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Ruggiero, Rossana, Fermin Gonzales Melado, Giorgia Brambilla, Laura Palazzani, Stefano Kaczmarek, Michele Salata et Luigi Zucaro. « Decisioni per la cura del bambino piccolo nelle fasi critiche e terminali della vita ». Medicina e Morale 71, no 3 (3 novembre 2022) : 261–76. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1210.

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Résumé :
L’articolo si basa sull’analisi comparativa di tre documenti: la Mozione del Comitato Nazionale di Bioetica su Accanimento clinico o ostinazione irragionevole dei trattamenti sui bambini piccoli con limitate aspettative di vita, la Legge del 22 dicembre 2017, n. 219 recante Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento e la Lettera Samaritanus bonus della Congregazione per la Dottrina della Fede sulla cura delle persone nelle fasi critiche e terminali della vita. Nella consapevolezza della loro diversità è possibile individuare alcuni nodi centrali nella cura del paziente pediatrico nelle fasi critiche o terminali della vita: il problema della valutazione della qualità di vita; le cure di base di questi piccoli pazienti, con particolare riferimento: all’idratazione e nutrizione; alle cure palliative pediatriche; infine, al ruolo della famiglia nell’assunzione delle decisioni in ambito pediatrico. Gli autori presentano anche i punti di concordanza che emergono dall’analisi dei tre documenti dedicando attenzione al bambino piccolo con limitate aspettative di vita: guarire se possibile, curare e prendersi cura sempre e umilmente, riconoscere i limiti della medicina.
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Avagnina, Irene, Chiara Paolin, Micaela Santini et Franca Benini. « Tosse e astenia : consigli pratici di gestione nei pazienti eleggibili alle cure palliative pediatriche ». QUADERNI ACP 28, no 3 (2021) : 125–30. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2021.125-130.

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Résumé :
Le cure palliative pediatriche (CPP) rappresentano un ambito multidisciplinare della pediatria che si prefigge l’obiettivo di garantire la qualità di vita a bambini affetti da malattie inguaribili ad alta complessità assistenziale e di rispondere ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. A livello clinico, molteplici sono i sintomi disturbanti con ampia ricaduta sulla qualità della vita, che devono essere gestiti e trattati. Alcuni di questi, in modo particolare, rappresentano una sfida importante per i caregiver e i sanitari che si occupano dei bambini eleggibili alle CPP. Questo secondo lavoro si propone di presentare, con un taglio pratico e di immediata utilità per il pediatra, le strategie di gestione di tosse e astenia. Nell’ambito delle CPP questi due sintomi sono frequenti. La tosse e l’astenia, assieme agli atri sintomi respiratori, al dolore, alla difficoltà di alimentazione, rappresentano un’importante determinante della qualità di vita nei pazienti, impattando significativamente sulla capacità di svolgere le attività della vita quotidiana e sulla loro sfera psicologica e sociale. Per entrambi i sintomi ci sono ancora pochi studi in letteratura che guidino il clinico nella loro gestione, che a oggi si basa ancora troppo sull’esperienza individuale piuttosto che sull’evidenza scientifica.
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Avagnina, Irene, Serana Condemi, Chiara Paolin et Franca Benini. « Prurito. Consigli pratici di gestione nei pazienti eleggibili alle cure palliative pediatriche ». QUADERNI ACP 29, no 1 (2022) : 35. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2022.35-37.

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Résumé :
Le cure palliative pediatriche (CPP) rappresentano un ambito multidisciplinare della pediatria che si prefigge l’obiettivo di garantire la qualità di vita a bambini affetti da malattie inguaribili ad alta complessità assistenziale e di rispondere ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. A livello clinico, molteplici sono i sintomi disturbanti con ampia ricaduta sulla qualità della vita, che devono essere gestiti e trattati. Alcuni di questi in modo particolare rappresentano una sfida importante per i caregiver e i sanitari che si occupano dei bambini eleggibili alle CPP. Il prurito e i disturbi del sonno sono frequenti e invaldanti in CPP e possono determinare un impatto fortemente negativo sulla qualità di vita del bambino e possono risultare difficili da gestire per i clinici.
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Avagnina, Irene, Serana Condemi, Chiara Paolin et Franca Benini. « Disturbi del sonno. Consigli pratici di gestione nei pazienti eleggibili alle cure palliative pediatriche ». QUADERNI ACP 29, no 1 (2022) : 32. http://dx.doi.org/10.53141/qacp.2022.32-34.

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Résumé :
Le cure palliative pediatriche (CPP) rappresentano un ambito multidisciplinare della pediatria che si prefigge l’obiettivo di garantire la qualità di vita a bambini affetti da malattie inguaribili ad alta complessità assistenziale e di rispondere ai loro bisogni e a quelli delle loro famiglie. A livello clinico, molteplici sono i sintomi disturbanti con ampia ricaduta sulla qualità della vita, che devono essere gestiti e trattati. Alcuni di questi in modo particolare rappresentano una sfida importante per i caregiver e i sanitari che si occupano dei bambini eleggibili alle CPP. In questo quinto lavoro e nei successivi verranno affrontati il prurito e i disturbi del sonno, frequenti e invalidanti nei bambini in CPP.
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Annicchiarico, Massimo, Ilaria Castaldini, Antonella Dallari, Anna Poli, Adalgisa Protonotari et Alessandra Renopi. « Integrazione professionale e qualità delle cure : il percorso riabilitativo della frattura di femore ». MECOSAN, no 94 (septembre 2015) : 9–30. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2015-094002.

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Dunn, Jeff, Jimmie Holland et Maggie Watson. « I nuovi standard internazionali IPOS della qualità delle cure oncologiche : integrare l'ambito psicosociale nelle cure di routine ». SALUTE E SOCIETÀ, no 2 (avril 2015) : 159–66. http://dx.doi.org/10.3280/ses2015-002012.

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Russo, Roberto. « News dal XVII Convegno del Gruppo di Studio di Dialisi Peritoneale ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, no 2 (20 mai 2014) : 199–200. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.889.

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Si è appena concluso a Montecatini il XVII Convegno del Gruppo di Studio di Dialisi Peritoneale. Numerosi i partecipanti che hanno seguito le sessioni scientifiche ispirate al motto: “dialisi peritoneale: più cultura e migliore qualità delle cure”.
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Forslund, Tommie. « L'attaccamento va in tribunale : protezione e affidamento dei minori ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 50 (août 2022) : 25–97. http://dx.doi.org/10.3280/qpc50-2022oa14082.

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Résumé :
In molti contesti professionali, compreso quello del Tribunale per i minorenni, si fa riferimento alla teoria dell'attaccamento e alla relativa ricerca, con fraintendimenti ampiamente diffusi che spesso si traducono in applicazioni scorrette. La finalità di questa dichiarazione di consenso è, pertanto, quella di migliorarne la comprensione, contrastare la disinformazione a riguardo e guidarne l'uso nel contesto del tribunale per i minorenni secondo una modalità basata sulle evidenze, considerando in particolare i processi decisionali circa la protezione e l'affidamento dei minori. L'articolo è diviso in due parti. Nella prima ci occupiamo dei problemi relativi all'utilizzo di teoria e ricerca sull'attaccamento nel contesto del Tribunale per i minorenni e ne discutiamo le ragioni. A questo proposito, esaminiamo le applicazioni della teoria che si ispirano al principio elettivo del superiore interesse del minore, discutiamo i fraintendimenti a riguardo e identifichiamo i fattori che ne hanno ostacolato un'accurata implementazione. Nella seconda parte, forniamo indicazioni per una sua adeguata e corretta applicazione. A tal fine, siamo partiti da tre principi di riferimento: il bisogno del bambino di caregiver familiari e non abusanti, il valore della continuità di cure sufficientemente buone e i benefici delle reti di relazioni di attaccamento. Discutiamo, inoltre, di quanto le valutazioni sulla qualità dell'attaccamento e sul comportamento di cura siano adeguate a ispirare i processi decisionali forensi rivolti ai minori. Concludiamo che la valutazione dei comportamenti di cura dovrebbe ricoprire un ruolo centrale. Nonostante non ci sia fra noi completo consenso riguardo all'utilizzo delle valutazioni sulla qualità dell'attaccamento nelle decisioni attinenti all'affidamento e alla protezione del minore, tali valutazioni si rivelano, al momento, le più adatte a individuare obiettivi e modalità degli interventi di sostegno. Infine, offriamo indicazioni per organizzare le future collaborazioni di ricerca interdisciplinare.
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Mastorakis, Konstantinos, Massimo Continisio, Maria Francesca Siotto, Luca Navarini, Franco Carnevale, Mary Ellen Mac Donald et Claudia Navarini. « La percezione degli operatori sanitari sulle cure palliative come mezzo per promuovere la qualità di vita dei pazienti e prevenire le richieste eutanasich / Healthcare workers’ perception of palliative care as a means to foster patients' quality of life and to prevent euthanasia requests* ». Medicina e Morale 68, no 1 (10 avril 2019) : 25–39. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.565.

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Résumé :
Nel 2010 è stata emanata in Italia la Legge 38, che punta a migliorare formazione e tirocini nel campo delle cure palliative, sebbene al momento non esista un sistema nazionale di monitoraggio di tali pratiche su scala nazionale. A livello internazionale l’eutanasia si è andata sempre più configurando come trattamento possibile fra le cure di fine vita, mentre in Italia resta formalmente illegale. Esistono alcuni studi italiani sulle prospettive dei pazienti rispetto alle cure palliative e all’eutanasia, ma la letteratura relativa alla percezione degli operatori sanitari palliativisti è esigua. Scopo del presente studio è l’indagine di tali percezioni, sia rispetto alla qualità delle cure palliative sia al potenziale ruolo dell’eutanasia nelle cure di fine vita in Italia. La ricerca è stata condotta in tre hospice romani. È stato sviluppato e somministrato un questionario con 75 item graduati secondo la scala Likert a 5 punti, utilizzando come metodi di analisi l’analisi fattoriale e, per la parte statistica, SPSS. Il questionario è stato completato da 56 soggetti. Nella percezione dei partecipanti, i fattori rilevanti per la qualità delle cure palliative sono risultati sette: sofferenza fisica e sociale, benessere psicologico e spirituale, benessere emozionale, partecipazione alle decisioni, compassione, speranza ed empatia. Inoltre, le cure palliative ridurrebbero il desiderio di morte e di eutanasia. I fattori più importanti che emergono dal lavoro sono la sofferenza o il benessere sociali, fisici e psicologici. Gli operatori sanitari coinvolti nello studio non sostengono l’ipotesi dell’eutanasia e anzi ritengono che le cure palliative riducano il desiderio di ottenerla. ---------- In 2010, the State Law no 38 was enacted in Italy, seeking to improve palliative care education and training. There is currently no national monitoring system for palliative care practices in Italy. Euthanasia has become increasingly available internationally as an alternative amidst end-of-life care options, although in Italy this is not the case, and it is formally illegal. Although there are a few studies regarding patients’ perspectives regarding the issue of palliative care and euthanasia in Italy, there is limited literature focused on the perspectives of palliative care health care professionals. The purpose of this study is to explore the perspectives of hospice workers regarding both the quality of palliative care and the potential role of euthanasia in end-of-life care in Italy. This research was conducted with hospice clinicians in three hospices in Rome. A 75 item 5-point Likert scale questionnaire was developed and administered. Factor analysis was used, and descriptive statistics were performed using SPSS. Fifty-six respondents completed the questionnaire. From participants’ perspectives, there are seven significant factors explaining the quality of palliative care in Italy: social and physical suffering, psychological and spiritual well-being, emotional well-being, participation in decision making, compassion, hope, and empathy in care, while reducing patients’ desire for death and euthanasia. The most important of these factors regard social, physical and psychological suffering and well-being. Hospice workers in this study did not support euthanasia and felt that palliative care decreases the patient’s desire for euthanasia. * The manuscript was presented as an abstract in an International Congress on Palliative Care.
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Mancini, Elena. « Diritto alla salute, equità e governance delle malattie neglette e della povertà / Right to health, equity and governance of neglected diseases and poverty ». Medicina e Morale 65, no 4 (6 octobre 2016) : 477–93. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.444.

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L’articolo esamina la salute quale diritto umano fondamentale nelle principali Carte internazionali. Sarà in particolare ricostruito il percorso storico-concettuale che ha portato al riconoscimento della natura complessa e inclusiva del diritto alla salute. Il fallimento delle politiche sanitarie mirate a sconfiggere singole malattie - come avvenuto nel caso della malaria - ha imposto una maggiore attenzione verso i determinanti sociali della salute, dando origine ad un processo che ha portato a concepire la salute quale problema di equità internazionale la cui soluzione richiede la realizzazione di condizioni sociali, economiche e ambientali e la promozione di libertà umane fondamentali. Il diritto a godere del più alto livello di salute ricomprende oltre al diritto all’accesso a cure mediche e a farmaci di qualità, anche la disponibilità di misure igieniche, di corrette informazioni sanitarie e la protezione di libertà fondamentali quali la libertà dall’esclusione sociale e il possesso di titoli per l’accesso concreto alle cure essenziali primarie. Viene proposta una interpretazione dei diversi modelli di giustizia sanitaria elaborati per l’individuazione delle priorità nella utilizzazione delle risorse sanitarie, nella pianificazione degli interventi anche a livello internazionale e per la valutazione dei risultati da questi conseguiti in termini di equità e di protezione dei diritti umani. Sono esaminati gli indicatori e i parametri utilizzati per monitorare la progressiva realizzazione del diritto alla salute e l’efficacia degli interventi internazionali nel promuovere l’accesso universale alle cure con particolare attenzione alle strategie di contrasto delle malattie neglette e della povertà. In particolare viene illustrato il modello delle libertà sostanziali quali “capacitazioni” teorizzato da Amartya Sen e sviluppato da Martha Nussbaum nelle sue possibili applicazioni nell’ambito dell’accesso universale alle cure e delle possibili linee di azione della solidarietà internazionale.----------The aim of this article is to study health as a fundamental right in the main International Charters. We want to underline the historical and conceptual way that led to the recognition of the complex and inclusive nature of right to health. The failure of some sanitary policies supposed to defeat some illnesses – as it happened for malaria fever – obliged to give a better attention towards the social and economic determinants of health and consider the process that led to a new meaning of health: health as a problem of international equity. To realize this goal, is necessary, first of all, to understand social, economic and environmental conditions and to promote fundamental human freedoms. The right to enjoy a good level of health means not only to have the right to access to medical treatments or to high qualities medicines, but also to have a high level of sanitary measures and a correct sanitary information and to enjoy the right of freedom in order to avoid social exclusion and to obtain the access to primaries health treatment. In this article there is a proposal to help a better interpretation of the different models of justice in health care which are supposed to define equity in allocating main resources that are necessary to the international planning of the interventions. The results reached by international health policies are evaluated with regard to equity and protection of human rights. This proposal analyses the indicators and the parameters used to realize and control the progressive realization of the right to health and the impact of the international interventions used in order to promote a universal access to treatments; in particular it examines the strategies used against the neglected tropical diseases. In details it explains the model of substantial freedoms as capabilities, as it has been theorized by Amartya Sen and developed by Martha Nussbaum, used in their possible applications with regards to universal access to treatments and also to feasible international solidarity actions.
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Cerardi, Ilaria, et Giorgio Gadda. « Un team di infermieri dedicato alla gestione degli accessi vascolari ». Dissertation Nursing 1, no 1 (29 juillet 2022) : 87–106. http://dx.doi.org/10.54103/dn/17763.

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Résumé :
INTRODUZIONE: L’ accesso vascolare difficile si manifesta nel 30% degli assistiti che necessitano un accesso vascolare. E’ una condizione clinica che determina l’esecuzione di molteplici tentativi di incannulamento della vena. La gestione è affidata ad un team infermieristico dedicato con competenze avanzate nell’impianto di cateteri venosi periferici (CVP), PICC e Midline tramite tecnica ad ultrasuoni. OBIETTIVO:Effettuare un’analisi della letteratura indagando outcome e benefici della gestione di questi assistiti da parte di un team infermieristico con competenze avanzate negli accessi vascolari. METODI: Sono state consultate le banche dati PubMed, CINAHL, EMBASE, Cochrane Library, ILISI e Web of Science ed i siti ufficiali dell’ INS e del GAVeCeLT. RISULTATI: Sette studi sono stati inclusi. Il team è composto in media da 15 infermieri e 4 medici specialisti. Emerge un tasso di successo della procedura al primo tentativo dell’88-100% ed una riduzione del 90% e 70 % dei tassi di CLABSI e infezioni catetere-correlate. In media il 44.1% dei device sono stati rimossi per termine del trattamento. L’ attesa del device idoneo si è ridotta dell’ 80%. Il tasso medio di soddisfazione è risultato dell’ 88.23% (score medio registrato 8.56/10) ed una media di 2.85/10 per il dolore percepito. Le aziende hanno riportato una riduzione media di 261.358,27 euro/anno sulle spese aziendali. CONCLUSIONI: Un team dedicato per gli accessi vascolari difficili rappresenta una risorsa fondamentale per l’ erogazione di cure di qualità grazie ad una gestione tempestiva, una riduzione dei tassi di complicazioni, un’ ottimizzazione del timing assistenziale e delle spese aziendali.
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Corsano, Barbara, Dario Sacchini, Patrizia Papacci et Antonio G. Spagnolo. « Approccio etico-clinico alla Trisomia 18 : malattia incompatibile con la vita ? » Medicina e Morale 71, no 2 (7 juillet 2022) : 201–15. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1208.

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Introduzione: La sindrome di Edwards, altrimenti nota come Trisomia 18, è una malattia genetica che può essere caratterizzata da molteplici anomalie congenite multiorgano e spesso è considerata una malattia “incompatibile con la vita”, con un’alta percentuale di gravidanze terminate con aborto (spontaneo o indotto) o il rifiuto alla nascita di possibili trattamenti, anche se alcuni bambini con questa condizione vivono per diversi anni. Obiettivo: Lo scopo di questo lavoro è di discutere l’approccio di etica clinica alla Trisomia 18 attraverso il caso di Angelica – giunta all’attenzione dei curanti nella Fondazione Policlinico Universitario “A. Gemelli” IRCCS in Roma nel 2017 – una bambina affetta da tale patologia che, al momento attuale, ha raggiunto l’età di 4 anni e 10 mesi. Risultati: Dal momento della diagnosi (prenatale) al follow-up attuale è stato messo in atto un approccio eticoclinico, di cui vengono illustrate le valutazioni interdisciplinari che nel tempo sono state effettuate relativamente alla proporzionalità delle possibili opzioni di trattamento, anche di tipo invasivo/intensivo. Conclusioni: La Trisomia 18 non può più essere considerata una malattia “incompatibile con la vita” ed è importante una valutazione interdisciplinare, sia prenatale sia postnatale, che vada a identificare step by step i possibili trattamenti clinicamente ed eticamente appropriati e proporzionati. Tali trattamenti, anche quando invasivi/intensivi, non si configurano necessariamente come over-treatment, ma come la messa in atto di cure palliative finalizzate a migliorare la qualità di vita di questi bambini ed a facilitare la loro gestione domiciliare.
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Panigada, G., M. Campanini, A. Fontanella et R. Nardi. « Aspetti clinico-organizzativi nella degenza medica ospedaliera in Italia : il ruolo della Medicina Interna nel Dipartimento Medico e continuità assistenziale ». Italian Journal of Medicine 3, no 1 (31 décembre 2015) : 499. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2015.6.

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Résumé :
<img src="/public/site/images/pgranata/intro.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Aspetti clinico-organizzativi nella degenza medica ospedaliera in Italia: il ruolo della Medicina Interna nel dipartimento medico e continuità assistenziale</strong> 499<br /><em>G. Panigada, I. Chiti</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni3.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Organizzazione delle Medicine Interne della Toscana: analisi specifica delle criticità</strong> 503<br /><em>R. Laureano, S. Meini</em></p><p class="titolo"><strong>Risultati di una <em>survey</em> sulla complessità promossa da FADOI</strong> 509<br /><em>M. Gambacorta, A. Montagnani, P. Gnerre</em></p><p class="titolo"><strong><em>Fare di più non significa fare meglio</em>: il contributo FADOI al programma di <em>Slow Medicine</em> per una medicina sostenibile</strong> 513<br /><em>L. Lusiani, R. Frediani, A. Fortini, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Gli effetti della riorganizzazione ospedaliera sulla comunicazione medico-paziente: un’analisi di cambiamento necessario</strong> 523<br /><em>M. Felici, S. Lenti</em></p><p class="titolo"><strong>Survey sui fabbisogni di formazione e aggiornamento degli internisti FADOI</strong> 528<br /><em>C. Canale, M. Cannone, M. La Regina, R. Risicato, M. Silingardi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni21.jpg" alt="" /> <br /><p class="titolo"><strong>L’internista ospedaliero: dentro o fuori?</strong> 531<br /><em>F. Orlandini, F. Pietrantonio</em></p><p class="titolo"><strong>La telemedicina in Medicina Interna</strong> 537<br /><em>A. Sciascera</em></p><p class="titolo"><strong><em>Red flags</em> e modelli di <em>fast track</em> per accedere rapidamente alla diagnosi precoce</strong> 541<br /><em>F. Pieralli, F. Corradi</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/Sezioni4.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>Sovraffollamento e qualità assistenziale in Ospedale: sono previste soluzioni nei patti per la salute?</strong> 544<br /><em>A. Fontanella</em></p><p class="titolo"><strong>L’area critica di medicina interna: stato dell’arte nella Regione Puglia. Quali motivazioni? Per quali pazienti? Secondo quali normative?</strong> 548<br /><em>F. Ventrella</em></p><p class="titolo"><strong>Il <em>medico tutor</em> nell’ospedale per intensità di cura</strong> 556<br /><em>M. Alessandri</em></p><p class="titolo"><strong>L’<em>Hospitalist</em></strong> 563<br /><em>I. Stefani, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>Il dipartimento medico è tuttora una soluzione per il governo clinico della complessità assistenziale?</strong> 567<br /><em>G. Landini</em></p><p class="titolo"><strong>Modalità organizzative e clima interno nell’area medica</strong> 569<br /><em>S. De Carli, R. Re</em></p><p class="titolo"><strong>Malattie endocrino-metaboliche in area medica: percorsi clinico-assistenziali ed implicazioni economiche</strong> 575<br /><em>M. Cappagli, S. Barbieri, V. Scardigli, C. Rossi, L. Sanna, E. Romano</em></p><p class="titolo"><strong>Cure palliative: nuova branca specialistica o competenze da riscoprire?</strong> 583<br /><em>G. Chesi, P. Montanari, R. Nardi</em></p><p class="titolo"><strong>Strumenti di comunicazione esterna per la continuità assistenziale: dimissioni protette, percorsi integrati ospedale territorio, integrazione di servizi</strong> 588<br /><em>G. Chesi, E. Scalabrini, N. Branchetti, C. Sarti, F. Bencivenni, A. Giudici</em></p><p class="titolo"><strong><em>Integrated delivery system</em>: effetti su costi e qualità. Quale futuro?</strong> 599<br /><em>E. Desideri</em></p><p class="titolo"><strong>L’ospedale del futuro tra assistenza in acuzie e continuità di cura: il modello inglese può essere implementato anche nei nostri ospedali?</strong> 601<br /><em>P. Gnerre, M. Gambacorta, A. Montagnani</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/concl.jpg" alt="" /><p class="titolo"><strong>Conclusioni: chi garantisce il coordinamento e la continuità delle cure?</strong> 608<br /><em>C. Nozzoli</em></p><img src="/public/site/images/pgranata/appendix.jpg" alt="" /><br /><p class="titolo"><strong>I documenti FADOI</strong> 610<br /><em>M. Campanini</em></p>
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Ingrosso, Marco. « Alle sorgenti della cura. Ricerca di idee guida per le societÀ della salute ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 38 (septembre 2010) : 73–92. http://dx.doi.org/10.3280/las2010-038007.

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Il testo ripercorre il passaggio dalle forme di cura antiche a quelle moderne e contemporanee, interrogandosi sulle idee motivanti e generatrici che hanno sostenuto, nei diversi contesti e ambienti storico-sociali, le specifiche pratiche di cura compresenti. Tale analisi costituisce la premessa della domanda su quali siano o possano essere le sorgenti della cura in un'epoca planetaria e secondo-moderna, nella quale si sono prodotte crescenti aspettative di vita e di salute e una maggiore articolazione delle offerte di cura, tanto da far parlare della formazione di societÀ della salute. In esse sembrano entrare in crisi le motivazione profonde, diffuse e condivise, del ‘prendersi cura' tanto nell'ambito familiare e interpersonale quanto in quello professionale, con esiti critici sul piano della qualitÀ e delle relazioni, ma anche del faticoso coordinamento fra i diversi saperi e forme di cura.
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Fontanella, A., M. Campanini, C. Nozzoli et R. Nardi. « Medicina interna perioperatoria - Il paziente chirurgico complesso : il ruolo dell’internista nell’ospedale snello, a misura del paziente, organizzato per intensità di cure ». Italian Journal of Medicine 5, no 1 (21 mars 2017) : 1. http://dx.doi.org/10.4081/itjm.q.2017.2.

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Résumé :
<p class="titolo"><img src="/public/site/images/pgranata/rass.jpg" alt="" /></p><p class="titolo"><strong>Perché l’internista è necessario nella gestione dei pazienti complessi candidati ad intervento chirurgico</strong><br /><em>F. Gilioli, G. Chesi</em></p><p class="titolo"><strong>La medicina interna nell’assistenza del paziente chirurgico complesso</strong><br /><em>M. Fabbri, S. Galli, A. Morettini</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente cardiopatico</strong><br /><em>G. Chesi, F. Gilioli</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente con broncopneumopatia cronica ostruttiva</strong><br /><em>M. Candela</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente diabetico</strong><br /><em>L. Morbidoni</em></p><p class="titolo"><strong>La chirurgia nel grande anziano: rischi e opportunità</strong><br /><em>A. Greco, M. Greco, G. D’Onofrio, G. Paroni, D. Sancarlo, M. Lauriola, D. Seripa</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente candidato ad intervento chirurgico a rischio trombo-embolico</strong><br /><em>R. Re, M. Campanini</em></p><p class="titolo"><strong>Concetto di <em>Ospedale snello</em>, <em>hospitalist</em> e di <em>co-management</em></strong><br /><em>I. Stefani, A. Mazzone</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di Ortopedia: il percorso del paziente ricoverato per frattura prossimale di femore</strong><br /><em>R. Nardi, M. Mazzetti, C. Marchetti</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di neurochirurgia</strong><br /><em>C. Cicognani, S. Zaccaroni</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel reparto di ostetricia</strong><br /><em>A. Maina, V. Donvito, L. Balbi</em></p><p class="titolo"><strong>L’internista nel Centro Trapianti di fegato</strong><br /><em>L. Fontanella, M. Imparato</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione del dolore post-operatorio in ambito internistico</strong><br /><em>M. Bosco, R. Bertè, G. Civardi</em></p><p class="titolo"><strong>La sindrome da rialimentazione</strong><br /><em>R. Risicato, G. Scanelli, L. Tramontano, U. Politti</em></p><p class="titolo"><strong>Terapia infusionale pre-intra-post-operatoria: solamente un problema dell’anestesista?</strong><br /><em>F. Sgambato, G. Pinna, S. Prozzo, E. Sgambato</em></p><p class="titolo"><strong>Il paziente ad elevato rischio emorragico: valutazione e management</strong><br /><em>A.M. Pizzini, I. Iori</em></p><p class="titolo"><strong>La gestione perioperatoria o periprocedurale della terapia anticoagulante-antiaggregante in elezione e in urgenza</strong><br /><em>A. Fontanella, R. Re</em></p><p class="titolo"><strong>Le complicanze mediche e gli eventi avversi indesiderabili più frequenti nel paziente internistico complesso operato</strong><br /><em>M. Silingardi</em></p><p class="titolo"><strong>Pazienti <em>chirurgici</em> ricoverati in Medicina Interna: i pazienti a rischio, selezione delle priorità e delle emergenze urgenze e pianificazione dell’assistenza</strong><br /><em>P. Gnerre, M. Gambacorta, A. Percivale</em></p><p class="titolo"><strong>Qualità, indicatori ed <em>audit</em> come strumento di miglioramento nell’assistenza del paziente complesso in chirurgia</strong><br /><em>S. De Carli, A. Montagnani</em></p><p class="titolo"><strong>Quali proposte ed evidenze per nuovi modelli organizzativi in cui l’internista può assumere un ruolo fondamentale?</strong><br /><em>A. Fontanella, M. Campanini</em></p>
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Bolgiani, M. « Rapporto tra salute del cavo orale e dieta nel paziente con patologia renale ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no 4 (24 janvier 2018) : 18–21. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1494.

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Résumé :
L'igiene della bocca e la diagnosi e trattamento delle patologie del cavo orale sono aspetti spesso trascurati nei pazienti affetti da malattia renale cronica. Un maggior rischio di infezioni, di infiammazione cronica e di malnutrizione rappresentano le principali conseguenze cliniche, tutte di particolare rilevanza nei pazienti nefropatici cronici, di una cattiva gestione della salute del cavo orale. Una maggiore consapevolezza del problema da parte dei nefrologi/dentisti/dietisti e dei pazienti e lo sviluppo di programmi di educazione, di screening, di prevenzione e di cura delle patologie del cavo orale, possono contribuire ad elevare la qualità della cura dei nefropatici cronici.
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Gualdi, Giulia, et Catia Ghinelli. « I gruppi per le donne operate al seno : una ricerca qualitativa sull'iniziativa "Arcobaleno" del Centro Oncologico Modenese ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (novembre 2011) : 91–111. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003005.

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Résumé :
Scopo della presente ricerca č valutare l'impatto della partecipazione ad un gruppo dedicato alle donne operate al seno, il gruppo denominato "Arcobaleno". Le partecipanti alla ricerca sono state venti donne seguite dal Centro Oncologico Modenese che avevano partecipato al gruppo tra il 2001 e il 2009. La ricerca, di tipo esplorativo, č stata condotta mediante la somministrazione di interviste semi-strutturate analizzate con la tecnica dell'analisi tematica del contenuto. Dalla ricerca č emersa prima di tutto l'utilitŕ del gruppo, del quale le donne si dicono assolutamente soddisfatte. I principali benefici sono stati, ad esempio, uscire dall'isolamento e dalla solitudine; avere l'opportunitŕ di esprimere emozioni, pensieri e paure; migliorare la propria capacitŕ di affrontare le conseguenze delle cure e le proprie abilitŕ di reazione alla malattia mediante il confronto con le altre partecipanti; migliorare le informazioni in proprio possesso attraverso la condivisione dei problemi e infine promuovere le risorse personali aumentando la consapevolezza di poter contribuire al proprio processo di cura e di guarigione e cosě alla qualitŕ della propria vita.
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Guglielmetti, Chiara, Silvia Gilardi, Sara Casati et Paolo Monti. « Divenire partner del team di cura : qualitŕ del servizio e senso di appartenenza negli adulti con Beta Talassemia Major ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mars 2012) : 87–109. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001006.

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Résumé :
Il contributo presenta i risultati di una ricerca che ha coinvolto 137 pazienti adulti affetti da Beta Talassemia Major. A partire da un'analisi della letteratura sulle dimensioni che caratterizzano un sistema di presa in carico della malattia cronica, č stato esaminato il rapporto tra elementi di gestione collaborativa della cura e la percezione di controllo della malattia in relazione a due outcomes: la soddisfazione per il servizio di cura e la soddisfazione per la qualitŕ della vita. Inoltre si č voluto indagare in via esplorativa il contributo del costrutto senso di appartenenza alla comunitŕ di cura nel legame con i livelli di soddisfazione per il servizio e la qualitŕ della vita. I risultati confermano la rilevanza del senso di appartenenza alla comunitŕ di cura quale significativo predittore di entrambi gli outcomes. La soddisfazione per le cure trova nella dimensione della fiducia l'altro significativo predittore, mentre la soddisfazione per la qualitŕ della vita viene spiegata anche dall'apporto della percezione di controllo sulla malattia.
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SIMÕES, Patricia Maria Uchôa, et Mariana Uchôa Simões BARBOSA. « Bebês em creches nas zonas rurais do Brasil ». INTERRITÓRIOS 6, no 10 (14 avril 2020) : 264. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244906.

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RESUMONo Brasil, a história da educação institucionalizada dos bebês inicia-se com instituições voltadas para o atendimento das populações mais pobres das cidades e está relacionada à industrialização e urbanização. Essa origem explica, em parte, a escassa oferta de Educação Infantil para as populações rurais, até hoje. O estudo debate a trajetória das creches das zonas rurais, analisa alguns dos indicadores educacionais e dados da implantação do Proinfância nessas áreas. As conclusões apontam para os avanços na legislação e a melhoria dos indicadores educacionais nas primeiras décadas desse século, também apresenta o Proinfância como uma alternativa para as zonas rurais, com a oferta de apoio aos municípios na construção de políticas de inclusão dos bebês em creche com maior qualidade de atendimento. Faz-se necessário a afirmação desses bebês como sujeitos de direitos, da sua educação como condição de cidadania e da especificidade da creche nas zonas rurais como direito à diferença.Bebês. Creche. Educação Infantil do Campo. Babies in daycare centers in rural BrazilABSTRACT In Brazil, the history of institutionalized baby education begins with institutions aimed at serving the poorest populations in cities and is related to industrialization and urbanization. This origin explains, in part, the scarce offer of Early Childhood Education for rural populations, even today. The study debates the trajectory of daycare centers in rural areas, analyzes some of the educational indicators and data on the implementation of Proinfância in these areas. The conclusions point to advances in legislation and the improvement of educational indicators in the first decades of this century, it also presents Proinfância as an alternative for rural areas, with the offer of support to municipalities in the construction of policies for the inclusion of babies in daycare centers with higher quality of care. It is necessary to affirm these babies as subjects of rights, their education as a condition of citizenship and the specificity of daycare in rural areas as the right to difference.Babies. Nursery. Rural Early Childhood Education. Bebés en guarderías en zonas rurales de BrasilRESUMEN En Brasil, la historia de la educación institucionalizada de bebes comienza con instituciones destinadas a servir a las poblaciones más pobres de las ciudades y está relacionada con la industrialización y la urbanización. Este origen explica, en parte, la escasa oferta de educación de la primera infancia para las poblaciones rurales, incluso hoy en día. El estudio debate la trayectoria de las guarderías en áreas rurales, analiza algunos de los indicadores educacionales y los datos sobre la implementación de “Proinfância” en estas áreas. Las conclusiones apuntan a avances en la legislación y la mejora de los indicadores educacionales en las primeras décadas de este siglo, también presenta a “Proinfância” como una alternativa para las zonas rurales, ofreciendo apoyo a los municipios en la construcción de políticas para la inclusión de bebés en guarderías con mejor calidad de cuidado. Es necesario afirmar que estos bebés son sujetos de derechos, su educación debe ser entendida como condición de ciudadanía y la especificidad de la guardería en las zonas rurales como un derecho a la diferencia.Bebés. Guardería. Educación de la primera infancia rural. Bambini in asili nele aree rurali del BrasileSINTESEIn Brasile, la storia dell'educazione al bambino istituzionalizzata inizia con istituzioni progettate per servire le popolazioni più povere delle città ed è legata all'industrializzazione e all'urbanizzazione. Questa origine spiega, in parte, l'offerta limitata di educazione della prima infanzia per le popolazioni rurali, anche oggi. Lo studio discute la traiettoria degli asili nelle aree rurali, analizza alcuni degli indicatori e dati educativi sull'attuazione di "Proinfância" in queste aree. Le conclusioni indicano i progressi della legislazione e il miglioramento degli indicatori educativi nei primi decenni di questo secolo, inoltre presenta "Proinfância" come alternativa alle aree rurali, offrendo supporto ai comuni nella costruzione di politiche per l'inclusione dei bambini negli asili nido con una migliore qualità delle cure. È necessario affermare che questi bambini sono soggetti di diritti, la loro educazione deve essere intesa come una condizione di cittadinanza e la specificità dell'assistenza all'infanzia nelle aree rurali come un diritto alla differenza.
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Giusto, Rosa Maria. « Gli ospedali degli incurabili a Roma e Napoli. » Revista Eviterna, no 10 (28 septembre 2021) : 67–84. http://dx.doi.org/10.24310/eviternare.vi10.13119.

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Résumé :
Il contributo ricostruisce la storia fondativa di due complessi ospedalieri destinati agli Incurabili, ripercorrendone le relazioni. Di fondamentale importanza per l’evoluzione dei sistemi sanitari e lo sviluppo urbano e territoriale delle rispettive città, l’Arciospedale di san Giacomo in Augusta a Roma e il complesso di santa Maria del Popolo degli Incurabili a Napoli furono caratterizzati in Età Moderna da una comune organizzazione e struttura dovute al ruolo esercitato dal notaio genovese Ettore Vernazza, fondatore della compagnia del Divino Amore, che ne coadiuvò e promosse le iniziative e da personalità del calibro di Gaetano da Thiene e Filippo Neri. Attualmente dismessi e in condizioni fatiscenti, tali edifici testimoniano, per la qualità delle loro architetture e il ruolo assunto nei secoli, l’importanza e la centralità che i temi dell’accoglienza e della cura rivestirono sin dall’Età Moderna sollecitati dall’azione aggregante e solidale svolta dalle confraternite quali istituzioni caritatevoli in grado di contribuire attivamente al miglioramento della società e alla qualità e ai servizi degli spazi di vita quotidiani.
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Trotta, Domenico. « Funzione erettiva, concezione e sessualitŕ di coppia ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 88–91. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002018.

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Résumé :
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Simonelli, Chiara. « L'eiaculazione precoce e la sessualitŕ di coppia ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 81–83. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002016.

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Résumé :
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Cerpolini, Silvia, et Maria Cristina Meriggiola. « Potere procreativo e contraccezione maschile ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 77–80. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002015.

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Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Caruso, Salvatore. « Sessualitŕ e infertilitŕ ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 92–97. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002019.

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Résumé :
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Giammusso, Bruno. « Eiaculazione precoce : quali trattamenti ? » RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2011) : 84–87. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2011-002017.

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Résumé :
Negli ultimi anni la ricerca scientifica sui metodi contraccettivi si č interessata allo sviluppo di metodi ormonali anche per l'uomo, rispondendo cosě alla necessitŕ di una maggior condivisione dei rischi e delle responsabilitŕ della contraccezione nonché ad una maggiore paritŕ tra i sessi e ad uno sviluppo della pianificazione familiare. L'Eiaculazione precoce (EP) colpisce circa il 30% degli uomini di tutte le etŕ determinando un impatto negativo sulla qualitŕ della vita e della relazione di coppia. La psicoterapia moderna per la cura della EP prevede l'integrazione di diversi approcci: psicodinamico, sistemico, cognitivo e comportamentale, all'interno di un modello psicoterapeutico a breve termine.
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Gallo, Eugenio, et Gino Targa. « Quality evaluation in psychiatric services : a regional system of quality indicators ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no 2 (août 1998) : 110–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007247.

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RIASSUNTOScopo — Il presente lavoro propone un sistema di indicatori basato sui sistemi informativi di routine adottati dalla Regione Emilia Romagna. Esso si pone l'obiettivo di cogliere la qualità e la complessità dei percorsi di cura dei pazienti psichiatrici tenendo conto dell'articolazione delle strutture psichiatriche della Regione del Progetto obiettivo Tutela della Salute Mentale 1994-1996 e degli Indicatori di efficienza e qualita del SSN. richiesti dal Ministero della Sanità. Metodo — Formazione di un gruppo di lavoro su iniziativa della Regione, per la costruzione degli indicatori con definizione del significato, della formula, della soglia di attenzione, della finalita, del livello di utilizzazione, della fonte dei dati e della frequenza di rilevazione congruente con i sistemi informativi regionali.Risultati — Vengono presentati 105 indicatori suddivisi in base alia struttura psichiatrica a cui fanno riferimento (centri di salute mentale, reparti per acuti, strutture semiresidenziali, strutture residenziali, strutture ex-manicomiali, dipartimento di salute mentale) ed in base al codice in tre elenchi: 1) d'informazione generale (30), comprendente i 12 indicatori richiesti dal Ministero della Sanità; 2) di approfondimento; 3) di esito. Conclusioni — Il sistema di indicatori, pur nato per un uso locale, si fonda su obiettivi definiti dal Progetto Obiettivo ministeriale, per cui può rivestire un interesse anche per altre realtà regionali italiane. La costruzione modulare permette un'applicazione flessibile e un adattamento a sistemi informativi meno complessi. Una parte del sistema è stata inserita dal 1997 nel flusso informativo di routine tra le ASL e la Regione Emilia Romagna.
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Condò, Franco. « Presentazione ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 11, S4 (mars 2002) : 7–8. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000435.

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Accolgo con favore l'iniziativa del Centro Studi e Ricerche della ASL Roma E di realizzare un'edizione italiana del rapporto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sulla salute mentale delle popolazioni indigene nel mondo.Questa pubblicazione, ottimamente curata dal dr. Pompeo Martelli, è motivo d'orgoglio per la nostra Azienda impegnata nel miglioramento continuo della qualità dei servizi sanitari e delle prestazioni offerte alla cittadinanza per la promozione della salute, la prevenzione, la cura e la riabilitazione.Gli operatori della salute pubblica del nostro paese si confrontano sempre più spesso con cittadini provenienti da altre culture.Le regole per l'assistenza sanitaria agli immigrati indirizzate dal Ministero della Salute agli operatori del SSN e ai cittadini che provengono da paesi non appartenenti all'Unione Europea e le “Linee guida per l'assistenza sanitaria agli stranieri” pubblicate dall'Assessorato alla Sanità della Regione Lazio pur caratterizzandosi come iniziative molto avanzate nel panorama normativo europeo hanno altresì bisogno di un valido e collaudato modello di servizio sanitario “culturalmente sensibile”, obiettivo questo che la nostra Azienda si è impegnata a percorrere considerando che lo sviluppo di nuove procedure di accesso per utenti stranieri conduce a cambiamenti significativi nell'attuale organizzazione dei servizi.
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Petech, Erika, Alessandra Simonelli et Gianmarco Altoč. « Interazioni triadiche, benessere della coppia e ruolo del padre nelle famiglie con bambini in etŕ prescolare ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mars 2010) : 135–56. http://dx.doi.org/10.3280/rip2009-001008.

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La ricerca si č proposta di studiare la qualitŕ delle interazioni triadiche in famiglie con bambini in etŕ prescolare, considerando il possibile ruolo di due fattori contestuali, la relazione di coppia e il coinvolgimento del padre nella cura del figlio, nell'influenzare la co-costruzione delle dinamiche familiari. Allo studio hanno partecipato 19 famiglie appartenenti ad una popolazione non clinica reclutate ai corsi di psicoprofilassi al parto. Il disegno longitudinale della ricerca ha previ- sto 5 tappe di somministrazione: al 7° mese di gravidanza č stata somministrata la Dyadic Adjustment Scale ad entrambi i partner; al 4°, 9° e 12° mese del bambino sono stati somministrati alle madri e ai padri la Dyadic Adjustment Scale e il Questionario sul Coinvolgimento paterno; a 4 anni del bambino sono stati somministrati alle madri e ai padri la Dyadic Adjustment Scale e il Questionario sul Coinvolgimento paterno e, alla triade familiare, il Lausanne Trilogue Play. I risultati hanno evidenziato che la qualitŕ delle interazioni triadiche familiari valutata a 4 anni dei bambini risulta significativamente associata al grado di coinvolgimento paterno nella stessa fase temporale. Viceversa la qualitŕ della relazione di coppia, considerata longitudinalmente, non sembra un fattore connesso alle competenze interattive familiari.
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Fornara, Ferdinando, Mirilia Bonnes et Marino Bonaiuto. « Indicatori di Umanizzazione Ospedaliera Percepita : un'analisi comparativa tra reparti di Chirurgia Generale ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mars 2012) : 39–60. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001004.

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Résumé :
La cornice concettuale di riferimento di questo studio č costituita dal costrutto di "umanizzazione", che si declina tramite l'attenzione, in fase di configurazione e allestimento degli spazi, a specifiche esigenze degli utenti, quali il comfort, il senso di accoglienza, l'orientamento e la privacy, al fine di ridurre lo stato di disagio e promuovere la salute degli utenti stessi. Gli obiettivi principali dello studio sono quelli di validare una versione ridotta delle scale di misura per Indicatori di Umanizzazione Ospedaliera Percepita - IUOP (o Perceived Hospital Environment Quality Indicators - PHEQIs) e di confermare l'esistenza di differenze negli IUOP e nella soddisfazione verso il contesto tra ambienti ospedalieri a maggiore vs. minore grado di umanizzazione "oggettiva". I partecipanti allo studio (N = 233) sono pazienti, visitatori e operatori contattati in tre ospedali di Cagliari, in particolare nelle aree di degenza di reparti di Chirurgia Generale che differivano per il grado di umanizzazione fisico-spaziale "oggettiva" (stabilito sulla base di una griglia compilata da esperti di progettazione architettonica). Il compito dei partecipanti consisteva nel compilare un questionario contenente le scale di misura degli IUOP e della soddisfazione globale verso il reparto. I risultati mostrano che al crescere del grado di qualitŕ "oggettiva" degli attributi fisicospaziali del reparto aumentano sia la soddisfazione globale, sia la qualitŕ "soggettiva" percepite dai frequentatori in merito ai vari aspetti, di natura sia fisico-spaziale (cura degli spazi, comfort sensoriale, accoglienza e visuali) sia socio-organizzativa (chiarezza organizzativa, privacy e qualitŕ degli operatori), che caratterizzano il setting.
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Fianchini, Maria, Mariagrazia Marcarini et Franca Zuccoli. « Valutazione post occupativa della scuola P. Mattarella di Modena ». Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 194–207. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13605.

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Résumé :
Emerge a livello internazionale la necessità di verificare gli esiti delle nuove scuole innovative in termini di prestazioni edilizie e di efficacia nel favorire i cambiamenti della didattica. La scuola secondaria di primo grado P. Mattarella di Modena è stata aperta nel 2016, con un modello organizzativo ad aule disciplinari proposto dai docenti, che ha richiesto una revisione partecipata del progetto in corso di sviluppo. L’articolo presenta un percorso di valutazione condotto da un gruppo multidisciplinare con il coinvolgimento della comunità scolastica per sviluppare processi di apprendimento sul campo e fornire feedback sull’esperienza in corso. Gli esiti dell’indagine mostrano una situazione particolarmente avanzata e in continua evoluzione, in cui la qualità dell’ambiente fisico risulta una componente essenziale per l’innovazione in atto dei processi educativi, grazie anche alla capacità di cura, valorizzazione, ricerca di nuove soluzioni e risorse da parte del dirigente e dello staff della scuola. At an international level, the need emerges to verify outcomes of the new innovative schools in terms of building performance and effectiveness in favoring the teaching change. The P. Mattarella lower secondary school in Modena was opened in 2016, with an organizational model based on disciplinary classrooms proposed by a group of teachers, which required a participatory review of the design under development. This paper presents an evaluation activity carried out by a multidisciplinary group with the involvement of the school community to develop learning processes in the design field and provide feedback on the current experience. The results show a particularly advanced and constantly evolving situation. Indeed, the quality of the physical environment looks like an essential component for the innovation of educational project, thanks also to the ability to care, enhance, search for new solutions and resources of both the school manager and staff.
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Sotte, Franco. « La politica di sviluppo rurale dell'UE. Riflessioni a margine del dibattito italiano ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 1 (mars 2010) : 125–35. http://dx.doi.org/10.3280/qu2010-001007.

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Résumé :
La pubblicazione in Italia di una serie di monografie offre lo spunto per una riflessione sulla qualitŕ della politica di sviluppo rurale in corso. Si osserva, salvo alcune eccezioni, una gestione attratta da obiettivi di breve periodo, poco propensa ad impegnarsi nella selezione e finalizzazione degli interventi, nell'integrazione tra obiettivi settoriali e territoriali e nella cura dell'efficienza e dell'efficacia. La ricerca ha la responsabilitŕ di analizzare e denunciare questo distacco tra analisi e prassi, per migliorare la qualitŕ della programmazione dello sviluppo rurale in corso.
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Sharples, M., et B. du Boulay. « Cuore e testa : Il «tutore radiologico» e oltre ». Rivista di Neuroradiologia 5, no 4 (novembre 1992) : 465–71. http://dx.doi.org/10.1177/197140099200500410.

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Il presente lavoro tratta dell'insegnamento dell'interpretazione delle immagini mediche basato sul computer. Esso indica i vantaggi dell'assistenza del computer come metodo per fornire una consulenza sistematica accessibile per l'interpretazione delle immagini mediche, nonchè i problemi dati dalla sostituzione o dall'integrazione della figura dell'insegnante. Esso descrive il prototipo di un sistema di insegnamento relativo alle radiografie al torace ed illustra un progetto attualmente in corso per estendere il sistema alle immagini neurologiche della risonanza magnetica. Insegnare ad interpretare le immagini mediche è molto simile all'insegnamento in altre discipline, come la meteorologia, la botanica e la geologia, nelle quali le informazioni si presentano principalmente come immagini visive. Testi di psicologia dell'insegnamento forniscono chiare indicazioni su come insegnare le immagini visive e molte possono essere applicate all'insegnamento riferito alle immagini mediche. Ma le immagini mediche presentano problemi particolari: la qualità dell'immagine è fortemente influenzata da fattori tecnici come il tempo di esposizione; l'immagine è un'astrazione degradata della struttura fisica; le strutture tridimensionali sono ridotte a modulazioni dell'intensità dell'immagine; caratteristiche anatomiche cruciali possono essere nascoste da altre caratteristiche; e le caratteristiche possono assumere un'ampia gamma di valori in pazienti normali e in quelli con anomalie. Nonostante queste difficoltà non esiste un metodo affermato per insegnare ad esaminare le immagini mediche. Generalmente gli studenti imparano sui libri di testo e la loro esperienza di studio di casi è limitata a brevi incontri con un insegnante e un set di immagini scelte ad hoc. I sistemi di insegnamento basato sul computer offrono una soluzione al problema di fornire una consulenza sistematica accessibile. Essi sono stati sviluppati per altri settori della formazione professionale, come l'elettronica, la diagnosi di malattie infettive ed il controllo di processi industriali. Sono in grado di utilizzare varie strategie di insegnamento e di apprendimento, compresi lo sfogliare rapidamente il testo, l'esplorazione guidata, l'assistenza nello studio di casi e l'insegnamento diretto. Un computer può immagazzinare migliaia di immagini interrelate e collegate ad informazioni relative alle loro caratteristiche e alle patologie ad esse associate. Questo database può essere consultato per tenere una «lezione» costituita da una sequenza studiata di immagini esemplificatrici o per correggere le concezioni errate di uno studente mostrandogli immagini comparate.
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Striani, Fabrizio, et Claudio Rocco. « Analisi sistematica di servizi di telemedicina a supporto della morbilit&agrave ; : tecnologie e prospettive ». MECOSAN, no 121 (septembre 2022) : 63–90. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-121oa13861.

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Résumé :
Lo scopo principale di questa ricerca &egrave; di fornire una revisione sistematica della letteratura scientifica in merito all'uso della telemedicina rivolta a pazienti caratterizzati da situazioni di morbilit&agrave; (in alcuni casi di vera e propria cronicit&agrave;), cercando di mettere in evidenza come questa sia accolta dai pazienti, la sua efficacia nelle cure e in che modo essa incrementi l'accesso ai servizi sanitari e con quali tecnologie.La review di letteratura &egrave; stata condotta utilizzando l'approccio Tranfield (2003), metodo efficiente e di alta qualit&agrave; per selezionare e valutare in maniera oggettiva e quantitativa gli studi presi in esame. La metodologia &egrave; stata seguita passo dopo passo, analizzando parole chiave, argomenti, qualit&agrave; delle riviste e giungendo, alla fine, alla selezione di alcuni paper che sono stati analizzati in dettaglio. Tali lavori, inoltre, vengono confrontati tra loro e classificati secondo metriche significative, valutando anche le tecnologie e le metodologie utilizzate.A valle della review sistematica &egrave; stato possibile riscontrare che la maggior parte dei pazienti coinvolti nei programmi di telemedicina &egrave; propensa all'utilizzo di questo nuovo modello di erogazione di servizi sanitari e i risultati clinici sembrano essere incoraggianti.Gli stessi risultati suggeriscono che i servizi di telemedicina sono apprezzati dai pazienti, aumentano l'accesso alle cure e potrebbero rappresentare un modo efficace ed efficiente per affrontare al meglio emergenze e pandemie, abbassando i costi complessivi e promuovendo, altres&igrave;, l'inclusione sociale.
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Burrai, Francesco, Valentina Micheluzzi et Luigi Apuzzo. « Umanizzazione delle cure : innovazione e modello assistenziale ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 32, no 1 (27 avril 2020) : 47–52. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2020.1984.

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Résumé :
The contemporary social context shows a profound need to bring healthcare back to a meeting between the technical-organizational needs of the system and the needs for global understanding of the patient. The passage from the “patient” vision to a “person” perspective is the radical request for paradigmatic and operational change to be implemented to respond to new needs, trends and socio-cultural changes. Recent literature shows that the Newtonian-Cartesian reduction of the human being to biomachine, which still resists the culture and unconscious of many health professionals, is no longer justified from a scientific point of view. The conceptual model, the framework of the most advanced sciences is the holistic one. This model lays the foundations for a better understanding of the functioning of the human being and consequently for a new epistemological and anthropological vision, that of the bio-psycho-socio-cultural network, where interaction with the environmental context influences the feedback of this system. It seems fundamental to start a structured path of synergy between the humanization of care and its gradual implementation, for the improvement of the quality of life of nephrological patients and for a new clinical-assistance background for the health workers who work daily in nephrology, dialysis and transplantation.
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Frigerio, Alessandra, Elisa Ceppi, Michela Colasanto et Massimo Molteni. « Attaccamento e problemi emotivo-comportamentali in un campione infantile di bambini maltrattati ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2010) : 117–33. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2009-003006.

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Résumé :
L'importanza di valutare, sin dalla prima infanzia, l'associazione tra una carente e inadeguata qualitŕ delle cure materne e la manifestazione di quadri psicopatologici č ampiamente riconosciuta, alla luce dell'impatto che il maltrattamento esercita sullo sviluppo sia psichico sia biologico del bambino. Il presente studio ha investigato la presenza di problemi emotivo-comportamentali e lo stile di attaccamento in un campione di 28 bambini di un anno circa di etŕ, inseriti insieme alle loro madri in comunitŕ di accoglienza, e in un campione (N = 28) di controllo. Le madri compilavano un questionario che misura i problemi comportamentali e le competenze dei bambini (Infant Toddler Social and Emotional Assessment) e partecipavano insieme ai loro figli alla procedura Strange Situation. I bambini inseriti in comunitŕ, rispetto ai coetanei, sono stati descritti come piů problematici rispetto ai comportamenti internalizzanti, meno abili sul fronte delle competenze socio-emotive e si č visto che formavano piů frequentemente un attaccamento di tipo disorganizzato. Tuttavia, lo stile di attaccamento non č risultato un fattore capace di moderare l'associazione tra maltrattamento e problemi emotivo-comportamentali. In conclusione, lo studio fornisce un contributo alla comprensione del fenomeno del maltrattamento in una fascia d'etŕ poco investigata, verso cui promuovere tempestivamente interventi mirati a migliorare la qualitŕ della relazione madre-bambino.
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Dellafiore, Federica, Chiara Catagnano, Ida Vangone, Silvia Casella, Sara Russo, Luca Guardamagna, Irene Baroni et Cristina Arrigoni. « Self-care e schizofrenia : risultati di una revisione narrativa della letteratura ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (octobre 2022) : 96–117. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-003009.

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Résumé :
Il trattamento della schizofrenia comprende molteplici interventi che devono essere integra-ti tra di loro per una gestione completa del paziente. Tra gli interventi di carattere educativo e psicosociale troviamo il miglioramento delle abilità di self-care (auto-cura). Dalla letteratura si evince che il self-care ha un impatto positivo in molte malattie croniche e sta emergendo il suo utilizzo in diverse realtà che si occupano di pazienti affetti da schizofrenia, anche se la concreta efficacia del self-care in questa patologia rimane incerta e la letteratura a riguardo si presenta frammentata e priva di una visione complessiva. Di conseguenza, questo studio mira a fornire una sintesi critica delle evidenze scientifiche disponibili inerenti ai comportamenti di self-care attuati dai pazienti con diagnosi di schizofrenia. Tramite una revisione della letteratura sono stati consultati 231 risultati ottenuti e attraverso l'applicazione dei criteri di inclusione sono stati selezionati 7 articoli. Sono state identificate tre macro-tematiche: (a) i livelli di self-care attuati dai pazienti con schizofrenia; (b) i fattori che influenzano tale processo; (c) gli interventi educativi che hanno dimostrato di avere un effetto ed efficacia per sviluppare questi compor-tamenti. Il self-care nel paziente affetto da schizofrenia è uno strumento terapeutico fondamen-tale, tuttavia, necessita di essere approfondito con nuovi studi primari, al fine di fornire una visione chiara sulle modalità di intervento per il soddisfacimento delle esigenze del paziente, limitando così le complicanze legate alla malattia e restituendo a queste persone una qualità di vita soddisfacente.
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Bompiani, Adriano. « L’Italia e la “Dichiarazione di Amsterdam” sui diritti dei pazienti ». Medicina e Morale 47, no 1 (28 février 1998) : 47–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1998.843.

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Résumé :
In questo lavoro si compie un’analisi della “Dichiarazione sulla promozione dei diritti dei pazienti in Europa”, redatta da un gruppo di esperti sotto gli auspici dell’Ufficio Regionale Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nella riunione tenutasi ad Amsterdam (28-30 marzo 1994). L’iniziativa dell’OMS dimostra il crescente interesse degli Stati appartenenti alla Regione Europea a rendere comparabili le norme degli ordinamenti interni concernenti l’accesso e l’utilizzazione da parte dei pazienti dei servizi sanitari, venendo incontro non solamente ad ormai codificati diritti soggettivi della persona umana, ma anche a legittime aspirazioni di miglioramento della qualità e dei rapporti umani nell’assistenza. Richiamata la lunga serie delle “Dichiarazioni sui diritti dell’uomo” proclamate in diversi documenti internazionali di alto valore morale, e le parallele dichiarazioni riguardanti i “diritti dei pazienti”, l’analisi prosegue delineando i contenuti fondamentali della Dichiarazione di Amsterdam e valutandoli sotto il profilo etico-giuridico. Si è cercato anche di verificare - brevemente - le analogie intercorrenti fra detta “Dichiarazione di Amsterdam” e la “Carta dei servizi pubblici sanitari”, strumento che intende attuare l’art. 14 del D. Leg. n. 502/1992 (e successive modificazioni ed integrazioni). “Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art.1 della legge 23 ottobre 1992 n. 421”. L’art. 14, come è noto, ha per oggetto i “Diritti dei cittadini”. L’applicazione dei principi solennemente dichiarati nei vari documenti esaminati richiede - ormai - una convinta adesione ai postulati dell’etica della cura, interpretati nella tradizione personalista.
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D’Ambrosio, Cristiana. « Dieta, Cuore e Cancro : tra mito e realtà ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 2 (31 juillet 2022) : 45–51. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-2-6.

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Résumé :
Sebbene comunemente considerate come due entità patologiche separate, le malattie cardiovascolari e il cancro, le principali cause di morte, possiedono varie possibili interazioni, tra cui una serie di fattori di rischio simili (ad es. obesità, diabete, infiammazione cronica). Ogni cardiologo dovrebbe fornire consulenza per un corretto stile di vita (alimentazione, esercizio fisico, evitare il fumo e l’abuso di alcol); così facendo si potrebbero prevenire non solo le malattie cardiovascolari, ma anche il cancro. Inoltre, l’intervento su dieta, attività fisica e fumo si è dimostrato efficace anche in pazienti con tumori noti. Il ruolo di una dieta sana nella prevenzione del cancro è ben riconosciuto. Dati recenti indicano che seguire gli stessi consigli può anche migliorare la qualità della vita dei sopravvissuti al cancro. I pazienti con cancro al seno (BC) sono comunemente preoccupati per la dieta e l’alimentazione e spesso esprimono la necessità di ottenere informazioni relative alla salute e la volontà di cambiare dieta e stile di vita. Pertanto, essere consapevoli dei cambiamenti nella dieta dei sopravvissuti e delle esigenze di informazioni è fondamentale per gli operatori sanitari per guidarli verso scelte di vita ottimali.
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Frazzitta, Giuseppe. « La malattia di Parkinson : fi siopatologia, cure farmacologiche, multidisciplinarietà ». PNEI REVIEW, no 2 (novembre 2022) : 9–19. http://dx.doi.org/10.3280/pnei2022-002002.

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Résumé :
I Parkinsonismi sono un gruppo di disturbi del movimento classificate in forme secondarie e degenerative. La malattia di Parkinson è una forma degenerativa di Parkinsonismo dovuta alla degenerazione della sostanza nigra e alla perdita dei suoi neuroni dopaminergici. La dopamina da essi prodotta ha una funzione di modulazione dell'attività dei nuclei della base. La perdita di tale modulazione porta a una riduzione del movimento con aumento della rigidità, lentezza e parziale perdita di alcuni movimenti automatici: i riflessi posturali, la deambu- lazione e il pendolarismo. La L-Dopa a partire dalla fine degli anni '60 del Novecento ha permesso di curare questi pazienti con miglioramento della rigidità e della lentezza. La breve emivita di questo farmaco ha richiesto lo sviluppo di altre molecole che ne permettessero il prolungamento dell'azione. Purtroppo non sempre tali nuovi farmaci sono risultati efficaci o hanno causato importanti effetti collaterali. La riabilitazione si è rivelata essere efficace nel migliorare gli aspetti motori della malattia e nel migliorare la qualità di vita dei pazienti. Per tale ragione un approccio multidisciplinare e integrato è adesso consigliato come miglior trattamento dei pazienti con malattia di Parkinson.
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Palazzotto, E., M. P. Angellotti, L. Bozzoli et C. D’Alessandro. « Standard di professione del dietista in nefrologia : realtà a confronto ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 2 (26 janvier 2018) : 40–45. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1135.

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Résumé :
La terapia dietetica svolge un ruolo fondamentale nel trattamento della malattia renale cronica (CKD): previene e corregge le complicanze metaboliche, garantisce il mantenimento o il raggiungimento di uno stato nutrizionale soddisfacente e, nella fase conservativa, ritarda l'inizio della terapia sostitutiva. Molte sono le evidenze che attestano che il trattamento nutrizionale effettuato da un dietista esperto migliora la qualità di vita del paziente con insufficienza renale cronica, aumenta l'eff -cacia della terapia dietetica e riduce i costi assistenziali. Negli Stati Uniti sono stati definiti i parametri che identificano il dietista esperto nella gestione della terapia nutrizionale nel paziente nefropatico e sono state individuate tre categorie in base al grado di formazione e competenza acquisita. Nei Paesi dell'Unione Europea la formazione dei dietisti è molto eterogenea tanto da rendere difficile una comparazione con la realtà americana. L'European Federation of the Association of Dietitians negli ultimi anni ha comunque definito gli standard accademici e professionali dei dietisti individuando quattro ruoli di competenza ed i relativi indicatori di performance. In Italia l'Associazione Nazionale Dietisti ha definito le posizioni dell'associazione in merito alla pratica professionale del dietista nel trattamento delle malattie renali e la Società Italiana di Nefrologia, nell'ambito del progetto di certificazione della qualità del percorso di cura della CKD, ha delineato il profilo del dietista che lavora in nefrologia ma non sono stati definiti standard accademici e professionali specifici. È auspicabile che dietisti esperti in nefrologia e nefrologi collaborino nel definire protocolli relativi a standard che il dietista operante in ambito nefrologico dovrebbe raggiungere in modo da garantire maggiore competenza professionale e una omogeneità di trattamento su tutto il territorio nazionale.
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Buttò, Simonetta. « Alphabetica, il nuovo portale per la ricerca integrata : un salto di qualità per le biblioteche italiane ». DigItalia 15, no 2 (décembre 2020) : 9–15. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00010.

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Résumé :
Alphabetica, il nuovo portale progettato a cura dell’Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU), si avvia verso la fase finale di realizzazione. Questa nuova piattaforma permetterà di accedere alle banche dati gestite dall’ICCU e ai progetti ad esso afferenti tramite un unico sistema di navigazione e ricerca, valorizzando il lavoro di cooperazione ultratrentennale svolto dalla comunità delle biblioteche italiane nel Servizio Bibliotecario Nazionale e le sue numerose risorse digitali.
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De Luca, M. « Advanced hybrid closed-loop : review of the current systems available in Italy for the treatment of type 1 diabetes mellitus ». Journal of AMD 25, no 2 (juillet 2022) : 120. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.2.1.

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Résumé :
OBIETTIVO DELLO STUDIO La terapia con microinfusore è raccomandata nelle persone con DMT1 per il raggiungimento degli obiettivi glicemici e di una migliore qualità di vita. Lo studio si propone di confrontare i diversi sistemi ibridi ad ansa chiusa attualmente disponibili in Italia al fine di valutare le caratteristiche di ognuno di essi, riconoscere il profilo del paziente a cui destinarli e prendere decisioni terapeutiche informate e consapevoli. DISEGNO E METODI È stata analizzata la letteratura e le schede tecniche relative a 3 diversi sistemi ibridi ad ansa chiusa attualmente commercializzati in Italia: MiniMed™ 780G associato al CGM Guardian e algoritmo SmartGuard, Tandem t:slimX2 associato al CGM Dexcom G6 con algoritmo Control IQ e Accu- Check Insight associato al CGM Dexcom G6 con algoritmo DBLG1. Sono stati inoltre analizzati i principali sistemi Hybrid Closed-loop open-source (Do It Yourself – Artificial Pancreas System). RISULTATI Il sistema Medtronic 780G utilizza il sensore Guardian 4, mentre i sistemi Tandem e Accu-chek Insight utilizzano il sensore Dexcom G6. I loro algoritmi (PID per Medtronic ed MPC per Tandem ed Accu-chek Insight) sono integrati alla pompa insulinica. Durante gli studi pivotal, a seconda della popolazione dello studio e dell’HbA1c di base, questi sistemi raggiungono una percentuale di tempo trascorsa nell’intervallo target tra il 65% ed il 76% con un basso rischio di ipoglicemia. OpenAPS è il primo sistema open source sviluppato per automatizzare il controllo glicemico, il cui algoritmo è stato creato e successivamente aggiornato dagli utenti stessi. CONCLUSIONI Una conoscenza approfondita e aggiornata delle più recenti tecnologie è fondamentale affinché il team diabetologico possa guidare i propri pazienti, fornendo loro l’educazione ed il supporto necessari ad una scelta di cura condivisa e consapevole. Questa rassegna riassume in modo pragmatico le principali caratteristiche dei sistemi Hybrid Closed-loop e si pone come strumento di consultazione per un utilizzo più appropriato di questa tecnologia. PAROLE CHIAVE diabete mellito; microinfusori; hybrid closed loop.
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Galeotti, P. « Il ruolo dell'infermiere in ambulatorio di nefrologia ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 4 (26 janvier 2018) : 50–56. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1174.

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Résumé :
Lo scopo di questo articolo è quello di definire la figura dell'infermiere dell'Ambulatorio di Nefrologia in relazione a tutte le attività infermieristiche svolte dalla prima visita del paziente al follow-up. Una figura infermieristica complessa che, oltre alla formazione di base deve aver acquisito una cultura nefrologica specifica sia attraverso l'esperienza che attraverso la formazione continua. Vengono definite le aree di competenza nefrologica: educazione alla salute, prevenzione delle complicanze nei diversi stadi della MRC, assistenza alla ricerca clinica, idoneità al trapianto e follow-up. Particolare importanza viene data alla multidisciplinarietà, al lavoro in team per garantire al paziente e alla famiglia la presa in carico globale per tutto il percorso di cura e di uscita dalla malattia. Viene inoltre sottolineato che maggiore attenzione e sorveglianza nella prevenzione e nel processo di donazione da vivente portano nel tempo risparmio per il sistema sanitario nazionale e qualità di vita migliore per l'intero nucleo familiare dal paziente. (sian) (nursing)
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Pasquarella, Maria L.T. « Telemedicine between definitions and communicative implications ». Journal of AMD 25, no 1 (mai 2022) : 23. http://dx.doi.org/10.36171/jamd22.25.1.4.

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Résumé :
La telemedicina nasce dall’incontro tra la medicina e le telecomunicazioni ed è parte della eHealth. Consiste nella “pratica della medicina senza l’usuale confronto fisico tra medico e paziente”. Nel 1997, l’OMS la definisce come “L’erogazione di servizi sanitari quando la distanza è un fattore critico, per cui è necessario usare, da parte degli operatori, le tecnologie dell’informazione e delle telecomunicazioni”. Il Covid-19 ha velocizzato l’uso del virtuale sia in contesti privati che professionali. Ciò si è rivelato molto utile nella pratica medica, in particolare nel supporto psichico, dietologico, cronico, nonostante sia ancora discriminante per le categorie poco digitalizzate. Ne è derivato un fermento legislativo a partire dall’Unione Europea che ha emanato una Comunicazione n. 689/2008, per promuovere la telemedicina e in Italia l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha istituito un Tavolo tecnico per redigere Linee di indirizzo nazionali. (Ministero della Salute 2010). Anche in telemedicina la qualità della relazione gioca un ruolo fondamentale. La relazione con il paziente online, pur mantenendo aspetti in comune con la relazione in presenza, mostra tratti peculiari che richiedono una formazione ad hoc. Presso l’Azienda Sanitaria Melegnano-Martesana abbiamo realizzato un corso di formazione nel 2020 articolato in 8 incontri di 2 ore ciascuno con successive supervisioni. Le proposte utilizzano il corpo come dimensione di apprendimento. Verbale, non verbale, paraverbale e cura del setting vengono rivisitati al servizio del paziente e del professionista nella presa in carico del paziente e nel rispetto di se stessi. PAROLE CHIAVE telemedicina; telesalute; relazione; formazione; virtuale.
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Gasca, Paolo. « Il mercato del lavoro dei professionisti dell'educazione e della formazione ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 112 (mars 2021) : 247–50. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112016.

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Résumé :
Ci troviamo oggi a combattere una guerra contro un nemico invisibile, che ha impattato pesantemente non soltanto sulla dimensione familiare e sociale di ciascuno, ma anche sulla sfera lavorativa. Il contratto psicologico che lega gli individui e le organizzazioni è stato stravolto e ridisegnato, lasciandosi alle spalle valori quali "sicurezza" e "appartenenza". Quello che si prospetta è un futuro del tutto nuovo, in cui i concetti di "habitat professionale" e di "work-life balance" assu-mono nuove accezioni e in cui appare necessario riscoprire il rapporto fra azienda e persone, per dare vita a un nuovo "umanesimo aziendale" che recuperi la centra-lità della persona e permetta all'individuo di esprimere se stesso e tutte le proprie potenzialità. Come? Attraverso modalità maieutiche capaci di sviluppare nuove capacità e qualità individuali e di accompagnare le persone in un ineludibile riposi-zionamento professionale e, soprattutto, personale. Occorre passare dall'obiettivo di gestire a quello del "prendersi cura" delle persone dando un nuovo senso, una nuova prospettiva al contratto psicologico. E qui entrano in gioco i professionisti della formazione, la cui sfida è, oggi più che mai, quella di dare vita a un nuovo pensiero gestionale, a nuove idee, e di sostenere le persone in un percorso di crescita che permetta loro di confermarsi come il vero differenziale di competitività.
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Spagnolo, Antonio G., et Roberta Minacori. « Farmacoeconomia ed etica : cure sostenibili e rispetto della persona ». Farmeconomia. Health economics and therapeutic pathways 5, no 4 (15 décembre 2004) : 251–63. http://dx.doi.org/10.7175/fe.v5i4.815.

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Résumé :
The scarcity of economic resources today is a fundamental problem in public healthcare. The importance of making well-founded choices for optimal resources allocation concerns also pharmacological treatments and is justified also on ethical grounds, besides the economic, political and/or medical considerations. In fact, a better management, also in economic sense, of the patient and sickness involves the possibility of offering an efficient treatment to all the sick, or at least to as many of them as possible. However, these considerations should always be subordinated to the ethical centrality of the patient, to the protection of his life, his health and his personal dignity, to the extent that life and health are priceless. The goal of ethics in pharmacoeconomics can be summarised in respect for the person, which must remain the end and reference of every therapeutic choice as well as every healthcare policy. The indispensable instruments for the realisation of the above objectives are, amongst others, those already highlighted but which demand further explanation: a) a suitable standard background/training and a multidisciplinary approach for optimising the evaluation procedures and increasing accuracy and verifiableness of the data; b) measures to contrast and disclose the conflict of interest for more transparency and credibility; c) a coherent evaluation of the ethical quality and humanness of the pharmacoeconomic analysis which requires a correct consideration of quality of life and a real respect for persons.
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Toro, Maria Beatrice, Claudia Romani, Stefano Ventura et Marco Mariotti. « A partire dal cuore : ciò che serve per insegnare la mindfulness ». MODELLI DELLA MENTE, no 1 (janvier 2021) : 73–81. http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2020oa10910.

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Résumé :
Più simile a un'arte che a una tecnica, la midnfulness viene appresa e insegnata in protocolli strutturati e manualizzati, in cui il ruolo dell'istruttore è fondamentale. Nel presente articolo cercheremo di delineare le qualità imprescindibili di un istruttore. L'insegnante di mindfulness è, infatti, colui che trasmette la mindfulness in maniera diretta ed esperienziale e rappresenta un modello delle qualità e dell'approccio consapevole che vuole insegnare.
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Carbonari, L., F. Galli et L. Tazza. « Team dell'accesso vascolare : modelli organizzativi ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 1 (24 janvier 2018) : 2–8. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1105.

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Résumé :
Il nefrologo, che si confronta con tutti i problemi inerenti all'insufficienza renale, è anche da sempre principale gestore della terapia emodialitica. Per tale motivo tocca al nefrologo, in prima istanza, occuparsi dell'accesso vascolare disponendone l'allestimento, la sorveglianza e la manutenzione a garanzia della possibilità di effettuare il trattamento sostitutivo. Rispetto a quanto avviene in altri paesi, in Italia l'attività dell'accesso non è ad oggi standardizzata né strutturata; ciascun centro dialisi si organizza in funzione delle capacità dei nefrologi ivi operanti e delle collaborazioni di altri specialisti presenti nell'ospedale, spesso senza un percorso strutturato e con modalità di intervento per lo più fondate sulla disponibilità personale e sul volontarismo. Partendo dalla storia dell'accesso vascolare in Italia, abbiamo individuato tre tipologie organizzative che correlano, da un lato, con il contesto storico in cui sono sorte e, dall'altro, con il progresso, in termini di dispositivi medici e competenze specialistiche, che ha via via modificato i comportamenti. Il modello organizzativo “primordiale” vede il nefrologo confezionare e correggere personalmente gli accessi disponibili in quell'epoca. Nel modello polispecialistico, che nasce successivamente, il nefrologo inizia a delegare ad alti specialisti, più competenti sul versante tecnico, singole fasi del lavoro; resta colui che inizia il percorso e detta i tempi ma perde, talora, il controllo della gestione complessiva. Nel modello strutturale integrato, ideale ma non ancora integralmente realizzabile, il chirurgo dedicato all'accesso dialitico ed il radiologo interventista interagiscono da vicino con il nefrologo, che funge da regista, coordinatore e amministratore di tutto il processo di gestione dell'accesso vascolare. La formazione culturale specifica e necessaria e la conoscenza del programma terapeutico complessivo sono condivise dal team dell'accesso. In tale modello integrato dovrebbero essere trovate soluzioni perché anche la responsabilità professionale ed il rimborso amministrativo risultino bene “integrate” tra i vari specialisti ed operatori sanitari che partecipano all'attività. Il rimborso a D.R.G. com'è attualmente regolato presenta incongruenze e può produrre effetti contrari alla migliore cura del paziente. Le Aziende ospedaliere attualmente non riservano all'accesso vascolare, parte irrinunciabile della terapia dialitica, l'attenzione necessaria e non comprendono come una corretta gestione del problema, fondata su percorsi organizzati, migliori la qualità di vita del paziente e contenga il costo assistenziale della dialisi. La gestione complessiva dell'accesso vascolare dialitico non può più fondarsi, attualmente, solo sulla “buona volontà” del nefrologo dializzatore, ma richiede regole strutturali. Pertanto andrebbero definite le motivazioni professionali mediante l'attribuzione di precisi compiti, con lo scopo di meglio identificare e minimizzare il “rischio organizzativo”. L'individuazione di meccanismi economico-organizzativi-normativi che privilegino anzitutto l'ottenimento del risultato e, a seguire, che premino il lavoro di tutta la squadra che l'ha generato è la condizione prima per creare il modello integrato. è più che mai tempo che l'accesso vascolare entri a pieno titolo nel sistema qualità della dialisi e per farlo, a nostro avviso, il modello organizzativo integrato è l'unica soluzione possibile.
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Gambino, Gabriella. « Il corpo de-formato tra cultura diagnostica e “geneticizzazione” della medicina ». Medicina e Morale 50, no 3 (30 juin 2001) : 477–90. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.725.

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Résumé :
Nei Paesi anglo-americani la tradizionale concezione antropologica ed ontologica della corporeità, proveniente dall’eredità classica del continente europeo, sta gradualmente subendo una profonda e radicale trasformazione, che si sta manifestando nell’approvazione sociale di pratiche bio-mediche di intervento e manipolazione della capacità riproduttiva dell’uomo e della vita prenatale, come la fecondazione artificiale, la clonazione, la diagnosi e la terapia genica. Tali pratiche, lungi dal condurre a risultati efficaci per la cura delle innumerevoli patologie che ancora affliggono l’umanità, contribuiscono piuttosto a modificare il rapporto dell’uomo moderno con la propria corporeità, con i concetti di salute, di malattia, di procreazione e genitorialità. In particolare, tra le svariate possibilità bio-mediche che la genetica offre alle coppie che desiderano un figlio, la diagnosi genetica prenatale di malformazioni congenite nel concepito è diventata negli ultimi decenni una pratica “di routine”, che sta radicalmente modificando il rapporto della donna con la propria maternità e con il figlio desiderato. Le conseguenze di questa trasformazione non sono sempre positive: essa si colloca, infatti, nell’ambito di un contesto socio-culturale dominato dall’immagine antropologica di una corporeità biologicamente e geneticamente perfetta, funzionale e pienamente rispondente ai bisogni indotti dalla società produttivistica del nostro tempo. La letteratura scientifica anglo-americana evidenzia in maniera peculiare questo fenomeno, che in termini epistemologici e culturali incide sui concetti di “normalità”, di malattia, di qualità della vita, aprendo facilmente la strada ad una medicina “eugenetica” e selettiva nei confronti degli individui geneticamente imperfetti. La genetica diviene così, sempre più, la lente attraverso la quale osservare l’uomo, lo strumento potente che riduce l’individuo ai suoi geni e ai suoi tratti genetici difettosi. In questo contesto, diventa allora fondamentale far riemergere la coscienza di una dimensione etica della conoscenza diagnostica, che possa guidare lo scienziato e il medico nel lungo e difficile cammino per scoprire e combattere le malattie genetiche che affliggono l’umanità, nella piena consapevolezza del valore inestimabile di ogni esistenza umana, per quanto colpita dalla sofferenza e dalla malattia.
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Spola, Roberta. « La tentazione dell’eutanasia neonatale nella gestione del neonato gravemente compromesso / The temptation of neonatal euthanasia in the management of seriously compromised infants ». Medicina e Morale 66, no 4 (11 octobre 2017) : 439–55. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.500.

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Résumé :
Negli ultimi quarant’anni, lo sviluppo di tecnologie sempre più avanzate ha comportato in ambito neonatologico un’impennata nella rianimazione e nell’assistenza di neonati estremamente pretermine o con grave patologia, tale da spostare sempre più il limite di sopravvivenza. Parallelamente, si è fatto strada in questi anni un atteggiamento eugenetico verso patologie cosiddette life-limiting, ovvero verso neonati pretermine o affetti da gravi malformazioni. Numerosi interrogativi mettono il medico a dura prova nel quotidiano: quando trattare? Quando sospendere le cure? Che importanza dare all’autonomia dei genitori? I centri di assistenza neonatale hanno dato via via risposte multiformi a tali interrogativi con protocolli e raccomandazioni che risentono alla radice dell’antropologica di riferimento. Il corretto atteggiamento che vuole evitare l’accanimento terapeutico laddove il decesso del bambino è inevitabile e imminente, rischia di sconfinare in ambiti dove si vuole anticipare e programmare la morte del bambino al fine di evitare supposte o ipotetiche sofferenze future, valutate dal medico in base a criteri prefissati. La vita giudicata quindi indegna di essere vissuta non avrà diritto alle cure. Dall’altro lato si sono fatti strada invece approcci terapeutici che hanno come obiettivo il miglioramento della qualità della vita, non tramite la morte, ma tramite la cura. Ne sono esempi la medicina fetale, che tratta le patologie in epoca prenatale e la comfort care, che si prende cura del grave neonato in epoca postnatale. Questo articolo vuole delineare un percorso storico e geografico di tali differenti approcci, cercando di chiarire le basi etiche sottese ad essi. ---------- In the last forty years, the development of ever more advanced technologies has resulted in a surge of intensive care as well as of assistance of extremely preterm newborns or neonates with severe diseases within neonatology, as to move more and more the survival limit. At the same time, it has made its way in recent years a eugenic attitude towards so-called life-limiting illnesses, like preterm infants or those with severe malformations. Several issues put physicians to the test in everyday life: when to treat? When to stop the treatment? How important is autonomy of parents? The neonatal intensive care units have gradually provided multifarious answers to these questions with protocols and recommendations that are influenced by the anthropological reference. The correct attitude, that seeks to avoid aggressive treatment when the child’s death is inevitable and imminent, risks to ending up in areas where the death of the child is anticipated and planed in order to avoid supposed or hypothetical future suffering, evaluated by the physician in accordance to predetermined criteria. Therefore, life judged as unworthy will not have right to care. On the other side, new therapeutic approaches aimed to improve quality of life, not through death, but through the cure have emerged. Examples include fetal medicine, which treats diseases prenatally and comfort care, which takes care of serious baby in the postnatal period. This article will outline a historical and geographical pathway of these different approaches, trying to clarify the underlying ethical basis.
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