Articles de revues sur le sujet « Progettazione processi »

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1

Galli, Jacopo. « Confini urbani, confini di guerra, confini di ricostruzione. I regimi proprietari come motore dei processi insediativi della ricostruzione ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 130 (avril 2021) : 38–59. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1004.

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Résumé :
Le attuali condizioni delle citta della MENA region pongono serie domande sui processi di progettazione in termini di possibili strategie di ricostruzione. Le condizioni di tabula rasa offrono molte possibilita, ma la struttura della proprieta e un grave ostacolo a una ricostruzione sostenibile. L'articolo analizza l'evoluzione dei confini urbani nelle citta siriane prima, durante e dopo la guerra, ripercorrendo i processi di metamorfosi urbana dettati da cause economiche, sociali e storiche.
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2

Bruzzese, Antonella. « Mind the gap. Linguaggi e strategie comunicative nei processi di progettazione partecipata ». TERRITORIO, no 47 (février 2009) : 44–48. http://dx.doi.org/10.3280/tr2008-047007.

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Résumé :
- The dimension of communication has assumed a significant role in planning activities in recent years. To reflect today on its forms means reasoning on the effectiveness of actions, projects, interactions and in particular here for the purpose of communication in participatory planning processes. When the objective is to ‘encourage participation' comprehension is one of the priority objectives. To pursue this objective the best ways must be found to close the information gaps that are created between the transmitters of communications experts, planners, professionals and the receivers inhabitants, politicians, other experts and clients. Some considerations can be put forward concerning techniques, languages and communication strategies, identifying requirements and indications useful for making them effective in the fields of verbal communication (narrations and arguments), visual communication (working illustrations) and the construction of experiences (emotional involvement).
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3

Carrera, Letizia. « Le politiche urbane per l'inclusione. Generare terzo spazio ». TERRITORIO, no 93 (janvier 2021) : 123–28. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093019.

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Résumé :
Oggi la città è più che in passato caratterizzata dalla multiculturalità, affrontata ancora con la logica del ‘melting pot', quindi di omogeneizzazione delle differenze, piuttosto che di quella più complessa della ‘salad bowl'. Uno strumento strategico è rappresentato dalla (ri)progettazione dello spazio urbano in vista della realizzazione di processi di inclusione, attraverso interventi strutturali puntuali e diffusi nel territorio. Centrali gli spazi terzi, spazi fisici nei quali soggetti diversi hanno la possibilità di incontrarsi e di iniziare percorsi di riconoscimento e di costruzione di comunità territoriali fondate sulle differenze e sulla contaminazione. Alcune politiche hanno optato per strategie di attesa di processi spontanei di composizione virtuosa di quelle differenze, altre per la messa in campo di azioni di governo delle differenze stesse e di processi di inclusione attiva.
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4

Scudo, Gianni, et Matteo Clementi. « La progettazione ambientale delle filiere alimentari orientata allo sviluppo bioregionale ». TERRITORIO, no 93 (janvier 2021) : 26–31. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093004.

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Résumé :
Il testo presenta strumenti di analisi e progetto di filiere alimentari elaborati nella ricerca ‘Bioregione'. Lo studio mira ad approfondire i processi che connettono domanda e offerta in un ambito territoriale definito e a formulare scenari migliorativi. Le filiere interessano i principali alimenti che compongono la domanda aggregata associata alla ristorazione collettiva nelle diverse fasi, dalla produzione in campo al conferimento al centro cottura, al consumo e alla gestione degli scarti. Gli indicatori utilizzati sono la domanda energetica complessiva (energia primaria non rinnovabile), la contabilità di terreno agricolo produttivo per quantità di prodotto o pasto equivalente e il costo di produzione. Essi costituiscono strumenti sperimentali di riferimento per una pianificazione territoriale locale che metta al centro un nuovo modello metabolico campagnacittà ambientalmente sostenibile.
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5

Tammaro, Rosanna, Deborah Gragnaniello et Roberta Scarano. « From the physical learning spaces to the virtual classroom : the role of the teacher in the digitization era ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 340–48. http://dx.doi.org/10.36253/form-12635.

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Résumé :
In educational contexts, a careful space planning where the training process takes place is indispensable because it promotes changes and innovation and inclusion processes. With the distance learning the design of educational contexts is even more important: online learning environments have peculiar characteristics and, therefore, a simple transposition of traditional practices into virtual environments is not possible. Teaching professionalism and initial and in service training on digital competence and on the inclusion of pupils in virtual educational spaces are fundamental. Therefore, in this article we reflect on the characteristics of the physical and virtual educational spaces and on the role of the teacher in the new educational scenarios. Dagli spazi educativi fisici all’aula virtuale: il ruolo del docente nell’era della digitalizzazione. Nei contesti educativi, è indispensabile un’attenta progettazione dello spazio in cui si realizza il processo di insegnamento-apprendimento perché esso promuove cambiamenti e processi di innovazione e inclusione. Con la didattica a distanza, la progettazione dei contesti educativi è ancora più importante: gli ambienti di apprendimento online presentano caratteristiche peculiari e, pertanto, non è possibile una semplice trasposizione delle pratiche tradizionali negli ambienti virtuali. La professionalità docente e la formazione, iniziale e continua, sulle competenze digitali e sull’inclusione dei discenti negli spazi educativi virtuali sono fondamentali. Pertanto, in questo articolo riflettiamo sulle caratteristiche degli spazi educativi fisici e virtuali e sul ruolo del docente nei nuovi scenari educativi.
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6

Borsa, Davide, et Giovanna D'Amia. « Il Fiordo di Oslo. Un laboratorio europeo di trasformazione urbana ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 138–40. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056021.

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Résumé :
Il processo di trasformazione che ha investito la capitale norvegese e il ruolo del fiordo nei processi di urbanizzazione sono stati oggetto di un seminario internazionale che si č svolto presso la facoltŕ di Architettura e Societŕ del Politecnico di Milano il 26 maggio 2010, le cui tematiche sono qui riassunte negli interventi di Dag Tvilde e di Marius Grřnning. Musei, infrastrutture, housing e terziario avanzato irrompono nello scenario post-industriale del waterfront: č il nuovo mix funzionale disegnato e scelto dai norvegesi per il rilancio della loro capitale che si vuole candidare a nuova tappa del grand tour europeo. Le ambiziose promesse programmatiche saranno mantenute? Č ancora possibile conciliare sviluppo, qualitŕ urbana, conquiste sociali, attraverso procedure di progettazione e programmazione democratica che mantengono una centralitŕ dell'attore pubblico come protagonista?
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Pietta, Antonella, Marco Bagliani et Edoardo Crescini. « L'Italia si adatta ? La definizione delle politiche di adattamento al cambiamento climatico alla scala regionale ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 2 (mai 2022) : 71–91. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2022oa13801.

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Résumé :
Nelle politiche di adattamento la scala locale è centrale per delineare le vulnerabilità dei diversi territori e progettare azioni realmente efficaci. Il contributo presenta un'analisi critica delle politiche di adattamento individuate alla scala regionale in Italia focalizzando l'attenzione su alcune chiavi di lettura: l'impostazione generale delle politiche stesse, la governance messa in atto per l'implementazione, l'integrazione tra le politiche dal punto di vista orizzontale e verticale, la presenza e tipologia dei processi partecipativi, la considerazione delle caratteristiche dei singoli territori all'interno della progettazione delle politiche. Dalle ricerche qui illustrate emerge una situazione di luci ed ombre: su 21 amministrazioni, solo 4 hanno completato l'iter, mentre almeno 5 non hanno ancora iniziato a mobilitarsi in questa direzione.
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8

Cozzi, Gianni, et Cinzia Panero. « Aspetti e problemi delle interazioni tra soggetti non equifinalizzati nel marketing turistico-territoriale ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 3 (septembre 2011) : 17–37. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-003003.

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Résumé :
Nei processi di progettazione e di attivazione di specifiche azioni di marketing, finalizzate a conservare ed accrescere l'attrattivitÀ di una destinazione dotata di una pluralitÀ di prodotti e di filiere turistiche, possono insorgere problemi riconducibili ad una insufficiente e poco efficace interazione tra rilevanti soggetti di offerta. In questo contributo, anche sulla base di una ricerca da noi condotta nell'area di Sanremo, nella quale tali problemi sono risultati non marginali, si considerano, in modo particolare, le relazioni tra i policy-makers ed i principali. Il loro esame č inquadrato in uno schema di riferimento teorico, in cui, evidenziando le specificitÀ del marketing turistico-territoriale, si individuano le possibili cause di tali problemi.
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Meccariello, Antonell, et Renata Mentasti. « L’ambiente di apprendimento nella scuola dell’infanzia : uno spazio fisico, mentale e culturale ». IUL Research 3, no 6 (21 décembre 2022) : 76–86. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.298.

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Résumé :
Recenti studi in ambito educativo evidenziano che la didattica, collocata in un ambiente di apprendimento ben progettato, si può fondare su pratiche innovative che mettono al centro gli studenti, promuovono l’apprendimento cooperativo, prevedono docenti sensibili alle differenze individuali, con forte enfasi sui feedback formativi. L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica sin dalla prima infanzia, oggetto di esplicita progettazione, per realizzare ambienti smart, veri e propri ecosistemi di apprendimento. L’articolo, partendo dalla definizione di ambiente di apprendimento, stimola una riflessione che conduce alla dimostrazione di come anche dei piccoli cambiamenti nelle aule esistenti e negli spazi di una scuola possono avere un impatto importante sui processi di insegnamento-apprendimento.
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Minerva, Laura. « Partecipazione popolare e progettazione urbana : il caso del quartiere Gallaratese di Milano (1965-1975) ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (juillet 2021) : 90–111. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-001004.

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Résumé :
L'articolo evidenzia l'importanza della partecipazione popolare nella pianificazione urbanistica del quartiere Gallaratese di Milano nel decennio 1965-1975, ricostruendo le diverse fasi del confronto politico tra i cittadini e gli enti istituzionali. Dalle prime associazioni a carattere spon-taneo sino alla definizione di un organismo strutturato quale il Comitato popolare di quartiere, le iniziative dei residenti si sono inserite all'interno delle complesse dinamiche di trasformazione della realtà urbana, assumendo un ruolo decisivo nel dibattito politico con l'Amministrazione comunale. Il coinvolgimento diretto dei soggetti sociali ha permesso un'evoluzione positiva della realta` territoriale del quartiere, in termini sia di qualita` dello spazio fisico sia di complessiva funzionalita` dello stesso, evitando la riproposizione del classico schema di emarginazione e ingiustizia sociale proprio della dicotomia centro-periferia. L'esperienza del Gallaratese e` la dimostrazione di come l'intervento dell'attore pubblico nel governare i processi di trasformazione del paesaggio urbano abbia maggiore efficacia quando lo stesso accetti di confrontarsi, o sia in qualche modo costretto a farlo, con gli altri attori interessati.
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Paulo Blikstein et Lorenzo Guasti. « Taking Constructionism Outside : Combining outdoor education, maker pedagogy, and constructionist learning ». IUL Research 1, no 2 (1 décembre 2020) : 186–95. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i2.75.

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Résumé :
Quando ripartiranno i processi di istruzione dopo l'emergenza COVID-19, come saranno le scuole? L'articolo discute le possibilità in due aree che possono aiutare ad immaginare l'apprendimento nel mondo post-pandemia: l'outdoor education e la maker education. La vasta letteratura scientifica sull'outdoor education ne mostra l'efficacia. Nel contesto dell'attuale pandemia l'outdoor education diviene ancora più importante, dato che offre il contesto adeguato per mantenere il distanziamento sociale e garantire un basso rischio di contagio. Dato che gli spazi chiusi possono non essere adatti alle attività di maker education per ragioni sanitarie, possiamo considerare di realizzare pratiche di maker education in un contesto di outdoor education. Questo articolo getta le basi per la progettazione di unità didattiche che integrano i principi dell'outdoor education e della maker education.
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Lami, Isabella M., et Beatrice Mecca. « Architectural project appraisal : an active learning process [Valutazione del progetto architettonico : un processo di apprendimento attivo] ». Valori e Valutazioni 28 (juillet 2021) : 3–20. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212802.

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Résumé :
Reflecting on how economic evaluation is taught in architecture courses opens up a discussion between those who structure problems with design and those who structure problems with different approaches (specifically estimation approaches) and where this design and these methods can intersect and hybridise. The paper presents some reflections, and a methodological proposal, related to the way of teaching economic evaluation in architecture courses. The aim of this paper is to propose an integrated assessment operative framework applied according to the active learning strategy, aimed at supporting students in dealing with design decision-making processes in a structured way and providing them with a problem representation scheme. Riflettere sulle modalità insegnamento della valutazione economica nei corsi di architettura consente di aprire una discussione tra chi struttura i problemi con il progetto e chi struttura i problemi con approcci diversi (nello specifico quelli estimativi) e dove questo progetto e questi metodi si possono incrociare e ibridare. L’articolo illustra alcune riflessioni, e una proposta metodologica, relative alla modalità di insegnamento della valutazione economica nei corsi di architettura. Lo scopo di questo documento è di proporre un quadro operativo di valutazione integrato applicato secondo la strategia dell’apprendimento attivo, volto a sostenere gli studenti nell’affrontare processi decisionali di progettazione in modo strutturato e a fornire loro uno schema di rappresentazione del problema.
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Curci, Francesco, et Gabriele Pasqui. « Territori fragili e pandemia : una sfida per le culture del progetto ». TERRITORIO, no 97 (février 2022) : 7–10. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12921.

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Résumé :
La pandemia da Covid-19 ha agito da acceleratore di processi territoriali e transcalari che erano già evidenti. Tra questi, un ruolo centrale assume la questione ecologica, con tutte le sue implicazioni politiche e con la sfida che essa pone alle culture della pianificazione e della progettazione in un contesto di incertezza radicale e di crescenti disuguaglianze socio-spaziali. L'articolopropone alcune chiavi di lettura trasversali dei contributi di questa Special Issue, identificando nelle diverse declinazioni un approccio al ridisegno dei territori capace di promuovere progetti e politiche antifragili e basate su criteri di preparedness. Le tre chiavi di lettura che introducono questa riflessione collettiva su pandemia e fragilità territoriali sono dunque state: le interpretazioni dei fenomeni in corso e la riflessione sulle forme di razionalità; l'attenzione alle geografie e alle specificità dei luoghi; le prospettive progettuali e di policy.
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Masi, Sara Elisabetta, et Sandra Zaramella. « Il rapporto scuola-mondo del lavoro : una indagine nella provincia di Bologna e le ricadute sui processi di policy making ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 120 (février 2011) : 233–51. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-120012.

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Résumé :
La tradizionale separazione tra il tempo dell'apprendimento e il tempo del lavoro, a partire dagli anni '70, č stata rimessa in discussione, evidenziando come, in seguito alle piů recenti trasformazioni dei sistemi produttivi, le carriere di vita siano sempre piů discontinue e fluide, comportando profonde trasformazioni nei modi di concepire l'istruzione, il lavoro e il loro rapporto. Entro tale quadro di riferimento, da parte del sistema scolastico si č diffusa la convinzione della necessitŕ di una "maggiore articolazione della pratica sociale tra educazione e lavoro", capace di fondare tale legame su basi sganciate da una semplice dipendenza funzionale e lineare dell'istruzione dal mercato del lavoro. Rispetto a tali temi, la Provincia di Bologna ha avviato un lungo percorso di progettazione di interventi connessi al rapporto scuola-territorio-lavoro. Tra di essi, si discutono nel presente saggio gli esiti emersi da una ricerca finalizzata ad analizzare l'eterogeneo mondo delle pratiche con cui si esplica tale rapporto, con l'intento di ricostruirne il ‘campo organizzativo' e dunque le specifiche condizioni sociali, economiche e culturali di sfondo, nonché gli aspetti maggiormente critici.
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Nadler, Robert. « Multilocalitŕ : un concetto emergente fra mobilitŕ e migrazione ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 94 (avril 2011) : 119–33. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094009.

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Résumé :
Da tempo il tema della mobilitŕ sociale e spaziale interessa discipline come la sociologia, la geografia e l'economia. I processi migratori, dall'altro, sono diventati un oggetto specifico della ricerca scientifica. Tuttavia entrambi si sono sviluppati all'interno delle societŕ industriali moderne e appare lecito dubitare del fatto che essi possano ancora rappresentare in modo adeguato la condizione di individui e di gruppi sociali post-moderni che devono organizzare la propria vita in contesti socio-spaziali altamente flessibili. L'Ufficio Federale per l'Edilizia e la Progettazione Regionale tedesco () ha recentemente dedicato un numero speciale della rivista "Informazioni sullo Sviluppo Spaziale" () al tema della multilocalitŕ. Il termine sta assumendo sempre piů importanza nel dibattito internazionale al fine di descrivere alcuni tratti specifici della vita quotidiana postmoderna. In questo saggio l'autore ripercorre i passaggi salienti del dibattito sul tema in corso nell'ambiente scientifico di lingua tedesca. In un primo momento, descrivendo il significato attribuito al concetto di multilocalitŕ e agli elementi che lo differenziano da quelli di mobilitŕ e di migrazione. In seguito, mostrandone i campi di applicazione di maggiore interesse per la ricerca scientifica.
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Scalcione, Vincenzo Nunzio. « The authentic assessment of educational actions : backward design and promotion of life skills ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 3 (31 décembre 2022) : 66–80. http://dx.doi.org/10.36253/form-13584.

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Résumé :
The processes of change that affect today's training system require a planning commitment aimed at finding flexible and, at the same time, effective answers. A training approach, oriented towards design models capable of proceeding with the assessment of performance, appears to be the element that defines authentic assessment. According to the methods of intervention estimated by Grant Wiggins and Jay McTighe, a methodology is proposed that starts from some assessment choices, intervening on the definition of the same methods of didactic planning, according to the tool of understanding by Design. The aim is to promote a lasting understanding, acquire skills for life, achieve the so-called promotion of an authentic assessment, a perspective within which the assessment aims to involve the student through real-life tasks. In the present discussion we have therefore proceeded to define the intervention framework of such an approach, proposing the examination of the theoretical references and design models, within a design intervention carried out in the school. La valutazione autentica delle azioni educative: progettazione a ritroso e promozione delle competenze per la vita. I processi di cambiamento che investono il sistema formativo odierno necessitano di un impegno progettuale finalizzato alla ricerca di risposte flessibili ed, al contempo, efficaci. Un approccio formativo, orientato verso modelli progettuali in grado di procedere all’accertamento delle prestazioni risulta essere l’elemento che definisce la valutazione autentica. Secondo le modalità di intervento preventivate da Grant Wiggins e Jay McTighe, viene proposta una metodologia che muove da alcune scelte valutative, intervenendo sulla definizione delle stesse modalità della progettazione didattica, secondo lo strumento dell’understanding by Design. Il fine risulta quello di promuovere una comprensione durevole, acquisire competenze per la vita, conseguire la cosiddetta promozione di un authentic assessment, una prospettiva, all’interno della quale, la valutazione mira a coinvolgere l’alunno attraverso compiti di realtà. Nella presente trattazione si è quindi proceduto a definire il quadro di intervento di un simile approccio, proponendo la disamina dei riferimenti teorici e dei modelli progettuali, all’interno di una attività didattica realizzata nella scuola.
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Cepollaro, Gianluca, et Luca Mori. « Apprendere paesaggi e paesaggi dell’apprendimento : dall’utopia alla sperimentazione ». Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 18–35. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13440.

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Résumé :
Abstract Il ripensamento degli spazi dedicati all’educazione procede ricorsivamente con quello dei metodi e delle prassi a supporto dell’apprendimento. Nel nesso tra luoghi, spazi dell’educazione e processi di apprendimento, il costrutto di paesaggio rileva forti potenzialità. Attraverso la riflessione su alcuni esiti che emergono da tre esperienze educative con insegnanti e alunni di scuole di diverso ordine e grado, si sostiene che un approccio alla progettazione partecipata fondata sull’esercizio dell’immaginazione utopica è utile non solo per l’apprendimento dei paesaggi che viviamo, ma anche per la costruzione di paesaggi dell’apprendimento caratterizzati da un’alta vivibilità. Abstract The rethinking of spaces dedicated to education is strictly connected with that of the methods and practices to support learning. Landscape idea shows a strong potential in the link between places, educational spaces and learning processes. Considering the outcomes emerging from three educational experiences with teachers and students of different schools, it is argued that a participatory-planning approach, based on the exercise of the utopian imagination, is useful not only for the learning of the landscapes we live in, but also for the construction of learning landscapes characterized by high liveability.
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Bufalino, Giambattista. « (Ri)generare la scuola. Per una transizione green e culturale ». Studi sulla Formazione/Open Journal of Education 25, no 2 (31 décembre 2022) : 7–11. http://dx.doi.org/10.36253/ssf-14053.

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Résumé :
L’emergenza sanitaria da COVID-19 ha posto una rinnovata attenzione alle interconnessioni dinamiche tra società globali, sistemi umani e ambiente, determinando contingenze e stravolgimenti di non poco conto che rilanciano l’esigenza di “andare verso” nuovi modelli esistenziali e abitativi sempre più compatibili con la sostenibilità ambientale. La scuola rappresenta il luogo d’elezione per il consolidarsi di una coscienza ecologica e per la progettazione di percorsi di apprendimento di comportamenti virtuosi, che possano orientare il cambiamento culturale nella prospettiva della transizione ecologica e culturale. L’educazione alla sostenibilità diviene dunque una sfida culturale e una priorità educativa. Sulla scia del programma Next Generation EU, alla luce dei più recenti documenti ministeriali e delle raccomandazioni internazionali, l’articolo pone al vaglio critico il concetto di “transizione ecologica”, quale categoria pedagogica capace di riflettere e riassumere fratture e continuità, trasformazioni e persistenze per poter guidare le nuove generazioni ad assumere la coscienza di “comunità di destino terrestre” e riprogettare gli habitus nel quotidiano. Entro tale orizzonte, il contributo rileva il ruolo strategico svolto dai processi di green leadership, quali vettori trasformativi performanti per poter attivare percorsi di innovazione e cambiamento diffusi e allargati in prospettiva ecologica all’interno delle istituzioni scolastiche.
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Giuliani, Arianna. « Qualify formative processes by promoting inclusive practices : the case of B. Pascal High school ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 393–407. http://dx.doi.org/10.36253/form-12566.

Texte intégral
Résumé :
Promote inclusive processes by designing educational settings and activities seem to be confirmed as one of the most difficult challenges to which schools and teachers must respond. Encouraging the development, by all students, of engagement and skills useful for the future exercise of an active citizenship implies a broad commitment of teachers, as well as adequate mediation and co-planning skills of the specialized teacher. The contribution examines the results of a project conducted at the B. Pascal High school, based in Rome. Working with a class in which several students were supported by a specialized teacher, was focused the effectiveness that individual and small group reflection activities can have in enhancing communication and collaborative skills. The main evidence that emerged allow to highlight the effectiveness of the strategies used in promote an inclusive training experience. Qualificare i processi formativi promuovendo pratiche inclusive: il caso dell’Istituto statale B. Pascal. Predisporre setting educativi e progettare la didattica in modo da promuovere processi inclusivi sembrano confermarsi tra le sfide più ardue a cui le scuole e gli insegnanti devono rispondere. Favorire lo sviluppo, da parte di tutti gli studenti, dell’engagement e di competenze utili per il futuro esercizio di una cittadinanza attiva implica un ampio impegno degli insegnanti, nonché una adeguata capacità di mediazione e co-progettazione dell’insegnante specializzato. Il contributo approfondisce gli esiti di un percorso progettuale condotto presso l’Istituto statale B. Pascal di Roma. Nel lavorare con una classe in cui erano presenti più studenti affiancati dall’insegnante specializzato, l’attenzione è stata posta sull’efficacia che attività di riflessione individuale e di piccolo gruppo possono avere nel potenziamento delle capacità comunicative e collaborative. Le evidenze emerse consentono di evidenziare l’efficacia delle strategie utilizzate rispetto alla possibilità di predisporre un’esperienza formativa inclusiva.
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Braga, Caterina. « Participation and co-creative planning for urban sustainability. The Clic-Plan project educational case ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no 2 (31 juillet 2021) : 151–59. http://dx.doi.org/10.36253/form-11326.

Texte intégral
Résumé :
The environmental degradation and climate change are the contemporary contexts in which educational processes take place. New forms of knowledge are therefore necessary, which place individuals, groups, as well as those responsible for social life at all levels (economic-political, institutional, administrative, productive, cultural), in the condition of not ignoring the consequences of human actions, also on the environment. Educating to participation, in contrast to delegation, promotes a sense of belonging and makes citizens responsible actors within the decision-making processes for managing their own territory. This, in the epistemological relevance of the pedagogical discourse, takes shape in the dimension of engagement for the benefit of the person and the community and is realized in active participation to the so-called smart city. This discussion can occur within an on-going project, CLIC-PLAN: Changing Climate: Local Adaptation Plan for sub-alpine lake districts with a strong commitment to tourism led by the Catholic University, with activities on climate change. Partecipazione e progettazione condivisa per la sostenibilità urbana. Il caso formativo del progetto Clic-plan Il degrado ambientale e i cambiamenti climatici sono il contesto in cui si svolgono oggi i processi educativi. Sono dunque necessarie nuove forme di conoscenza, che pongano gli individui, i gruppi, i responsabili della vita sociale a tutti i livelli (economico-politico, istituzionale, amministrativo, produttivo, culturale), nella condizione di non ignorare le conseguenze delle azioni umane, anche sull’ambiente. Educare alla partecipazione, in contrasto con la delega, promuove il senso di appartenenza e rende i cittadini attori responsabili dei processi decisionali di gestione del proprio territorio. Questo, nella rilevanza epistemologica del discorso pedagogico, trova forma nella dimensione di engagement a beneficio della persona e della comunità e si realizza nella partecipazione attiva all’interno della cosiddetta smart city. Può contribuire ad alimentare la riflessione il progetto CLIC-PLAN: CLIma in Cambiamento. Piano Locale di AdattameNto per comuni lacustri in territorio subalpino con forte vocazione turistica dell’Università Cattolica, inerente al cambiamento climatico.
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Ciampa, Francesca, Giorgio Croatto, Massimo Rossetti, Michele De Carli, Francesco Chinellato, Umberto Turrini, Angelo Bertolazzi et Francesco Incelli. « Architectural technology responds to the environmental crisis : participatory design in an emergency context / La tecnologia dell’architettura risponde alla crisi ambientale : la progettazione partecipata in ambito emergenziale ». Valori e Valutazioni 30 (août 2022) : 119–34. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20223008.

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Résumé :
Within the framework of the research and innovation strategy RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, funded by the Veneto Region), for the improvement of the resilience and adaptation capacity of the Veneto territory to environmental crises and emergencies, the subject of the contribution returns the results of the participatory experimentation of the project H.E.L.P. Veneto ‘ High-efficiency Emergency Living Prototypes Veneto - Sustainable adaptive residences for temporary stay in environmental emergencies. The research concerns the design of a minimum flexible emergency living module, replicable on a large scale, multifunctional, sustainable, powered by off-grid systems and integrated into the built environment. The housing unit uses timber, a material linked to the local building tradition, whose prefabricated modular reversibility follows principles of circular reuse. Moreover, the constructive adaptability of the interior spaces is reflected in a “liquid space” capable of transforming itself according to the needs of the occupants. The paper introduces a form of participatory design of the emergency housing module, based on the engagement of small and large companies, related to different segments of the construction market, a leading sector in the economy of Veneto. The participatory approach borrows from Architectural Technology the tools needed to understand the characteristics of the settlement system, the potential of the project and the value of scientific stakeholder engagement in the process. Using the Soft System Methodology, direct investigation protocols have been constructed relating to the performance of the living unit. Using Strategic Options Development and Analysis (SODA), the results of the experimented survey (large-scale questionnaires) were decoded, interpreted and systematised. The processing of the answers allowed the stakeholders to validate the potential of the proposed module and, at the same time, to be informed about its characteristics. The innovation of the method lies precisely in the modelling phase, which makes it possible to integrate the results of the hard and soft data analyses and to make it clear how participation plays an essential role in the process of designing and validating the proposed module. Nell’ambito della strategia di ricerca e innovazione RIS3 “Sustainable Living” (POR-FSE, finanziato dalla regione Veneto), per il miglioramento della capacità di resistenza e di adattamento del territorio veneto a crisi ed emergenze ambientali, l’oggetto del contributo restituisce gli esiti della sperimentazione partecipata del progetto H.E.L.P. Veneto High efficiency Emergency Living Proto- types Veneto – Residenze adattive sostenibili per la permanenza temporanea in regime di emergenza ambientale. La sperimentazione riguarda la progettazione di un modulo minimo abitativo di emergenza flessibile, repli- cabile a larga scala, polifunzionale, sostenibile con impianti a funzionamento off-grid e integrato nell’ambiente costruito. L’unità abitativa utilizza il legno, materiale legato alla tradizione costruttiva locale, la cui reversibilità modulare prefabbricata segue principi di riuso circolare. Inoltre, l’adattabilità costruttiva degli ambienti interni si riflette in uno “spazio liquido” capace di trasformarsi in base alle esigenze dell’abitare. Il contributo propone una forma di progettazione partecipata del modulo abitativo emergenziale, basata sull’engagement delle realtà aziendali di piccole e grandi dimensioni, relative ai diversi segmenti di mercato dell’edilizia, settore trainante della regione Veneto. L’approccio partecipativo mutua dalla Tecnologia dell’Architettura gli strumenti di conoscenza atti alla comprensione delle caratteristiche del sistema insediativo, delle potenzialità del progetto e del valore dell’engagement scientifico degli stakeholder nel processo. Utilizzando la Soft System Methodology sono stati costruiti dei protocolli di indagine diretta che combinano la conoscenza prestazionale dei processi insediativi nell’unità ambientale. Mediante la Strategic Options Development and Analysis (SODA) sono stati decodificati, interpretati e sistematizzati i risultati della survey sperimentata (questionari ad ampia scala). L’elaborazione delle risposte ha fatto sì che il sapere esperto degli stakeholder validasse le potenzialità del modulo proposto informandosi, al contempo, sulle caratteristiche dello stesso. L’innovazione del metodo risiede proprio nella fase di modellazione, la quale permette di integrare i risultati delle analisi dei dati hard e quelle dei dati soft, e di rendere chiaro come la partecipazione svolga un ruolo essenziale nel processo di animazione e validazione del modulo proposto.
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Gratani, Francesca, et Lorenza Maria Capolla. « Maker Education and semplexity. Rethinking education to address emerging complexity ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 23, no 1 (4 février 2023) : 101–11. http://dx.doi.org/10.36253/form-13643.

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Résumé :
Today’s educational systems deal with several elements of complexity resulting from the rapid transformations of contemporary society. Employability and professional skills have evolved considerably since the beginning of the 21st century, with an emphasis on creativity, design, and engineering processes. Teachers are therefore required to redesign teaching and learning pathways, emphasizing flexible and microlearning-oriented design and competence-based didactics that effectively integrates technology. This paper aims to reflect on the contribution of Maker Education within the emerging complexity, analyzing an experience conducted in light of three fundamental principles of Berthoz’s theory of semplexity: modularity, redundancy, and deviation. The experience provided teachers with the opportunity to revise their own practices and posture towards new technologies. At the same time, the experience allowed us to impact on the students’ life skills by soliciting the three competence areas outlined in the 2020 LifeComp Framework. Maker Education e semplessità. Ripensare l’educazione per affrontare la complessità emergente. I sistemi educativi si trovano oggi a dialogare con numerosi elementi di complessità derivanti dalle rapide trasformazioni della società. L’occupabilità e le competenze professionali sono notevolmente evolute dall’inizio del XXI secolo, con un’enfasi sulla creatività, il design e i processi ingegneristici. Ai docenti si richiede, dunque, di ripensare i percorsi di insegnamento e apprendimento, privilegiando sia una progettazione flessibile e orientata al microlearning sia una didattica per competenze che integri efficacemente le tecnologie. L’articolo vuole riflettere sul contributo della Maker Education alla complessità emergente, rileggendo un’esperienza condotta alla luce di tre fondamentali principi della teoria della semplessità di Berthoz: modularità, ridondanza e deviazione. L’esperienza ha fornito al docente l’opportunità di mettere in discussione le proprie pratiche e la propria postura nei confronti delle nuove tecnologie e ha consentito di impattare sulle life skills degli studenti, sollecitando le tre aree di competenza delineate nel LifeComp del 2020.
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Colonnese, Fabio. « L’Objet Trouvé come modello tra approcci analogici e digitali ». EGA Revista de Expresión Gráfica Arquitectónica 25, no 40 (17 novembre 2020) : 156. http://dx.doi.org/10.4995/ega.2020.12934.

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Résumé :
<span>Sebbene questa stagione di tecnologie digitali e tecniche di produzione semiautomatica ha condizionato la maggior parte della tradizionale catena di montaggio e gli strumenti del processo di progettazione e rappresentazione, l'uso di found-objects nella modellistica è ancora praticato, rivelato e promosso da architetti e docenti contemporanei. Questo potrebbe essere interpretato come il sintomo di una sorta di resistenza analogica o un modo per introdurre incidenti pianificati e incertezza in un processo di progettazione deterministico e omologante, ma lo scenario è sfaccettato. Questo contributo discute l'uso di found-objects come modelli nella progettazione dell'architettura e nella pratica della comunicazione. In particolare, descrive le loro radici storiche e la loro funzione critica nella ricerca delle avanguardie artistiche, classifica il loro ruolo nelle diverse fasi del processo di progettazione tradizionale e contemporaneo e si concentra su interazioni e differenze degli approcci analogici e digitali, in relazione alle opportunità semantiche della rappresentazione architettonica.</span>
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Fregonara, Elena, et Alice Barreca. « Economics for sustainability : impacts on the real estate appraisal and economic evaluation of projects ». Valori e Valutazioni 29 (janvier 2022) : 5–22. http://dx.doi.org/10.48264/vvsiev-20212903.

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Résumé :
The aim of this piece of work is to present the recent developments of the discipline of Real Estate Appraisal and Economic Evaluation of Projects in relation to Sustainable Architecture and its design. The focus is on the principles borrowed from economics and, in particular, on the transition from a linear to a circular thinking and the related impacts on estimative theories and practices. Starting from the urgency of the underlying problems, Life Cycle Thinking is recalled within which the theories of the Green Economy, the Circular Economy and, recently, the Helical Economy are developed. The reasoning then recalls some passages of disciplinary evolution to include the public, environmental and social dimension. A methodological survey follows with attention to the recent – and now almost consolidated – approaches for projects evaluation and market analysis, attributable to international energy-environmental policies. In terms of the evaluation of new construction projects or retrofitting existing assets, the transition from the financial perspective, in terms of Linear Economy, to the perspective of economic-energy-environmental sustainability, from a Circular Economy perspective, is a central point. From the point of view of market analysis, the importance of exploring the impact of sustainable architecture on the values and dynamics of supply and demand is underlined. The results of the work show that the use of life cycle valuation is essential for the reuse of resources, but also for the containment of their consumption in the production phase. The use of tools capable of jointly analyzing energy and costs could guide decision-making processes between different design options, encouraging conversion and efficiency strategies, even in contexts of weak sustainability. Obiettivo del lavoro è presentare i recenti sviluppi espressi dalla disciplina dell’Estimo e Valutazione Economica dei Progetti in relazione all’Architettura sostenibile e alla sua progettazione. L’attenzione è posta sui principi mutuati dall’Economia e, in particolare, sul passaggio dalla visione lineare alla visione circolare e i relativi impatti sulle teorie e pratiche estimative. A partire dall’urgenza dei problemi sottostanti, viene richiamato il Life Cycle Thinking in seno al quale si sviluppano le teorie dell’Economia Verde, dell’Economia Circolare e, recentemente, dell’Economia Elicoidale. Il ragionamento richiama poi alcuni passaggi dell’evoluzione disciplinare per includere la dimensione pubblica, ambientale e sociale. Segue una ricognizione metodologica con attenzione agli approcci recenti - ma ormai consolidati - per la valutazione dei progetti e per le analisi di mercato, riconducibili alle politiche internazionali in materia energetico-ambientale. Sul versante della valutazione dei progetti di nuova costruzione o di retrofit del patrimonio esistente, centralità è posta sul passaggio dalla prospettiva finanziaria, in ottica di Economia Lineare, alla prospettiva della sostenibilità economico-energetico-ambientale, in ottica di Economia Circolare. Sul versante delle analisi di mercato, è rimarcata l’importanza di esplorare l’impatto dell’architettura sostenibile sui valori e sulle dinamiche della domanda e dell’offerta. I risultati del lavoro evidenziano come l'impiego della valutazione nel ciclo di vita sia fondamentale per il riuso delle risorse, ma anche per il contenimento del loro consumo in fase produttiva. L’uso di strumenti capaci di analizzare congiuntamente l’energia e i costi potrebbe orientare i processi di decisione fra opzioni progettuali diverse, incentivando strategie di conversione e efficienza, sia pure in contesti di sostenibilità debole.
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Giugliano, Giovanna, Mario Buono et Sonia Capece. « Design per configurare nuovi luoghi e spazi di apprendimento adattivi ». i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 16 (16 décembre 2021) : 107–24. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2021.v16i.12804.

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Résumé :
Diseñar formas y espacios de aprendizaje es un proceso que requiere creatividad pe­dagógica, arquitectónica, social, cultural y política.La literatura científica nacional e internacional (OCDE, 2017) sobre innovación educa­tiva destaca la estrecha relación que conecta la didáctica con el entorno de aprendiza­je. Por ello, los procesos de renovación educativa no pueden prescindir de una nueva visión de los espacios escolares y de los entornos educativos.Surgen nuevas pautas de planificación escolar, se enfatiza el aprendizaje como un pro­ceso activo y constructivo en el que cada niño tiene un papel «protagonista».De hecho, en el escenario contemporáneo, los estudiantes se convierten en partici­pantes activos en la creación de información y nuevas ideas en el entorno educativo. En consecuencia, la educación del siglo XXI se basa en tres principios pedagógicos (McLoughlin & Lee, 2008): personalización, participación y productividad (Luna Scott, 2015).El estudio de estos aspectos, acompañado del análisis evaluativo y comparativo de experiencias de diseño en el ámbito escolar, nos ha permitido configurar el nuevo concepto SINAPSI 0-14, un sistema de mobiliario que adapta y adopta tecnologías avanzadas para satisfacer las necesidades de los niños y profesores, actuales y futuras, según una perspectiva holística.El objetivo era diseñar un sistema de celdas «orgánicas» modulares, flexibles y adap­tables que pudieran ser utilizadas de forma transversal por usuarios de diferentes edades, desde jardines de infancia hasta centros de enseñanza primaria y secundaria. SINAPSI 0-14 se configura en formas que pertenecen a un universo de geometrías que se remontan a una única matriz de elementos orgánicos. El conjunto de símbolos que pueden agregarse definen diferentes formas del sistema de mobiliario, haciendo que el espacio educativo sea «cronotópico» y capaz de cambiar según el tiempo y el lugar que se cree y según el uso y las necesidades.Estos estudios en profundidad han permitido reconstruir un repertorio analítico crítico sobre el tema de los espacios educativos y la arquitectura escolar, entrelazando sus cambios en función de los modelos pedagógicos y los instrumentos normativos, para definir la escuela del futuro. Progettare forme e spazi di apprendimento è un processo che richiede creatività pedagogica, architettonica, sociale, culturale e politica.La letteratura scientifica nazionale e internazionale (OECD, 2017) sull’innovazione educativa evidenzia la stretta relazione che connette la didattica all’ambiente di apprendimento. Per tale ragione, i processi di rinnovamento della didattica non posso prescindere da una nuova visione degli spazi scolastici e dei setting educativi.Emergono nuove linee guida per la progettazione scolastica, si enfatizza l’apprendimento come un processo attivo e costruttivo nel quale ogni bambino ha un ruolo di “protagonista”.Difatti, nello scenario contemporaneo, gli studenti divengono partecipanti attivi alla creazione di informazioni e di nuove idee nell’ambiente educativo. Di conseguenza, l'istruzione del ventunesimo secolo si basa su tre principi pedagogici (McLoughlin & Lee, 2008): personalizzazione, partecipazione e produttività (Luna Scott, 2015).Lo studio di tali aspetti, accompagnato dall’analisi valutativa e comparativa di esperienze progettuali in campo scolastico, ha consentito di configurare il nuovo concept allestitivo SINAPSI 0-14, un sistema d’arredo che adatti e adotti le avanzate tecnologie per rispondere ai bisogni di bambini e insegnanti, attuali e futuri, secondo una prospettiva olistica.L’obiettivo è stato progettare un sistema di cellule “organiche” modulari, flessibili e adattabili che possano essere utilizzate in maniera trasversale da utenti di diverse età, dalle scuole d’infanzia alle scuole primarie e secondarie di primo grado. SINAPSI 0-14 si configura in forme appartenenti a un universo di geometrie riconducibili a un’unica matrice di elementi organici. L’insieme dei simboli aggregabili definiscono differenti forme del sistema di arredo rendendo lo spazio didattico “cronotopico” atto a modificarsi in funzione del tempo e del luogo che si crea e in funzione dell’uso e delle esigenze.Tali approfondimenti hanno consentito di ricostruire un repertorio critico analitico sul tema degli spazi educativi e delle architetture scolastiche intrecciandone i cambiamenti in linea con i modelli pedagogici e gli strumenti normativi, al fine di definire la scuola del futuro.
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Butera, Federico, et Fernando Alberti. « Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Résumé :
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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De Leo, Daniela. « COMPRENDERE E FAR COMPRENDERE ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no 2 (15 juillet 2016) : 137. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n2.v1.330.

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Résumé :
In this paper the basic question is how who stars from the comprehension contributes to build the learning in a different way than who starts from an easy activity, have a light measurement of comprehension that you want to develop and live the same space inside of linguistic interaction process, constant negotiation of meanings, to realize a significant learning.In questo saggio la questione principale è come chi parte dalla comprensione concorra a costruire apprendimento in modo diverso da chi parte da una semplice attività, avere chiara la dimensione di comprensione che si vuole sviluppare e abitare la stessa dimensione all’interno dell’interazione linguistica, costante negoziazione di significati, aiuta ad attivare il processo di progettazione per la realizzazione di un apprendimento significativo.
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Monaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Allulli, Massimo. « Grandi Progetti Urbani e spazio pubblico : condizioni di un binomio possibile. il caso della ZAC clichy-Batignolles ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 104 (octobre 2012) : 140–63. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104009.

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Résumé :
In questo testo si prende in esame il caso della ZAC Clichy Batignolles, un programma di trasformazione urbana originato dalla candidatura olimpica di Parigi per il 2012. La candidatura č stata colta come occasione per avviare un processo di progettazione partecipata di un quartiere socialmente ed ecologicamente esemplare. A partire dall'analisi del caso, nel testo si propone un'interpretazione circa le condizioni alle quali i grandi progetti urbani possono agire come generatori di nuovi spazi pubblici.
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Musarra, Gabriella. « Una nuova dialettica tra il piano e il progetto : i grandi progetti urbani ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 104 (octobre 2012) : 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104004.

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Résumé :
In risposta ai cambiamenti in corso nei sistemi insediativi e soprattutto alle modifiche che la societŕ manifesta, negli anni Novanta č stato possibile registrare un crescente cambiamento delle politiche urbane; ai problemi di qualitŕ della vita urbana, di deficit infrastrutturale e di servizi, le amministrazioni si trovano a dovere affrontare nuovi problemi che vanno dalla trasformazione della struttura economica delle cittŕ, al rilancio delle cittŕ e della loro capacitŕ attrattiva, al coinvolgimento di nuovi operatori economici e al reperimento di nuove risorse finanziarie per la trasformazione di essa. La riqualificazione nasce, quindi, non solo come azione di recupero e miglioramento dell'esistente, ma anche e soprattutto come processo di innovazione delle tecniche di intervento, delle modalitŕ di progettazione, delle politiche, delle forme di cooperazione e di coinvolgimento delle forze sociali. Nell'ambito delle strategie messe in campo dalle cittŕ per migliorare il proprio posizionamento competitivo, giocano un ruolo particolare i "Grandi Progetti", necessari a formulare programmi di ristrutturazione urbanistica e rigenerazione economica. Il progetto urbano, cosě inteso, non č né un piano urbanistico, né un progetto architettonico. Č uno strumento pragmatico che offre la possibilitŕ di operativitŕ immediata, un modo di intervento che investe gli strumenti di pianificazione e di progettazione e che si adatta ai gradi di certezza o di incertezza del contesto.
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Zellini, Paolo. « Effettivitŕ ed efficienza ». PARADIGMI, no 3 (décembre 2011) : 73–87. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-003006.

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Résumé :
Lo scopo dell'articolo č di individuare un'idea di "efficienza computazionale" come requisito da affiancare all'"effettivitŕ" di un processo algoritmico. Un algoritmo deve essere efficiente soprattutto nel senso che deve rispettare determinati limiti di complessitŕ computazionale e determinati limiti dell'errore dovuto all'approssimazione delle operazioni esatte con operazioni di macchina. Si analizza il significato dell'efficienza in rapporto ad alcune delle principali linee di sviluppo della matematica e dell'informatica nell'ultimo secolo, come la aritmetizzazione dell'analisi, la scienza degli algoritmi sviluppatasi dopo la progettazione dei primi calcolatori digitali e lo sviluppo della matematica applicata negli ultimi decenni.
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Barbara, Sibilio Parri. « Uno strumento di gestione del patrimonio culturale : il caso dei siti UNESCO ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 2 (janvier 2012) : 307–33. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-002006.

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Résumé :
I siti inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale posti sotto la tutela dell'UNESCO sono caratterizzati dalla presenza di un ricco patrimonio culturale immerso in un ambiente naturale e/o in localizzazioni urbane di alta qualitŕ. In ognuno di essi gli operatori sono impegnati nella progettazione, prima, e nella realizzazione, poi, di un processo di valorizzazione, processo particolarmente complesso per piů motivi. Per affrontare questa complessitŕ e superare le difficoltŕ che ne derivano puň risultare efficace l'attivazione di un processo di pianificazione, programmazione e controllo. In questa direzione si č mosso il nostro Paese - ma non solo - rendendo obbligatorio, con la legge 77 del 20 febbraio 2006, la redazione del Piano di Gestione il cui obiettivo primario č quello di "garantire l'identificazione, la tutela, la conservazione, la valorizzazione e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio". In sostanza, il Piano di gestione č proposto come uno strumento di governo politico ed economico nel medio-lungo termine del sito, strumento che puň agevolare e guidare l'ideazione, la progettazione, l'attuazione e il controllo di progetti di tutela e valorizzazione del patrimonio. Il suo impiego si č tradotto prevalentemente nella programmazione di iniziative culturali di tutela e conservazione affiancate da azioni di valorizzazione, per lo piů a breve termine, con un apprezzabile impatto economico sul territorio. La sensazione che si ricava dall'osservazione della realtŕ č che ancora manca la capacitŕ e la sensibilitŕ di utilizzare il Piano di gestione in modo adeguato: non č stata formulata una pianificazione che coniughi nel lungo termine le tante dimensioni interessate e non č compresa la sua natura di meccanismo operativo. Sembra che la sua redazione sia effettuata soprattutto per adempiere ad un obbligo normativo.
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Malagnini, Francesca. « L’italiano in rete tra parola e immagine ». Forum Italicum : A Journal of Italian Studies 53, no 3 (26 juin 2019) : 748–66. http://dx.doi.org/10.1177/0014585819854055.

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Résumé :
Nell’articolo si analizzano i rapporti tra parola e immagini nella comunicazione di alcuni media mostrando come i codici verbale e iconico, se accoppiati, sono spesso incoerenti fra loro, tanto da impedire la comprensione del messaggio. Inoltre, si esamina il processo di scrittura del messaggio verbale in rete, mettendolo in relazione con i testi semicolti: in entrambi i casi mancano la progettazione e la revisione. Un punto di partenza per insegnare una scrittura di massa strutturata e sequenziale, talvolta accompagnata da immagini, può essere quello di una riflessione linguistica e testuale sui testi verbali frammentati che circolano nella rete.
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Galdieri, Michela, et Emanuela Zappala. « Strumenti e approcci per la valutazione delle capacit&agrave ; comunicative di alunni con Disturbo dello Spettro Aut ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2021) : 189–204. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12483.

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Résumé :
In presenza di alunni con Disturbo dello Spettro Autistico con bisogni comunicativi complessi, il processo valutativo costituisce l'esito di uno scambio tra i diversi attori sociali impegnati nella co-progettazione del percorso educativo e didattico, nella rilevazione delle capacit&agrave; dell'alunno, delle barriere e dei facilitatori presenti nel contesto. L'obiettivo del presente lavoro &egrave; di individuare strumenti valutativi e auto-valutativi che possano favorire gli apprendimenti, anche in un'ottica metacognitiva, con particolare attenzione all'approccio della Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) in ambito educativo, con lo scopo di acquisire informazioni ex ante sulle conoscenze, abilit&agrave; e competenze, ma anche di monitorare il processo di insegnamento-apprendimento e il grado di coinvolgimento e partecipazione degli studenti alle attivit&agrave; didattiche.
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Giovanna Genco. « La redazione del piano di comunicazione quale leva per la creazione dell’identità e lo sviluppo del senso di appartenenza ». IUL Research 3, no 5 (19 juin 2022) : 208–29. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.256.

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Résumé :
Obiettivo della ricerca è utilizzare il piano della comunicazione come strumento per creare l’identità di una scuola e accrescere il senso d’appartenenza dei suoi componenti. Il contesto è quello di una direzione didattica con un elevato numero di alunni con background straniero. Ci si è chiesti se il piano possa essere: strumento di innovazione; strumento per far emergere il valore intrinseco (dell’organizzazione, dei singoli professionisti e degli alunni); processo che modifica l’organizzazione scolastica. Principi guida della ricerca sono la co-progettazione, la scrittura condivisa e la collaborazione digitale. Un particolare focus si è posto sull’uso di LinkedIn. Si sono indagati i Key Performance Indicator del piano e gli strumenti per valutarlo qualitativamente: tra essi l’Index for Inclusion.
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Cornacchia, Matteo, Gina Chianese et Elisabetta Madriz. « Il piano di sviluppo personale : strumento-processo di orientamento e prefigurazione professionale ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 1 (avril 2021) : 37–48. http://dx.doi.org/10.3280/erpoa1-2021oa11491.

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Résumé :
Nell'ambito del progetto SUPER, l'Unit&agrave; di Trieste, in linea con l'obiettivo generale di "strutturare un sistema di orientamento al lavoro e tutorato", ha sviluppato e realizzato un Personal Development Plan – Piano di Sviluppo Individuale (PDP), uno strumento-processo di accompagnamento rivolto agli studenti del corso di studio in Scienze dell'educazione (L-19) per la progettazione, il monitoraggio e la valutazione dei propri percorsi di sviluppo professionale attraverso l'utilizzo in contesto di pratiche narrativo-riflessive. Il PDP si configura quale misura di accompagnamento e orientamento narrativo per gli studenti in un momento di definizione della propria identit&agrave; personale e professionale secondo il paradigma dell'Emerging Adulthood; risponde altres&igrave; alla necessit&agrave; di promuovere il loro successo universitario e professionale e di sostenerli nel processo di prefigurazione e costruzione di una professionalit&agrave; "riflessiva".Dal punto di vista tecnico, il PDP &egrave; sostenuto dal software Mahara per consentire la realizzazione di uno strumento-processo paperless, condivisibile (con tutor di tirocinio, tutor aziendali e altri studenti), capace di supportare diverse forme di prove autentiche (filmati, foto, progetti, …) relative alla traduzione in contesto dello sviluppo di abilit&agrave; e competenze chiave che caratterizzano il profilo professionale dell'educatore socio-pedagogico e che funga – altres&igrave; – anche da repository delle proprie buone pratiche professionali.
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Vinci, Viviana. « Le competenze imprenditoriali degli insegnanti : sfide per la formazione ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2020) : 398–425. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9496.

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Résumé :
L'imprenditorialità è una competenza chiave nell'ambito del quadro europeo considerata un potente volano della crescita economica, dell'innovazione e dell'emancipazione sociale. Il contributo presenta le risultanze di un'indagine esplorativa, condotta all'interno del Corso di sviluppo professionale DidaSco La progettazione europea nella scuola dell'autonomia (2019/2020). L'indagine, condotta attraverso la somministrazione di un questionario elaborato secondo l'European Entrepreneurship Competence Framework EntreComp (Bacigalupo et al., 2016), mira a comprendere le rappresentazioni degli insegnanti sulle competenze imprenditoriali del docente e sulle variabili che agevolano lo sviluppo dell'imprenditorialità a scuola, oltre che a individuare i bisogni di formazione percepiti dai docenti. I risultati mostrano l'importanza di costruire ecosistemi multidimensionali di apprendimento. Si avverte inoltre la necessità di valorizzare il ruolo del Dirigente scolastico nel supportare l'educazione imprenditoriale come processo di sviluppo dell'intero contesto scolastico.
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Friso, Valeria. « Uno studio di caso. Il dottorato in alto apprendistato presso l'universitŕ degli studi di Padova ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 99 (mai 2013) : 149–66. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099008.

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Résumé :
La persona oggigiorno si trova all'interno di un vortice di cambiamenti. Questa situazione č tanto piů percepibile nei momenti di passaggio tra una fase e l'altra della vita come quella che vede la persona avvicinarsi al mondo del lavoro. Le istituzioni sono chiamate, pertanto, a sostenere le persone nel loro processo di crescita e nel percorso formativo che permette loro di dotarsi di strumenti per l'orientamento e per il governo della complessitŕ. Azioni in questa direzione, utili nell'incontro tra la persona e il mondo del lavoro, sono quelle previste nella disciplina dell'alto apprendistato. Nel presente articolo si sottolineano, a partire dalla lettura della normativa, quegli aspetti legati alla progettazione formativa e di ricerca di percorsi di dottorato in alto apprendistato facendo cenno anche all'esperienza della sperimentazione in atto presso l'Universitŕ degli Studi di Padova.
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Tajani, Crsitina. « Il ruolo degli attori nell'innovazione delle politiche per lo sviluppo locale : uno studio di caso di un distretto lombardo ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 118 (juillet 2010) : 145–57. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-118010.

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Résumé :
L'articolo si pone l'obiettivo di analizzare il ruolo degli attori nel processo di creazione di un distretto tecnologico a est di Milano. Il processo prende le mosse dalla gestione di una crisi aziendale diventata occasione per il rilancio della vocazione industriale dell'area. L'esito della politica č stata la creazione, attraverso la promozione di una rete tra imprese e enti territoriali, di un "polo tecnologico" su un'area giŕ riconosciuta dalla Regione Lombardia come distretto hi-tech. L'articolo analizza le variabili di contesto (risorse e/o vincoli) e le caratteristiche degli attori coinvolti (definite in termini di risorse relazionali, cognitive, organizzative e materiali) che hanno trasformato una crisi aziendale in "finestra di opportunitŕ" per la progettazione di un intervento di sviluppo locale. Rompendo un equilibrio dato, la decisione aziendale di delocalizzare ha aperto spazi per l'intervento di un pool di attori che, interpretando a proprio modo le caratteristiche della situazione e del contesto, hanno "visto" una soluzione differente da quella inizialmente immaginata dall'azienda (chiusura del sito).
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Coppola, Cristina, Antonio Iannaccone, Monica Mollo et Tiziana Pacelli. « Interazioni conversazionali, manipolazioni linguistiche e emergenza di abilità logiche in attività matematiche ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no 9 (27 mai 2021) : 9–31. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.9.1.

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In questo lavoro, in accordo con la prospettiva vygotskiana e focalizzando su alcuni aspetti della logica matematica, viene presentata una riflessione derivante da un insieme di ricerche che esplorano le relazioni tra linguaggio e sviluppo di abilità logiche. Si descrive la progettazione/implementazione di un dispositivo educativo, articolato in attività linguistico-manipolative realizzate in classi quarte di scuola primaria. Le attività si basano sulla costruzione e manipolazione di un linguaggio simbolico, socialmente condiviso, nato per far muovere un “bambino-robot” in una stanza. L’analisi qualitativa degli scambi sociali e del contenuto delle interviste di esplicitazione ha permesso di evidenziare come, attraverso il confronto dei diversi punti di vista, i bambini realizzano un processo dinamico di costruzione e negoziazione di significati matematici. In particolare, sono presentati alcuni temi comuni emersi dalle interviste che mostrano le modalità di elaborare le attività da parte dei bambini, collegate ad aspetti interindividuali e intraindividuali.
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Felisatti, Ettore, Emilia Restiglian, Evelina Scaglia, Franca Zuccoli, Federica Gaetano et Roberta Bonelli. « La progettazione del Questionario di Valutazione dei Laboratori (QVL) del Corso di laurea in Scienze della Formazione Primaria ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 1 (juin 2021) : 25–55. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12064.

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Un gruppo di lavoro, costituitosi all'interno del Coordinamento dei Presidenti dei CdS in Scienze della Formazione Primaria e composto da docenti, ricercatori e tutor provenienti da alcuni atenei italiani, ha costruito, seguendo una metodologia di lavoro partecipativa, un Questionario per la Valutazione dei Laboratori (QVL) di Scienze della Formazione Primaria (SFP). Lo strumento &egrave; stato progettato a partire dalle informazioni ricavate da un'indagine somministrata ai Coordinatori dei Corsi di studio in SFP del Paese, dalle esperienze pregresse e dagli studi sui fondamenti del laboratorio dal punto di vista storico e culturale, e consente agli studenti di valutare anonimamente i laboratori ordinamentali secondo quanto delineato dal decreto 249/2010[1]. Il questionario si articola in sezioni che contemplano la rilevazione di molteplici aspetti dell'esperienza laboratoriale: oltre ai dati identificativi e di profilazione, permette agli studenti di esprimersi rispetto a dinamiche relative all'organizzazione, realizzazione, valutazione e conduzione del laboratorio considerato. Sono stati somministrati due pre-test che hanno permesso di migliorare lo strumento, soprattutto nella chiarezza e nella fruibilit&agrave;, confermando nel complesso la sua struttura ipotizzata in prima stesura. Il contributo qui presentato si sofferma, nello specifico, sul processo di costruzione condivisa dello strumento e sul ruolo che la student voice ha avuto nella verifica della coerenza del questionario con l'esperienza laboratoriale realizzata. &amp;nbsp; [1] D.M. 10/09/2010, n. 249. Recuperato da: http://www.miur.it/documenti/universita/offerta_formativa/formazione_iniziale_insegnanti_corsi_uni/dm_10_092010_n.249.pdf.
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Rossini, Valeria, et Francesco Pizzolorusso. « Qualità dell'inclusione e didattica cooperativa. Una R-A in una scuola secondaria di secondo grado pugliese ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 192–221. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9419.

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Résumé :
Il presente contributo descrive un percorso di ricerca-azione realizzato in una scuola secondaria di secondo grado pugliese. La ricerca intende avviare una riflessione circa la qualità dell'inclusione scolastica, con il fine di apportare un miglioramento della professionalità docente e delle pratiche educative e didattiche. Lo studio descrive il processo di progettazione, realizzazione e valutazione di strategie inclusive, dall'osservazione del funzionamento degli studenti con bisogni educativi speciali secondo il modello ICF, alla sperimentazione di metodologie cooperative in classe. I risultati raggiunti mostrano l'importanza di una progettualità attenta sia al piano delle relazioni e sia a quello degli apprendimenti, in grado di integrarsi in una visione sistemica della qualità della scuola. La ricerca conferma inoltre come la partecipazione attiva di docenti e studenti nella promozione di una migliore convivenza scolastica risulti essere uno strumento fondamentale per rendere la classe (e la scuola) uno spazio aperto e accogliente, all'interno del quale l'inclusione sia intesa non solo come coinvolgimento di tutti, ma anche come valorizzazione di ciascuno.
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Biasin, Chiara. « La costruzione di partnership scuola-università ; per facilitare la transizione degli studenti ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 2 (juillet 2021) : 63–78. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12116.

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Questo contributo si propone di indagare modelli e forme relativi alla continuit&agrave; tra scuola superiore e accademia a partire dal concetto di transizione, tematizzato non come il semplice iter che lo studente compie dalla secondaria all'universit&agrave;, n&eacute; come quella serie di attivit&agrave; di preparazione, che iniziano l'ultimo anno della scuola secondaria e che terminano con l'inizio della prima annualit&agrave; universitaria. A partire dall'esperienza del progetto SUPER - Piani di Orientamento e Tutorato, questo contributo evidenzia l'importanza della partnership scuola-universit&agrave; nella co-progettazione e realizzazione di attivit&agrave; di orientamento e di programmi di tutorato learner-centred rivolti agli studenti superiori e universitari. A partire dalla lesson learned del progetto POT, la transizione scuola-universit&agrave; &egrave; qui inquadrata come processo complesso e multiforme di sviluppo e trasformazione che riguarda la vita e l'identit&agrave; dello studente ma pure le dimensioni istituzionali e pedagogiche che concernono le istituzioni scolastiche e accademiche.
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Culcasi, Irene, et Maria Cinque. « L'impatto del Service-Learning universitario : il progetto Hope ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 1 (juin 2021) : 136–51. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12076.

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Nel dibattito contemporaneo sul ruolo dell'Higher Education, il servizio alla comunit&agrave; assume un ruolo centrale tanto nel modo di intendere la relazione tra universit&agrave; e societ&agrave; quanto nel processo di innovazione della didattica universitaria. In questo scenario il Service-Learning si presenta come una proposta pedagogica innovativa capace di collocare l'universit&agrave; al centro del processo di sviluppo sociale, coinvolgendo docenti, ricercatori e studenti in un processo di insegnamento-apprendimento che interroga i saperi accademici e li rende vivi ed efficaci per trovare risposte a bisogni rilevanti, co-costruendo insieme ai membri della comunit&agrave; progetti di miglioramento sociale. Il presente contributo – contestualizzando la proposta pedagogica alla luce delle sfide di progettazione e valutazione – descrive l'impatto di un progetto di Service-Learning universitario partendo da un approccio stakeholder-driven che ha impiegato strumenti di indagine di tipo quali-quantitativo raccogliendo i dati secondo la logica del cambiamento generato in virt&ugrave; delle attivit&agrave; realizzate. L'analisi dei dati ha reso evidenti alcune risultanze capaci di orientare future prospettive di sviluppo sia rispetto alla relazione tra universit&agrave; e societ&agrave; sia al rinnovamento della didattica universitaria, affinch&eacute; la crescita e lo sviluppo non sia solo dell'individuo ma dell'intera comunit&agrave;.
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Villarejo Galende, Helena. « Balance de una década de regulación de los grandes establecimientos comerciales en España ». Ciudades, no 10 (1 février 2018) : 39. http://dx.doi.org/10.24197/ciudades.10.2007.39-65.

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Nuove norme legislative sono state prodotte per risolvere i problemi sollevati dallo sviluppo dei nuovi formati commerciali. All’inizio, sono stati ispirati dal modello francese della legge Royer, con l’obiettivo di regolamentare le grandi strutture distributive. Dalla regolamentazione della localizzazione delle strutture si è quindi passati alla pianificazione del commercio, con i Piani per le attività commerciali, definendo le destinazione d’uso dei suoli e con i Piani per la modernizzazione del commercio, che sostengono attraverso aiuti finanziari gli imprenditori l’innovazione del settore. Gli obiettivi di questi strumenti sono strettamente settoriali e non tengono in alcun conto le relazioni con gli obiettivi della pianificazione e della progettazione urbanistica. La Direttiva Bolkenstein del 2006 ha avuto l’effetto di ridurre gli ostacoli nella localizzazione delle imprese economiche. L’autorizzazione per l’apertura di nuove strutture commerciali deve rispondere all’interesse generale (pianificazione, urbanistica, tutela dell’ambiente), favorendo il successo imprenditoriale.La regolazione di carattere amministrativo delle attività commerciali ha anche prodotto effetti non previsti, come il contenimento degli ipermercati a fronte dello sviluppo di supermercati e centri commerciali ed un processo di concentrazione delle imprese.
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Marras, Stefano. « Falsi rifugiati ? Pratiche di etichettamento di richiedenti asilo alla frontiera ». MONDI MIGRANTI, no 3 (mars 2010) : 79–97. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003005.

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Il presente articolo mira a definire, sul piano teorico, chi sia il "rifugiato" in termini propriamente sociologici da una prospettiva che affronta la questione nel solco della teoria dell'etichettamento (labelling), cosě come č stata tracciata da Zetter (1991; 2007). Sul piano empirico, vuole dimostrare, osservando il confronto tra richiedenti asilo e Polizia di frontiera nel particolare contesto di un aeroporto internazionale, l'importanza delle pratiche di definizione e riconoscimento dei richiedenti asilo nel determinarne l'identitŕ e l'agire sociale. Emergerŕ come la costruzione dell'etichetta associata al richiedente asilo si fondi in maniera diffusa sul pregiudizio diffuso tra gli agenti di polizia che si tratti di un "falso" rifugiato; di riflesso, quest'ultimo appare essere il prodotto immaginato dato dalla mescolanza sfumata e cangiante di paradigmi stereotipici. Concludendo, verranno indicate, a livello teorico, le conseguenze derivanti da tale processo di etichettamento, notando come esso informi le pratiche di progettazione ed implementazione di politiche d'asilo, dall'accesso al territorio (sempre piů limitato), al riconoscimento dello status legale (con la crescente negazione dello statuto di rifugiato sostituito da forme di protezione a carattere umanitario) e alla distribuzione delle risorse (sempre piů demandata a reti caritative non statali).
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Emanuel, Federica. « Train academics to design and assess using learning outcomes : new challenges in Higher Education ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 2 (30 juin 2022) : 78–90. http://dx.doi.org/10.36253/form-13103.

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Résumé :
The paper reflects on the topic of learning outcomes in Higher Education. The emphasis on the education process and learning benefits students, faculty, and institution. The theme of learning outcomes in relation to instructional design and assessment becomes the subject of faculty development programs; a three-level training is hypothesized and discussed, starting with the IRIDI training program for faculties at the University of Turin. The first level is the exploration of learning outcomes’ topic, which can start from the syllabus development. The second level refers to the reinforcement of the use of learning outcomes in the didactic and assessment practices. The last level emphasizes the importance of providing faculty with specific training, with a collegial and institutional focus. This training model will be able to support and promote student-centered, inclusive, and quality teaching in Higher Education. Formare i docenti universitari a progettare e valutare secondo i learning outcomes: nuove sfide in Higher Education. Il contributo presenta una riflessione sul tema dei learning outcomes nella didattica universitaria. L’attenzione per il processo didattico e l’apprendimento portano benefici per studenti, docenti e istituzione. Il tema dei learning outcomes in relazione alla progettazione didattica e alla valutazione diventa oggetto della formazione dei docenti universitari; viene ipotizzata e discussa una formazione a tre livelli, partendo dalla analisi del programma di formazione IRIDI per i docenti universitari dell’Università di Torino. Il primo livello è quello della esplorazione del tema dei learning outcomes, che può partire dalla redazione della scheda di insegnamento. Il secondo livello si riferisce al consolidamento dell’uso dei learning outcomes nella pratica didattica a valutativa dei docenti universitari. L’ultimo livello sottolinea l’importanza di offrire ai docenti una formazione specifica sul tema, con una attenzione collegiale e istituzionale. Questo modello di formazione potrà sostenere e promuovere una didattica centrata sullo studente, inclusiva e di qualità.
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Conti, Emanuela. « La creazione del valore per il consumatore culturale : il caso "Musei in Rete Valle del Metauro" ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 1 (septembre 2010) : 71–108. http://dx.doi.org/10.3280/ed2010-001004.

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Résumé :
L'obiettivo principale di questo lavoro č proporre un modello concettuale per analizzare e per sviluppare, in un'ottica di marketing, il processo di creazione del valore per il consumatore culturale. In particolare, il framework concettuale proposto suggerisce che i musei dovrebbero, cosě come le imprese, curare con attenzione le fasi di progettazione, creazione, comunicazione e consegna del valore per specifici target di utenti, coerentemente con il perseguimento della mission e nei limiti delle risorse a disposizione. Per validare tale modello teorico, applicabile alla piů vasta categoria delle organizzazioni artistiche e culturali (OAC) italiane, č stata condotta un'indagine qualitativa sui visitatori e sui gestori dei musei di una rete museale pesarese. La ricerca empirica ha evidenziato che esistono diversi segmenti di visitatori e situazioni piuttosto eterogenee in merito alla capacitŕ di creare valore per i propri visitatori, da musei che confermano le carenze nell'approccio al mercato registrate negli studi di carattere nazionale a realtŕ piů mature che dimostrano come un adeguato orientamento al marketing possa realmente aiutare a perseguire in modo piů efficace ed efficiente la propria mission. Le principali carenze riscontrate riguardano la non chiara definizione della missione e dei fini del museo, la scarsa conoscenza dei visitatori, la formulazione di una proposta di valore spesso indifferenziata e la scarsa mobilitazione di risorse esterne. Le politiche che le OAC dovrebbero adottare per superare tali debolezze ed accrescere il valore per il consumatore culturale sono incentrate sull'introduzione di competenze imprenditoriali, di marketing e talvolta manageriali nelle OAC, sull'utilizzo delle ICT in tutte le fasi del processo di creazione del valore e sulla capacitŕ di fare sistema con gli attori del territorio.
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Bonucchi, Decenzio, Francesca Facchini, Gianni Cappelli, Monica Spina, Antonio Granata, Andrea Bandera et Marcello Napoli. « Per una gestione Lean degli Accessi Vascolari ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 25, no 3 (14 juin 2013) : 197–200. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2013.1036.

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Résumé :
L'accesso vascolare per dialisi continua a sfuggire a una precisa organizzazione, capace di dare risposte al complesso problema demografico e clinico di pazienti comorbidi e sempre più anziani. Descriviamo l'intero processo gestionale alla luce dei principi del Lean Management (LM), filosofia gestionale divenuta un metodo di produzione industriale. I concetti cardine sono quelli di valore aggiunto per il paziente, di scarto (inteso come esposizione a un rischio) e di partecipazione del paziente e dell’ operatore alla revisione continua del prodotto (servizio) fornito. Si parte dalla materia prima (patrimonio vascolare), passando per la progettazione (riferimento tempestivo e controllo del territorio), la realizzazione chirurgica e il controllo del prodotto funzionante (monitoraggio). Per esempio, in termini consoni al LM, i CVC sono un magazzino troppo grande di parti di ricambio con un'elevata percentuale di difetti di produzione. La loro manutenzione (antibiotici, ricoveri, sostituzioni, trombolisi e stenting dei vasi centrali) costa molto e causa un elevato tasso di incidenti sul lavoro (per pazienti e operatori). Si tratta di un contratto non conveniente, perché serve a finanziare un'attività di scarso valore aggiunto e con un interesse passivo troppo elevato. Questo approccio richiede una crescita culturale che parte dalla creazione di un gruppo coordinato: gli attori sono stati più volte individuati (nefrologo, chirurgo vascolare, radiologo e infermiere di dialisi), ma spesso non esiste il coordinatore, che proponiamo di individuare secondo il modello organizzativo dei trapianti. Anche le Direzioni Sanitarie dovrebbero essere coinvolte in un cambiamento organizzativo cruciale per il contenimento prospettico dei costi.
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La Marca, Alessandra, et Leonarda Longo. « The project No one is left behind : teaching educational research ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 120–37. http://dx.doi.org/10.36253/form-12700.

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Résumé :
School closures due to COVID-19 have brought significant disruptions to education. Service-learning interventions have offered significant opportunities to reduce and reverse the long-term negative effects and to empower the recovery process of pupils in difficulty. The study was carried out with 869 students enrolled in the Primary Education Sciences master’s degree course at the University of Palermo. The participants have been involved in the planning and implementation of targeted educational courses designed for the “fragile” pupils from 33 different schools in Palermo. The primary level pupils were provided with a total of 60,000 hours of recovery and learning enhancement activities in remote mode. Challenging teaching activities fostered cognitive and learning development of the pupils and responsibility in teaching educational research. Il progetto Nessuno resta indietro: formazione alla ricerca didattica. La chiusura delle scuole che ha provocato un incremento significativo della povertà educativa ha sollecitato l’opportunità di progettare interventi integrati di service learning per favorire il recupero e il potenziamento dei minori in difficoltà. 869 studenti del Corso di Laurea Magistrale in Scienze della Formazione Primaria dell’Università degli Studi di Palermo, sono stati coinvolti nella progettazione e nella realizzazione di percorsi didattici mirati, rivolti agli alunni “fragili” di 33 scuole palermitane. Complessivamente sono state erogate 60,000 ore in DAD di attività di recupero e di potenziamento dell’apprendimento di alunni della scuola primaria di Palermo. Le attività didattiche sfidanti hanno favorito la stimolazione cognitiva e lo sviluppo della motivazione per l’apprendimento degli alunni e la responsabilità nella formazione alla ricerca didattica.
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