Littérature scientifique sur le sujet « Progettualità »

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Articles de revues sur le sujet "Progettualità"

1

Pizzo, Barbara, et Francesco Montillo. « Riscoprire progettualità e risorse locali ». TERRITORIO, no 78 (septembre 2016) : 85–92. http://dx.doi.org/10.3280/tr2016-078010.

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2

Olmo, Carlo. « Progettualità e urbanistica nella ricostruzione ». Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée 115, no 2 (2003) : 443–50. http://dx.doi.org/10.3406/mefr.2003.10049.

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3

Cheli, Mariagnese, et Salvatore Busciolano. « Il ruolo del Trauma e del Linguaggio nel sistema penale minorile ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 116–31. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002011.

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Résumé :
L'articolo mette in luce la necessità di una prospettiva trauma orientata nell'ambito degli interventi sui minori devianti perché la letteratura scientifica evidenzia sempre più come, da un lato, il Disturbo di Personalità Antisociale (Dpa) possa collegarsi a una storia traumatica e, dall'altro, come i ragazzi reduci da esperienze sfavorevoli infantili (Esi) più frequentemente possono avere condotte devianti. Questo orientamento porta a modificare l'approccio ai ragazzi all'interno di una nuova e necessaria progettualità sistemica che parte dalla giustizia minorile fino a toccare tutti gli attori istituzionali coinvolti e le famiglie dei minori, una progettualità coerente e condivisa negli obiettivi, nelle prescrizioni e nelle azioni. In questa progettualità è fondamentale, all'interno del processo minorile, il ruolo di un linguaggio istituzionale comprensibile ai ragazzi, medium necessario per attivare una relazione che porti a una corretta assunzione delle proprie responsabilità, per poter riattivare un itinerario educativo efficace.
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4

Borgonovi, Elio. « Assistenza territoriale tra progettualità ed azione ». MECOSAN, no 106 (mai 2019) : 3–9. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2018-106001.

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5

Bini, Emanuela. « L'inclusione degli alunni disabili migranti. Progettualità educativa e approcci pedagogici ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2020) : 255–69. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9451.

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Résumé :
Nel campo dell'educazione la prospettiva inclusiva diventa più complessa quando la disabilità e la migrazione sono connesse. L'aumento del numero di alunni disabili migranti nella scuola dell'infanzia e nella scuola primaria invita a riflettere sugli strumenti necessari per supportare il lavoro degli insegnanti e degli esperti del sistema socio-sanitario chiamati a collaborare nel lavoro di rete per definire il progetto di vita del soggetto disabile. Considerato il numero esiguo di ricerche sul tema, utili indicazioni emergono dai principali studi italiani che hanno individuato strategie e risorse efficaci per attivare interventi inclusivi per gli alunni migranti con certificazione di disabilità ai sensi della Legge 104/92 e per le loro famiglie. Il presente contributo, incentrato sulla rassegna delle principali ricerche condotte in Italia, è finalizzato a stimolare la riflessione sulla progettualità educativa e sugli orientamenti pedagogici. Secondo l'autrice, la presenza degli alunni disabili migranti rappresenta una sfida educativa intesa come occasione per leggere la complessità del presente e per costruire la scuola inclusiva di oggi e di domani
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6

Ferreri, Piergiorgio. « La giustizia minorile in Sicilia, tra tutela dei diritti e progettualità ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (mai 2014) : 216–18. http://dx.doi.org/10.3280/mg2014-002027.

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7

Cinotti, Alessia. « Figli/e con disabilità. Comunicazione della diagnosi, progettualità educative e autodeterminazione delle famiglie ». MINORIGIUSTIZIA, no 4 (juillet 2022) : 22–31. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004003.

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Résumé :
Il contributo affronta la tematica delle famiglie che si confrontano con la disabilità di un/una figlio/a. A partire dalla comunicazione della diagnosi, si delineano dimensioni educativo-pedagogiche per promuovere una presa in carico "in rete" la cui finalità è quella di tendere all'autodeterminazione dei genitori (e dei figli) verso la promozione di un Progetto di Vita familiare.
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8

Romanazzi, Grazia. « Giovani a bassa generatività : la transizione alla vita adulta tra crisi, paura e progettualità ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (janvier 2020) : 302–15. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2019oa8848.

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Résumé :
The author investigates the universe of the young people in the Italian context, starting from the political impediments which affect the job placement and, consequently, delay the acquisition of economic independence and housing autonomy, and considering the cultural conditions of a society that "holds" children in their maternal houses and inhibits their transition to adult life and the formation of their own family. The portrait of a community with a low birth rate emerges as an unequivocal sign of a personal and social crisis. But still in young people survives and persists a hidden desire for family which is a yearning for planning as an ontological category of human beings. Therefore, the hope and commitment at the same time are the definition of adult education pathways, focused on parenting, birth and care education.
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9

Deluigi, Rosita. « Distanze globali, interdipendenze sociali e prossimità umane : dalla ricerca di relazione alle progettualità condivise ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 432–43. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9592.

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Résumé :
Il bisogno degli altri è una costante nella nostra esistenza costellata da incertezze e precarietà. Come intessere relazioni significative, anche in chiave educativa, a fronte di tempi e spazi che sempre di più assumono valore solo nel presente sottraendo speranza al futuro? Questo interrogativo farà da sfondo al saggio che intende riflettere sulla necessità di orientarsi in contesti plurali e globali, senza trascurare la specificità di ogni luogo esperienziale. L'intento è di delineare alcuni orientamenti pedagogici per superare i muri di segregazione, eretti per proteggere identità effimere, e per promuovere la crescita consapevole di soggetti dialogici e di comunità generative. La profondità del tempo presente può costituire il substrato per declinare potenziali cambiamenti e per ampliare le prospettive progettuali del singolo e della collettività. Andare alla ricerca delle interdipendenze che connotano l'esistere umano significa aver cura dei legami, alimentando processi di conoscenza di sé e di partecipazione corresponsabile. Ecco perché, per favorire logiche comunitarie sostenibili, lo sguardo attento dell'educatore non trascura le distanze, le differenze e le disuguaglianze
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10

Masini, Paolo. « Libertà non è uno spazio libero. La Charrette : un modello di progettazione partecipata per i tempi (difficili) che corrono ». IUL Research 3, no 6 (21 décembre 2022) : 87–103. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.364.

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Résumé :
Il presente scritto illustra sinteticamente un modello di progettazione partecipata discretamente nota in ambito urbanistico, la Charrette, dando evidenza di una possibile riduzione applicativa alla progettazione degli ambienti di apprendimento. Poiché tuttavia le dinamiche partecipative sono autentiche solo se pongono al centro l’idea di comunità educante, abbiamo riservato una breve introduzione per considerare se le diverse progettualità innovative degli spazi “oltre l’aula” riflettono davvero questa articolazione, oppure sono simili a grandi carovane migratorie di strumenti e strutture verso terre nuove, che lasciano però intatte in patria le cornici ideologiche e gli schemi mentali tradizionali del dispositivo-scuola (Foucault). Tutto sembrerebbe a portata di mano, invece la libertà non è uno spazio libero.
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Thèses sur le sujet "Progettualità"

1

Quatrano, Fabiana. « L'aggressività interpersonale : dalla ricerca alla progettualità educativa ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2013. http://hdl.handle.net/10556/1331.

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Résumé :
2011 - 2012
Il mio lavoro di ricerca si presenta come luogo di riflessione su di un aspetto sociale, così diffuso, qual è l’aggressività interpersonale. Rispetto a tale problematica, ho cercato, partendo da un’ analisi teorica, di privilegiare l’aspetto di una progettualità educativa, elaborando possibili azioni e atteggiamenti, tesi a ridurre le espressioni dirette o indirette dell’aggressività. In una società che presenta un contesto etico valoriale poco forte e che diventa giorno dopo giorno sempre più multietnica e multiculturale, sorgono facilmente incomprensioni, pregiudizi e intolleranze. Le diversità socio-culturali sfociano, sempre più spesso, in manifestazioni di aggressività, anche in persone che, a prima vista, possono apparire pacifiche e ben educate. Diventiamo sempre più intolleranti, cioè incapaci individualmente e collettivamente, a vivere pacificamente con coloro che credono ed agiscono in maniera diversa dalla nostra. Per far fronte a questo preoccupante fenomeno, che investe ogni categoria sociale, sono necessari diversi ed articolati interventi socio-culturali per educare alla tolleranza, alla pace , alla socialità, alla legalità: valori strettamente collegati e non dissociabili l’uno dall’altro. Proprio per questo, negli ultimi anni si pone particolare attenzione a ciò che viene definito educazione, soffermandoci in modo particolare sul concetto di «emergenza educativa» che viene posto al centro del dibattito pedagogico contemporaneo e di come l'educazione delle giovani generazioni sia diventato un problema sempre più delicato e difficile da affrontare. Quello che stiamo vivendo è un momento particolare della storia e, come in ogni periodo di transizione, l'uomo si trova di fronte a situazioni e problemi che non è in grado di gestire completamente; i cambiamenti non solo sono tanti e di ampio rilievo, ma si susseguono anche a un ritmo frenetico, accavallandosi spesso gli uni agli altri. Bisogna soprattutto educare a vivere nel cambiamento: i vorticosi cambiamenti interpellano, provocano, sfidano la nostra capacità di sapere, di fare, di essere, di saper vivere insieme con gli altri. In queste situazioni, la vita è un processo costante per acquisire il necessario per il proprio sviluppo globale, un viaggio di continua scoperta di senso e di valori, un'esperienza della diversità e della capacità di armonizzazione, consapevoli della propria identità e pronti a scoprire e a vivere nuovi percorsi di identificazione. La sfida più difficile oggi è riuscire ad attivare e realizzare l’educazione nella complessità e alla complessità, che non si riduca a un adattamento, ma che sia capace di interiorizzare la varietà, e diventi capace di confrontarsi con il cambiamento in modo critico e creativo. Occorre riportare l'educazione al centro della riflessione e dell'agire quotidiano nella convinzione che proprio nell'educazione si trova la chiave capace di ridefinire in positivo il futuro della nostra società. L’educazione come evento passa sempre attraverso relazioni La relazione si pone come luogo di cura e “aver cura della relazione, educare ad averne cura può porsi come compito progettuale della pedagogia. Il termine relazione è quello che meglio esprime quelle condizioni necessarie perché un rapporto tra due persone sia definito educativo Relazione è, quindi, un termine che ha conosciuto, conosce e conoscerà sempre una legittimazione più che giustificata, infatti è difficile concepire un pensare, un fare, un dire, un insegnare, un educare o un curare prescindendo dalla categoria di relazione. La relazione non è solo un fatto cognitivo, intellettualistico, ma è sempre anche un fatto emozionale: la capacità di pensare dipende dal sentire e dal capire quello che ci accade dentro: noi possiamo pensare solo se siamo in contatto con le nostre emozioni ed è solo lo sviluppo dell’affettività e dell’emotività, la capacità di contenerle ed elaborarle che ci permette di pensare e di apprendere Le emozioni , grazie all’apporto di numerosi studi e ricerche, sono state riconosciute come la trama fondativa e unitaria del sé sulla quale si costruisce l’identità della persona, determinando le scelte e il pensiero ed influendo sull’apprendimento. Tra i processi emotivi e l’apprendimento esiste una profonda connessione, poiché esso si sviluppa sempre all’interno di una relazione affettiva. Il fattore emozione costituisce, pertanto, l’elemento centrale intorno al quale è possibile organizzare e sviluppare una tipologia di competenze educative comprendenti la conoscenza di sé, la comunicazione e l’ascolto, le capacità relazionali e le abilità di aiuto, le strategie di gestione del disagio e delle conflittualità che si verificano in ogni ambito sociale. I numerosi progetti di alfabetizzazione emozionale che da alcuni anni si stanno realizzando nelle scuole con l’intento di coltivare l’equilibrio emotivo e di costituire una vaccinazione psicologica contro il disagio, trovano riscontro nelle concezioni di Daniel Goleman che ha formulato una nuova teoria della mente emozionale, definendo come il repertorio comportamentale dell'uomo sia in buona parte determinato dalle emozioni. L'emozione, dunque, non è soltanto valutazione e adattamento ad una situazione o a un contesto, non è più una semplice reazione all'avvenimento, o tendenza all'azione, è anche e soprattutto un processo relazionale che consente ai protagonisti di trasferire, di rimettersi in questione, offrendo loro la possibilità di ri-negoziare un nuovo rapporto con l'altro, con il mondo e con sé stesso. Il tema dell’aggressività e del comportamento aggressivo è stato analizzato prendendo in considerazione gli studi più significativi a vari livelli: neurofisiologico, etologico, psicologicosperimentale, psicoanalitico. Nella società odierna, qual è quella del terzo millennio, si assiste ad una recrudescenza della violenza gratuita, dove per un nonnulla scatta l'aggressività. Attribuire un preciso significato alla parola aggressività risulta molto complesso. Molti Autori sulla base delle ipotesi e delle ricerche fino ad ora formulate, nel definire il concetto di aggressività, hanno cercato di cogliere le diverse facce che questo fenomeno può assumere nella persona umana. L’aspetto più vivo e stimolante del loro modello interpretativo, come si evince dall'analisi condotta, è nella concezione bipolare dell’aggressività, che vede in essa manifestazioni sia di tipo espansivo, sia di tipo difensivo, considerate come momenti fondamentali del processo di adattamento dell’individuo. Agganciandoci alle più recenti ricerche etologiche, molti autori mettono in luce la funzione dei legami associativi nella canalizzazione e nell’inibizione dell’aggressività e l’importanza dell’identificazione con l’altro, della partecipazione e della condivisione di un sistema di valori. Numerose sono le teorie elaborate sull’aggressività, teorie che si riflettono a livello educativo nell’elaborazione di possibili percorsi educativi tesi a gestire i comportamenti aggressivi. Ogni percorso educativo di tale genere deve tendere ad educare al rispetto della persona umana ed al senso di responsabilità. Tra gli interventi educativi possibili per far fronte soprattutto all’aggressività infantile vengono proposti l’utilizzo della fiaba e del gioco simbolico. Le fiabe parlano ai bambini in un linguaggio simbolico, è per questo che riescono ad attrarne l’attenzione e a favorire l’immedesimazione, riducendo i conflitti interiori del bambino, placando l’angoscia e offrendo soluzioni. Nelle fiabe non è importante tanto il contenuto manifesto, esplicito, quanto il significato simbolico comune in qualsiasi società ed epoca. Queste storie si occupano di problemi umani universali, soprattutto di quelli che preoccupano la mente del bambino, e quindi parlano al suo Io e ne incoraggiano lo sviluppo, calmando nel frattempo pressioni preconsce e inconsce. Sono uno strumento educativo prezioso, rappresentano un punto di riferimento per la vita interiore del bambino e la vita relazionale dello stesso con l’adulto. Il bambino ha bisogno di un’educazione morale che velatamente, e soltanto per induzione, gli indichi i vantaggi del comportamento morale, non mediante concetti etici astratti, ma tramite quanto gli appare tangibilmente giusto e quindi di significato riconoscibile. Per quanto concerne il gioco simbolico e la sua funzione nel controllare l’aggressività va sottolineato come esso occupi un ruolo particolare, perché costituisce la modalità espressiva più libera di cui il bambino dispone. Il gioco simbolico consente al bambino di realizzare la propria soggettività e di svolgere quella funzione che nell’adulto è svolta dal linguaggio interiore e dalla riflessione sugli eventi; aiuta a trasformare una parte dell’impulso distruttivo in energia positiva e a realizzare così le proprie potenzialità creative innate e le caratteristiche individuali di ciascuno. Vengono, infine, presentate alcune strategie didattiche per gestire positivamente le emozioni. I programmi di alfabetizzazione emozionale, o di efficacia nelle relazioni interpersonali, hanno un obiettivo principale quello di consentire un'adeguata gestione dei sentimenti e lo sviluppo di specifiche capacità, in modo tale che i processi cognitivi e di apprendimento, sia individuali che di gruppo, si realizzino naturalmente e senza interferenze con maggiore successo. Per costruire uno stato di salute emotiva e di benessere, i programmi devono presentare alcune caratteristiche essenziali: aiutare i bambini a calmarsi quando provano rabbia, gelosia o eccitazione; aumentare la consapevolezza degli stati emotivi degli altri; risolvere le difficoltà interpersonali discutendo delle proprie sensazioni; consentire di pianificare e prevedere al fine di evitare situazioni difficili; considerare quali conseguenze produce il proprio comportamento sugli altri. Insegnare l'alfabeto delle emozioni è un processo simile a quello in cui si impara a leggere, poiché comporta la promozione delle capacità di leggere e comprendere le proprie ed altrui emozioni e l'utilizzo di tali abilità per comprendere meglio se stessi e egli altri. Nelle ricerche finora svolte, i bambini allenati emotivamente mostrano maggiori capacità di saper controllare e regolare il proprio stato emozionale, riescono meglio a calmarsi quando sono agitati, a rallentare i battiti del cuore più in fretta rendendosi meno esposti alle malattie infettive; si concentrano maggiormente e sono più attenti; si relazionano meglio con gli altri anche nelle situazioni socialmente difficili, tipiche dell’infanzia; riescono a comprendere di più le altre persone e stabiliscono rapporti di amicizia più solidi con i coetanei; presentano un buon rendimento scolastico e sviluppano un’intelligenza emotiva. Se cercheremo di aumentare l'autoconsapevolezza, di controllare più efficacemente i nostri sentimenti negativi, di conservare il nostro ottimismo, di essere perseveranti nonostante le frustrazioni, di aumentare la nostra capacità di essere empatici e di curarci degli altri, di cooperare e di stabilire legami sociali - in altre parole, se presteremo attenzione in modo più sistematico all'intelligenza emotiva -potremo sperare in un futuro più sereno. [a cura dell'autore]
XI n.s.
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2

Mornacchi, Vittoria Sara <1996&gt. « Il teatro sociale come esperienza inclusiva. Progettualità autonoma e programmatoria a confronto ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/18245.

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Résumé :
L’obiettivo che il presente lavoro si prefigge è l’analisi delle differenze tra esperienze di teatro sociale bottom-up rispetto a quelle top-down. In seguito all’indagine della storia del teatro sociale, è possibile individuare una definizione di suddetta pratica, che ha l’obiettivo di utilizzare strumenti e tecniche teatrali per favorire l’integrazione tra i cittadini e alleviare la condizione di disagio sociale. Successivamente si prende in analisi il concetto di Welfare State, dalla sua nascita alla sua evoluzione fino al Cultural Welfare State, al fine di evidenziare l’importanza della cultura e della pratica artistica per il benessere fisico e mentale dei cittadini. Parte centrale della ricerca è la presentazione e il confronto di sei casi studio. I primi tre progetti si inseriscono nella categoria bottom-up, definita tale poiché si caratterizza per la volontà delle singole compagnie di lavorare attivamente nell’ambito sociale, dopo aver identificato autonomamente una situazione di disagio nel territorio. Gli altri tre rientrano nella categoria top-down, in quanto nati dalla partecipazione a bandi pubblici, emanati con il fine di intervenire a livello specifico su tematiche e contesti prestabiliti da parte delle amministrazioni pubbliche. Dopo aver individuato i principali punti di incontro e di divergenza, si passa a una riflessione generale sulle problematiche che il teatro sociale deve affrontare quando entra in relazione con la politica e i bandi pubblici.
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3

Tintinaglia, Noemi <1994&gt. « Innovazione e impatto sociale : nuove progettualità per i ragazzi stranieri residenti in Italia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/14074.

Texte intégral
Résumé :
La finalità della tesi è di valutare l’impatto sociale che ha avuto l’Active Learning Lab - Social Innovation in Finance di Ca’ Foscari sui ragazzi stranieri che ne hanno fatto parte, focalizzandosi sugli aspetti positivi e negativi. Il lavoro prevede nei primi capitoli un’analisi dettagliata dell’innovazione sociale e della valutazione d’impatto che i progetti innovativi possono generare: una panoramica della letteratura permette di fornire varie definizioni dei due temi e di poterne cosi analizzare i tratti caratteristici. Si procederà con la descrizione delle fasi che determinano la creazione di progetti innovativi e si definiranno i momenti che caratterizzano la valutazione di tali progetti. L’analisi svolta nei primi capitoli servirà da cappello introduttivo per l’analisi da me condotta: l’impatto generato dal progetto proposto dall’Active Learning Lab di Ca’Foscari, al quale ho partecipato come Tutor interculturale per i ragazzi stranieri. Si analizzerà il progetto e gli obiettivi che esso propone, definendo inoltre il ruolo che io stessa ho avuto nel periodo del progetto (sei settimane). Si concluderà con la valutazione dell’impatto che questo ha avuto nei ragazzi stranieri partecipanti a questa edizione e alle precedenti, attraverso l’ausilio di interviste ai partecipanti stranieri stessi.
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4

Emili, Enrico Angelo <1976&gt. « Progettualità e interventi educativi nella dislessia. Il progetto ProDSA e le prospettive future di ricerca ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5873/1/Emili_Enrico_Angelo_Tesi.pdf.

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Résumé :
Il presente lavoro è strutturato in quattro parti analizzando e comparando le pubblicazioni del settore scientifico italiano, anglofono e tedesco di riferimento. Nel primo capitolo della tesi viene proposta una riflessione sulle parole che ruotano attorno al tema dei DSA e della disabilità. Nel secondo capitolo vengono presentati, a partire dalla letteratura scientifica di riferimento, gli indicatori di rischio che segnalano possibili disturbi specifici di apprendimento e le caratteristiche di apprendimento dei DSA mettendo in luce potenzialità e talenti spesso intrinseci. Nel terzo capitolo viene vagliata la normativa di riferimento, in particolare la recente Legge 170/2010 e le relative Linee Guida. Nel quarto capitolo, partendo dal tema della diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (da ora in poi TIC) nel mondo della scuola, sono ampiamente trattati i principali strumenti compensativi (sintesi vocale, libri digitali, mappe concettuali, Lavagna Interattiva Multimediale) e le misure dispensative adottabili. Nel quinto capitolo viene analizzato in tutte le sue parti il Piano Didattico Personalizzato (da ora in poi PDP) e viene proposto un possibile modello di PDP pubblicato sul sito dell'Ufficio per l’Ambito Territoriale di Bologna. Nel sesto capitolo della tesi viene presentato il Progetto Regionale ProDSA. Il Progetto, rivolto a studenti, con diagnosi di DSA, delle scuole secondarie di primo grado e del primo biennio delle secondarie di secondo grado dell’Emilia-Romagna, ha visto, grazie a un finanziamento della Regione, la consegna in comodato d'uso gratuito di tecnologie compensative agli alunni che hanno aderito. La sezione empirica del presente lavoro indaga l’uso reale che è stato fatto degli strumenti proposti in comodato d’uso e le motivazioni legate alla scelta di non utilizzarli in classe. Nel settimo capitolo vengono proposti strumenti progettati per rispondere concretamente alle criticità emerse dall'analisi dei dati e per sensibilizzare il mondo della scuola sulle caratteristiche dei DSA.
This work consists of four sections and many international publications have been examined and analized. The first chapter presents a reflection about the word “Dislexya” and the differences between the Italian scientific community that does not consider it as a disability and the English scientific community that sees it as a “learning disability”. The second contains the basics and the characteristics of Dislexya, in addition, in the third one I have talked about the recent law about Dislexya, Law 170/2010 that, unfortunately is not so well-known yet, on the strength of a personal cognitive survey for parents and teachers in Bologna. The forth contemplates the main technological means (TTS, text-to-speech, digital books and ISB, Interactive Smart Board) and the projects like “Classi 2.0” and “Lab-InT”, which are relevant to teachers from all sectors at primary and secondary level (ages 6-13) to spread the use of technology inside the school context. The fifth concerns the PDP, a document for teaching plan that can be easily modified by teachers for their own particular classroom and the sixth chapter is dedicated on ProDSA, a regional project about students with Dislexya in Emilia Romagna, that consisted of giving a laptop and text to speech for free. The seventh deals with a range of different ways of promotion about Dislexya, by providing ideas which can stimulate and support the teachers and the parents, like different materials available to download from the official instructional site of Emilia Romagna and from my personal website www.inclusione.it as well. The final part refers to how much important is to leave room for technologies inside the inclusive context because they can favorite a good setting oriented to the instructional design and an accesible environment for everyone.
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5

Emili, Enrico Angelo <1976&gt. « Progettualità e interventi educativi nella dislessia. Il progetto ProDSA e le prospettive future di ricerca ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5873/.

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Résumé :
Il presente lavoro è strutturato in quattro parti analizzando e comparando le pubblicazioni del settore scientifico italiano, anglofono e tedesco di riferimento. Nel primo capitolo della tesi viene proposta una riflessione sulle parole che ruotano attorno al tema dei DSA e della disabilità. Nel secondo capitolo vengono presentati, a partire dalla letteratura scientifica di riferimento, gli indicatori di rischio che segnalano possibili disturbi specifici di apprendimento e le caratteristiche di apprendimento dei DSA mettendo in luce potenzialità e talenti spesso intrinseci. Nel terzo capitolo viene vagliata la normativa di riferimento, in particolare la recente Legge 170/2010 e le relative Linee Guida. Nel quarto capitolo, partendo dal tema della diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (da ora in poi TIC) nel mondo della scuola, sono ampiamente trattati i principali strumenti compensativi (sintesi vocale, libri digitali, mappe concettuali, Lavagna Interattiva Multimediale) e le misure dispensative adottabili. Nel quinto capitolo viene analizzato in tutte le sue parti il Piano Didattico Personalizzato (da ora in poi PDP) e viene proposto un possibile modello di PDP pubblicato sul sito dell'Ufficio per l’Ambito Territoriale di Bologna. Nel sesto capitolo della tesi viene presentato il Progetto Regionale ProDSA. Il Progetto, rivolto a studenti, con diagnosi di DSA, delle scuole secondarie di primo grado e del primo biennio delle secondarie di secondo grado dell’Emilia-Romagna, ha visto, grazie a un finanziamento della Regione, la consegna in comodato d'uso gratuito di tecnologie compensative agli alunni che hanno aderito. La sezione empirica del presente lavoro indaga l’uso reale che è stato fatto degli strumenti proposti in comodato d’uso e le motivazioni legate alla scelta di non utilizzarli in classe. Nel settimo capitolo vengono proposti strumenti progettati per rispondere concretamente alle criticità emerse dall'analisi dei dati e per sensibilizzare il mondo della scuola sulle caratteristiche dei DSA.
This work consists of four sections and many international publications have been examined and analized. The first chapter presents a reflection about the word “Dislexya” and the differences between the Italian scientific community that does not consider it as a disability and the English scientific community that sees it as a “learning disability”. The second contains the basics and the characteristics of Dislexya, in addition, in the third one I have talked about the recent law about Dislexya, Law 170/2010 that, unfortunately is not so well-known yet, on the strength of a personal cognitive survey for parents and teachers in Bologna. The forth contemplates the main technological means (TTS, text-to-speech, digital books and ISB, Interactive Smart Board) and the projects like “Classi 2.0” and “Lab-InT”, which are relevant to teachers from all sectors at primary and secondary level (ages 6-13) to spread the use of technology inside the school context. The fifth concerns the PDP, a document for teaching plan that can be easily modified by teachers for their own particular classroom and the sixth chapter is dedicated on ProDSA, a regional project about students with Dislexya in Emilia Romagna, that consisted of giving a laptop and text to speech for free. The seventh deals with a range of different ways of promotion about Dislexya, by providing ideas which can stimulate and support the teachers and the parents, like different materials available to download from the official instructional site of Emilia Romagna and from my personal website www.inclusione.it as well. The final part refers to how much important is to leave room for technologies inside the inclusive context because they can favorite a good setting oriented to the instructional design and an accesible environment for everyone.
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6

STEMPFLE, SARAH. « Campi d'innovazione : Pratiche di cura del territorio e tracce di progettualità sociale nei nuovi percorsi rurali ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/11578/278676.

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7

Giovetti, Alessia <1982&gt. « Costruire partecipazione nel lavoro sociale di comunità. Il percorso del Servizio Sociale del Municipio IX di Roma per sviluppare progettualità nel Casale di Via Tullio Viola ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20580.

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Résumé :
Il presente elaborato propone una lettura del lavoro sociale di comunità, in particolare quello teso allo sviluppo di comunità, attraverso un’analisi conoscitiva di alcuni progetti realizzati dal Servizio Sociale del Municipio IX nel Casale di via Tullio Viola a Roma. L’indagine desidera evidenziare teorie di riferimento, metodi, strumenti e tecniche con i quali il Servizio Sociale ha operato per introdurre e sviluppare i progetti nel territorio e per coinvolgere la cittadinanza, dando rilevanza al tema della partecipazione nella progettazione sociale. La domanda che guida la ricerca riguarda le modalità percepite come efficaci dai diversi attori coinvolti nel progetto. La metodologia di ricerca adottata per rispondere è quella qualitativa, grazie all’utilizzo di interviste semi-strutturate, rivolte agli operatori sociali e ai cittadini residenti nel quartiere. La tesi propone una prima parte teorica in cui è presentato il tema della partecipazione in diversi suoi aspetti e applicazioni, in particolare la sua implicazione nello sviluppo locale, nelle nuove forme di governo e nel lavoro sociale di comunità. Proprio dalle pratiche del lavoro di comunità, sono evidenziati modalità di attivazione, livelli di partecipazione e strumenti e tecniche per il suo sviluppo. La seconda parte del lavoro presenta i progetti del Casale in modo descrittivo, per inquadrarli in una prospettiva spazio-temporale, socio-culturale e conoscere le politiche sociali attive sul territorio. Una terza parte presenta il motivo dell’indagine condotta, le questioni a cui risponde e la metodologia scelta. L’ultimo capitolo presenta i risultati della ricerca, evidenziando le difficoltà emerse nel percorso di costruzione della partecipazione e del lavoro di comunità, ma anche le azioni che hanno offerto buoni risultati, spendibili in contesti analoghi.
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Parra, Yolanda <1960&gt. « Oltre Oceano : Altri orizzonti del possibile. Epistemiologie di Abya Yala e progettualità esistenziale “Lekil Kuxlejal,Sumak Kawsay, Kajkrasa Ruyina”. Filosofie della Terra per una Pedagogia del Buen Vivir ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5428/1/PARRA_YOLANDA_TESI.pdf.

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Résumé :
Questo elaborato propone alcune riflessioni sulla necessità urgente di un nuovo paradigma educativo, mediante la re-organizzazione delle scienze della conoscenza, scienze in parole di Morin, “disgiunte e frazionate, inadeguate ad affrontare problemi che richiedono oggi approcci multidisciplinari”. La sfida: affrontare i nuovi problemi di una convivenza planetaria, attraverso le connessioni del pensiero ecologico, in questo studio asse centrale delle cosmovisioni e della Sapienza ancestrale dei Popoli di AbyaYala (America Latina). Popoli in cui la Vita come orizzonte di Armonia ed Equilibrio si concretizza in pratiche di Vita Quotidiana grazie ad una Pedagogia del BuenVivir, inclusiva e partecipativa, rispettosa della diversità biologica e delle differenze culturali, nonché della Sacralità della Terra e della Vita in tutte le sue manifestazioni. La cornice teorica considerata fa riferimento in modo particolare a: L’Ecologia della Mente (Bateson); Il problematicismo Pedagogico e l’Educazione alla Progettualità Esistenziale (G.M.Bertin, Contini); l’Ecologia dei Saperi e le Epistemologie del Sud (Boaventura di Sousa Santos, sociologo portoghese), in modo da tessere ponti di dialogo fra le diverse discipline, in particolare fra la pedagogia, la geografia, l’antropologia, la filosofia, la sociologia, la letteratura, il diritto e anche con le neuroscienze.
This paper proposes a reflection about the pressing necessity of a new educational paradigm obtained through the re-organization of the Knowledge Sciences. Sciences, in Morin’s words, ”disjointed, fragmented, inadequate to solve problems that today require an interdisciplinary approach”. The challenge: face the new global coexistence problems using the “Ecological thought”, in this study, central crux of the worldviews and ancestral wisdom, of Abya Yala (Latin America) people. Coexistence where the Right to Life as an Horizon of Harmony and Balance is turned into everyday life practice thanks to an including and participatory, respectful of Earth’s Sacredness, of Life in all its manifestations and respectful towards people’s biological and cultural diversity. The theoretical frame here considered specially refers to: Mind Ecology (Bateson); Pedagogic Problematicism and Education for Existential Planning (G.M.Bertin, Contini); Knowledge Ecology and Southern Epistemologies (Boaventura di Sousa Santos, Portuguese sociologist), in order to weave dialog bridges among different disciplines, in particular among Pedagogy, Geography, Anthropology, Philosophy, Sociology, Literature, Law and Neuroscience
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Parra, Yolanda <1960&gt. « Oltre Oceano : Altri orizzonti del possibile. Epistemiologie di Abya Yala e progettualità esistenziale “Lekil Kuxlejal,Sumak Kawsay, Kajkrasa Ruyina”. Filosofie della Terra per una Pedagogia del Buen Vivir ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amsdottorato.unibo.it/5428/.

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Résumé :
Questo elaborato propone alcune riflessioni sulla necessità urgente di un nuovo paradigma educativo, mediante la re-organizzazione delle scienze della conoscenza, scienze in parole di Morin, “disgiunte e frazionate, inadeguate ad affrontare problemi che richiedono oggi approcci multidisciplinari”. La sfida: affrontare i nuovi problemi di una convivenza planetaria, attraverso le connessioni del pensiero ecologico, in questo studio asse centrale delle cosmovisioni e della Sapienza ancestrale dei Popoli di AbyaYala (America Latina). Popoli in cui la Vita come orizzonte di Armonia ed Equilibrio si concretizza in pratiche di Vita Quotidiana grazie ad una Pedagogia del BuenVivir, inclusiva e partecipativa, rispettosa della diversità biologica e delle differenze culturali, nonché della Sacralità della Terra e della Vita in tutte le sue manifestazioni. La cornice teorica considerata fa riferimento in modo particolare a: L’Ecologia della Mente (Bateson); Il problematicismo Pedagogico e l’Educazione alla Progettualità Esistenziale (G.M.Bertin, Contini); l’Ecologia dei Saperi e le Epistemologie del Sud (Boaventura di Sousa Santos, sociologo portoghese), in modo da tessere ponti di dialogo fra le diverse discipline, in particolare fra la pedagogia, la geografia, l’antropologia, la filosofia, la sociologia, la letteratura, il diritto e anche con le neuroscienze.
This paper proposes a reflection about the pressing necessity of a new educational paradigm obtained through the re-organization of the Knowledge Sciences. Sciences, in Morin’s words, ”disjointed, fragmented, inadequate to solve problems that today require an interdisciplinary approach”. The challenge: face the new global coexistence problems using the “Ecological thought”, in this study, central crux of the worldviews and ancestral wisdom, of Abya Yala (Latin America) people. Coexistence where the Right to Life as an Horizon of Harmony and Balance is turned into everyday life practice thanks to an including and participatory, respectful of Earth’s Sacredness, of Life in all its manifestations and respectful towards people’s biological and cultural diversity. The theoretical frame here considered specially refers to: Mind Ecology (Bateson); Pedagogic Problematicism and Education for Existential Planning (G.M.Bertin, Contini); Knowledge Ecology and Southern Epistemologies (Boaventura di Sousa Santos, Portuguese sociologist), in order to weave dialog bridges among different disciplines, in particular among Pedagogy, Geography, Anthropology, Philosophy, Sociology, Literature, Law and Neuroscience
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VISCHI, ALESSANDRA. « RIFLESSIONE PEDAGOGICA E RESPONSABILITA' SOCIALE D'IMPRESA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/515.

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Résumé :
La promozione del capitale umano e la salvaguardia del creato rappresentano compiti fondamentali per la formazione della civiltà nel tempo futuro. La pervasività delle trasformazioni in atto su scala planetaria sollecita la pedagogia ad individuare e interpretare ciò che è essenziale, per promuovere una progettualità educativa assiologicamente e teleologicamente connotata. L’impresa socialmente responsabile è chiamata oggi a coniugare tutela dei diritti e libertà di mercato, soddisfazione delle attese degli stakeholder e performance economica, promozione del bene comune e tutela dell’ambiente. Lo studio, con un intento esplorativo, avvalora la responsabilità sociale d’impresa riconoscendone criticamente le potenziali implicazioni etico-educative; pone a tema la rilevanza del concetto di responsabilità nel discorso pedagogico e individua una stretta connessione tra la formazione delle risorse umane e l’impresa della sostenibilità. Nell’alveo della pedagogia sociale, l’espressione “pedagogia della responsabilità sociale” identifica un ambito del discorso che pone a tema la responsabilità sociale d’impresa, ne considera la pluralità delle forme euristiche e i significati attribuiti alle forme applicative; può concorrere allo sviluppo del confronto tra saperi disciplinari diversi e al rafforzamento della presenza della pedagogia nel dibattito socio-culturale e politico-economico attuale; un orientamento riflessivo di carattere fondamentale ovvero un’articolazione teoretica della formazione che considera in modo critico l’ambiente del lavoro e dell’impresa, con riferimento alle pratiche di responsabilità sociale; una prospettiva euristica connessa con l’analisi delle best practice e la progettazione di ambienti e scenari per lo sviluppo del capitale umano nel quadro di una convivenza democratica.
The promotion of human capital and the protection of creation are key tasks for the pedagogy of civilization in the future. The pervasiveness of global changes urges pedagogy to identify and interpret what is essential to promote an axiological and teleological educational project. Today the socially responsible company is called to combine rights protection and market freedom, meeting stakeholders’ expectations and economic performance, promoting common good and environmental protection. This study, with an exploratory intent, supports social responsibility of businesses recognizing its ethical and educational implications, analyses the relevance of the concept of responsibility and identifies a close link between the training of human resources and the enterprise of sustainability. The term "pedagogy of social responsibility" identifies an area of discourse that considers Corporate Social Responsibility and the diversity of heuristic forms and meanings given to application. It can contribute to develop comparison between different disciplinary knowledge and to strengthen the presence of pedagogy in current debate; a reflective direction that considers work and enterprise in a critical way, with reference to practices of social responsibility; a heuristic perspective connected with the analysis of best practices and the design of environment and scenarios for the development of human capital as part of a democratic coexistence.
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Livres sur le sujet "Progettualità"

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Trame di bellezza : Individuo, organizzazione, progettualità. Milano : Guerini e associati, 2011.

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editor, Scudiero Maurizio, et Galleria d'arte Contini (Cortina d'Ampezzo, Italy), dir. Depero : La progettualità : disegni : 1920-1928. Venezia : Contini galleria d'arte, 2017.

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Curate gli infermi ! : Tradizione, attualità e progettualità dei Cappuccini. Bologna : EDB, 2008.

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Steffan, Mariano. Curate gli infermi ! : Tradizione, attualità e progettualità dei Cappuccini. Bologna : EDB, 2008.

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Italy) Convegno internazionale beni culturali (4th 2008 Pollenza. Territori contesi : Campi del sapere, identità locali, istituzioni, progettualità paesaggistica. Urbino : Istituto interfacoltà di geografia, Università degli studi di Urbino "Carlo Bo", 2009.

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Lauricella, Salvatore. Le forme e gli eventi : L'autonomia tra progettualità e riforme. Palermo : Palumbo, 1986.

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Giuffrida, Maria. Politiche urbane nel Mezzogiorno : Percorsi di autorappresentazione e progettualità locali. Reggio Calabria : Laruffa, 2005.

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Cattolici per l'Italia : Unità, presenza, progettualità : note di un diario. Milano : Viator, 2011.

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La parola tramata : Progettualità e invenzione nel testo di D'Annunzio. Roma : Carocci, 2005.

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Monterosso, la riscoperta dell'antico, tra ricerca storica e nuova progettualità (Conference) (2019 Monterosso al Mare, Italy). Monterosso : La riscoperta dell'antico : tra ricerca storica e nuova progettualità. Quingentole (Mantova) : SAP, Società archeologica, 2019.

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Chapitres de livres sur le sujet "Progettualità"

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Pidalà, Andrea Marçel. « Le coste dei Nebrodi tra mosaico paesaggistico, beni culturali e criticità complesse. Visioni e Scenari Strategici progettuali nel paradigma della sostenibiltà ». Dans Proceedings e report, 289–98. Florence : Firenze University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-147-1.29.

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Résumé :
The coastline that delimits Nebrodi geographical area, includes beaches, coastlines and areas urbanized along a border section of about 104 km with 15 urban centers. The coastline is divided in 3 sections: beaches; dunes; waterfronts. The coastline defines a territory complex, where natural and human activities intertwine shaping the places. Relationship between man and nature determines environmental criticizes increasing, requiring strategic intervention with a holistic-integrated vision. Progressive urbanization has produced stiffening of coastline and questioning of ecological cycles.
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2

Teodori, Paolo. « Una progettualità intercomunale ». Dans Borgofuturo+, 29–30. Quodlibet, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gvdn46.8.

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3

Oliva, Gaetano. « Capitolo quarto. La Progettualità ». Dans Educazione alla teatralità, 465–508. Editore XY.IT, 2016. http://dx.doi.org/10.4000/books.xy.1614.

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4

Oliva, Gaetano. « Capitolo 3. Il gioco drammatico e la progettualità ». Dans Educazione alla teatralità : il gioco drammatico, 241–302. Editore XY.IT, 2016. http://dx.doi.org/10.4000/books.xy.1989.

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5

Bellabarba, Silvia. « La progettualità PIL per la Val di Fiastra ». Dans Borgofuturo+, 191–94. Quodlibet, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gvdn46.38.

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« Relazioni progettuali ». Dans Intuizioni sulla forma architettonica, 21–34. Quodlibet, 2019. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvj7wp1m.4.

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7

« REALIZZAZIONI E SPERIMENTAZIONI PROGETTUALI CONTEMPORANEE ». Dans L’architettura della strada, 282–91. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv125jrn1.36.

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« Tre approcci progettuali nel paesaggio ». Dans Progettare nel paesaggio naturale, 127–42. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv125jrrk.8.

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9

Di Sivo, Michele et De Paolis, Valentina. « Criteri progettuali e requisiti di progetto ». Dans Robot-assisted surgery in the operating room : ottimizzazione degli spazi e qualità delle performance / Michele Di Sivo, Valentina De Paolis ; introduzione di Stefano Capolongo. Pisa University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.12871/97888333946405.

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Actes de conférences sur le sujet "Progettualità"

1

Pugliano, Antonio. « Il restauro per la valorizzazione di architetture e siti da conservare : studi per la fruizione del paesaggio culturale italiano : il caso di Ostia ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8003.

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Résumé :
La memoria riguarda un’iniziativa sviluppata nell’Università Roma Tre, con il MiBACSoprintendenza Speciale ai Beni Archeologici di Roma e con l’Ordine degli Architetti di Roma. L’iniziativa, sostenuta dal valente Soprintendente Anna Maria Moretti e dall’eccellente direttore della Sede di Ostia, Angelo Pellegrino, mira alla costituzione di un sistema di azioni integrate di ricerca e formazione per la documentazione, la conservazione e la gestione del contesto ambientale, naturale e antropico, del territorio sud-occidentale di Roma, sino alla costa. Ivi si indagano le peculiarità dei siti individuando e caratterizzando possibili attrattori materiali e immateriali, da utilizzare come gli elementi eloquenti di una ricomposizione storica e antropologica del territorio utile al turismo di qualità, chiamato a giocare il ruolo di motore di crescita per l’economia locale. Il suddetto sistema si fonda su attività conoscitive e progettuali svolte da archeologi e architetti, assieme, nel contesto didattico del Laboratorio di Restauro 2M della Facoltà di Architettura dell’Università Roma Tre. Il prodotto degli ultimi anni, tanto della didattica svolta soprattutto sul campo, quanto della ricerca applicata, è un modello di piattaforma digitale attraverso la quale sono state ordinate le informazioni necessarie alla pianificazione delle iniziative di tutela e alla gestione della manutenzione, del restauro, della valorizzazione.
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Canfora, Fabrizio. « Il centro direzionale di Napoli : verso una città-territorio ? » Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7985.

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Résumé :
Negli ultimi anni l’ascolto e l’osservazione della società, come via d’accesso alla pratica delle politiche di pianificazione ed alla sperimentazione di nuovi orientamenti progettuali, ha assunto progressivamente un ruolo più incisivo. In tal senso la letteratura sociologica ha fornito spunti interessanti di riflessione per la problematizzazione di nozioni come quelle di bisogno, identità e azione locale, centrali nelle pratiche e nelle teorie della pianificazione. Una risposta al bisogno di radicamento territoriale si osserva nella pianificazione urbanistica degli ultimi anni in molte città europee, tra cui Napoli. Infatti, le politiche urbanistiche della città solo di recente provano a travalicare gli strumenti urbanistici tradizionali di tipo vincolistico. Il contributo si propone di evidenziare i risultati di una ricerca, quale caso studio, condotta a Napoli in merito ad un intervento di progettazione urbana di notevole rilevanza sulla riorganizzazione della città e più nello specifico, nella porzione di quartiere in cui è stato realizzato: si tratta del Centro direzionale. L’obiettivo di questo contributo è quello di analizzare le fasi del processo di pianificazione. Sono state approfondite due macrodimensioni di analisi. La prima di matrice “organizzativa” in cui si analizza quanto il processo pianificatorio sia risultato “inclusivo” rispetto ai diversi stakeholders; la seconda di matrice “relazionale”, in cui si considera l’identità e il senso di appartenenza con il territorio delle diverse popolazioni che vivono il Centro. È stato valorizzato il capitale “bio-socioambientale”? In recent years, listening and observation of society has gradually assumed a greater role, to define new urban policies and planning modeling. In this sense, sociological literature provided causes for reflection, problematizing concepts as need, identity or local action; central key concepts in the practices and theories of urban planning. Lately, in many European cities (Naples included), urban planning provided a response to the need of territorial identity. Recently the urban policies overcome the traditional planning tools. This paper presents the results of a case study about the planning and restyling of a contemporary neapolitan “business district” called Centro direzionale. The aim of the paper is to described the urban planning process. I have considered two macrodimension of analysis. The first one is organizational: it examines how the project is inclusive for stakeholders. The second one is relational: it considers the territorial identity and the sense of community of the different populations livening on District. Has the "bio-socio-environmental capital” been improved?
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Fedeli, Raul Enzo, et Stefano Magaudda. « Il progetto rewetland : riqualificazione ambientale dell’Agro Pontino attraverso la valorizzazione ricostruzione del paesaggio storico ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8011.

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Résumé :
Il progetto “Rewetland” (programma LIFE+ 2008 – environment and governance. www.rewetland.eu) prevede la predisposizione di un Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) della Pianura Pontina attraverso la sperimentazione di tecniche di fitodepurazione diffusa. Il PRA si basa sull’analisi approfondita del paesaggio a partire da quello delle bonifiche dei Papi (XV–XVII sec.), fino ad arrivare ai giorni nostri. La finalità dell’analisi del paesaggio è stata quella di ricomporre gli elementi costituenti i diversi ambiti paesaggistici del territorio in quadri unitari, quanto più possibile coerenti al loro interno e confrontabili tra loro per valutarne le qualità paesaggistiche, le trasformazioni avvenute nel tempo o in atto, le necessità di processi di riqualificazione, le potenzialità di assorbire nuovi interventi progettuali. L’utilizzo di strumenti gis è stato indispensabile, sia per individuare le permanenze del paesaggio storico e rurale, sia per definire e valutare i possibili scenari di intervento. Le azioni, i progetti e gli interventi del PRA riguardano la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e la realizzazione di aree umide ed ecosistemi filtro e favoriscono l’attivazione di buone pratiche non solo per la gestione dei canali della bonifica ma anche per quella delle aziende agricole. La metodologia utilizzata ha permesso di interpretare le trasformazioni del paesaggio dell’Agro Pontino e nel contempo progettare interventi e azioni di riqualificazione ambientale che rispondano a molteplici esigenze/obiettivi: il miglioramento della qualità delle acque, il potenziamento della rete ecologica e della biodiversità, la rigenerazione dei paesaggi tipici delle zone umide (re-wetland) che rappresentano la memoria del territorio. "Rewetland" project (LIFE+ 2008 - environment and governance. www.rewetland.eu) requires the preparation of an Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) of the Pontine Plain through experimentation with techniques of widespread phytoremediation. The PRA is based on a thorough analysis of the landscape from those of the reclamation of the Popes (XV -XVII cent.), up to the present day. The aim of the landscape analysis has been to reconstruct the elements making up the different areas of the local landscape into unified framework, as much as possible internally coherent and comparable to each other in order to assess the quality of the landscape, the changes through time or now being implemented, the necessity of regeneration processes, the potentialities to absorb new project interventions. GIS software tools have been essential, both to identify the permanence of the historic and rural landscape, and to define and evaluate the possible intervention scenarios. PRA actions, projects and interventions regard the renaturalization of waterways and the creation of wetlands and ecosystem filters and promote the activation of good practices not only for the management of the drainage channels but also for the farms. The methodology used allowed us to read the changes in the landscape of the Pontine Plain and at the same time to design interventions and actions that respond to multiple environmental restoration needs and objectives: improvement of water quality, enhancement of biodiversity and the ecological network, regeneration of the typical landscapes of wetlands (re-wetland) that represent the memory of territory.
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