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Gioga, Gianmaria, Morena Crivellaro, Veronica Lazzaretto, Elena Debora Toffanello, Alessandro Villa, Lorenzo Cattelino et Andrea Segnalini. « Implementazione della metodologia Lean per l'ottimizzazione del punto tamponi : l'esperienza di Piove di Sacco ». MECOSAN, no 122 (décembre 2022) : 137–56. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2022-122oa14621.

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Résumé :
La necessità di ottimizzare i processi di erogazione di servizio del SSN (sistema sanitario nazionale) italiano è cresciuta velocemente con la diffusione del SARS-CoV-2. In particolar modo, i processi di gestione dei centri tamponi hanno richiesto interventi di miglioramento al fine di ottimizzate i tempi e le modalità di esecuzione della procedura.Mediante la metodologia del caso studio, il presente lavoro descrive l'esperienza di un centro per tamponi antigenici e molecolari della Regione Veneto in cui sono stati utilizzati alcuni strumenti del toolbox della metodologia Lean per mappare i processi, raccogliere i dati e definire azioni efficaci di miglioramento dei flussi degli utenti. A seguito di questo intervento il tempo medio di transito utente nel centro tamponi è stato ridotto del 73% per i test molecolari e del 42% per i test rapidi antigenici. Ulteriori risultati ottenuti sono stati l'azzeramento degli errori in fase di accettazione e un contestuale aumento del livello di soddisfazione del personale.L'importanza di saper rispondere alle sfide con agilità, l'efficacia di un approccio iterativo e della collaborazione trasversale rappresentano i principali insegnamenti emersi.
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Thione, Bosio Anna. « Il punto di vista gruppoanalitico sui processi transferali nel gruppo clinico ». GRUPPI, no 3 (mai 2010) : 129–43. http://dx.doi.org/10.3280/gru2009-003008.

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Cellamare, Carlo. « Pratiche, "saperi cittadini" e culture urbane in relazione ai processi partecipativi ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 96 (septembre 2010) : 189–204. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096008.

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Résumé :
Nell'ambito del dibattito relativo a una rilettura critica dei processi partecipativi, il presente contributo vuole approfondire gli aspetti connessi ai saperi coinvolti in tali processi, anche al fine di rileggere criticamente alcuni approcci al tema e offrire prospettive innovative utili al planning, partendo dal punto di vista delle pratiche di vita quotidiana, delle culture urbane e delle dinamiche di interazione, e rimettendo in discussione alcuni concetti come quello di "progetto".
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Lipari, Domenico. « La "comunitŕ di pratica" come contesto sociale di apprendimento ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 13 (février 2010) : 158–70. http://dx.doi.org/10.3280/eds2010-013011.

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Secondo la prospettiva della "comunitŕ di pratica", che l'articolo descrive nei suoi tratti essenziali, le dinamiche dell'organizing possono essere interpretate come processi caratterizzati dall'intreccio di tre dimensioni costituitive: quella della pratica in primo luogo, quella dell'apprendimento e, infine, quella della comunitŕ. Emerge un punto di vista secondo cui l'apprendere trova il suo fondamento nella pratica e nelle relazioni tra gli attori implicati nella medesima pratica.
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Laino, Giovanni. « Giovanni Laino. Innovazione delle politiche per l'abitare : una strategia enzimatica per il programma di recupero dei bassi a Napoli ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 96 (septembre 2010) : 206–23. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096009.

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Résumé :
Nell'ambito del dibattito relativo a una rilettura critica dei processi partecipativi, il presente contributo vuole approfondire gli aspetti connessi ai saperi coinvolti in tali processi, anche al fine di rileggere criticamente alcuni approcci al tema e offrire prospettive innovative utili al planning, partendo dal punto di vista delle pratiche di vita quotidiana, delle culture urbane e delle dinamiche di interazione, e rimettendo in discussione alcuni concetti come quello di "progetto".
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Blassel, Jean Maurice. « La violenza della formazione ». INTERAZIONI, no 2 (juillet 2010) : 143–50. http://dx.doi.org/10.3280/int2010-002014.

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Résumé :
In questo articolo, l'autore riflette sulla formazione da un punto di vista psicoanalitico. Egli mette in prospettiva la violenza nelle famiglie e la violenza inerente ai processi di formazione, per poi soffermarsi, in particolare, sui giochi narcisistici che sottendono una formazione e sui processi invidiosi che possono svilupparvisi. L'autore conclude proponendo una modalitŕ di supervisione che faciliti l'elaborazione dei giochi narcisistici
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Cusinato, Augusto. « La pianificazione del territorio nell'epoca della conoscenza. Il punto di vista di un economista ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 103 (juillet 2012) : 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-103002.

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Il paper esamina se, nel passaggio alla società della conoscenza, esistono le condizioni per un recupero di legittimazione sociale da parte della pianificazione urbana e territoriale: condizioni che consistono nella convergenza tra le istanze etiche proprie di ogni intervento regolatore e il gioco degli interessi inerente al modello di sviluppo in atto. L'esame indica che vi è spazio per il formarsi di tale convergenza, considerato il carattere specificatamente locale dei processi dialogici di formazione della conoscenza che stanno alla base della creatività e dell'innovazione.
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Carrera, Letizia. « Centri storici tra specificità e processi di mutamento ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 125 (août 2021) : 116–32. http://dx.doi.org/10.3280/sur2021-125007.

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Il dibattitto italiano sui centri storici, caratterizzato per lungo tempo da un andamento carsico, è stato spesso carente sia sul piano del riconoscimento della loro specificità, sia su quello di un'analisi processuale delle loro caratteristiche. Il punto di partenza è riconoscerli come parte integrante della città ma, allo stesso tempo, come parti caratterizzate da tratti specifici. Alcune volte i centri storici sono considerati come una risorsa per la città in termini di sviluppo sociale ed economico; altre volte come un problema che richiede strategie di intervento. L'autore propone una riflessione che muove dalle peculiarità di ciascuna realtà, per connettersi a una proposta tipologica centrata sui processi di cambiamento che caratterizzano i centri storici. Questa prospettiva di analisi rappresenta anche la possibilità di orientare interventi progettuali in vista di politiche di rigenerazione urbana.
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Balaguer Callejón, Francisco. « La crisi della democrazia rappresentativa di fronte alla democrazia digitale ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (décembre 2022) : 55–70. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2022-002002.

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La percezione culturale dei progressi tecnologici viene trasferita ai processi democratici e costituzionali, creando l'illusione che ci sia una corrispondenza tra sviluppo tecnologico e sviluppo politico. In tal senso, la democrazia può evolversi nello stesso modo in cui si evolve la tecnologia? E questi progressi tecnologici implicano necessariamente un progresso costituzionale e democratico? Il contributo analizza l'impatto delle nuove tecnologie sui processi democratici dal punto di vista della contrapposizione tra democrazia rappresentativa e democrazia digitale.
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Cella, Gloria. « Il paratesto del romanzo web in Cina : il caso Punto di partenza ». ENTHYMEMA, no 30 (2 janvier 2023) : 52–69. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/19550.

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Negli ultimi vent’anni, la letteratura web si è affermata nella Repubblica popolare cinese come forma di letteratura popolare e i lunghi romanzi pubblicati e aggiornati quotidianamente dagli utenti rappresentano la principale forma di narrativa diffusa sulle piattaforme online. Servendosi degli strumenti offerti da Gérard Genette, il contributo analizza il paratesto di romanzi web pubblicati su Punto di partenza e, in particolar modo, i contenuti della sezione “in aggiunta al testo”, uno spazio che precede il romanzo dove lo scrittore pubblica notizie e informazioni di varia natura. L’analisi di tali contenuti ha permesso di mettere in luce pratiche e strategie adottate dalle figure coinvolte, confermando la centralità della comunità virtuale nei processi di produzione e fruizione di tale letteratura.
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Cellamare, Carlo. « Politiche e processi dell'abitare nella cittŕ abusiva/informale romana ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 97 (février 2011) : 145–67. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-097010.

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Roma costituisce un interessante caso di studio dal punto di vista dei processi relativi alla cittŕ abusiva/informale e alla sua riqualificazione, anche attraverso il coinvolgimento degli abitanti. Si tratta di un problema rilevante in tutto il mondo, ma appare interessante la situazione specifica in un Paese occidentale. Il contributo intende quindi focalizzare l'attenzione sui piů recenti sviluppi del fenomeno e delle politiche sviluppate per affrontarne i problemi, approfondendo le dinamiche reali attraverso un approccio interdisciplinare, evidenziando le ambiguitŕ e valutando in maniera complessa le politiche.
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Sciomer, Susanna, et Federica Moscucci. « Menopausa e rischio cardiovascolare : come educare le donne alla prevenzione ». CARDIOLOGIA AMBULATORIALE 30, no 1 (31 mai 2022) : 31–33. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2022-1-7.

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La menopausa costituisce un momento cruciale della vita della donna non solo dal punto di vista riproduttivo ma anche dal punto di vista fisiopatologico. Il calo della produzione ovarica di estrogeni determina una ridotta stimolazione di beta recettori endoteliali e miocardici che sono alla base di processi patologici quali le alterazioni del microcircolo coronarico o lo scompenso cardiaco a frazione d’eiezione preservata. Tali alterazioni si associano a quelle indotte da altri fattori di rischio cardiovascolare. È fondamentale in tale contesto prendere coscienza e trattare i fattori di rischio classici e quelli genere-specifici per non favorire l’insorgenza di patologie che incidono sugli eventi, sulla qualità della vita e sui costi sanitari.
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Folli, Stefano. « L’ASSASSINIO DI ALDO MORO ». Il Politico 251, no 2 (3 mars 2020) : 121–27. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2019.239.

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La tragedia di Aldo Moro (1978) segna un punto fermo nella storia italiana, ma non consente eccessive semplificazioni. Moro è stato una figura centrale in Italia negli anni Settanta proprio perché ha saputo guidare i processi storici, a partire dai rapporti con il Pci, nella consapevolezza che il sistema politico rischiava di rimanere paralizzato se non avesse trovato un nuovo dinamismo. La sua morte ha accelerato il declino del Paese, nonostante il diffuso benessere economico, e ha aperto la strada alla confusa radicalizzazione che segna i nostri tempi in cui si è persa la memoria storica.
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Torricelli, Carlotta. « L'architettura delle ricostruzioni possibili. Memoria, invenzione, utopia ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 130 (avril 2021) : 19–37. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-130-s1003.

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Résumé :
Nella dinamica delle trasformazioni urbane la catastrofe e momento di distruzione, ma anche punto di svolta che innesca nuovi processi inventivi. Dal trauma nasce l'occasione di prove progettuali che mirano non soltanto alla soluzione dei problemi, ma alla critica operativa e all'esplorazione del possibile e del nuovo. Nel paper si intrecciano visioni progettuali che intendono la costruzione della citta come luogo di origine e di ritorno del progetto di architettura e come espressione civile.
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Ferrara, Marinella. « Mediterranean design ? » i+Diseño. Revista Científico-Académica Internacional de Innovación, Investigación y Desarrollo en Diseño 6 (2 octobre 2011) : 21–27. http://dx.doi.org/10.24310/idiseno.2011.v6i.12635.

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Questo articolo propone un’ampia riflessione sul ruolo che il design agroalimentare e agroindustriale gioca oggi come punto di partenza per processi di rigenerazione dei contesti locali e di sviluppo sostenibile delle attività economiche a livello locale. La cultura del design, utilizzando gli strumenti della comunicazione visiva, del prodotto e del design strategico, avvia un ciclo virtuoso tra prodotto e territorio. I casi riportati riguardano esperienze di progetti sviluppati nel contesto mediterraneo.
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Claudia Chellini, Rachele Borgi et Tito Vezio Viola. « La prospettiva sistemica nella costruzione di un Polo per l’infanzia. L’esperienza di Ortona ». IUL Research 2, no 4 (20 décembre 2021) : 269–79. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.172.

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Nel 2015, prima della legge 107, è nato a Ortona (CH) un Polo per l’infanzia. A partire da una riflessione sul valore strategico della lettura per la formazione della persona, sono stati aggregati i diversi soggetti istituzionali che hanno svolto un ruolo attivo per la messa a punto degli strumenti e dei processi che hanno portato alla costituzione del Polo e alla sua attuazione. Il contributo illustra gli elementi cardine alla base di questa esperienza, che si configura come una vera e propria azione di sistema per la costruzione di un percorso di continuità educativa tra i servizi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia
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Zaccaro, Antonella, et Maria Francesca Freda. « Domanda di consulenza genetica e progetto riproduttivo ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (décembre 2012) : 49–74. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003004.

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La domanda di consulenza genetica prenatale o riproduttiva puo rappresentare, come evidenziato dalla letteratura di riferimento, un passaggio fondamentale nel gestire scelte riproduttive consapevoli in situazioni di rischio genetico. Il presente contributo intende esplorare i processi di significazione che orientano la domanda di consulenza genetica prenatale e riproduttiva, nell'ambito di un piu ampio studio svolto presso il Servizio di Cardiomiologia e Genetica Medica di Napoli e volto ad indagare ed integrare le dinamiche psicologiche entro il processo di consulenza genetica. Il materiale testuale di 17 interviste semi-strutturate, condotte con clienti in fase di pre-consulenza genetica e stato analizzato attraverso la metodologia dell'Interpretative Phenomenological Analysis (IPA) messa a punto da Smith e colleghi. Dalla discussione dei risultati, emerge come i processi di accesso alla consulenza e le vicissitudini della conoscenza siano collegati alle conseguenze che la sola scelta di richiedere una consulenza puo avere sul piano familiare e dei legami inter-/intra-generazionali. Il momento pre-consulenza sembra rappresentare uno spazio in cui i clienti e le loro famiglie iniziano ad esplorare una serie di possibilita di uso della relazione sanitaria in funzione di complicati processi informativi e decisionali condivisi. E nella gestione di tali compiti che assume un ruolo centrale la funzione psicologica collocata in una prospettiva di integrazione a quella medica e che, fin dalla fase pre-consulenza contribuisce al raggiungimento di obiettivi di tutela e di promozione della salute.
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Angelucci, Anna. « La scuola di tutti e per ognuno. Meritocrazia selettiva e cooperazione inclusiva ». SOCIETÀ DEGLI INDIVIDUI (LA), no 45 (février 2013) : 45–52. http://dx.doi.org/10.3280/las2012-045004.

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La cooperazione appare, sia da un punto di vista biologico sia da un punto di vista culturale, come una modalitÀ comportamentale che gli esseri umani hanno sviluppato per garantirsi vantaggi evoluzionistici di tipo individuale e/o sociale. Anche nell'attivitÀ pedagogica e formativa, l'approccio cooperativo, centrato sulla costante valorizzazione dei processi di apprendimento nel percorso d'istruzione, costituisce la scelta privilegiata dai docenti italiani, nelle scuole di ogni ordine e grado. Tuttavia, negli ultimi anni, con l'istituzione di un sistema di valutazione nazionale (Invalsi), il Miur sta introducendo nuove forme di competizione tra docenti, studenti, classi e scuole, adottando modelli anglosassoni basati sul paradigma della meritocrazia misurata attraverso test standardizzati. Forme di competizione che favoriscono la diffusione di comportamenti opportunistici e individualistici e che impediscono la realizzazione del fine ultimo dell'istruzione e della conoscenza: l'emancipazione da condizioni di partenza svantaggiose o inique e l'acquisizione di un ventaglio di capacitÀ soggettivamente significativo per formulare e realizzare il nostro progetto di vita.
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Carbone, Vincenzo, et Roberto Ciccarelli. « Piattaforme digitali, politiche sociali e occupazionali : il case management nel "reddito di cittadinanza" in Italia ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 163 (août 2022) : 207–23. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163011.

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In questo articolo il "reddito di cittadinanza", istituito in Italia nel 2019, viene analizzato dal punto di vista del case management realizzato attraverso piattaforme digitali dai suoi attori, chiamati "navigator", insieme al personale dei centri per l'impiego. Questa pratica è emersa nel rapporto tra medici, infermieri e pazienti ed è stata progressivamente associata alle politiche di incontro tra domanda e offerta di lavoro in una politica sociale, chiamata welfare-to-work, in cui le indennità di disoccupazione sono legate al reinserimento lavorativo. Sulla base di una ricerca di etnografia sociale che ha raccolto testimonianze qualificate degli attori coinvolti nei processi, l'articolo indaga prospettive e limiti attuali dell'integrazione tra Welfare e l'uso delle piattaforme digitali nel processo di digitalizzazione delle politiche attive del lavoro.
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Giannakoulas, Andreas. « Il bambino come "terapia" della difesa maniacale post-traumatica genitoriale ». INTERAZIONI, no 1 (avril 2022) : 13–25. http://dx.doi.org/10.3280/int2022-001003.

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Con questo mio contributo vorrei portare una critica articolata alla scarsa attenzione rivolta ai diversi processi della funzione cosiddetta di genitorialità e, allo stesso tempo, considerare questi processi come aspetti collusivi inconsci che spesso sono fondamentali, non solo per la fenomenologia del rapporto tra i partner, ma anche per un preciso rapporto tra la sintomatologia dei figli e gli aspetti della patologia collusiva organizzata dalla coppia. Questa affermazione implica tutto il complesso campo della selezione del compagno o della scelta oggettuale coniu-gale. Questa reciprocità collusiva emerge in una varietà di forme. Ad esempio motivazioni reciproche di individui deprivati, traumatizzati, shoccati, o profondamente depressi a scegliere partner analoghi per perpetuare il proprio stato d'animo senza investire o essere investiti affettivamente dall'altro: "Come posso parlare del mio dolore conoscendo l'immensità del tuo!". È stata sottolineata da Winnicott, a questo proposito, la "Falsa Restituzione" dei figli nei confron-ti dei genitori. Questa falsa restituzione e riparazione si esprime attraverso l'identificazione del bambino con la parte dei genitori che non ha subito la dissociazione della difesa maniacale, cioè con la loro parte più profonda, traumatizzata e terrifica, il luogo dove ogni loro difesa maniacale fallisce, il punto dolente, mai elaborato, l'interruzione traumatica dei loro rispettivi Sé, che ha acquisito il senso di un punto di non ritorno. C'è come un tentativo onnipotente da parte del bambino di ristabilire la continuità.
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Riva, Eleonora, et Federica de Cordova. « Nuove pratiche di comunicazione e processi psico-sociali di costruzione dell'identità negli adolescenti transculturali ». IKON, no 58 (mars 2011) : 77–101. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058005.

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Résumé :
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Velotti, Patrizia, et Giulio Cesare Zavattini. « Intersoggettivitŕ e reciprocitŕ nella relazione di coppia : la prospettiva psicoanalitica ». RICERCA PSICOANALITICA, no 2 (mai 2011) : 27–37. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-002003.

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Negli ultimi anni, prendendo le distanze dal modello strutturale delle pulsioni e dall'idea tradizionale di un apparato mentale isolato spinto fondamentalmente dai compromessi tra forze interne conflittuali, diversi studiosi (Mitchell, 1988; Aron, 1996) hanno posto l'accento sui processi interpersonali, nel senso che la crescita e il formarsi delle funzioni psichiche dipendono dal tipo e dalla qualitŕ dell' . Da questo punto di vista č intesa come una "proprietŕ" di un sistema mutualmente autoregolativo formato da due o piů individui e come caratteristica costante durante tutto il ciclo vitale. I partner coinvolti in una relazione sentimentale organizzerebbero cioč una loro reciproca e specifica capacitŕ di regolare gli stati emotivi, per ottenere un certo equilibrio interno tra senso di "distanza e vicinanza". In quest'ottica il lavoro odierno con le coppie deve considerare l'uso che i partner fanno della relazione rispetto alla funzione di reciproca auto ed etero regolazione e i processi che vengono messi in atto per raggiungere questi obiettivi.
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Balduzzi, Giacomo. « Vigevano e la Lomellina oltre il "miracolo" : un'espansione senza crescita ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (avril 2022) : 170–91. http://dx.doi.org/10.3280/sil2021-001010.

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L'articolo approfondisce una specifica fase dello sviluppo economico, sociale e istituzionale del territorio di Vigevano e della Lomellina, quella del secondo dopoguerra, osservando l'evoluzione del distretto da un punto di vista storico, rispetto alle premesse che l'hanno preceduta e alle conseguenze successive. Le caratteristiche di Vigevano e della Lomellina, nonostante le apparenti somiglianze, si rivelano in realtà differenti rispetto ad altri territori in altre aree del Paese. Al fine di rendere conto di tale specificità è necessario ricostruire i processi di industrializzazione di questo territorio in una logica di lungo periodo e comprendere così l'evoluzione del sistema produttivo alla luce del peculiare contesto territoriale e del suo sviluppo.
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Miano, Paola, Valeria Granatella et Maria Garro. « Identitŕ di genere e benessere psicosociale nella condizione intersessuale ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (mai 2011) : 9–14. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001002.

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Le autrici sottolineano come il ricorso a strategie di coping funzionali aumenti l'espressione di esiti positivi relativamente all'identitŕ di genere, alla funzionalitŕ sessuale e alle relazioni sociali, focalizzando l'attenzione sia sui processi di costruzione dell'identitŕ sessuale e di genere, sia sugli elementi che i soggetti con una diagnosi di Disturbo della Differenziazione Sessuale (DSD) percepiscono come distonici rispetto al sé. A partire dalla carente disponibilitŕ di schemi narrativi in grado di contenere la storia dei soggetti in condizione intersessuale, viene evidenziata la possibilitŕ che il punto di vista delle persone con DSD influenzi la definizione dei protocolli di intervento e promuova la valutazione della condizione intersessuale come un aspetto dell'identitŕ di genere.
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Martín Morales, Ricardo. « El Estado de Derecho y el mercado de la verdad ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (janvier 2022) : 137–59. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-002005.

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I processi deliberativi democratici sono minacciati dalla disinformazione deliberata su larga scala, diffusa attraverso Internet e i social media, i quali hanno notevolmente aumentato il rischio di manipolazione elettorale dell'opinione pubblica. Qualsiasi buon specialista può attualmente provocare il contagio emozionale di milioni di persone all'idea contrattata con il miglior offerente. Gli Stati membri dell'Unione Europea si organizzano e collaborano per combattere questo tipo di disinformazione. Il presente contributo analizza fino a che punto il Diritto può e deve reagire alle fake news, valutando la portata, la natura, il contenuto e il bene giuridico protetto da un eventuale "diritto a non essere ingannati".
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva et Nicoletta Vittadini. « Nuove pratiche comunicative e adolescenti figli di immigrati : premesse e strumenti di ricerca ». IKON, no 58 (mars 2011) : 11–31. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058002.

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Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Brambilla, Rossana. « Critica della pedagogia e teoria critica dell'educazione ». COSTRUZIONI PSICOANALITICHE, no 23 (mai 2012) : 105–20. http://dx.doi.org/10.3280/cost2012-023008.

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Résumé :
Teoria critica e pedagogia non hanno mai dialogato profondamente. I pedagogisti affermano che il loro oggetto di studio sia l"educazione. Ma il loro punto di vista non gode di una dignitŕ scientifica, riconosciuta anche dalle altre discipline. Le teorie pedagogiche oscillano soprattutto tra definizioni di valori da perseguire nel lavoro educativo e proposte di tecniche per gestire l"educazione, spesso importate dalla psicologia e dalla psichiatria. Questo impedisce ai processi educativi di produrre effetti di emancipazione sociale e culturale. Ma nella Teoria critica, e in particolare nel pensiero di Adorno e Horkheimer, troviamo le coordinate capaci di portare una disciplina, e anche la pedagogia, verso la scoperta dei suoi compiti "critici".
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Giuliani, Diego, et Giuseppe Espa. « Un metodo per l'analisi empirica dei fenomeni di concentrazione spaziale delle attivitŕ economiche basato su dati micro-geografici ». RIVISTA DI ECONOMIA E STATISTICA DEL TERRITORIO, no 3 (octobre 2012) : 38–58. http://dx.doi.org/10.3280/rest2012-003003.

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Résumé :
La concentrazione spaziale delle attivitŕ economiche, a causa delle implicazioni che puň avere per la crescita economica locale e le disparitŕ territoriali, č un fenomeno di grande interesse per l'economia e le scienze regionali. Č stato tuttavia riconosciuto che un ostacolo rilevante allo studio di tale fenomeno č rappresentato dalla mancanza di metodi appropriati per la sua misurazione (Combes, Overman, 2004; Combes et al., 2008). Un recente approccio alla misurazione, basato sulle metodologie della point pattern analysis, utilizza dati micro-geografici e considera le imprese come punti privi di dimensione distribuiti nello spazio economico. Rispetto alle misure di concentrazione tradizionali tale approccio non soffre del problema dell'arbitrarietŕ dei confini regionali. Tuttavia, in circostanze pratiche, i punti (imprese) osservati nello spazio economico non possono essere considerati privi di dimensione e sono, al contrario, caratterizzati da dimensioni diverse in termini di numero di occupati, fatturato, capitale ecc. L'approccio basato sulla point pattern analysis trascura l'aspetto della diversa dimensione delle imprese e quindi ignora il fatto che un grado elevato di concentrazione spaziale possa essere dovuto, per esempio, sia a un numero elevato di imprese di piccole dimensioni localizzate in un'area geografica ristretta e sia a poche imprese di grandi dimensioni localizzate vicine. In questo articolo, facendo riferimento alla teoria dei processi di punto marcati (Penttinen, 2006), il problema viene affrontato adattando la funzione K di Ripley in modo tale che tenga conto della dimensione dei punti. Per illustrare il metodo proposto, viene presentata un'applicazione empirica all'analisi della distribuzione spaziale delle imprese manifatturiere ad alta e medio-alta intensitŕ tecnologica nei comuni di Milano e Torino
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Lingiardi, Vittorio, et Antonello Colli. « L'alleanza terapeutica nella terapia psicodinamica ». PSICOBIETTIVO, no 1 (août 2010) : 32–58. http://dx.doi.org/10.3280/psob2010-001003.

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Résumé :
In questo lavoro gli autori si propongono di inquadrare il concetto di alleanza terapeutica dal punto di vista teorico, clinico e di ricerca. Tale inquadramento non puň prescindere da una ricostruzione degli sviluppi storici e delle trasformazioni del concetto di alleanza: le prime descrizioni psicoanalitiche di Freud e Sterba, la definizione panteorica di Bordin, l'alleanza come "fattore comune" della terapia, la sua operazionalizzazione al servizio della rilevazione tramite self-report, l'analisi dei trascritti delle sedute, la valutazione delle interazioni collaborative e dei processi di rottura e riparazione. Obiettivo di questo lavoro č mostrare come "alleanza terapeutica" sia un costrutto indispensabile per il ricercatore in psicoterapia, che tuttavia necessita di essere decostruito e confrontato con altri importanti concetti quali transfert, controtransfert, relazione reale, stile di attaccamento.
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B. Levine, Howard. « Trauma, processo e rappresentazione ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 4 (décembre 2021) : 563–80. http://dx.doi.org/10.3280/pu2021-004001.

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Résumé :
Il concetto di trauma in psicoanalisi è stato spesso usato in modo incoerente ed eccessivamente inclusivo. Una revisione degli scritti freudiani, a partire dal Progetto del 1895, mostra che dal punto di vista dell'impatto sui processi psichici Freud aveva una visione più coerente del concetto, che può contribuire a ridimensionare i dibattiti eziologici - spesso sterili - che contrappongono cause interne a cause esterne, pulsioni a realtà e così via. Da una prospettiva clinica, è più utile guardare alle diverse sfide che possono porre a un individuo circostanze potenzialmente traumati-che, considerando la modalità fortemente soggettiva di ciascuna persona di sperimentare e reagire a tali sfide e il sostegno fornito, caso per caso, dallo specifico ambiente famigliare, sociale e cultu-rale. Ogni esperienza qualificabile come "trauma" viene, in certa misura, compresa e integrata nel-la particolare soggettività dell'individuo in base alla sua peculiare organizzazione del Sé, alla sua comprensione e alla sua posizione nel mondo.
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Manzalini, Antonio. « Immagini Interiori come Informazione Quantistica della Vita ». Scienze Biofisiche 1, no 2 (17 mars 2023) : 1–8. http://dx.doi.org/10.48274/ibi17.

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Résumé :
Questo articolo trae ispirazione dal modello della coscienza come campo quantistico descritto in [1] e ne estende la prospettiva da punto di vista psico-analitico. In particolare, modello di coscienza adottato è basato sull'estensione, per gli esseri viventi, della teoria di de Broglie – Bohm: il potenziale di coscienza associato a tale campo è definito come un'informazione quantistica attiva (denominato onda pilota della vita) che organizza e dirige la vita di un organismo attraverso processi di rottura della simmetria, come descritti dalla Teoria Quantistica dei Campi [2]. Inoltre, tale informazione attiva (associabile alla curvatura del campo di coscienza) si dimostra essere espressione di condensazioni dei bosoni di Nambu Goldstone derivanti dalle suddette rotture di simmetria. In particolare, il contributo di questo articolo riguarda l’idea che l’organismo vivente crei e percepisca delle corrispondenze tra delle “immagini interiori” e le dinamiche dell’onda pilota della vita (estensione del concetto di potenziale quantistico), ovvero di quella informazione quantistica attiva che organizza e dirige la sua vita. In questo caso il concetto di immagine va inteso in senso allargato. Le immagini sono viste come emozioni, sensazioni, simboli, archetipi... che a loro volta corrispondono, dal punto di vista della fisica quantistica, a condensazioni dei bosoni di Nambu Goldstone.
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Michela Schenetti et Cristina Li Pera. « Riscoprire il gioco all’aperto per innovare i servizi educativi e le competenze professionali degli adulti ». IUL Research 2, no 4 (20 décembre 2021) : 120–32. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.187.

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Résumé :
Promuovere pratiche di educazione all’aperto richiede all’adulto un’attenta analisi dei bisogni evolutivi dell’infanzia, una tensione costante a ricercare coerenza tra teorie pedagogiche e pratiche educative e disponibilità a mettere in gioco le proprie abitudini professionali per restituire al bambino centralità nei processi di apprendimento. Il valore del gioco in ambiente, le sue peculiarità e il ruolo che svolge in relazione alla promozione di conoscenze e competenze può essere il punto di partenza. Il contributo esplora il tema del gioco all’aperto in contesti naturali e della sua funzione all’interno di percorsi di formazione. Partendo dall’analisi della letteratura scientifica si indagheranno le potenzialità che il tema può avere nell’innovazione dei servizi educativi e nel sostegno delle competenze professionali degli adulti.
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Budge, Ian. « È POSSIBILE PREDIRE I RISULTATI ELETTORALI ? ILLUSTRAZIONE DI UN METODO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 15, no 3 (décembre 1985) : 379–419. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020000335x.

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Résumé :
IntroduzionePredizioni accurate possono essere avanzate sulla base di estrapolazioni molto semplici: per esempio anticipando che ciò che è successo nell'ultima occasione si ripeterà in questa; oppure che ciò che è successo più frequentemente nel passato avverrà di nuovo. Queste estrapolazioni sono insoddisfacenti da un punto di vista teorico, in quanto non dicono alcunché sui fattori ed i processi che determinano il risultato e, soprattutto, perché non è possibile sapere se, nella specifica occasione, l'estrapolazione sia lo strumento predittivo appropriato o se, al contrario, ci condanni a cattivi risultati. Per questi motivi è necessario disporre di un modello esplicativo per giustificare e sostenere una procedura predittiva.
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Gilda Cecoro. « La centralità del corpo in azione nei processi comunicativi, emotivi e apprenditivi, nell’ambito della comunicazione aumentativa e alternativa (CAA) nella scuola dell’infanzia ». IUL Research 2, no 4 (20 décembre 2021) : 23–36. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.146.

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Résumé :
L’uso di strategie di comunicazione aumentativa e alternativa può avere rilevanti implicazioni in ambito educativo. Il bambino, attraverso l’uso del corpo e del simbolo, può scoprire occasioni di condivisione di pensieri ed emozioni, inedite chiavi di accesso all’apprendimento e originali forme di armonia emotiva con il gruppo dei pari e il docente. Dal punto di vista aumentativo, la CAA valorizza il patrimonio corporeo del soggetto non verbale (o con limitate capacità comunicative) e riconosce l’importanza di attribuire significato all’insieme dei segnali corporei, che hanno un’influenza sul partner comunicativo. La dimensione cinestesica, in un percorso didattico-educativo centrato sulla CAA, costituisce la base per la manifestazione di forme intelligenti della persona (Gardner et al., 1987).
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Crozzoli, Aite Livia. « Il luttto nell'esperienza analitica con il gioco della sabbia" ». PSICOBIETTIVO, no 3 (mai 2010) : 19–37. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003002.

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Résumé :
Attraverso le testimonianze verbali e le rappresentazioni per immagini realizzate con il "gioco della sabbia" da persone in lutto vengono descritte nel testo le risonanze emozionali per la perdita di una persona con cui si era condivisa la vita e il processo elaborativo di chi intraprende un'esperienza terapeutica. Nel clima partecipativo della relazione analitica le persone possono condividere la loro sofferenza e la ricerca di sé, scoprendo il significato simbolico racchiuso nella sofferenza: l'aprirsi di uno spazio mentale e affettivo, aperto alla presenza dei processi interiori e all'importanza della componente relazionale. Segue la presentazione di un caso clinico e l'analisi di alcune scene del "gioco della sabbia", che evidenziano la peculiaritŕ del "pensare per immagini", un punto teorico di fondo del pensiero junghiano. Dal confronto tra i vissuti espressi nella comunicazione verbale e quelli nelle scene del "gioco della sabbia" si puň cogliere che la rappresentazione per immagini favorisce l'emergenza di contenuti profondi e simbolici, non prevedibili dalla coscienza e non ancora esprimibili con le parole.
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Pietta, Antonella, Marco Bagliani et Edoardo Crescini. « L'Italia si adatta ? La definizione delle politiche di adattamento al cambiamento climatico alla scala regionale ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 2 (mai 2022) : 71–91. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2022oa13801.

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Résumé :
Nelle politiche di adattamento la scala locale è centrale per delineare le vulnerabilità dei diversi territori e progettare azioni realmente efficaci. Il contributo presenta un'analisi critica delle politiche di adattamento individuate alla scala regionale in Italia focalizzando l'attenzione su alcune chiavi di lettura: l'impostazione generale delle politiche stesse, la governance messa in atto per l'implementazione, l'integrazione tra le politiche dal punto di vista orizzontale e verticale, la presenza e tipologia dei processi partecipativi, la considerazione delle caratteristiche dei singoli territori all'interno della progettazione delle politiche. Dalle ricerche qui illustrate emerge una situazione di luci ed ombre: su 21 amministrazioni, solo 4 hanno completato l'iter, mentre almeno 5 non hanno ancora iniziato a mobilitarsi in questa direzione.
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Jenkins, Rachel. « England's policy on severe mental illness ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 5, no 1 (avril 1996) : 31–37. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00003912.

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Résumé :
RIASSUNTOLa Gran Bretagna ha messo a punto una comprovata strategia sulla salute mentale che include dove e come le persone sono curate e con quali obiettivi. Ha assicurato che la politica sanitaria sia basata sull'epidemiologia dei disturbi psichici e che sia incentrata non solo sui disturbi psichici gravi, che necessitano di trattamenti specifici, ma anche sui disturbi meno gravi in medicina di base, nelle carceri e sul posto di lavoro ed inoltre sull'integrazione e interfaccia tra i servizi di salute mentale ed altre agenzie.Ha basato la politica sanitaria su un quadro coerente di promozione della prevenzione della salute mentale (prevenzione primaria, secondaria e terziaria e prevenzione della mortalita) conduce questa politica quantificando l'esito in termini di salute mentale, nonche gli imputs ed i processi.
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Ruiu, Maria Laura. « La vetrinizzazione delle cittŕ contemporanee. Bratislava - Milano : due realtŕ a confronto ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 95 (juillet 2011) : 115–30. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-095007.

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Résumé :
La ricerca mette in evidenza come la pubblicitŕ imponga una particolare veste estetica allo spazio urbano. Il lavoro si basa sull'analisi e sul confronto del tessuto urbano di due cittŕ molto diverse da ogni punto di vista (economico, sociale, politico): Milano e Bratislava. Lo studio evidenzia le nuove modalitŕ di utilizzo del linguaggio pubblicitario e le sue applicazioni nel contesto urbano: Bratislava ha una conformazione piů caotica risultante dalla diffusione "selvaggia" della pubblicitŕ; Milano, al contrario, č caratterizzata da un modello di pubblicitŕ che tende a "mimetizzarsi" nel tessuto urbano. I processi comunicativi agiscono sulle esperienze di consumo degli individui influenzando le loro scelte in termini di stili di vita, abitudini, luoghi di consumo; cosě, gli stessi luoghi di consumo si trasformano, dando vita ad una nuova architettura della cittŕ.
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Fasano, Annarita. « Una valutazione realista delle politiche attive del lavoro : alcune riflessioni a partire da una ricerca sul campo ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 47 (octobre 2011) : 43–66. http://dx.doi.org/10.3280/riv2010-047010.

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Résumé :
Accanto alle politiche passive del lavoro, negli ultimi decenni hanno assunto una crescente importanza un'ampia gamma di misure e interventi riconducibili alle politiche attive. Tutto ciň, se da una parte apre interessanti prospettive in termini di processi di capacitazione degli utenti, dall'altra pone anche importanti interrogativi in merito all'efficacia degli interventi. Lo spostamento dell'asse delle politiche dalla dimensione macro dei grandi interventi pubblici a quella micro delle azioni orientate a singole popolazioni-obiettivo rappresenta, infatti, una sfida per i servizi per l'impiego e, in certa misura, ,anche per la valutazione delle politiche pubbliche. Quest'ultima, in particolare a partire da un utilizzo critico degli strumenti concettuali elaborati nell'ambito dell'approccio realista, puň consentire di verificare empiricamente la tenuta della retorica dell'attivazione. Al fine di offrire alcuni elementi di riflessione in questa direzione, il presente saggio presenta i risultati della valutazione di un programma di promozione dell'occupazione che, utilizzando strumenti di politica attiva, ha operato negli ultimi anni in un'area particolarmente critica dal punto di vista dell'inclusivitŕ del mercato del lavoro: il Mezzogiorno. I processi innescati dal programma, i meccanismi sottostanti la sua implementazione, la loro interazione col contesto d'uso e gli esiti inattesi dei trattamenti sono al centro della valutazione che mira a costituire un utile quadro analitico inerente i vantaggi e le criticitŕ associati all'approccio dell'attivazione.
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Hörnschemeyer, Jörg. « „Möchten Sie das Programm wirklich löschen?“ ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 99, no 1 (1 novembre 2019) : 491–501. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2019-0019.

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Résumé :
Riassunto Nucleo centrale dei digital humanities (DH) è lo sviluppo e l’analisi di metodi digitali che sono finalizzati a risolvere quesiti posti nell’ambito delle scienze umanistiche. La creazione di software ne costituisce un elemento fondamentale. Mentre i dati raccolti sono di regola punto di partenza e d’arrivo della ricerca, i processi trasformativi che, basati su calcoli algoritmici, conducono dall’uno all’altro, rappresentano lo sforzo intellettuale decisivo e vanno considerati il vero risultato scientifico. Il software dedicato alla ricerca scientifica nasce di solito nel corso di un processo creativo e combinatorio molto complesso che dipende da molteplici legami con altre risorse. Il ciclo di vita del software in questione è molto più breve e molto più soggetto a influenze esterne rispetto a quello dei classici dati di ricerca. Come forma particolare dei dati di ricerca, il software pone pertanto sfide particolari al processo di sviluppo e a una gestione sostenibile dei dati. Il riconoscimento del software come risultato di ricerca, la creazione di strutture istituzionali che offrono opportunità di carriera agli sviluppatori e alle sviluppatrici, e l’integrazione del software in infrastrutture sostenibili di dati di ricerca sono la chiave per un’attività di ricerca più trasparente e più qualificata.
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Vittadini, Nicoletta. « Adolescenti o migranti ? Pratiche di comunicazione digitale ». IKON, no 58 (mars 2011) : 33–55. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058003.

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Résumé :
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco, Federica de Cordova, Eleonora Riva et Nicoletta Vittadini. « Tecnologie digitali e pratiche identitarie tra gli adolescenti figli di genitori immigrati. Introduzione ». IKON, no 58 (mars 2011) : 5–9. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058001.

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Résumé :
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Caselli, Marco. « Tra due mondi e tra due culture : l'esperienza degli adolescenti figli di immigrati a Milano ». IKON, no 58 (mars 2011) : 57–75. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058004.

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Résumé :
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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de Cordova, Federica, et Eleonora Riva. « Adolescenti digital natives : l'esperienza soggettiva tra pratiche e appartenenze ». IKON, no 58 (mars 2011) : 103–29. http://dx.doi.org/10.3280/ikr2009-058006.

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Résumé :
Il lavoro qui presentato analizza le pratiche di comunicazione tra pari mediate dalle nuove tecnologie. In particolare, è stato approfondito l'utilizzo di tali modalità comunicative in un gruppo di adolescenti di origine straniera residenti a Milano.Gli obiettivi della ricerca consistevano in:1. individuare pratiche di comunicazione e socializzazione tecnologicamente mediate, specifiche dei giovani adolescenti di origine straniera;2. evidenziare il ruolo di tali pratiche comunicative innovative nell'orientare le relazioni tra il gruppo migrante e quello degli autoctoni, in termini di processi di acculturazione;3. definire se e in che modo tali comportamenti consentono spazi di azione creativa e mediazione culturale tra le molteplici culture di appartenenza;4. identificare possibili strategie di costruzione identitaria in termini transnazionali. L'indagine di tipo qualitativo prevedeva l'analisi di casi singoli in profondità. Il campione è stato individuato all'interno di due istituti tecnici della città di Milano ed è costituito da un gruppo di 20 tra ragazzi e ragazze di origine straniera di età compresa tra i 15 e i 19 anni, che avessero iniziato un percorso di scolarizzazione in Italia non oltre la classe prima media. Esso è stato selezionato secondo un criterio di conoscenza avanzata delle tecnologie informatiche. I dati sono stati raccolti attraverso interviste individuali, focus group e un periodo di virtual shadowing. In questa occasione è stato possibile raccogliere materiali multimediali prodotti dai ragazzi stessi. I risultati dell'analisi dei dati, analizzati secondo una metodologia qualitativa, vengono presentati e discussi dal punto di vista della teoria del flow e dei processi di acculturazione e transnazionalismo. I risultati delineano l'emergere di pratiche comunicative specifiche di questa popolazione, in cui i processi di socializzazione messi in atto sembrano rinnovare la tradizionale dicotomia culturale italiano/straniero per aprire nuovi spazi simbolici di rappresentazione e costruzione di sé.
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Lambiase, Emiliano, et Tonino Cantelmi. « Dipendenza sessuale e metacognizione ». RIVISTA DI SESSUOLOGIA CLINICA, no 1 (mars 2012) : 19–38. http://dx.doi.org/10.3280/rsc2012-001002.

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Résumé :
Questo contributo intende analizzare il rapporto tra la dipendenza sessuale ed il funzionamento metacognitivo, sia dal punto di vista esplicativo della patogenesi del disturbo che da quello descrittivo dei processi cognitivi correlati. In linea con le ipotesi di Caretti e coll. (Caretti, Di Cesare, 2005; Caretti et al., 2005; Caretti, 2008) riteniamo che i malfunzionamenti centrali alla base della dipendenza sessuale siano l'alessitimia, la dissociazione e la disregolazione emotiva. Tra questi, perň, a nostro avviso, non č possibile definire a priori, in modo univoco, quale sia il piů centrale o il primo nel percorso di sviluppo della patologia, e quali quelli che da quest'ultimo dipendono. Piuttosto, la situazione puň variare da paziente a paziente dando origine a modalitŕ diverse di espressione della dipendenza sessuale.
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Sava, Vito. « La fiducia nella dimensione del tempo ». GRUPPI, no 3 (décembre 2012) : 51–65. http://dx.doi.org/10.3280/gru2011-003004.

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Résumé :
L'articolo propone alcune riflessioni sul tema della fiducia dal punto di vista del tempo. L'autore prende in considerazione, attraverso materiali clinici tratti da psicoterapie psicoanalitiche individuali in setting privato e nell'ambito del servizio pubblico, alcuni processi attraverso cui si evolve l'esperienza della fiducia nella relazione terapeutica. Il tema del tempo viene considerato sia nel processo del trattamento psicoterapeutico (tempo delle sedute, tempo della cura, tempo delle pause, tempo dell'inconscio), sia come elemento essenziale che struttura e consolida il processo di nascita, sviluppo e stabilizzazione della fiducia. Alcune ipotesi vengono proposte sul rapporto tra fiducia, relazione transferale e ritmi della terapia. L'articolo si conclude con alcuni riferimenti sul rapporto tra la fiducia, il tempo, con un particolare accento al tema della scrittura del materiale clinico, intesa come costruzione di un nuovo oggetto di relazione tra terapeuta e paziente, che richiede pertanto un ulteriore atto di fiducia nella funzione del processo analitico non solo nella spazio della seduta ma anche nei luoghi e nei tempi che precedono e seguono l'incontro con il paziente.
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Marcuccio, Massimo, et Vanessa Lo Turco. « Università, Imprese e Soggetti Intermediari nei Processi di Innovazione Didattica nelle Scuole di Dottorato. Uno Studio di Caso M ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 2 (décembre 2022) : 91–108. http://dx.doi.org/10.3280/exioa2-2022oa15083.

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Résumé :
Nell'ambito del dottorato di ricerca in Italia, negli ultimi vent'anni si registra un incremento degli iscritti così come dei dottori di ricerca inseritisi nel mondo del lavoro. Tuttavia, confrontando i dati nazionali con quelli internazionali, la percentuale dei dottori di ricerca occupati risulta inferiore in relazione al totale della forza lavoro. Inoltre, molti dei dottori di ricerca ritengono di non utilizzare nel loro lavoro le competenze sviluppate durante il dottorato mentre altri trovano migliori opportunità di lavoro all'estero. Questa situazione problematica sembra trovare una possibile soluzione nell'introduzione di curricula innovativi nei dottorati. Il contributo presenta gli esiti di uno studio di caso multiplo realizzato nel 2021 relativo a un percorso innovativo di educazione non formale sui temi dell'Open innovation promosso da un soggetto intermediario dell'Emilia-Romagna e rivolto ad aziende e dottorandi degli atenei emiliano-romagnoli. L'impianto della ricerca empirica è stato messo a punto a partire da una cornice teorica che ha integrato tre diversi modelli: la Comunità di Pratica, l'apprendimento basato sulla sfida e l'hackathon. L'obiettivo principale è stato quello di descrivere la sostenibilità, l'efficienza e l'efficacia del percorso innovativo. Sono stati coinvolti 14 dottorandi, 8 rappresentanti di quattro imprese, 4 referenti di un soggetto intermediario e 4 consulenti aziendali. I dati sono stati rilevati attraverso l'analisi di documenti, interviste e questionari. Dai principali esiti emerge che il percorso indagato risulta sostenibile, sebbene richieda alcuni adattamenti per migliorarne l'efficienza, e in grado di favorire la costituzione di comunità di pratica capaci di promuovere apprendimenti.
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Ziegler, Volker. « Pianificazione urbana nella Renania superiore, dagli anni Venti alla ricostruzione : Karlsruhe, Strasburgo, Friburgo ». STORIA URBANA, no 129 (avril 2011) : 171–93. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129007.

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Résumé :
Il saggio indaga i processi di pianificazione in Renania dagli anni venti del Novecento alla ricostruzione post-bellica, con particolare riferimento alle cittŕ di Karlsruhe, Strasburgo e Friburgo. L'analisi ha come punto di partenza il 1918, quando l'Alsazia torna alla Francia e s'interrompono le relazioni economiche transrenane. In questa regione, fragile e ricca di contraddizioni, gli ambiziosi programmi di trasformazione urbana, ma anche politica, furono fortemente influenzati da interessi nazionali, regionalismi e una molteplicitŕ di poteri locali. Ma il difficile processo di trasformazione, in una regione di confine, dunque molto contesa, fu anche guidato dalla questione dell'identitŕ nazionale e l'ambiguo concetto di. In questi anni la pianificazione territoriale assume un'importanza primaria nella competizione tra le cittŕ della regione. Il destino politico e urbanistico di cittŕ come Strasburgo o Karlsruhe, che devono essere collegate ai centri economici piů lontani nel cuore dei rispettivi paesi, fu condizionato da una politica di espansione territoriale, dall'irrompere della tecnica, dal tema della forma della modernitŕ; temi che, intrecciandosi a fatica con le questioni simboliche legate alle nuove identitŕ di questi luoghi, fanno da sfondo ai progetti urbanistici di questo periodo.
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Lusardi, Paola. « Cardiotossicità da ormonoterapia nel tumore della prostata ». Cardiologia Ambulatoriale, no 3 (30 novembre 2020) : 195–97. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2020-3-10.

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Résumé :
Nel sesso maschile il tumore della prostata è il più rappresentato, ma la sopravvivenza a 10 anni dalla diagnosi è estremamente elevata (fino al 90%), sia per la diagnosi molto precoce attuata con le politiche di screening, sia per le elevate percentuali di malattia a rischio basso ed intermedio. La prognosi favorevole del tumore prostatico fa sì che il numero di comorbilità, quali dislipidemia, ipertensione, obesità, insufficienza renale cronica, cardiopatia ischemica e diabete, sia determinante sull’iter dei lungo sopravviventi. La terapia di deprivazione androgenica (ADT), che viene utilizzata nel setting terapeutico e palliativo, può essere considerata un fattore di rischio cardiovascolare aggiuntivo, in grado di accelerare i processi aterosclerotici sistemici e predisporre alla malattia coronarica e cerebrovascolare. Tutti i pazienti candidati o in trattamento con ADT devono pertanto essere valutati dal punto di vista cardiovascolare e metabolico e quindi stratificati per i fattori di rischio CV, ai fini di programmare la sorveglianza cardiologica e ridurre i danni potenziali dell’ADT.
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Strangio, Donatella, et Marco Teodori. « Le Terme di Viterbo : dal termalismo sociale ai progetti di rilancio nel segno del turismo del benessere ». Agua y Territorio, no 6 (30 décembre 2015) : 80–96. http://dx.doi.org/10.17561/at.v0i6.2811.

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Résumé :
Le motivazioni sottese a questo studio riguardano alcuni aspetti finora meno studiati del termalismo in Italia, in particolare le trasformazioni prodotte sul settore termale dall’intervento dello Stato a partire dagli anni tra le due guerre; tale intervento, intensifi catosi nel corso della seconda metà del Ventesimo secolo, produsse un nuovo modello di sviluppo, fuori dalle logiche di mercato, incentrato sul termalismo sociale assistito. Divenuto insostenibile dal punto di vista fi nanziario, dalla fi ne del Novecento l’apporto statale si ridusse drasticamente costringendo le imprese del settore ad elaborare nuovi percorsi per uscire da un profondo stato di crisi.Dopo aver fornito un inquadramento generale, tali processi sono stati studiati attraverso un particolare caso di studio, quello delle Terme di Viterbo. Le vicende di questa stazione termale sono state analizzate storicamente ricorrendo a fonti archivistiche inedite, ma sono state anche inquadrate nei loro assetti odierni sulla base di recenti indagini condotte dalle istituzioni locali, mosse dall’obiettivo di rivitalizzare i fl ussi turistici anche attraverso un nuovo connubio tra termalismo e benessere.
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