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Bello, Fiore. « Salute mentale tra assenza e presenza virtuale durante la pandemia ». Cliopsy N° 26, no 2 (12 octobre 2021) : 57–67. http://dx.doi.org/10.3917/cliop.026.0057.

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Gibertoni, Giancarlo, Michael Fanizza, Stefano Brunello, Sebastiano Pace, Alessio Saponaro et Fabrizio Starace. « Salute mentale digitale oltre la pandemia ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA 146, no 3 (décembre 2022) : 139–58. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2022-003008.

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Résumé :
Il periodo di emergenza sanitaria ha costretto gli operatori, soprattutto in un primo periodo, all'utilizzo degli strumenti della telemedicina per vicariare l'impossibilità della relazione in presenza. Tale periodo di crisi ha fornito però anche la possibilità di rivedere alcuni modelli di intervento e di verificare l'introduzione della Telemedicina all'interno dei percorsi clinici assistenziali esistenti. L'articolo si propone di affrontare l'inserimento di tale modalità innovativa nei Servizi di Salute Mentale evidenziandone le caratteristiche, le specificità, i limiti e i vantaggi al fine di aprire la possibilità a percorsi che prevedano una "ibridazione" degli interventi e che considerino la Telemedicina come un ulteriore strumento in dotazione al clinico per un miglioramento complessivo dei percorsi di cura.
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3

Verrocchio, Maria Cristina. « Psicopatologia dei genitori e maltrattamento ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 2 (septembre 2012) : 61–86. http://dx.doi.org/10.3280/mal2012-002004.

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Résumé :
La presenza di un disturbo mentale in un genitore determina un impatto negativo sullo sviluppo e sul benessere dei figli, e si associa ad un elevato rischio di maltrattamento infantile. Questa rassegna si propone di fornire una panoramica attuale degli effetti dei disturbi psichiatrici sulla genitorialitŕ e della relazione tra la psicopatologia genitoriale e il maltrattamento agito sui bambini. Vengono esaminati alcuni studi che si sono interessati di comprendere in che modo esperienze di vittimizzazione infantile subite dai genitori, associate alla psicopatologia, favoriscono la continuitŕ del ciclo intergenerazionale degli abusi. Tramite l'esplorazione di alcune esperienze internazionali, si sottolinea il bisogno urgente di sviluppare, nel nostro Paese, un adeguato coordinamento tra i servizi con l'intento di promuovere la salute mentale dei bambini e la loro protezione.
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Mauro Spicci, Cecilia Picinini, Michela Paternoster, Davide Melli Volterra et Aaron Downey. « Un'opportunità per crescere insieme : L'esperienza di scuola digitale della Bilingual European School di Milano ». IUL Research 1, no 1 (24 juillet 2020) : 186–217. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i1.55.

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Résumé :
Il presente contributo intende restituire le modalità che hanno permesso alla Bilingual European School di trasformare una scuola in presenza in una stimolante esperienza di scuola digitale durante i mesi di lockdown imposto dall’epidemia di Covid-19. Adottando quello che la psicologa americana Carol Dweck definisce “growth mindset” - un approccio mentale che guarda alle sfide come a opportunità di crescita e di sperimentazione di tutto ciò che la novità ha da offrire - la BES ha elaborato una strategia di didattica digitale basata su cinque pilastri fondamentali: Semplicità Comunicazione Equilibrio Riconoscibilità Partecipazione inclusiva
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Oasi, Osmano, Chiara Rossi, Antonella Barlocco et Roberto Bezzi. « Intervento precoce nella psicosi. In che modo pu&ograve ; essere utile ? Uno studio catamnestico in un centro di salute mentale i ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 4 (février 2022) : 1–7. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa13393.

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Résumé :
Scopo: L'intervento precoce nell'ambito della psicosi dimostra che, intervenendo immediatamente in presenza di sintomi psicotici, è possibile osservare un tasso di successo terapeutico elevato. Inoltre, questo tipo di trattamento massimizza l'efficacia degli interventi terapeutici includendo non solo la figura dello psichiatra, ma anche quella dello psicologo e di altre figure socio-sanitarie. Questo studio si propone di identificare trattamenti terapeutici e assistenziali innovativi e di indagare gli effetti di un trattamento integrato e multidimensionale a distanza di un anno su soggetti con stato mentale a rischio. Metodi: Il presente studio catamnestico ha osservato 30 giovani pazienti (suddivisi in due gruppi da 15) durante un anno di trattamento, confrontando il protocollo di cura standard con un intervento precoce specializzato, denominato Programma TR-43. Il trattamento terapeutico e i risultati sono stati valutati attraverso le consultazioni delle cartelle cliniche dei soggetti e della Scala di Valutazione Globale del Funzionamento (GAF) da parte dei clinici. Risultati: Il gruppo che ha partecipato al Programma TR-43 ha presentato un aumento del punteggio GAF statisticamente significativo. Tale gruppo ha visto una presenza più consistente di professionisti complementari allo psichiatra come lo psicologico, l'infermiere, l'assistente sociale e/o l'educatore di riferimento.Conclusioni: L'esito positivo osservato in tutto il gruppo del Programma TR-43 si basa su un'appropriata gestione del paziente. Un trattamento integrato e multidimensionale, come quello proposto, può quindi produrre risultati clinici migliori rispetto ad uno generico che coinvolga principalmente la figura dello psichiatra. Una riduzione della sua presenza, come nel caso del Programma TR-43, può permettere al paziente di sentirsi meno medicalizzato e più coinvolto nel suo percorso di cura. 
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Bisagni, Stefania, Alice Martini et Angelo Silvestri. « Chat-based Group Psychotherapy : l'inizio della nostra avventura nel cyberspazio ». GRUPPI, no 1 (juillet 2022) : 154–68. http://dx.doi.org/10.3280/gruoa1-2021oa14030.

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Résumé :
Nel presente articolo viene esposta l'esperienza del passaggio da una terapia di gruppo in presenza a una telematica, svolta attraverso l'utilizzo di una chat. Questo cambiamento è stato attuato a fronte della situazione di pandemia globale causata dalla diffusione del SARS-CoV-2. Lo stato di emergenza ha imposto ai professionisti della salute mentale di ripensare il proprio lavoro per garantire una continuità del percorso psicoterapeutico. Il passaggio alla modalità telematica ha comportato la necessità di interrogarsi in merito a quali fossero le azioni da intraprendere per ri-strutturare il gruppo. A tal fine, si è rivelato utile definire nuove regole del setting e apportare dei cambiamenti alla modalità di conduzione. Le riflessioni qui presentate non pretendono di esaurire l'argomento, quanto piuttosto intendono
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Maglie, Rosita, Claudia Marin et Ignazio Grattagliano. « Ageismo e psicologi : breve narrative review della letteratura ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 4 (février 2022) : 1–21. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa13312.

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Non sono molti gli studi e le ricerche sull'ageismo in Italia e limitate sono anche le casistiche. Eppure, l'aumento della popolazione anziana è un dato costante nel nostro paese, come in Europa e in tutto l'occidente industrialmente avanzato. Gli esperti di psicogeriatria, o coloro che tra gli psicologi scelgono di occuparsi a livello valutativo, clinico, assistenziale, trattamentale, terapeutico, di soggetti in età geriatrica, sono una netta minoranza, rispetto ad aree, bisogni, fasce di età, maggiormente frequentati dai professionisti della salute mentale (si pensi alla età evolutiva, all'adolescenza, o alla età adulta). Eppure, l'aumento notevole dei soggetti anziani comporta la presenza di bisogni di salute, anche e soprattutto psicologica, fino ad ora poco considerati e per questo i professionisti della salute e del benessere mentale sono chiamati a fare uno sforzo per riconoscerli e per poter poi calibrare i loro interventi clinici, assistenziali e terapeutici. L'ageismo, cioè il pregiudizio nei confronti di soggetti in età geriatrica, può caratterizzare anche gli operatori dell'area sociosanitaria, tra cui gli psicologi. Il presente lavoro fa parte di un progetto di ricerca molto più ampio, ancora in fase di implementazione, e vuole rappresentare un iniziale contributo di ricerca di letteratura sul tema ageismo e psicologi.
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Grassi, Aldrigo, Rosella Bruni, Francesca Pileggi, Marco Chiappelli, Massimo Boldrini, Elisa Franceschi et Daniela Scarafoni. « Analysis and comparative evaluations of the costs of supports and treatments of schizophrenia, affective psychosis, paranoia and neurosis ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 10, no 2 (juin 2001) : 115–24. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005194.

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RIASSUNTOScopo – Lo scopo dello studio era quello di verificare, tramite la rilevazione dei costi diretti dei trattamenti terapeutico-riabilitativi, la presenza di associazioni tra quattro gruppi diagnostici (schizofrenia, psicosi affettive, paranoia e disturbi nevrotici) e i loro costi, complessivi e per specifici fattori di costo (assistenza territoriale, attività di riabilitazione e assistenza ospedaliera). Setting – Dipartimento di Salute Mentale e Centro di Salute Mentale (CSM) "Scalo", Azienda USL della Città di Bologna, Emilia-Romagna. Disegno – Sono stati calcolati i costi diretti annui di un campione (n = 75) di tutti i pazienti (n = 745) che durante l'anno hanno avuto più di quattro contatti con il CSM e quelli dei quattro gruppi randomizzati per diagnosi (n = 30 pazienti per gruppo). Principali misure utilizzate – Sono stati calcolati i costi medi unitari di 15 tipi di prestazioni, selezionate sulla base del numero annuo delle prestazioni erogate e del tempo impiegato da ciascuna figura professionale e rilevati i costi dell'assistenza ospedaliera (pubblica e privata). Risultati – Le analisi statistiche effettuate, tramite il Kruskal-Wallis test, hanno evidenziato costi complessivi significativamente più elevati nei pazienti schizofrenici rispetto a quelli del campione e a quelli con diagnosi di disturbo nevrotico; inoltre, i costi delle attivita di riabilitazione dei pazienti schizofrenici sono risultati differire significativamente da quelli rilevati nel campione e nei gruppi diagnostici "paranoia" e "disturbi nevrotici", mentre nessuna differenza significativa tra i gruppi è emersa nei costi dell'assistenza ospedaliera ed in quelli relativi al consumo di farmaci. Conclusioni – I risultati della nostra ricerca dimostrano che i costi dei trattamenti differiscono a seconda della diagnosi (costi diretti più alti nel caso dei pazienti schizofrenici e più bassi in quelli con disturbi nevrotici) e che l'analisi dei costi può consentire di pervenire all'assegnazione di adeguate risorse finanziarie ai Dipartimenti di Salute Mentale per i trattamenti terapeutico-riabilitativi di una vasta gamma di disturbi psichiatrici.
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Lora, Antonio, Gabriella Bai, Callisto Bravi, Roberto Bezzi, Francesco Bulgarini, Antonio Mastroeni, Chiara Schena et Andrea Terzi. « Patterns of care in community mental health services in Lombardy ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no 2 (août 1998) : 98–109. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007235.

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RIASSUNTOScopo — L'obiettivo di questo studio è quello di descrivere i patterns di utilizzazione dei pazienti in contatto con 5 Unità Operative di Psichiatria lombarde secondo quattro classi: alti utilizzatori lungoassistiti, alti utilizzatori non lungoassistiti, lungoassistiti non alti utilizzatori, non alti utilizzatori non lungoassistiti. Disegno — Studio descrittivo a partire dai dati ricavati dal Sistema Informativo Psichiatrico regionale; è stata analizzata una coorte di 5.670 pazienti nell'ambito della prevalenza annua relativa all'anno 1994. Setting — 5 Unità Operative di Psichiatria della Regione Lombardia (Merate, Treviglio, Crema, Desio, Castano Primo), con una popolazione complessiva di 610.184 residenti di eta superiore ai 14 anni. Principali misure utilizzate — Sono state prese in considerazione alcune variabili sociodemografiche e cliniche relative ai pazienti; oltre un'analisi descrittiva dei quattro patterns, è stata effettuata una analisi logistica multinomiale. Risultari — Gli alti utilizzatori lungoassistiti (AU-LA), pur rappresentando solo il 5.3% del campione (4.9 casi per 10.000 residenti di età superiore ai 14 anni), consumano il 60% delle risorse espresse in SCS; solo la condizione di separato, divorziato, vedovo è predittiva per tale pattern. Gli alti utilizzatori non lungoassistiti (AU-non LA) costituiscono 1.2% del campione (1.1 casi per 10.000) ed utilizzano il 7.8% del SCS. Variabili predittrici di tale pattern sono l'eta compresa tra i 15-44 anni, l'assenza di un'attivita lavorativa e di un partner, la diagnosi di un disturbo mentale grave e la presenza di contatti con i servizi psichiatrici negli anni 1985-1989. I lungoassistiti non alti utilizzatori (LA-non AU) rappresentano il 23.4% della coorte (21.6 casi per 10.000) e vengono al secondo posto per consumo dirisorse (18.1% del SCS). Sono variabili predittive: l'età compresa tra i 15-44 anni, il vivere da solo, l'assenza di un'attività lavorativa e di un partner, la diagnosi di un disturbo mentale grave e la presenza di contatti con i servizi psichiatrici antecedenti al 1990. I pazienti non lungoassistiti non alti utilizzatori (non LA-non AU), pur rappresentando il 70.1% della coorte (64.8 casi per 10.000), consumano solo il 13.8% del SCS. Conclusioni — I dati mostrano che complessivamente l'attivita delle UOP è orientata nei confronti dei pazienti piu gravi, anche se sono rilevabili marcate differenze tra le UOP lombarde rispetto all'utilizzazione dei servizi. È confermata l'utilita di un Sistema Informativo a diffusione regionale che permetta di monitorare l'evoluzione nel tempo e nel territorio regionale dei patterns di utilizzazione.
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Gallo, Eugenio, et Paola Rucci. « Supply, demand and predictive factors of psychotherapies in 10 community mental health services in Emilia Romagna ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no 2 (juin 2000) : 103–12. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008290.

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RIASSUNTOScopo - La ricerca si propone di determinare la domanda e l'offerta di psicoterapia in 10 Centri di Salute Mentale della Regione Emilia Romagna e di identificare i fattori che predicono l'inizio della psicoterapia, impiegando i dati raccolti di routine con il Sistema Informativo Psichiatrico della Emilia Romagna (SIPER). Disegno - Studio prospettico longitudinale su tutti i «nuovi» utenti del 1995 seguiti per un anno dal primo contatto. Analisi univariata (rischio relativo) e multivariata (regressione logistica) di 18 variabili cliniche ed extracliniche. Setting - 10 Centri di Salute Mentale della Emilia Romagna. Risultati - La percentuale dei nuovi utenti che intraprende una psicoterapia è stata del 11.5%, corrispondente ad una incidenza annuale di 5./10000 abitanti ≥18 anni (range 0.9-14.8 tra i Centri). La domanda di psicoterapia è stata del 16.1% (range tra 0.6-33%) includendo le richieste dei pazienti e dei committenti. I fattori predittivi dell'inizio di una psicoterapia sono stati: la presenza dello psicologo nel primo incontro, la richiesta del paziente di psicoterapia, l'età < di 48 anni, una scolarità elevata, essere studenti, vivere con la famiglia d'origine, il Centro a cui ci si rivolti, una diagnosi del raggruppamento diagnostico delle «nevrosi». Ma l'analisi multivariata non ha permesso d'individuare un modello predittivo sufficientemente sensibile. Conclusioni - L'imprevedibilità dell'impiego della psicoterapia sembra dovuta alia mancanza di una chiara scelta sull'uso della psicoterapia nei CSM, come testimonia, in particolare, l'estrema variabilità dell'offerta, e alia mancanza di definite indicazioni.
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Crozzoli, Aite Livia. « Il luttto nell'esperienza analitica con il gioco della sabbia" ». PSICOBIETTIVO, no 3 (mai 2010) : 19–37. http://dx.doi.org/10.3280/psob2009-003002.

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Attraverso le testimonianze verbali e le rappresentazioni per immagini realizzate con il "gioco della sabbia" da persone in lutto vengono descritte nel testo le risonanze emozionali per la perdita di una persona con cui si era condivisa la vita e il processo elaborativo di chi intraprende un'esperienza terapeutica. Nel clima partecipativo della relazione analitica le persone possono condividere la loro sofferenza e la ricerca di sé, scoprendo il significato simbolico racchiuso nella sofferenza: l'aprirsi di uno spazio mentale e affettivo, aperto alla presenza dei processi interiori e all'importanza della componente relazionale. Segue la presentazione di un caso clinico e l'analisi di alcune scene del "gioco della sabbia", che evidenziano la peculiaritŕ del "pensare per immagini", un punto teorico di fondo del pensiero junghiano. Dal confronto tra i vissuti espressi nella comunicazione verbale e quelli nelle scene del "gioco della sabbia" si puň cogliere che la rappresentazione per immagini favorisce l'emergenza di contenuti profondi e simbolici, non prevedibili dalla coscienza e non ancora esprimibili con le parole.
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Parozzi, Mauro, et Sonia Lomuscio. « La Gamification virtuale nella formazione infermieristica rivolta all’ambito della Salute Mentale : protocollo per una Scoping Review ». Dissertation Nursing 2, no 1 (30 janvier 2023) : 110–16. http://dx.doi.org/10.54103/dn/18637.

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BACKGROUND:L’innesco globale di misure cautelative per la tutela della salute pubblica ha indubbiamente rafforzato l’interesse dei formatori per metodologie di simulazione virtuale. In quest’accezione formativa, i Serious Games sembrano consentire una miglior accessibilità, comprendendo la possibilità di essere fruiti o ripetuti un numero ipoteticamente infinito di volte senza rimanere necessariamente ancorati alla presenza dei docenti, alla disponibilità dei laboratori, al materiale presente ed agli eventuali impegni dei discenti stessi contribuendo all'esperienza di apprendimento migliorando la motivazione, l’impegno nel contesto della formazione cognitiva e la fiducia in sé stessi degli studenti infermieri. Gli ambiti di applicazione della gamification (intesa come l’integrazione di caratteristiche proprie dei giochi in contesti non di gioco sembrano essere piuttosto differenti, tuttavia, alcuni ambiti in particolare sembrano aver iniziato a riscontrare un certo interesse, fra cui, quello della Salute Mentale dove si riscontrano outcomes promettenti in studi con strutturazioni e obiettivi ancora eterogenei, mostrando la necessità di ampliare le evidenze a disposizione. METODI E ANALISI:Verrà effettuata una scoping review secondo la metodologia del Joanna Briggs Institute. Le banche dati biomediche consultate saranno MEDLINE (PubMed), Scopus, WebOfScience, Cochrane Library, Cinhal ed Embase; l’estensione della ricerca sulla letteratura grigia verrà effettuata consultando Google Scholar, ClincialTrials.gov, TRIP (Turn Research Into Practice), medRxiv, OSF Preprints, Networked Digital Library of Theses and Dissertations, Open Access Theses and Dissertations. Saranno inclusi articoli in lingua Italiana o Inglese disponibili in formato full text. La presentazione delle informazioni degli studi sarà effettuata sia attraverso tabelle specifiche che in forma narrativa.
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Farina, L., L. D'Incerti, L. Chiapparini, C. Cimino, G. Battaglia, T. Granata et M. Savoiardo. « Polimicrogiria (PMG) parieto-occipitale parasagittale bilaterale : Studio RM in 7 pazienti ». Rivista di Neuroradiologia 10, no 2_suppl (octobre 1997) : 222. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s2100.

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Recentemente è stata identificata una nuova malformazione dello sviluppo corticale associata ad epilessia caratterizzata da corteccia polimicrogirica localizzata nelle regioni parieto-occipitali parasagittali bilateralmente. Presentiamo i dati RM di 7 nostri pazienti, con alterazioni analoghe, 5 maschi e 2 femmine sorelle gemelle, di età compresa tra 20 e 68 anni. Tutti i pazienti sono stati sottoposti ad almeno 1 esame RM, 5 con apparecchi 1.5 T e 5 con apparecchio 0.5 T. In tutti i casi la RM ha dimostrato la presenza di un solco abnormemente profondo posto nelle regioni parieto-occipitali bilateralmente in sede parasagittale e circondato da corteccia polimicrogirica. L'alterazione è bilaterale in tutti i pazienti, simmetrica in 4 casi e asimmetrica in 3 per maggior profondità del solco a sinistra. In tutti i pazienti la corteccia polimicrogirica si estendeva anteriormente nel lobulo parietale superiore fino alla regione rolandica: non è stato mai possibile identificare con sicurezza il solco centrale. Nei 3 casi con distribuzione asimmetrica e in 1 caso con distribuzione simmetrica il solco abnorme si estendeva fino alla porzione postero-superiore della scissura silviana anch'essa circondata da corteccia polimicrogirica. Il quadro clinico era caratterizzato da epilessia, impaccio motorio o segni piramidali e ritardo mentale di vario grado. Questa alterazione è stata interpretata dagli autori che l'hanno descritta come un disturbo dell'organizzazione corticale post-migrazionale correlata ad un danno ischemico corticale avvenuto in fase prenatale. La presenza di 2 sorelle gemelle affette nella nostra casistica suggerisce che un fattore genetico può essere coinvolto nella patogenesi della PMG parieto-occipitale parasagittale bilaterale come già evidenziato nella PMG perisilviana. La coesistenza di quest'ultima alterazione rafforza l'ipotesi genetica e suggerisce la possibile esistenza di quadri fenotipici molto diversi e complessi con una etiopatogenesi comune.
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Marino, Leda, Cristina Curcio, Ilaria Marinaro, Morena Mosca et Vincenza Capone. « Emergenza da COVID-19 e benessere psico-sociale degli operatori sanitari : una revisione sistematica della letteratura ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (juin 2021) : 76–99. http://dx.doi.org/10.3280/pds2021-002006.

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Résumé :
L'emergenza da COVID-19 pone le organizzazioni sanitarie di fronte ad una sfida e com-porta un sovraccarico lavorativo degli operatori senza precedenti. Medici e infermieri non solo sono stati sovraesposti al rischio contagio, ma si sono ritrovati anche ad affrontare una com-pleta riorganizzazione del lavoro e le poche risorse a disposizione, connesse a nuove modalità di relazione e comunicazione con colleghi e pazienti, l'isolamento, l'utilizzo continuo di DPI, hanno scandito una nuova quotidianità con potenziali conseguenze sul benessere lavorativo e mentale degli operatori stessi. Obiettivo di questo lavoro è stato quello di sistematizzare i prin-cipali studi che hanno indagato il benessere e il malessere degli operatori sanitari durante la pandemia, mediante una revisione sistematica della letteratura. Sono emersi tre nuclei tematici principali: (1) stress lavoro correlato e malessere psicofisico; (2) differenze di ruolo e caratteri-stiche sociodemografiche nel fronteggiamento delle emergenze; (3) training, supporto e forma-zione organizzativa. Differenze sono emerse in termini di ruolo, età e reparti di afferenza. I ri-sultati propongono una riflessione sulle pratiche da impiegare per il sostegno degli operatori sanitari impegnati dell'emergenza COVID-19 e le successive fasi, che tengano conto delle dif-ferenze di genere, del ruolo e del setting professionale. Interventi individuali finalizzati al con-trollo dello stress, supporto di gruppo e una cultura improntata al coinvolgimento sembrereb-bero essere quelli maggiormente efficaci nella prevenzione dei rischi psico-sociali durante la pandemia. Tra i limiti del lavoro, la presenza di studi principalmente cross-sectional e prove-nienti da realtà geografiche e organizzazioni sanitarie molto differenti tra loro.
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Muraccini, Renzo. « Come il sale, le azioni "fuori dall'ordinario" sono ingredienti indispensabili nel trattamento dei pazienti borderline ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 1 (avril 2011) : 103–21. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2011-001008.

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L'autore focalizza l'attenzione sulla particolare modalitŕ di presa in carico di pazienti con disturbo borderline di personalitŕ in un Centro di Salute Mentale. A partire da tre diverse storie cliniche viene sottolineata l'importanza di alcune "azioni" che spesso possono apparire come una "fuoriuscita dal setting istituzionale" ma che si rendono necessarie per la presa in carico di questi pazienti: portatori di storie "traumatiche" nelle loro relazioni primarie, instancabili, faticosi, in una parola "stabili nella loro instabilitŕ". Queste azioni costituiscono il sale - inteso come ingrediente necessario nella relazione terapeutica - e rispondono alla necessitŕ, insita nell'organizzazione borderline, di sperimentare sia in modo ambivalente e contradditorio la "presenza concreta e agita" del terapeuta e la "prova" della fiducia nei suoi confronti. Questa particolare modalitŕ di relazione richiama il concetto di "now moment" che Stern individua come "elementi" indispensabili di "svolta" nella relazione terapeutica, co-creati e co-vissuti e che aprono ad un nuovo orizzonte terapeutico perché contengono implicitamente l'esperienza della "fiducia" e della "comprensione empatica" da parte del terapeuta. Questa modalitŕ di presa in carico che pone al centro la "ricerca attiva di questo tipo di esperienza" si realizza non solo attraverso una relazione individuale ma richiede un Gruppo multidisciplinare che operi pur nelle diversi funzioni in modo analogo e condivida una idea comune del paziente e del modo di prenderlo in cura: il "sale" viene contenuto in ogni tipo di relazione e pone l'operatore e i servizi davanti al problema sia delle caratteristiche della sua persona che dell'organizzazione dei Servizi come elementi indispensabili per poter realizzare una siffatta presa in carico.
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Piccinelli, Marco, et Pierluigi Politi. « Struttura fattoriale della versione a 12 domande del General Health Questionnaire in un campione di giovani maschi adulti ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 2, no 3 (décembre 1993) : 173–81. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00006990.

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RiassuntoScopi- a) Indagare la struttura fattoriale della versione a 12 domande del General Health Questionnaire (GHQ-12) in un campione di maschi diciottenni; b) saggiare la capacità dei punteggi fattoriali standardizzati di discrimi- nare tra soggetti portatori o meno di un disturbo psichico secondo il giudizio dello psichiatra.Disegno- Un campione di 363 soggetti selezionati nel corso della visita militare di leva è stato invitato a completare il GHQ-12 e ad essere intervistato da uno psichiatra. Dati completi sono stati raccolti per 320 soggetti (88% del campione selezionato).Risultati- Due componenti con autovalore(eigenvalue)superiore a 1 sono emerse dall'analisi a componenti principali prima della rotazione, riuscendo a spiegare il 46.7% della varianza nei dati. La prima componente, sulla quale tutti i 12 items del questionario hanno rivelato un peso di segno positivo, è stata interpretata come una misura globale dello stato psicopatologico dei soggetti esaminati. La seconda componente è risultata bipolare, dal momento che su di essa tutti gli items «positivi» hanno presentato pesi di segno positivo, mentre gli items «negativi» hanno avuto pesi negativi; cio suggerisce che il GHQ è in grado di cogliere entrambe le componenti della salute mentale, la componente negativa (di cui sono espressione i sintomi) e la componente positiva (rappresentata dalla presenza di uno stato di benessere soggettivo). Dopo rotazione Varimax ciascun item del questionario pesava significativamente su uno solo dei due fattori identificati, fatta eccezione per l'item 12 il cui peso è risultato inferiore a 0,500 su entrambi i fattori. Il fattore A, caratterizzato dai 6 items «negativi» del GHQ-12, è stato denominato «disforia generale» ; il fattore B, definito da 5 dei 6 items «positivi» è stato chiamato «benessere/funzionamento sociale» . La migliore discriminazione tra soggetti portatori o meno di un disturbo psichico è stata offerta dai punteggi relativi al fattore «disforia generale» ; nessun vantaggio è stato invece ottenuto dalla combinazione dei punteggi riportati sui due fattori.Conclusioni- La compren- sione della struttura fattoriale del GHQ-12 potra fornire utili informazioni oltre a quelle offerte da un singolo punteggio di severità risultante dalla semplice somma delle risposte positive, spingendo la descrizione dello stato psicopatologico dei soggetti esaminati oltre la semplice distinzione tra «casi» e «non-casi».
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Madonna, Raffaella, Marco Valenti, Giovanna Borrelli, Renato Cerbo, Manlio De Lellis, Giorgia Sprovera, Marisa Massaro et al. « Epidemiological monitoring of psychological, neurological and sensorial handicaps in the 0-24 years population of the Abruzzo region (Italy). Preliminary results ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no 3 (décembre 1998) : 188–96. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007387.

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RIASSUNTOScopo - Descrivere Pimplementazione epidemiologica nella Regione Abruzzo di un servizio di prevenzione degli handicap psiconeurosensoriali dell'eta evolutiva; presentare i dati di prevalenza delle patologie osservate e i modelli di regressione esplicativi deU'occorrenza, discutere i dati di accesso ai servizi in termini di risposta alle necessità sociosanitarie. Setting e disegno - Sono stati utilizzati i dati forniti da un sistema informativo regionale, costituito da fonti informative primarie operanti presso le aziende USL (Servizio di Medicina scolastica, Medicina di base, Pediatria di base, Consultori familiari, Servizio di Riabilitazione) e da strutture specializzate di individuazione diagnostica (Équipe Multidisciplinari, Divisione Clinicizzata di Neuropsichiatna Infantile, Servizi Territoriali di NPI). Il modello di gestione dei dati è il registro epidemiologico di popolazione. La popolazione target e la popolazione abruzzese di eta inferiore ai 25 anni. Principali misure utilizzate - Vengono utilizzate in questo studio misure epidemiologiche di prevalenza, standardizzate per età, assumendo come standard la popolazione regionale (0-24 anni). La definizione delle patologie è stata effettuata sulla base delle nosografie standard 1CD-9 e ICD-10; la definizione di handicap sulla base della classificazione OMS (1981). Sono state esaminate le associazioni tra le variabili esplicative di tipo sociodemografico e anamnestico e le diverse tipologie di esito clinico attraverso modelli di regressione logistica. Risultati - Le stime di prevalenza per le principali patologie neuropsichiatriche infantili e per le patologie organiche e/o congenite generatrici di handicap nella popolazione dell'Abruzzo sono paragonabili a quelli riscontrati in letteratura in setting analoghi, ad eccezione dei disturbi ipercinetici che sembrerebbero indicare per I'Abruzzo un'alta occorrenza in entrambi i sessi. La riabilitazione risulta essere la necessita sanitaria maggiormente richiesta per tutti gli assi diagnostici; neH'ambito delle necessita sociali risulta relativamente poco rilevante il ricorso all'assistenza scolastica e, soprattutto, domiciliare. L'analisi di regressione logistica indica lo stato socioeconomico e la presenza di handicap in famiglia come fattori associati, rispettivamente, in modo negativo all'occorrenza di disturbi ipercinetici, e in modo positivo alFoccorrenza di ritardo mentale. Inoltre, lo stato di convivenza in famiglia naturale e associato negativamente aU'occorrenza di disturbi evolutivi. Conclusioni - Lo studio riporta i risultati preliminari dell'attivita di un registro specializzato per l'handicap psiconeurosensoriale in eta evolutiva. Tra le prime indicazioni operative emerge con chiarezza l'utilita della standardizzazione delle procedure diagnosu'che, della definizione di linee guida gestionali comuni nelle diverse aree territoriali, e, comunque, l'importanza della conoscenza epidemiologica del fenomeno handicap per una corretta impostazione di strategie di prevenzione e programmazione.
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Ceballos Ospino, Guillermo Augusto, María Paola Jiménez Villamizar, Héctor De La Torre Hasbun et Yuly Paola Suarez Colorado. « Estigma-discriminación hacia personas con trastornos mentales en estudiantes de medicina ». Tesis Psicológica 15, no 2 (décembre 2020) : 1–21. http://dx.doi.org/10.37511/tesis.v15n2a13.

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Antecedentes: Los trastornos mentales explican los años perdidos de vida saludable en el contexto mundial y en Colombia los trastornos mentales son un motivo frecuente de consulta médicas. Las actitudes negativas hacia las personas que reúnen criterios para trastornos mentales se relacionan con los conceptos de estigma, estereotipo, prejuicio y discriminación, recientemente conceptualizado como complejo estigma-discriminación (CED). Los profesionales en medicina reciben a los pacientes con trastornos mentales en los primeros niveles de atención y conforman los equipos interdisciplinarios en unidades de salud mental, por esta razón la importancia del estudio del estigma-discriminación en los médicos en formación. Objetivo: Conocer la frecuencia, variables asociadas al estigma - discriminación hacia los trastornos mentales en estudiantes de medicina. Metodología: Estudio observacional, analítico y transversal, conformado por 507 estudiantes de medicina de dos universidades de Santa Marta, Colombia. Los participantes respondieron el Mental Health Knowledge Schedule (MAKS). Resultados: el 22.6% de los estudiantes de medicina mostraron alto estigma-discriminación hacia los trastornos mentales. No se encontró asociación significativa entre edad, sexo, pareja, estrato, el nivel de formación, tipo de universidad con la presencia de estigma-discriminación. Conclusión: uno de cada 5 estudiantes de medicina presenta estigma ante los trastornos mentales.
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Oliveira, Patrícia Peres de, Juliana Gimenez Amaral, Lívia Silveira Silva, Deborah Franscielle da Fonseca, Edilene Aparecida Araújo da Silveira, Rosilene Aparecida Amaral et Lucimar Aparecida dos Santos. « Esgotamento profissional e transtornos mentais comuns em enfermeiros oncológicos ». Revista de Enfermagem UFPE on line 12, no 9 (8 septembre 2018) : 2442. http://dx.doi.org/10.5205/1981-8963-v12i9a234712p2442-2450-2018.

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RESUMOObjetivo: investigar a existência de Síndrome do Esgotamento Profissional e Transtornos Mentais Comuns em enfermeiros oncologistas. Método: estudo quantitativo, correlacional, com enfermeiros oncologistas. A coleta de dados utilizou um roteiro semiestruturado e o inventário de Burnout de Maslach e Jackson (Maslach Burnout Inventory-MBI). Resultados: participaram 29 enfermeiros oncologistas, sendo a maioria do sexo feminino, com média de idade 32,6 anos, e a prevalência de Transtornos Mentais Comuns foi de 27,6%. Houve a presença das três dimensões sugestivas de Burnout em 6,9% dos enfermeiros; outros 6,9% em duas dimensões, e 41,4% em, pelo menos, uma dimensão. As variáveis estresse e autoestima apresentaram correlação significativa. Dentre essas dimensões, houve a correlação estatisticamente significativa de uma delas e Transtornos Mentais Comuns. Conclusão: os enfermeiros oncologistas apresentaram alto nível em algumas das dimensões do Burnout. A contribuição deste estudo foi apontar que estes profissionais precisam de medidas de prevenção e resolução da Síndrome do Esgotamento Profissional para auxiliar no enfrentamento dos problemas cotidianos. Descritores: Esgotamento profissional; Transtornos Mentais; Enfermagem; Saúde do trabalhador; Enfermagem oncológica; Oncologia.ABSTRACT Objective: to investigate the existence of Professional Exhaustion Syndrome and Common Mental Disorders in oncologist nurses. Method: a quantitative, correlational study with oncologist nurses. Data collection used a semi-structured script and the Maslach Burnout Inventory (MBI). Results: 29 female oncologists participated, the majority being female, with a mean age of 32.6 years, and the prevalence of Common Mental Disorders was 27.6%. There were the three dimensions suggestive of Burnout in 6.9% of the nurses; another 6.9% in two dimensions, and 41.4% in at least one dimension. The variables stress and self-esteem showed a significant correlation. Among these dimensions, there was a statistically significant correlation between one of them and Common Mental Disorders. Conclusion: nurses oncologists presented high level in some of the dimensions of Burnout. The contribution of this study was to point out that these professionals need measures of prevention and resolution of the Professional Exhaustion Syndrome to assist in coping with daily problems. Descriptors: Occupational Burnout; Mental Disorders; Nursing; Occupational Health; Oncology Nursing; Medical Oncology.RESUMEN Objetivo: investigar la existencia de Síndrome del Agotamiento Profesional y Trastornos Mentales Comunes en enfermeros oncólogos. Método: estudio cuantitativo, correlacional, con enfermeros oncólogos. La recolección de datos utilizó un itinerario semiestructurado y el inventario de Burnout de Maslach y Jackson (Maslach Burnout Inventory-MBI). Resultados: participaron 29 enfermeros oncólogos, siendo la mayoría del sexo femenino, con promedio de edad 32,6 años, y la prevalencia de Trastornos Mentales Comunes fue del 27,6%. Hubo la presencia de las tres dimensiones sugestivas de Burnout en el 6,9% de los enfermeros; otro 6,9% en dos dimensiones, y un 41,4% en al menos una dimensión. Las variables de estrés y autoestima presentaron una correlación significativa. De entre esas dimensiones, hubo la correlación estadísticamente significativa de una de ellas y trastornos mentales comunes. Conclusión: los enfermeros oncólogos presentaron alto nivel en algunas de las dimensiones del Burnout. La contribución de este estudio fue señalar que estos profesionales necesitan medidas de prevención y resolución del Síndrome del Agotamiento Profesional para auxiliar en el enfrentamiento de los problemas cotidianos. Descriptores: Agotamiento Profesional; Trastornos Mentales; Enfermería; Salud Laboral; Enfermería Oncológica; Oncología Médica.
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RIBEIRO, JERONIMO DE A. MENDES, JOEL RENNÓ JR., HEWDY LOBO RIBEIRO, JULIANA PIRES CAVALSAN, GISLENE CRISTINA VALADARES, AMAURY CANTILINO, RENATA DEMARQUE, RENAN ROCHA, ANTÔNIO GERALDO DA SILVA et LUCIANO MINUZZI. « CLINICAL MEASUREMENTS TO ASSESS WOMEN’S MENTAL HEALTH : SELF-REPORT QUESTIONNAIRES IN COMMON PERINATAL MENTAL DISORDERS ». Revista Debates em Psiquiatria Ano 4 (1 décembre 2014) : 24–31. http://dx.doi.org/10.25118/2236-918x-4-6-3.

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O uso de escalas na prática clínica é bastante conhecido e pode ser útil quando os instrumentos são utilizados como parte do processo de avaliação diagnóstica, na identificação da presença ou ausência de um determinado transtorno, no monitoramento do progresso terapêutico e na quantificação e documentação da gravidade de determinados sintomas. O período perinatal pode estar associado a desfechos adversos e impactar de maneira negativa a saúde mental das mulheres. Embora existam poucos instrumentos especificamente desenvolvidos para essa subpopulação, há uma uma crescente tendência em se afirmar que o monitoramento cuidadoso e contínuo de sintomas e condições psiquiátricas prevalentes nesse período através de questionários de autoavaliação pode trazer benefícios na tomada de decisão ou busca de acompanhamento especializado e precoce, quando necessário.
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Marinovic, Paula, Laura Pavicic, Nikola Prpic, Marina Sagud, Maja Bajs Janovic, Sasa Jevtovic et Alma Mihaljevic-Peles. « THE PRESENCE OF MINOR PHYSICAL ANOMALIES OF A HAND IN PATIENTS WITH MENTAL DISORDERS ». PSYCHIATRIA DANUBINA 34, no 3 (17 octobre 2022) : 439–46. http://dx.doi.org/10.24869/psyd.2022.439.

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Lehtinen, V., M. Joukamaa, H. Karlsson et y. E. Rouhe. « Acuerdo sobre diagnósticos de trastorno mental en la asistencia primaria de salud de Turku, Finlandia ». European psychiatry (Ed. Española) 2, no 3 (juin 1995) : 161–68. http://dx.doi.org/10.1017/s1134066500000527.

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ResumenLa asistencia primaria de salud se encuentra en una posición central en la esfera general de los servicios de salud mental. Este artículo se ocupa, como parte de un proyecto nórdico conjunto, de la presencia de trastornos mentales de pacientes en asistencia primaria de salud basándose en el material (n = 1.000) recogido en el centro de salud de Turku. También se observa la relación de la presencia de trastornos mentales diagnosticados por medio de un método de entrevista psiquiátrica estandarizado (PSE) con los trastornos reconocidos por médicos generales (MGs) que trabajan en el centro de salud. Se encontró que una cuarta parte de los pacientes tenía un trastorno mental claro que requería tratamiento, mientras que estudios en la población general, utilizando el mismo método, revelan que sólo 10% tienen alguna clase de trastorno mental. Tres cuartas partes de los trastornos mentales evidentes reconocidos por MGs fueron diagnosticados como tales por el PSE, pero los MGs pudieron reconocer sólo 43% de los casos identificados por el PSE. Sobre la base de estos resultados, se debe subrayar la importancia de la cuestión de la salud mental en la formación básica y posterior a la graduación de los médicos generales.
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Nunes, Izabelly Carollynny Maciel, Verônica de Medeiros Alves, Anyele Albuquerque Lima, Alda Graciele Claudio dos Santos Almeida et Ana Paula Nogueira de Magalhães. « Evidências científicas sobre a presença de transtornos mentais resultantes da infecção por SARS-CoV-2 em pessoas com COVID-19 : scoping review ». Research, Society and Development 11, no 8 (7 juin 2022) : e2811826562. http://dx.doi.org/10.33448/rsd-v11i8.26562.

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Objetivos: Identificar evidências científicas sobre a presença de transtornos mentais em decorrência da infecção por SARS-CoV-2, em pessoas diagnosticadas com COVID-19; identificar os tipos de transtornos mentais; descrever a associação fisiopatológica da infecção por SARS-CoV-2 com os transtornos mentais; e descrever as características de idade e sexo da população estudada. Trata-se de uma Scoping Review realizada nas bases de dados: MEDLINE via PubMed, CINAHL, Web of Science, BVS, Cochrane Library, SCOPUS, Embase, LILACS. E nos seguintes sites: Google Scholar, ProQuest Dissertations and Theses e Grey Literature. Foram utilizados os descritores (comorbidity OR sequel OR complications) AND (Mental Health OR Mental disorders OR Mental Illness) AND (SARS-CoV-2 OR COVID-19 OR coronavirus). Os critérios de inclusão foram: artigos que respondessem à questão norteadora, disponíveis na íntegra, com abordagens metodológicas variadas, online, em inglês, espanhol e português. Excluíram-se: artigos sem livre acesso; cartas ao editor de cunho opinativo; editoriais; e livros. Selecionaram-se 10 estudos, que apontaram a alta prevalência de ocorrência de transtornos mentais em pacientes diagnosticados com COVID-19, sua etiologia é multifatorial, sendo atribuída aos danos do processo infeccioso e aos agentes estressores, resultantes da pandemia atual. Os transtornos encontrados foram: transtornos estressores; de humor; psicóticos; obsessivo-compulsivo; de ansiedade e sono-vigília. Os que tiveram maior prevalência de acometimento foram de ansiedade e depressão. Não houve diferença significativa com relação a prevalência por sexo. A média de idade dos participantes foi de 46,1 anos. Assim, faz-se necessário o conhecimento das possíveis sequelas da COVID-19, visando, oferecer suporte de forma integral a esta população.
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Rodrigues, Marisa Cosenza, et Aline Lima Tavares. « Desenvolvimento sociocognitivo e histórias infantis : subsídios para a prática docente ». Paidéia (Ribeirão Preto) 19, no 44 (décembre 2009) : 323–31. http://dx.doi.org/10.1590/s0103-863x2009000300006.

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Este estudo objetivou avaliar a ocorrência de termos mentais em uma amostra de livros de histórias infantis nacionais bem como a possibilidade de exploração das narrativas pelo modelo do processamento de informação social. Com base em estudos internacionais, 119 livros nacionais dirigidos a pré-escolares foram analisados, considerando-se quatro eixos: (a) palavras e expressões denotando estados mentais; (b) convergência figura/estado mental; (c) presença de ironia situacional e crença falsa; (d) situações oferecedoras de pistas sociais. Os resultados indicaram alto índice de referências a estados mentais (99%), com predominância de termos cognitivos (42%) e emocionais (39%), alta convergência figura/estado mental (74%), presença de ironia (21%), crença falsa (13,5%) e expressiva ocorrência de situações, envolvendo pistas sociais internas e externas (98%). A viabilidade da utilização dos livros infantis como recurso promotor de desenvolvimento sociocognitivo é discutida, apresentando-se subsídios que visam contribuir para a prática docente pré-escolar.
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Paul, Christine Louise, Martine Elizabeth Cox, Hannah Julie Small, Allison W. Boyes, Lorna O'Brien, Shiho Karina Rose, Amanda L. Baker, Frans A. Henskens, Hannah Naomi Kirkwood et Della M. Roach. « Techniques for Improving Communication of Emotional Content in Text-Only Web-Based Therapeutic Communications : Systematic Review ». JMIR Mental Health 4, no 4 (24 octobre 2017) : e46. http://dx.doi.org/10.2196/mental.6707.

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Background Web-based typed exchanges are increasingly used by professionals to provide emotional support to patients. Although some empirical evidence exists to suggest that various strategies may be used to convey emotion during Web-based text communication, there has been no critical review of these data in patients with chronic conditions. Objectives The objective of this review was to identify the techniques used to convey emotion in written or typed Web-based communication and assess the empirical evidence regarding impact on communication and psychological outcomes. Methods An electronic search of databases, including MEDLINE, CINAHL, PsycINFO, EMBASE, and the Cochrane Library was conducted to identify literature published from 1990 to 2016. Searches were also conducted using Google Scholar, manual searching of reference lists of identified papers and manual searching of tables of contents for selected relevant journals. Data extraction and coding were completed by 2 reviewers (10.00% [573/5731] of screened papers, at abstract/title screening stage; 10.0% of screened [69/694] papers, at full-text screening stage). Publications were assessed against the eligibility criteria and excluded if they were duplicates, were not published in English, were published before 1990, referenced animal or nonhuman subjects, did not describe original research, were not journal papers, or did not empirically test the effect of one or more nonverbal communication techniques (for eg, smileys, emoticons, emotional bracketing, voice accentuation, trailers [ellipsis], and pseudowords) as part of Web-based or typed communication on communication-related variables, including message interpretation, social presence, the nature of the interaction (eg, therapeutic alliance), patient perceptions of the interaction (eg, participant satisfaction), or psychological outcomes, including depression, anxiety, and distress. Results A total of 6902 unique publications were identified. Of these, six publications met the eligibility criteria and were included in a narrative synthesis. All six studies addressed the effect of smileys or emoticons on participant responses, message interpretation, or social presence of the writer. None of these studies specifically targeted chronic conditions. It was found that emoticons were more effective in influencing the emotional impact of a message than no cue and that smileys and emoticons were able to convey a limited amount of emotion. No studies addressed other techniques for conveying emotion in written communication. No studies addressed the effects of any techniques on the nature of the interaction (eg, therapeutic alliance), patient perceptions of the interaction (eg, participant satisfaction), or psychological outcomes (depression, anxiety, or distress). Conclusions There is a need for greater empirical attention to the effects of the various proposed techniques for conveying emotion in Web-based typed communications to inform health service providers regarding best-practice communication skills in this setting.
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Petrovski, Mihajlo, Svetlana Jovevska et Olivera Terzieva-Petrovska. « POSITION OF THE MENTAL FORAMEN IN CORELATION WITH THE LOWER PREMOLARS : A PANORAMIC RADIOGRAPHIC STUDY ». Teacher of the future 31, no 4 (5 juin 2019) : 889–93. http://dx.doi.org/10.35120/kij3104889p.

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Background: Evaluation of the position of foramen mentale has great significance and it is very important aids in endodontic, oral-surgical, periodontal interventions, as well as diagnostic procedures. Thus, in view of this, the present study was conducted among the population in North Macedonia, to determine the most common location of the mental foramen and to estimate difference in position of foramen mentale in correlation with the second lower premolar teeth. The mental foramen is an opening located on the external surface of the mandible in the region of the mandibular premolars. Radiographically the foramen mentale can be as an oval or round radiolucent zone in the inferior part of corpus mandible on lateral sides, on the left and right side. Panoramic radiographs are the most commonly used extra-oral radiographic aids in dentistry since they provide a rapid and wide picture of mandible and the maxilla in the same time. This technique allows the adequate localization of foramen mentale. The main aim of study is to evaluate the position of the mental foramen and its relationship with mandibular premolars among the population in Republic of North Macedonia Material and method: A total number of 250 panoramic radiographs were evaluated for the positioning of the mental foramen. When assessing the position of the mental foramen, its position is determined in relation with the mandibular premolars and the mandibular median line. All radiographic images in which can not be localized and confirmed the presence of the mental aperture was also excluded from the examination. The examination was performed on a negatoscope if it is classical panoramic x-ray or adequate software used for digital panoramic x-rays. If necessary, magnification was used for magnification of the images. The relationship of foramen mentale with the lower premolars was given according to the following classification: (1) if the position of foramen mentale is distally from the line that passes between the second premolar and the first molar in the lower jaw-first class; (2) if the position of foramen mentale is between the vertical central axis of the second premolar and the passing line between the second premolar and the first molar in the lower jaw- second class; (3) if the position of the foramen mentale is between the vertical axis of the second premolar and the line passing between the first and second premolars in the lower jaw- third class; (4) if the position of foramen mentale is between the line that passes between the first and second premolars in the lower jaw and the vertical central axis of the first premolar-fourth class and if the position of foramen mentale is mesially from the vertical center axis of the first premolar- fifth class. Results: On the basis of the data from our research, it is noted that in near 60%, foramen mentale is positioned between the roots of the first and second lower premolars. The most common position for foramen mentale is the third class (which means that foramen mentale is between the vertical axis of the second premolar and the line passing between the first and second premolars in the lower jaw). Conclusion: In conclusion, the present results showed variations in position of foramen mentale. So it must be noted that local differences in foramen mentale position may occur in a population. This variability should alert the oral surgeons while performing oral surgical and periodontal interventions. If the studies related to variations in the position of foramen mentale are carried out in larger numbers, this data will be reliable for dental medicine clinicians, and with this type of information the possibility of complications will be minimized.
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HUANG, MILTON P., et NORMAN E. ALESSI. « Mental Health Implications for Presence ». CyberPsychology & ; Behavior 2, no 1 (février 1999) : 15–18. http://dx.doi.org/10.1089/cpb.1999.2.15.

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Bocard Crespo, Enrique Fernando. « Sobre el significado del silencio del Buddha ». Pensamiento. Revista de Investigación e Información Filosófica 75, no 283 S.Esp (3 avril 2019) : 553–76. http://dx.doi.org/10.14422/pen.v75.i283.y2019.032.

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El objetivo principal del ensayo es intentar entender el significado del silencio del Buddha ante las diez proposiciones sin declarar. Si se consideran como di††hi, las preguntas sin declarar son simplemente un conjunto de proposiciones conceptualmente distorsionadas. El trabajo se ha dividido en cinco secciones. En las dos primeras se presenta la explicación del Buddha de su propio silencio. Tienen un alcance meramente expositivo con el objeto de situar la discusión en los términos en que fue originariamente planteada. La tercera parte explica los mecanismos mentales que intervienen en la generación mental de patrones mentales distorsionados. El papel que desempeña papañca en el desarrollo de las tendencias subyacentes y la aparición de efluvios mentales se ha desarrollado en la cuarta parte. Finalmente, se presenta el silencio del Buddha como la respuesta que es consistente con el conjunto de principios doctrinales que él mismo declaró.
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Durán, María Esperanza. « Editorial ». Meridiano - Revista Colombiana de Salud Mental 1, no 2 (15 février 2023) : 1. http://dx.doi.org/10.26852/28059107.631.

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La conclusión del director general de la OMS en este informe toca los puntos relevantes relacionados con la salud mental, incluyendo la necesidad de invertir activamente presupuesto en este renglón, no solamente en los ideales de salud mental, sino en los profesionales preparados que se dedican cada día a trabajar por la salud mental, el Dr. Tedros lo expresa así: “Todos conocemos a alguien afectado por trastornos mentales. La buena salud mental se traduce en buena salud física y este nuevo informe presenta argumentos convincentes para el cambio. Los vínculos indisolubles entre la salud mental y la salud pública, los derechos humanos y el desarrollo socioeconómico significan que transformar las políticas y prácticas con respecto a la salud mental puede arrojar beneficios reales y considerables para las personas, las comunidades y los países de todo el mundo. La inversión en salud mental es una inversión en una vida y un futuro mejores para todos” (World mental Health Report: transforming mental health for all, 2022)
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Nascimento, Raphaela Santos do, Andreza Rodrigues Silva, Ana Márcia Tenório de Souza Cavalcanti, Ednaldo Cavalcante de Araujo, Antônia Maria da Silva Santos, Luciane Soares de Lima et Cândida Maria Rodrigues dos Santos. « Epidemiological aspects of female users from a centre of psychosocial attention in Recife city, Northeast Brazil, that suffered postpartum psychiatric problems ». Revista de Enfermagem UFPE on line 5, no 4 (30 mai 2011) : 862. http://dx.doi.org/10.5205/reuol.1302-9310-1-le.0504201102.

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ABSTRACTObjective: to contribute to the early identification of risk factors, treatment, and/or support for female users of a Psychosocial Attention Center (CAPS), in Recife city. Method: this is a descriptive, exploratory, retrospective study of quantitative approach. Data were systematically collected from 350 questionnaires completed, resulting in a sample of 34 women, from 2002 to 2005, who showed symptoms of developing some type of psychological change over the postpartum period. Results: they showed that being pregnant for the first time, the presence of a family history of mental problems, and lack of support from the father were significantly present in women that showed some type of postpartum psychological problem, which could be addressed during prenatal consultations, facilitating the early identification of at-risk women and the realization of adequate treatment. Contrary to the literature, this study showed that the majority of afflicted users had family support and no personal history of mental problems. Conclusion: in summary, we believe that making health professionals aware to the investigation and identification of risk factors to the development of postpartum psychosis in prenatal appointments could prevent and/or alleviate the damage resulting from this problem, both for mother and baby, through early intervention. Descriptors: mental problems; psychosis; postpartum, risk factors.RESUMOObjetivo: contribuir para a identificação precoce dos fatores de risco, tratamento e/ou apoio a usuárias de um Centro de Atenção Psicossocial na cidade de Recife (PE). Método: estudo descritivo, exploratório, retrospectivo, de natureza quantitativa. Os dados foram coletados de forma sistemática a partir de 350 questionários, resultando na amostra de 34 mulheres, de 2002 a 2005, que apresentavam sintomas e/ou transtorno emocional no período pós-parto. Resultados: estar grávida pela primeira vez, apresentar um histórico familiar de problemas mentais e a falta de apoio do pai tiveram uma presença significativa nas mulheres que apresentaram algum tipo de problema psicológico no pós-parto, estes fatores podem ser abordados durante as consultas pré-natal, facilitando a identificação precoce de mulheres em situação de risco e a realização de tratamento adequado. Ao contrário da literatura, este estudo mostrou que a maioria das usuárias afetadas teve o apoio da família e não possuía história pessoal de problemas mentais. Conclusão: os profissionais de saúde necessitam se conscientizar da necessidade de investigar e identificar os fatores de risco para o desenvolvimento de sofrimento psíquico no pós-parto durante as consultas pré-natal, podendo prevenir e/ou diminuir os danos causados ​​por este problema, tanto para a mãe como para o bebê, pela intervenção precoce. Descritores: problemas mentais; pós-parto, os fatores de risco; psicose. RESUMENObjetivo: contribuir a la identificación temprana de los factores de riesgo, tratamiento y/o apoyo a las mujeres de un Centro de Atención Psicosocial (CAPS) en la ciudad de Recife (PE). Método: se realizó un estudio descriptivo, exploratorio, retrospectivo y cuantitativo. Los datos fueron recogidos de forma sistemática a partir de 350 cuestionarios, lo que resulta en una muestra de 34 mujeres entre 2002 y 2005, que mostraron los síntomas y/o trastornos emocionales en el posparto. Resultados: los resultados mostraron que estar embarazada por primera vez, la presencia de antecedentes familiares de problemas mentales y la falta de apoyo de los padres estaban presentes en las mujeres que tenían algún tipo de problema psicológico en el período posparto y que estos factores pueden ser abordados durante las visitas prenatales, lo que facilita la identificación temprana de las mujeres en situación de riesgo y la aplicación de un tratamiento adecuado. Contrariamente a la literatura, este estudio demostró que la mayoría de las usuarias afectadas han contado con el apoyo de la familia y no tenía antecedentes de problemas mentales. Conclusión: en resumen, creemos que los profesionales de la salud deben ser conscientes de la necesidad de investigación e identificación de los factores de riesgo para el desarrollo de los trastornos psicológicos en el período posparto durante las visitas prenatales, lo que puede prevenir o mitigar los daños causados ​​por este problema, tanto para la madre y el bebé a través de la intervención temprana. Descriptores: enfermedad mental, después del parto, los factores de riesgo; psicosis.
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Baumel, Amit, et Fred Muench. « Heuristic Evaluation of Ehealth Interventions : Establishing Standards That Relate to the Therapeutic Process Perspective ». JMIR Mental Health 3, no 1 (13 janvier 2016) : e5. http://dx.doi.org/10.2196/mental.4563.

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In recent years, the number of available eHealth interventions aimed at treating behavioral and mental health challenges has been growing. From the perspective of health care providers, there is a need for eHealth interventions to be evaluated prior to clinical trials and for the limited resources allocated to empirical research to be invested in the most promising products. Following a literature review, a gap was found in the availability of eHealth interventions evaluation principles related to the patient experience of the therapeutic process. This paper introduces principles and concepts for the evaluation of eHealth interventions developed as a first step in a process to outline general evaluation guidelines that relate to the clinical context from health care providers’ perspective. Our approach was to conduct a review of literature that relates to the examination of eHealth interventions. We identified the literature that was most relevant to our study and used it to define guidelines that relate to the clinical context. We then compiled a list of heuristics we found to be useful for the evaluation of eHealth intervention products’ suitability for empirical examination. Four heuristics were identified with respect to the therapeutic process: (1) the product’s ease of use (ie, usability), (2) the eHealth intervention’s compatibility with the clinical setting, (3) the presence of tools that make it easier for the user to engage in therapeutic activities, and (4) the provision of a feasible therapeutic pathway to growth. We then used this set of heuristics to conduct a detailed examination of MyFitnessPal. This line of work could help to set the bar higher for product developers and to inform health care providers about preferred eHealth intervention designs.
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Meuldijk, Denise, Erik J. Giltay, Ingrid VE Carlier, Irene M. van Vliet, Albert M. van Hemert et Frans G. Zitman. « A Validation Study of the Web Screening Questionnaire (WSQ) Compared With the Mini-International Neuropsychiatric Interview-Plus (MINI-Plus) ». JMIR Mental Health 4, no 3 (29 août 2017) : e35. http://dx.doi.org/10.2196/mental.5453.

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Background There is a need for brief screening methods for psychiatric disorders in clinical practice. This study assesses the validity and accuracy of a brief self-report screening questionnaire, the Web Screening Questionnaire (WSQ), in detecting psychiatric disorders in a study group comprising the general population and psychiatric outpatients aged 18 years and older. Objective The aim of this study was to investigate whether the WSQ is an adequate test to screen for the presence of depressive and anxiety disorders in clinical practice. Methods Participants were 1292 adults (1117 subjects from the general population and 175 psychiatric outpatients), aged 18 to 65 years. The discriminant characteristics of the WSQ were examined in relation to the (“gold standard”) Mini-International Neuropsychiatric Interview-Plus (MINI-Plus) disorders, by means of sensitivity, specificity, area under the curve (AUC), and positive and negative predictive values (PPVs, NPVs). Results The specificity of the WSQ to individually detect depressive disorders, anxiety disorders, and alcohol abuse or dependence ranged from 0.89 to 0.97 for most disorders, with the exception of post-traumatic stress disorder (0.52) and specific phobia (0.73). The sensitivity values ranged from 0.67 to 1.00, with the exception of depressive disorder (0.56) and alcohol abuse or dependence (0.56). Given the low prevalence of separate disorders in the general population sample, NPVs were extremely high across disorders (≥0.97), whereas PPVs were of poor strength (range 0.02-0.33). Conclusions In this study group, the WSQ was a relatively good screening tool to identify individuals without a depressive or anxiety disorder, as it accurately identified those unlikely to suffer from these disorders (except for post-traumatic stress disorders and specific phobias). However, in case of a positive WSQ screening result, further diagnostic procedures are required.
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Paolillo, Emily W., Bin Tang, Colin A. Depp, Alexandra S. Rooney, Florin Vaida, Christopher N. Kaufmann, Brent T. Mausbach, David J. Moore et Raeanne C. Moore. « Temporal Associations Between Social Activity and Mood, Fatigue, and Pain in Older Adults With HIV : An Ecological Momentary Assessment Study ». JMIR Mental Health 5, no 2 (14 mai 2018) : e38. http://dx.doi.org/10.2196/mental.9802.

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Background Social isolation is associated with an increased risk for mental and physical health problems, especially among older persons living with HIV (PLWH). Thus, there is a need to better understand real-time temporal associations between social activity and mood- and health-related factors in this population to inform possible future interventions. Objective This study aims to examine real-time relationships between social activity and mood, fatigue, and pain in a sample of older PLWH. Methods A total of 20 older PLWH, recruited from the University of California, San Diego HIV Neurobehavioral Research Program in 2016, completed smartphone-based ecological momentary assessment (EMA) surveys 5 times per day for 1 week. Participants reported their current social activity (alone vs not alone and number of social interactions) and levels of mood (sadness, happiness, and stress), fatigue, and pain. Mixed-effects regression models were used to analyze concurrent and lagged associations among social activity, mood, fatigue, and pain. Results Participants (mean age 58.8, SD 4.3 years) reported being alone 63% of the time, on average, (SD 31.5%) during waking hours. Being alone was related to lower concurrent happiness (beta=−.300; 95% CI −.525 to −.079; P=.008). In lagged analyses, social activity predicted higher levels of fatigue later in the day (beta=−1.089; 95% CI −1.780 to −0.396; P=.002), and higher pain levels predicted being alone in the morning with a reduced likelihood of being alone as the day progressed (odds ratio 0.945, 95% CI 0.901-0.992; P=.02). Conclusions The use of EMA elucidated a high rate of time spent alone among older PLWH. Promoting social activity despite the presence of pain or fatigue may improve happiness and psychological well-being in this population.
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López-Astorga, Miguel. « Razones a favor de una interpretación material del condicional ». Diversitas 14, no 2 (1 juillet 2018) : 221–32. http://dx.doi.org/10.15332/s1794-9998.2018.0014.02.

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Desde la antigüedad se ha discutido cuál es la forma más apropiada en la que debemos entender los enunciados condicionales. El debate, de hecho, llega hasta nuestros días y dos teorías cognitivas contemporáneas, la teoría de la lógica mental y la teoría de los modelos mentales, presentan visiones encontradas al respecto. Según la primera de ellas, el condicional, sin duda, no es material, pero, aunque no lo afirma explícitamente, la segunda parece atribuirle inicialmente características consistentes con tal interpretación. En este trabajo, se trata de profundizar en esta polémica y demostrar que los ejemplos de condicional ofrecidos por la teoría de la lógica mental con el propósito de evidenciar que una comprensión material de los mismos no es adecuada. No obstante, si son analizados detenidamente bajo el prisma de la teoría de los modelos mentales, se presenta una comprensión de las oraciones condicionales en tal dirección.
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Coulson, Neil S., Emma Bullock et Karen Rodham. « Exploring the Therapeutic Affordances of Self-Harm Online Support Communities : An Online Survey of Members ». JMIR Mental Health 4, no 4 (13 octobre 2017) : e44. http://dx.doi.org/10.2196/mental.8084.

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Background A growing number of online communities have been established to support those who self-harm. However, little is known about the therapeutic affordances arising from engagement with these communities and resulting outcomes. Objective The aim of this study was to explore the presence of therapeutic affordances as reported by members of self-harm online support communities. Methods In total, 94 respondents (aged 13-63 years, mean=23.5 years; 94% female) completed an online survey exploring their experiences of engaging with a self-harm online support community. Respondents varied in terms of how long they had been accessing an online community, with 22% (21/94) accessing less than 1 year, 39% (37/94) 1 to 2 years, 14% (13/94) 2 to 3 years, and 24.5% (23/94) more than 3 years. Responses were analyzed using deductive thematic analysis. Results The results of our analysis describe each of the five therapeutic affordances that were present in the data, namely (1) connection, the ability to make contact with others who self-harm for the purposes of mutual support and in so doing reduce feelings of loneliness and isolation; (2) adaptation, that is, how use of online support varies in relation to the personal circumstances of the individual user; (3) exploration, that is, the ability to learn about self-harm and learn about strategies to reduce or stop self-harming behavior; (4) narration, that is, the ability to share experiences, as well as read about the experiences of others; and (5) self-presentation, that is, how and what users present about themselves to others in the online community. Conclusions Our findings suggest that engagement with self-harm online support communities may confer a range of therapeutic benefits for some users, which may serve to minimize the psychosocial burden of self-harm and promote positive coping strategies. In addition, the online nature of the support available may be helpful to those who are unable to access face-to-face support.
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Hespanhol Bernardo, Marcia, Heloisa Aparecida De Souza, Johanna Garrido Pinzón et Eduardo Alessandro Kawamura. « Salud mental relacionada con el trabajo : desafíos para las políticas públicas ». Universitas Psychologica 14, no 5 (29 juin 2016) : 1613. http://dx.doi.org/10.11144/javeriana.upsy14-5.smrt.

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A pesar de que las estadísticas de diversos países indican un aumento significativo de los casos de trastornos mentales relativos al trabajo, las intervenciones propuestas por gobiernos y organizaciones internacionales comúnmente se limitan a los “factores de riesgo psicosocial”, con foco en la prevención del estrés. Así las cosas, las acciones son poco críticas frente a los escenarios económicos, políticos y sociales. Este artículo presenta una propuesta más amplia para afrontar los problemas de salud mental ocasionados o agravados por la actividad mental desde el abordaje teórico-metodológico de la Salud Mental relacionada con el Trabajo. Se exponen, asimismo, los principios del campo de la Salud del Trabajador, que hace parte de la política de salud pública brasilera y que orienta actualmente la realización de intervenciones.
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Muñoz-Sánchez, Juan-Luis, Carmen Delgado, Andrés Sánchez-Prada, Mercedes Pérez-López et Manuel A. Franco-Martín. « Use of New Technologies in the Prevention of Suicide in Europe : An Exploratory Study ». JMIR Mental Health 4, no 2 (27 juin 2017) : e23. http://dx.doi.org/10.2196/mental.7716.

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Background New technologies are an integral component of today’s society and can complement existing suicide prevention programs. Here, we analyzed the use of new technologies in the prevention of suicide in 8 different European countries. Objective The aim of this paper was to assess the opinions of professionals in incorporating such resources into the design of a suicide prevention program for the region of Zamora in Spain. This investigation, encompassed within the European project entitled European Regions Enforcing Actions against Suicide (EUREGENAS), includes 11 regions from 8 different countries and attempts to advance the field of suicide prevention in Europe. Methods Using a specifically designed questionnaire, we assessed the opinions of 3 different groups of stakeholders regarding the use, frequency of use, facilitators, content, and format of new technologies for the prevention of suicide. The stakeholders were comprised of policy and public management professionals, professionals working in the area of mental health, and professionals related to the social area and non-governmental organizations (NGOs). A total of 416 participants were recruited in 11 regions from 8 different European countries. Results The utility of the new technologies was valued positively in all 8 countries, despite these resources being seldom used in those countries. In all the countries, the factors that contributed most to facilitating the use of new technologies were accessibility and free of charge. Regarding the format of new technologies, the most widely preferred formats for use as a tool for the prevention of suicide were websites and email. The availability of information about signs of alarm and risk factors was the most relevant content for the prevention of suicide through the use of new technologies. The presence of a reference mental health professional (MHP) was also considered to be a key aspect. The countries differed in the evaluations given to the different formats suggesting that the cultural characteristics of the country should be taken into account. Conclusions New technologies are much appreciated resources; however they are not often underused in the field of suicide prevention. The results of this exploratory study show that new technologies are indeed useful resources and should be incorporated into suicide prevention programs.
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Ferreira, Vanessa Roriz, Thiago Veiga Jardim, Thaís Inácio Rolim Póvoa, Ricardo Borges Viana, Ana Luiza Lima Sousa et Paulo César Veiga Jardim. « Inatividade física no lazer e na escola está associada à presença de transtornos mentais comuns na adolescência ». Revista de Saúde Pública 54 (12 décembre 2020) : 128. http://dx.doi.org/10.11606/s1518-8787.2020054001888.

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OBJETIVO: Investigar a associação da inatividade física no lazer e na escola com os transtornos mentais comuns durante a adolescência. MÉTODOS: A amostra foi composta por 73.399 adolescentes (12–17 anos), participantes do Estudo de Riscos Cardiovasculares em Adolescentes (Erica). Esse estudo transversal, nacional e de base escolar foi realizado em 2013 e 2014, nos municípios brasileiros com mais de 100 mil habitantes. A atividade física no lazer foi categorizada de acordo com o volume de prática semanal, e os adolescentes foram classificados em ativos (≥ 300 minutos/semana), inativos (0 minuto/semana) e insuficientemente ativos (1–299 minutos/semana). A prática esportiva e a participação em aulas de educação física na escola também foram analisadas. A presença de transtornos mentais comuns foi avaliada a partir do general health questionnaire, com ponto de corte maior ou igual a 3. Odds ratios (OR) foram estimados utilizando regressão logística múltipla. RESULTADOS: A chance de transtornos mentais comuns foi 16% maior no grupo que relatou ser inativo (0 minuto/semana) no lazer (OR = 1,16; IC95% 1,06–1,27). A prevalência de transtornos mentais comuns foi maior entre jovens que não praticaram esportes (37,2% vs. 25,9%; OR = 1,14; IC95% 1,04–1,25) e não participaram das aulas de educação física na escola (39,5% vs. 29,6%; OR = 1,25; IC95% 1,15–1,36). Atividade física insuficiente (1–299 minutos/semana) não aumentou a razão de chances de transtornos mentais comuns. Praticar atividade física no lazer, independentemente da duração e frequência semanal, reduziu em 26% as chances de transtornos mentais comuns nessa população. CONCLUSÕES: A inatividade física no lazer e na escola foi associada à presença de transtornos mentais comuns na adolescência. Os resultados sugerem que prática esportiva, educação física escolar e atividade física durante o lazer, mesmo sem atingir a recomendação atual, têm relação com a saúde mental dos jovens.
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Costa, Daisy Oliveira, Fabíola Isabel Suano de Souza, Glaura César Pedroso et Maria Wany Louzada Strufaldi. « Transtornos mentais na gravidez e condições do recém-nascido : estudo longitudinal com gestantes assistidas na atenção básica ». Ciência & ; Saúde Coletiva 23, no 3 (mars 2018) : 691–700. http://dx.doi.org/10.1590/1413-81232018233.27772015.

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Resumo O objetivo do estudo foi verificar a presença e a associação entre diagnósticos prováveis de transtornos mentais em gestantes da atenção básica e condições dos recém-nascidos. Estudo longitudinal com gestantes (18 a 39 anos), no segundo e terceiro trimestres da gravidez, assistidas na atenção básica da região Metropolitana de São Paulo (fevereiro a agosto/2014). Foram aplicados: questionário sociodemográfico, instrumento para Avaliação de Transtornos Mentais na Atenção Primária e entrevista sobre informações e percepção do comportamento do recém-nascido. Das 300 gestantes entrevistadas, 76 apresentaram diagnóstico provável de transtorno mental, sendo que 46 apresentavam sintomas de depressão/distimia e 58, ansiedade/pânico. Observou-se baixo peso ao nascer e prematuridade em 14 e 19 dos recém-nascidos, respectivamente, e não foi verificada associação com diagnósticos prováveis de transtorno mental; a presença destes associou-se com a percepção materna de alterações no comportamento do recém-nascido. Gestantes em acompanhamento de pré-natal de baixo risco apresentam frequência relevante de transtornos mentais, logo, a identificação dessas alterações na gestação pode colaborar para melhor compreensão da dinâmica do binômio mãe-filho e na qualidade na assistência à família.
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Rai, Minnie, Simone N. Vigod et Jennifer M. Hensel. « Barriers to Office-Based Mental Health Care and Interest in E-Communication With Providers : A Survey Study ». JMIR Mental Health 3, no 3 (1 août 2016) : e35. http://dx.doi.org/10.2196/mental.6068.

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Résumé :
Background With rising availability and use of Internet and mobile technology in society, the demand and need for its integration into health care is growing. Despite great potential within mental health care and growing uptake, there is still little evidence to guide how these tools should be integrated into traditional care, and for whom. Objective To examine factors that might inform how e-communication should be implemented in our local outpatient mental health program, including barriers to traditional office-based care, patient preferences, and patient concerns. Methods We conducted a survey in the waiting room of our outpatient mental health program located in an urban, academic ambulatory hospital. The survey assessed (1) age, mobile phone ownership, and general e-communication usage, (2) barriers to attending office-based appointments, (3) preferences for, and interest in, e-communication for mental health care, and (4) concerns about e-communication use for mental health care. We analyzed the data descriptively and examined associations between the presence of barriers, identifying as a social media user, and interest level in e-communication. Results Respondents (N=68) were predominantly in the age range of 25-54 years. The rate of mobile phone ownership was 91% (62/68), and 59% (40/68) of respondents identified as social media users. There was very low existing use of e-communication between providers and patients, with high levels of interest endorsed by survey respondents. Respondents expressed an interest in using e-communication with their provider to share updates and get feedback, coordinate care, and get general information. In regression analysis, both a barrier to care and identifying as a social media user were significantly associated with e-communication interest (P=.03 and P=.003, respectively). E-communication interest was highest among people who both had a barrier to office-based care and were a social media user. Despite high interest, there were also many concerns including privacy and loss of in-person contact. Conclusions A high burden of barriers to attending office-based care paired with a high interest in e-communication supports the integration of e-communication within our outpatient services. There may be early adopters to target: those with identified barriers to office-based care and who are active on social media. There is also a need for caution and preservation of existing services for those who choose not to, or cannot, access e-services.
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Monteiro, Marlene Azevedo Magalhães, Isabela Santana Orfanó et Rayssa Isabela de Castro. « Prevalência de Transtornos Mentais Comuns em trabalhadores de restaurantes ». Research, Society and Development 10, no 3 (14 mars 2021) : e21410313212. http://dx.doi.org/10.33448/rsd-v10i3.13212.

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Introdução: Os aspectos psicossociais do trabalho são fontes de estresse ocupacional, com impactos na saúde mental. Há poucos estudos relacionando Transtornos Mentais Comuns (TMC) em trabalhadores de restaurantes. Objetivo: analisar a presença e os fatores associados aos Transtornos Mentais Comuns (TMC) em trabalhadores de restaurantes de Belo Horizonte, MG. Metodologia: Foi realizado um estudo transversal, descritivo, com amostra de 87 indivíduos que representou 72,5% dos trabalhadores distribuídos em quatro restaurantes universitários. Resultados: Entre os trabalhadores dos restaurantes entrevistados, 10,3% (n=9) apresentaram quadro atual de Transtornos Mentais Comuns (TMC). Foi encontrada associação significativa entre presença de Transtornos Mentais Comuns (TMC) com gênero, acompanhamento psicológico e psiquiátrico, e sem correlação significativa com as demais variáveis estudadas (obesidade, função, jornada de trabalho). Conclusão: Os resultados deste estudo indicam que a prevalência de Transtornos Mentais Comuns (TMC) entre os trabalhadores de restaurantes é uma realidade e que necessita de intervenção para promover melhor qualidade de vida a esses indivíduos.
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Vahabzadeh, Arshya, Neha U. Keshav, Joseph P. Salisbury et Ned T. Sahin. « Improvement of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder Symptoms in School-Aged Children, Adolescents, and Young Adults With Autism via a Digital Smartglasses-Based Socioemotional Coaching Aid : Short-Term, Uncontrolled Pilot Study ». JMIR Mental Health 5, no 2 (2 avril 2018) : e25. http://dx.doi.org/10.2196/mental.9631.

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Background People with autism spectrum disorder (ASD) commonly experience symptoms related to attention-deficit/hyperactivity disorder (ADHD), including hyperactivity, inattention, and impulsivity. One-third of ASD cases may be complicated by the presence of ADHD. Individuals with dual diagnoses face greater barriers to accessing treatment for ADHD and respond less positively to primary pharmacologic interventions. Nonpharmacologic technology-aided tools for hyperactivity and inattention in people with ASD are being developed, although research into their efficacy and safety remains limited. Objective The objective of this preliminary study was to describe the changes in ADHD-related symptoms in children, adolescents, and young adults with ASD immediately after use of the Empowered Brain system, a behavioral and social communication aid for ASD running on augmented reality smartglasses. Methods We recruited 8 children, adolescents, and young adults with ASD (male to female ratio of 7:1, mean age 15 years, range 11.7-20.5 years) through a Web-based research signup form. The baseline score on the hyperactivity subscale of the Aberrant Behavioral Checklist (ABC-H), a measure of hyperactivity, inattention, and impulsivity, determined their classification into a high ADHD-related symptom group (n=4, ABC-H≥13) and a low ADHD-related symptom group (n=4, ABC-H<13). All participants received an intervention with Empowered Brain, where they used smartglasses-based social communication and behavioral modules while interacting with their caregiver. We then calculated caregiver-reported ABC-H scores at 24 and 48 hours after the session. Results All 8 participants were able to complete the intervention session. Postintervention ABC-H scores were lower for most participants at 24 hours (n=6, 75%) and for all participants at 48 hours (n=8, 100%). At 24 hours after the session, average participant ABC-H scores decreased by 54.9% in the high ADHD symptom group and by 20% in the low ADHD symptom group. At 48 hours after the session, ABC-H scores compared with baseline decreased by 56.4% in the high ADHD symptom group and by 66.3% in the low ADHD symptom group. Conclusions This study provides initial evidence for the possible potential of the Empowered Brain system to reduce ADHD-related symptoms, such as hyperactivity, inattention, and impulsivity, in school-aged children, adolescents, and young adults with ASD. This digital smartglasses intervention can potentially be targeted at a broader array of mental health conditions that exhibit transdiagnostic attentional and social communication deficits, including schizophrenia and bipolar disorder. Further research is required to understand the clinical importance of these observed changes and to conduct longitudinal studies on this intervention with control groups and larger sample sizes.
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Tsanas, Athanasios, Kate Saunders, Amy Bilderbeck, Niclas Palmius, Guy Goodwin et Maarten De Vos. « Clinical Insight Into Latent Variables of Psychiatric Questionnaires for Mood Symptom Self-Assessment ». JMIR Mental Health 4, no 2 (25 mai 2017) : e15. http://dx.doi.org/10.2196/mental.6917.

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Background We recently described a new questionnaire to monitor mood called mood zoom (MZ). MZ comprises 6 items assessing mood symptoms on a 7-point Likert scale; we had previously used standard principal component analysis (PCA) to tentatively understand its properties, but the presence of multiple nonzero loadings obstructed the interpretation of its latent variables. Objective The aim of this study was to rigorously investigate the internal properties and latent variables of MZ using an algorithmic approach which may lead to more interpretable results than PCA. Additionally, we explored three other widely used psychiatric questionnaires to investigate latent variable structure similarities with MZ: (1) Altman self-rating mania scale (ASRM), assessing mania; (2) quick inventory of depressive symptomatology (QIDS) self-report, assessing depression; and (3) generalized anxiety disorder (7-item) (GAD-7), assessing anxiety. Methods We elicited responses from 131 participants: 48 bipolar disorder (BD), 32 borderline personality disorder (BPD), and 51 healthy controls (HC), collected longitudinally (median [interquartile range, IQR]: 363 [276] days). Participants were requested to complete ASRM, QIDS, and GAD-7 weekly (all 3 questionnaires were completed on the Web) and MZ daily (using a custom-based smartphone app). We applied sparse PCA (SPCA) to determine the latent variables for the four questionnaires, where a small subset of the original items contributes toward each latent variable. Results We found that MZ had great consistency across the three cohorts studied. Three main principal components were derived using SPCA, which can be tentatively interpreted as (1) anxiety and sadness, (2) positive affect, and (3) irritability. The MZ principal component comprising anxiety and sadness explains most of the variance in BD and BPD, whereas the positive affect of MZ explains most of the variance in HC. The latent variables in ASRM were identical for the patient groups but different for HC; nevertheless, the latent variables shared common items across both the patient group and HC. On the contrary, QIDS had overall very different principal components across groups; sleep was a key element in HC and BD but was absent in BPD. In GAD-7, nervousness was the principal component explaining most of the variance in BD and HC. Conclusions This study has important implications for understanding self-reported mood. MZ has a consistent, intuitively interpretable latent variable structure and hence may be a good instrument for generic mood assessment. Irritability appears to be the key distinguishing latent variable between BD and BPD and might be useful for differential diagnosis. Anxiety and sadness are closely interlinked, a finding that might inform treatment effects to jointly address these covarying symptoms. Anxiety and nervousness appear to be amongst the cardinal latent variable symptoms in BD and merit close attention in clinical practice.
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Strand, Monica, Deede Gammon, Lillian Sofie Eng et Cornelia Ruland. « Exploring Working Relationships in Mental Health Care via an E-Recovery Portal : Qualitative Study on the Experiences of Service Users and Health Providers ». JMIR Mental Health 4, no 4 (14 novembre 2017) : e54. http://dx.doi.org/10.2196/mental.8491.

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Background The quality of working relationships between service users and health providers is fundamental in the processes of recovery in mental health. How Internet-based interventions will influence these relationships for persons with long-term care needs, and the measures that can be taken to maintain and enhance working relationships through Internet, is still not well understood. Objective The aim of this study was to gain insights into how service users and health providers experience their working relationships when they are offered the option of supplementing ongoing collaboration with an e-recovery portal. Methods In this exploratory and descriptive study, an e-recovery portal was used by service users and their health providers in 2 mental health communities in Norway for at least 6 months and at most 12 months (2015-2016). The portal consists of secure messaging, a peer support forum, and a toolbox of resources for working with life domains including status, goals and activities, network map, crisis plan, and exercises. The portal was owned and managed by the service user while health providers could remotely access parts of the service user–generated content. The participants could use the portal in whatever way they wished, to suit their collaboration. Data from 6 focus groups, 17 individual interviews, and an interview with 1 dyad about their experiences of use of the portal over the study period were inductively coded and thematically analyzed. Results The thematic analysis resulted in 2 main themes: (1) new relational avenues and (2) out of alignment, illustrated by 8 subthemes. The first main theme is about dyads who reported new and enriching ways of working together through the portal, particularly related to written communication and use of the goal module. Illustrative subthemes are ownership, common ground, goals and direction, and sense of presence and availability. The second main theme illuminates the difficulties that arose when service users’ and health providers’ expectations for portal use were not aligned, and the consequences of not addressing these difficulties. Illustrative subthemes are initiative and responsibility, waiting for the other, feeling overwhelmed, and clarifications and agreements. Conclusions The degree to which dyads benefited from using the e-recovery portal appeared to be mainly associated with the degree to which the dyads’ relations were open and flexible before the portal was introduced. For those who experienced frustrations, the portal may have both exposed and added to suboptimal working relationships. Use of the goal module appeared to strengthen the person-centered nature of collaboration. A key question is how health providers balance between enabling service users’ greater control over their care, without relinquishing responsibility for the quality of the working relationship, also when using an e-recovery portal. Implications for implementation are discussed.
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Perini, João Paulino, Eslen Delanogare et Sabrina Alves de Souza. « Transtornos mentais comuns e aspectos psicossociais em universitários do sul do Brasil ». VITTALLE - Revista de Ciências da Saúde 31, no 1 (1 août 2019) : 44–51. http://dx.doi.org/10.14295/vittalle.v31i1.8678.

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Os transtornos mentais caracterizam-se como um dos principais fatores responsáveis pelo aumento da morbimortalidade em nível global, principalmente devido à natureza crônica e incapacitante da depressão e outros transtornos mentais comuns (TMC). No entanto, o tratamento dos TMC é um desafio. Nesse sentido, o presente trabalho pretende contribuir com dados acerca da prevalência dos TMC e associação com aspectos psicossociais em estudantes de uma universidade de Santo Ângelo – RS. A amostra foi composta por um total de 246 alunos. A prevalência de TMC na amostra foi de 40%, resultado semelhante a outros estudos. Os fatores associados à presença de TMC foram: gênero, insatisfação com o curso, dificuldade em fazer amigos ou sentir-se rejeitado por eles, percepção de pouco apoio emocional. Outro fator relevante foi o não recebimento de atendimento em saúde mental, que compõe 88,8% dos sujeitos com TMC. Esses resultados mostram que podem ser desenvolvidas estratégias de prevenção e tratamento de saúde mental em ambiente acadêmico. O presente trabalho demonstrou a presença de TMC em uma população universitária e variáveis associadas.
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Roni Robson da Silva, Leandro Andrade da Silva, Maria Virginia Godoy da Silva, Michael Silva Araújo, Marcus Vinicius Lessa de Souza, Milena Preissler das Neves, Milton Domingues da Silva Junior et Elson Santos de Oliveira. « Transtornos mentais em profissionais de enfermagem em unidades de serviços oncológicos : Uma revisão integrativa ». Saúde Coletiva (Barueri) 12, no 75 (25 avril 2022) : 10176–86. http://dx.doi.org/10.36489/saudecoletiva.2022v12i75p10176-10186.

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Objetivo: Este estudo analisou a presença do esgotamento físico e mental com os transtornos mentais, em profissionais de enfermagem nos serviços oncológicos. Método: Trata-se de uma revisão integrativa da literatura que seguiu a estratégia PICO para identificar os fatores associados aos Transtornos Mentais em Profissionais de Enfermagem em Serviços Oncológicos. A busca dos artigos foi realizada em três bases de dados eletrônicas: Medline, Lilacs e Scielo. Foram utilizados os descritores “Passive-Aggressive Personality Disorder”, “Mental Disorders”, “Depressive Disorder”, “Nurses”, “Oncology Nursing”. Com textos completos, publicados no período de 2012 a 2022, no idioma inglês, português e espanhol e foi usado o operador booleano AND. Resultados: Os resultados revelaram que os profissionais de enfermagem apresentam transtornos mentais em nível mínimo. Conclusão: Observou-se associação entre depressão e burnout em profissionais de enfermagem. É necessária a realização de atividades que promovam o bem-estar dos profissionais de enfermagem que atuam nos setores de oncologia.
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Roni Robson da Silva, Leandro Andrade da Silva, Maria Virginia Godoy da Silva, Michael Silva Araújo, Marcus Vinicius Lessa de Souza, Milena Preissler das Neves, Milton Domingues da Silva Junior et Elson Santos de Oliveira. « Transtornos mentais em profissionais de enfermagem em unidades de serviços oncológicos : Uma revisão integrativa ». Saúde Coletiva (Barueri) 12, no 75 (25 avril 2022) : 10176–86. http://dx.doi.org/10.36489/saudecoletiva.2022v12i75p10176-10186.

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Objetivo: Este estudo analisou a presença do esgotamento físico e mental com os transtornos mentais, em profissionais de enfermagem nos serviços oncológicos. Método: Trata-se de uma revisão integrativa da literatura que seguiu a estratégia PICO para identificar os fatores associados aos Transtornos Mentais em Profissionais de Enfermagem em Serviços Oncológicos. A busca dos artigos foi realizada em três bases de dados eletrônicas: Medline, Lilacs e Scielo. Foram utilizados os descritores “Passive-Aggressive Personality Disorder”, “Mental Disorders”, “Depressive Disorder”, “Nurses”, “Oncology Nursing”. Com textos completos, publicados no período de 2012 a 2022, no idioma inglês, português e espanhol e foi usado o operador booleano AND. Resultados: Os resultados revelaram que os profissionais de enfermagem apresentam transtornos mentais em nível mínimo. Conclusão: Observou-se associação entre depressão e burnout em profissionais de enfermagem. É necessária a realização de atividades que promovam o bem-estar dos profissionais de enfermagem que atuam nos setores de oncologia.
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De Alba, Martha. « Mapas mentales de la Ciudad de México : una aproximación psicosocial al estudio de las representaciones espaciales / Mental Maps of Mexico City : a Psychosocial Approach to the Study of Spatial Representations ». Estudios Demográficos y Urbanos 19, no 1 (1 janvier 2004) : 115. http://dx.doi.org/10.24201/edu.v19i1.1197.

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En este trabajo se presentan los resultados de un estudio sobre mapas mentales de la Ciudad de México en una muestra de residentes del Distrito Federal (DF), con objeto de dilucidar la manera en que la zona metropolitana es imaginada y vivida por sus residentes. Los mapas mentales fueron analizados cualitativa y cuantitativamente con base en la teoría de las representaciones sociales (Moscovici, 1961), a partir de la cual pueden concebirse como representaciones del espacio socialmente elaboradas. Se presenta además un marco conceptual y una metodología para el tratamiento de las imágenes espaciales. AbstractThis study presents the results of a study on mental maps of Mexico City in a sample of residents of the Federal District (DF), with the aim of determining how the metropolitan zone is imagined and experienced by its residents. The mental maps were analyzed qualitatively and quantitatively on the basis of the theory of social representations (Moscovici, 1961), from which they can be conceived as socially elaborated representations of space. The author also provides a conceptual framework and methodology for dealing with spatial images.
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García-Cedillo, Ismael, Fabiola Alfaro-Castro, Mónica Rodríguez-Delgado et Omar Sánchez-Armáss Cappello. « Indicadores de enfermedades mentales en pacientes mexicanos con VIH/SIDA y su relación con la adherencia terapéutica ». Actualidades en Psicología 25, no 112 (1 octobre 2011) : 37–55. http://dx.doi.org/10.15517/ap.v25i112.75.

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Objetivo. Se analiza la relación entre algunos indicadores de enfermedades mentales y la adherencia terapéutica en pacientes con VIH/SIDA. Participantes. Muestra de 76 pacientes mexicanos infectados por VIH/SIDA. Procedimiento. Entrevista a profundidad a pacientes de un hospital público de la ciudad de San Luis Potosí, México. Resultados. 80% de los participantes presentó indicadores de enfermedades mentales correspondientes a: 28% conducta antisocial; 20% depresión clínica; 13% síndrome de estrés postraumático, 12% psicosis orgánica y 8% discapacidad intelectual. El porcentaje de pacientes infectados con VIH/SIDA con indicadores de enfermedad mental concuerda con los resultados de investigaciones realizadas en otros países. Solamente 7% de los participantes mostró un nivel de adherencia apropiado. La adherencia no guarda una relación lineal con la presencia de indicadores de enfermedad mental. La adherencia se relaciona con la escolaridad, la utilización de estrategias para recordar la toma del medicamento, confiar el estatus a los familiares y apoyo familiar.
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Marques, Dionasson Altivo, Graziela Lonardoni De Paula, Carolina Lambert De Souza, Cristina Arreguy-Sena, Marcelo Da Silva Alves et Divane De Vargas. « Assistência ao indivíduo em sofrimento psíquico : percepção das equipes multiprofissionais ». Revista de Enfermagem UFPE on line 12, no 2 (4 février 2018) : 407. http://dx.doi.org/10.5205/1981-8963-v12i2a24111p407-415-2018.

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RESUMOObjetivo: compreender como as equipes multiprofissionais de uma Unidade de Atenção Primária à Saúde de um município da Zona da Mata Mineira percebem as suas contribuições na assistência aos indivíduos que sofrem psiquicamente e quais concepções as alicerçam. Método: estudo qualitativo, descritivo e exploratório, com seis profissionais, em que os dados foram produzidos por meio de entrevistas semiestruturadas e analisados seguindo-se o referencial de Peplau e de rede de apoio. Utilizou-se o software NVivo®Pro, versão 11, para a compilação dos dados, com a Análise de Conteúdo Temática. Resultados: os significados das narrativas resultaram em duas categorias temáticas <<Processo de ressocialização e <<Indivíduos em sofrimento psíquico>>. Conclusão: constataram-se a presença de traços de discriminação e as potentes normas sociais as quais os indivíduos com transtornos mentais estão permanentemente submetidos, demonstrando a necessidade de reflexão e reordenação das ações profissionais nesse contexto assistencial. Descritores: Saúde Mental; Estresse Psicológico; Atenção Primária à Saúde; Socialização; Padrão de Cuidado; Avaliação em Saúde. ABSTRACT Objective: to understand how the multiprofessional teams of a Primary Health Care Unit of a municipality in the Zona da Mata Mineira perceive their contributions in assisting individuals who suffer psychically and which conceptions support them. Method: a qualitative, descriptive and exploratory study with six professionals, in which the data was produced through semi-structured interviews and analyzed according to the Peplau reference and support network. The software NVivo®Pro, version 11, was used to compile the data with thematic content analysis. Results: the meanings of the narratives resulted in two thematic categories << Process of resocialization and << Individuals in psychic suffering >>. Conclusion: the presence of traits of discrimination and the powerful social norms to which the individuals with mental disorders are permanently submitted, demonstrated the necessity of reflection and reordering of the professional actions in this assistance context. Descriptors: Mental Health; Psychological Stress; Primary Health Care; Socialization; Standard of Care; Health Evaluation.RESUMEN Objetivo: comprender cómo los equipos multiprofesionales de una Unidad de Atención Primaria a la Salud de un municipio de la Zona de Mata Minera perciben sus contribuciones en la asistencia a los individuos que sufren psíquicamente y cuáles concepciones las cimientan. Método: estudio cualitativo, descriptivo y exploratorio, con seis profesionales, en que los datos fueron producidos por medio de entrevistas semiestructuradas y analizadas siguiendo el referencial de Peplau y de red de apoyo. Se utilizó el software NVivo®Pro, versión 11, para la compilación de los datos, con la Análisis de Contenido Temático. Resultados: los significados de las narrativas resultaron en dos categorías temáticas << Proceso de resocialización y << Individuos en sufrimiento psíquico >>. Conclusión: se constataron la presencia de rasgos de discriminación y las potentes normas sociales a las cuales los individuos con trastornos mentales están permanentemente sometidos, demostrando la necesidad de reflexión y reordenación de las acciones profesionales en ese contexto asistencial. Descriptores: Salud Mental; Estrés Psicológico; Atención Primaria a la Salud; Socialización; Padrón de Cuidado; Avaliación en Salud.1,2,3Mestres, Universidade Federal de Juiz de Fora/UFJF. Juiz de Fora
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