Articles de revues sur le sujet « Progetto ROSA »

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Marino, Marco. « Costruire un immaginario per la ricostruzione. L'esempio di Messina "tutta rotonda e rosa" di Giuseppe Torres ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 130 (avril 2021) : 123–36. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1008.

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Résumé :
Le "Case Asismiche" di Giuseppe Torres sono un sistema di costruzione di edifici monolitici a pianta circolare, componibili, destinata alla ricostruzione integrale e originale della Citta di Messina dopo il Terremoto del 1908. Questo progetto e una testimonianza unica di un atteggiamento di ripristino urbano, che mette insieme innovazione tecnologica e tradizione formale, originando forme nuove e originali di insediamento.
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Patterson, Helen, et Martin Millett. « The Tiber Valley Project ». Papers of the British School at Rome 66 (novembre 1998) : 1–20. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004207.

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Résumé :
IL PROGETTO ‘LA VALLE DEL TEVERE’Questo articolo tratta gli obiettivi e struttura del nuovo progetto di ricerca della British School at Rome, il progetto ‘la Valle del Tevere’ e presenta alcuni dei primi risultati, anche se preliminari. L'obiettivo principale di questo progetto è di studiare il mutevole paesaggio della valle dal 1000 a.C. al 1300 d.C., indagando sull'impatto di crescita, successo e declinio di Roma sul suo entroterra e sui conseguenti effetti della città e flume sull'insediamento, economia e identità culturale. Questa iniziativa raduna molti studiosi con interessi di ricerca in questo campo ed in effetti include una serie di progetti connessi, ciascuno con i suoi specifici obiettivi di ricerca, ma allo stesso tempo parte di un progetto più ampio. La storia dell'insediamento è studiata tramite un riesame dei dati rilevati dai progetti britannici, in particolare quelli della ‘South Etruria Survey’, diretta da John Ward-Perkins, oltre ai dati pubblicati di progetti italiani. Allo stesso tempo, nuove ricerche sul campo sono in programma con l'intento di riempire le lacune esistenti. Due nuovi progetti iniziarono nel 1997 concentrandosi sul tema dell'urbanismo. Le ricognizioni a Falerii Novi e a Forum Novum hanno esaminato l'organizzazione interna delle citta tramite sistematiche ricognizioni in superficie e indagini geofisiche. I primi risultati chiaramente dimostrano il potenziale di questo approccio. Queste tecniche verranno applicate ad una gamma di centri urbani nella media valle del Tevere. La comprensione dell'interazione della città e della valle implica il mettere insieme l'informazione esistente relativa l'insediamento, le reti di comunicazione, l'economia e l'ambiente, oltre all'integrazione dei nuovi dati. Un elemento chiave del progetto è l'uso di un sistema GIS per l'integrazione ed analisi dei diversi livelli di informazione.
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Ansini, Luca, et Benedetta Fani. « Il Setting di Cammino per giovani in messa alla prova. Un progetto pilota ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (septembre 2020) : 204–12. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-001019.

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Résumé :
Nel presente contributo viene descritto un progetto educativo pilota realizzato dalla Onlus "Setting in Cammino" in collaborazione con l'Ussm di Roma, la Regione Lazio e il Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università Roma Tre. Nell'ambito di tre progetti di messa alla prova comunitari (art. 28 Dpr 448/88), già in corso, è stata inserita un'esperienza educativa nel Setting di Cammino: 140 km a piedi lungo la Via Francigena del Lazio, da Bolsena a Roma, per complessivi sette giorni. I tre giovani sono stati accompagnati da due operatori con alta formazione e con specifiche competenze di aiuto nel Setting di Cammino: un pedagogista ed una psicoterapeuta, entrambi di orientamento analitico transazionale. La Regione Lazio ha finanziato il progetto e l'Università di Roma Tre è stata incaricata di effettuare una valutazione pedagogica. Infine, è stata realizzata una Giornata di Studi conclusiva con la presenza dei rappresentanti di tutte le istituzionali coinvolte. Nella premessa vengono sinteticamente descritti gli elementi e le dimensioni del Setting di Cammino, indicando i contesti di ricerca nei quali sono stati elaborati.
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Careri, Francesco, et Fabrizio Finucci. « Progetto CIRCO ». Revista Estado da Arte 3, no 1 (30 juin 2022) : 1–8. http://dx.doi.org/10.14393/eda-v3-n1-2022-63794.

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Résumé :
Il progetto CIRCO prevede di recuperare il patrimonio di edifici abbandonati nella periferia di Roma e di trasformarli in una rete metropolitana di condomini interculturali basati sull'ospitalità. Si studiano e si pianificano diverse modalità di azione, come quelle dei city maker e una serie di funzioni di tipo Project Financing.
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De Stefano, Francesco, et Antonio Pizzo. « Nuove osservazioni sul tempio del santuario extraurbano di Tusculum ». Journal of Roman Archaeology 33 (2020) : 73–92. http://dx.doi.org/10.1017/s1047759420000926.

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Résumé :
La Escuela Española de Historia y Arqueología en Roma (EEHAR–CSIC) realizza ormai da 25 anni scavi archeologici e ricerche su Tusculum e il suo territorio, trattandosi di uno dei progetti di più lunga durata di una scuola straniera su territorio italiano. I risultati ottenuti da diversi gruppi di lavoro hanno restituito un′immagine straordinaria della città con la scoperta di una serie di complessi (foro, teatro, acropoli, chiese) che illustrano archeologicamente l'articolazione urbana del sito e le ulteriori possibilità di sviluppo delle ricerche. Dall′inizio dei lavori, nel 1994,1 la ricerca si è sviluppata in varie fasi contraddistinte da una strategia istituzionale coerente che ha facilitato la continuità del progetto, grazie anche alla partecipazione della XI Comunità Montana. In questi anni sono state numerose le pubblicazioni che hanno messo in circolazione i dati provenienti dalle varie campagne di scavo.2
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Spera, Mariangela, Elisa Colě et Antonella Rissotto. « La Valutazione Partecipata dei Centri Diurni per la Salute Mentale nel Comune di Roma : un'esperienza di ricerca-intervento in contesto sociosanitario ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (juillet 2011) : 191–207. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002011.

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Il progetto di "Valutazione Partecipata dei Centri Diurni per la Salute Mentale nel Comune di Roma", realizzato dall'Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, nasce nel 2004 su incarico del Dipartimento alle Politiche Sociali e della Salute del Comune di Roma. La ricerca-intervento realizzata rappresentava una risposta alle diverse esigenze: dell'Ente Locale, che sentiva la necessitŕ di dotarsi di strumenti di valutazione, e dei Servizi, che soffrivano una condizione di isolamento rispetto al contesto istituzionale e territoriale. Il progetto, frutto della dialettica tra i diversi, ha coinvolto numerosi attori dei 26 Centri Diurni romani e ha previsto la realizzazione di attivitŕ relative a: qualitŕ, organizzazione, rappresentazioni sociali, progettazione delle attivitŕ, formazione. Nell'articolo sono descritte le fasi di sviluppo del progetto ed evidenziati alcuni aspetti, come ad esempio il coinvolgimento attivo di operatori e responsabili nelle attivitŕ di ricerca; i cambiamenti attivati nel lavoro dei Centri Diurni; la ridefinizione del ruolo e delladell'Ente Locale. Sono inoltre proposte alcune riflessioni metodologiche.
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Perkins, Phil, et Sally Schafer. « The Villa Pigneto Sacchetti excavation : a new interpretation ». Papers of the British School at Rome 77 (novembre 2009) : 273–90. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000106.

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Résumé :
I resti settecentesca della Villa Pigneto Sacchetti si trovano a Roma, a nordovest della Città del Vaticano, sul ripido fianco nella Valle dell'Inferno nel parco regionale di Monte Mario. Concepito per la famiglia Sacchetti da Pietro da Cortona, essa fu una delle poche tra i suoi progetti architettonici ad essere costruita. Nel 1990 si pensava che la villa fosse andata perduta, e così fu elaborato un progetto per collocare ed esplorare i resti materiali; nel 1992 abbiamo parzialmente scavato la villa e in seguito pubblicato una relazione di scavo (in Papers of the British School at Rome 68 (2000)). Nel 2008 è stata pubblicata la molto attesa monografia di Jörg Martin Merz, Pietro da Cortona and Roman Baroque Architecture. Senza alcun dubbio questo volume fornisce un importante contributo alla letteratura architettonica del Barocco romano. Esso include un capitolo dedicato alla Villa Pigneto Sacchetti, che prende in considerazione alcuni dei nostri rinvenimenti. Questo articolo riguarda vari punti sollevati sul nostro lavoro e offre una reinterpretazione della storia della costruzione della villa con lo scopo di riconciliare opinioni divergenti e di incorporare i progressi degli studi dal 2000.
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Pentini, Anna Aluffi. « Una rilettura interculturale del concetto di spazio potenziale di Donald Winnicott. Analisi di un’esperienza educativa italiana ». Educar em Revista 34, no 68 (avril 2018) : 289–303. http://dx.doi.org/10.1590/0104-4060.57815.

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SOMMARIO In questo contributo si vuole dare conto della situazione italiana per quanto riguarda l’approccio educativo alla prima infanzia, e descrivere un progetto interculturale1, ideato, realizzato, monitorato e sostenuto per venti anni a Roma in un’ottica di pedagogia sociale2. Il nucleo fondante di questo progetto è il concetto di spazio potenziale di Winnicott (1971, 1986), applicato all’educazione interculturale e al sostegno alla genitorialità. Dati gli sviluppi delle politiche educative italiane attuali,3alcune pratiche che sono state concretamente realizzate in questo progetto, grazie al costante accompagnamento di consulenza pedagogica, potranno essere recuperate per promuovere una dimensione di accoglienza delle diversità nel contesto formativo e per rendere l’istituzione scolastica, anche quella della prima infanzia, un contesto democratico in cui si promuove la parità tra i bambini.
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Careri, Francesco, Fabrizio Finucci et Danilo Marinelli. « Porto Fluviale RecHouse. » Revista Estado da Arte 3, no 1 (30 juin 2022) : 1–9. http://dx.doi.org/10.14393/eda-v3-n1-2022-63795.

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Questa è la descrizione della proposta del progetto Porto Fluvial RecHouse, per la rigenerazione di un edificio in via Porto Fluviale, nell'ex area industriale di Roma. Enti comunali, universitari, governativi e di base (ex residenti della zona) hanno collaborato al progetto, tra cui: ridurre il problema abitativo attraverso un processo di integrazione e occupazione sociale; dotare il quartiere di un nuovo spazio pubblico; utilizzare metodi di gestione innovativi; attivare un processo di partecipazione; aumentare il mix sociale come antidoto ai processi di gentrificazione in atto nella zona; migliorare la vicinanza sociale tra gruppi eterogenei.
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Anna Manolio, Vittoria, et Alida Montaldi. « Verso la genitorialità adottiva in tempo di pandemia : l'ascolto delle coppie presso il Tribunale per i minorenni di Roma ». MINORIGIUSTIZIA, no 4 (juin 2021) : 120–30. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004012.

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Attraverso l'analisi dell'attività dell'ascolto coppie aspiranti all'adozione si propone una riflessione su alcuni fattori di protezione e indicatori di rischio nel progetto adottivo, specificatamente connessi allo stato di emergenza per la pandemia da Covid-19, osservati presso il Tribunale per i minorenni di Roma durante l'emergenza sanitaria.
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Alessandrini, Giuditta, Patrizia Cucchi, Valerio Massimo Marcone et Claudia Pignalberi. « La formazione continua "va" all'Universitŕ : il Progetto Roma Tre-Fon.Coop ». FOR - Rivista per la formazione, no 82 (avril 2010) : 77–82. http://dx.doi.org/10.3280/for2010-082014.

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van Meerhaeghe, Marcel A. G. « Protection of Competition in Belgium* ». Journal of Public Finance and Public Choice 8, no 2 (1 octobre 1990) : 93–101. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345036.

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Résumé :
Abstract Le recenti leggi sulla concorrenza introdotte in alcuni Paesi europei sono basate sulle norme comunitarie. È questo il caso della legge italiana del 10 ottobre 1990 e del progetto di legge belga del 10 settembre 1990.In Belgio è in vigore la legge 27 maggio 1960 contro l’abuso di posizione dominante, mentre non hanno concluso l’iter parlamentare altri progetti di legge sulla politica della concorrenza elaborati successivamente.Pertanto, il testo da esaminare (confrontandolo con la legge italiana e anche con quella comunitaria) è il progetto di legge del settembre 1990.Un primo problema è dato dal fatto che il Trattato di Roma non definisce il concetto di «concorrenza». Questa lacuna caratterizza anche molte leggi nazionali, inclusa quella belga del 1960, che contiene definizioni alquanto approssimative di «abuso» e di «posizione dominante». Il progetto di legge definisce solo tre concetti: «undertaking», «posizione dominante” e «ministro». Neppure la legge italiana fornisce definizioni.Il progetto di legge propone l’istituzione di un «Consiglio della concorrenza», con compiti sia di decisione circa attività anti-concorrenziali, sia di consultazione, di sua iniziativa o su richiesta del Ministro degli affari economici.Il consiglio è composto di dodici membri, di cui sei (compreso il presidente ed il vice-presidente) appartenenti alla magistratura ed altri sei designati sulla base della loro specifica competenza. Dodici membri supplenti sono designati sulla stessa base. Le nomine durano sei mesi e sono effettuate su deliberazione del Consiglio dei ministri. È facile immaginare che la Commissione sulla concorrenza sarà sottoposta a notevoli pressioni politiche. Inoltre, si prevede una commissione di consiglieri, rappresentanti le parti sociali, la cui consultazione ritarderà certamente le procedure.Il sistema previsto dalla legge italiana sembra preferibile, sia perché assicura una maggiore indipendenza dal potere politico, sia perché è più agile.Per quanto riguarda le operazioni di concentrazione, il progetto belga richiede una percentuale della quota di mercato (il 20%) che è inferiore a quella prevista dalla regolamentazione CEE (il 25%) ed inoltre il fatturato minimo richiesto, pari ad un miliardo di franchi belgi, appare eccessivamente basso, anche confrontato con quello della legge italiana, che è circa 15 volte più elevato e da commisurare ad un prodotto interno lordo cinque volte maggiore.Le procedure previste dal progetto belga (come, peraltro, anche quelle comunitarie) sembrano richiedere un eccessivo lavoro burocratico, anche a danno della riservatezza.Uno dei timori suscitati dalla regolamentazione comunitaria, attraverso le deroghe ai divieti di comportamento anticoncorrenziale, è quello di voler dar luogo a politiche industriali o sociali, piuttosto che ad una politica della concorrenza. In una parola, vi è il rischio che prevalga la «politica” vera e propria.Per quanto riguarda i rapporti tra normativa comunitaria e leggi nazionali, è possibile che ambedue siano applicate, purché non venga pregiudicata l’applicazione uniforme delle norme comunitarie.Le autorità nazionali possono vietare accordi rispetto ai quali la Commissione abbia dichiarato di non intervenire. Oltre a svolgere un ruolo di consulenza nei riguardi della Comunità, gli Stati possono inserirsi nel procedimento comunitario. Di fatto, per gli attori puo essere preferibile ricorrere alla magistratura, la quale può decidere il pagamento dei danni, anziché limitarsi ad imporre multe, come fa la Commissione.Con riferimento al sistema belga, si può dubitare che un Paese con un territorio così limitato possa regolamentare le concentrazioni, le quali sono già oggetto di normative comunitarie.Appare inoltre sorprendente, sia nel rapporto belga che nella legge italiana, l’assenza di norme che sopprimano il controllo dei prezzi.Poiché sia la legge italiana che il progetto belga si basano sulla normativa comunitaria, per fame una valutazione complessiva bisogna fare riferimento a quest’ultima, la quale si fonda sulla legislazione anti-trust statunitense che, tuttavia, negli ultimi anni e stata sottoposta a numerose critiche.Appare sempre piu di frequente che monopoli ed oligopoli non siano cosl preoccupanti come si pensava in passato. In particolare, un sistema oligopolistico può essere nella sua essenza concorrenziale.Non sembra quindi opportuno che, di fronte ad una revisione sostanziale di molte idee tradizionali in tema di funzionamento dei mercati, la Commissione e gli Stati membri accentuino il controllo delle concentrazioni.La politica comunitaria non sembra aver avuto un’evoluzione logica e coerente. In passato le concentrazioni mediante fusione venivano incoraggiate; dopo le si è considerate con diffidenza.Gli stessi concetti di «mercato rilevante», «pratiche concertate» e «posizione dominante” sono cambiati nel corso del tempo.Data l’ispirazione liberale del Trattato di Roma, la determinazione del «valore economico” dovrebbe essere lasciata al mercato, senza porsi il problema di identificare prezzi che siano «eccessivi». Anche per quanto riguarda gli accordi di distribuzione esclusiva, non sono chiari i danni che potrebbero conseguirne.In conclusione, le autorità nazionali farebbero meglio se cercassero d’influire sulla politica comunitaria della concorrenza piuttosto che adottarla senza i necessari approfondimenti.
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De Pasquale, Andrea. « I-Tal-Ya books : il censimento digitale dei libri ebraici d’Italia. Un progetto di cooperazione dell’Unione delle comunità ebraiche italiane, della Biblioteca nazionale centrale di Roma e della Biblioteca nazionale di Israele ». DigItalia 15, no 2 (décembre 2020) : 106–16. http://dx.doi.org/10.36181/digitalia-00018.

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Résumé :
Si presenta il progetto recentemente denominato I-Tal-Ya books, iniziato nel 2018, realizzato dall’Unione delle Comunità ebraiche italiane (UCEI) come capofila, con la partnership della Biblioteca nazionale centrale di Roma (BNCR), della Biblioteca nazionale di Israele (NLI) e della Rothschild Foundation Hanadiv Europe (RFHE) che ha garantito il supporto finanziario. L’obiettivo è la realizzazione di un censimento, in un database bilingue, di tutti i volumi presenti nelle biblioteche italiane, dalle origini della stampa ebraica fino al 1960, utilizzando come riferimento il catalogo della NLI per la trascrizione ebraica e il sito Worldcat della Library of Congress, per la traslitterazione in caratteri latini. Ai dati bibliografici si aggiungono anche quelli di esemplare (segnalazioni di marginalia, censure, note di possesso, legature di pregio) e la localizzazione. I volumi inoltre sono digitalizzati nelle pagine principali e più significative. Tutte le informazioni sono allocate nella teca digitale della Biblioteca nazionale centrale di Roma, opportunamente adattata. Si prevede che l’intero progetto includerà un numero complessivo di 35.000 volumi di 14 comunità ebraiche e 25 istituzioni statali.
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Patterson, Helen, Helga Di Giuseppe et Rob Witcher. « Three South Etrurian ‘crises’ : first results of the Tiber Valley Project ». Papers of the British School at Rome 72 (novembre 2004) : 1–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002658.

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LE TRE ‘CRISI’ DELL'ETRURIA MERIDIONALE: RISULTATI PRELIMINARI DEL PROGETTO VALLE DEL TEVERECon questo articolo si intende fornire un resoconto preliminare su alcuni dei risultati principali del progetto Valle del Tevere condotto dalla British School at Rome. Il lavoro si concentra sui risultati attenuti dal riesame dei materiali raccolti in occasione della South Etruria Survey e illustra come questi consentano di rivedere le precedenti interpretazioni proposte. Sono stati scelti tre casi-studio al fine di dimostrare come il progetto stia consentendo di ripensare i cambiamenti dei paesaggi della Media Valle del Tevere e, in particolare, di collocarli nel contesto del continuo e mutevole rapporto con Roma, durante i periodi storici di supposta ‘crisi’: il V–IV secolo a.C, il II secolo a.C. e il tardoantico–alto medioevo. Ogni periodo mostra differenti gradi di continuità e cambiamenti. Si è preferito pertanto adottare un termine neutrale come ‘trasformazione’, piuttosto che ‘crisi’ e situare ognuno di questi cambiamenti all'interno di una più lunga prospettiva storica e di una più ampia struttura interpretativa.
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Acocella, Silvia. « Una trincea fatta di libri : La Nuova Biblioteca editrice di Carlo Bernari ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 52, no 2 (26 février 2018) : 347–66. http://dx.doi.org/10.1177/0014585818755360.

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Nei canali sommersi della clandestinità, la Resistenza passò anche attraverso una cultura che si conservava ostinatamente di respiro europeo, attraverso i vasti orizzonti dei progetti editoriali: come quello de La Nuova Biblioteca editrice, di Carlo Bernari, che portò avanti lo sperimentalismo degli anni Trenta (e di una Napoli in contatto con la Parigi di Breton e con il secondo surrealismo al servizio della rivoluzione), aprendosi alle nuove correnti artistiche d'Europa, non solo anticipando la visione del mondo del dopoguerra e le domande su una nuova definizione di uomo, ma anche mantenendo ampi i confini di una stagione che fu definita neorealistica quando ormai il termine, almeno in letteratura, aveva perso molto del suo significato originario. Si dovrebbe parlare, piuttosto, per gli anni dell’immediato dopoguerra, di neo-espressionismo, come le scelte editoriali de La Nuova Biblioteca confermano, orientate verso quella “seconda ondata dell'espressionismo” che Contini individua nella Germania Weimar. Solo dopo il ritrovamento dell'intero catalogo delle edizioni de La Nuova Biblioteca, pubblicato il 7 giugno 1944 nella Roma appena liberata, si è potuta ricostruire la portata di questo progetto e il vasto orizzonte che ne orientava il disegno. A rendere prezioso il catalogo de La Nuova Biblioteca non è solo la preparazione di testi che sarebbero stati fondamentali per la nuova cultura del dopoguerra (come, per la prima volta in Italia, l’ opera omnia di Antonio Gramsci, in un'edizione priva di tagli e perciò anticipatrice dell'edizione critica di Gerratana del 1975) o la presenza di nomi come Delio Cantimori, Umberto Barbaro, Franco Calamandrei, Ettore Lo Gatto, Lombardo Radice, Alicata e Sapegno, ma è anche la particolare fase cronologica in cui questo progetto prende forma: si tratta di un lasso di tempo breve, apertosi a ridosso della guerra e destinato a chiudersi rapidamente: è come uno squarcio, in cui il magma di materiali diversi accumulatosi nei canali della clandestinità affiora per un’ultima volta prima che intorno si irrigidiscano gli schemi di nuove culture sempre più dominanti. Torneranno a inabissarsi, queste narrazioni aperte alla deformazione, alla menzogna romanzesca e alla commistione tra le arti; tuttavia come un fiume carsico continueranno a scorrere, andando a unirsi a tutte quelle correnti che procedendo parallele, tra inversioni, stalli e rivolgimenti, attraverseranno l'intero secolo.
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Tursilli, Antonio. « Il "tutoraggio" dei soggetti deboli del MdL italiano. Politiche "pro-attive" attuabili nei Centri per l'Impiego provinciali ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 97 (juin 2012) : 209–29. http://dx.doi.org/10.3280/qua2012-097010.

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Il presente saggio descrive la "filosofia" e i risultati ottenuti da due progetti condotti dall'Associazione Nuovi Lavori di Roma in partenariato con le province di Foggia, Bari e Taranto da un lato e L'Aquila, Teramo, Chieti e Pescara dall'altro. I progetti hanno sperimentato nuove e piů "attive" forme di politiche per il lavoro: il tutoraggio personalizzato e le reti sociali per il lavoro, evidenziando l'esistenza di possibili forme di evoluzione delle modalitŕ operative dei Centri Per l'Impiego delle province italiane.
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Ciotti, Fabio, et Alberto Baldi. « Macchine per leggere : promuovere la lettura con il distant reading ». ENTHYMEMA, no 30 (2 janvier 2023) : 173–92. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/19557.

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Questo articolo presenta il progetto Macchine per leggere, nato dalla collaborazione tra il Dipartimento di Studi letterari, filosofici e di storia dell’arte dell’Università di Roma “Tor Vergata” e il Centro per il Libro e la Lettura del MiC. Scopo del progetto è la realizzazione di un ambiente digitale (desktop e mobile) che introduca gli studenti della scuola secondaria di secondo grado alla conoscenza e all’utilizzo delle tecniche di analisi computazionale dei testi, qui proposte come spunto per accostarsi alla lettura dei classici della letteratura italiana (tra gli altri che saranno resi disponibili sul sito, Il piacere, I Malavoglia, Il fu Mattia Pascal…). L’approccio del distant reading e gli strumenti informatici per l’analisi e la rappresentazione dei corpora e per il text mining (word cloud, indici di frequenza di termini e sintagmi, topic modeling, sentiment e network analysis), uniti ad altre risorse come la geolocalizzazione su mappe digitali dei luoghi letterari, saranno presentati sia come metodo per simulare in ambiente virtuale reading strategies, che come modelli per integrare le prassi ermeneutiche tradizionali – close reading. In una sezione del sito dedicata, gli algoritmi di cui si darà dimostrazione saranno a disposizione degli studenti in forma di web app, così che possano sperimentare in autonomia e su altri testi in loro possesso l’approccio distant proposto nell’ambito del progetto.
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Salamone, Rosario. « "Nei panni dei rifugiati" : un progetto al Liceo Classico Visconti di Roma ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (février 2009) : 132–34. http://dx.doi.org/10.3280/mg2008-003016.

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Bonfanti, Angelica. « Accesso alla giustizia per violazioni dei diritti umani sul lavoro lungo la catena globale del valore : recenti sviluppi nella prospettiva del diritto internazionale privato ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 171 (décembre 2021) : 369–90. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2021-171001.

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Il presente contributo esamina gli aspetti di diritto internazionale privato relativi all'accesso alla giustizia da parte delle vittime di violazioni dei diritti umani sul lavoro nell'ambito delle catene globali del valore di imprese multinazionali con società madri europee. In questa pro-spettiva, dopo avere analizzato la disciplina prevista dai Regolamenti europei Bruxelles I-bis, Roma I e Roma II, il contributo si focalizza sulle soluzioni offerte da due strumenti normativi oggi allo studio rispettivamente delle Nazioni Unite e dell'Unione europea: il progetto di trat-tato sulla regolamentazione delle attività di impresa e i diritti umani e la proposta di direttiva in materia di dovuta diligenza e responsabilità delle imprese, la cui adozione è stata richiesta dal Parlamento europeo nel marzo 2021.
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Fioravanzo, Monica. « Mussolini, il fascismo e l'‘idea dell'Europa'. Alle origini di un dibattito ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 262 (octobre 2011) : 7–27. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262001.

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Č soltanto a partire dagli anni trenta che il fascismo, stretto fra la coscienza della crisi del continente e l'avanzata del nazionalsocialismo, di cui temeva la concorrenza, sviluppa un progetto di Nuovo ordine europeo. Con la sua proposta, il regime fascista s'inseriva in una riflessione sull'Europa che fin dagli anni venti aveva coinvolto personalitŕ eminenti, come Briand o Coudenhove-Kalergi, e molti movimenti, da Paneuropa a Mitteleuropa e Abendland. L'avvio del dibattito in Italia coincise con il decennale del regime, nel 1932, celebrato all'insegna della romanitŕ, intesa come fondamento della missione internazionale del fascismo. Fu soprattutto il Convegno Volta sull'Europa (novembre 1932), organizzato dalla Reale accademia d'Italia sotto l'egida di Mussolini, a dare risonanza internazionale al progetto di Europa fascista. Attraverso l'esame delle piů importanti relazioni, l'autrice pone in rilievo i tratti caratteristici del disegno fascista e ne sottolinea lo iato non solo rispetto alle concezioni liberaldemocratiche, ma - piů significativamente - rispetto all'idea nazista di Europa di Alfred Rosenberg, che del Nuovo ordine fascista contestava proprio il fondamento, ossia il diritto e l'ereditŕ di Roma.
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Marzano, Annalisa. « Trajanic building projects on base-metal denominations and audience targeting ». Papers of the British School at Rome 77 (novembre 2009) : 125–58. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000064.

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La monetazione imperiale è generalmente riconosciuta come uno dei mezzi usati dall'amministrazione centrale per diffondere messaggi ideologici specifici, anche se la misura in cui messaggi particolari potevano essere compresi dall'ampio spettro della società romana rimane oggetto di dibattito. Ancora più problematica resta la questione se specifici tipi monetali erano scelti in base alle differenti denominazioni (metalli preziosi rispetto a metalli vili), quindi tenendo in conto il sostrato sociale e geografico del potenziale fruitore delle monete. Lo studio vuole indagare la possibilità dello sviluppo di messaggi diversi a seconda delle utenze nelle monete traianee recanti tipi architettonici della zecca di Roma, e quindi compara queste questioni con monete simili emesse sotto gli imperatori Flavii e Adriano. L'analisi spiega come i progetti edilizi che avevano una rilevanza primaria per la popolazione di Roma, come il restauro del Circo Massimo, furono ricordati solo su monete di metallo non preziosi, mentre progetti che avevano una più ampia risonanza nell'impero, come è il caso del Foro di Traiano, furono rappresentati su monete di metalli preziosi, mostrando quindi che in casi specifici può essere individuato un chiaro modello dello sviluppo di messaggi diversi a seconda delle utenze.
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De Nardis, Silvia. « Il riuso informale dei vuoti urbani. Il caso di Porto Fluviale Occupato a Roma ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 128 (juillet 2022) : 37–46. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-128004.

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Nelle città contemporanee aumentano spazi abbandonati e in disuso che spesso trovano nuova vita nelle azioni dal basso. Il contributo si concentra sul tema del riuso informale dei vuoti della città come strumento di sviluppo sociale e urbano, aprendo una riflessione sul ruolo dell'azione spontanea dei cittadini nelle logiche formali della città. Le pratiche urbane informali di riuso possono attivare processi di ricomposizione semantica e ri-territorializzazione in risposta all'odierna frammentazione socio-spaziale. Esse si connettono alle finalità dei processi di rigenerazione urbana e richiamano l'idea di un progetto collettivo per la città. Il contributo analizza il caso del riuso informale di Porto Fluviale a Roma.
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Sainz Gutiérrez, Victoriano. « "Alcuni dei miei progetti", un libro inédito de Aldo Rossi ». Ra. Revista de Arquitectura 15 (26 mai 2015) : 99. http://dx.doi.org/10.15581/014.15.1908.

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El presente artículo da cuenta del hallazgo de un libro inédito de Aldo Rossi, cuyo original se conserva en el archivo del MAXXI en Roma. Ese texto, escrito en los años setenta, corresponde al esperado libro sobre la arquitectura análoga, del que el arquitecto milanés habló en numerosas ocasiones durante esos años y que, con la ayuda de Mario Gandelsonas, intentó publicar en Buenos Aires bajo el título Algunos de mis proyectos. Tras presentar una síntesis del contenido del libro, el artículo expone su complejo iter redaccional y lo sitúa en relación con los otros dos libros publicados por Rossi; finalmente, propone una interpretación de los motivos por los que su autor pudo renunciar a que viera la luz.
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Caravaggi, Lucina. « Disconnessioni e infrastrutture di paesaggio ». CRIOS, no 19 (mai 2021) : 20–33. http://dx.doi.org/10.3280/crios2020-019003.

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"Roma in movimento" è il titolo di una recente ricerca dedicata al rapporto tra le forme di prigionia urbana e la difficoltà di spostarsi nella città metropolitana di Roma. L'osservazione ravvicinata dello spazio urbanizzato intorno e oltre il GRA conferma che diverse forme di urbanizzazione contemporanea sono riconducibili non solo a nuove specie di insediamenti ma all'insieme di correlazioni ecologiche e servizi funzionali che ne permettono la sopravvivenza. L'ipotesi di lavoro sinteticamente delineata in questo testo è centrata sul concetto di infrastrutture flessibili declinate come nuove ‘infrastrut¬ture di paesaggio' a partire proprio dai temi dello spostamento sostenibile, motore della possibile riattivazione di vasti preziosi paesaggi marginali. L'ipotesi interpretativa indaga alcune categorie del progetto paesaggistico connesse al ‘movimento' (continuità, inter¬sezione e interazione) attraverso cui dare corpo a una nuova rete di spazi e collegamen¬ti verdi al servizio degli spostamenti alternativi alle auto, capaci di favorire nuove forme di accesso democratico alla città.
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Pelagallo, Francesco, Raffaele Giannitelli et Massimiliano Matteo Pellegrini. « Il Ruolo dell'Università nei processi di innovazione sociale : un progetto di rigenerazione urbana a Roma ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (janvier 2020) : 214–45. http://dx.doi.org/10.3280/so2019-002010.

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Titomanlio, Carlo. « Anton Giulio Bragaglia teorico della meraviglia ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 51, no 1 (1 février 2017) : 187–202. http://dx.doi.org/10.1177/0014585816689252.

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Fotografia, cinema, letteratura, arti visive, teatro: non c’è disciplina cui Anton Giulio Bragaglia (Frosinone 1890–Roma 1960) non si sia applicato, con spirito innovatore e inesauribile forza creativa. Il presente articolo ripercorre le prime esperienze teatrali di Bragaglia per poi concentrarsi sui suoi scritti teorici, con particolare riferimento agli articoli apparsi sulla rivista Comoedia tra il 1923 e il 1927. Ne emerge un insieme di considerazioni, ricerche, progetti personali e commenti tecnici di notevole interesse per la storia delle arti sceniche del Novecento.
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Osborne, John. « The Jerusalem Temple treasure and the church of Santi Cosma e Damiano in Rome ». Papers of the British School at Rome 76 (novembre 2008) : 173–81. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000453.

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Résumé :
Gli studiosi si sono a lungo chiesti perché un'aula absidata e il suo vestibolo adiacente, appartenente al Foro della Pace di Vespasiano, doveva essere stato scelto come sito per la prima chiesa cristiana nel Foro Romano, quella dei Santi Cosma e Damiano, un progetto di Papa Felice IV (526–30). Con questo articolo si suggerisce che uno dei fattori che ha influenzato la scelta può essere stata la precedente presenza in quest'area dei tesori tratti dal Tempio di Gerusalemme, rubati a Roma dai Vandali nel 455. Questa storia puó spiegare l'aggiunta di un candelabro d'oro alla decorazione musiva dell'arco di trionfo — che altrimenti segue l'iconografia di San Paolo fuori le mura —, come pure l'inusuale espressione della dedica scritta.
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Purcell, Nicholas. « Atrium Libertatis ». Papers of the British School at Rome 61 (novembre 1993) : 125–55. http://dx.doi.org/10.1017/s006824620000996x.

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ATRIUM LIBERTATISLa tesi sostenuta in questo lavoro e' che il progetto del luglio del 54 a.C. per il quale Cicerone (Att. IV 16) usa l'Atrium Libertatiscome punto di riferimento non ha nulla a che fare con il Forum Iulium, e che il nome ‘Tabularium’ è un termine improprio per il grande complesso repubblicano al di sotto del Palazzo Senatorio. Conseguenza di tale problema è che un edificio estremamente importante resta senza conosciuta localizzazione, e uno dei principali monumenti della Roma repubblicana senza un nome. Alcuni indizi portano ad ipotizzare che il Palazzo Senatorio possa in realtà essere identificato con l'Atrium Libertatis. Le conseguenze di questa ipotesi sulla topografia storica dei centri del governo romano vengono esaminate.
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Aloisio, Miriam. « Architettura e scrittura in Fantasmi romani di Luigi Malerba ». Quaderni d'italianistica 36, no 2 (27 juillet 2016) : 127–54. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v36i2.26902.

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Questo studio è un’analisi testuale di Fantasmi romani (2006) che mira ad illustrare come sia avvenuto un mutamento ideologico nella poetica di Luigi Malerba, che da autore di romanzi divertente e divertito, si presenta ora come un commentatore amareggiato dell’epoca contemporanea. Avvalendomi delle teorie di Remo Cesarani e di Fredric Jameson, secondo cui in conseguenza del tramonto delle “grandi metanarrazioni”, sono apparse nuove forme dello spazio cittadino e nuove tendenze architettoniche, analizzo come i protagonisti di Fantasmi romani vivano in uno stato di disagio e “smarrimento esistenziale” all’interno della metropoli romana. Laddove il personaggio di Clarissa cercherà di orientarsi leggendo i segni magici che la città le offre, l’architetto Giano prima porterà avanti il suo progetto architettonico di distruggere e ricostruire una nuova Roma; poi, attraverso il suo romanzo, cercherà invano di riordinare e dunque, cambiare, la società in cui vive. La consapevolezza del fallimento del progetto utopistico (l’architettura) e della creazione di un romanzo (la scrittura), è il segno di una preoccupazione radicata da parte dell’autore per lo stato attuale delle cose. Se inizialmente la cognizione della crisi ecologica, culturale, relazionale che percorre le pagine degli scritti malerbiani era mitigata da divertissement filologico, gioco linguistico e coinvolgente comicità in romanzi come ad esempio Il serpente, Salto mortale, il Protagonista, essa affiora invece nel testo dell’ultimo romanzo attraverso un sentimento di sfiducia e rassegnazione.
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Aceti, Franca, Francesca Aveni, Nicoletta Giacchetti, Paola Motta et Bianca Straniero Sergio. « La depressione post-partum : inquadramento del problema ». TERAPIA FAMILIARE, no 94 (février 2011) : 189–202. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-094013.

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In questo articolo gli Autori presentano i risultati preliminari relativi a 20 pazienti con diagnosi di depressione post-partum. Di recente infatti, č stato avviato dalla UOS di Igiene Mentale delle Relazioni Affettive e del post-partum del Policlinico Umberto I di Roma, un progetto intervento sui disturbi dell'umore nel puerperio. I dati raccolti finora indicano la prevalenza di un disturbo di personalitŕ del cluster B e che la depressione post-partum si configura come una difficoltŕ nel processo di separazione-individuazione madre-bambino che appare isomorfa a una indifferenziazione dei partner dalla propria famiglia di origine. Sia a livello individuale materno che della coppia, l'evento nascita, in quanto riedizione di vissuti di antiche separazioni, viene sperimentata come fonte di angosce e di pericolo.
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Keay, Simon, Martin Millett et Kristian Strutt. « An archaeological survey of Capena (La Civitucola, provincia di Roma) ». Papers of the British School at Rome 74 (novembre 2006) : 73–118. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003238.

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UNA RICOGNIZIONE ARCHEOLOGICA A CAPENA (LA CIVITUCOLA, PROVINCIA DI ROMA)Questo articolo presenta i risultati della ricognizione geofisica e topografica condotta a Capena, come parte del ‘Progetto città romane nella media e bassa valle del Tevere’. I risultati si basano su precedenti lavori e forniscono nuove informazioni sull'organizzazione e lo sviluppo del sito all'incirca dall'VIII secolo a.C. fino al periodo tardo-antico. L'indagine geofisica rivela che l'insediamento antico fu strutturato intorno ad una sistema stradale che seguiva la sommità della Civitucola, con strade che si diramavano da essa. Le evidenze emerse, inoltre, indicano che nel periodo arcaico, il sito occupava probabilmente 3 ha, espandendosi fino a circa 8, 7 ha nel periodo repubblicano perpoi contrarsi fino a circa 6 ha in quello imperiale. Strutture antiche appaiono sia verso l'estremità occidentale dell'insediamento, intorno alle strutture emergenti del cosiddetto Castellaccio, dove esse sono verosimilmente collegate al Foro della città, sia ad un più basso livello sull'estremità orientale della città. Complessivamente i risultati raggiunti suggeriscono che, sebbene Capena sia stata una citta relativamcnte piccola rispetto ad altri centri come Falerii Novi, essa doveva probabilmente essere abbastanza densamente occupata e giocava un importante ruolo amministrativo nel territorio.
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Parisio, Enrico, et Fabio Mongelli. « Place identity design nel quartiere San Lorenzo a Roma ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 3 (janvier 2022) : 103–17. http://dx.doi.org/10.3280/es2021-003008.

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L'emergenza sanitaria da Covid-19 ha modificando la tessitura delle relazioni sociali e l'approccio allo studio e al lavoro. Il ruolo del designer e, più in generale dell'artista, in que-sto contesto storico così imprevedibile, coincide oggi con quello dell'esploratore che abban-dona i processi di ricerca e sperimentazione individuale, per inseguire una nuova vocazione collettiva che guarda al domani. Città, parchi, piazze, agorà culturali dovranno confrontarsi con stravolgimenti che andranno ad incidere sulle abitudini dei cittadini. Gli spazi pubblici saranno rimodellati con progetti che tengano conto delle esigenze culturali connesse alla socia-lità e all'ambiente. È possibile immaginare un processo di rigenerazione urbana che, coinvol-gendo giovani studenti e ricercatori nella valorizzazione di una determinata identità territoriale, possa trasformarsi in un modello operativo aperto da innestare in altre aree. Roma prova a dare una prima risposta, con uno dei suoi quartieri simbolo: San Lorenzo, dando forma ad un'azione di co-design partecipativo che declina storia e futuro.
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Orlandi, T. « Progetti relativi a testi elettronici a Roma, accademia dei lincei e Universita La Sapienza ». Literary and Linguistic Computing 15, no 1 (1 avril 2000) : 73–80. http://dx.doi.org/10.1093/llc/15.1.73.

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Benini, Stefania. « Tra Mogadiscio e Roma : Le mappe emotive di Igiaba Scego ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 48, no 3 (27 août 2014) : 477–94. http://dx.doi.org/10.1177/0014585814543246.

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Il gesto di tracciare una mappa è atto di ordinamento cognitivo e di organizzazione dell’immaginazione, ma è anche atto fondante dell’identità e del suo posizionamento in relazione ai luoghi. Il saggio rintraccia le dinamiche affettive del vissuto della scrittrice italo-somala Igiaba Scego nella struttura di un libro – La mia casa è dove sono (2010) – pensato come mappa di due luoghi in dialogo l’uno con l’altro, Roma e Mogadiscio, fra memoria individuale ed epos familiare, fra scrittura autobiografica e narrazione orale, fra genealogia femminile e soggettività nomade, fra ex impero ed ex colonia, in senso letterale e in senso esistenziale. Tuttavia, il progetto benjaminiano di una mappa del vissuto di Igiaba si accompagna alla sua ironia e alla sua saudade, a un’appartenenza italiana che va dalla letteratura al calcio, e a un’appartenenza somala che non cessa di ricordare al pubblico italiano i crimini coloniali dell’età fascista e l’ancor più criminale amnesia che è seguita loro. Memorie auratiche e memorie funebri di Mogadiscio traspaiono dietro le sagome di monumenti e luoghi mitici di Roma, dal teatro Sistina all’elefantino del Bernini, dalla stele di Axum alla stazione Termini, in una condizione che va dalla diaspora alla rivendicazione di un’identità ibrida e in movimento, dove la mappa è luogo ma è anche, soprattutto, corpo.
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Richardson, Carol. « The lost will and testament of Cardinal Francesco Todeschini Piccolomini (1439–1503) ». Papers of the British School at Rome 66 (novembre 1998) : 193–214. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004281.

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IL TESTAMENTO PERDUTO DEL CARDINALE FRANCESCO TODESCHINI PICCOLOMINIL'esistenza di un testamento risalente al 1493 del cardinale Francesco Piccolomini è stata per lungo tempo riconosciuta, sebbene il documento stesso non fosse stato più visto dopo il diciottesimo secolo. Tuttavia, in anni recenti il testamento e stato riscoperto a Roma. Il documento non solo contribuisce con importanti riferimenti alla comprensione di alcuni progetti artistici del tardo quindicesimo secolo a Roma e Siena, ma getta anche nuova luce su un'importante ma trascurata figura rinascimentale ed aggiunge interessante materiale per lo studio del protocollo nella corte papale. Quale cardinale di Siena e nipote di Pio II, il testamento rivela che attraverso il suo patronaggio Francesco Piccolomini aveva cercato di mantenere viva la memoria della sua vita così come quella dello zio ed aveva cercato di proteggerre la reputazione della famiglia.Si tratta di un esteso documento che viene qui presentato, dopo una breve introduzione, nella sua interezza, comprensivo della licenza papale e di note esplicative.
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Ferber, Magnus Ulrich. « Zwischen München und Rom ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (20 décembre 2017) : 394–410. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0022.

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Riassunto Il carteggio del gesuita Matthaus Rader, nato nella Germania meridionale, rappresenta non solo una fonte importante per lo studio della storia culturale bavarese, ma offre anche un’importante testimonianza per il transfer culturale tra l’Italia e la Germania all’inizio del XVII secolo. I suoi progetti editoriali sia filologici che storici spesso necessitavano, nel contesto delle procedure di censura interne all’ordine, dell’approvazione da parte della curia generalizia. Da cio derivava un regolare scambio epistolare con la Citta eterna che apriva a Rader l’accesso a manoscritti rari, conservati a Roma, e lo metteva in contatto con i bibliotecari locali. Tali rapporti facevano di lui un importante interlocutore per viaggiatori diretti da Roma verso la Baviera, ad esempio Leone Allacci, il quale nel 1623 avrebbe dovuto trasferire i fondi della Palatina in Italia. La posizione di Rader come storiografo ufficiale della corte bavarese comportava che egli propagasse a Roma la visione storica del suo committente, il duca Massimiliano I. Il contrasto provocato da Abraham Bzowski con Massimiliano per la rappresentazione dell’imperatore Ludovico IV nei suoi Annales ecclesiastici porto Rader sull’orlo di un conflitto con il preposito generale dei gesuiti, Vitelleschi; in tale cornice si concepi piuttosto come attore sullo sfondo della politica culturale bavarese.
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Ferber, Magnus Ulrich. « Zwischen München und Rom ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (1 décembre 2017) : 394–410. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0022.

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Riassunto Il carteggio del gesuita Matthäus Rader, nato nella Germania meridionale, rappresenta non solo una fonte importante per lo studio della storia culturale bavarese, ma offre anche un’importante testimonianza per il transfer culturale tra l’Italia e la Germania all’inizio del XVII secolo. I suoi progetti editoriali sia filologici che storici spesso necessitavano, nel contesto delle procedure di censura interne all’ordine, dell’approvazione da parte della curia generalizia. Da ciò derivava un regolare scambio epistolare con la Città eterna che apriva a Rader l’accesso a manoscritti rari, conservati a Roma, e lo metteva in contatto con i bibliotecari locali. Tali rapporti facevano di lui un importante interlocutore per viaggiatori diretti da Roma verso la Baviera, ad esempio Leone Allacci, il quale nel 1623 avrebbe dovuto trasferire i fondi della Palatina in Italia. La posizione di Rader come storiografo ufficiale della corte bavarese comportava che egli propagasse a Roma la visione storica del suo committente, il duca Massimiliano I. Il contrasto provocato da Abraham Bzowski con Massimiliano per la rappresentazione dell’imperatore Ludovico IV nei suoi Annales ecclesiastici portò Rader sull’orlo di un conflitto con il preposito generale dei gesuiti, Vitelleschi; in tale cornice si concepì piuttosto come attore sullo sfondo della politica culturale bavarese.
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Serlorenzi, Mirella, Fulvio Coletti, Lino Traini et Stefano Camporeale. « Il Progetto Domus Tiberiana (Roma). Gli approvvigionamenti di laterizi per i cantieri adrianei lungo la Nova Via ». Arqueología de la Arquitectura, no 13 (17 janvier 2017) : 045. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2016.163.

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[it] Il progetto Domus Tiberiana, iniziato nel 2013 e coordinato dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l’area archeologica centrale di Roma, ha come scopo il nuovo e complessivo studio del primo palazzo imperiale sul Palatino. Diversi aspetti vengono considerati, integrando fra loro i risultati delle ricerche precedenti e delle nuove indagini, archiviati nel GIS SITAR della Soprintendenza: studio della stratigrafia muraria, delle tecniche edilizie, delle decorazioni, dei reperti archeologici e dei restauri architettonici. In questo articolo sono esposti i primi risultati dell’indagine condotta sulle tecniche e i materiali da costruzione dell’isolato adrianeo nel tratto occidentale della Nova Via, costruito insieme all’ampliamento dell’angolo NordOvest della Domus. In particolare, l’analisi metrologica dei laterizi ha chiarito come gli approvvigionamenti di bipedali, sesquipedali, bessali, tegole fratte e laterizi di reimpiego venissero redistribuiti all’interno dell’edificio. La ripartizione delle tecniche edilizie nelle diverse porzioni murarie obbediva, infatti, a una razionale logica economica e strutturale.
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Forgacs, David. « The words of the migrant : tales of contemporary Italy ». Papers of the British School at Rome 76 (novembre 2008) : 277–97. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000507.

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L'articolo fornisce un quadro breve del progetto di ricerca ‘Linguaggio/lingua, spazio e potere in Italia sin dal 1800’ che sto conducendo alla British School at Rome dal 2006 al 2009, e fornisce esempi tratti da uno dei più completi case studies. Nell'insieme, con questi case studies si esaminano gli intrecci del linguaggio/lingua, dello spazio e del potere in un certo numero di istituzioni e agenzie, inclusi l'esercito, i tribunali e gli ospedali psichiatrici, e in ricerche etnografiche e antropologiche. Il caso qui illustrato è quello della recente immigrazione in Italia e in particolare la verbalizzazione delle relazioni di potere tra ospiti e immigrati, e le rappresentazioni verbali e visive degli immigrati. I due esempi costituiscono eventi che hanno avuto luogo nel campo di detenzione di Regina Pacis in Puglia e le rappresentazioni degli immigrati rumeni a Roma, incluse le giovani donne che lavorano come prostitute.
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König-Pralong, Catherine. « Philosophiefeindlichkeit und konservatives Denken : Karl Wittes Dante ». Deutsches Dante-Jahrbuch 95, no 1 (23 septembre 2020) : 117–30. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2020-0010.

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Riassunto Agli antipodi della rappresentazione di Dante come precursore dell’unità nazionale, elaborata dalla filologia erudita italiana, Karl Witte, il più importante dantista di lingua tedesca del XIX secolo, costruì l’immagine di un Dante mistico e antirazionalista, cattolico e conservatore. Il presente articolo analizza, in primo luogo, il progetto intellettuale di Witte a partire dalle reti di relazioni sociali da lui intrattenute, dalle università prussiane sino alla Roma dei pittori ›nazareni‹, per giungere all’università di Halle, dove Witte occupò la cattedra di diritto romano per un periodo di quasi cinquant’anni. In un secondo momento, il contributo si sofferma sulla ricezione delle interpretazioni di Witte, e in particolare della sua lettura riduttiva del Convivio e della filosofia che in esso si esprime. L’articolo mostra come i dibattiti suscitati dai lavori di Witte abbiano infine ecceduto le aspettative del suo stesso autore per dar luogo a una vasta discussione sulla natura e sul valore della scolastica.
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Taylor, Rabun. « A citeriore ripa aquae : aqueduct river crossings in the ancient city of Rome ». Papers of the British School at Rome 63 (novembre 1995) : 75–103. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010205.

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A CITERIORE RIPA AQUA: ATTRAVERSAMENTI FLUVIALI DELL'ACQUEDOTTO NELLA ROMA ANTICAUn attento esame delle fonti letterarie suggerisce che l'introduzione di quattro acquedotti nella zona transtiberina, l'Aqua Appia, l'Anio Vetus, l'Aqua Marcia e l'Aqua Virgo, sia dovuta ad Agrippa. Si ritiene che il Pons Cestius sia stato costruito per lo meno in parte per realizzare questo progetto. Il Pons Agrippae, che certamente trasportava l'Aqua Virgo e forse l'Anio Vetus o anche l'Aqua Marcia, fu più tardi smantellato e ristrutturato a breve distanza più a valle, da Probo, con il nome di Pons Aurelius. I vecchi ponti dell'acquedotto vennero deviati verso questo nuovo ponte per mantenere il rifornimento di acqua nella trans-tiberina. L'Aqua Traiana attraversava il Tevere da ovest con un proprio ponte e procedeva verso est subito a sud del Colle Aventino, per congiungersi probabilmente alla rete di distribuzione sul Celio prima di diramarsi per alimentare le Terme Traiane e le altre regioni della città che giacevano ad est del fiume.
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Pellegrini, Guido, Barbara D'Amen, Fabio Massimo Lanzoni, Laura Cucinotta et Angelina Di Prinzio. « L'applicazione del metodo controfattuale per la valutazione di un intervento di welfare d'emergenza : il progetto Youssam a Roma Capitale ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 59 (avril 2015) : 124–47. http://dx.doi.org/10.3280/riv2014-059007.

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Corsini, Maria Grazia. « Residential building types in Italy before 1930 : the significance of local typological processes ». Urban Morphology 1, no 1 (16 janvier 1997) : 34–48. http://dx.doi.org/10.51347/jum.v1i1.4049.

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I tipi edilizi residenziali in Italia fino al 1930: permanenze e derivazioni dai processi tipologici locali. La maggior parte del tessuto edilizio dei quartieri progettati in Italia dalla seconda metà dell' Ottocento ad oggi è costituito dalla casa plurifamiliare ad appartamenti o `casa in linea'. La casa in linea dei primi quartieri di espansione rappresenta la codificazione del tipo plurifamiliare nato nella città antica dal riuso dell'edilizia monofamiliare medioevale, attraverso fenomeni di rifusione e sopraelevazione. Per questo, esaminando in comparazione i quartieri residenziali di città italiane progettati e realizzati dalla metà dell' Ottocento ai primi decenni del Novecento si rilevano, insieme a caratteri comuni nel tessuto e nell'edilizia, accezioni particolari e differenziazioni locali, nella struttura, nella distribuzione e soprattutto nel sistema di aggregazione della casa in linea, dovute alla permanenza e continuità di processi tipologici autoctoni ereditati dalla città antica. La ricostruzione dei processi tipologici locali diventa indispensabile per giungere al recupero del progetto riferito all'esperienza edilizia storica dell'area culturale di appartenenza, in stretta connessione e continuità con la cultura dei luoghi. L'analisi si sviluppa nella comparazione dei processi tipologici di tre città italiane, Genova, Roma, Milano.
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La Rocca, Concetta. « Triangolo del feedback per una valutazione trasparente e condivisa in ambienti digitali. Descrizione di una esperienza ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2021) : 235–49. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12445.

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Questo lavoro presenta i processi di feedback dialogico e circolare avviati nell'A.A. 2020/21, in un contesto didattico e valutativo trasparente e condiviso, nell'ambito dei due laboratori online, a cui hanno partecipato in totale 41 studenti, che sono parte del corso magistrale Comunicazione di Rete, tenuto dall'autrice, nel Dipartimento di Scienze della Formazione dell'Università Roma Tre. Il corso è stato erogato in ambienti digitali e, per facilitare la comunicazione tra studenti e docente, è emersa la necessità di attivare feedback ulteriori rispetto a quelli sulla corretta esecuzione dei compiti.  In particolare, anche attraverso l'uso di Open Badge, si è voluto rendere esplicite quelle forme di feedback che di norma restano tacite e che riguardano gli aspetti socio-affettivi e organizzativi (Yang & Carless, 2013). I dati, raccolti con strumenti quali-quantitativi, hanno mostrato che attraverso l'erogazione di varie forme di feedback, dialogico e circolare, si può costruire un contesto di insegnamento/apprendimento in cui la docente e gli studenti possano ricevere informazioni per la revisione della didattica e dello studio e partecipare attivamente al progetto educativo.
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Sear, Frank. « The theatre at Taormina — a new chronology ». Papers of the British School at Rome 64 (novembre 1996) : 41–79. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010345.

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IL TEATRO DI TAORMINA: UNA NUOVA CRONOLOGIAIl teatro di Taormina, nonostante la sua importanza, non era mai stato oggetto di nessun dettagliato rilevamento, fino al 1992 quando un team australiano cominciò lo studio delle sue fasi architettoniche. Tale lavoro ha confermato l'esistenza di tre principali fasi costruttive: una fase ellenistica (III secolo a.C.); una ricostruzione romana (inizio del secondo secolo d.C.); e la trasformazione del teatro in un'arena (inizio III secolo d.C.). Comunque il rilevamento ha anche messo in luce il fatto che molte delle strutture tipiche dell'edificio che si credeva appartenessero al periodo del teatro, di fatto vanno associate alla fase in cui esso operava da anfiteatro. La ricostruzione del teatro quale area designata per l'incontro di gladiatori evenationestrasformò radicalmente l'edificio, modificandone molte delle sue parti. L'aspetto dell'edificio nel periodo in cui funzionava da teatro era molto diverso da quello che comunemente si pensa, ed è di particolare interesse poiché il progetto dell'edificio per rappresentazioni teatrali fu influenzato dalla ricostruzione delscaenadel teatro di Pompeo a Roma, probabilmente all'epoca di Domiziano. Ci sono anche indizi che alcune delle caratteristiche architettoniche del teatro possano essere associate alle province orientali e dell'Asia Minore.
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Giovanetti, Giulia. « Cogitatio, inventio e natura loci. I progetti dei balnea in età tardoantica nel paesaggio urbano di Roma e Ostia ». Antiquité Tardive 28 (janvier 2020) : 139–56. http://dx.doi.org/10.1484/j.at.5.122359.

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Sgreccia, Elio, et Antonio G. Spagnolo. « L’insegnamento di bioetica nel Corso di laurea in Medicina e Chirurgia ». Medicina e Morale 45, no 4 (31 août 1996) : 639–54. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1996.900.

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In seguito all'attivazione anche nel sesto anno del corso di laurea in Medicina e Chirur gia della nuova Tabella XVIII relativa al riordinamento didattico in vigore già dall'a.a. 1988-1989, gli autori hanno ritenuto opportuno fornire alcuni ragguagli in merito all'esperienza dell'insegnamento della bioetica così come è stato attuato nella facoltà di Medicina e Chirurgia "A.Gemelli" dell’Università Cattolica del S. Cuore di Roma. Nella prima parte dell'articolo pertanto essi espongono ampiamente le modalità con cui si è articolato finora tale insegnamento nel corso dell'iter formativo dello studente di medicina, dando ragione anche del perché si sono operate certe scelte metodologiche, come pure di alcune opportune modifiche che potrebbero migliorare il coordinamento della formazione bioetica nei diversi anni e fra le discipline strettamente connesse. Loro obiettivo per i prossimi anni è quello di attivare una serie di seminari di bioetica clinica all'interno di altre aree cliniche, in stretta collaborazione con i docenti soprattutto delle aree di medicina clinica, di ginecologia e di ostetricia, delle emergenze medico-chirurgiche e della pediatria. Nella seconda parte dello scritto, invece, gli autori hanno voluto presentare alcune loro riflessioni in merito alla collocazione della bioetica all'interno del progetto di revisione dell'Ordinamento tabellare approvato già nel corso dell'anno precedente dal Consiglio Nazionale Universitario (CNU), ma mai pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale.
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Barazzetta, Giulio M., Emilio Mossa, Carlo Poggi et Marco Simoncelli. « The Airplane Hangars of Pier Luigi Nervi : Digital and Scaled Models ». Journal of the International Association for Shell and Spatial Structures 61, no 3 (1 septembre 2020) : 187–200. http://dx.doi.org/10.20898/j.iass.2020.004.

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The paper presents a complete study of the work done by Pier Luigi Nervi for the design and construction of a series of concrete hangars between 1935 and 1940. This research is enclosed in the framework of the exhibition entitled "Pier Luigi Nervi, il modello come strumento di progetto e costruzione" that gathers researches from Università degli Studi di Bologna, Università di Roma Tor Vergata and Politecnico di Milano. The exhibition was used as a starting point for a general discussion about the meaning of the logical passage that leads engineers and architects from physical scaled models to numerical structural models. The Politecnico di Milano contributed to re-writing the first experiences of Pier Luigi Nervi and Arturo Danusso in the structural modeling. Scaled models, nowadays substituted by finite element methods, were widely used in the past, for the understanding of the structural behavior of complex structures. Unfortunately, many of these masterpieces have been destroyed during the years (as happened to the two original models tested by Pier Luigi Nervi and reproduced for the exhibition). <br/> In the last part of the paper, based on numerical results, the structural behavior of these hangars is deeply discussed, underlining all the principal strengths and weaknesses of these complex structures.
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Dessì, Valentina. « Scuole all’aperto di ieri e di oggi. » Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 140–57. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13589.

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L’esperienza delle open-air school ci ricorda che lo spazio esterno di pertinenza della scuola, se progettato assieme all’edificio, diventa parte integrante dell’attività didattica, come evidenziato nei primi due casi studio riportati, la Casa del Sole e la Rinnovata Pizzigoni entrambe a Milano. Per troppi anni si è persa la consapevolezza della risorsa spazio-esterno-scolastico. Fortunatamente sempre più comunità scolastiche sono coinvolte nella realizzazione di spazi attrezzati nei cortili, convinte che la didattica a contatto con la natura offra opportunità di stimolo per tutti gli studenti che apprendono fin da piccoli il rispetto per la natura. Gli esempi riportati della scuola Marymount di Roma e Dante Alighieri a Milano ci fanno ragionare su come valorizzare lo spazio esterno a disposizione attraverso l’individuazione di nuove funzioni e il lavoro sulle superfici e le attrezzature.
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Borda, Enrique. « Sergio LANZA, Convertire Giona. Pastorale come progetto, Edizioni OCD («Appunti di Teologia», 5), Roma 2005, 352 pp., 17 x 24, ISBN 88-7229-274-3. » Scripta Theologica 38, no 3 (23 octobre 2017) : 1160. http://dx.doi.org/10.15581/006.38.11219.

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