Littérature scientifique sur le sujet « Psicologia della religione »

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Articles de revues sur le sujet "Psicologia della religione"

1

Aletti, Mario. « Introduzione. La psicologia della religione : psicologia come metodo, Religione come oggetto ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (août 2015) : 331–40. http://dx.doi.org/10.3280/rip2015-002003.

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2

Cucci, Giovanni. « RELIGIONE E SECOLARIZZAZIONE. DUE REALTÀ ANTITETICHE ? » Síntese : Revista de Filosofia 47, no 149 (20 décembre 2020) : 535. http://dx.doi.org/10.20911/21769389v47n149p535/2020.

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Résumé :
La secolarizzazione in Europa nasce da lontano. Nell’articolo se ne mostrano le radici filosofiche e teologiche, legate alla rigorizzazione della problematica di Dio e alla pensabilità della sua presenza nel mondo. La crisi della scolastica, accentuata dal sorgere della scienza moderna, porta all’esclusione della problematica teologica dalle università, dal vivere civile (a motivo della guerre di religione e dell’inquisizione, cattolica e protestante) e dalla riflessione filosofica (Kant). La problematica religiosa ritrova interesse in sede culturale a partire dagli anni ’70 del ‘900, in sociologia (Berger, Casanova), in filosofia (Wittgenstein, Plantinga), in psicologia (Bruner, Gardner). Ciò che accomuna queste prospettive è la pluralità di approcci possibili al mondo e alla vita, nessuna delle quali ha la pretesa di ritenersi di dominio esclusivo. Il ripensamento del rapporto tra religione e secolarizzazione è sempre più ricorrente anche in sede socio/politica, con l’esplodere dei problemi legati al pluralismo religioso, alle migrazioni e alla crisi di senso, che pongono problemi enormi in ordine alla sopravvivenza stessa delle società occidentali.
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3

Antonietti, Alessandro. « Alcune annotazioni sulla distintivitadella psicologia della religione ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (août 2015) : 341–48. http://dx.doi.org/10.3280/rip2015-002004.

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4

de Paiva, Geraldo José. « Prospettive teoriche attuali nella psicologia della religione ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (août 2015) : 349–60. http://dx.doi.org/10.3280/rip2015-002005.

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5

de Paiva, Geraldo Josέ. « Book Review : Percorsi di Psicologia della Religione alla luce della Psicoanalisi ». Archive for the Psychology of Religion 33, no 2 (mai 2011) : 271–74. http://dx.doi.org/10.1163/157361211x576618.

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6

Nazzaro, Maria Paola. « Islam ». STUDI JUNGHIANI, no 34 (février 2012) : 65–90. http://dx.doi.org/10.3280/jun2011-034004.

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Résumé :
Nel mondo arabo, una primavera democratica smuove le masse, alla ricerca di una maggiore giustizia sociale, probabilmente spinte da un "archetipo originario". Gli arabi rappresentano un'unitŕ transnazionale, uniti dalla lingua e dall'aderenza all'Islam, che č strettamente intrecciato alle loro vite. Gli arabi considerano la psicologia un'invenzione occidentale, non adatta a un corretto stile di vita islamico; d'altro canto, i professionisti della salute mentale si formano in occidente. Č presente un gap tra modelli psicologici e modalitŕ di intervento occidentali e mondo mussulmano. Elementi di cui si dovrebbe tener conto nel trattare pazienti arabi-mussulmani, seguendo la raccomandazione di Jung di utilizzare la religione del paziente come mezzo di cura.
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7

Rizzuto, Ana-María. « Percorsi di Psicologia della Religione alla Luce della Psicoanalisi [Pathways to the Psychology of Religion in the Light of Psychoanalysis] ». International Journal for the Psychology of Religion 21, no 4 (28 septembre 2011) : 331–33. http://dx.doi.org/10.1080/10508619.2011.607420.

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8

Pujol, Jaime. « Eugenio FIZZOTTI, Verso una psicologia della religione. Vol. 1, («Studi e ricerche di catechetica», 16), Ed. Elle di Ci, Roma 1992, 268 pp., 17 x 24. » Scripta Theologica 27, no 1 (26 janvier 2018) : 359–60. http://dx.doi.org/10.15581/006.27.15317.

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9

Bianchi, Maria. « Il potere curativo della giustizia : un'esplorazione dei rapporti tra psicologia analitica e diritti umani ». STUDI JUNGHIANI, no 52 (novembre 2020) : 38–52. http://dx.doi.org/10.3280/jun52-2020oa9896.

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Résumé :
Esiste un archetipo della giustizia? E se esiste quale immagine ne danno le mitologie delle diverse culture? Come un tale archetipo ha contribuito alla formazione delle visioni religiose e filosofiche alla base dei diritti umani? La teoria dei tipi psicologici di C.G. Jung può far luce sulla tensione esistente tra legge e giustizia? La giustizia ha un potere curativo? L'autrice propone elementi di risposta alle domande poste per dimostrare l'importanza di abbinare l'azione legale a un approccio psicoterapeutico junghiano nel trattamento delle vittime di violazioni dei diritti umani.L'articolo presenta la progressiva convergenza tra il diritto relativo ai diritti umani e la psicologia, così come le similitudini tra il lavoro di chi opera nel campo dei diritti umani e nella pratica analitica.
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Bianchi, Maria. « Il potere curativo della giustizia : un'esplorazione dei rapporti tra psicologia analitica e diritti umani ». STUDI JUNGHIANI, no 52 (novembre 2020) : 38–52. http://dx.doi.org/10.3280/jun2-2020oa9896.

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Esiste un archetipo della giustizia? E se esiste quale immagine ne danno le mitologie delle diverse culture? Come un tale archetipo ha contribuito alla formazione delle visioni religiose e filosofiche alla base dei diritti umani? La teoria dei tipi psicologici di C.G. Jung può far luce sulla tensione esistente tra legge e giustizia? La giustizia ha un potere curativo? L'autrice propone elementi di risposta alle domande poste per dimostrare l'importanza di abbinare l'azione legale a un approccio psicoterapeutico junghiano nel trattamento delle vittime di violazioni dei diritti umani.L'articolo presenta la progressiva convergenza tra il diritto relativo ai diritti umani e la psicologia, così come le similitudini tra il lavoro di chi opera nel campo dei diritti umani e nella pratica analitica.
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Thèses sur le sujet "Psicologia della religione"

1

IOVINE, SALVATORE. « Lo sviluppo di uno strumento implicito per la misura dell'attaccamento al caregiver e a Dio ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2014. http://hdl.handle.net/10281/81566.

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Résumé :
In questo studio è stato sviluppato uno strumento implicito per la misurazione dell'attaccamento al caregiver e alla divinità, attraverso l'utilizzo della tecnica dell'Implicit Association Test. A tal proposito è stata verificato l'ipotesi di corrispondenza tra stile di attaccamento al caregiver e l'immagine che il credente sviluppa rispetto al proprio legame con la divinità. Lo studio completo è composto da diverse fasi di sviluppo con la creazione di un importante strumento di misura da poter utilizzare nell'ambito della psicologia della religione.
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2

Coppa, R. « PRATICA RELIGIOSA E QUALITA' DELLA VITA IN ITALIA E INDIA. UN CONFRONTO TRA CULTURE E RELIGIONI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2011. http://hdl.handle.net/2434/157378.

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Résumé :
Several studies highlighted that religious practice and spirituality are independent indicators of the levels of subjective well-being and quality of life. Faith, through its influence on behaviors and values, provides answers to the human need for meaning and hope, allowing for self-transcendence and openness towards a broader meaning context. This study aims at analyzing differences and similarities in the practice of religion and its role on perceived quality of life among participants belonging to three different religious traditions: Christianity, Hinduism, Islam. Data were collected in India among 50 participants: 20 of them were Christians, 10 Muslims and 20 Hindus. A group of 20 Christians was recruited in Italy, to be compared with the Indian Christians. Participants were administered a) Flow Questionnaire, b) Life Theme Questionnaire, c) Order/Disorder Questionnaire, d) Eudaimonic and Hedonic Happiness Investigation, and e) a questionnaire specifically designed to investigate the meaning and role of God in participants’ life, and participants’ understanding of other religions. Results showed that faith and relationship with God played a central role in the life of participants across groups, being related to future goals, providing meaning and a positive interpretation of events and relations. These findings point to possible directions to improve interreligious dialogue.
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3

Giacomo, Chiara. « Terapie in movimento in un contesto interculturale : la costruzione discorsiva della psicoterapia, delle terapie alternative e delle pratiche religiose ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423444.

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Résumé :
Adopting an intercultural perspective (Mantovani 2004), which falls within a constructivist paradigm, and in line with the so-called "contextual revolution" (Bruner, 1990), this research pays particular attention to the use of language as a "form of life" (Wittgenstein, 1953). Specifically, the aims of this research is to investigate the meanings through which are constructed discursively knowledge of specific therapeutic practices, such as psychotherapy, the so-called Alternative Therapies, and practice religious of Christian Exorcism, still practiced in Italy today. Adopting the Discursive Psychology, and the Positioning Theory as a theoretical horizon (Davies and Harré, 1990; Harré and van Langenhove, 1999), the research hypothesis is that each specific group produces a text and use a language typical of the "discursive positioning". The findings suggest that psychotherapy, alternative therapies and exorcism assume different meanings and varied aspects according to the linguistic universe, symbolic and of signification own to a positioning of participants compared to another. Prevails conception of psychotherapy as a search for causes of psychological distress. Furthermore is proposal a epistemological and operational reflection of the various theoretical models of psychotherapy on methods of clinical intervention and skills in response to the inevitable inter-cultural needs. There is a tendency of the experts of psychotherapy to generalize their skills in different cultural areas..The main indication emerged in this work is to abandon the alleged universality of the theories of psychotherapy, which are attributable to the discursive matrices of specific cultural traditions. In an intercultural context requires a pluralist perspective in psychotherapy, open to the endless possibilities of ways of being of individuals of different cultural traditions
Adottando una prospettiva interculturale (Mantovani 2004), che rientra in un paradigma costruttivista, e in linea con la cosiddetta "rivoluzione contestuale" (Bruner, 1990), questa ricerca pone particolare attenzione all'uso del linguaggio come “forma di vita” (Wittgenstein, 1953). In particolare, l’obiettivo di questa ricerca è indagare i significati generati discorsivamente sulle pratiche terapeutiche, come la psicoterapia, le cosiddette terapie alternative, e la pratica religiosa cristiana dell’esorcismo, praticata ancora oggi in Italia. Adottando la Psicologia Discorsiva, e la Teoria del Posizionamento come orizzonte teorico (Davies e Harré, 1990; Harré e van Langenhove, 1999), l'ipotesi di ricerca è che ogni gruppo specifico produce un testo e usa un linguaggio tipico del “posizionamento discorsivo”. I risultati suggeriscono che la psicoterapia, le pratiche alternative e l'esorcismo assumono diversi significati e aspetti diversi a seconda dell'universo linguistico, simbolico e di significazione propri di un posizionamento dei partecipanti rispetto ad un altro. Prevale la concezione della psicoterapia come ricerca delle cause che determinano il disagio psicologico. Inoltre, è proposta una riflessione epistemologica e operativa sui vari modelli teorici di psicoterapia e sulle competenze dello psicoterapeuta in risposta alle inevitabili esigenze interculturali. Vi è la tendenza degli esperti di psicoterapia a generalizzare le proprie competenze anche in ambiti culturali differenti. La principale indicazione emersa in questo lavoro è abbandonare la presunta universalità delle teorie della psicoterapia, le quali sono riconducibili alle matrici discorsive di specifiche tradizioni culturali. In un contesto interculturale è necessaria una prospettiva pluralista in psicoterapia, aperta alle infinite possibilità dei modi d'essere degli individui di differenti tradizioni culturali
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BRAMBILLA, MARIA. « Religiosità e processi identitari : aspetti culturali, familiari e sociali dell’identità religiosa dei giovani ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/1737.

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Résumé :
Lo studio 1 indaga l’autocategorizzazione dell’identità religiosa in diverse culture, analizzando le differenze tra livello individuale e sociale e tra identità religiosa centrale e periferica, mettendo così in discussione la distinzione tra orientamento religioso intrinseco e estrinseco (Allport & Ross, 1967). I risultati indicano che l’identità religiosa viene categorizzata a un livello sociale dai partecipanti europei e a un livello individuale dai partecipanti non occidentali e che entrambi i livelli sono centrali nell’identità personale. Lo studio 2 esamina gli antecedenti familiari e di gruppo dell’internalizzazione religiosa (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). I risultati indicano che la promozione dell’autonomia e la testimonianza di fede data dai genitori predicono l’identificazione religiosa dei figli, mentre l’introiezione viene predetta dall’affetto condizionato dei genitori; i leader religiosi e il gruppo religioso hanno anch’essi un’influenza sull’internalizzazione religiosa. Lo studio 3 indaga la relazione tra internalizzazione religiosa e pregiudizio verso i musulmani, analizzando il ruolo di mediazione dei valori. I risultati indicano che l’identità religiosa identificata è associata a livelli più bassi di pregiudizio rispetto all’identità religiosa introiettata; i valori prosociali mediano la relazione tra identificazione e pregiudizio, mentre i valori di conformismo mediano la relazione tra introiezione e pregiudizio.
Study1 investigated the self-categorization of religious identity in different cultures, analyzing the difference between an individual and a social level and between a central versus a peripheral religious identity, thus questioning the distinction between and intrinsic and extrinsic religious orientation (Allport & Ross, 1967). Results indicated that religious identity is mainly categorized at a social level by European respondents and at an individual level by nonwestern respondents, and that both levels are central in personal identity. Study 2 addressed the familiar and group antecedents of religious internalization (Ryan, Rigby, & King, 1993; Assor, 2012). Findings showed that parental autonomy support and intrinsic value demonstration predicted children religious identification, whereas conditional regard predicted introjection; religious leaders and groups also influenced religious internalization. Study 3 investigated the relationship between religious internalization and prejudice towards Muslims, analyzing the mediating role of values. Results indicated that identificated religious identity is associated with lower levels of prejudice than introjected religious identity; prosocial values mediated between identification and prejudice, whereas conformity values mediated between introjection and prejudice.
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5

Bosetti, Giulia Luisa. « Religiosità, pregiudizio sessuale e tolleranza. Il ruolo dei diversi modi di vivere l'esperienza religiosa ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2014. http://hdl.handle.net/11577/3423779.

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Résumé :
Religiosity, sexual prejudice and tolerance. The role of different ways of living religious experience Allport and Ross (1967) examined the paradoxical relationship between religion and prejudice. On the one hand, religious teachings encourage followers to be tolerant and compassionate, willing to help other human beings. On the other hand, religion is associated with prejudice and negative attitudes toward outgroups that embrace different values systems. The first reason for the intricate relation between religion and prejudice is that religion can be experienced in different ways, and that people differ in the way they live and express their religiosity. Some people “live” their religious experience. Religion is their master motive and they try to follow it in a complete way. Others “use” their religion for their own ends, such as to gain relief and protection and to formulate good social relationship. The first orientation includes intrinsic individuals, whereas the second orientation is held by extrinsic people. Several years later, Batson, Schoenrade and Ventis (1993) proposed a new religious dimension, quest orientation, in which individual religiosity is intended as an open-ended, questioning approach to religious issues, a responsive dialogue with existential questions. The definition of quest orientation includes the aspects of mature religion. Indeed, Batson et al. (1993) suggested that complexity, skepticism and flexibility were not incorporated in the Allport and Ross’ definition of intrinsic religiosity. Furthermore, Batson and colleagues (1993) proposed two other religious dimensions with the aim of more precisely grabbing the essence of intrinsic and extrinsic orientations: religion as end and religion as means. In order to measure intrinsic and extrinsic orientation, Allport and Ross (1967) proposed the Religious Orientation Scale (ROS), composed by 20 items. Batson and collaborators (1993) assessed the three religious dimensions with the Religion Life Inventory, made up of 27 items. With regard to the relation between religiosity and prejudice, Allport and Ross (1967) supposed and found that intrinsic orientation was negatively related to prejudice, whereas extrinsic orientation was positively associated with prejudice. However, these hypotheses and findings by Allport and Ross (1967) were only partially confirmed in later research. Specifically, the relationship between religiosity and prejudice may be especially problematic in the case of sexual prejudice. The phrase by Saint Augustine “love the sinner but hate the sin” suggested that especially intrinsic individuals might discriminate against homosexuality, but not against homosexuals (Duck & Hunsberger, 1999; Mak &Tsang, 2008; Veenvliet, 2008). In six studies, we explored the relation between religious orientations and prejudice, distinguishing between prejudice toward homosexuality and prejudice toward homosexuals. We included also perspective taking and unconditional respect with the aim to assess feelings of compassion and tolerance related to religious teachings. In Study 1 (N = 1469; n = 1154 Catholics; n = 240 Non-religious participants) we investigated the factorial structure of ROS and RLI. Previous literature posited that there are some problems related to the difficulty to identify the number of latent dimensions needed to tap the religious dimensions and to items that did not accurately map onto the religious orientations they were intended to represent. In order to distinguish the three religious dimensions, we conducted two exploratory factor analysis and a confirmatory factor analysis on the responses of the 47 items of ROS and RLI. We also explored the meaning of the items with the aim to select the best ones to be included in a short version of the two original scales, which we named Short Religious Scale (SRS). In the present research, we used the SRS to assess intrinsic, extrinsic and quest orientation. In Study 2 (N = 391; n = 284 Catholics; n = 107 Non-religious participants), we examined the relation between the religious orientations and sexual prejudice, keeping distinct prejudice toward homosexuality and homosexuals. In addition, we evaluated the association between the three religious dimensions and perspective taking. We also controlled for the effects of religious fundamentalism, a conservative religious dimensions. Indeed, it is possible to hypothesize a partial overlap between this construct and intrinsic orientation. Finally, we examined the interactions between religious orientations. Following the hypothesis by Allport and Ross (1967) regarding indiscriminately pro-religious individuals, we hypothesized that the simultaneous presence of intrinsic and extrinsic orientation should be positively related to prejudice. For interactions between quest and the others religious orientations, there were not specific hypotheses, as these interactions have not been yet considered in literature. We found that intrinsic orientation was positively related to prejudice toward homosexuality, whereas it was not significantly associated with prejudice toward homosexuals. When fundamentalism was added among predictors, intrinsic orientation was not related anymore to prejudice toward homosexuality, and a negative effect on prejudice toward homosexuals emerged. Moreover, intrinsic orientation was positively related to perspective taking. On the contrary, extrinsic orientation did not distinguished the two forms of prejudice, whereas quest orientation was negatively related to prejudice toward homosexuality and homosexuals. For the interactions between intrinsic and extrinsic orientations, we confirmed the hypothesis regarding indiscriminately pro-religious individuals. For quest orientation we found that this religious orientation was related to a reduction of prejudice toward homosexuality only when extrinsic orientation was low. This finding indicated that an inner religious investigation led to a reduction of prejudice against homosexuality only when it was not mixed with practical and social motives. For perspective taking, we found that intrinsic orientation was associated with an increase of perspective taking when quest was high. We conducted Study 3 (N = 127; n = 30 Religious participants; n = 81 Non-Religious participants) in UK. In this study, we confirmed findings of Study 2 about the relations between intrinsic, fundamentalism and prejudice. However, we are aware that the sample size limited the conclusions that can be drawn from our third study. In Study 4 (N = 295; n = 173 Catholics; n = 102 Non-Religious) and in Study 5 (N= 198; n = 130 Catholics; n = 53 Non-Religious) we controlled for the effects of socially desirable responding and proscription of prejudice by religious community. In Study 4, when we controlled for the effects of fundamentalism and socially desirable responding, intrinsic orientation was not related significantly to prejudice toward homosexuals, but a positive association between intrinsic orientation and prejudice toward homosexuality emerged. In Study 5, we found that intrinsic orientation was related to prejudice reduction when proscription was high. For intrinsic individuals, acknowledging that religious community prohibits prejudice toward homosexuality and homosexuals was effective in decreasing negative attitudes toward homosexuality and homosexuals. Finally, in Study 6 (N = 261; n = 157 Catholics; n = 52 Non-religious) we explored the content of prayer. We aimed at investigating the relations among religious orientation, prayer, prejudice and unconditional respect. We found five different dimensions related to prayer: commitment to sacrament, suffering, requests, intercession, inner examination. Intrinsic orientation, as well as extrinsic, was positively related to prayer’s dimension. Moreover, intercession and inner examination mediated the effects of intrinsic orientation on prejudice toward homosexuality, prejudice toward homosexuals and unconditional respect. In conclusion, in this work we analyzed the relations between religiosity, sexual prejudice and tolerance. We aimed at combining different aspects from religious literature in order to explore the paradoxical association between religion and prejudice. We designed six different studies to investigate different elements related to religiosity. Firstly, we analyzed the methodological issues related to ROS and RLI, in order to select the best items that were included in SRS. Secondly, we explored the different associations between intrinsic, extrinsic, quest and prejudice toward homosexuality (“sin”) and homosexuals (“sinner”). Thirdly, we controlled for religious fundamentalism, socially desirable responding and proscription. Finally, we examined the importance of prayer and we found that intercession and inner examination mediated the effects of intrinsic orientation on sexual prejudice and unconditional respect for persons.
Religiosità, pregiudizio sessuale e tolleranza. Il ruolo dei diversi modi di vivere l’esperienza religiosa Allport e Ross (1967) hanno evidenziato un paradosso riguardante la tendenza da parte delle persone più religiose ad esprimere atteggiamenti negativi nei confronti di alcuni gruppi. Se da una parte, infatti, gli insegnamenti religiosi spingono i credenti a manifestare tolleranza e compassione nei confronti degli altri, dall’altra la religione si associa a sentimenti pregiudizievoli espressi verso le persone che si discostano dai comportamenti tradizionalmente riconosciuti. L'associazione tra la religione e il pregiudizio è dovuta, in parte, ai diversi modi in cui le persone si approcciano alla religione. Allport e Ross (1967) hanno usato il termine orientamenti religiosi per descrivere tale diversità. Questi autori hanno ipotizzato che le persone religiose si distinguano in persone che vivono la religiosità e persone che usano la propria esperienza religiosa individuale. Nella prima modalità è incluso l'orientamento intrinseco, mentre nella seconda l'orientamento estrinseco. Alcuni anni più tardi, Batson, Schoenrade e Ventis (1993) hanno proposto un terzo orientamento, denominato quest, per descrivere la componente matura della religiosità, non inclusa nella formulazione dell'orientamento intrinseco. Accanto al quest, gli autori hanno ipotizzato la presenza di altre due dimensioni religiose, la religiosità come fine e come mezzo, ipotizzando che queste siano complementari all'orientamento intrinseco e all'orientamento estrinseco. Per rilevare i diversi orientamenti religiosi, Allport e Ross (1967) hanno predisposto una scala di 20 item denominata Religious Orientation Scale (ROS), mentre Batson e collaboratori (1993) hanno ideato il Religious Life Inventory (RLI), composto da 27 item. Riguardo alla relazione tra la religiosità e il pregiudizio, Allport e Ross (1967) hanno ipotizzato che l'orientamento intrinseco si associ alla riduzione del pregiudizio, mentre l'orientamento estrinseco si accompagni ad un suo aumento. In realtà, la relazione tra gli orientamenti religiosi e il pregiudizio è più complessa rispetto a quanto supposto dai due autori e il caso del pregiudizio sessuale ne rappresenta un esempio. Il principio di Sant'Agostino “ama il peccatore, ma odia il suo peccato”, che risulta di particolare rilevanza per le persone intrinseche, rappresenta in modo chiaro la complessità sottesa a tale forma di pregiudizio (Duck e Hunsberger, 1999; Mak e Tsang, 2008; Veenvliet, 2008). A partire da queste considerazioni si sono condotti sei studi, per indagare la relazione tra le tre dimensioni di religiosità e il pregiudizio sessuale, distinguendo quest’ultimo in pregiudizio verso l'omosessualità e pregiudizio verso gli omosessuali. Memori del fatto che le religioni promuovono nei loro insegnamenti l'amore e la tolleranza, si sono incluse come variabili criterio anche l'assunzione di prospettiva e il rispetto incondizionato. Il primo studio della tesi (N = 1469; n = 1154 Cattolici; n = 240 Non Religiosi) ha un carattere metodologico, poiché nonostante l'ampio utilizzo in letteratura delle scale ROS e RLI, molti autori hanno messo in luce alcune problematicità legate alla struttura fattoriale non chiara, alla formulazione degli item non del tutto aderente alle definizioni degli orientamenti e alla presenza di alcune sovrapposizioni tra item appartenenti a orientamenti diversi. A partire dal complesso di 47 item delle due scale, attraverso analisi fattoriali esplorative e confermative, nonché un’analisi semantica, si è ottenuta una versione ridotta denominata Short Religiosity Scale (SRS), con la quale si sono misurati gli orientamenti religiosi nei cinque studi successivi. Nel secondo studio (N = 391; n = 284 Cattolici; n = 107 Non Religiosi), invece, si è considerato il diverso legame che gli orientamenti religiosi hanno con il pregiudizio verso l'omosessualità e verso gli omosessuali. Inoltre, si è valutato l'impatto degli orientamenti sull'assunzione di prospettiva. Si sono controllati gli effetti del fondamentalismo religioso, una dimensione conservatrice di religiosità, ipotizzando una sua possibile sovrapposizione con l'orientamento intrinseco. Si è anche testata l'ipotesi di Allport e Ross (1967) sulla compresenza dell'orientamento intrinseco ed estrinseco, tipica degli individui indiscriminatamente pro-religiosi, che gli autori suppongono essere legata ad un aumento del pregiudizio. Inoltre, a scopo esplorativo, si è formulata una nuova ipotesi, non ancora considerata in letteratura, riguardante le interazioni che coinvolgono l’orientamento quest. I risultati ottenuti mostrano che l'orientamento intrinseco è associato al pregiudizio verso l'omosessualità, ma non al pregiudizio verso gli omosessuali. Tuttavia, quando viene controllato il fondamentalismo, l'effetto sul pregiudizio verso l'omosessualità non è più significativo, ed emerge, anche se marginale, una relazione con la riduzione del pregiudizio verso gli omosessuali; l'intrinseco è inoltre associato all'assunzione di prospettiva. L'orientamento estrinseco, al contrario, è meno sensibile alla distinzione tra il pregiudizio verso l'omosessualità e verso gli omosessuali, mentre l'orientamento quest si associa sempre alla riduzione del pregiudizio. Per quanto riguarda le interazioni si è potuta confermare l'ipotesi sugli individui indiscriminatamente pro-religiosi e osservare che l'orientamento quest, se non intriso di elementi di utilitarismo e strumentalità, si accompagna alla riduzione del pregiudizio. Infine, per l'assunzione di prospettiva, si è osservato che l'intrinseco è legato alla capacità di “mettersi nei panni dell'altro” quando il quest è presente in alti livelli. Nello Studio 3 (N = 127; n = 30 Credenti; n = 81 Non Religiosi), che è stato condotto in Inghilterra, è stato possibile confermare i risultati dello Studio 2 sulla relazione tra intrinseco e pregiudizio e sugli effetti del fondamentalismo religioso. Tuttavia, tale studio presenta il limite di considerare solo un piccolo numero di partecipanti credenti, affiliati alla religione cristiana, ebraica ed islamica. Lo Studio 4 (N = 295; n = 173 Cattolici; n = 102 Non Religiosi) e lo Studio 5 (N = 198; n = 130 Cattolici; n = 53 Non Religiosi) si caratterizzano per la presenza di due variabili di controllo, rispettivamente la desiderabilità sociale e la proscrizione percepita nel ritenere inammissibile, in base agli insegnamenti della religione, il pregiudizio verso l'omosessualità e verso gli omosessuali. Nello Studio 4, di particolare interesse sono le ipotesi e i risultati ottenuti per l'orientamento intrinseco. Si è supposto che le persone intrinseche vogliano veicolare un'immagine di individui non pregiudiziosi e che quando vengono controllati gli effetti della desiderabilità sociale, la relazione tra religiosità intrinseca e pregiudizio potrebbe cambiare. I risultati ottenuti hanno confermato tale ipotesi, anche se in modo marginale, poiché quando vengono controllati sia gli effetti del fondamentalismo sia gli effetti della desiderabilità, emerge una relazione positiva tra intrinseco e pregiudizio verso l'omosessualità. Per lo Studio 5, si è ipotizzato che l'orientamento intrinseco sia sensibile agli effetti della proscrizione percepita. L'orientamento intrinseco, come ipotizzato, si associa ad una riduzione del pregiudizio sia verso l'omosessualità, sia verso gli omosessuali, quando si ritiene sbagliato esprimere pregiudizio nei loro confronti, cioè quando la proscrizione è presente in alti livelli. Infine, nello Studio 6 (N = 261; n = 157 Cattolici; n = 52 Non Religiosi) si sono valutati i contenuti della preghiera, per osservare che relazione ci fosse tra questi e gli orientamenti religiosi. Inoltre, si è voluto osservare che ruolo svolgessero i contenuti della preghiera nella relazione tra gli orientamenti religiosi, il pregiudizio e il rispetto incondizionato. I risultati ottenuti hanno messo in evidenza la presenza di cinque dimensioni legate alla preghiera, denominate impegno nei sacramenti, sofferenza, richieste materiali, intercessione e vita interiore, che presentano delle associazioni con l'orientamento intrinseco e con quello estrinseco. Di particolare rilevanza è la mediazione dei contenuti di preghiera che si riferiscono alla vita interiore e all'intercessione nella relazione tra l'orientamento intrinseco e le tre variabili criterio considerate. In generale, il presente lavoro si presenta come un ricerca sulle relazione tra pregiudizio sessuale e tolleranza, integrando alcuni aspetti della letteratura al fine di fornire un quadro completo su alcune relazioni che possono sembrare paradossali. A partire da un'analisi metodologica, grazie alla quale si è realizzata la SRS, si è osservato il rapporto tra gli orientamenti e il pregiudizio verso l'omosessualità e verso gli omosessuali, considerando sia variabili strettamente legate all'esperienza religiosa, come il fondamentalismo e i contenuti della preghiera, sia variabili che possono influire sulla relazione, in particolare dell'orientamento intrinseco, con i giudizi espressi verso il “peccato” e i “peccatori”.
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Codato, Marta. « Giovani adulti italiani : "lunghezza" della famiglia e del processo di autonomizzazione. Un'indagine svolta con gli studenti dell'Università di Padova rispetto a stili d'attaccamento, convinzioni personali,impegno civico-morale, felicità, terrore della morte ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2010. http://hdl.handle.net/11577/3421557.

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Résumé :
Why do a disproportionate number of young Italian adults stay in the family home indefinitely? We assume such behavior becomes as an unintentional barrier to their achievement and their social commitment. We hypothesized an association between this phenomenon and the prevailing anxious attachment among young people, their tendency to associate the separation from attachment figures to death, a low-grade of spiritual religious and personal beliefs, and a low level of happiness. Data was collected from 1570 students attending the University of Padua, aged between 18 and 38 years, with an average of 22.11 (std 2.508). Regarding methodology, we employed the Relationship Scales Questionnaire as a measure for the students' attachment style (Griffin, Bartholomew, 1994), the scale of moral disengagement as a measure for civil moral disengagement (Caprara, Fida, Vecchione, 2009), and the Subjective Happiness Scale as a measure for subjective happiness (Lyubomirsky & Lepper, 1999). We investigated with two questions the representation of death as annihilation or passage and their psychological experience regarding their own death. Additionally, the participants were asked if they lived on their own, in the parental home or in another residential situation. We used some questions extracted from the WHO QOL srpb to investigate the strength of their spiritual, religious and personal beliefs. The data supports the hypothesis. Thus we propose a pedagogical device, "Death Education,” which manages the horror vacui and separation from external security. It should induce young adults: (1) to build an indestructible inner strength with both strong and flexible beliefs, (2) to be aware and accept death as inevitable, and (3) to engage in society.
La presente ricerca sorge dalla volontà di comprendere le cause del fenomeno tutto italiano chiamato ‘famiglia lunga’ (Scabini & Donati, 1988) caratterizzato dalla prolungata permanenza dei giovani adulti presso la famiglia d’origine. L’ipotesi di partenza implica un’associazione tra tale fenomeno e la prevalenza di un attaccamento ansioso nei giovani; la loro tendenza a connettere alla morte la separazione dalle figure d’attaccamento; una forte ansia nei confronti della morte, percepita come la fine di tutto; deboli convinzioni personali, spirituali e religiose; un basso livello di felicità . Nella ricerca quali-quantitativa sono stati coinvolti 1570 studenti dell’Università di Padova di età compresa tra i 18 e i 38 anni, con una media di 22,11 (std. 2,508). Lo stile d’attaccamento è stato misurato con il Relationship Scales Questionnaire (Griffin, Bartholomew, 1994). Il disimpegno civile morale è stato indagato tramite la scala del disimpegno morale (Caprara, Fida, Vecchione, 2009). Due domande hanno consentito di investigare, da un lato, la rappresentazione della morte come annientamento o passaggio, dall’altro il vissuto psicologico relativo alla stessa. È stato chiesto ai partecipanti se abitassero per conto proprio, presso la casa dei genitori o in un’altra situazione residenziale. È stato somministrato il WHO QOL srpb per indagare la forza delle loro convinzioni spirituali, religiose e personali. La felicità soggettiva è stata misurata attraverso il Subjective Happiness Scale (Lyubomirsky & Lepper, 1999). Alla generale conferma dell’ipotesi di partenza da parte dei risultati è seguita una proposta pedagogica, che si rifà all’ampio concetto di Death Education e ad altri affini dispositivi educativi (quali educazione alla creatività e psicodramma) e implica l’educazione alla gestione del vuoto e alla separazione dalle sicurezze esterne, con il fine ultimo di indurre i soggetti a costruire una forza interiore indistruttibile, declinantesi in solide e al tempo stesso flessibili convinzioni personali; nella consapevolezza e accettazione della ineludibile realtà della morte; in un considerevole impegno nelle dimensioni della civitas/communitas e dei rapporti umani.
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Fariña, Raquel Neves. « Representação Social da Igreja Universal do Reino de Deus por evangélicos dela egressos ». Universidade do Estado do Rio de Janeiro, 2011. http://www.bdtd.uerj.br/tde_busca/arquivo.php?codArquivo=4662.

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Résumé :
Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico
A Igreja Universal do Reino de Deus (IURD) foi fundada há trinta e quatro anos e tem forte influência social e política. Sua capilaridade religiosa se expressa através da sua inserção em diversas mídias, como TV, rádio, jornal etc. e da participação política evidenciada pelas "bancadas evangélicas" nos diferentes parlamentos, onde predominam autoridades da IURD. Também se faz presente através dos milhares de templos construídos e espalhados por mais de 180 países. Sua estratégia de proselitismo religioso é baseada na conversão de adeptos de outras religiões. Sua hierarquia: obreiros, pastores e bispos, define a igreja como o maior "pronto-socorro" espiritual do Brasil. Caracterizada pelo oferecimento de solução de problemas imediatos e de natureza espiritual. Após algum tempo, conversos da IURD migram para outras igrejas evangélicas. O objetivo desta pesquisa foi identificar as Representações Sociais da IURD segundo evangélicos dela egressos. Para tanto, foram entrevistados vinte indivíduos adultos, na Cidade do Rio de Janeiro, egressos da IURD. Como instrumento, utilizamos um questionário para entrevista semi-estruturada, composto por questões acerca da IURD e dados pessoais do entrevistado. O material resultante foi analisado a partir da análise de conteúdo. As entrevistas foram gravadas, com a autorização dos entrevistados e o comprometimento na manutenção do anonimato dos participantes. Dentre os resultados da pesquisa, confirmando o que é dito por seus líderes, encontramos a IURD como um pronto socorro, não só espiritual, como emocional e de saúde física. A migração da IURD para outras denominações cristãs está associada a três grandes categorias: a) o sujeito não tem mais necessidade do pronto-socorro; b) crítica às cobranças sistemáticas por bens espirituais; c) a necessidade de aprofundamento religioso. Neste aspecto, a IURD caracteriza-se por ser uma Igreja de transição, de início de vida espiritual cristã e de proselitismo voltado quase que exclusivamente para a conversão.
Universal Church of the Kingdom of God was founded 34 years ago and it is currently known by its undeniable social and political influence. As such, its religious capillarity is present into different sort of media like TV, radio and newspaper. In addition, the evangelical delegations sustain the Universal Church political activism at different parliaments, where UCKG authorities are predominant. Its social standing are also noticed on account of its thousands of temples built worldwide in more than 170 countries. Converting followers from other religions is what constitutes UCKG?s religious proselytism strategy. The clergy members of the UCKG, which comprises shepherds and bishops, label the UCKG as Brazil spiritual emergency site. This religious institution is considered to be specially designed to tackle immediate problem-solving issues, particularly the ones from the spiritual nature. After sometime, the UCKG adepts tend to move out to other evangelical denominations. The aim of this research was to identify the UCKG social representations according to its evangelical members. Twenty adult UCKG members, in the city of Rio de Janeiro, have been approached by a semi-structured interview about their personal data as well as information about the UCKG. The analysis of the resulting material was made according to its content. The interviews were recorded with the informants? previous consent and the commitment to keep their identities preserved. One of the outcomes of the research is to realize that the UCKG is not only a spiritual and emotional shelter but it also provides physical health. The migration from the UCKG to other Christian denominations falls into three broad categories: a) The individual has no longer an immediate-need of assistance; b) criticism about the compulsory monetary contribution to the church; c) the need of a deeper religious understanding. As far as those aforementioned issues are concerned, the UCKG is best conceived as a transition Church, where the proselytism and the beginning of a Christian spiritual life are fully oriented towards conversion.
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MARIANI, EMANUELE. « Etica, psicologia e trasfigurazione del sacro nel Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3104195.

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Résumé :
Nel presente lavoro si tematizzano gli aspetti dell'etica, della psicologia e della trasfigurazione del sacro nel Così parlò Zarathustra di Friedrich Nietzsche. Tenendo in considerazione, sopratutto, le fonti nietzscheane inerenti la cultura persiana e l'antico Zoroastro, ci si rapporta a vagliare l'ipotesi di una possibile lettura dei testi avestici da parte di Nietzsche.
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Livres sur le sujet "Psicologia della religione"

1

Fizzotti, Eugenio. Verso una psicologia della religione. Leumann, Torino : Elle di ci, 1992.

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2

Aletti, Mario. Percorsi di psicologia della religione alla luce della psicoanalisi. Roma : Aracne, 2010.

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3

Germano, Rossi, dir. Percorsi di psicologia della religione alla luce della psicoanalisi. Roma : Aracne, 2010.

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4

Molin, Nico Dal. Verso il blu : Lineamenti di psicologia della religione. 2e éd. Padova : Messaggero, 2001.

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5

Convegno, Società italiana di psicologia Divisione "Psicologia e. religione". Religione o psicoterapia ? : Nuovi fenomeni e movimenti religiosi alla luce della psicologia : atti del 5o Convegno della Divisione "Psicologia e religione" della SIPs, Società italiana di psicologia, Roma, 22-23 ottobre 1994. Roma : LAS, 1994.

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6

Rossi, Germano, Mario Aletti et Daniela Fagnani. Religione : Cultura, mente e cervello : nuove prospettive in psicologia della religione = Religion : culture, mind and brain : new perspectives in psychology of religion. Torino : Centro scientifico, 2006.

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7

Società italiana di psicologia della religione. Convegno nazionale. Simbolo, metafora, invocazione tra religione e psicoanalisi : Atti del 6. Convegno nazionale della Società italiana di psicologia della religione, Milano, 12-13 ottobre 1996. Bergamo : Moretti & Vitali, 1998.

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8

Società italiana di psicologia della religione. Convegno nazionale. Simbolo, metafora, invocazione tra religione e psicoanalisi : Atti del 6. Convegno nazionale della Società italiana di psicologia della religione, Milano, 12-13 ottobre 1996. Bergamo : Moretti & Vitali, 1998.

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9

Boine, Giovanni. Inediti : Appunti per un articolo sulla psicologia della religione e del misticismo, traduzione di un capitolo di Arische Weltanschauung. Roma : Bulzoni, 1987.

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10

Cao, Elena. La casa : Progettare con la coscienza del proprio tempo e della storia : stampa, televisione, canzone, arte, moda, psicologia, religione, volontariato, ricerca ... Roma : Gangemi, 2008.

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