideraciones empíricas para una lectura coherente con la historia, y menos involucrada con la especulación académica, y las exigencias ideológicas. Entender las dinámicas que definen la desviación criminal entre las minorías, es un ejercicio no solo de absoluta vanguardia social, sino que tiene la tendencia en construir bases nuevas y referencias teóricas y prácticas mejor sistematizadas, que dictan agendas de trabajo complejas, engrandeciendo el conocimiento sobre la relación real entre desviación criminal y comunidades étnicas.
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Thèses sur le sujet "Rapporti interetnici e interculturali"

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Moretto, Marta. « "Il bene e il male quando vengono piovono" : paradossi, antinomie e ossimori nella narrativa di Fulvio Tomizza (1935-1999) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3039.

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Résumé :
2007/2008
Lo scrittore istriano Fulvio Tomizza (1935-1999) ha proposto, attraverso i titoli composti nei quarant'anni della sua carriera e afferenti a generi letterari diversi, un'attenta analisi del problema della "conciliazione" nell'ambito dei rapporti intertnici e interculturali con particolare riferimento all'area adriatica e balcanico danubiana. Attraverso l'uso di ossimori, antinomie e paradossi, presenti nei testi a livello formale e contenutistico, lo scrittore ha concretizzato nella struttura narrativa delle proprie produzioni l'evolversi della sua teoresi in merito al problema stesso della "conciliazione". Un'analisi delle diverse tipologie di "figure retoriche della conciliazione degli opposti" offre, pertanto, la possibilità di delineare lo sviluppo delle indagini tomizziane.
XXI Ciclo
1980
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Ciucci, Giulia. « Certum incertum est : l'opus incertum tra innovazione, recezione, tradizione e rapporti interculturali in Italia Centrale (III sec. a.C.- I sec. d.C.) : nuove proposte per un approccio archeologico ». Thesis, Aix-Marseille, 2016. http://www.theses.fr/2016AIXM3112.

Texte intégral
Résumé :
Ce travail de recherche est consacré à la technique constructive de l’opus incertum et vise à mieux comprendre toutes les implications chronologiques et sociales liées à la formation de cette technique. Le travail a été structuré selon trois axes principaux de recherche : la diffusion géographique : l’opus incertum est plus fréquemment attesté dans l’Italie centrale et il est particulièrement intéressant de suivre dans l’espace les modalités de diffusion de cette nouvelle technique de construction ; la typologie des monuments : l’opus incertum caractérise soit de grands complexes publics d’époque républicaine, tels que les temples, soit des villas maritimes. La typologie architectonique est liée au message implicite véhiculé par le monument et peut aider à comprendre si sa diffusion est due au pouvoir central ou à l’initiative des élites privées ; la chronologie: malgré les hypothèses avancées, on constate que l’opus incertum n’entre pas facilement dans une classification typo-chronologique. L’opus incertum marque un point de rupture, une véritable révolution dans laquelle on peut apercevoir la transformation d’une société entière. Il est donc évident que cette technique de construction doit être analysée et étudiée dans toute sa complexité et versatilité. Cette recherche repose sur une étude concrète de cette technique de construction pour arriver à comprendre le rapport entre savoir et savoir-faire, entre la circulation du savoir et des typologies architectoniques. L'objectif final du travail est de restituer le cadre économique, politique et social dans lequel s’inscrit l’opus incertum, considéré comme un « témoin » matériel
The aim of this study is to clarify all aspects linked to this construction technique, consenting simple reading and so a better understanding of it and attempting to outline the development of a technical and historical context in which it can be placed. This research project is in three areas: geographical range: opus incertum is more frequently attested in central Italy; it is particularly interesting to follow the modalities of diffusion of this new construction technique in order to try to determine it in this context; monument typology: the opus incertum characterizes either large public complexes of the republican era or maritime villas. The architectural typology is closely linked to an implicit message conveyed by the monument and makes it possible to understand what the main engine of its diffusion was: the central power or private initiatives of elites; chronology: despite the chronological assumptions advanced, it is found that the opus incertum does not easily enter into a classification of this type. The opus incertum marks a point of rupture, a veritable technical revolution within which one can perceive the transformation of an entire society. It is evident that this construction technique must be analyzed and studied in its complexity and versatility. This research aims at starting from the concrete study of a construction technique arriving at the issue of the relations between theoretical knowledge and empirical practices, the diffusion of knowledge and structures in the field of architecture. It focuses more precisely on the architecture that is tied to it as a formal language that takes its full meaning in a given social and political context
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Livres sur le sujet "Rapporti interetnici e interculturali"

1

1943-, Palmeri Paolo, et Callari Galli Matilde, dir. I rapporti interculturali in Italia oggi : Una prospettiva antropologica. Padova : CLEUP, 2005.

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Il confine liquido : Rapporti letterari e interculturali fra Italia e Albania. Nardò (LE) : Besa, 2013.

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3

Relaciones interculturales en el Mediterráneo antiguo : Sicilia e Iberia = Rapporti interculturali nel Mediterraneo antico : Sicilia e Iberia. [Málaga] : Centro de Ediciones de la Diputación de Málaga, Servicio de Publicaciones, 2008.

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