Littérature scientifique sur le sujet « Prima metà del XIV secolo »

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Articles de revues sur le sujet "Prima metà del XIV secolo"

1

Bianchi, Giovanna. « Tecniche costruttive e forme di potere nella Toscana sud-occidentale (secc. VIII-XIV) ». Arqueología de la Arquitectura, no 4 (30 décembre 2005) : 47. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2005.75.

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Résumé :
Nell’articolo si tratta l’analisi delle tecniche murarie desunta da dati provenienti da ampi progetti di indagine archeologica svolti in ambito rurale nella Toscana occidentale dalla metà degli anni Novanta dello scorso secolo ad oggi. Nel testo si esaminano i cambiamenti dei modi di edificare a partire dall’edilizia in legno dei primi abitati di altura di VII-VIII secolo, sino agli insediamenti più strutturati di seconda metà VIII e IX secolo, caratterizzati da un primo uso della pietra e dalla presenza di maestranze specializzate. In seguito si analizza la più complessa organizzazione del cantiere propria della costruzione dei castelli di XI e XII secolo in rapporto ai poteri politici ed economici delle nascenti signorie territoriali. Un differente uso delle tecniche costruttive caratterizza la successiva formazione di nuovi borghi tra XIII e XIV secolo, spesso impiantati sui preesistenti castelli, legati ai locali organismi comunali, soggetti all’influenza politica ed economica di Pisa in questo territorio.
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2

Sondel, Janusz. « PRAWO RZYMSKIE JAKO PODSTAWA PROJEKTÓW KODYFIKACYJNYCH W DAWNEJ POLSCE ». Zeszyty Prawnicze 1 (27 janvier 2017) : 47. http://dx.doi.org/10.21697/zp.2001.1.03.

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Résumé :
Ił DIRITTO ROMANO QUALE BASE NEI PROGETTI DI CODIFICAZIONE NELL’ANTICA POLONIATra i diversi settori, ove si puó constatare l’influsso del diritto Romano sul diritto dell’antica Polonia, e necessario ricordare inanzi tutto l’utilizzo di questo diritto quale materia prima nei tentativi di codificazione del diritto polacco. Questi tentativi non diedero tuttavia grandi risultati, il che fece si che praticamente 1’unica codificazione compredente il complesso del diritto in Polonia, prima della sua spartizione, fossero costituiti dagli Statuti di Casimiro il Grande, risalenti alla metà del XIV secolo. Altre raccolte uffîciali erano solo un semplice riordino cronologico delle normative oppure comprendevano solamente un determinato settore del diritto o ad uno specifico territorio.In questa situazione, data la mancanza di codificazione uffîciali si diede importanza ai progetti elaborati, i quali venivano applicati nella prassi giuridica. In gran parte i loro autori erano persone con istruzione giuridica, lo si desume dalfinflusso del diritto romano sui loro elaborati. Questi influssi sono anche evidenti negli Statuti di Casimiro il Grande pur essendo molto più numerosi nei progetti di codificazione corne lus Polonicum Sigismundinum (I metà del XVI secolo) di Maciej Sliwnicki, il quale fondô il suo elaborato sul diritto romano, nonché nella raccolta posteriore, la cosidetta Correctura iurium. Numerosi elementi romanistici, li rilevano anche le opere di Bartlomiej Groicki, risalenti alla metà del XVI secolo, che vennero applicate nelle prassi delle città polacche, locate sul diritto di Magdeburgo nonché i progetti delle codificazioni délia Prussia. Tra questi ultimi mérita particolare attenzione Jus Culmense Revisum (1594), la quaîe è costituita da una raccolta di leggi dal ricco contenuto romanistico. Molti altri esempi dell’applicazione del diritto romano, compendenti le citazioni testuali délia Codificazione di Giustiniano, li possiamo trovare nel Codice di Anrzej Zamojski del 1778.
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Alessio, Gian Carlo. « L'ars dictaminis nel Quattrocento italiano : eclissi o persistenza ? » Rhetorica 19, no 2 (2001) : 155–73. http://dx.doi.org/10.1525/rh.2001.19.2.155.

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Résumé :
Con particolare riferimento alle norme tramandate dai manuali composti tra la seconda meta dell'XI secolo e la fine del Quattrocento vengono individuate ed esaminate nel loro manifestarsi in testi rappresentativi del genere le linee di sviluppo dell'ars dictaminis. Questo consente di accertare che nel XV secolo l'ars dictaminis mantiene ancora un ruolo primario non solo come normativa per la scrittura dell'epistola ma anche come corpus di regole riferibili alla composizione di qualsiasi testo, scritto ed orale; in questo periodo la normativa contenuta nei trattati si compone di una mescolanza di elementi tradizionali, che provengono soprattutto dalla trattatistica del XIII secolo, e di innovazione, attraverso spunti dottrinari che hanno la loro prima origine nel XIV secolo.
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4

Meloni, Maria Giuseppina. « Ordini religiosi e politica regia Nella Sardegna catalano-aragonese della prima metà del XIV secolo ». Anuario de Estudios Medievales 24, no 1 (2 avril 2020) : 831. http://dx.doi.org/10.3989/aem.1994.v24.1002.

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Résumé :
Le roi catalan Jacques II et son fils, l’Infant Alphonse, en entrepre­nant la conquête de la Sardaigne pisane, croyèrent de fondamentale impor­tance obtenir l'appui du clergé local. La documentation retrouvée dans les Archives de la Couronne d'Aragon met en évidence le considérable rôle attribué par les souverains catalano-aragonais aux Ordres Mendiants, sur­tout Franciscains et Dominicains, comme véhicule pour la catalanization de l’île, et les efforts faits pour s'en assurer la fidélité. La documentation démontre, en outre, comme l'occupation catalano-aragonaise marque le déclin définitif des Ordres Monastiques Bénédictins, dépuis longtemps en grave décadence, même si encore propriétaires de vastes extensions territo­riales.
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5

d'Arcangelo, Potito. « La signoria composita. Poteri signorili a Montevergine dalle origini all'età sveva (seconda metà del XII secolo - prima metà del XIII secolo) ». SOCIETÀ E STORIA, no 140 (mai 2013) : 227–63. http://dx.doi.org/10.3280/ss2013-140001.

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6

Mihaljcic, Rade. « Mljet kao bastina kotorske vlastele ». Zbornik radova Vizantoloskog instituta, no 41 (2004) : 387–97. http://dx.doi.org/10.2298/zrvi0441387m.

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Résumé :
(italijanski) L'isola di Mljet, ehe si trovava all'interno dello stato dei Nemanji?, apparteneva, comunque, al Comune di Dubrovnik durante la seconda meta del XIV secolo. Prima l'isola era considerata corne patrimonio d?lia nobilt? di Kotor. Lo zar Uros il 10 aprile 1357 aveva concesso Mljet alla nobilt? di Kotor ossia a Basilio Barincelo Bivolicic e Trifone Michovic Bucic. Due settimane dopo in base ad una richiesta degli ambasciatori di Dubrovnik, lo zar Uros eman? un altro editto per Mljet. L'editto dello zar Uros alla nobilt? di Kotor ? stato tradotto all'inizio del XVII secolo nella lingua italiana dell'epoca. Questi documenti dello zar Uros sono stati pubblicati in raccolte famose di fonti original!. Ecco perch? ? strano ehe questi documenti non siano stati presi in considerazione da Branimir Gusic, Vinko Foretic e Ivo Dabelic, ehe hanno svolto ricerche dirette sul fatto come Mljet avesse cambiato il proprio signore supremo. I due nobili di Kotor non erano in grado di realizzare i diritti di patrimonio su Mljet. Con la cessione della penisola di Peljesac e di Ston al comune di Dubrovnik nel 1333, Stefan Dusan determine il successivo destino dell'isola. II governo serbo veniva ancora riconosciuto, ma i legami con 1'isola lontana diventavano sempre pi? rari e il controllo debole. L'abate del monastero benedettino di Mljet era sottoposto all'arcivescovo di Dubrovnik, mentre la popolazione dell'isola si sentiva parte integrata all'immediato entroterra ehe, dal 1333, si trovava nell'ambito del comune di Dubrovnik. Questi fattori dimostrano come Mljet appartenesse territorialmente, economicamente e religiosamente al comune di Dubrovnik, mentre politica, mente all? stato serbo. Dal momento dell'annessione di Peljesac e di Ston, gli abitanti di Dubrovnik hanno approfittato di ogni occasione per confermare la propria influenza su Mljet. II Comune, per?, non aveva fretta per estendere il proprio dominio sull'isola. Era solo una questione di tempo. II regno serbo era attraversato da lotte intestine per la successione, mentre attacchi esterai minacciavano le regioni vicine ai confini. D'altra parte, attendendo una conferma dei benefici per lo svolgimento d?lie proprie attivit? economiche in Serbia, il Comune espresse la propria fedelt? a Stefan Uros. Signore, Mljet ? il tuo regno, e non a casa sua abbiamo dei problemi, affermarono gli ambasciatori di Dubrovnik due settimane dopo ehe Mljet era diventata patrimonio della nobilt? di Kotor. Nel frattempo la situazione reale intravedeva una guerra tra il gran nobile serbo Vojislav Vojnovic e Dubrovnik. Attendendo un attacco a Peljesac e Ston, il Comune mobilit? 25 persone di Mljet e nel luglio 1361, la Grande Assemblea decise de accipiendo insulam Melite...et accipere totum ius sclavorum. Comunque nel complesso gioco diplomatico il comune si comport? corne se niente fosse successo. Con la pace di Onogost nel 1362, il Comune si impegno di restituire al signore di Kotor i territori presi. La rendita reale sull'isola Mljet, fu realizzata da Stefan Uros the anni pi? tardi. Nel maggio del 1366 a Mljet si menzion? il soldato del regno Maroje Milosevic. II governo locale a Mljet era organizzato nello stesso modo del governo locale interne. Il monastero benedettino di Santa Maria a Mljet aveva il proprio celnic come il monastero Decani. Pi? di 2 secoli dopo la scomparsa del governo serbo sull'isola, la questione di Mljet era ancora attuale. La stessa Repubblica di San Marco, ehe governava Kotor nel 1420, dimostr? un notevole interesse nei confront! di questi documenti della nobilt? di Kotor riguardanti 1'isola di Mljet.
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Condorelli, Orazio. « Prima del 1054 : centri e periferie, universitalitá e particolaritá nel diritto della chiesa al tempo di San Simeone di Siracusa Treviri (1035) ». Revista Española de Derecho Canónico 77, no 188 (1 janvier 2020) : 105–51. http://dx.doi.org/10.36576/summa.130955.

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Résumé :
San Simeone fu un monaco bizantino di origine siciliana che concluse la propria vita a Treviri, dove la sua memoria è venerata dall’anno della sua morte (1035). La storia della sua vita mostra l’intensità dei processi di comunicazione tra la Chiesa latina e la Chiesa bizantina agli inizi del secolo XI, ed è presa come il punto di inizio di uno studio sulla configurazione del sistema giuridico della Chiesa latina tra la fine del primo Millennio e i primi decenni del secondo. La ricerca concentra quindi l’attenzione sull’esperienza istituzionale della «Chiesa imperiale», articolata intorno ai due poli dell’impero e del papato. L’ideale ecclesiologico e politico di collaborazione fra potere civile e potere ecclesiastico trovò esplicazione nelle iniziative di riforma ecclesiastica promosse da imperatori come Enrico II ed Enrico III e sostenute da alcuni fra i migliori Pontefici della prima metà del secolo XI. Alcune collezioni canoniche della prima metà del secolo XI si impegnarono nello sforzo di selezionare e coordinare le fonti del diritto canonico al fine di assecondare i propositi di riforma della vita ecclesiale.
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Pedrocchi, Anna Maria. « IL CAPOLAVORO DI UN ARGENTIERE ROMANO:I QUARANTA MARTIRI DEL BRASILE ». ARTis ON, no 9 (26 décembre 2019) : 171–78. http://dx.doi.org/10.37935/aion.v0i9.248.

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Résumé :
In questo testo presenterò e discuterò un pezzo mai studiato prima: una metà del diciassettesimo secolo medaglione romano raffi gurante “I 40 martiri del Brasile”, realizzato in bassorilievo d’argento, quello appartiene alla SS. Nome della chiesa di Gesù a Roma.
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Russo, Saverio. « I Rinuccini nel Regno di Napoli. Prime linee di ricerca ». SOCIETÀ E STORIA, no 176 (août 2022) : 240–79. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-0176003.

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Résumé :
Il saggio si occupa di un'importante famiglia del patriziato fiorentino, estinta a fine Ottocento, i Rinuccini. Di essa si ricostruiscono le attività economiche nel Regno di Napoli e la gestione del piccolo feudo appenninico di Baselice, ora in provincia di Benevento, dalla prima metà del Seicento fino all'eversione della feudalità e alla dismissione del patrimonio immobiliare da parte di Pier Francesco Rinuccini. Attraverso una prima analisi della ricca documentazione presente nel fondo della famiglia, conservato nell'archivio Corsini, si ricostruisce, in particolare, l'attività imprenditoriale del marchese Alessandro Rinuccini, che anima a lungo un sodalizio intellettuale di cui è protagonista Bartolomeo Intieri, amministratore dei patrimoni di molte famiglie fiorentine nel Regno di Napoli nella prima metà del Settecento. Il contributo si sofferma, inoltre, sulle tensioni che, lungo tutto il XVIII secolo, caratterizzano la gestione del feudo.
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10

Segagni Malacart, Anna. « Incidenze Transalpine nell'architettura Padana della prima metà del secolo XI ». Hortus Artium Medievalium 3 (janvier 1997) : 141–47. http://dx.doi.org/10.1484/j.ham.2.305106.

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Thèses sur le sujet "Prima metà del XIV secolo"

1

Mazzocchi, Eleonora. « Territori della Riforma : pittura a Roma nella prima metà del XII secolo ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2006. http://hdl.handle.net/11384/85761.

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Résumé :
From the introduction: Il cuore della tesi [...] è il tentativo di offrire una rilettura della cosiddetta seconda età della Riforma Gregoriana, attraverso il riesame di alcune testimonianze pittoriche meno indagate. Fra queste si collocano in primo piano le pitture del sacella della basilica dei Ss. Bonifacio ed Alessio [...]. Partendo da un'analisi storica della città di Roma nel XII secolo, attraversata dai continui conflitti tra il Papato e l'Impero approdati ad una prima soluzione con il Concordato di Worms del 1122, ho indagato, alla luce dei nuovi contributi storici, il ruolo dei monasteri, evidenziandone le particolarità rispetto alle altre città italiane e la presenza attiva nella vita politica e culturale [...]. A ciò ha fatto seguito una'analisi della basilica di San Benedetto in Piscinula, con una ricostruzione della sua storia attraverso la documentazione rintracciata in archivi romani, per giungere al cuore del discorso, le pitture del ciclo testamentario [...].
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2

Malagnini, Francesca. « Mondo narrato e mondo commentato : studi sul Decameron e la prosa toscana tra la seconda metà del XIII secolo e la prima metà del XIV ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2001. http://hdl.handle.net/10579/194.

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Trevisan, Eugenio <1971&gt. « Criminalità e giustizia nel Padovano sud occidentale nella prima metà del secolo XIX ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/20751.

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Résumé :
Il presente lavoro di ricerca prende in esame alcuni momenti emergenziali sul versante della criminalità e della relativa risposta giudiziaria che interessarono il basso Padovano sud occidentale nella prima metà del secolo XIX. La caduta della Repubblica di Venezia e le successive conseguenze determinatesi a seguito del conflitto tra Francia ed Austria ebbero riflessi significativi sul versante socio economico e sulle condizioni di vita di larghi strati della popolazione. Ciò determinò un primo “momento” emergenziale sul versante giudiziario con le cosiddette “insorgenze” del 1809, alle quali le autorità francesi risposero con estrema risolutezza. Un secondo “momento” emergenziale si concretizzò tra la fine degli anni ’40 e i primi anni ’50 del secolo con il proliferare di bande armate dedite a rapine e violenze alle quali le autorità austriache risposero con l’istituzione di una Commissione militare con sede in Este e con l’applicazione di una procedura straordinaria per la punizione di tali crimini, così come indicato nel proclama del feldmaresciallo Radetzky del marzo 1849. Il presente lavoro analizza inoltre una serie di denunce coeve relative a furti notturni e campestri presentate alle congregazioni municipali di Este e di Montagnana per i quali non vennero identificati gli autori che rappresentano tuttavia un ulteriore elemento di analisi della diffusione della macro e micro criminalità per questo periodo. A conclusione verranno posti in relazione questi fenomeni emergenziali con il movimento della Boje, che interessò anche il basso Padovano nella seconda metà del secolo, individuandone similitudini o discrepanze.
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4

Fabris, N'Ai' <1987&gt. « "Le esposizioni d’arte a Udine tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo" ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14605.

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Résumé :
L’elaborato prevede lo studio delle attività espositive a Udine a cavallo tra il XIX e il XX secolo e precisamente dal 1853 al 1951, prendendo in considerazione una trentina di mostre d’arte analizzate attraverso i relativi cataloghi e periodici dell’epoca. L’indagine coinvolge gli artisti più importanti di questo periodo di passaggio ed ha lo scopo di tracciare una storia dell’arte contemporanea a Udine. A partire quindi dalla Prima esposizione delle belle arti in Udine svoltasi nel 1853 in cui si nota una forte restrizione ai temi ed agli stili accademici espressi dagli artisti Michelangelo Grigoletti, Filippo Giuseppini e Giuseppe Malignani, si passa gradualmente ad una apertura verso nuove forme artistiche, anche grazie al collegamento della realtà udinese verso i maggiori avvenimenti artistici italiani quali la Biennale d’Arte di Venezia e la Quadriennale Nazionale di Roma. Le nuove tendenze trovano la loro affermazione alla I Mostra della Scuola Friulana d’Avanguardia del 1928, organizzata dal giovane gruppo composto da Dino, Mirko e Afro Basaldella, accompagnati da Angilotto Ermacora Modotto e Alessandro Filipponi. Il percorso attraversa gli anni tra le due guerre con le prolifiche mostre promosse dal Sindacato fascista artisti e professionisti, per concludersi con le mostre organizzate dal Circolo artistico friulano sostenitore del movimento neorealista conosciuto con il nome di Vicolo Florio e capeggiato da Giuseppe Zigaina.
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Cavalazzi, Marco <1981&gt. « La creazione del distretto comunale : Il caso di Reggio Emilia (XII-prima metà XIII secolo) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7004/1/Cavalazzi_Marco_tesi.pdf.

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Résumé :
L’oggetto della ricerca è stato il processo di creazione del distretto del Comune di Reggio Emilia tra il XII e l’inizio del XIII secolo, di cui sono stati analizzati diversi aspetti salienti, così come emergono in primo luogo dall’analisi del liber iurium reggiano, il Liber grossus antiquus. L’elaborato è suddiviso in due parti. Nella prima parte si è cercato di ricostruire le vicende, i legami e il patrimonio delle famiglie rurali reggiane nel corso del XII secolo in particolare e gli aspetti caratteristici del Comune cittadino nella sua fase iniziale. Nella seconda parte ci si è concentrati sull’analisi dei caratteri più rilevanti del processo di creazione del distretto comunale reggiano: il rapporto tra i signori del contado, i Comuni rurali e il Comune urbano; la difesa e l’incremento dei Communia cittadini; la fondazione di borghi franchi e nuovi. Il Comune di Reggio Emilia tentò di annettere l’intero territorio diocesano al distretto cittadino, non riuscendoci completamente e adottando una politica territoriale diversificata a seconda dei caratteri delle zone controllate.
The object of the research has been the process of creation of the Reggio Emilia Commune district between the twelfth and early thirteenth century, of which several important aspects have been analyzed, as they emerged in particular from the analysis of the Reggio liber iurium, the Liber grossus antiquus. The study is divided into two parts. The first, in which we tried to reconstruct the events, the feudal links and the possessions of rural families of Reggiano (in particular during the twelfth century) and the characteristic aspects of the urban Commune in its first phase. The second, in which the focus was the analysis of the most important characters of the process of creation of Reggio Emilia Commune district: the relationship between the lords of the contado, the rural Communes and the urban one; the defense and the increase of city Communia; the creation of “borghi franchi” and “borghi nuovi”. The Commune of Reggio Emilia tried to annex the entire diocesan territory to the city district, adopting a different territorial policy in base of the characters of the controlled areas.
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6

Cavalazzi, Marco <1981&gt. « La creazione del distretto comunale : Il caso di Reggio Emilia (XII-prima metà XIII secolo) ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amsdottorato.unibo.it/7004/.

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Résumé :
L’oggetto della ricerca è stato il processo di creazione del distretto del Comune di Reggio Emilia tra il XII e l’inizio del XIII secolo, di cui sono stati analizzati diversi aspetti salienti, così come emergono in primo luogo dall’analisi del liber iurium reggiano, il Liber grossus antiquus. L’elaborato è suddiviso in due parti. Nella prima parte si è cercato di ricostruire le vicende, i legami e il patrimonio delle famiglie rurali reggiane nel corso del XII secolo in particolare e gli aspetti caratteristici del Comune cittadino nella sua fase iniziale. Nella seconda parte ci si è concentrati sull’analisi dei caratteri più rilevanti del processo di creazione del distretto comunale reggiano: il rapporto tra i signori del contado, i Comuni rurali e il Comune urbano; la difesa e l’incremento dei Communia cittadini; la fondazione di borghi franchi e nuovi. Il Comune di Reggio Emilia tentò di annettere l’intero territorio diocesano al distretto cittadino, non riuscendoci completamente e adottando una politica territoriale diversificata a seconda dei caratteri delle zone controllate.
The object of the research has been the process of creation of the Reggio Emilia Commune district between the twelfth and early thirteenth century, of which several important aspects have been analyzed, as they emerged in particular from the analysis of the Reggio liber iurium, the Liber grossus antiquus. The study is divided into two parts. The first, in which we tried to reconstruct the events, the feudal links and the possessions of rural families of Reggiano (in particular during the twelfth century) and the characteristic aspects of the urban Commune in its first phase. The second, in which the focus was the analysis of the most important characters of the process of creation of Reggio Emilia Commune district: the relationship between the lords of the contado, the rural Communes and the urban one; the defense and the increase of city Communia; the creation of “borghi franchi” and “borghi nuovi”. The Commune of Reggio Emilia tried to annex the entire diocesan territory to the city district, adopting a different territorial policy in base of the characters of the controlled areas.
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Rapisarda, Emanuele. « Vincenzo Tedeschi Paternò Castello (1786-1858). Un cieco nella Sicilia della prima metà del XIX secolo ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1617.

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Résumé :
Con il presente lavoro abbiamo cercato di ricostruire e contestualizzare, attraverso anche il reperimento di materiale archivistico e bibliografico inedito, la figura dell intellettuale siciliano non vedente Vincenzo Tedeschi Paternò Castello (1786-1858). La tesi è articolata in tre capitoli. Il primo è dedicato a una presentazione generale della vita e delle opere di Vincenzo Tedeschi Paternò Castello, come pure del contesto storico italiano ed europeo nel quale il nostro visse ed operò. Il secondo capitolo ripercorre le tappe della travagliata carriera universitaria e il percorso scientifico di uno studioso aperto a quasi tutte le branche del sapere (dal diritto naturale alla filosofia, dall anatomia alla fisica e alla matematica). Nel terzo capitolo, infine, si ricostruisce il coinvolgimento di Tedeschi nell attività politica e amministrativa catanese. Conclude il lavoro una Bibliografia ragionata nella quale sono riportate le fonti a stampa e i manoscritti (per lo più inediti, reperiti soprattutto presso l Archivio di Stato di Catania e l Archivio Storico dell Università di Catania); gli scritti di Vincenzo Tedeschi Paternò Castello e, infine, l elenco dei testi di carattere generale e metodologico.
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8

CANDIANI, STEFANO. « IL MAESTRO DEL 'PANTHEON' E LA SUA BOTTEGA A MILANO NELLA CULTURA FIGURATIVA LOMBARDA DELLA PRIMA META' DEL XIV SECOLO ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2019. http://hdl.handle.net/10280/119345.

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Résumé :
La tesi è articolata in quattro capitoli. Nel primo si è ripercorso lo status questionis e la fortuna critica del Maestro del "Pantheon" e della sua bottega: tale artista, infatti, è noto agli studi già da un secolo. Si sono pertanto enumerati i diversi interventi degli studiosi, soffermandosi sui principali, esponendoli criticarmene e provvedendo a sfrondare le ipotesi oggigiorno meno praticabili. Nel secondo capitolo si è data voce ad un’analisi del codice Lat. 4895 (Parigi, Bibliothèque nationale de France), mostrando le specificità sia del miniatore bolognese, attivo nei primi fogli, sia del Maestro del "Pantheon", attivo nella restante parte delle carte. Nel terzo capitolo si sono analizzati i codici attribuibili alla bottega del Maestro del "Pantheon", collocati cronologicamente nel quarto decennio del XIV secolo, nonché sono stati presi in considerazione i volumi commissionati da Bruzio Visconti, il quale fu prolifico mecenate di manoscritti miniati tra quarto e quinto decennio del XIV secolo. Nel quarto capitolo, infine, si sono voluti mostrare i collegamenti fra il Maestro del "Pantheon" e la cultura figurativa lombarda della prima metà del secolo; facendo anche emergere la figura di Giovami Visconti, arcivescovo di Milano, quale committente e possessore di codici.
The thesis is divided into four chapters. The first traces the status questionis and the critical fortune of the Master of the "Pantheon" and of his workshop: this artist, in fact, has been known for a century. Therefore, the various interventions of the scholars have been enumerated, focusing on the main ones, exposing them, criticize them and removing the hypotheses that are less probable today. In the second chapter, was provided an analysis of the ms. Lat. 4895 (Paris, Bibliothèque nationale de France), showing the specific characteristics firstly of the Bolognese illuminator, active in the first leaves, and secondly of the Master of the "Pantheon", active in the remaining leaves. The third chapter analyzes the codes attributable to the workshop of the Master of the "Pantheon", placed chronologically in the fourth decade of the fourteenth century, as well as the volumes commissioned by Bruzio Visconti, who was a prolific patron of illuminated manuscripts between the fourth and fifth decade of the fourteenth century. Finally, in the fourth chapter, is showed the connections between the Master of the "Pantheon" and the Lombard figurative culture of the first half of the century; also bringing out the figure of Giovami Visconti, archbishop of Milan, as patron and owner of manuscripts.
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9

Rapisarda, Emanuele. « Vincenzo Tedeschi Paternò Castello (1786-1858) : un aveugle dans la Sicile de la première moitié du XIX siècle : n cieco nella Sicilia della prima metà del XIX secolo ». Paris, EHESS, 2014. http://www.theses.fr/2014EHES0026.

Texte intégral
Résumé :
La thèse essaye de reconstruire, aussi à travers du matériel archivistique et bibliographique inédite, la figure de l’intellectuel aveugle sicilien Vincenzo Tedeschi Paternò Castello (1786-1858), philosophe et professeur de l’Université de Catane. La structure de la thèse est divisé en trois chapitres. Le premier est dédié à une présentation générale de la vie et des oeuvres de Vincenzo Tedeschi Paternò Castello, et aussi du contexte historique où il vécut et opéra. Les tristes vicissitudes personnelles (de la maladie aux yeux jusqu’au massacre de sa famille dans le 1849), les « batailles » (des “peinés” concours universitaires jusqu’aux actions de défense du port de Catane), les études et les recherches d’un seul homme sont ainsi insérés dans un plus vaste cadre historique caractérisé par le difficile passage de l’Ancien Régime au monde contemporaine. Le deuxième chapitre déroule les étapes de la carrière universitaire commencée avec un concours universitaire tourmenté pour la chaire de Physique et finie avec la nomination comme professeur de Métaphysique (un événement où la cécité eut un rôle déterminant) et le parcours scientifique d’un érudit ouvert à presque toutes les branches de la connaissance. Dans le troisième chapitre, enfin, on revit l’implication de Tedeschi Paternò Castello dans l’activité politique et administrative de Catane. La thèse termine avec une Bibliographie raisonnée dans laquelle on a indiqué aussi les sources et les manuscrits (surtout inédits, trouvés dans l’Archive d’Etat de Catane et l’Archive historique de l’Université de Catane ) et les écrits de Vincenzo Tedeschi Paternò Castello
The thesis tries to reconstruct, also through archival and bibliographical unpublished material, the figure of the blind sicilian intellectual Vincenzo Tedeschi Paternò Castello (1786-1858), philosopher and professor at the University of Catania. The structure of the thesis is divided into three chapters. The first is dedicated to an overview of the life and works of Vincenzo Tedeschi Paternò Castello Tedeschi, and also of the historical context in which he lived and worked. The second chapter analyzes the troubleds steps of his academic career, from the participation tu the Call for Chair of Physics, to the nomination as Professor of Metaphysics (an event in which blindness had an important role). In the third chapter, finally, we reconstruct the involvement of Tedeschi Paternò Castello in the political and administrative activity. The thesis ends with a reasoned Bibliography in which are also indicated sources and manuscripts (mostly unpublished, found in the State Archive of Catania and the Historical Archive of the University of Catania) and books and articles of Vincenzo Tedeschi Paternò Castello
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10

Luppino, Angela. « Raffaele Gargiulo e la sua collezione di vasi al Museo Archeologico Nazionale di Napoli : ricerche sul restauro dei vasi antichi nella prima metà del XIX secolo a Napoli : tecniche e materiali ». Thesis, Paris 10, 2017. http://www.theses.fr/2017PA100020.

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Résumé :
La recherche a analysé la figure éclectique de Raffaele Gargiulo, marchand d'antiquités célèbre en Europe, collectionneur, personnage complexe et controversé de l'histoire du Musée de Naples, dans le monde des Antiquités napolitaines de la première moitié du XIXème siècle. À partir de sa collection d’objets provenant de la Grande-Grèce; l'une des plus riches du Musée de Naples, et en examinant en particulier les vases peints, nous avons analysé ses méthodes de travail ainsi que ses techniques de restauration, les matériaux qu’il a utilisés et les choix qu’il a faits pour reconstruire et comprendre les critères qui ont guidé la pratique de la restauration des vases du musée Royal Bourbon dans la première moitié du XIXème siècle. La recherche a analysé les événements historiques qui ont conduit le Musée Royal à acheter l’intégralité de la collection de Raffaele Gargiulo et, en particulier, sa collection de vases. Le travail effectué est accompagné de documents d'archives qui illustrent les longues négociations concernant l'achat des matériaux, commencé en 1852 et achevé en 1855 et renseignent sur les tendances et les choix effectués par le Musée Royal de Naples en étroite collaboration avec la Commission des Antiquités et des Beaux-Arts. L’enquête a permis d’en savoir plus sur le restaurateur-marchand qu’était R. Gargiulo et sur les relations qu’il entretenait avec les personnes impliquées dans ces affaires. En partant des sources bibliographiques, des anciens inventaires et des documents d’archives, nous avons identifié les vases de la collection Gargiulo (environ 481 vases) et tous les “vases Gargiulo" achetés par le Musée de Naples. Nous avons compilé le catalogue des vases, en les classant par type de céramique et en rédigeant une fiche pour chacun d’eux. À travers le catalogage des vases, qui a permis la reconstruction de la collection, nous avons cherché à identifier et à mettre en évidence les goûts du collectionneur R. Gargiulo mais aussi des personnes impliquées dans les choix (ministre, directeur du Musée, experts), qui ont déterminé un certain style pour les collections du Musée de Naples
The research focuses on the eclectic figure of Raffaele Gargiulo, who was a dealer, an expert, a restorer, a collector, a controversial figure in the history of the Naples Museum and Neapolitan antiques market in the first half of the nineteenth century. Starting from his collection of antiquites, one of the richest coming from Magna Graecia and which arrived in the Naples Museum, we have primarily examined the vases and have tried to analyze the restoration methods, the materials used and the choices made to reconstruct the criteria that guided the practice of the vases restoration in the Royal Bourbon Museum in the first half of the nineteenth century. The research analyzes the historical events that led to the purchase, by the Museum, of Raffaele Gargiulo’s collection, focusing mainly on the study of the vases collection. The research, enriched by archival documentation aimed at illustrating the long negotiation in the acquisition of the objects, which began in 1852 and ended in 1855, has shown the judgements and the choices made by the Neapolitan Museum in cooperation with the Commissione di Antichità e Belle Arti. Furthermore, it has contributed to define the figure of the restorer-dealer Gargiulo and his relationship with the people interested in the deal. A combination of archival documentation, old inventories and surveys in the Museum’s stores has allowed us to identify the Gargiulo’s vases collection (about 481 vases) and all the "Gargiulo’s vases" in the Museum. The vases catalogue has been created, in order to classify them according to type of ceramic, with an individual file for each vase. Thanks to the catalogue, which has aimed to the reconstruction of the collection, we have been able to highlight the aspects related to the criteria and to the taste of the collector Gargiulo and of the figures involved (Minister, Director of the Museum, experts, etc.). They have all contributed to the enrichment of the collections of the Naples Museum through the variety of artifacts and provenance from different locations in the Naples Kingdom.The research has also investigated the figure of the restorer Gargiulo, his "career" and his activities at the «Officina dei Vasi Italo-greci» of the Naples Museum. The restoration methods have been analyzed on some vases that still preserve the ancient interventions, focusing on a comparative study between old photos and archival documentation
La ricerca ha analizzato l'eclettica figura di Raffaele Gargiulo, commerciante, abile restauratore, collezionista, figura controversa nella storia del Museo di Napoli e dell’antiquaria napoletana nella prima metà del XIX secolo. Partendo dalla sua collezione, una delle raccolte più ricche di materiali di provenienza magnogreca mai giunte nel Museo di Napoli, esaminando in particolare i vasi, si è cercato poi di analizzare i metodi di restauro, i materiali adoperati e le scelte attuate per ricostruire e comprendere i criteri che guidarono la pratica del restauro dei vasi del Museo Borbonico nella prima metà dell'Ottocento. La ricerca ha analizzato le vicende che hanno portato all’acquisizione da parte del Museo Borbonico della collezione di Gargiulo nella sua totalità e, in particolare, della collezione vascolare. Il lavoro, corredato da documenti archivistici volti ad illustrare la lunga trattativa nell'acquisizione dei materiali, iniziata nel 1852 e conclusa nel 1855, ha messo in evidenza le valutazioni, le tendenze e le scelte operate a Napoli presso il Museo in stretto rapporto con la Commissione di Antichità e Belle Arti e ha contribuito a delineare la figura del restauratore-commerciante Gargiulo e il suo rapporto con le figure che, più o meno appassionatamente, si interessarono alla vicenda.Sono stati individuati, sulla base delle fonti, degli antichi inventari e dei documenti archivistici, i vasi della collezione Gargiulo (481 vasi ca.) e tutti i “vasi Gargiulo” immessi nel Museo. Si è redatto il catalogo dei vasi, diviso per classi ceramiche e con la redazione di singole schede per ogni vaso. Attraverso il catalogo e quindi la ricostituzione della collezione, si sono potute individuare, nella sua varietà di classi ceramiche e di provenienze, gli aspetti relativi ai criteri e al gusto di Gargiulo e delle figure coinvolte (Ministro, Direttore del Museo, esperti, etc.) che hanno determinato anche una scelta di gusto e di rappresentatività per le collezioni del Museo di Napoli. La ricerca ha anche preso in esame la figura del restauratore Gargiulo, la sua “carriera” e la sua attività presso «l’Officina dei Vasi Italo-greci» del Museo di Napoli. Si sono esaminati i metodi di restauro su alcuni vasi che ancora conservano gli interventi antichi, anche attraverso uno studio comparativo tra le foto antiche e i documenti di archivio
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Livres sur le sujet "Prima metà del XIV secolo"

1

Mantovani, Paolo. La strada commerciale del San Bernardino : Nella prima metà del XIX secolo. Locarno : A. Dadò, 1988.

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2

Menestò, Enrico. La Compilatio Avenionensis : Una raccolta di testi francescani della prima metà del XIV secolo. Spoleto (Perugia) : Fondazione Centro italiano di studi sull'alto Medioevo, 2004.

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3

Portualità e navigazione in Abruzzo nella prima metà del XIX secolo. Bari : Cacucci, 2008.

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4

Paolo, Venturoli, dir. Scultura lignea in Basilicata : Dalla fine del XII alla prima metà del XVI secolo. Torino [etc.] : U. Allemandi, 2004.

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5

Storia, cultura e propaganda nel Regno di Sicilia nella prima metà del XIV secolo : La Cronica Sicilie. Roma : Istituto storico italiano per il Medio Evo, 2011.

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6

Il Cristo delle scuole : Il dibattito cristologico nella prima metà del secolo XII. Roma : Città nuova, 2012.

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7

Lucia, Nadin Bassani, dir. Statutet e Shkodrës : Në gjysmën e parë të shekullit XIV me shtesat deri më 1469 = Statuti di Scutari della prima metà del secolo XIV con le addizioni fino al 1469. 2e éd. Tiranë : Shtëpia Botuese Onufri, 2010.

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8

Grisar, Josef. Il vescovo di Trento Giovanni Nepomuceno de Tschiderer e la situazione della Chiesa in Austria e nel Tirolo nel corso della prima metà del secolo XIX. Bologna : Dehoniane, 1997.

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9

Adinolfi, Pierangela. Bonheur e existence nella prima metà del XX secolo. [Turin, Italy] : Trauben, 2012.

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10

Alatri, Paolo. Relazioni internazionali in Europa nella prima metà del XVIII secolo. Napoli : Istituto italiano per gli studi filosofici, 1990.

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Chapitres de livres sur le sujet "Prima metà del XIV secolo"

1

Berardi, Riccardo. « Le reintegre o platee dei Sanseverino di Bisignano : diritti e prelievo signorile nella Calabria settentrionale (secolo XV - prima metà del XVI) ». Dans La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 2 Archivi e poteri feudali nel Mezzogiorno (secoli XIV-XVI), 73–151. Florence : Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-301-7.06.

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Résumé :
The aim of this paper is to reassess the history of the Sanseverino family, princes of Bisignano in Calabria in the Late Middle Ages; by focusing on a specific and unpublished source: the so-called “reintegre or platee” as written in the first half of the 16th century. These are public sources mostly enlisting properties and benefits; they serve the purpose of re-possessing the privileges taken from the princes themselves over the previous century. The paper will therefore focus not only on the management and character of the seigneurial landholdings but also on the reconstruction of both the local networks of power exerted on the population and the local political system. It will shed new light on the still debated historiographical issue centered on the seigneurial authority in southern Italy by assessing its local rooting and pervasiveness since the 14th century.
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2

Maierù, Alfonso. « Individuum vagum. L'influenza di Avicenna in un commento a Porfirio della prima metà del secolo xiii ». Dans Mots médiévaux offerts à Ruedi Imbach, 353–64. Turnhout : Brepols Publishers, 2011. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.00908.

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3

Verardi, Andrea Antonio. « Narrare il passaggio, guidare la transizione. Strategie di comunicazione papale nella prima metà del secolo viii ». Dans Rome on the Borders. Visual Cultures During the Carolingian Transition, 32–49. Brno, Czech Republic : Masarykova univerzita, 2021. http://dx.doi.org/10.1484/m.convisup-eb.5.130983.

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4

Gravela, Marta. « Prima dei Tuchini. Fedeltà di parte e comunità nelle valli del Canavese (Piemonte, secolo XIV) ». Dans La signoria rurale nell’Italia del tardo medioevo. 3 L’azione politica locale, 31–49. Florence : Firenze University Press, 2021. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-5518-427-4.03.

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Résumé :
Famous for the late 14th-century revolt known as Tuchinaggio, the Canavese area, in north-western Piedmont, provides significant information concerning the relationship between lords and subjects in a longer time span. By analysing a wide range of sources (pastoral visitations, chronicles, court and notarial records, statutes), the essay examines the domini-homines dialectic in the first half of the 14th century: in the Canavese Alpine valleys various degrees of institutional consolidation of communities can be outlined, identifying a process of growth common to communities in the entire Alpine Arc.
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5

« 7. La teoria dell’individuum e alcuni maestri della prima metà del XII secolo ». Dans Textes et Etudes du Moyen Âge, 285–342. Turnhout : Brepols Publishers, 2018. http://dx.doi.org/10.1484/m.tema-eb.4.2018097.

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6

« I monaci bianchi e il papato in Italia : caratteri e metamorfosi delle identità e idealità cistercensi nella prima metà del XII secolo ». Dans Das Papsttum und das vielgestaltige Italien, 513–56. De Gruyter, 2009. http://dx.doi.org/10.1515/9783110214680.513.

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7

« I Gesuati e i volgarizzamenti (seconda metà XIV–prima metà XV secolo) ». Dans Toscana bilingue (1260 ca.–1430 ca.), 415–34. De Gruyter, 2021. http://dx.doi.org/10.1515/9783110702231-020.

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8

« Brevi note su Pera genovese a metà del XIV secolo ». Dans Shipping, Trade and Crusade in the Medieval Mediterranean, 223–48. Routledge, 2016. http://dx.doi.org/10.4324/9781315609010-20.

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9

Grillo, Paolo. « Indebitamento, giustizia e politica nella Lombardia comunale (fine ΧΙΙ-prima metà del XIII secolo) ». Dans La dette et le juge, 169–85. Éditions de la Sorbonne, 2006. http://dx.doi.org/10.4000/books.psorbonne.12176.

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« III. Interpretazioni ed ipotesi. 1. Su alcuni centri letterarî della prima metà del XIII secolo : trobadors, minnesänger, canzoneri ». Dans Il frammento inedito »Resplendiente stella de albur« di Giacomino Pugliese e la poesia italiana delle origini, 123–66. Max Niemeyer Verlag, 2000. http://dx.doi.org/10.1515/9783110928235.123.

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