Littérature scientifique sur le sujet « "Processo di Barcellona »

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Articles de revues sur le sujet ""Processo di Barcellona"

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Allegra, Valeria, Marcella Bucca, Gioacchino Pappalardo et Alfonso Silvio Zabà. « Gli scambi commerciali agroalimentari euromediterranei. Contributo allo sviluppo del "Processo di Barcellona : Unione per il Mediterraneo" ». ECONOMIA AGRO-ALIMENTARE, no 1 (avril 2013) : 37–72. http://dx.doi.org/10.3280/ecag2013-001003.

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2

Maccioni, Elena. « Mercato cambiario e uomini d’affari a Barcellona durante la guerra tra Alfonso il Magnanimo e la Repubblica Fiorentina ». Anales de la Universidad de Alicante. Historia Medieval, no 23 (26 mai 2022) : 61. http://dx.doi.org/10.14198/medieval.21218.

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Résumé :
La metà del secolo XV fu per la Corona d’Aragona e specialmente per Barcellona un periodo complicato: Alfonso V era impegnato nelle guerre italiane, in particolare contro Firenze e Milano, Genova e Venezia; il Regno di Napoli era stato annesso all’Unione, e richiedeva sforzi importanti per il suo mantenimento; allo stesso tempo dalla capitale catalana provenivano richieste di apertura “democratica” del Consiglio dei Cento, che portavano a un’evidente instabilità interna, frutto in parte di una dimostrata crisi monetaria, dovuta anche alla scarsa capacità di governo dell’economia. Nonostante ciò, i mercanti, gli armatori e i banchieri continuarono a cercare di portare avanti i propri interessi economici nel Mediterraneo, anche servendosi delle istituzioni di natura corporativa, come il Consolato del mare. Attraverso l’analisi di alcuni registri di protesti di lettere di cambio gestiti dal notaio del Consolato barcellonese, si cercherà di mettere in luce l’evoluzione delle reti mercantili-finanziarie catalane, in particolare lungo la rotta meridionale italiana. Lo studio non avrà l’obiettivo di analizzare l’uso tecnico dello strumento cambiario, ma quello di portare alla luce strategie e protagonisti del processo di inserimento del capitale mercantile e finanziario in Italia durante il regno di Alfonso il Magnanimo e in special modo durante la guerra contro Firenze. Emergeranno, così, i nomi di quelle persone che furono le protagoniste dei grandi e quotidiani spostamenti di denaro fra i centri politico-commerciali del Commonwealth catalanoaragonese. Si tenterà una prima ricostruzione delle loro attività e dei loro movimenti, nonché delle connessioni con i più importanti operatori del sistema finanziario europeo, ovvero i toscani.
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3

Acciai, Enrico. « Ulisse del Novecento. I difficili rientri dei reduci stranieri della guerra civile spagnola 1937-1945 ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 262 (octobre 2011) : 28–49. http://dx.doi.org/10.3280/ic2011-262002.

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Résumé :
Il saggio, attraverso l'analisi di un'ampia documentazione d'archivio, si propone di indagare le criticitŕ legate all'uscita dalla Spagna dei reduci stranieri della guerra civile spagnola, inquadrati per lo piů nelle Brigate internazionali, ma anche in altre colonne minori. Infatti, se su quei quasi quarantamila combattenti molto č stato scritto giŕ da subito dopo la fine del conflitto, rimane sinora poco indagato l'aspetto relativo al complesso processo di smobilitazione degli internazionali. In relazione a ciň l'autore ha individuato tre gruppi di volontari per i quali, sia pure con percorsi radicalmente diversi, uscire dalla penisola iberica si rivelň spesso molto difficile: quelli non integrati nelle Brigate internazionali, coinvolti nella repressione che colpě il movimento libertario dopo i fatti del maggio 1937 a Barcellona; quelli che, dopo il ritiro delle Brigate, furono respinti dalle autoritŕ francesi, su disposizione in particolare del governo Daladier; quelli che caddero prigionieri dei nazionalisti nel corso del conflitto. Alcuni di coloro che finirono nei campi d'internamento franchisti dovettero attendere, in balia di una diplomazia confusa, la fine della seconda guerra prima di venire espulsi dalla Spagna.
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Crivello, Silvia. « Ereditŕ dei grandi eventi : un confronto tra Barcellona, Genova e Torino ». SCIENZE REGIONALI, no 1 (mars 2010) : 69–89. http://dx.doi.org/10.3280/scre2010-001004.

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Résumé :
L'articolo presenta una lettura dei processi di trasformazione e di costruzione di "capitale territoriale" nelle cittŕ coinvolte da un grande evento. L'obiettivo č quello di sperimentare una metodologia di analisi utile a sviluppare riflessioni ed interpretazioni circa il ruolo dei grandi eventi come strumenti di sviluppo urbano. Distinguendo fra tre differenti accezioni di capitale (fisso, reticolare e relazionale), viene proposto uno specifico impianto metodologico che prevede la valutazione (attraverso interviste, letteratura scientifica, documenti di piano e dati empirici) di ciascuna componente. Tale metodologia č applicata per un confronto, attraverso la costruzione di diagrammi polari, tra i casi di Barcellona, Genova e Torino, cittŕ protagoniste negli ultimi anni di importanti trasformazioni connesse all'organizzazione di eventi di grande portata (Olimpiadi, Capitale Europea della Cultura, ecc.).
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Sainaghi, Ruggero. « Destination management delle destinazioni urbane : best practice internazionali ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 1 (octobre 2011) : 57–76. http://dx.doi.org/10.3280/ed2011-001004.

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Résumé :
Il presente contributo nasce dall'analisi di alcune esperienze di destination management avviate da un campione di urban destination europee. L'articolo intende cogliere alcune best practices che tali modelli suggeriscono, qui proposte come vere e proprie sfide per realizzare un'effettiva gestione sovraordinata (destination management). La riflessione č declinata per le urban destination, ma di per sé puň trovare applicazione anche per altri tipi di localitŕ. L'utilitŕ della riflessione č principalmente da mettere in relazione con le difficoltŕ che le destinazioni italiane spesso mostrano nell'avviare un'effettiva gestione sovraordinata. Si tratta di un grave limite, poiché č principalmente questo livello di management che puň farsi carico dello sviluppo di nuovi prodotti, della gestione delle stagionalitŕ, del riposizionamento sul mercato. La riflessione si basa su tre casi, rappresentati dalle cittŕ di Barcellona, Berlino e Vienna, letti alla luce del modello dinamico di destination management (Sainaghi, 2006). Le best practice sono identificate lungo la dimensione dell'assetto istituzionale sovraordinato, cioč della struttura di corporate governance della Destination Management Organisation (DMO). Su questo fronte si riportano alcune "provocazioni" che tali modelli suggeriscono, soprattutto circa la struttura finanziaria, i meccanismi di raccolta dei contributi monetari, il rapporto tra politica e gestione, l'ampiezza degli stakeholder da coinvolgere. Una seconda area di riflessione č rappresentata dai processi di metamanagement, cioč dalle attivitŕ che la DMO mette in campo. Su questo fronte, i casi europei suggeriscono alcuni chiari orientamenti sulla definizione degli obiettivi, sull'orizzonte temporale, su alcuni accenti che devono caratterizzare i processi operativi e di supporto.
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Thèses sur le sujet ""Processo di Barcellona"

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Mura, Bruna. « Ingenerare salute. Il processo di costruzione sociale della salute nell’interazione complessa delle reti locali. Indagine situata su due studi di caso a Napoli e Barcellona ». Doctoral thesis, Urbino, 2019. http://hdl.handle.net/11576/2665164.

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Fava, Nadia. « Progetti e processi in conflitto : il fronte marittimo di Barcellona ». Doctoral thesis, Universitat Politècnica de Catalunya, 2004. http://hdl.handle.net/10803/6796.

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Résumé :
La tesis propone dar una visión de la larga duración en los procesos urbanos de reconversiones implicados en la redefinición del frente marítimo de las ciudades portuarias e investigar las razones de los cambios estructurales en la definición de la fachada marítima de Barcelona, como caso de estudio, para poner en evidencia los conflictos, la viscosidad de los procesos de transformación.
Esto permite verificar así la influencia de la necesidad de identificación de la ciudad con su frente costero y cómo las reformas urbanas aluden a un modelo de ciudad relacionado a un contexto más amplio, sin olvidar la formación de los distintos iconos urbanos que han ido determinando la imagen de esta fachada irresuelta de la ciudad, un aspecto que enlaza con uno de los temas suscitados hoy por la crítica arquitectónica: el de la construcción de la ciudad mediante edificios-imagen.
La tesis no propone únicamente seguir de nuevo las líneas de transformación de las infraestructuras portuarias y de la progresiva separación de la ciudad respecto a su fachada marítima-un proceso que ha sido "modelizado" por algunos autores desde los años setenta. El texto trata más bien indagar sobre, en una óptica de la larga duración, las tensiones presentes en el interior de esta dinámica, y utiliza para ello fuentes diversas, fuentes entre las cuales los distintos proyectos que intentan dar respuesta a estas tensiones se convierten en los documentos privilegiados.
El arco cronológico de la tesis abarca desde mediados del siglo XIX, cuando se aprueba el proyecto del Ensanche y el proyecto para la modernización del puerto de José Rafo, hasta mediados de los años sesenta del siglo XX cuando la formulación del llamado Plan de la Ribera es, al mismo tiempo consecuencia de la propia evolución de las infraestructuras portuarias y de todo el sistema de comunicaciones, y el anuncio del final de un largo ciclo de divorcio entre la ciudad y el mar.
En el mismo período de la modernización técnica del puerto, se percibe la emergencia de nuevas actitudes con respecto al mar, y a las actividades deportivas que propicia, pero también se registran otros procesos, como la formación del tendido ferroviario, las implantaciones industriales, o la extensión de un sistema de alcantarillado que comprometen seriamente los beneficios higiénicos y los atractivos potenciales que se le reconocen al frente marítimo como fuente de salud y de embellecimiento de la ciudad. Los distintos proyectos ponen en evidencia la constante aspiración a recuperar un contacto digno con el mar y comprueban al mismo tiempo los cambios de actitud y de referentes que van sucediendo a lo largo de los años.
The thesis proposes to give a vision of the long duration in the urban processes of reconversions involved in the redefinition of the marine front of harbor cities and to investigate the reasons for structural changes in the definition of Barcelona's marine facade, as a case study, to analyze the conflicts and the viscosity of the transformation processes.
In this manner, therefore, it allows us to verify the influence of the necessity of the identification of the city with its coastal facade, and how urban reforms allude to a model of a city related to an ampler context, without forgetting the formation of the different urban icons that have been determining the image of this unresolved facade of the city, an aspect that connects today with one of the subjects evoked by architectural critics: that of the construction of the city by means of buildings that are images/symbols.
The thesis does not only propose solely to again follow retrace the lines of transformation of harbor infrastructures and the progressive separation of the city with respect to their its marine facade--a facade process that has been "standardized" by some authors from the Seventies1970s. The text, rather, treats to investigates on, from the viewpoint of the long duration, the tensions that exist within this dynamic, and utilizes various sources, causing the different projects that try to solve these tensions to become privileged documents.
The time frame of the thesis is from the mid-nineteenth century, when the Ensanche project and Jose Rafo's project for the modernization of the port are approved, until the mid-sixties of the twentieth century, when the formulation of the so-called Shore Plan (Plan de la Ribera) is, at the same time, a consequence of the evolution of the harbor infrastructures and the entire system of communications themselves, and the announcement of the end of a long cycle of a divorce between the city and the sea.
In the same period of the technical modernization of the port, new attitudes with respect to the sea, and the sport activities that it causes, emerge. But other processes are also registered, such as the building of railways, industrial complexes, or the extension of a sewage system that seriously jeopardizes the hygienic benefits and the potential attractions that are attributed to the marine front as a source of health and beautification of the city. The various projects demonstrate the constant aspiration to recover a useful interaction with the sea, and at the same time verify the changes of attitudes and references that follow one another throughout the years.
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3

Marzorati, Roberta. « Lontani Vicini. Processi di costruzione sociale dell'alterità in contesti locali : una comparazione fra Milano e Barcellona ». Doctoral thesis, Universitat Autònoma de Barcelona, 2009. http://hdl.handle.net/10803/5150.

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Résumé :
La tesis se centra en los procesos de construcción social de identidad y alteridad en tres barrios en las ciudades de Barcelona y Milán: Stadera, Benedetto Marcello y Poble Sec. Se ha pues indagado cómo los habitantes "autóctonos" de estos tres contextos - entendidos como lugares dónde diferentes modalidades de "estar juntos" entre grupos toman forma - representan la presencia de los inmigrantes - en mayoría no comunitarios - y a través de qué discursos y prácticas los excluyen o incluyen del ámbito local.
Tales contextos locales son concebidos como los lugares de las relaciones cotidianas concretas, estructuras de sentimiento y de valor [Appadurai 1996]. Los rasgos espaciales y relacionales que los caracterizan, tal como sus funciones de tipo identitario y afectivo, es decir, de "pertenencia" (su ser "lugares"), son tratados de manera extensa en el primer capítulo, que aborda al debate que liga el concepto de comunidad al de barrio. Estos conceptos son analizados en el marco de la transformaciones urbanas contemporáneas y poniendo el acento sobre el renovado "sentido" del lugar que caracteriza a la sociedad contemporánea globalizada, y sobre la dimensión "exclusiva y excluyente" que pueden asumir las relaciones locales.
La investigación se ha basado en una metodología cualitativa que ha privilegiado la observación participante pero sobre todo las entrevistas a testigos privilegiados, en particular miembros de asociaciones (de vecinos y no solo), políticos locales, comerciantes, directores, profesores de las escuelas y ciudadanos particularmente implicados en la vida cotidiana de los tres contextos.
Los principales ámbitos de análisis que se han considerado son relativos a las diversas modalidades de concebir, apropiarse y usar el espacio publico, a las transformaciones relativas al tejido comercial de los barrios, y a algunas situaciones peculiares de los tres contextos, es decir:
1. Las protestas de los residentes de Benedetto Marcello contra la "degradación" del barrio y la construcción del espacio publico como espacio parochial [Lofland 1998];
2. la inclusión de los nouvinguts a través de la fiesta del barrio y su exclusión a través del rechazo de la construcción de un oratorio islámico en el barrio del Poble Sec;
3. la construcción de identidad y alteridad y los conflictos para el derecho a la vivienda en un proceso de community building intercultural en el barrio de Stadera.
Las practicas y los discursos relativos a los tres contextos son analizados en el marco del discurso urbano sobre la inmigración y sobre las diferentes modalidades de gestión de conflictos de las dos administraciones, tomando en cuenta la reciente historia social de las dos ciudades y los diferentes modelos de governance que los caracterizan y que determinan modalidades diferentes de relación entre las instituciones y los ciudadanos, como explicado en el tercer capitulo.
El análisis no se limita pues a las similitudes y a las diferencias entre los tres barrios en sí, sino permite de comparar el caso milanés y aquello barcelonés, caracterizados por dos modelos distintos de gestión de la diversidad y de conflictos entre grupos en el espacio urbano.
En el caso barcelonés se trata de un modelo basado, al menos en sus propósitos, sobre el dialogo, la mediación y la retórica de la convivencia; en le caso milanés se trata en cambio de un modelo que tiende a exasperar y etnificar los conflictos, que son interpretados en términos de una contraposición non negociable entre un "nosotros" y un "ellos" sin cualquiera posibilidad de una confrontación real.
Oggetto della tesi sono i processi di costruzione sociale di identità e alterità in tre quartieri delle città di Milano e Barcellona: Benedetto Marcello e Stadera nella prima, e Poble Sec nella seconda. L'obiettivo è stato quello di comprendere, attraverso una metodologia qualitativa ed etnografica, i processi pratici e simbolici di inclusione ed esclusione degli immigrati in tre contesti locali differenti, e appartenenti a due città differenti, ma accomunati da profonde e recenti trasformazioni urbane e sociali. Nella pratica si è indagato come gli abitanti "autoctoni" di questi tre contesti rappresentano la presenza di immigrati - in prevalenza non comunitari - e attraverso quali discorsi e pratiche li escludono o li includono dall'ambito locale. I contesti locali sono concepiti come i luoghi delle relazioni quotidiane concrete, strutture di sentimento e di valore.
Nella prima parte della tesi sono esplorati analiticamente i concetti di quartiere, comunità, confini socio-spaziali, per mettere in luce come - sebbene non si possa far coincidere il quartiere con la comunità - quest'ultima può essere invocata in maniera strumentale come dispositivo per stabilire i termini di incorporazione dei nuovi residenti nel contesto locale di appartenenza; questa analisi permette di concentrare l'attenzione sulle forme di rivalutazione della dimensione locale che caratterizzano le città contemporanee e i processi di costruzione di identità difensive.
La ricerca si è basata su una metodologia di tipo qualitativo che ha privilegiato l'osservazione partecipante e soprattutto le interviste a testimoni privilegiati, quali membri di associazioni e comitati di quartiere, politici locali, commercianti, professori delle scuole di quartiere e cittadini particolarmente implicati nella vita quotidiana dei tre contesti.
I principali ambiti di analisi che si sono considerati sono relativi alle diverse modalità di concepire, appropriarsi e usare lo spazio pubblico, alle trasformazioni del tessuto commerciale dei quartieri, e ad alcune situazioni peculiari dei tre contesti, ossia: 1. La protesta dei residenti di Benedetto Marcello contro il "degrado" del quartiere e la costruzione del suo spazio pubblico come spazio "parochial" (Lofland 1998); 2. l'inclusione dei nouvinguts (nuovi residenti) attraverso la festa del quartiere e la loro esclusione attraverso il rifiuto di costruire un oratorio islamico nel Poble Sec; 3. la costruzione di identità e alterità nei conflitti per il diritto alla casa in un processo di "community building" interculturale nel quartiere di Stadera.
Le pratiche e i discorsi relativi ai tre contesti sono analizzati sullo sfondo del discorso urbano sull'immigrazione e sulle diverse modalità di gestione del conflitto da parte delle due amministrazioni, prendendo in considerazione la recente storia sociale delle due città e i differenti modelli di governance che le caratterizzano e che determinano modalità differenti di relazione fra le istituzioni e i cittadini. L'analisi non si limita dunque alle similitudini e alle differenze fra i tre quartieri in sé stessi, ma permette di comparare il caso milanese con quello di Barcellona, caratterizzati da due modelli distinti di gestione della diversità e dei conflitti fra gruppi nello spazio urbano.
Nel caso di Barcellona si tratta di un modello basato, almeno in linea di principio, sul dialogo, la mediazione e la retorica della convivenza; nel caso milanese al contrario si tratta di un modello che tende ad esasperare ed etnicizzare i conflitti, che vengono interpretati nei termini di una contrapposizione non negoziabile fra un "noi" e un "loro" senza apparente possibilità di convivenza e integrazione.
This thesis deals with identity/alterity processes of social construction in three neighbourhoods: Stadera and Benedetto Marcello, in Milan, and Poble Sec, in Barcelona. The aim was to understand the practical and symbolic processes of immigrants' inclusion and exclusion in three different contexts belonging to two different cities but which nevertheless share some recent and deep urban and social transformations.
In the first part, concepts such as community, neighbourhood, socio-spatial boundaries, the renewed value of place and defensive identities are analytical explored. This mainly to show how, despite the fact that the neighbourhood does not necessarily coincide with a "community", the latter can be used as a dispositive to establish the conditions of newcomers incorporation in the local context.
The second part of the thesis concentrates on the analysis of two main issues: the various ways in which public space is conceived and appropriated by different city users and the different changes which have characterised neighbourhoods commercial offers over time. In particular, it teases out the specificities of the three neighbourhoods, by focusing on the investigation of: 1. Benedetto Marcello's residents protest against urban "degradation"; 2. newcomers inclusion in the organisation of and participation in the fiesta del barrio and, at the same time, their exclusion as far as the protest against the construction of a Muslim oratory in Poble Sec is concerned; 3.the intercultural community building process that has taken place in Stadera.
This highlights residents' social representations of newcomers - who are mostly of non- European origins - and the practices and narratives through which the latter are excluded from or included in the enjoyment of urban space. The analysis of the three contexts is carried out against the backdrop of local authorities' different approaches to urban conflicts management, with an attention to urban public discourses on immigration, taking into account the two cities recent social history and the different models of governance which characterises them and which determines different modalities of relation between the citizens and the local authorities. Therefore, besides the similarities and differences among the three neighbourhoods, the analysis permits to compare the case of Milan with that of Barcelona, marked by different models of diversity management and conflict mediation in the urban space. Barcelona has in fact a model based on dialogue, mediation and rhetoric of peaceful coexistence; in the Milanese case, on the contrary, we find a model which exacerbates conflicts between groups framing them as "ethnic", with no apparent solution for coexistence and integration.
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« Progetti e processi in conflitto : il fronte marittimo di Barcellona ». Universitat Politècnica de Catalunya, 2004. http://www.tesisenxarxa.net/TDX-0426104-111944/.

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ALMELA, SALVADOR MARTA. « Partecipazione e web 2.0 : retorica o realtà ? Una ricerca nella provincia di Barcellona ». Doctoral thesis, 2016. http://hdl.handle.net/11573/933330.

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Résumé :
L’oggetto della tesi è la partecipazione dei cittadini realizzata dalla pubblica amministrazione, anche attraverso le nuove opportunità offerte da internet. La partecipazione in un contesto caratterizzato dalla crescente sfiducia nei confronti del sistema politico e dalle opportunità di partecipazione in rete. La prima parte della ricerca si è focalizzata nell’analisi, attraverso la letteratura scientifica, del quadro teorico della partecipazione civica, del civic engagement, dell’impatto del web 2.0 e dello sviluppo della democrazia. A questo si affianca l’analisi dello scenario di riferimento delle politiche pubbliche per l’innovazione digitale, gli strumenti e le tecnologie per la partecipazione e esperienze di riferimento. Il quadro spagnolo contiene un approfondimento normativo dello stato società dell’informazione, gli strumenti partecipativi e la presenza delle amministrazioni nel web. La seconda parte della tesi è basata su un caso di studio su otto comuni della provincia di Barcellona, realizzata attraverso interviste in profondità a 24 amministratori e funzionari. Gli otto comuni sono stati individuati a partire dagli indicatori ITA e Infoparticip@. Per ogni comune è stato misurato il livello di awareness e di engagement nella presenza nei principali social media. La sintesi delle interviste è articolata nelle principali dimensioni: la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini, le pratiche partecipative, la partecipazione attraverso il web, la valutazione e la comunicazione della partecipazione. Le conclusioni hanno sintetizzato i punti di forza e di debolezza delle otto esperienze di partecipazione pubblica in 14 raccomandazioni che si riassumono in: trasparenza; priorità politica; azione amministrativa; risorse economiche e umane; cultura della partecipazione; processo e obiettivi; comunicazione del processo; legislazione abilitante; interessi dei cittadini; partecipazione inclusiva; valutazione; media civici digitali; social media; diritti di cittadinanza digitale.
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Actes de conférences sur le sujet ""Processo di Barcellona"

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Gagliardi, Maria. « The morphological approach in the reading of the Territorial City ». Dans 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia : Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5962.

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Résumé :
The morphological approach in the reading of the Territorial City Maria Gagliardi Escuela Técnica Superior de Arquitectura de Barcelona, UPC. Av. Diagonal, 649. 08028 Barcelona E-mail: bissolati27@hotmail.it Keywords (3-5): Territorial city, territorial grid, accumulation process, relief of innovative elements. Conference topics and scale: City transformations The crisis of the traditional city, with its morphological characteristics, has been largely debated. The new urban phenomenon has almost always been described as antithetical; by contrary this article interrogates the possibility of reading a continuity between the traditional and the contemporary city. The article brings forth the concept that the territory can be described as an urban phenomenon result of a change of scale of the city, and offers the definition of the contemporary city as Territorial City (Città-Territorio). The article recovers this term introduced in the 70’s by the Italian morphological school, to emphasize the continuity with the European traditional morphological schools, taking advantage of its learnings, to compare the traditional city, with the contemporary city. The relevance of a morphological approach in the study of the contemporary Territorial City is discussed through an excursus of the main European schools’ contributions, with a particular schematization due to geographical areas. From the synthesis of these references emerges a basis for the definition of a Taxonomy organised around tree main elements that constitute the urban grid. Moreover, the article proposes a methodology for the analysis of the Territorial City that use the Taxonomy as reading tool; this method, illustrated through his experimentation on the Metropolitan Region of Barcelona, is of particular relevance towards the interpretation of the dynamics that have characterised the morphology of the current urban phenomenon, describing its aggregation logics and decomposing the historical-procedural continuum. References Caniggia, G., & Maffei, G. L. (1979). Composizione architettonica e tipologia edilizia - Lettura dell’edilizia di base. (Venezia: Marsilio). Conzen, M. R. G. (1960). Alnwick, Northumberland: A Study in Town Plan Analysis. (London: Institute of British Geographers). Hillier, B., & Hanson, J. (1984). The Social logic of space. (Cambridge: Cambridge University Press). Gagliardi, M. (2016). La Nuova Trama Territoriale: morfogenesi e logiche aggregative. Il caso di Barcellona (settore della Regione Metropolitana tra Sant Martì e Matarò). (Doctoral dissertation) Universitat Politecnica de Catalunya - La Sapienza Università di Roma. Dir. Font Arellano, A.; Bianchi, G.
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