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Cinotti, Nicoletta. « Costruire significati condivisi a partire dall'esperienza corporea : la prospettiva dell'analisi bioenergetica ». GROUNDING, no 1 (novembre 2010) : 51–62. http://dx.doi.org/10.3280/gro2010-001008.

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Résumé :
L'articolo parte dall'analisi di un caso per evidenziare come si realizza il processo di autoregolazione e di regolazione interattiva nella clinica bioenergetica. L'esperienza corporea portata dal paziente, la successiva esplorazione attraverso il lavoro sul cavalletto, viene considerata alla base del processo di costruzione del significato dell'esperienza, un significato che č il fine ultimo dei processi di regolazione. Accanto al movimento emergente la relazione terapeutica evidenzia anche il movimento relazionale che č il significato implicito della modalitŕ difensiva. Cogliere sia i movimenti corporei che quelli relazionali aiuta la consapevolezza del processo terapeutico in corso e permette una sintonizzazione che sia communion e communication, condivisione e comunicazione. Una condivisione che č una comunicazione non interpretativa sull'esperienza in prima persona che si realizza attraverso il lavoro corporeo.
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Cavallo, Riccardo. « Alle origini della sovranità europea ». Italian Review of Legal History, no 8 (21 décembre 2022) : 227–56. http://dx.doi.org/10.54103/2464-8914/19253.

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Résumé :
Il presente contributo si propone di indagare le trascurate radici storico-giuridiche del concetto di sovranità popolare nel contesto europeo a partire dall’ultimo grande dibattito sulla sovranità, consumatosi agli albori dell’apocalisse nazista durante la temperie weimariana. Oggi come ieri, pur con tutti i distinguo, infatti, il dibattito giuridico-politico europeo ruota intorno al problematico rapporto tra Europa e sovranità. Si pensi all’emblematico dibattito tra il filosofo Jürgen Habermas e il giurista Dieter Grimm svoltosi agli albori del processo di costruzione dell’Europa e da ultimo alla diatriba sul futuro dell’Europa tra lo stesso Habermas e il sociologo Wolfgang Streeck. Nelle pieghe di questa querelle, ancora ben lungi dall’essersi conclusa, sembrano riemergere concetti e categorie del lessico weimariano, tra cui, quella di popolo, il cui significato appare tutt’altro che univoco, come dimostra già la sua tormentata storia linguistica e/o concettuale.
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Dattomo, Nicla. « Il Piano Tekne per l'Area di sviluppo industriale di Taranto ». STORIA URBANA, no 130 (octobre 2011) : 137–67. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130006.

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Résumé :
La circostanza peculiare che qualifica il caso di Taranto č l'avvio, all'inizio degli anni '60, della costruzione del IV Centro siderurgico nazionale Italsider. La decisione governativa di localizzare a Taranto tale impianto precede la costituzione del Consorzio per l'Area di sviluppo industriale (Asi) e rappresenta il principale tema con cui si confronta il piano per l'Area medesima. Il Piano regolatore territoriale dell'Asi di Taranto viene redatto tra il 1960 e il 1962 dalla societŕ Tekne, con la consulenza di Giovanni Astengo e Giorgio Fuŕ. Il saggio ne propone la rilettura, guardandovi come a un'esperienza paradigmatica da due punti di vista. Da un lato, per le riflessioni a cui esso dŕ luogo, circa il ruolo e gli strumenti del piano urbanistico rispetto al processo di sviluppo. Dall'altro lato, per i modi in cui, attraverso di esso, diventano palesi alcune difficoltŕ e incertezze del meccanismo stesso di attivazione delle Aree di sviluppo industriale del Mezzogiorno. L'analisi dei contenuti del Piano guarda, in particolare, alle seguenti questioni. La prima č la distinzione necessaria tra previsione e obiettivi di sviluppo, con ciň che determina sul piano delle scelte riguardanti gli investimenti da finanziare per attrezzare le aree per le industrie; questo punto č all'origine della discussione sul significato e la funzione del "piano di prospettiva". La seconda č la proposizione di un modello insediativo, attraverso il quale si esplicitano alcune idee riguardo alle relazioni fra struttura sociale, assetti spaziali, usi del territorio e modelli possibili di sviluppo industriale. Questi contenuti vengono osservati in prospettiva, nel paragrafo conclusivo, prendendo in esame i modi della attuazione del Piano.
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Coppola, Cristina, Antonio Iannaccone, Monica Mollo et Tiziana Pacelli. « Interazioni conversazionali, manipolazioni linguistiche e emergenza di abilità logiche in attività matematiche ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no 9 (27 mai 2021) : 9–31. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.9.1.

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Résumé :
In questo lavoro, in accordo con la prospettiva vygotskiana e focalizzando su alcuni aspetti della logica matematica, viene presentata una riflessione derivante da un insieme di ricerche che esplorano le relazioni tra linguaggio e sviluppo di abilità logiche. Si descrive la progettazione/implementazione di un dispositivo educativo, articolato in attività linguistico-manipolative realizzate in classi quarte di scuola primaria. Le attività si basano sulla costruzione e manipolazione di un linguaggio simbolico, socialmente condiviso, nato per far muovere un “bambino-robot” in una stanza. L’analisi qualitativa degli scambi sociali e del contenuto delle interviste di esplicitazione ha permesso di evidenziare come, attraverso il confronto dei diversi punti di vista, i bambini realizzano un processo dinamico di costruzione e negoziazione di significati matematici. In particolare, sono presentati alcuni temi comuni emersi dalle interviste che mostrano le modalità di elaborare le attività da parte dei bambini, collegate ad aspetti interindividuali e intraindividuali.
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Ellerani, Piergiuseppe, et Daniele Barca. « Valutazione narrativa e trasformativa : co-costruzione di comunit&agrave ; di apprendimento. Un caso di studio espl ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2021) : 17–32. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12395.

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Résumé :
Negli ultimi anni, la ricerca sugli esiti della valutazione ha mostrato evidenze che dimostrerebbero alcune relazioni tra i risultati di apprendimento degli studenti e gli strumenti di valutazione utilizzati nelle scuole. Il paper presenta un insieme di ricerche sulla valutazione formativa, focalizzandosi sulla prospettiva del feedback. A partire da questa prima analisi, vengono spiegati ulteriori aspetti di sviluppo che portano a considerare i significati della valutazione narrativa e trasformativa. Questo particolare processo di valutazione mostra una maggiore equità nei risultati dell'apprendimento e una prospettiva più esplicita sulla prassi democratica nelle scuole. Il caso di studio esplorativo presentato ha utilizzato il costrutto teorico iniziale di questo articolo. Attraverso un modello di ricerca-formazione-intervento, il caso studio mostra possibili e interessanti sviluppi della collegialità. Il percorso, iniziato nel 2018 e tuttora in corso, ha attraversato la pandemia, e permesso di affrontare l'emergenza educativa partendo dalla valutazione. L'attenzione è rivolta alla supervisione accademica come un modo per sostenere l'innovazione e il cambiamento organizzativo.
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Presutti, Michelle, Giorgio Soro, Giulia Cnapich et Sara Giordano. « SENSEMAKING E CURA DEL DIABETE : MAPPE COGNITIVE DI MEDICI E PAZIENTI A CONFRONTO ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 2, no 1 (25 juin 2016) : 323. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2015.n1.v2.262.

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Résumé :
Karl Weick, esponente del cognitivismo costruttivista, considera il sensemaking come un insieme di processi cognitivi in continua costruzione, a posteriori, di significati e di senso della realtà in cui viviamo.Il sensemaking è un processo continuo di creazione di senso quotidiano: le persone percepiscono selettivamente le informazioni su sé stessi e sull’ambiente in cui vivono, tali informazioni vengono elaborate cognitivamente attraverso un processo di selezione e ritenzione in memoria delle mappe cognitive costruite.Pertanto il sensemaking costituisce un’appropriata chiave di lettura dei fenomeni comportamentali in cui sono in gioco le rappresentazioni di un problema, soprattutto quando è di estrema necessità trovare punti di contatto in merito ai rapporti causali tra gli elementi che costituiscono le diverse mappe cognitive degli individui che ne prendono parte. L’analisi delle mappe cognitive può essere utile soprattutto al fine di individuare e condividere con maggiore chiarezza quali potrebbero essere le strade per un corretto ed efficace intervento risolutivo o di trattamento del problema.Dare senso alla malattia significa, sia per il medico che per il paziente, organizzare una mappa cognitiva (connessioni causali di elementi di significato) della realtà (della malattia) in un processo continuo di esperienza.Un flusso continuo che a partire da una percezione soggettivamente selettiva degli elementi disponibili (conoscenze, esperienze, eventi,etc.), organizza tali elementi in una mappa e li traduce in uno schema operativo di comportamento. Secondo Weick la realtà individuale si costruisce, mentre l’ambiente, il contesto, sono costruiti a priori.Le mappe cognitive che gli individui costruiscono influenzeranno le successive esperienze che si troveranno a dover fronteggiare nell’ambito dello stesso problema, in questo caso inerenti alla malattia diabetica.L’utilizzo del sensemaking applicato all’analisi dei processi di cura, pertanto, può diventare utile in particolare nei contesti di trattamento in cui la compliance e l’aderenza alle cure costituisce un fattore determinante nella gestione della patologia cronica, che prevede un modello di rapporto medico- paziente protratto nel tempo e centrato sulla possibilità di confronto rispetto alle modalità di cura e riuscita della stessa.La ricerca si è proposta pertanto di indagare attarverso la somminisrazione di interviste a medici e pazienti e attarverso al successiva analisi del testo e delle ricorrenze lingusitiche elaborate attraverso appositi software di ricostruire e mettere a confronto le rispettive mappe cognitive che stanno alla base delle rappresentazioni della malattia e della sua gestione e quindi dei comportamenti conseguenti di chi cura e di chi è curato.
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Lodigiani, Rosangela. « I nuovi termini della socializzazione (alla cittadinanza) lavorativa ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 117 (mai 2010) : 59–73. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117005.

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La transizione al lavoro dei giovani si realizza attraverso percorsi lunghi, flessibili, individualizzati. Ciň influisce sulla socializzazione lavorativa nonché sulla cultura e sull'etica del lavoro dei giovani, rendendo piů difficile la costruzione di una carriera occupazionale stabile e di una solida identitŕ professionale. I processi di socializzazione lavorativa divengono ricorsivi, discontinui, frammentati; non riescono piů a trasmettere il senso di una appartenenza, ma - inquadrati nel paradigma europeo dell'attivazione e dell'occupabilitŕ - richiamano a una cittadinanza occupazionale nei fatti difficile da conquistare e mantenere e spesso incapace di rispondere ai bisogni di realizzazione di sé e riconoscimento sociale. Ne derivano nuove disuguaglianze tra i giovani e una ridefinizione del significato del lavoro nel corso di vita. Emerge dunque la necessitŕ di politiche tese a supportare le transizioni lavorative affinché conservino un profilo professionalizzante, consentano la capitalizzazione di competenze, siano sostenibili dentro la biografia individuale. Occorre perň ridare valore al lavoro dei giovani, integrando l'obiettivo dell'occupabilitŕ con quello della capability di scegliere un lavoro che abbia valore per sé.
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Zanolin, Giacomo. « La natura e l' immaginario : le aree protette come costruzioni sociali ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 2 (juin 2021) : 85–101. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2021oa12034.

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Résumé :
L'articolo propone alcune riflessioni sul significato delle aree protette nella prospettiva teorica della social nature. A partire dall'idea che la natura non ha valore in sé, ma è un costrutto culturale, viene qui presentata una discussione teorica basata su tre temi chiave, che offrono l'occasione per riflettere sul potenziale ruolo delle aree protette come elementi di una realtà costruita socialmente e come strumenti funzionali alla territorializzazione contemporanea. Le finalità teoriche sono perseguite attraverso l'analisi sintetica di un caso di studio: il Sistema Parchi dell'Oltrepò Mantovano. Il progetto innovativo che hagenerato questa esperienza singolare e il peculiare approccio alla preservazione e alla promozionedel patrimonio che la contraddistinguono, offrono pertanto spunti di riflessione utili a sostenere e rafforzare l'idea che le aree protette possono assumere un ruolo chiave nella costruzione e nella promozione di una visione alternativa di ciò che è naturale, contribuendo alla produzione di un immaginario collettivo fondato sull'ibridazione tra società e natura.
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Lanzara, Giovan Francesco. « PERCHÉ È DIFFICILE COSTRUIRE LE ISTITUZIONI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no 1 (avril 1997) : 3–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200025521.

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Résumé :
IntroduzioneLa costruzione di un'istituzione, qualsiasi cosa possa significare, è comunque un processo che implica la formazione di una struttura, o codice, o pattern regolato di comportamenti che acquista legittimità e «funziona» in un contesto sociale specifico, fino a diventare un elemento costitutivo della vita sociale, stabile e persistente nel corso del tempo. Tale struttura può essere in parte il risultato di un progetto deliberato, in parte l'esito non intenzionale dell'azione umana e dell'interazione sociale. Il più delle volte è congiuntamente l'uno e l'altro, in combinazioni variabili a seconda delle contingenze. Se la struttura «funziona», essa potrà autosostenersi e riprodursi nel tempo. Ma in caso di «fallimento», provocato da un rendimento scadente o dall'erosione di legittimità morale e politica, non necessariamente verrà rimpiazzata in modo rapido e completo. Più verosimilmente le sue componenti fondamentali, anche se obsolete, continueranno a sopravvivere per lungo tempo «come frammenti di rotte catene, pendenti dalle volte di vecchi edifici» (Tocqueville 1969), senza alcuna funzione specifica, o forse subiranno un lento processo di mutamento, assumendo gradualmente nuove funzioni e significati col passare del tempo.
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Rich, J. W. « Augustus's Parthian honours, the temple of Mars Ultor and the arch in the Forum Romanum ». Papers of the British School at Rome 66 (novembre 1998) : 71–128. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200004244.

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Résumé :
LE ONORIFICENZE PARTICHE DI AUGUSTO, IL TEMPIO DI MARTE ULTORE E L'ARCO NEL FORO ROMANOQuesto articolo esamina le onorificenze conferite ad Augusto in commemorazione dell'accordo con i Parti del 20 a.C. In Dio 54.8.3 è sostenuto che l'impresa fu celebrata con la costruzione di un arco trionfale e di un tempio dedicato a Marte Ultore sul Campidoglio. Quest'ultimo sarebbe stata la sede delle insegne recuperate nell'impresa. Tuttavia, il passaggio sostiene anche che Augusto fu accolto da un'ovazione al suo ritorno a Roma, episodio che si sa non essere vero. In questo articolo viene suggerito che le onorificenze che Dio riporta furono votate dal Senato e o respinte totalmente da Augusto o accettate in una forma modificata. Augusto accettò l'idea di un tempio dove tenere le insegne, ma insistette che questo fosse costruito non sul Campidoglio, ma nel suo progettato nuovo foro. L'idea di un nuovo arco venne invece respinta da Augusto. Tuttavia egli accettò che il triplo arco eretto nel foro romano in onore della vittoria di Azio fosse modificato per commemorare il recupero delle insegne. Ulteriori onorificenze offerte ad Augusto al suo ritorno a Roma nel 19 a.C. includono un carro associato al proposto tempio di Marte Ultore; Augusto accettò che questo fosse eretto nel foro augusteo, e può quindi essere identificato con il carro menzionato nelleRes Gestae35.Tali questioni fanno nuova luce sulla concezione e sul significato simbolico del foro augusteo e del tempio di Marte Ultore e forniscono una nuova soluzione all'annoso problema dell'arco di Augusto nel foro romano. Questo articolo ha anche un più ampio significato, quale illustrazione del modo in cui i processi onorifici potessero fungere da dialogo tra i sudditi e l'imperatore.
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Zito, Salvatore. « Il funzionamento borderline dell'equipe di comunitŕ : un'esemplificazione clinica ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (mai 2012) : 59–71. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2012-002005.

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La prima condizione di un reale processo di "presa in carico" del paziente in ambito comunitario č la costruzione di un contenitore, quale l'equipe multidisciplinare di lavoro, che sia in grado di prendersi carico di se stessa. Piů che come dato di fatto, concezione questa troppo facilmente incline a scivolare in una sorta di "idealizzazione" del setting "perfetto", č preferibile pensare questa come una tensione verso, una potenzialitŕ attivamente ricercata. Attraverso una serie di esempi e di brevi vignette cliniche l'autore esplora le configurazioni piů tipiche che č possibile osservare nelle equipe di lavoro. L'ipotesi di fondo č che gran parte delle cosiddette reazioni terapeutiche negative, dei blocchi o delle impasse che caratterizzano l'operativitŕ fondino la loro ragion d'essere sulla forclusione di vissuti e pensieri che troppo facilmente vengono percepiti come appartenenti esclusivamente all'universo dei pazienti. La psicoanalisi, con la sua inclinazione per l'onirico, le associazioni libere, l'attenzione liberamente fluttuante, costituisce uno sguardo in grado di alludere ad una sospensione temporanea dell'asimmetria, che permetta il recupero di una cogenza di significati e ci renda possibile comprendere l'altro a partire da noi stessi.
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Palumbo, Mauro, et Sonia Startari. « La valutazione e la certificazione delle competenze nei percorsi di Istruzione e Formazione Tecnico Superiore (IFTS) della Regione Liguria ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 50 (décembre 2012) : 109–25. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-050007.

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Il contributo intende descrivere l'esperienza di un progetto pilota della Regione Liguria sulla "creditizzazione" e la valutazione delle competenze acquisite nei percorsi di Istruzione Formazione Tecnico Superiore (IFTS). Tale sperimentazione ha comportato una riflessione con diversi stakeholder del mondo della scuola, della formazione professionale e delle imprese, sul concetto di competenza e di credito formativo e, soprattutto, sul come connetterli in un processo di riconoscimento e valutazione. I contenuti e le metodologie sono stati sviluppati in modo partecipato e la stessa partecipazione ha comportato la messa in discussione del modo in cui fino a quel momento i vari soggetti avevano operato e dei diversi significati che attribuivano ai diversi concetti implicati. In una prospettiva sperimentale sono stati affrontati alcuni dei principali problemi relativi alla costruzione e alla messa in pratica di una metodologia di valutazione e riconoscimento delle competenze e dei crediti; in questo modo si č pervenuti a definizioni convergenti che hanno permesso di mettere a sistema un modello condiviso, frutto di un vero e proprio reframing dei processi attivati. Infatti, il lavoro comune finalizzato alla condivisione di modelli e metodologie ha prodotto un consenso sul piano operativo che ha generato anche un lessico e una sintassi comune e una rivisitazione delle concettualizzazioni implicite con cui gli operatori si erano fino a quel momento accostati a questi temi.
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Carugati, Felice, et Patrizia Selleri. « Guardando al futuro : sviluppo, educazione, apprendimento ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 243–57. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12610.

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Fin dagli anni '50 Renzo Canestrari si è interessato a tematiche riguardanti lo sviluppo infantile nei suoi aspetti clinici, con una particolare attenzione alle riforme del sistema scolastico italiano, soprattutto al prolungamento dell'obbligo scolastico, alle conseguenze organizzative e alla necessità di una formazione adeguata degli insegnanti. In parallelo, il dibattitto sulla deistituzionalizzazione dell'assistenza ai minori orfani e con difficoltà sensoriali, fisiche e psichiche, ha promosso progetti di interventi alternativi, in collaborazione con gli Enti Locali della Regione Emilia-Romagna.Questa attenzione alle tematiche concernenti lo sviluppo, l'educazione e la socializzazione in età evolutiva, con uno sguardo che collega aspetti individuali e dinamiche sociali, ha alimentato ricerche empiriche da parte di membri dell'Istituto di Psicologia, che hanno progressivamente ampliato i campi di indagine. Si tratta di ricerche su: relazioni causali fra interazioni sociali e sviluppo cognitivo; caratteristiche della comunicazione nelle classi e delle routine organizzative e discorsive nella vita quotidiana a scuola; rappresentazioni che insegnanti e genitori costruiscono e condividono sui processi di sviluppo, apprendimento e educazione; dinamiche socio-cognitive che le prove di valutazione delle competenze indicate nelle indagini internazionali, attivano negli studenti. Si tratta di dinamiche presenti durante le prove di assessment ma che sfuggono alla lettura prevalente dei risultati di performance. Esse attivano rappresentazioni di routine scolastiche, attraverso le quali soprattutto gli studenti con basse performance cercano di dare significato alle prove stesse. Analoghe dinamiche sono presenti nelle rappresentazioni delle discipline scientifiche, a conferma dell'influenza che le rappresentazioni del sistema scolastico svolgono nella costruzione degli apprendimenti.Considerate nel loro complesso, in queste linee di indagine è possibile individuare aspetti significativi dell'eredità che Renzo Canestrari ha consegnato nei suoi lavori sullo sviluppo e l'educazione. 
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Galli, Pier Francesco, et Alberto Merini. « Tracce. Preconscio e creatività ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 4 (décembre 2021) : 643–52. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-004006.

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Viene ripubblicata la introduzione di Pier Francesco Galli al libro Preconscio e creatività (Torino: Einaudi, 1999), che contiene sette scritti sul tema che datano dal 1939 al 1979: una relazione letta da David Rapaport il 10 giugno 1942 alla Menninger Foundation (inserita nella raccolta Il modello concettuale della psicoanalisi. Scritti 1942-1960, pubblicata a cura di Merton M. Gill nel 1967 e tradotta in italiano nel 1977 con una nota introduttiva di Enzo Codignola e Pier Francesco Galli e a cura di Marianna Bolko ed Enzo Codignola), tre articoli di Ernst Kris (due rispettivamente del 1939 e del 1949, poi inclusi nella raccolta del 1952 Ricerche psicoanalitiche sull'arte con la prefazione di Ernst H. Gombrich e tradotta da Elvio Fachinelli, e uno del 1956 che farà parte del volume Gli scritti di psicoanalisi, pubblicato nel 1975), e tre articoli di Peter B. Neubauer, Harold P. Blum e Pinchas Noy rispettivamente del 1978, del 1979 e del 1976. Tra le altre cose, viene sottolineata la complessità del concetto di insight, che può avere diversi significati ed è stato indagato da numerosi studiosi, anche esterni alla psicoanalisi, i quali hanno prodotto diversi studi a volte isolati che poi hanno contribuito alla costruzione delle conoscenze psicoanalitiche, un processo per sua natura interminabile.
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Salerno, Vincenzo, et Stefano Pegorin. « Towards shared meanings. The co-construction of the educational pact as an inclusive process : a field experience ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 203–16. http://dx.doi.org/10.36253/form-12613.

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Produced by the intervention of the social service, by decree of a court, entry into a residential community for minors is a traumatic event in the life of a boy. The community itself is a pre-established system, made up of rules and spaces, established times and activities, and of intense relationships with professionals. None of this is the result of a decision, of a participation, of a subjectification on the part, first of all, of the subject of education who is the boy himself. The institutional task risks being limited to protection rather than triggering a path of inclusion and development: paradoxically, the time and space of socio-educational intervention can become an experience of deeper exclusion and stagnation. What educational conditions, therefore, can initiate and help processes of effective inclusion? The article proposes a specific pedagogical tool, the educational pact as an educational experience of subjectivation and inclusion of the child. Verso significati condivisi. La co-costruzione del patto educativo come processo inclusivo: una esperienza di campo. Prodotto dall’intervento del servizio sociale, per decreto di un tribunale, l’ingresso in una comunità residenziale per minori è un evento traumatico nella vita di un ragazzo – inteso come segmento sociale costituito da maschi di età 11–21. La comunità stessa è un sistema precostituito, fatta di regole e spazi, tempi e attività stabilite, e di rapporti intensi con professionisti. Niente di tutto questo è l’esito di una decisione, di una partecipazione, di una soggettivazione da parte, innanzitutto, del soggetto dell’educazione che è il ragazzo stesso. Il compito istituzionale rischia di limitarsi alla protezione piuttosto che innescare un percorso di inclusione e di sviluppo: paradossalmente il tempo e lo spazio dell’intervento socio-educativo possono diventare un’esperienza di più profonda esclusione e stagnazione. Quali condizioni educative dunque possono avviare e aiutare processi di effettiva inclusione? L’articolo propone uno strumento pedagogico specifico, il patto educativo come esperienza educativa di soggettivazione e inclusione del ragazzo.
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Dondona, Adriana. « Mimčsi e rito : tra ripetizione e creativitŕ. Dare forma al non espresso : trasformazioni creative in gruppi di bambini e di adolescenti ». GRUPPI, no 1 (octobre 2010) : 49–62. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001005.

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Résumé :
Si descrive l'esperienza di gruppi terapeutici ed esperienziali, condotti in scuole elementari e medie ed in un servizio ASL romano di neuropsichiatria infantile, per bambini e adolescenti con problemi d'apprendimento e di condotta spesso legati all'ambiente sociofamiliare. Gli esempi clinici illustrano come la mimčsi e la ritualitŕ siano utilizzate dai ragazzi, nel campo gruppale, per sperimentare rappresentazioni di sé meno ripetitive ed imbastire una narrazione soggettiva, originale, del proprio mondo emotivo e relazionale. La mimčsi genera contagi di emozioni e fantasie, rappresenta una forza magnetica che avvia il pensiero gruppale, la socialitŕ sincretica, il formarsi di alleanze, complicitŕ e antagonismi, stimola il rispecchiamento, l'empatia e la costruzione di "oggetti sé" transizionali, produce sia fenomeni di conformismo, che occasioni di trasformazione, aiutando a superare l'imitazione passiva, per cercare il proprio modo originale di ri-produrre la realtŕ. La mimčsi creativa, che il gruppo scopre, coglie dell'esperienza l'ambiguo e l'indifferenziato, per offrirgli una nuova espressione, che contiene parti di sé inesplorate, insieme a ciň che accade e incontriamo. Cosě le azioni rituali dei gruppi, pur riproducendo forme sociali conosciute e spesso subite, creano una cornice simbolica evocativa, che rompe il flusso indistinto dell'esistere e stimola a "giocare" con la ricerca di significati, con le aspettative, i paradossi e i punti oscuri dell'esperienza, destrutturando e ristrutturando l'abitudinario. Per questi bambini e adolescenti, troppo condizionati da modelli omologanti, spesso esposti ad esperienze traumatiche o profondamente ambivalenti sul piano psico-affettivo, tali da farli sentire riempiti proiettivamente di bisogni, desideri altrui, ed espropriati di aree vitali di espressivitŕ, č importante sperimentare una mimčsi che non copia, ma re-interpreta l'alteritŕ, in una tensione costante tra alienazione e soggettivitŕ, per costruire un processo autonomo e creativo di crescita individuale e collettivo.
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Monaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.

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Le concezioni e le prassi di responsabilitŕ sociale d'impresa (CSR, corporate social responsibility) che si sono affermate sino a tempi molto recenti riflettono prevalentemente una logica reattiva, incentrata sulla necessitŕ delle aziende di rilegittimarsi nei confronti dei loro stakeholder corrispondendo alla richiesta di riduzione e prevenzione dei costi sociali legati all'attivitŕ d'impresa (degrado ecologico, disoccupazione conseguente a ristrutturazioni, ecc.). Tuttavia l'attuale periodo, anche per le incertezze e questioni poste dalla crisi economica, rappresenta una fase singolarmente feconda per andare oltre questo approccio adattivo e raccogliere la sfida di una visione piů avanzata della dimensione sociale dell'agire d'impresa come innovazione sostenibile. Tale modello si basa sulla valorizzazione di beni, risorse ed esigenze di significato sociale ed č indirizzato alla creazione di valore integrato - economico, umano-sociale e ambientale - nel lungo termine. La caratteristica centrale di questo profilo d'impresa č la tendenza a operare in maniera socialmente proattiva, sviluppando un'attitudine a cogliere o persino anticipare le direzioni del cambiamento sociale con i suoi bisogni e problemi emergenti e facendo sě che l'integrazione di obiettivi economici e socio-ambientali nei processi strategico-produttivi si traduca in fattore di differenziazione dell'offerta di mercato e in una reale fonte di vantaggio competitivo. Nel presente lavoro si indica la praticabilitŕ di un simile modello riferendosi ai risultati di una recente indagine condotta su un campione di dieci imprese italiane, eterogenee per dimensioni, collocazione geografica, fase del ciclo di vita e settori di attivitŕ, che si estendono da comparti tradizionali (come quelli alimentare, edilizio, sanitario, dell'arredamento e della finanza) a campi di piů recente definizione e a piů elevato tasso di cambiamento tecnologico (quali l'ingegneria informatica, la comunicazione multimediale, il controllo dei processi industriali e il risanamento ambientale). La logica di azione di queste organizzazioni sembra ruotare intorno a una duplice dinamica di "valorizzazione del contesto": da un lato, l'internalizzazione nella strategia d'impresa di richieste e al contempo di risorse sociali orientate a una maggiore attenzione per l'ambiente naturale, per la qualitŕ della vita collettiva nei territori, per i diritti e lo sviluppo delle persone dentro e fuori gli ambienti di lavoro; dall'altro lato, la capacitŕ, a valle dell'attivitŕ di mercato, di produrre valore economico e profitti generando anche valore per la societŕ. Nei casi analizzati č presente la valorizzazione delle risorse ambientali, che si esprime mediante la riprogettazione di prodotti e processi e politiche di efficienza energetica di rifornimento da fonti di energia rinnovabile, raccordandosi con nuove aspettative sociali rispetto alla questione ecologica. Č coltivato il valore umano nel rapporto spesso personalizzato con i clienti e i partner di business ma anche nella vita interna d'impresa, attraverso dinamiche di ascolto e coinvolgimento che creano spazi per la soddisfazione di svariati bisogni e aspirazioni che gli individui riversano nella sfera lavorativa, aldilŕ di quelli retributivi. C'č empowerment del "capitale sociale" dentro e intorno all'organizzazione, ravvisabile specialmente quando le condotte d'impresa fanno leva su risorse relazionali e culturali del territorio e si legano a meccanismi di valorizzazione dello sviluppo locale. Troviamo inoltre il riconoscimento e la produzione di "valore etico" per il modo in cui una serie di principi morali (quali la trasparenza, il mantenimento degli impegni, il rispetto di diritti delle persone) costituiscono criteri ispiratori dell'attivitŕ di business e ne escono rafforzati come ingredienti primari del fare impresa. E c'č, naturalmente, produzione di valore competitivo, una capacitŕ di stare e avere successo nel mercato che si sostiene sull'intreccio di vari elementi. Uno di essi coincide con l'uso della leva economico-finanziaria come risorsa irrinunciabile per l'investimento in innovazione, piuttosto che in un'ottica di contenimento dei costi relativi a fattori di gestione - come la formazione - che possono anche rivelarsi non immediatamente produttivi. Altrettanto cruciali risultano una serie di componenti intangibili che, oltre alla gestione delle risorse umane, sono essenzialmente riconducibili a due aspetti. Il primo č lo sviluppo di know-how, in cui la conoscenza che confluisce nelle soluzioni di business č insieme tecnica e socio-culturale perché derivante dalla combinazione di cognizioni specializzate di settore, acquisite in virtů di una costante apertura alla sperimentazione, e insieme di mappe di riferimento e criteri di valutazione collegati alla cultura aziendale. L'altro fattore immateriale alla base del valore competitivo consiste nell'accentuato posizionamento di marchio, con la capacitŕ di fornire un'offerta di mercato caratterizzata da: a) forte specificitŕ rispetto ai concorrenti (distintivi contenuti tecnici di qualitŕ e professionalitŕ e soprattutto la corrispondenza alle esigenze dei clienti/consumatori e al loro cambiamento); b) bassa replicabilitŕ da parte di altri operatori, dovuta al fatto che le peculiaritŕ dell'offerta sono strettamente legate alla particolare "miscela" degli altri valori appena considerati (valore umano, risorse relazionali, know-how, ecc.). Ed č significativo notare come nelle imprese osservate questi tratti di marcata differenziazione siano stati prevalentemente costruiti attraverso pratiche di attenzione sociale non modellate su forme di CSR convenzionali o facilmente accessibili ad altri (p.es. quelle che si esauriscono nell'adozione di strumenti pur importanti quali il bilancio sociale e il codice etico); ciň che si tratti - per fare qualche esempio tratto dal campione - di offrire servizi sanitari di qualitŕ a tariffe accessibili, di supportare gli ex-dipendenti che avviano un'attivitŕ autonoma inserendoli nel proprio circuito di business o di promuovere politiche di sostenibilitŕ nel territorio offrendo alle aziende affiliate servizi tecnologici ad alta prestazione ambientale per l'edilizia. Le esperienze indagate confermano il ruolo di alcune condizioni dell'innovazione sostenibile d'impresa in vario modo giŕ indicate dalla ricerca piů recente: la precocitŕ e l'orientamento di lungo periodo degli investimenti in strategie di sostenibilitŕ, entrambi favoriti dal ruolo centrale ricoperto da istanze socio-ambientali nelle fasi iniziali dell'attivitŕ d'impresa; l'anticipazione, ovvero la possibilitŕ di collocarsi in una posizione di avanguardia e spesso di "conformitŕ preventiva" nei confronti di successive regolamentazioni pubbliche in grado di incidere seriamente sulle pratiche di settore; la disseminazione di consapevolezza interna, a partire dai livelli decisionali dell'organizzazione, intorno al significato per le strategie d'impresa di obiettivi e condotte operative riconducibili alla sostenibilitŕ; l'incorporamento strutturale degli strumenti e delle soluzioni di azione sostenibile nei core-processes organizzativi, dalla ricerca e sviluppo di prodotti/ servizi all'approvvigionamento, dall'infrastruttura produttiva al marketing. Inoltre, l'articolo individua e discute tre meccanismi che sembrano determinanti nei percorsi di innovazione sostenibile osservati e che presentano, per certi versi, alcuni aspetti di paradosso. Il primo č dato dalla coesistenza di una forte tradizione d'impresa, spesso orientata sin dall'inizio verso opzioni di significato sociale dai valori e dall'esperienza dell'imprenditore-fondatore, e di apertura alla novitŕ. Tale equilibrio č favorito da processi culturali di condivisione e di sviluppo interni della visione di business, da meccanismi di leadership dispersa, nonché da uno stile di apprendimento "incrementale" mediante cui le nuove esigenze e opportunitŕ proposte dalla concreta gestione d'impresa conducono all'adozione di valori e competenze integrabili con quelli tradizionali o addirittura in grado di potenziarli. In secondo luogo, si riscontra la tendenza a espandersi nel contesto, tipicamente tramite strategie di attraversamento di confini tra settori (p.es., alimentando sinergie pubblico-private) e forme di collaborazione "laterale" con gli interlocutori dell'ambiente di business e sociale; e al contempo la tendenza a includere il contesto, ricavandone stimoli e sollecitazioni, ma anche risorse e contributi, per la propria attivitŕ (p.es., nella co-progettazione dei servizi/prodotti). La terza dinamica, infine, tocca piů direttamente la gestione delle risorse umane. Le "persone dell'organizzazione" rappresentano non soltanto uno dei target destinatari delle azioni di sostenibilitŕ (nelle pratiche di selezione, formazione e sviluppo, welfare aziendale, ecc.) ma anche, piů profondamente, il veicolo fondamentale della realizzazione e del successo di tali azioni. Si tratta, cioč, di realtŕ organizzative in cui la valorizzazione delle persone muove dagli impatti sulle risorse umane, in sé cruciali in una prospettiva di sostenibilitŕ, agli impatti delle risorse umane attraverso il loro ruolo diretto e attivo nella gestione dei processi di business, nella costruzione di partnership con gli stakeholder e nei meccanismi di disseminazione interna di una cultura socialmente orientata. In tal senso, si distingue un rapporto circolare di rinforzo reciproco tra la "cittadinanza nell'impresa" e la "cittadinanza dell'impresa"; vale a dire, tra i processi interni di partecipazione/identificazione del personale nei riguardi delle prioritŕ dell'organizzazione e la capacitŕ di quest'ultima di generare valore molteplice e "condiviso" nel contesto (con i clienti, il tessuto imprenditoriale, le comunitŕ, gli interlocutori pubblici, ecc.). In conclusione, le imprese osservate appaiono innovative primariamente perché in grado di praticare la sostenibilitŕ in termini non solo di responsabilitŕ ma anche di opportunitŕ per la competitivitŕ organizzativa. Questa analisi suggerisce quindi uno sguardo piů ampio sulle implicazioni strategiche della CSR e invita a riflettere su come le questioni e i bisogni di rilievo sociale, a partire da quelli emergenti o acuiti dalla crisi economica (nel campo della salute, dei servizi alle famiglie, della salvaguardia ambientale, ecc.), possano e forse debbano oggi sempre piů situarsi al centro - e non alla periferia - del business e della prestazione di mercato delle imprese.
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Castiglioni, Marco, Elena Faccio, Guido Veronese, Annalisa Poiana Mosolo et Richard C. Bell. « Disturbi alimentari e costruzione del significato ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (novembre 2011) : 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-003001.

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Résumé :
Secondo l'approccio sistemico-costruzionista la psicopatologia č una "scienza del significato": i disturbi psicopatologici sono legati a specifiche dimensioni semantiche e alla posizione occupata dai singoli individui nel loro contesto familiare. La semantica del potere č considerata la dimensione di significato critica per le persone che presentano disturbi alimentari (anoressia, bulimia, obesitŕ). Scopo della ricerca č sottoporre al vaglio empirico la teoria che connette i disturbi del comportamento alimentare (DCA) alla semantica del potere, formulando l'ipotesi che i significati personali "vincente/perdente" e i loro correlati siano predominanti per questi pazienti.. I costrutti personali di 30 giovani DCA (suddivisi in 10 obesi, 10 anoressiche, 10 bulimiche) sono stati rilevati utilizzando la tecnica delle Griglie di Repertorio (Kelly, 1955) e posti a confronto con quelli di un gruppo di controllo composto da 30 soggetti normo-peso. I costrutti personali sono stati classificati in categorie semantiche e i dati confrontati attraverso opportune analisi statistiche. Dai risultati emerge che i costrutti del gruppo DCA sono correlati alla semantica del potere piů di quelli del gruppo di controllo, confermando le ipotesi formulate, sebbene l'interpretazione dei dati relativi ai sottogruppi appaia meno chiara. Tali risultati sono discussi alla luce sia delle loro implicazioni cliniche sia dei vincoli metodologici della ricerca.
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Fidolini, Vulca. « Pensare l'individuo nel Sud Da attore empirico a soggetto morale ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 45 (février 2013) : 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-045009.

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Résumé :
Il campo di studio della modernitÀ si caratterizza come luogo di evidenza e affermazione storica della questione dell'individuo. Le scienze sociali ne hanno interpretato gli sviluppi in relazione esclusiva alle grandi categorie analitiche del pensiero euro-occidentale, consolidandone la discussione in un contesto culturale ‘bloccato'. Un'analisi sociologica sulla costruzione della giovinezza nella riva sud mediterranea, e in particolare sui giovani adulti dei centri urbani del Marocco, offre l'occasione per ripensare il paradigma interpretativo della modernitÀ e il significato di individuo individualizzato alla luce di nuove traiettorie di mutamento sociale. Una prospettiva di studio che si colloca nell'attualitÀ del dibattito sociologico volto a riconoscere l'esistenza di differenti forme di costruzione moderna del soggetto nel panorama culturale del Sud globale.
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De Masi, Franco. « Il delirio : difesa o costruzione psicopatologica ? » RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (août 2010) : 73–92. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2010-002008.

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Résumé :
In questo lavoro discuto la natura del delirio per prospettare un approccio terapeutico alla psicosi. Particolare attenzione č data alla natura e alla struttura dell'esperienza delirante e alla sua relazione con la parte sana della personalitŕ. Se delirio rappresenta una costruzione psicopatologica che oblitera la capacitŕ di comprendere l'esperienza emotiva, il lavoro terapeutico consiste nel ridurre il suo potere per recuperare il pensiero intuitivo e ristabilire il contatto con la realtŕ emotiva. Esiste un posto nella mente del paziente, virtualmente inaccessibile, in cui viene continuamente costruito lo stato psicotico. Di qui deriva l'importanza di orientare il lavoro analitico verso la presa di consapevolezza del significato dell'organizzazione psicotica, che tende ad inglobare il sé e a distruggere il senso di realtŕ. In questo senso, come ho cercato di mostrare nei frammenti clinici riportati nel lavoro, i sogni psicotici sono molto utili perché costituiscono la vera comunicazione all'analista che non si realizza fino quando il paziente rimane complice e sottomesso all'organizzazione delirante. Da questo punto di vista mentre il delirio nasconde, il sogno comunica.
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Di Franco, Andrea. « Quando si entra in un asilo. La scuola d'infanzia di Giuseppe Terragni a Como ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 172–81. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056026.

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Résumé :
La ‘disarmante' costituzione dell'asilo determina un momento particolare nell'orizzonte dell'opera di Giuseppe Terragni. Sul piano del rapporto con il suo tempo e dell'analisi del significato dello spazio architettonico č interessante rilevare come, da parte delle diverse e piů importanti letture critiche, questa costruzione si ponesse quale termine di paragone rispetto al resto del suo lavoro; tutte letture fortemente supportate dal dato emotivo sia nel caso di quella coeva che di quella seguente, per via della contrastata, ambigua, diciamo difficilmente decifrabile relazione tra l'autore, le correnti artistiche e culturali nazionali ed europee ed il regime fascista. Comunque sia, per questa piccola costruzione, parlare dell'architettura, dell'oggetto e dello spazio senza contemplare l'orizzonte emotivo quale materia originaria e poi interpretativa, rende incompleta la narrazione.
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Rufino, Annamaria. « Salve, shalom, fil aman, ni hao. Riflessioni sulle radici sociali di una norma implicita ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 1 (juillet 2012) : 179–83. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-001013.

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Résumé :
Il saluto č stato un significativo strumento di inclusione sociale e riconoscimento propositivo dell'altro. In questo senso puň essere considerato l'atto primitivo e fondativo della costruzione sociale e dei legami di solidarietŕ, oltre che un indicatore di cultura e civiltŕ. Nell'era globale, perň, tale prassi sociale ha perso pregnanza e significato, soprattutto negli agglomerati urbani caratterizzati da degrado ambientale, economico e socio-istituzionale. La hello practice rappresenta un strumento specifico dell'intelligenza territoriale, utile per verificare nella prassi sociale la capacitŕ di attivazione della fiducia e della socialitŕ.
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Dodet, Maurizio. « Psicoterapia cognitiva post-razionalista della coppia. Una proposta costruttivista ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (mai 2011) : 39–56. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-002004.

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Résumé :
L'autore presenta l'approccio alla terapia di coppia secondo il "modello cognitivo costruttivista postrazionalista", rifacendosi, in particolare, ai concetti derivati dalle elaborazioni di Patricia Crittenden, Furio Lambruschi e Vittorio Guidano. Le dinamiche che sottendono la reciprocitŕ emotiva in un rapporto sentimentale sono considerate in stretto rapporto con l'attaccamento esperito nell'infanzia, considerato come la dimensione emotiva in cui si crea il significato personale che prende forma in una organizzazione di significato personale, di cui gli sono una delle componenti primarie. La scelta di un partner e la costruzione di un rapporto sentimentale sembrano essere in relazione con le caratteristiche e il grado di articolazione dell'assetto emotivo e cognitivo individuale. Il rapporto di coppia si genera dall'ingranarsi dei due stili sentimentali che sono espressione dei significati individuali ( ) e tendono a mantenere sentimenti di continuitŕ e di unicitŕ del sé nell'incontro intimo con l'altro da sé. In una terapia di coppia, l'obiettivo č quello di incrementare tale articolazione nell'analizzare come si ingranano i due significati individuali nelle varie fasi di formazione, mantenimento e crisi/rottura.
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Procentese, Fortuna, Silvia Scotto di Luzio et Alfredo Natale. « Convivenza responsabile : quali i significati attribuiti nelle comunità di appartenenza ? » PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 2 (mars 2012) : 19–29. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-002003.

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Résumé :
La ricerca verte sul significato attribuito alla convivenza responsabile nei contesti locali ed č finalizzata a comprendere la discrepanza tra i cambiamenti culturali relativi alla ridefinizione del ruolo di cittadino e le prassi volte al raggiungimento del benessere sociale. A tal fine sono stati raccolti gli scritti di 73 studenti universitari. Dall'analisi tematica degli elaborati sono emerse le dimensioni strutturanti la rappresentazione locale di convivenza ed i diversi fattori determinanti la costruzione di azioni pro-sociali. Si evidenzia un non riconoscimento di spazi di condivisione e di negoziazione. In particolare prevale la mancanza di quel sentimento di fiducia che sviluppa interdipendenza costruttiva, funzionale alla convivenza responsabile.
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Coates-Stephens, Robert. « Epigraphy asSpolia— The Reuse of Inscriptions in Early Medieval Buildings ». Papers of the British School at Rome 70 (novembre 2002) : 275–96. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002178.

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EPIGRAFI COMESPOLIA— IL RIUSO DELLE ISCRIZIONI NEGLI EDIFICI ALTOMEDIEVALIL'articolo esamina l'evidenza archeologica e testuale per il riuso di iscrizioni in fortificazioni, pavimenti di chiese e mura di edifici dal terzo al nono secolo, basandosi su esempi di Roma. Poiché il fenomeno si colloca all'interno del più ampio discorso dell'uso deglispolia, sono state qui esaminate anche le ultime interpretazioni del riuso di materiali di costruzione. Vengono presi in considerazione i seguenti problemi: il punto fino al quale le iscrizioni erano lasciate a vista e se questa forma di visibilità aveva un significato specifico o meno; il possible significato del riuso di testi pagani in edifici cristiani; e l'idea che il riuso dell'antico in generale potesse costituire un mezzo di auto-legittimazione da parte dei committenti. Alcune letture concettuali si sono rivelate contraddittorie. Il riuso delle iscrizioni in età altomedievale deve essere considerato nel contesto dell'universale fare affidamento suglispoliacome materiale costruttivo. Per questo, è estremamente difficile provare che il riuso delle epigrafi fosse il risultato di una scelta specifica da parte dei costruttori e dei committenti.
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Olivi, Alessandra. « Coltivando lo spazio pubblico : l'orto in cittŕ come forma di resistenza urbana ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 92 (février 2011) : 103–22. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092008.

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Partendo da una riflessione sull'importanza di analizzare i processi di costruzione della localitŕ, rompendo l'asimmetria tra dinamiche locali e globali e ricollocando la centralitŕ del luogo nei processi di costruzione identitaria, il presente articolo analizza l'evoluzione del movimento urbano del Huerto del Rey Moro nella cittŕ di Siviglia. Nel caso proposto, l'azione di resistenza urbana organizzata, diretta a contrastare lo sviluppo urbanistico di un'area abbandonata ubicata nel centro storico della cittŕ, si coniuga con una progettualitŕ concreta che prende la forma di orti comunitari autogestiti. L'analisi del conflitto sociale consente di far emergere significati latenti nella cittŕ contemporanea, che rimandano alla centralitŕ dello spazio pubblico e delle aree verdi, in particolare, come laboratori che consentono di riattivare la facoltŕ creativa dell'abitare urbano.
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BUCCIANTINI, MASSIMO. « A DIFFICULT LEGACY : GALILEO AND THE GALILEAN COLLECTION BETWEEN MYTH AND HISTORY * ». Nuncius 12, no 2 (1997) : 311–28. http://dx.doi.org/10.1163/182539197x00744.

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Abstracttitle RIASSUNTO /title Scopo principale di questo saggio e quello di mettere a fuoco il significato politico e culturale che il progressivo costituirsi della Collezione Galileiana venne assumendo nella battaglia a favore della riabilitazione di Galileo come scienziato e filosofo copernicano. All'indomani della morte il progetto di costituzione e di arricchimento della Collezione Galileiana si venne subito a fondere in un unico grande progetto di riscatto e riabilitazione dello scienziato eretico, per poi, nei secoli successivi, saldarsi ai tanti miti di Galileo che scandirono la vita civile e culturale del nostro paese, giungendo, alla fine dell"800, alla costruzione di quel 'monumento' perenne della cultura italiana rappresentanto dalla pubblicazione dell'Edizione Nazionale curata da Antonio Favaro.
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Stella, Amedeo. « Regressione e costruzione del trauma nel processo analitico ». PSICOANALISI, no 1 (septembre 2010) : 83–108. http://dx.doi.org/10.3280/psi2010-001005.

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Résumé :
Il lavoro vuole essere un tentativo di riconcettualizzare le nozioni di regressione e trauma alla luce del concetto di costruzione del trauma. Attraverso l'esame di un caso clinico si cerca di mostrare il processo di incontro tra gli inconsci del paziente e dell'analista e la costituzione del campo intersoggettivo. L'analisi del controtransfert e dei processi inerenti al campo intersoggettivo, unitamente all'atteggiamento facilitante dell'analista, contribuiscono a promuovere la regressione intesa come canale privilegiato per raggiungere il livello prementale e avvicinare lo stato in cui si č prodotta la situazione di shock che costituisce il precursore del trauma. L'autore ipotizza che quest'ultimo, inteso come l'espressione di un processo secondario, appartenga al genere delle Nachträglichkeit e sia il risultato di una costruzione psicoanalitica analoga ai processi transizionali e fondata sulla funzione dell'area intermedia.
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Alfonso, Maurizio Iacono. « Una storia tra i mondi intermedi ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 17 (décembre 2011) : 78–88. http://dx.doi.org/10.3280/eds2012-017007.

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Résumé :
Questo articolo prende avvio da una storia personale fatta di crisi della politica, di una guarigione dal mal di schiena e da una ricerca sul concetto di feticismo come storia della sostituzione, e arriva alla conclusione che il gioco, il rito, il teatro possono svelare il significato dei "mondi intermedi". Essi infatti sono tutti degli atti consapevoli del fare finta, cioč dello sdoppiamento mimetico, dove l'imitazione di un mondo dato spinge verso la costruzione di un mondo nuovo, che imita appunto il primo, ma se ne differenzia, rendendosi via via autonomo. Č questa l'autonomia nella relazione che caratterizza e determina i mondi intermedi. In questo far finta, in tale abbandono consapevole alla finzione, la relazione nell'autonomia puň essere richiamata dalla "coda dell'occhio".
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Freddano, Michela, Anna Siri et Mauro Palumbo. « Indicatori per una valutazione partecipata : l'esperienza del Corso di Metodologia della Ricerca Sociale II (A.A. 2009/2010) ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 46 (avril 2011) : 21–42. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-046003.

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Résumé :
Il contributo intende proporre un modello di valutazione degli apprendimenti quale vero e proprio processo partecipato, in grado di sviluppare metodi valutativi e auto-valutativi appropriati, in quanto frutto dello stesso contesto interattivo che produce l'evento formativo. Gli autori sviluppano una riflessione critica su una sperimentazione condotta nell'ambito dell'insegnamento di Metodologia e tecniche della ricerca sociale II, riguardante la realizzazione di una valutazione partecipata e condivisa dagli studenti del "rendimento all'esame", articolata in modo da poter costruire indicatori adeguati. In una prospettiva valutativa, sono affrontati alcuni dei principali problemi relativi al processo di costruzione e validazione di indicatori condivisi. Inoltre, all'intento teorico e pratico di costruire indicatori adeguati attraverso un processo partecipativo, si affianca anche il proposito di realizzare un percorso di apprendimento, mediante l'impegno attivo degli studenti nella valutazione e nella costruzione della conoscenza, attraverso metodi di.
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Bongianino, Egle. « La comunitŕ residenziale : un'opportunitŕ in piů di crescita. La storia di Angelica ». QUADERNI DI PSICOTERAPIA COGNITIVA, no 31 (décembre 2012) : 53–71. http://dx.doi.org/10.3280/qpc2012-031007.

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Résumé :
L'articolo descrive il percorso terapeutico con una bambina con genitori separati, affidata alla madre. Il quadro sintomatologico iniziale era caratterizzato da una depressione lieve e tratti ossessivi. La psicoterapia prende avvio dalla costruzione della relazione, in cui il terapeuta si pone come base sicura e il tempo passato insieme diventa un'occasione per riconoscere e raccontare le emozioni vissute, sperimentare nuove modalita relazionali, innalzare il tono dell'umore. Il peggioramento della situazione famigliare ha comportato la necessita della costruzione di una rete con i Servizi sociali e Territoriali e l'ingresso della bambina in una comunita residenziale. Accanto al processo terapeutico, viene descritto il ruolo del terapeuta oltre le mura dello studio: e stata necessaria, infatti, una collaborazione con gli enti presenti sul territorio al fine di cooperare per il benessere della bambina ed il proseguo della terapia stessa.
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Gallo, Eugenio, et Gino Targa. « Quality evaluation in psychiatric services : a regional system of quality indicators ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no 2 (août 1998) : 110–19. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007247.

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RIASSUNTOScopo — Il presente lavoro propone un sistema di indicatori basato sui sistemi informativi di routine adottati dalla Regione Emilia Romagna. Esso si pone l'obiettivo di cogliere la qualità e la complessità dei percorsi di cura dei pazienti psichiatrici tenendo conto dell'articolazione delle strutture psichiatriche della Regione del Progetto obiettivo Tutela della Salute Mentale 1994-1996 e degli Indicatori di efficienza e qualita del SSN. richiesti dal Ministero della Sanità. Metodo — Formazione di un gruppo di lavoro su iniziativa della Regione, per la costruzione degli indicatori con definizione del significato, della formula, della soglia di attenzione, della finalita, del livello di utilizzazione, della fonte dei dati e della frequenza di rilevazione congruente con i sistemi informativi regionali.Risultati — Vengono presentati 105 indicatori suddivisi in base alia struttura psichiatrica a cui fanno riferimento (centri di salute mentale, reparti per acuti, strutture semiresidenziali, strutture residenziali, strutture ex-manicomiali, dipartimento di salute mentale) ed in base al codice in tre elenchi: 1) d'informazione generale (30), comprendente i 12 indicatori richiesti dal Ministero della Sanità; 2) di approfondimento; 3) di esito. Conclusioni — Il sistema di indicatori, pur nato per un uso locale, si fonda su obiettivi definiti dal Progetto Obiettivo ministeriale, per cui può rivestire un interesse anche per altre realtà regionali italiane. La costruzione modulare permette un'applicazione flessibile e un adattamento a sistemi informativi meno complessi. Una parte del sistema è stata inserita dal 1997 nel flusso informativo di routine tra le ASL e la Regione Emilia Romagna.
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Bellini, Nicola, et Cecilia Pasquinelli. « Il Brand Reticolare. Strumenti di analisi per la costruzione di un marchio di luogo ». MERCATI & ; COMPETITIVITÀ, no 3 (septembre 2011) : 65–84. http://dx.doi.org/10.3280/mc2011-003005.

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Résumé :
005 Riassunto Muovendo da una rassegna della letteratura, l'articolo si propone di applicare il paradigma relazionale aldi luogo. Definito il concetto di brand reticolare, gli autori propongono una procedura di analisi per un suo utilizzo nella ricerca empirica. Tale strumento interpretativo č utilizzato nell'analisi del caso Val di Cornia (Toscana), una rete di comuni che cooperano per lo sviluppo locale. Grazie alla- che costituisce una novitÀ metodologica in tale ambito di ricerca - gli autori riflettono sulla capacitÀ della rete di favorire un cambio di immagine e, dunque, effetti didell'area mediante la definizione di un nuovo spazio fisico da cui vengono estrapolati nuovi elementi identitari. Oltre a testare gli strumenti analitici proposti, i risultati della ricerca consentono di dimostrare l'effettivo processo diin Val di Cornia e suggeriscono l'importanza di una strategia di marchio ben definita ai fini di una sua sostenibilitÀ.
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Ardino, Vittoria. « La costruzione di significato della violenza sulla donna in contesti post-conflitto : uno studio interpretativofenomenologico su rifugiati congolesi ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (décembre 2011) : 91–103. http://dx.doi.org/10.3280/mal2011-003006.

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Résumé :
Molti lasciano il paese d'origine come rifugiati dopo aver vissuto traumi gravi (torture, guerra, violenze di massa). In relazione a questi traumi, vi č la necessitŕ di esplorare i fattori socio-culturali che, in fase di post-migrazione, non permettono la rielaborazione del trauma. I rifugiati, vittime di eventi estremi, guardano a distanza gli accadimenti del paese d'origine, che sono, perň, spesso, fonte di ritraumatizzazione. Lo studio esplora in che modo rifugiati congolesi uomini, che vivono nel Regno Unito, interpretano e danno significato alla violenza sulle donne che continua a perpetrarsi nel paese d'origine. Si č utilizzato il metodo qualitativo dell'analisi fenomenologica-interpretativo. Quattro rifugiati sono stati intervistati seguendo una traccia di intervista semi-strutturata e le trascrizioni sono state analizzate secondo i principi dell'analisi fenomenologica-interpretativo. I quattro temi emersi dall'analisi sono stati etichettati: guerra e violenza, la figura della donna, violenza contro la donna e educazione. I partecipanti hanno descritto la violenza sulle donne in Congo come una ritraumatizzazione collettiva che si origina da una risoluzione della guerra non efficace e da una mancanza di educazione della popolazione locale. Nella valutazione degli effetti di traumi di massa occorre esplorare meglio in che modo i rifugiati interpretano la violenza attuale nel paese di origine come possibile fattore di rischio per un'eventuale ritraumatizzazione.
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Morresi, Ferdinando. « Integrazione. Evoluzione del diritto ? Integration. Development of Law ? Integração. Evolução do Direito ? » Revista Confluências Culturais 7, no 2 (11 octobre 2018) : 9. http://dx.doi.org/10.21726/rccult.v7i2.610.

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Résumé :
In questo articolo cerco di descrivere alcuni elementi emergenti nelle politiche migratorie, rispetto alla cittadinanza, assumendo che il fenomeno sia rilevante per discutere il cambiamento di significato dello Stato di diritto coinvolto nel processo. Secondo alcune premesse hegeliane e schmittiane, l’analisi delinea che alcuni simboli adottati per governare le politiche di immigrazione e cittadinanza tendono a non fare alcuna differenza tra i due poli. Questo tipo di indifferenza simbolica viene valutato come un tradimento del principio di parità di trattamento e, allo stesso tempo, si stima che alcuni nuovi miti siano necessari per rinfrescare l’ordine legale e conferire ad esso un significato più profondo in termini di giustizia reale.
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Latini, Beatrice. « Per una ricomprensione social della posture littéraire : Édouard Louis e Jonathan Bazzi ». ENTHYMEMA, no 30 (2 janvier 2023) : 27–40. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/19531.

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Résumé :
Se il Web dei primordi aveva permesso agli autori letterari di assumere liberamente forme diverse (anonima, collettiva, pseudonima), oggi l’avvento dei social network e del web 2.0 impone la costruzione di una postura letteraria virtuale il più aderente possibile a quella reale. In questo articolo ci si propone di analizzare, a partire da Instagram, la postura letteraria di Édouard Louis e Jonathan Bazzi, le cui opere sono estremamente simili nei temi e nella forma. L’analisi cercherà di comprendere come i social intervengano nel processo di costruzione della postura letteraria e se, a partire da essi, vi sia la possibilità di una sua ricomprensione.
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Dentale, Rosa Celeste. « La solitudine di un corpo privato dei sensi ». PSICOBIETTIVO, no 1 (mars 2012) : 126–28. http://dx.doi.org/10.3280/psob2012-001009.

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Résumé :
Il rapporto madre-figlia. La complessitŕ e l'ambivalenza dei segni intricati, a volte brucianti, a volte lievi, dell'intenso e conflittuale processo che conduce la figlia dal massimo di prossimitŕ e specularitŕ con la madre alla costruzione della propria personale identitŕ femminile.
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Torlone, Francesca. « Contenuti core di un Corso di studi e gestione dei colloqui individuali di orientamento ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 2 (juillet 2021) : 114–36. http://dx.doi.org/10.3280/erp2-2021oa12119.

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Résumé :
Il colloquio individuale di orientamento si configura come un percorso che lo studente, tradizionale e non, intraprende dal momento in cui incontra un docente nella fase di accoglienza fino all'ultimo dei colloqui che realizza prima del conseguimento della certificazione finale. Il percorso è segnato da colloqui ciclici, svolti con docenti diversi e nei vari momenti che attraversano il processo di orientamento del singolo studente. Ogni colloquio, o meglio ogni "batteria" di colloqui, si inserisce in momenti specifici della vita accademica, personale e professionale della persona. Ognuna di queste "batterie" di colloqui ha propri obiettivi e risultati attesi, volti a consentire allo studente di conseguire i suoi obiettivi di orientamento nel quadro dei contenuti core del CdS-L19. Lo studio che il contributo presenta articola i risultati conseguiti dagli studenti in quattro tappe attraverso cui si sviluppa il processo di orientamento: esplicitazione della domanda di orientamento da parte dello studente; la motivazione e la retention dello studente; la costruzione di una risposta di orientamento pertinente da parte del docente; la valutazione dei progressi realizzati.
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Serbati, Anna, Sabrina Maniero, Marcella Bracale et Silvia Caretta. « Come costruire un Syllabus Learner-centred ? Creazione e Validazione di una Rubrica di (Auto)valutazione del Syllabus ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 1 (juin 2021) : 97–118. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2021oa12067.

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Résumé :
L'articolo presenta il processo di costruzione e validazione di una rubrica di (auto)valutazione di un syllabus learner-centred proposta all'interno del progetto MIRES promosso dall'Università dell'Insubria. Il lavoro discute le premesse teoriche e metodologiche, descrive lo strumento e le fasi di validazione realizzate e delinea le prospettive future di ricerca e di pratica.
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Gilardi, Gianfranco. « Il processo costituente degli Osservatori sulla giustizia civile ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 4 (septembre 2009) : 54–60. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-004005.

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Résumé :
- Gli Osservatorî sulla giustizia civile, contribuendo con un'opera fiduciosa e costruttiva a riscoprire i valori del processo, a definire con maggior chiarezza la fisionomia dei diversi ruoli professionali che vi sono coinvolti e a favorire intorno al metodo della cooperazione la formazione di veri e propri codici etici comuni, si sono configurati come un soggetto collettivo e diffuso, in grado di esprimere esigenze e bisogni di rappresentativitŕ democratica a cui tutti concorrono con pari dignitŕ in un'esperienza di costruzione "orizzontale" dell'ordinamento giuridico.
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Pizzo, Barbara. « Rendita e metropolizzazione. Il caso di Roma ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 129 (mars 2021) : 64–85. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129-s1004.

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Résumé :
Il contributo approfondisce la questione della rendita urbana a Roma nel suo rapporto con la metropolizzazione. Si ragiona intorno ad una metropolizzazione debole e incerta e ad alcune peculiari modalità di formazione e estrazione della rendita che caratterizzano il contesto romano, evidenziando come la scala metropolitana, all'interno di una specifica costruzione discorsiva, a Roma abbia alimentato il meccanismo della rendita più di ogni altro esito possibile di un processo di rescaling.
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Eleuteri, Stefano, Roberta Rossi, Francesca Tripodi et Chiara Simonelli. « Attivitŕ sessuali online (aso) : nuove frontiere e nuovi rischi dell'utilizzo di internet per scopi sessuali ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 2 (décembre 2013) : 69–86. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2012-002005.

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Résumé :
Sempre piů persone utilizzano Internet per attivitŕ sessuali online e il fenomeno č in crescente aumento. Negli ultimi anni, č inoltre emerso un importante doppio legame tra la sessualitŕ e questo nuovo strumento, dove da un lato la tecnologia ha dato un significato diverso ai comportamenti sessuali preesistenti e dall'altro la stessa sessualitŕ ha diretto la costruzione e l'utilizzo di Internet per renderlo sempre piů adatto alle esigenze degli utenti. Questa nuova rivoluzione sessuale ha prodotto aspetti positivi e negativi, costituendo un arricchimento e miglioramento del funzionamento sessuale ma anche un'opportunitŕ ulteriore per condotte criminali, negative e pericolose. Una piů approfondita comprensione della sessualitŕ online risulta dunque importante per coloro che lavorano nel campo psicologico e sessuologico. In questo articolo gli Autori cercano pertanto di offrire una panoramica quanto piů possibile esaustiva di tale fenomeno, delineandone le motivazioni e le possibili conseguenze.
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Pastore, Gerardo. « Elementi per una Governance del lifelong learning : il modello dei Circoli di studio ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 4 (novembre 2011) : 121–36. http://dx.doi.org/10.3280/sa2011-004008.

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Résumé :
Da oltre un decennio studiosi, politici ed esperti discutono di democrazia partecipativa e si impegnano nella teorizzazione di modelli diin grado di aumentare le possibilitŕ decisionali dei cittadini. Da qui la diffusione delle cosiddette "best practices" politiche, amministrative, sociali volte a superare quel deficit democratico che sembra caratterizzare le societŕ contemporanee e a contrastare i dilaganti atteggiamenti antipolitici, oltre che antisociali. Nell'articolo si individua una comunione di intenti fra pratiche partecipative, cittadinanza attiva e il piů ampio processo di costruzione della societŕ della conoscenza. A partire dalla considerazione del ruolo strategico delsi propone un approfondimento monografico sui circoli di studio, in quanto pratica formativa chiamata a giocare funzioni chiave nella costruzione della cittadinanza attiva e nella realizzazione di spazi per la promozione della partecipazione e della cultura democratica.
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Sica, Luigia Simona. « L'identità corporea digitalizzata : l'utilizzo dei social media nella costruzione dell'immagine di Sé di adolescenti e giovani adulti ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 2 (octobre 2022) : 34–55. http://dx.doi.org/10.3280/psc2022-002003.

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Résumé :
L'utilizzo massiccio di social-network basati sull'immagine modifica le tradizionali fonti di feedback per il proprio aspetto fisico. Esplorando il ruolo del digitale nella costruzione dell'immagine di Sé, in questo studio abbiamo esaminato la relazione tra il processo di osservazione di immagini modificate su Instagram, l'autostima e il dimorfismo corporeo. Misure self-report sono state somministrate a 327 adolescenti e giovani adulti. I risultati dello studio indicano che sia il processo di osservazione di immagini modificate che la manipolazione della propria immagine aumentano i sintomi dismorfici. I risultati suggeriscono, dunque, che l'essere costantemente esposti a fotografie manipolate può configurarsi come una nuova area di rischio per lo sviluppo identitario di adolescenti e giovani adulti.
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Bellini, Roberta, Gianmauro Numico, Cristian Zanelli et Daniela Kozel. « Efficientamento del processo di ricovero ordinario nei reparti medici : progetto e risultati di un intervento organizzativo ». MECOSAN, no 119 (novembre 2021) : 57–88. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2021-119004.

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Résumé :
Nel contesto del dibattito sui fabbisogni di posti letto per acuti, la riflessione sulla potenzialità di un miglioramento della efficienza del percorso di ricovero è particolarmente rilevante. La degenza medica è ancora soggetta a fenomeni di eccessiva variabilità e di scarsa standardizzazione. Nell'ambito di un Dipartimento Internistico di una Azienda Ospedaliera abbiamo progettato la riorganizzazione della degenza medica attraverso: "1", l'indagine sui fattori che ostacolano il processo; "2", la costruzione di un sistema di reporting che ne consenta il governo; "3", l'intervento esteso a tutte le strutture mediche. Sono descritti i miglioramenti del processo e l'ottenimento di una riduzione significativa della durata media della degenza. L'esperienza documenta la possibilità di intervenire in modo trasversale attraverso un percorso di miglioramento organizzativo.
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Vitrano, Francesco. « Limiti e identità : orientamenti sessuali fluidi in adolescenti e in giovani adulti ». MINORIGIUSTIZIA, no 3 (janvier 2021) : 143–52. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-003015.

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Résumé :
L'articolo esprime alcune riflessione sugli orientamenti sessuali fluidi espressi da adolescenti e da giovani adulti. L'analisi di tale prospettiva è fatta sia in relazione al processo di costruzione dell'identità psichica in adolescenza sia in relazione alle complesse trasformazioni che tale processo evolutivo ha avuto negli ultimi anni in seguito ai cambiamenti della famiglia, della società e della cultura.
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Migone, Paolo. « Problemi di psicoterapia ». RUOLO TERAPEUTICO (IL), no 122 (février 2013) : 69–78. http://dx.doi.org/10.3280/rt2013-122006.

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Résumé :
Vengono presentati i principali problemi del processo di costruzione del DSM-5, cioč della quinta edizione del Diagnostic and Statistical Manual (DSM) dellA' merican Psychiatric Association, previsto per il maggio 2013. In particolare, vengono illustrati principali cambiamenti introdotti dal manuale e le nuove diagnosi proposte, alcune delle quali poi ritirate per le polemiche suscitate (ad esempio quella di "Sindrome da rischio psicotico"). Robert J. Spitzer e Allen Frances, che sono i capi delle task force dei due pre- cedenti DSM (rispettivamente il DSM-III e DSM-IV), hanno guidato una campagna internazionale di proteste contro il DSM-5 che ha raccolto circa 15.000 firme e che č riuscita a ottenere certe modifiche, ma non a impedire la pubblicazione prematura di un DSM-5 con numerosi difetti. Infine vengono elencate le undici diagnosi del DSM-5 che secondo Frances creeranno maggiori danni alla popolazione.
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DeLaine, Janet. « The ‘Cella Solearis’ of the Baths of Caracalla : A Reappraisal ». Papers of the British School at Rome 55 (novembre 1987) : 147–56. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200008989.

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Résumé :
LA ‘CELLA SOLEARIS’ DELLE TERME DI CARACALLA: UNA NUOVA VALUTAZIONE‘Tra le sue opere a Roma, egli ha lasciato le magnifiche terme che portano il suo nome, la cella solearis che gli architetti dicono non possa essere imitata quanto a costruzione. Perchè si dice che graticci di bronzo o di rame erano posti sopra (sotto), ai quali è affidata tutta la volta e tanto grande è la campata che esperti ingegneri dicono che non poteva essere fatto. SHA, Vita Ant. Cara., IX, 4–5. Questo articolo dà una nuova valutazione delle teorie esistenti sul significato di questo brano controverso, e propone una nuova soluzione del problema. Prima di tutto la cella solearis viene identificata con il caldarium sulla base della testimonianza di iscrizioni che fanno riferimento a una cella soliaris. In secondo luogo viene presentata la testimonianza sull'uso di barre di metallo nella volta di calcestruzzo del caldarium, altrimenti normale, e viene suggerito che queste possono avere sostenuto un soffitto con graticcio di bronzo. Infine il brano stesso viene preso nuovamente in considerazione e viene suggerita un'altra traduzione della parte critica che può conciliarsi con la nuova interpretazione strutturale della cella solearis.
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De Vidovich, Armando. « Le parole dell'Altro : musica e inconscio ». COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no 20 (décembre 2010) : 127–44. http://dx.doi.org/10.3280/cost2010-020009.

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Résumé :
L'articolo esamina gli aspetti che rendono simili il processo di ascolto e interpretazione nel setting psicoanalitico, e quello di ascolto e comprensione di musiche di non facile fruizione, segnatamente quelle dello Schönberg preseriale. Se in entrambi i processi una dinamica di vissuti inconsci produce sequenze apparentemente prive di senso - di suoni o, come nel sogno, di immagini ed eventi - per recuperare nei loro discorsi un significato occluso si puň attivare un "ascolto intenzionale", di cui l'articolo delinea le principali caratteristiche.
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Kupiszewski, Henryk. « Nowy Testament a historia prawa : (wykład z okazji pięćdziesięciolecia pracy naukowej ks. prof. Dr Mariana Myrchy) ». Prawo Kanoniczne 29, no 3-4 (10 décembre 1986) : 13–26. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1986.29.3-4.02.

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Résumé :
L’a. cerca di stabilire in quale misura la conoscenza del diritto ebraico, greco, ellenistico e romano favarisce una correcta comprensione del Vangelo. Vengono in partioolare analizzati il significato del principio della personalità nelle regioni che, come l’Egitto e la Palestina, constituivano un punto d’incontro di varie culture e di vari diritti; il problema della forma scritta nel „traffico giuridico” del mondo ellenistico; i termini giuridici ricorrenti nel Vangelo nonché le situazioni difficilmente comprensibili senza la conoscenza del diritto. A modo d’esempio si analizzano in guest’ambito, dal punto di visita giuridico, Giov. 19.26-27, la lettera di S. Paolo ai Corinzii 1.7.22-23 Gal. 51.6.1.3 ed il significato dell’insegnamento contenuto nella lettera medesima (3.6) per la teoria dell’interpretazione (rhetos kai dianoia, verba — voluntas, gramma kai pneuma). La conferenza si chiude con alcune osservazioni sul processo di Gesù.
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