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Littérature scientifique sur le sujet « Principio di differenziazione »
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Articles de revues sur le sujet "Principio di differenziazione"
Fracchia, Fabrizio. « Il principio di gerarchia come paradigma di funzionalità dell'amministrazione militare ». DIRITTO COSTITUZIONALE, no 1 (mars 2022) : 75–94. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-001004.
Texte intégralAntonini, Erica. « Percorsi di riforma nella Pubblica Amministrazione : un'analisi comparata ». RIVISTA TRIMESTRALE DI SCIENZA DELL'AMMINISTRAZIONE, no 3 (novembre 2010) : 73–99. http://dx.doi.org/10.3280/sa2010-003010.
Texte intégralPikor, Wojciech. « Zbawienie - zmaganie o Boże oblicze na twarzy Kaina (Rdz 4,1-16) ». Verbum Vitae 1 (1 juin 2002) : 29–40. http://dx.doi.org/10.31743/vv.1309.
Texte intégralLupattelli, Giulia. « Murray Bowen : dal genogramma alla differenziazione del sé ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 54 (janvier 2022) : 60–77. http://dx.doi.org/10.3280/pr2021-054004.
Texte intégralZampino, Ludovica. « Dall'autopoiesi all'autocostituzionalizzazione dei frammenti. la via teubneriana alla tutela dei diritti fondamentali "settoriali" al tempo della globalizzazione ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 2 (juillet 2012) : 89–104. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-002005.
Texte intégralAltavilla, Annagrazia, et Alessandro Dell’Erba. « La ricerca sulle cellule staminali : la nuova sfida dell’Europa unita ». Medicina e Morale 53, no 6 (31 décembre 2004) : 1133–78. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.621.
Texte intégralSCHERER, Katia Ragnini. « LA FUNZIONE DEL DIRITTO IN RELAZIONE AI RISCHI CLIMATICI ». Revista Juridica 1, no 58 (7 avril 2020) : 116. http://dx.doi.org/10.21902/revistajur.2316-753x.v1i58.3826.
Texte intégralMonaci, Massimiliano. « L'innovazione sostenibile d'impresa come integrazione di responsabilitŕ e opportunitŕ sociali ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 26–61. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002002.
Texte intégralDel-Pozzo, Massimo. « Il principio istituzionale e gerarchico nel sistema costituzionale di Javier Hervada ». Persona y Derecho, 24 février 2022. http://dx.doi.org/10.15581/011.86.008.
Texte intégralThèses sur le sujet "Principio di differenziazione"
Scarabel, Tania. « Il principio costituzionale di differenziazione nello sviluppo dei processi di decentramento e di federalismo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3424654.
Texte intégralIl presente lavoro si propone di analizzare il principio di differenziazione che, nell’ambito dei processi di federalismo, identifica una relazione di “adaequatio rei et iuris” votata a permettere politiche calibrate sulla specificità delle situazioni locali. Si tratta di una prospettiva che è utile approfondire perché il metodo della differenziazione dell’autonomia, inaugurato in tempi risalenti proprio nel contesto costituzionale italiano delle Regioni speciali, sta registrando in tempi più recenti una crescente diffusione. In particolare, la trattazione analizza l’ampio dibattito dottrinale, sia classico che recente, in tema di regionalismo e federalismo, nonché il dibattito teorico sui grandi principi di uguaglianza e di autonomia; di uniformità e di differenziazione. Dall’altro approfondisce la legislazione emanata a livello sia statale che regionale, l’individuazione delle best pratices, i percorsi della giurisprudenza costituzionale a questo riguardo (prima parte). In prosieguo, sono considerate le recenti esperienze di alcuni Paesi europei utilizzando un metodo comparativo: sono analizzati i sistemi di differenziazione tedesco, spagnolo e scozzese, in quanto per diverse analogie, si possono presentare come un passaggio necessario nell’orientamento degli sviluppi del sistema italiano (seconda parte). L’illustrazione si è poi soffermata sulle singole specialità già previste in Costituzione, allo scopo di verificare se, anche a seguito del processo di integrazione europea, le ragioni e le giustificazioni delle specialità storiche siano ancora attuali (terza parte). Si darà conto degli interventi legislativi in materia, dell'attività interpretativa della Corte costituzionale e delle principali acquisizioni dottrinali maturate nel dibattito scientifico. Più specificatamente, la prima parte ha inteso valutare, nel I capitolo, il principio costituzionale di differenziazione all’interno dell’ordinamento italiano, considerando lo sviluppo teorico e dottrinale che ha accompagnato, valorizzando questo principio, il regionalismo italiano dalla Legge n. 142 del 1990 alla riforma Bassanini. In quest’ambito si effettua una valutazione a distanza di ormai oltre quindici anni del terzo decentramento, analizzando i concreti assetti che si sono realizzati nelle regioni italiane. La trattazione si è indirizzata poi sulla genesi dell’articolo 116, terzo comma, Costituzione come novellato dall'articolo 2 della Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, che ha modificato l'intero Titolo V. Metodologicamente, si sceglie di illustrare l’iter e i limiti per la formazione della legge di differenziazione nonché le ragioni di inattuazione dell’articolo 116, terzo comma, Costituzione per poi analizzare i possibili spazi in cui potrebbe svilupparsi il principio di differenziazione anche alla luce del disegno di Legge costituzionale A.C. 2613. La seconda parte, articolata in quattro capitoli, illustra il principio di differenziazione regionale nel quadro europeo. Il I capitolo dedica un focus specifico al sistema federale tedesco, sul cd. Föderalismusreform I – II, approvato tra il 2006 e il 2009, in quanto modello capace di coniugare in modo efficace la flessibilità necessaria ad un continuo sviluppo e la rigidità per garantire cambiamenti graduali dell’ordinamento. Il II capitolo ripercorre l’evoluzione del sistema di organizzazione territoriale contenuto nella Costituzione spagnola del 1978 ad oggi, con particolare attenzione all’esito finale del processo di regionalismo differenziato, valutandolo sia alla luce dei commenti dottrinali che dei risultati concreti. Il III capitolo è dedicato agli ultimi sviluppi inerenti l’ordinamento spagnolo in particolare alla cd. “questione catalana” e alle sue vicende statutarie. Al riguardo la ricerca è partita con un approfondimento analitico della legge organica del 19 luglio 2006, n. 6 per poi evidenziare gli effetti della sentenza del Tribunale Costituzionale (STC) 31/2010, del 28 giugno 2010. Sono state quindi analizzate le complesse vicende che hanno poi portato alla sospensione, per effetto del ricorso alla Corte costituzionale da parte del Governo spagnolo, del referendum per l’indipendenza della Catalogna. Per completare l’analisi dei processi di differenziazione, il IV capitolo è dedicato ai recentissimi sviluppi del processo di nation – building avvenuti in Scozia, di cui vengono approfondite sia lo sviluppo legislativo che le problematiche dottrinali. La terza parte dello svolgimento è suddivisa in sei capitoli e analizza puntualmente l’unica differenziazione di carattere strutturale presente nel nostro Paese: quella inerente alle Regioni speciali allo scopo di evidenziare i precipui elementi di differenziazione, sia tra loro sia nel confronto con le altre autonomie ordinarie. In particolare, il I capitolo approfondisce l’analisi della differenziazione nell’ambito delle regioni speciali italiane. L’incipit della disamina è costituito dai lavori preparatori in Assemblea costituente. Dopo aver descritto le principali posizioni elaborate nel panorama dottrinario italiano, si offrono riflessioni sull’attualità delle giustificazioni dell’autonomia speciale, anche considerando in quale misura può ritenersi giustificato il privilegio finanziario di cui godono alcune di queste regioni speciali. Il II capitolo riguarda la specialità riconosciuta alla regione della Valle d’Aosta, in quanto è stata caratterizzata da un processo di cambiamento di natura incrementale. Si specificano le ragioni storiche della specialità, soffermandosi sull’autonomia in materia legislativa e amministrativa e descrivendo la struttura dell’autonomia finanziaria regionale. Il III capitolo si dedica all’autonomia del Friuli Venezia Giulia analizzando gli specifici poteri, le materie di competenza esclusiva regionale e concorrente con riguardo ai diversi settori. Il IV capitolo si sofferma sulla specialità della regione Trentino Alto Adige o meglio delle Province autonome di Trento e Bolzano. A questo riguardo, è stata compiuta un’analisi sia sui decreti legislativi di attuazione dello Statuto sia sulla legislazione regionale provinciale. In particolare, si approfondisce l’assetto finanziario dopo l’Accordo di Milano. Il V capitolo, esamina lo Statuto speciale della regione Sardegna, sia sotto il profilo legislativo, amministrativo e finanziario. Inoltre, sono state puntualmente analizzate le leggi costituzionali che hanno modificato nel tempo lo Statuto (Legge Costituzionale 1/1972; Legge 122/1983; Legge Costituzionale 1/1986; Legge Costituzionale 3/1989; Legge Costituzionale 2/1993; Legge Costituzionale 2/2001) nonché gli interventi della Corte costituzionale. Il VI capitolo ripercorre la specialità riconosciuta dal legislatore alla regione Sicilia in materia di legislazione esclusiva, integrativa – concorrente nonché nell’ambito dell’organizzazione amministrativa e finanziaria. Si dà conto anche della recente sentenza n. 255/2014 della Corte costituzionale. Il capitolo conclusivo è dedicato, anche alla luce delle analisi comparate svolte, ad una valutazione complessiva del principio di differenziazione, offrendo delle osservazioni sulle prospettive del regionalismo italiano.
Nardiello, Angela. « Differenziazione e normazione : primaria e secondaria ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2017. http://hdl.handle.net/10556/3107.
Texte intégralThe object of the present work is the analysis of the principle of differentiation in the system of the sources which in the context of the processes of decentralisation, federalism and autonomy, is identified in an “adaequatio rei et iuris” relation, functional in the individualisation of a renewed capacity for the understanding and achievement of a “policy of differences”. This is a perspective which it is useful to analyse as the method of differentiation has for some time been assuming more and more importance in both the European and national legal system with the aim of realising common interests with regard to diversity. In the first part, the themes of European integration in the management of national differences are dealt with. Fundamental to this, is the study of the techniques of the EU government that have led to a general change in the national political-judicial scenarios, giving rise to an ever closer process of integration between member states, through the enhancement of the value of differences. Then follows an analysis of the differentiation of the forms and conditions of the regional autonomy foreseen by Constitutional Law 3/2001, which, in the new article 116 of the Constitution establishes at paragraph 3 that “further forms and particular conditions of autonomy” regarding the subject of the 3rd paragraph of art. 117are assigned to the Regions: the Region thus assumes the role of protagonist in the search for original solutions to enhance its own autonomy. It is clear that the Constitutional Law n°3/2001, with the opening up of the model of regionalism to the perspective of the differentiation of the single regional autonomies, is situated in a position of prime coherence and close consequentiality with the supreme principles of the recognition and promotion of local autonomies. (Art. 5 of the Constitution) The effective realisation of differentiated regionalism is anything but a constitutionally obliged outcome; it is, rather, an ongoing dialectic process not only relying on the capacities of the individual regions to negotiate with the Government over the forms and conditions of differentiation, but also, and above all, left to the free dynamics of parliamentary political forces, able to re-establish the complex configuration of the relations between state sources and regional sources in terms very different from the basic constitutional model. An almost inevitable consequence is the need to realise that the same state source (whether law or regulation) could become characterised by differentiated judicial regimes due to the different regional contexts that are, in turn, referred to. Finally, the dissertation is aimed at a precise analysis of the autonomies of the local authorities through the instrument of the council statute, considered to be the maximum expression of the power of local legislation, which is no longer expressed as a “preconceived subjection” in the outline of the system of sources. The reform of title V of the Constitution, proposes an autonomy based on each “own” statute as an expression of an identity defined by dimension and interest. An indispensable corollary of this supposition is, naturally, given by the consideration that, “the local autonomy of subsidiarity and differentiation, and also the autonomy of statutory constitutionalisation, no longer correspond to an autonomy built on powers and functions assigned from above, because the diversity of programmes, results, objectives, ( all connected to institutional, territorial, demographic, social and economic diversity) places differentiation in a new context, aimed at objectives that are evaluated in terms of efficiency and efficacy”. Naturally this whole subject area is in continual evolution, starting from the adjustment of the norms that implement the Constitutional principles through the formulation of local statutes which, in any case, define the particular fields for their application. On the other hand, the functional lack of the norms for implementation has a negative effect on their qualitative representation of the new needs emerging from the complexity of local realities and the continual renewal of the agents who are the protagonists in a territory. Given that the various phases cannot be conceived as part of a unitary process, the acknowledged autonomy of the council statute cannot avoid considering cooperation in participation with the State and the Regions. As Hegel would say, we could assert that “ The bud disappears when the blossom breaks through, like the flower with the conception of the fruit” as both flow together in an organic unity where they are equally necessary. [edited by author]
XV n.s.
MESSAGGI, SILVIA. « Omogeneità e differenziazioni nella convergenza IAS/IFRS e US GAAP ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/19096.
Texte intégralPaggi, Eleonora. « Acquis, integrazione differenziata, unita' dell'ordinamento dell'unione : verso nuovi modelli di integrazione in Europa ? Spunti di una riflessione teorica a valle dell'introduzione del c.d. pacchetto sul brevetto europeo con effetto unitario ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2017. http://hdl.handle.net/11577/3426326.
Texte intégralPrendendo spunto dalle questioni di natura istituzionale inerenti il legittimo esercizio delle tecniche di integrazione differenziata (o differenziazione) sollevate dal c.d. Pacchetto sul brevetto europeo con effetto unitario, la tesi affronta il tema dei limiti giuridici che l’ordinamento dell’Unione europea impone al fenomeno della differenziazione, con particolare riferimento agli istituti della cooperazione rafforzata, ex art. 20 TUE, ed allo strumento degli accordi internazionali inter se conclusi soltanto da alcuni Stati membri al fine di esercitare le competenze comunita rie non esclusive. A tal fine, l’analisi prende le mosse dalla nozione di integrazione differenziata, elaborata sulla bas e dei presupposti teorici accolti dalla dottrina pluralista, e ne evidenzia il carattere essenziale al processo di integrazione europea. Al contrario, anche alla luce del ruolo sempre più significativo riconosciuto dall’ordinamento comunitario al principio di sussidiarietà, l’analisi afferma l’insussistenza di un principio di c.d. unità dell’azione comunitaria ed esclude che possa argomentarsi la priorità giuridica degli strumenti comunitari su quelli internazionalistici nell’esercizio delle competenze non esclusive dell’UE. Infine l’elaborato si concentra sull’esame delle limitazioni imposte alla differenziazione dai principi strutturali inerenti il modo d’essere del diritto UE, così come sino ad ora effettivamente affermatosi ed autocostituitosi, concentrandosi sul ruolo necessario per la preservazione del carattere interindividuale dell’ordinamento rivestito dal principio di autonomia della tutela giurisdizionale comunitaria e, in quest’ottica, dall’istituto del rinvio pregiudiziale.