Littérature scientifique sur le sujet « Prospettiva relazionale »

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Articles de revues sur le sujet "Prospettiva relazionale"

1

Musso, Fabio. « Prospettive di analisi per l'innovazione nei canali di marketing ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 3 (octobre 2012) : 85–106. http://dx.doi.org/10.3280/mc2012-003005.

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Résumé :
Il lavoro propone un'analisi dell'innovazione nei canali di marketing focalizzandosi su ciň che va inteso come innovazione per l'intero canale. Vengono seguite tre prospettive di analisi: una prospettiva tecnologica, riferita all'influenza della tecnologia nelle interazioni fra i membri dei canali e con i clienti finali, una prospettiva strutturale, riguardante nuove configurazioni di canale, e una prospettiva relazionale, relativa ai cambiamenti nei rapporti verticali fra le imprese. Sulla base di una revisione della letteratura, lo studio fornisce uno schema concettuale da cui sviluppare successive ricerche e approfondimenti che possano cogliere la misura e gli effetti dei cambiamenti determinati dall'innovazione.
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2

Cinotti, Nicoletta. « Costruire significati condivisi a partire dall'esperienza corporea : la prospettiva dell'analisi bioenergetica ». GROUNDING, no 1 (novembre 2010) : 51–62. http://dx.doi.org/10.3280/gro2010-001008.

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Résumé :
L'articolo parte dall'analisi di un caso per evidenziare come si realizza il processo di autoregolazione e di regolazione interattiva nella clinica bioenergetica. L'esperienza corporea portata dal paziente, la successiva esplorazione attraverso il lavoro sul cavalletto, viene considerata alla base del processo di costruzione del significato dell'esperienza, un significato che č il fine ultimo dei processi di regolazione. Accanto al movimento emergente la relazione terapeutica evidenzia anche il movimento relazionale che č il significato implicito della modalitŕ difensiva. Cogliere sia i movimenti corporei che quelli relazionali aiuta la consapevolezza del processo terapeutico in corso e permette una sintonizzazione che sia communion e communication, condivisione e comunicazione. Una condivisione che č una comunicazione non interpretativa sull'esperienza in prima persona che si realizza attraverso il lavoro corporeo.
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3

Gerson, Samuel. « Isteria e umiliazione : una prospettiva relazionale ». RICERCA PSICOANALITICA, no 1 (février 2015) : 65–84. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2015-001006.

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4

Monguzzi, Fabio. « La psicoterapia psicoanalitica di coppia : appunti per un approccio intersoggettivo ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (mai 2011) : 95–112. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-002008.

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Résumé :
In questo lavoro l'autore evidenzia alcuni punti teorici e metodologici dell'approccio relazionale e intersoggettivista e ne propone un'applicazione ai trattamenti di coppia. Quanto accade in seduta viene osservato nei suoi aspetti di costituzione nel qui ed ora della relazione in corso, oltre che come attualizzazione di aspetti carenziali e traumatici appartenenti ai partner. Gli affetti che emergono possono essere, infatti, meglio compresi e trattati come stati emotivi emergenti riattivati dalla relazione co-creata dai partecipanti alla relazione triadica, in una prospettiva che miri a valorizzare le potenzialitŕ trasformative. Viene anche proposto un confronto tra il piů tradizionale approccio psicoanalitico alla terapia di coppia, quello delle relazioni oggettuali, e un trattamento inspirato alla psicoanalisi relazionale e intersoggettiva.
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5

Ceccarelli, Maurizio. « LA MENTE : proprietŕ della relazione corpo-mondo ». PSICOBIETTIVO, no 2 (mars 2010) : 17–30. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-002002.

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Résumé :
L'obiettivo di questo articolo č di sostenere che la mente č una proprietŕ della relazione che si instaura tra il corpo e il mondo. Sarŕ esposto un modello della mente, di matrice biopsicosociale, sintonico con questa prospettiva relazionale, e saranno esaminate le implicazioni in ambito psicopatologico e clinico-terapeutico che il riferimento ad un simile modello comporta.
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6

Fabio, Rapisarda. « L'interpretazione nella prospettiva integrata della psicoanalisi relazionale ». RICERCA PSICOANALITICA, no 1 (décembre 2011) : 87–96. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-001006.

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Résumé :
In questo lavoro viene evidenziata l'importanza dell'interazione paziente-analista e del campo bi-personale nell'interpretazione e nel cambiamento terapeutico. Non ci puň essere interpretazione trasformativa senza valorizzazione di entrambi questi fattori. Sono molti gli orientamenti teorici che convergono verso questa progressiva consapevolezza e che possono essere sfruttati clinicamente. Dal loro raffronto emergono alcuni fondamentali punti in comune che possono essere meglio compresi alla luce delle scoperte dell'infant research. Tutto ciň evidenzia come spesso l'interpretazione non č altro che un diverso posizionamento dell'analista nei confronti del paziente e viceversa; una strategia cioč per raggiungere e mettere in contatto reciprocamente i rispettivi Sé (sia del primo che del secondo) ed aiutare ad avviare nel paziente un processo autocosciente.
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7

Fontana, Massimo. « La diagnosi in psicoanalisi relazionale : una prospettiva unitaria ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (mai 2012) : 73–99. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-002006.

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Résumé :
In questo articolo l'autore puntualizza gli elementi teorici, metodologici e clinici che rendono necessaria una considerazione rigorosa della diagnosi in psicoanalisi relazionale e si sofferma sul particolare uso che di essa si puň fare nella terapia. Nella prima parte del lavoro, considerando anche i recenti contributi di Albasi, Lingiardi, Shedler e Westen, si ribadisce la specificitŕ della diagnosi psicologica, volta a cogliere l'insieme delle caratteristiche e del disagio psicologico delle persone, piuttosto che a individuare malattie come fa la diagnosi medica, e l'importanza di tenere conto di tutte le dimensioni conoscitive in gioco nel processo diagnostico: la dimensione nosografica (nomotetica), la formulazione del caso clinico (idiografica) e la dimensione relazionale (implicita). Tesi fondamentale dell'autore č che i presupposti epistemici del modello relazionale, la teoria dei sistemi e il paradigma della complessitŕ consentano una visione unitaria della personalitŕ, intesa come un sistema dotato di coerenza e capace di autoorganizzantesi all'interno del sistema sociale di cui fa parte.
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8

Rapisarda, Fabio. « L'identificazione proiettiva nella prospettiva della psicoanalisi contemporanea ». RICERCA PSICOANALITICA, no 1 (mars 2010) : 81–96. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-001007.

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Résumé :
In questo lavoro l'autore sostiene la necessitŕ di una revisione del concetto di identificazione proiettiva. Questo meccanismo di difesa, inizialmente coniato da M. Klein ed alla base del Disturbo Paranoideo di personalitŕ, viene rivisto, secondo un ottica relazionale, sia in chiave teorica che clinica e viene proposto di rinominarlo "identificazione intersoggettiva". Partendo dalle recenti scoperte delle neuroscienze e dell'infant research, viene evidenziato come l'identificazione proiettiva costituisca una modalitŕ relazionale fisiologica nelle prime fasi del rapporto madre-bambino e come poi possa diventare disfunzionale nella crescita se non viene sostituita da meccanismi difensivi piů maturi. Viene successivamente sviluppato un nuovo modello teorico che ha ovviamente una sua incidenza nel trattamento delle patologie nelle quali l'identificazione proiettiva č presente in maniera determinante.
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9

Cofano, Luciano. « Neurobiologia della mente relazionale ». RUOLO TERAPEUTICO (IL), no 121 (octobre 2012) : 21–40. http://dx.doi.org/10.3280/rt2012-121003.

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Résumé :
Il pensiero dei vari autori e le ricerche in campo psicologico, neurobiologico e filosofico dagli ultimi decenni del Novecento a oggi, hanno consentito, in modo sempre piů determinante, il superamento del secolare dualismo mente-corpo e della cartesiana distinzione tra res cogitans e res extensa, tra scienze dello spirito e scienze della natura, ponendo come fondamento e sviluppo delle funzioni mentali l'interazione uomo-ambiente che, in una prospettiva fenomenologica, risolve anche l'antitesi tra innatismo e ambientalismo. La mente dell'uomo, quale espressione della sua originaria apertura al mondo, attraverso un processo di auto-organizzazione (Edgar Morin) va strutturando le proprie modalitŕ di relazione con l'ambiente esistenziale, mentre l'esperienza vissuta determina lo sviluppo e l'organizzazione dei dispositivi neurobiologici geneticamente predisposti (darwinismo neuronale di Gerald Edelman, embodiment di Francisco Varela). L'autore riporta alcune recenti acquisizioni delle neuroscienze sulla neuroplasticitŕ dei sistemi neuronali che testimoniano la struttura intimamente relazionale della mente umana.
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10

Macaluso, Mercurio Albino. « Oltre il modello Perls-Goodman. Dal campo organismo/ambiente al campo relazionale ». QUADERNI DI GESTALT, no 2 (avril 2013) : 67–84. http://dx.doi.org/10.3280/gest2012-002005.

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Résumé :
Nel testo fondante della psicoterapia della Gestalt, Teoria e pratica della terapia della Gestalt, il concetto di "contatto" indica l'esperienza, considerata da una prospettiva centrata sull'individuo, piuttosto che sulla relazione. Oggi abbiamo bisogno di un modello, che, rimanendo coerente con i presupposti epistemologici della psicoterapia della Gestalt, ci permetta di tener conto della reciprocitŕ dello scambio che avviene tra paziente e terapeuta. Nei contributi innovativi di Gordon Wheeler e di Margherita Spagnuolo Lobb l'autore rintraccia i presupposti di un approccio gestaltico di tipo relazionale, in grado di consentire un'analisi dettagliata di come paziente e terapeuta creino insieme l'esperienza del loro incontro momento per momento.
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Thèses sur le sujet "Prospettiva relazionale"

1

TOGNI, ENRICO. « LA DIMENSIONE RELAZIONALE DEGLI ALIMENTI. INDICAZIONI NUTRIZIONALI E SULLA SALUTE IN UNA PROSPETTIVA COMPARATA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6536.

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Résumé :
L’obiettivo del presente lavoro di ricerca è quello di porre in luce la cosiddetta “dimensione relazionale” dell’informazione fornita ai consumatori di alimenti tramite l’etichettatura nutrizionale e salutistica, intesa quale strumento normativo per l’attuazione delle politiche nutrizionali perseguite dall'Unione Europea. Il presente scritto analizza come le funzioni dell’etichettatura alimentare siano mutate durante i decenni, a partire dalla fine degli anni settanta del secolo scorso, quando essa era sì concepita come strumento informativo, ma il cui scopo principale rimaneva tuttavia quello di appianare le varie difformità legislative o regolamentari esistenti tra i vari Stati Membri – potendo queste rappresentare un ostacolo alla creazione di un mercato comune – sino ai giorni nostri, che vedono l’etichetta come una protagonista attiva in seno ad un più ampio programma di politica nutrizionale; più precisamente, attraverso un’adeguata etichettatura alimentare, le istituzioni dell’Unione Europea ambiscono a plasmare le abitudini alimentari dei consumatori, indirizzandoli verso percorsi nutrizionali più salutari. In tale contesto, il Regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sugli alimenti rappresenta un ambizioso e, al tempo stesso, controverso tassello del diritto alimentare europeo, le cui premesse ispiratrici erano indubbiamente lodevoli, ma che è stato vittima, successivamente, di un’attuazione che ha generato notevole scontento ed incertezza sia tra i consumatori che nell'industria, al punto tale che da più parti si nutrono dubbi in merito alla sua efficacia e validità. Il presente lavoro di ricerca ambisce quindi a fornire una profonda analisi del Regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute, offrendo una panoramica di esso in chiave storica, sociale, ed economica, imprescindibile al fine di una corretta e completa comprensione delle scelte normative e delle loro implicazioni di mercato. In ossequio a tale intento, in ogni apertura di paragrafo è offerto un inquadramento di taglio storico-normativo, mentre, in conclusione, si tenta di fornire qualche spunto critico da cui potrebbe, o avrebbe potuto, derivare una migliore attuazione del Regolamento. Dopo una breve introduzione, la ricerca entra nel suo vivo attraverso l’analisi di ogni aspetto del Regolamento (CE) n. 1924/2006, soffermandosi, in particolar modo, su quello che è l’aspetto cruciale e problematico relativo alla sua attuazione: il ruolo della scienza e, più precisamente, la valutazione circa la fondatezza scientifica dei claims, procedimento che, in assenza di chiare definizioni normative ed operative, è di fatto rimesso alla discrezionalità interpretativa dell’EFSA, avallata (implicitamente o esplicitamente) dalla Commissione Europea e dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, generando così reazioni critiche tra pratici ed accademici che accusano una illegittima applicazione del principio di precauzione in un ambito che gli è estraneo, vale a dire quello dell’informazione alimentare al consumatore finale. Il lavoro prosegue poi con una riflessione sull'esito finale di un siffatto adagiamento sul processo di validazione scientifica condotto dall’EFSA, che ha ridotto la più parte della conoscenza nutrizionale a poco più di 200 indicazioni sulla salute autorizzate, la cui formulazione letterale, tra l’altro, si dubita assai possa essere agevolmente compresa dal cosiddetto consumatore medio. Inoltre, il Regolamento lascia irrisolti e aperte molti dilemmi e questioni, che devono urgentemente trovare un positivo interessamento al fine di non vanificare gli apprezzabili sforzi di spinta alla ricerca innovativa e di garanzia di una leale ed effettiva concorrenza nell'industria alimentare; il riferimento corre, tra gli altri, ai cosiddetti “claims botanici” ed ai “probiotici”, in relazione ai quali è ad oggi impedito reclamizzare in etichetta un’indicazione salutistica, sull’assunto per cui non è ancora stato raggiunto un livello accettabile di consenso scientifico relativamente alla loro sicurezza d’uso ed efficacia. Di conseguenza, se lo stato dell’arte è connotato da un simile proibizionismo, gli operatori del settore alimentare si trovano nella situazione di dover ricorrere a diverse strategie commerciali, quali l’utilizzo di claims suggestivi che, proposti attraverso messaggi non testuali, come nel caso del food design, si rivelano cionondimeno in grado di veicolare un messaggio salutistico, senza però la soggezione allo stretto rigore scientifico richiesto dall’EFSA. Infine, il presente lavoro, seppur prevalentemente rivolto alla descrizione dello scenario regolativo europeo, non dimentica di fornire una utile prospettiva del tema anche in chiave comparata, spaziando dalle linee guida predisposte dal Codex Alimentarius agli accordi vigenti in ambito OMC applicabili all’etichettatura degli alimenti, alimentando, per l’appunto, perplessità circa la compatibilità del Regolamento (CE) n° 1924/2006 con le obbligazioni gravanti sull’Unione Europea imposte dalla sua appartenenza al WTO.
The topic of the present research is to highlight the relational dimension of the information provided to consumers via food labelling, intended as a legal tool for the implementation of the nutrition policy carried out by the EU institutions since the establishment of the European Economic Community. The present work analyses how the function of food labelling has changed during the decades, since the late Seventies of the past century, when it was merely conceived as a mean of information whose main purpose was the harmonisation of the different national legislations, which could constitute an unnecessary obstacle to the realization of the common internal market, to the most recent days, when food labelling is thought as a tool of active nutrition policy; more precisely, through an adequate labelling, the EU institutions try to shape consumers’ behaviours, driving them toward a healthier eating. In this regulatory scenario, the Regulation on Nutrition and Health Claims made on foods is an ambitious and controversial piece of European food law, whose premises were undoubtedly laudable, but which has been during the years (partially) implemented in a manner which has caused much more discontent and confusion among both consumers and manufacturers, so that nowadays many doubts are still arising for what concerns its efficacy and its validity. This research represents a deep analysis of the Regulation on Nutrition and Health Claims, also taken into consideration from the historical, sociological, and economic perspective, which must be necessarily intertwined for a complete and critical comprehension of the legal framework and its implications for the various stakeholders. For this reason, each paragraph begins with a sort of normative background, and concludes with a critical analysis of the existing situation, providing some hints for a better implementation of the NHCR. After a brief introduction, the core of the research is completely and deeply focused on each and every aspect of the Regulation, with a central part which takes into consideration the very crucial aspect of its partial and problematic ongoing implementation: the role of science and, more precisely, the requirement of the scientific substantiation of the claims, whose assessment is demanded to the EFSA that, in the absence of definitions and clear guidelines on how to conduct such an evaluation, has de facto given its personal interpretation of the normative provisions of the Regulation, on which also the Commission and the European Court of Justice (implicitly or explicitly) rely, causing discontent among operators and legal scholars who see this as an illegitimate application of the precautionary principle to the field of food information, and a possible departure from the traditional categories of the risk assessment, risk management, and legal interpretation. The analysis proceeds then by criticizing the results of the total reliance on the scientific evaluation carried out by the EFSA, which reduced most of the knowledge about nutrition science in few more than 200 approved health claims, whose wording is probably incomprehensible for the average consumer. Moreover, there are also many other open issues in the Regulation on Nutrition and Health Claims which need to be urgently addressed in order not to vanish the laudable purpose of stimulating innovation and competition in the food sector, namely the botanical claims and probiotics, which are now prevented from bearing health claims on the consideration that a complete scientific consensus about their safety and efficacy has not yet been reached. But if this is the largely prohibitive state of the art, manufacturers are of course encouraged to find different escape routes, one of which is recurring to implied health claims, adopted through non-textual messages, or, to rephrase, through a smart food design, which can convey the same representation of healthiness without being subject to the strict scientific boundaries standardised by the EFSA. In addition, and as a conclusion, the present work, although mainly focused on the European Union regulatory environment, tries to give a comparative view on what the international arena offers on the topic, from the Codex Alimentarius Commission to the various WTO Agreements pertaining to food labelling, instilling doubts about the NHCR compatibility with the obligations that the EU must fulfil in the international trade law relations.
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TOGNI, ENRICO. « LA DIMENSIONE RELAZIONALE DEGLI ALIMENTI. INDICAZIONI NUTRIZIONALI E SULLA SALUTE IN UNA PROSPETTIVA COMPARATA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2015. http://hdl.handle.net/10280/6536.

Texte intégral
Résumé :
L’obiettivo del presente lavoro di ricerca è quello di porre in luce la cosiddetta “dimensione relazionale” dell’informazione fornita ai consumatori di alimenti tramite l’etichettatura nutrizionale e salutistica, intesa quale strumento normativo per l’attuazione delle politiche nutrizionali perseguite dall'Unione Europea. Il presente scritto analizza come le funzioni dell’etichettatura alimentare siano mutate durante i decenni, a partire dalla fine degli anni settanta del secolo scorso, quando essa era sì concepita come strumento informativo, ma il cui scopo principale rimaneva tuttavia quello di appianare le varie difformità legislative o regolamentari esistenti tra i vari Stati Membri – potendo queste rappresentare un ostacolo alla creazione di un mercato comune – sino ai giorni nostri, che vedono l’etichetta come una protagonista attiva in seno ad un più ampio programma di politica nutrizionale; più precisamente, attraverso un’adeguata etichettatura alimentare, le istituzioni dell’Unione Europea ambiscono a plasmare le abitudini alimentari dei consumatori, indirizzandoli verso percorsi nutrizionali più salutari. In tale contesto, il Regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute fornite sugli alimenti rappresenta un ambizioso e, al tempo stesso, controverso tassello del diritto alimentare europeo, le cui premesse ispiratrici erano indubbiamente lodevoli, ma che è stato vittima, successivamente, di un’attuazione che ha generato notevole scontento ed incertezza sia tra i consumatori che nell'industria, al punto tale che da più parti si nutrono dubbi in merito alla sua efficacia e validità. Il presente lavoro di ricerca ambisce quindi a fornire una profonda analisi del Regolamento sulle indicazioni nutrizionali e sulla salute, offrendo una panoramica di esso in chiave storica, sociale, ed economica, imprescindibile al fine di una corretta e completa comprensione delle scelte normative e delle loro implicazioni di mercato. In ossequio a tale intento, in ogni apertura di paragrafo è offerto un inquadramento di taglio storico-normativo, mentre, in conclusione, si tenta di fornire qualche spunto critico da cui potrebbe, o avrebbe potuto, derivare una migliore attuazione del Regolamento. Dopo una breve introduzione, la ricerca entra nel suo vivo attraverso l’analisi di ogni aspetto del Regolamento (CE) n. 1924/2006, soffermandosi, in particolar modo, su quello che è l’aspetto cruciale e problematico relativo alla sua attuazione: il ruolo della scienza e, più precisamente, la valutazione circa la fondatezza scientifica dei claims, procedimento che, in assenza di chiare definizioni normative ed operative, è di fatto rimesso alla discrezionalità interpretativa dell’EFSA, avallata (implicitamente o esplicitamente) dalla Commissione Europea e dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, generando così reazioni critiche tra pratici ed accademici che accusano una illegittima applicazione del principio di precauzione in un ambito che gli è estraneo, vale a dire quello dell’informazione alimentare al consumatore finale. Il lavoro prosegue poi con una riflessione sull'esito finale di un siffatto adagiamento sul processo di validazione scientifica condotto dall’EFSA, che ha ridotto la più parte della conoscenza nutrizionale a poco più di 200 indicazioni sulla salute autorizzate, la cui formulazione letterale, tra l’altro, si dubita assai possa essere agevolmente compresa dal cosiddetto consumatore medio. Inoltre, il Regolamento lascia irrisolti e aperte molti dilemmi e questioni, che devono urgentemente trovare un positivo interessamento al fine di non vanificare gli apprezzabili sforzi di spinta alla ricerca innovativa e di garanzia di una leale ed effettiva concorrenza nell'industria alimentare; il riferimento corre, tra gli altri, ai cosiddetti “claims botanici” ed ai “probiotici”, in relazione ai quali è ad oggi impedito reclamizzare in etichetta un’indicazione salutistica, sull’assunto per cui non è ancora stato raggiunto un livello accettabile di consenso scientifico relativamente alla loro sicurezza d’uso ed efficacia. Di conseguenza, se lo stato dell’arte è connotato da un simile proibizionismo, gli operatori del settore alimentare si trovano nella situazione di dover ricorrere a diverse strategie commerciali, quali l’utilizzo di claims suggestivi che, proposti attraverso messaggi non testuali, come nel caso del food design, si rivelano cionondimeno in grado di veicolare un messaggio salutistico, senza però la soggezione allo stretto rigore scientifico richiesto dall’EFSA. Infine, il presente lavoro, seppur prevalentemente rivolto alla descrizione dello scenario regolativo europeo, non dimentica di fornire una utile prospettiva del tema anche in chiave comparata, spaziando dalle linee guida predisposte dal Codex Alimentarius agli accordi vigenti in ambito OMC applicabili all’etichettatura degli alimenti, alimentando, per l’appunto, perplessità circa la compatibilità del Regolamento (CE) n° 1924/2006 con le obbligazioni gravanti sull’Unione Europea imposte dalla sua appartenenza al WTO.
The topic of the present research is to highlight the relational dimension of the information provided to consumers via food labelling, intended as a legal tool for the implementation of the nutrition policy carried out by the EU institutions since the establishment of the European Economic Community. The present work analyses how the function of food labelling has changed during the decades, since the late Seventies of the past century, when it was merely conceived as a mean of information whose main purpose was the harmonisation of the different national legislations, which could constitute an unnecessary obstacle to the realization of the common internal market, to the most recent days, when food labelling is thought as a tool of active nutrition policy; more precisely, through an adequate labelling, the EU institutions try to shape consumers’ behaviours, driving them toward a healthier eating. In this regulatory scenario, the Regulation on Nutrition and Health Claims made on foods is an ambitious and controversial piece of European food law, whose premises were undoubtedly laudable, but which has been during the years (partially) implemented in a manner which has caused much more discontent and confusion among both consumers and manufacturers, so that nowadays many doubts are still arising for what concerns its efficacy and its validity. This research represents a deep analysis of the Regulation on Nutrition and Health Claims, also taken into consideration from the historical, sociological, and economic perspective, which must be necessarily intertwined for a complete and critical comprehension of the legal framework and its implications for the various stakeholders. For this reason, each paragraph begins with a sort of normative background, and concludes with a critical analysis of the existing situation, providing some hints for a better implementation of the NHCR. After a brief introduction, the core of the research is completely and deeply focused on each and every aspect of the Regulation, with a central part which takes into consideration the very crucial aspect of its partial and problematic ongoing implementation: the role of science and, more precisely, the requirement of the scientific substantiation of the claims, whose assessment is demanded to the EFSA that, in the absence of definitions and clear guidelines on how to conduct such an evaluation, has de facto given its personal interpretation of the normative provisions of the Regulation, on which also the Commission and the European Court of Justice (implicitly or explicitly) rely, causing discontent among operators and legal scholars who see this as an illegitimate application of the precautionary principle to the field of food information, and a possible departure from the traditional categories of the risk assessment, risk management, and legal interpretation. The analysis proceeds then by criticizing the results of the total reliance on the scientific evaluation carried out by the EFSA, which reduced most of the knowledge about nutrition science in few more than 200 approved health claims, whose wording is probably incomprehensible for the average consumer. Moreover, there are also many other open issues in the Regulation on Nutrition and Health Claims which need to be urgently addressed in order not to vanish the laudable purpose of stimulating innovation and competition in the food sector, namely the botanical claims and probiotics, which are now prevented from bearing health claims on the consideration that a complete scientific consensus about their safety and efficacy has not yet been reached. But if this is the largely prohibitive state of the art, manufacturers are of course encouraged to find different escape routes, one of which is recurring to implied health claims, adopted through non-textual messages, or, to rephrase, through a smart food design, which can convey the same representation of healthiness without being subject to the strict scientific boundaries standardised by the EFSA. In addition, and as a conclusion, the present work, although mainly focused on the European Union regulatory environment, tries to give a comparative view on what the international arena offers on the topic, from the Codex Alimentarius Commission to the various WTO Agreements pertaining to food labelling, instilling doubts about the NHCR compatibility with the obligations that the EU must fulfil in the international trade law relations.
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BARNI, DANIELA. « LA TRASMISSIONE DEI VALORI IN FAMIGLIE CON FIGLI ADOLESCENTI : UNA PROSPETTIVA DI RICERCA RELAZIONALE-INTERGENERAZIONALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/282.

Texte intégral
Résumé :
La presente ricerca si propone di analizzare la trasmissione dei valori in famiglie con figli adolescenti. Il campione è composto da 381 famiglie italiane (adolescente, genitori e nonna); tutti gli adolescenti sono studenti di scuola media superiore (età media=17 anni). I soggetti hanno compilato un questionario contenente il Portrait Values Questionnaire per la misurazione dei dieci domini valoriali descritti nella teoria di Schwartz (1992). La ricerca si articola in tre studi. Nel primo studio, le priorità valoriali degli adolescenti sono state confrontate con le priorità dei genitori e delle nonne allo scopo di misurare il livello di similarità entro ciascuna diade familiare, controllando l'effetto stereotipico (modalità di risposta tipica per generazione sociale di appartenenza). Il secondo studio ha preso in esame il Two-step model of value acquisition di Grusec e Goodnow (1994): come suggerito da questo modello, l'accuratezza con cui il figlio percepisce i valori genitoriali e l'accettazione rappresentano due pre-condizioni per la somiglianza tra i valori di genitori e figli. Il terzo studio ha indagato alcune variabili che influenzano l'accuratezza e l'accettazione. La ricerca evidenzia l'importanza di assumere una prospettiva relazionale-intergenerazionale nello studio della trasmissione e la necessità di indagare i processi familiari entro il più ampio contesto sociale.
This research intended to analyze the value transmission in families with adolescents. The sample was composed of 381 Italian families (adolescent, both parents and one grandmother); adolescents were high school students (mean age=17 years). Subjects filled in a questionnaire, including the Portrait Values Questionnaire to measure the ten value types described in Schwartz's theory (1992). The research was divided into three studies. In the first study, adolescents' value priorities were compared to their own parents' and grandmothers' priorities in order to measure the unique value similarity within each family dyad, controlling for the stereotype effect (that is the typical cultural response). The second study tested the Two-step model of value acquisition by Grusec and Goodnow (1994): as suggested by this model, child's accuracy in perceiving parental values and the acceptance of these values were both necessary preconditions for parent-child value similarity. The third study identified some family variables that influence child's accuracy and acceptance. The research highlighted the importance of assuming a relational-intergenerational perspective in the study of transmission and the importance of analyzing family processes within the larger social context.
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BARNI, DANIELA. « LA TRASMISSIONE DEI VALORI IN FAMIGLIE CON FIGLI ADOLESCENTI : UNA PROSPETTIVA DI RICERCA RELAZIONALE-INTERGENERAZIONALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/282.

Texte intégral
Résumé :
La presente ricerca si propone di analizzare la trasmissione dei valori in famiglie con figli adolescenti. Il campione è composto da 381 famiglie italiane (adolescente, genitori e nonna); tutti gli adolescenti sono studenti di scuola media superiore (età media=17 anni). I soggetti hanno compilato un questionario contenente il Portrait Values Questionnaire per la misurazione dei dieci domini valoriali descritti nella teoria di Schwartz (1992). La ricerca si articola in tre studi. Nel primo studio, le priorità valoriali degli adolescenti sono state confrontate con le priorità dei genitori e delle nonne allo scopo di misurare il livello di similarità entro ciascuna diade familiare, controllando l'effetto stereotipico (modalità di risposta tipica per generazione sociale di appartenenza). Il secondo studio ha preso in esame il Two-step model of value acquisition di Grusec e Goodnow (1994): come suggerito da questo modello, l'accuratezza con cui il figlio percepisce i valori genitoriali e l'accettazione rappresentano due pre-condizioni per la somiglianza tra i valori di genitori e figli. Il terzo studio ha indagato alcune variabili che influenzano l'accuratezza e l'accettazione. La ricerca evidenzia l'importanza di assumere una prospettiva relazionale-intergenerazionale nello studio della trasmissione e la necessità di indagare i processi familiari entro il più ampio contesto sociale.
This research intended to analyze the value transmission in families with adolescents. The sample was composed of 381 Italian families (adolescent, both parents and one grandmother); adolescents were high school students (mean age=17 years). Subjects filled in a questionnaire, including the Portrait Values Questionnaire to measure the ten value types described in Schwartz's theory (1992). The research was divided into three studies. In the first study, adolescents' value priorities were compared to their own parents' and grandmothers' priorities in order to measure the unique value similarity within each family dyad, controlling for the stereotype effect (that is the typical cultural response). The second study tested the Two-step model of value acquisition by Grusec and Goodnow (1994): as suggested by this model, child's accuracy in perceiving parental values and the acceptance of these values were both necessary preconditions for parent-child value similarity. The third study identified some family variables that influence child's accuracy and acceptance. The research highlighted the importance of assuming a relational-intergenerational perspective in the study of transmission and the importance of analyzing family processes within the larger social context.
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5

MALTESE, GIUSTINA. « Nuovi genitori e fragilità relazionali. Riflessioni pedagogiche e prospettive d'intervento ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1378.

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Résumé :
La ricerca mira ad individuare alcune fragilità relazionali ed educative che sembrano contraddistinguere i “nuovi” genitori, oggi, in modo da tentare di formulare adeguate strategie pedagogico-educative d’intervento. Per il raggiungimento di tale obiettivo, si è proceduto, inizialmente, con l’analisi delle trasformazioni socio-culturali che hanno investito la nostra società. Ciò ha permesso di individuare ed esaminare due categorie: quella sociologica della “vulnerabilità” e quella pedagogica della “fragilità”. Successivamente, per meglio comprendere le fragilità educative e relazionali vissute dai “nuovi” genitori, si è ritenuto indispensabile procedere con la somministrazione di un questionario rivolto ai genitori con figli in età prescolare (0-3 anni).
The aim and objective of my research is to identify some relational and educational fragility of the “new” parents. Moreover, I would like to formulate appropriate strategies for pedagogical and educational intervention. To achieve that aim I have identified and investigated two categories: the sociological category of “vulnerability” and the pedagogical category of “fragility”. In order to better understand this educational and relational fragility. I have proceed with the administration of a questionnaire. This questionnaire is directed to parents with sons in preschool age (0-3 years).
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6

MALTESE, GIUSTINA. « Nuovi genitori e fragilità relazionali. Riflessioni pedagogiche e prospettive d'intervento ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2012. http://hdl.handle.net/10280/1378.

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Résumé :
La ricerca mira ad individuare alcune fragilità relazionali ed educative che sembrano contraddistinguere i “nuovi” genitori, oggi, in modo da tentare di formulare adeguate strategie pedagogico-educative d’intervento. Per il raggiungimento di tale obiettivo, si è proceduto, inizialmente, con l’analisi delle trasformazioni socio-culturali che hanno investito la nostra società. Ciò ha permesso di individuare ed esaminare due categorie: quella sociologica della “vulnerabilità” e quella pedagogica della “fragilità”. Successivamente, per meglio comprendere le fragilità educative e relazionali vissute dai “nuovi” genitori, si è ritenuto indispensabile procedere con la somministrazione di un questionario rivolto ai genitori con figli in età prescolare (0-3 anni).
The aim and objective of my research is to identify some relational and educational fragility of the “new” parents. Moreover, I would like to formulate appropriate strategies for pedagogical and educational intervention. To achieve that aim I have identified and investigated two categories: the sociological category of “vulnerability” and the pedagogical category of “fragility”. In order to better understand this educational and relational fragility. I have proceed with the administration of a questionnaire. This questionnaire is directed to parents with sons in preschool age (0-3 years).
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Gazzani, Marinelli Alessandra. « Organizational technology acceptance and use : a relational perspective ». Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2009. http://hdl.handle.net/11385/200795.

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Résumé :
Theoretical background. Hypotesis. Research design. Results. Discussion and conclusions. Appendix 1: Descriptive network statistics. Appendix 2: Questionnaire. Appendix 3: Graphical representation of the networks.
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Tecilla, Alessio <1988&gt. « L'aumento dell'imposta sui consumi in relazione alle prospettive economiche e sociali del Giappone ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3423.

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Résumé :
Il tema dell'imposta sui consumi è rimasto costantemente al centro del dibattito nazionale per più di trent'anni, fino agli sviluppi più recenti con l'approvazione da parte della Dieta Nazionale nell'agosto del 2012 del disegno di legge che prevede l'innalzamento progressivo della sua aliquota nel prossimo biennio. Entrata in vigore nel 1989, dopo dieci dal primo tentativo di una sua introduzione, nel corso del tempo la tanto discussa imposta ha assunto un'importanza sempre maggiore, in particolar modo da un punto di vista economico, tanto da essere ormai considerata a tutti gli effetti la principale fonte di risorse per la futura sostenibilità finanziaria del sistema di assistenza sociale. Tuttavia, l'imposta sui consumi non è immune dalle critiche per via della sua regressività o del fatto che sia l'imposta con il maggiore ritardo nei pagamenti allo Stato, tanto è vero che anche in occasione della recente decisione di innalzare la sua aliquota, da più parti sono state avanzate numerose proposte per evitare o almeno tentare di alleviare le possibili ripercussioni negative di una misura di questo genere, come ad esempio la revisione della spesa pubbliche e del sistema fiscale, o l'introduzione di nuove imposte.
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Tecilla, Alessio <1988&gt. « L'aumento dell'imposta sui consumi in relazione alle prospettive economiche e sociali del Giappone ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3424.

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Résumé :
Il tema dell'imposta sui consumi è rimasto costantemente al centro del dibattito nazionale per più di trent'anni, fino agli sviluppi più recenti con l'approvazione da parte della Dieta Nazionale nell'agosto del 2012 del disegno di legge che prevede l'innalzamento progressivo della sua aliquota nel prossimo biennio. Entrata in vigore nel 1989, dopo dieci dal primo tentativo di una sua introduzione, nel corso del tempo la tanto discussa imposta ha assunto un'importanza sempre maggiore, in particolar modo da un punto di vista economico, tanto da essere ormai considerata a tutti gli effetti la principale fonte di risorse per la futura sostenibilità finanziaria del sistema di assistenza sociale. Tuttavia, l'imposta sui consumi non è immune dalle critiche per via della sua regressività o del fatto che sia l'imposta con il maggiore ritardo nei pagamenti allo Stato, tanto è vero che anche in occasione della recente decisione di innalzare la sua aliquota, da più parti sono state avanzate numerose proposte per evitare o almeno tentare di alleviare le possibili ripercussioni negative di una misura di questo genere, come ad esempio la revisione della spesa pubbliche e del sistema fiscale, o l'introduzione di nuove imposte.
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Sanzeni, Alice <1986&gt. « Il Pianeta degli esseri umani. Ambiente, clima, risorse, esseri umani, migrazioni : storia, contemporaneità e prospettive future di una relazione complessa ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20629.

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Résumé :
L’elaborato si propone di indagare il fenomeno della crisi climatica di origine antropogenica, con un focus specifico sulle migrazioni forzate dai mutamenti climatico-ambientali. Dopo aver esaminato l’origine dei cambiamenti climatici e le potenziali conseguenze sulla specie umana e sull’organizzazione sociale a livello globale, si approfondirà la questione dei “migranti ambientali” o degli “eco-profughi” da una prospettiva socio-giuridica.
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Livres sur le sujet "Prospettiva relazionale"

1

Spazi di produzione : Una prospettiva relazionale. Torino : G. Giappichelli, 2009.

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2

Folgheraiter, Fabio. Interventi di rete e comunità locali : La prospettiva relazionale nel lavoro sociale. Trento : Centro studi Erickson, 1994.

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Rossi, Giovanna. Temi emergenti di sociologia della famiglia : La rilevanza teorico-empirica della prospettiva relazionale. Milano : Vita e pensiero, 2003.

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Rossi, Giovanna. Temi emergenti di sociologia della famiglia : La rilevanza teorico-empirica della prospettiva relazionale. Milano : Vita e pensiero, 2003.

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5

Prospettive relazionali della gestualità nel Satyricon. Bologna : Pàtron editore, 2019.

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6

Federici, Raffaele. Le prospettive relazionali nella ricerca sociologica della salute. Milano : FrancoAngeli, 2006.

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7

Vergani, Mario. Separazione e relazione : Prospettive etiche nell'epoca dell'indifferenza. Pisa : ETS, 2012.

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Marson, Anna. Pianificazione e ambiente : Limiti e prospettive di una relazione. Firenze : Alinea, 1991.

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Amoretti, Maria Cristina. La mente fuori dal corpo : Prospettive esternaliste in relazione al mentale. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2011.

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10

Etica della cura : Riflessioni e testimonianze su nuove prospettive di relazione. Milano : Il saggiatore, 2010.

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Chapitres de livres sur le sujet "Prospettiva relazionale"

1

Ghilardi, Alberto, et Franco Baldoni. « Retrospettive e prospettive dell’attaccamento in ambito teorico e applicativo ». Dans La relazione genitore-bambino, 79–107. Milano : Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1720-7_4.

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2

Cena, Loredana, et Antonio Imbasciati. « Psicoanalisi infantile e teoria dell’attaccamento : nuove prospettive per lo studio della relazione genitore-bambino ». Dans La relazione genitore-bambino, 45–75. Milano : Springer Milan, 2010. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-1720-7_3.

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3

Bubbico, Davide. « 4 • L’industria automotive italiana tra problematiche di settore e transizione verso l’auto elettrica Stellantis e le ricadute produttive e occupazionali ». Dans Osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano 2022. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2023. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-703-6/004.

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Résumé :
L’industria dell’auto in Italia ha conosciuto nel corso degli ultimi tre anni, complice la pandemia COVID-19 e il più recente conflitto russo-ucraino, un’ulteriore complicazione della sua prospettiva manifatturiera e occupazionale. Non solo in relazione al tema delle mancate forniture di semiconduttori e di altri componenti e all’andamento più generale del mercato dell’auto (in flessione da diversi anni e che risente necessariamente delle condizioni complessive dell’economia nazionale), ma anche in relazione alla decisione assunta in ambito comunitario di mettere fine alla vendita di auto con motore endotermico entro il 2035. Quest’ultimo aspetto, che riguarda naturalmente tutti Paesi dell’Unione, se sta avendo un impatto principalmente sui produttori europei inevitabilmente è destinato ad interessare anche quegli OEM (Original Equipment Manufacturers) che fuori dall’Europa producono per il mercato europeo. Le conseguenze della crisi pandemica con tutti i problemi relativi al sistema delle forniture e alla contrazione delle vendite hanno invece interessato in ugual modo tutti gli altri mercati (dagli Stati Uniti alla Cina) inclusi quelli del Sud-est asiatico, seppure con dinamiche differenziate a livello di ogni singolo Paese.
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Actes de conférences sur le sujet "Prospettiva relazionale"

1

Lutzoni, Leonardo. « Forme di dialogo tra sapere tecnico e sapere locale : proposte di metodo : il dispositivo di trascinamento “la Strada che Parla” a Calangianus ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7941.

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Résumé :
Il processo di trasformazione, che ha visto protagonisti il territorio e la città contemporanea nella lunga fase della modernità, scandito dalle dinamiche veloci della globalizzazione e dal venir meno delle forme di controllo e di pianificazione, ormai incapaci di registrare e comprendere gli elementi delle diversità territoriali, sta fortemente riportando al centro dell’attenzione il peso dei territori deboli e dei sistemi locali come protagonisti del progetto. Sono territori, come la regione ambientale del Massiccio del Limbara, nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi contemporanei di progetto, che messi in cortocircuito con gli elementi della storia e del passato, disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente. L’esperienza di ricercaazione svolta a Calangianus, è un esempio di proposta operativa sul territorio che ha provato a costruire, nel rimettere in discussione un’idea di pianificazione piramidale calata dall’alto, un processo relazionale in divenire, di conoscenza, azione e progetto, utilizzando strumenti e dispositivi innovativi. Un processo, esito di un’interazione tra sapere tecnico e competenze diffuse, di una sinergia tra attori, istituzioni, associazioni, strutture economiche, produttive e culturali, che operano nel territorio e che messe in relazione, possono innescare processi alternativi di sviluppo locale nel ripensare una nuova idea di città-territorio.
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Zocchi, Angela Maria, et Barbara Raggiunti. « Il territorio tra rigenerazione e riconoscimento ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7901.

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Résumé :
Da tempo, nelle analisi delle trasformazioni dello spazio e della tutela dell’ambiente, si ricorre all’uso di metafore; ad esempio, quella della rigenerazione che, in quanto metafora “biologica”, evoca anche interventi di tipo “terapeutico”. Scopo del nostro contributo è mettere a fuoco senso e significati della “rigenerazione”, facendo riferimento a specifici processi di ri-costruzione e re-interpretazione che hanno interessato il territorio abruzzese negli ultimi anni, a partire dal terremoto dell’aprile 2009 che ha distrutto il capoluogo de L’Aquila. Seguendo una struttura argomentativa centrata sulla dicotomia “recupero versus ricostruzione”, e coniugando prospettiva teorica e ricerca empirica, l’articolo propone una riflessione su alcune pagine di un “classico” della sociologia – La memoria collettiva di Maurice Halbwachs – mettendole in relazione con evidenze empiriche emerse da una recente ricerca partecipativa sui bisogni sociali rilevati all’interno del progetto C.A.S.E. (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) di Assergi, in provincia de L’Aquila. Esplorando, poi, il possibile nesso tra riconoscimento e rigenerazione del territorio, le Autrici richiamano l’attenzione sul processo di re-interpretazione, in chiave bioclimatica, bioedilizia e antisismica, delle cosiddette case di terra, vere e proprie architetture della memoria, presenti in diverse Regioni italiane, tra le quali anche l’Abruzzo. La riflessione su alcune dinamiche di rivalutazione e di riappropriazione dello spazio, costituisce l’occasione per mettere a fuoco una diversa dimensione del costruire che, tra paesaggio e memoria, intende proporsi come strumento fondamentale per la realizzazione di una buona qualità della vita. It’s long since, in the analysis of environment and space transformation, researchers have used metaphors such as that of “regeneration”, a biological metaphor that evokes therapeutic interventions as well. The aim of our contribution is to focus on the sense and meaning of “regeneration” by referring to the specific processes of re-construction and re-interpretation that have concerned Abruzzo in the last years, starting from April 2009 earthquake that destroyed the city of L’Aquila. The following paper will deal with the dichotomy “recovery versus reconstruction” through the combining of the theoretical perspective of Maurice Halbwachs and the empirical research of the social needs observed in the C.A.S.E. Project of Assergi (L’Aquila). Then, by exploring the possible connection between territory recognition and regeneration, the authors will refer to the process of re-interpretation of the bioclimatic, bio-constructive and antiseismic built in earth houses, which are present in Abruzzo as well as in a number of other Italian regions. The analysis of some space reevaluation and re-appropriation dynamics will give us the opportunity to focus upon a different building dimension, between landscape and memory, that wants to be proposed as a fundamental instrument for the amelioration of life.
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