Thèses sur le sujet « Pratiche educative »

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Tosato, Paolo <1977&gt. « Risorse educative aperte e professionalità docente ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/2247.

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Résumé :
Gli ultimi sviluppi del Web facilitano la nascita di comunità di insegnanti online e lo scambio di materiali didattici. In questo contesto nasce il concetto di risorsa educativa aperta e si sviluppano nuovi archivi di oggetti digitali; ma qual è l'impatto di questi strumenti nelle pratiche professionali degli insegnanti? L'ipotesi da cui muove l'indagine è che, sostenendo comunità di docenti e la condivisione di pratiche d'uso dei materiali, è possibile supportare un utilizzo efficace delle risorse. Attraverso un'indagine che ha coinvolto 100 insegnanti, si è evidenziato come i docenti che collaborano in una comunità siano più propensi a un riuso dei materiali, trovando nel gruppo di appartenenza un valido supporto. Si è poi messa in atto la sperimentazione di un modello per lo scambio di risorse educative, la cui verifica ha dimostrato come condividere esperienze d'uso delle risorse sostenga la collaborazione fra docenti e attivi processi di innovazione e di crescita professionale.
The latest web developments facilitate the creation of online teacher community and the exchange of learning materials. The concept of open educational resource arises from this context, just as new digital objects repositories are developed. What is the impact of these tools on teacher professional practices? This research hypothesizes that supporting the community of teachers and the sharing of material best practices promotes efficient use of resources. A survey that involved 100 teachers highlights how teachers who are actively engaged in a community will re-use educational materials, sustained by the community itself. Following the survey, the control experiment of a model to exchange educational resources was put into place, whose verification demonstrated how the sharing of resource-using experiences strengthens the collaboration among teachers, activates innovation processes, and encourages professional growth.
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BOTTO, FABIO. « Il luogo nella formazione. L'incidenza simbolica degli elementi pre-formali nelle pratiche educative ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2013. http://hdl.handle.net/10281/43607.

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Résumé :
1.Lo sfondo teoretico Il canone filosofico occidentale. Sulla base di un confronto con le più significative posizioni acquisite dal dibattito ontologico svoltosi nello scorso secolo – in particolare seguendo la traiettoria tracciata dal pensiero di M. Heidegger, J. Derrida e J.-L. Nancy – nella prima parte dello studio si approda a una preliminare fissazione di quello che, nella tradizione filosofica occidentale, si è imposto come un vero e proprio canone. Una colonna vertebrale rispetto alla quale hanno potuto ramificarsi anche le direzioni teoretiche solo in apparenza più divergenti. Heidegger e Derrida hanno definito questo canone, che ha assunto il ruolo di DNA costitutivo del pensiero occidentale egemone, come onto-teo-ego-logia. L’ontologia della forma-presenza. Le analisi di Heidegger e Derrida convergono sulla definizione della “presenza” come concezione ontologica centrale dell’essere. Un oggetto è dichiarato come reale solo nella misura in cui è “reso-presente” (prae-ens) nell’esperienza. La presenza dell’oggetto viene fatta collimare, sempre all’interno del paradigma ontologico dominante, con la sua realtà. Quindi, con la sua calcolabilità razionale e con il suo inserimento in quella logica dell’oggettivazione e della manipolabilità che è alla radice dello sviluppo tecnologico della tecnica moderna e contemporanea. 2. Il mito cosmologico e il suo non-detto Il luogo di accoglienza della formazione. Nel mito del Timeo, a fronte della preponderanza ontologica delle istanze formali (Modello ideale) e formatrici (Demiurgo), viene lasciata indecisa da Platone la questione dello “sfondo”, del “luogo” (chōra), della “matrice” pre-originaria. Nella misura in cui essa sarebbe priva di forma (e quindi di presenza, di oggettività, di “realtà”), sarebbe in grado di accogliere, di dislocare al proprio interno ciò che può essere formato. Il pensiero spurio e onirico. Nel Timeo, Platone sostiene che la Madre di tutto ciò che è non può essere pensata dialetticamente, ma solo accostata facendo ricorso a un non meglio specificato pensiero “spurio”, “bastardo”, che somiglia molto da vicino all’esperienza onirica (Timeo, 52 b). Formazione e nichilismo. Mettendo a frutto le rarefatte ed enigmatiche indicazioni fornite dal Timeo, questa riflessione sull’incidenza simbolica del “luogo” della formazione, intende inserirsi nel dibattito filosofico-pedagogico contemporaneo sul nichilismo, contribuendo ad aprire un ulteriore fronte di discussione sulle radicali ricadute pedagogiche che la centralità nichilistica della categoria educativa di “formazione” ha via via assunto nella cultura occidentale. In quali termini parlare, allora, del “luogo” della formazione, della “Madre di ciò che viene formato”? Quale linguaggio, quale possibilità di comunicazione rimane dischiusa davanti all’intento di confrontarsi con quel senza-forma che rende possibile, accogliendola al proprio interno, ogni modalità della formazione? Il luogo, la Madre e l’immaginazione simbolica. Ripercorrendo alcune tra le più suggestive interpretazioni del dialogo platonico e, su tutte, facendo particolare riferimento al commento neoplatonico di Calcidio e al pensiero dell’ultimo Bachelard, si parte dall’ipotesi che quel “pensiero onirico” che ci consente di accostarci al regno simbolico della Madre di ciò che viene formato, possa essere considerato l’immaginazione simbolica. 3. Ricadute pedagogiche e prospettive di ricerca Paideia, formazione, Bildung. A partire dalla riflessione educativa di Platone, sotto il profilo pedagogico, la categoria di paideia rimanda all’intento sociale di “elevare” l’individuo (concepito come spontaneamente “immaturo” e “indifferenziato”) all’universalità, alla civiltà, all’individualità, alla competenza (Jaeger). L’individuo sarebbe restituito del tutto alla sua funzione sociale e alla capacità di esprimere compiutamente la propria natura profonda solo nella misura in cui possa venire sottomesso al regime ontologico-educativo della forma. Forma che, con l’avvento della civiltà moderna, si fa sempre più dinamica, duttile, diveniente (Bildung), restando pur sempre principio di delimitazione e di riduzione dell’individualità del soggetto alla sua oggettività, alla calcolabilità. La concezione demiurgica dell’educazione. La ricaduta pedagogica del discorso teoretico sviluppato nella sezione precedente richiede inoltre di impostare un parallelo con il discorso sull’educazione centrale nel pensiero platonico, corrispondente al “mito” della caverna. Qui la nostra guida di riferimento rimane l’esegesi articolata da H. Blumenberg. Il mito della caverna di Platone resta la metafora di riferimento di tutto il successivo discorso occidentale sull’educazione. Una lettura che intenda connetterlo al tema ontologico della formazione, sempre mettendo a frutto le direttive ermeneutiche del filosofo tedesco, richiede una ricalibrazione del suo significato in relazione al mito cosmologico esposto nel Timeo. Esisterebbe una pulsione tesa alla formazione già inscritta a livello metafisico nella dottrina delle Idee. L’operatore della formazione, il Demiurgo, non farebbe altro che mettere in scena sul piano retorico e della temporalità l’istanza modellatrice veicolata dai paradigmi ontologici. Parlare di educazione demiurgica significa allora riconoscere il doppio movimento paideutico di discesa della forme ideali nel “luogo” pre-formale dell’accoglienza dei modelli, connotato come di per sé insofferente e indipendente da ogni docile sottomissione alla funzione formatrice, e di ascesa del prigioniero pre-destinato a conseguire la paideia in direzione dell’orizzonte luminescente dei paradigmi. Il contributo di Bourdieu e di Deleuze. L’ulteriore angolatura prasseologica dischiusa da P. Bourdieu alla riflessione sulla sociologia e l’antropologia dell’educazione e la logica del senso di G. Deleuze ci consentono di parlare dell’esperienza formativa, anche e soprattutto presa nella sua accezione pedagogica, come del luogo di massima esposizione alla violenza simbolica esercitata dai modelli sulla condizione di sudditanza nei loro confronti manifestata dalle copie e da simulacri. Paideutica e letteratura. Al fine di esemplificare in modo più articolato il concetto di educazione demiurgica, abbiamo convocato nell’orbita della nostra analisi la grande letteratura occidentale, e in particolare i due romanzi Martin Eden di J. London e Padre padrone di G. Ledda, all’interpretazione pedagogica dei quali abbiamo dedicato due lunghi capitoli della seconda parte della dissertazione. Il pensiero onirico in educazione. Nella terza parte del nostro lavoro siamo prepotentemente riapprodati alla sfera del simbolico. Annunciando la nostra intenzione di prendere sul serio il suggerimento del Timeo platonico di fare ricorso alle risorse di un ragionamento “spurio e onirico” come canale di collegamento privilegiato al luogo pre-formale della Madre della formazione, ci siamo confrontanti, pur se in modo sintetico, con la concezione occidentale del significato dell’esperienza onirica. Abbiamo quindi proceduto a una articolata re-visione in chiave sociologica e in senso lato “politica” della teoria del sogno elaborata da J. Hillman in una direzione inizialmente di stampo più soggettivistico e in sintonia con la psicologia del profondo di derivazione junghiana. Nella misura in cui è possibile dimostrare, attraverso le risorse ermeneutiche dispiegate dalla teoria socio-analitica del social dreaming formulata da esponenti di spicco del Tavistock Institute of Human Relations, che quella del sogno non è una fenomenologia destinata a essere confinata in via esclusiva entro la sfera privata della soggettività individuale, il passo successivo consiste nel mettere a disposizione questo vasto patrimonio di esperienze e di riflessioni al setting educativo. 4. Le cinque domande che alimentano questa ricerca Tra le domande a cui si cerca di dare una risposta vi sono le seguenti: 1) La ricerca educativa è ancora costretta a collocare il momento della formazione in posizione preminente o le è finalmente possibile disporsi a una esplorazione simbolica degli elementi pre-formali dell’educazione? 2) La filosofia dell’educazione può continuare a non tenere in alcun conto degli sviluppi post-strutturalistici dell’ontologia? 3) Come dovrebbe trasformarsi un discorso pedagogico che volesse ispirarsi a una filosofia non più fondata su una ontologia della presenza? 4) Quale trasformazione della sua identità, in senso pedagogico, dovrebbe subire un soggetto non più modellato sull’istanza della forma? 5) Come dovrebbe essere accolta l’attuale tendenza pedagogica che si richiama alla neo-Bildung?
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PASTA, STEFANO. « PREGIUDIZIO 2.0. FORME DI INTOLLERANZA NELLA CULTURA GIOVANILE CONTEMPORANEA. MODELLI TEORICI E PRATICHE EDUCATIVE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10968.

Texte intégral
Résumé :
La ricerca affronta il tema delle manifestazioni di “pensiero prevenuto” nell’ambiente digitale, spesso collegate a performance razziste “banalizzate” e socialmente condivise. Per individuare risposte educative specifiche e buone prassi di intervento, è necessario analizzare le diverse forme assunte dal pregiudizio in Rete alla luce degli aspetti affettivo-emotivi e non solo razionali. L’ambiente di ricerca è il Web 2.0, inteso come “realtà aumentata”, ovvero uno spazio non contrapposto al reale ma segnato dalle proprie specificità. Si è individuato un corpus di “razzismi online” da sottoporre a un’analisi di tipo qualitativo-testuale attraverso il software T-Lab e, in parallelo, a un’analisi di tipo qualitativo-motivazionale. I risultati ottenuti sono stati quindi interpretati alla luce di una duplice bibliografia: da un lato quella della pedagogia interculturale e degli studi classici sui razzismi, dall’altro quella sulle caratteristiche del digitale, della pragmatica della comunicazione online e della Media Education. Durante la ricerca si sono inoltre svolte – con esiti differenti – alcune conversazioni via Ask.fm con adolescenti contattati poiché, in vario modo, avevano preso parte a performance razziste; oltre che come caso studio di etnografia virtuale, viene proposto come esperimento di educazione alla riflessività. Si noterà come dalla banalizzazione delle tesi razziste e dalla deresponsabilizzazione dello “stare in Rete” deriva un recupero implicito dell’istanza biologica, su basi non scientifiche, svuotate di senso, ma paradossalmente accettate e interiorizzate. D’altro canto, si incontrano svariati esempi di attivazione di “cittadini digitali”; anche a partire da questo “capitale antirazzista”, si sottolineerà il ruolo dell’educazione alla cittadinanza – interculturale, digitale e morale – nel formare soggetti e agenti morali nella mediapolis, affermando il valore della responsabilità verso gli altri.
The study deals with the topic of manifestations of “prejudiced thought” in the digital environment, which are often linked with “banalised” racist and socially shared performances. In order to identify specific educational responses and good practices of intervention, the various forms taken by prejudice on the Web in the light of affective-emotive, and not only rational, aspects have to be analysed. The research environment is Web 2.0, understood as “augmented reality”, i.e. a space that is not opposed to reality but marked by its own specificities. A corpus of “online racism” has been identified to be submitted to a qualitative-textual analysis through T-Lab software and, in parallel, a qualitative-motivational type of analysis. The results obtained were then interpreted in the light of a dual bibliography: on the one hand that of intercultural pedagogy and classic studies on racism, on the other that on the characteristics of the digital environment, the pragmatics of online communication and of Media Education. Some conversations were also carried out during the research – with different outcomes – via Ask.fm with adolescents contacted as, in various ways, they had taken part in racist performances; as well as a case study of virtual ethnography, this is proposed as an experiment on education on reflectivity. It will be noticed how an implicit recovery of the biological question, with non-scientific bases, emptied of meaning, but paradoxically accepted and internalised, derives from the banalisation of racist theories and the lack of a sense of responsibility of “being on the Web”. On the other hand, several examples of activating “digital citizens” are encountered; from this “antiracist capital” as well, the role of education for citizenship – intercultural, digital and moral – in forming subjects and moral agents in the mediapolis, asserting the value of responsibility towards others, will also be emphasised.
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PASTA, STEFANO. « PREGIUDIZIO 2.0. FORME DI INTOLLERANZA NELLA CULTURA GIOVANILE CONTEMPORANEA. MODELLI TEORICI E PRATICHE EDUCATIVE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10968.

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Résumé :
La ricerca affronta il tema delle manifestazioni di “pensiero prevenuto” nell’ambiente digitale, spesso collegate a performance razziste “banalizzate” e socialmente condivise. Per individuare risposte educative specifiche e buone prassi di intervento, è necessario analizzare le diverse forme assunte dal pregiudizio in Rete alla luce degli aspetti affettivo-emotivi e non solo razionali. L’ambiente di ricerca è il Web 2.0, inteso come “realtà aumentata”, ovvero uno spazio non contrapposto al reale ma segnato dalle proprie specificità. Si è individuato un corpus di “razzismi online” da sottoporre a un’analisi di tipo qualitativo-testuale attraverso il software T-Lab e, in parallelo, a un’analisi di tipo qualitativo-motivazionale. I risultati ottenuti sono stati quindi interpretati alla luce di una duplice bibliografia: da un lato quella della pedagogia interculturale e degli studi classici sui razzismi, dall’altro quella sulle caratteristiche del digitale, della pragmatica della comunicazione online e della Media Education. Durante la ricerca si sono inoltre svolte – con esiti differenti – alcune conversazioni via Ask.fm con adolescenti contattati poiché, in vario modo, avevano preso parte a performance razziste; oltre che come caso studio di etnografia virtuale, viene proposto come esperimento di educazione alla riflessività. Si noterà come dalla banalizzazione delle tesi razziste e dalla deresponsabilizzazione dello “stare in Rete” deriva un recupero implicito dell’istanza biologica, su basi non scientifiche, svuotate di senso, ma paradossalmente accettate e interiorizzate. D’altro canto, si incontrano svariati esempi di attivazione di “cittadini digitali”; anche a partire da questo “capitale antirazzista”, si sottolineerà il ruolo dell’educazione alla cittadinanza – interculturale, digitale e morale – nel formare soggetti e agenti morali nella mediapolis, affermando il valore della responsabilità verso gli altri.
The study deals with the topic of manifestations of “prejudiced thought” in the digital environment, which are often linked with “banalised” racist and socially shared performances. In order to identify specific educational responses and good practices of intervention, the various forms taken by prejudice on the Web in the light of affective-emotive, and not only rational, aspects have to be analysed. The research environment is Web 2.0, understood as “augmented reality”, i.e. a space that is not opposed to reality but marked by its own specificities. A corpus of “online racism” has been identified to be submitted to a qualitative-textual analysis through T-Lab software and, in parallel, a qualitative-motivational type of analysis. The results obtained were then interpreted in the light of a dual bibliography: on the one hand that of intercultural pedagogy and classic studies on racism, on the other that on the characteristics of the digital environment, the pragmatics of online communication and of Media Education. Some conversations were also carried out during the research – with different outcomes – via Ask.fm with adolescents contacted as, in various ways, they had taken part in racist performances; as well as a case study of virtual ethnography, this is proposed as an experiment on education on reflectivity. It will be noticed how an implicit recovery of the biological question, with non-scientific bases, emptied of meaning, but paradoxically accepted and internalised, derives from the banalisation of racist theories and the lack of a sense of responsibility of “being on the Web”. On the other hand, several examples of activating “digital citizens” are encountered; from this “antiracist capital” as well, the role of education for citizenship – intercultural, digital and moral – in forming subjects and moral agents in the mediapolis, asserting the value of responsibility towards others, will also be emphasised.
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VISIOLI, SONIA. « Pratiche educative di inclusione territoriale : dai servizi alla comunità. Lo studio di caso della Cooperativa Sociale Il Cardo di Edolo ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2023. https://hdl.handle.net/10281/404418.

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Résumé :
La tesi affronta i temi della comunità e dell’inclusione sociale a partire dallo studio di caso di una esperienza concreta di educazione di comunità. Il presente lavoro di ricerca si propone di ripercorrere la storia della Cooperativa Il Cardo a partire dai luoghi educativi che hanno caratterizzato la Cooperativa dal 1988 al 2018. Scopo dello studio di caso è condurre una analisi sui passaggi che hanno portato la Cooperativa ad essere riferimento educativo per il territorio di cui fa parte. La ricerca a partire da una singola esperienza mira a riflettere in modo ampio sui cambiamenti sociali e culturali che interessano la società contemporanea. La tesi si snoda in tre tematiche principali: la prima consiste nell’approfondimento teorico del concetto di comunità e inclusione sociale oggi; la seconda approfondisce gli aspetti teorici dei possibili approcci di ricerca, in questa parte un lavoro significativo riteniamo sia quello dedicato alla revisione della letteratura sullo “studio di caso”, che ha richiesto molto studio e lavoro e che rappresenta una sintesi del panorama sull’argomento che riteniamo nuovo e non presente nella letteratura attuale; l’ultima parte è dedicata alla ricerca nel suo farsi concreto ed è la parte contestuale e “materiale” di questo lavoro.
The dissertation is about community and social inclusion. The research is a the case study of a concrete experience of community education. The aim if the research work is to retrace the history of the “Il Cardo Social Cooperative” exploring the educational settings that characterized its educational work from 1988 to 2018. The purpose of the case study is to conduct an analysis on the steps that led the Cooperative, moving from services, to be an educational reference for its territory. Research, starting from a single experience, aims to reflect broadly on the social and cultural changes affecting contemporary society. The dissertation is divided into three main themes: the first consists in the theoretical study of the concept of community and social inclusion today; the second explores the theoretical aspects of possible research approaches, in this part a significant work is dedicated to the review of the literature on the "case study"; the last part is dedicated to research itself (data and analysis) and is the contextual and "material" part of this work.
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MOSCONI, GERMANA. « Una ricerca sui vissuti di giustizia e sulle pratiche educative a scuola : docenti e studenti di Scuola Superiore a confronto ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/131647.

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Résumé :
Quale significato assume il termine di giustizia in ambito scolastico? Quali sono le rappresentazioni di giustizia e di ingiustizia negli insegnanti e che rapporto intercorre tra queste ed il loro operato in classe? Come gli studenti descrivono l'effettivo comportamento degli insegnanti? Il tema della giustizia è stato affrontato in diverse discipline come la filosofia (Aristotele; Platone; Kant, 1781) la sociologia (Rawls, 1977; Boudon, 2002), la psicologia cognitiva (Piaget, 1932; Kohlberg, 1958) e solo di recente è diventato oggetto di studio in ambito pedagogico (Dalbert, 2006; Mikula, 2005; Chory Assad, 2002, 2007, 2013; Berti, Molinari, Speltini, 2010; Kanizsa, Garavaglia, Mosconi, 2013; Kanizsa, Mosconi, Garavaglia, 2014), con particolare riferimento agli studi sulla giustizia nelle organizzazioni (Greenberg, 1987, 1990; Cropanzano, 1993, 2001) che si sono in particolar modo focalizzati sulla distribuzione delle risorse in un'organizzazione (distributive justice), sulle modalità e procedure utilizzate a questo scopo (procedural justice) ed infine sulla qualità delle relazioni interpersonali tra coloro che vivono nel medesimo contesto (interactional justice). E' proprio a partire da questi studi che anche in ambito educativo è iniziata una riflessione sul significato che i termini di giustizia e di ingiustizia possono assumere. Obiettivo di questa ricerca è quello di far emergere le rappresentazioni di giustizia e di ingiustizia negli insegnanti della scuola secondaria di II grado ed il rapporto che intercorre tra queste ed il loro effettivo operato in classe (Festinger, 1992), con particolare riferimento alla teoria delle rappresentazioni sociali (Farr, Moscovici, 1989; Palmonari, Emiliani, 2009) e di verificare eventuali discrepanze tra le concezioni di giustizia negli insegnanti e quelle negli studenti. Per fare questo nell'anno scolastico 2014-2015 sono stati intervistati, utilizzando un'intervista con un basso livello di strutturazione (Trinchero, 2002), non direttiva ed in profondità (Kanizsa, 1993), 12 insegnanti di scuola superiore, appartenenti ad Istituti dislocati sul territorio di Milano e Provincia e che insegnano diverse materie (filosofia, lettere, diritto ed economia, matematica, scienze). Sono stati inoltre effettuati 6 focus group che hanno coinvolto un totale di 48 studenti appartenenti alle classi degli insegnanti intervistati. L'analisi dei dati è avvenuta utilizzando il metodo qualitativo (S. Kanizsa, 1993; R.Trinchero, 2002; L. Mortari, 2010) cui è seguita un'analisi di tipo quantitativo con il software T-lab (analisi delle co-occorrenze, delle associazioni di parole, confronti tra coppie). I risultati dell'analisi evidenziano la medesima concezione di giustizia sia negli insegnanti, che si definiscono “giusti” in quanto rispettosi dei bisogni degli studenti ed attenti alle dinamiche relazionali sottostanti il processo di insegnamento-apprendimento, e sia negli studenti che riconoscono in modo particolare queste immagini di giustizia. Ciò che si evince dalle descrizioni che gli studenti fanno dei loro insegnanti è la discrepanza tra l'idea di giustizia che questi ultimi dichiarano e ed i comportamenti effettivi che essi agiscono in classe, che risultano essere “ingiusti” agli occhi degli studenti. Solo una presa di coscienza da parte degli insegnanti di una possibile incoerenza tra quello che pensano essere giusto e quello che agiscono nella realtà scolastica potrebbe risolvere almeno in parte le incomprensioni con gli studenti e permettere che il processo di insegnamento-apprendimento sia vissuto da tutti gli attori come coerente e “giusto”.
What is justice? What about the meaning of justice at school? What are the teachers' representations of justice and injustice and what is the relationship between their representations and teachers' work in the classroom? How do the students describe teachers' behavior during the lesson? Many branches of philosophy (Aristotele; Platone; Kant, 1788; Kelsen, 1952), of sociology (Rawls 1977; Boudon, 2002) and of psychology (Piaget, 1932; Kohlberg, 1958) have studied the topic of justice in depth and recently it has became the object of search of educational science (Dalbert, 2006; Mikula, 2005; Chory Assad, 2002, 2007, 2013; Berti, Molinari, Speltini, 2010; Kanizsa, Garavaglia, .Mosconi, 2013; 2014), with reference to organizational justice theory (Cropanzano & Greenberg, 1997; Greenberg, 1990; Folger & Cropanzano, 2001; Cropanzano, 1993). Organizational studies highlight three concepts of justice: distributive justice that is a subjective perception elicited by a comparison between actual and deserved rewards; procedural justice refers to the fairness of the mean by which distributions are made; interactional justice refers to perception of fairness in the interpersonal treatment received by individuals, mainly in the communicative and relational requests. The aim of this research, with particular reference to social representations theory (Moscovici, 1989; Palmonari, Emiliani, 2009) is therefore to identify and analyse teachers’ meanings about the concepts of justice and injustice through the narration of their past and their experiences in the classroom. Secondly, the aim is to understand their representations of justice, which they unconsciously use in their daily work in the classroom and to understand how they affect, even by implication, their educational and teaching relationships. At least, we hope to verify the possible discrepancies between the teachers' and students thought of justice. The subjects were 12 secondary school teachers belonging to different school in the urban area of Milan and in the hinterland of the same city, and 48 students belonging to the same classroom as the teachers. The teachers were teaching different subjects (philosophy, sciences, math, law and economy and italian literature). The data was collected during the 2014-2015 school year and was obtained during low-structured interviews for the teachers and with 6 focus groups for a total of 48 students. A mixed-method approach was used: the qualitative data collected was coded into categories to facilitate quantitative analysis, while the same of text was subjected to co-word analysis conducted using T-lab software. The results indicated that teachers and students share the same conception of justice. The teachers, on one hand, according to the organizational justice theory, especially in regards to principles of interactional justice, declare themselves to be “just” and fair teachers, because they are respectful to the students and their needs and they have paid attention to the teacher-student relationship. On the other hand, the students' descriptions of their teachers, highlight the discrepancies between the teachers' representations and beliefs and their actual behaviour in the classroom. The results of current research confirm the importance that teachers need to be involved in vocational training or in training courses in which they become aware of a possible inconsistency between their beliefs and their behavior in the classroom. Only a coherent teacher can be “just” and can entertain a fair teachers-students relationship. Briefly, justice can only be achieved if both teachers and students see each other as coherent and just.
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Decembrotto, Luca <1981&gt. « Dimittendi dal carcere, future persone senza dimora ? Dal carcere alla strada : politiche sociali e pratiche educative per affrontare un fenomeno di marginalità ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amsdottorato.unibo.it/7893/1/decembrotto_luca_tesi.pdf.

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Résumé :
Il presente lavoro, frutto di una ricerca-azione svolta sul territorio di Bologna assieme agli enti locali, si è occupato di approfondire i percorsi di reinserimento sociale di detenuti vulnerabili, in particolare quelli che, terminata la pena, possono diventare persone senza dimora. Non si tratta solo di persone entrate in carcere nella condizione di senza dimora, ma anche di detenuti che potrebbero diventare tali durante la propria reclusione. Il fenomeno ha varie cause, fra le quali si ipotizza anche la condizione detentiva appena conclusasi, insufficientemente finalizzata al reinserimento sociale del condannato e, pertanto, distaccata dai suoi bisogni, desideri, aspettative, paure e, più in generale, priva di un incontro strutturato con la società libera. Nella prima parte, il testo analizza la letteratura internazionale sul fenomeno, con un particolare focus su due recenti documenti nazionali chiave per un rilancio dell’interesse sul tema: le “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia” del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e il documento finale degli Stati Generali sull’Esecuzione Penale del Ministero della Giustizia. Nella seconda parte, il testo presenta la ricerca-azione, i cui risultati convergono nell’implementazione di un insieme di politiche sociali e pratiche educative orientate a contenere il fenomeno, azioni in parte già rese operative e realizzate assieme alle istituzioni bolognesi, coinvolte nella ricerca.
This thesis is a study of the social reintegration of vulnerable prisoners, especially those who are expected to become homeless after the detention. They are not only people in prison with a past of homelessness, but also prisoners who could become homeless during their imprisonment. The phenomenon has various causes, such as the situation after the detention has ended. The treatment may not be sufficiently oriented to the social rehabilitation and, therefore, detached from needs, desires, expectations and fears of prisoners and, more generally, they don’t meet the free society. The first part of the report reviews the international literature on the phenomenon, with a particular focus on two recent Italian documents: the “Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia” of the Ministry of Labour and Social Policy(Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali) and the final document of a special General Assembly (Stati Generali sull’Esecuzione Penale) of the Ministry of Justice (Ministero della Giustizia). The second part of the report presents the research-action developed in the Bologna area, in particular the results of implementation of a set of educational practices and social policies designed to balk the phenomenon of prisoners who become homeless, actions developed with local institutions.
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OGGIONNI, FRANCESCA. « La supervisione pedagogica. Quadri concettuali, pratiche e criticità ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/28149.

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Résumé :
Pedagogical supervision is a meta-reflective tool thanks to which professional educators can experience the generative potential of reflection, dialogue with colleagues and comparison between knowledge acquired on the field, theories founding their praxis and intervention strategies developed in relation to different subjects, contexts and institutional partners. It is a vocational tool where thought and learning about educators’ professional identity and role, analyzed by focusing on premises, practices and praxis, looking for coherence between planning actions and intervention methodologies. It is a fundamental tool in broadening educators’ professional culture, even though it is hardly recognized as essential and indispensable. The present study starts from the belief that educators’ professionalism has to be thought and must make use of tools able to activate and oversee reflective and dialogical processes of (self-)evaluation and practical transformation, leading to the development of theories. Pedagogically centered reflection shared within work teams, services and organizations enables educators to review their praxis in terms of intentional aims and educational projects; but, above all, it makes them able to conceptualize knowledge acquired on the field and strengthen their own professional identity. The scanty production of thought around pedagogical supervision is an indication of its complexity, as well as the pedagogue’s difficulty in recognizing and being recognized as "the" depositary of knowledge about education as a profession. This in turn leads to the consequent risk of delegating the task of expanding the interpretative framework in which educational events are included to professionals from different disciplines, thus losing sight of the specific pedagogical point of view and aims. This study takes part in an open pedagogical debate, useful for increasing knowledge, but especially focusing on the significance and recognition of pedagogical supervision as a practice for supporting and enhancing educational professionalism, since it is an essential tool for the development of educators’ professional culture. Supervision, first of all, has been observed as an object to clarify both on the level of praxis and meanings, making a methodological mixture between phenomenological approach and grounded theory. The research was carried out, therefore, keeping the plan of theorization and the plan of praxis in constant and recursive dialogue: literature analysis and comparison with subjects making use of supervision as a professional tool were carried out simultaneously, through frequent references and stimuli to further reflection and investigation. Literature has provided information concerning the functions and the possible structures by which the supervision process can be accomplished; in order to extract from practices the multiplicity of contents, methodologies and reflections circulating within socio-educational services, a series of interviews were carried out with people variously involved in the supervision process: educators, representatives of organizations, professional supervisors. Therefore, supervision was enriched with elements of concreteness taken from narrations of current experiences, that have further defined it as a dynamic process, modulated according to needs and functions defined by work teams, starting from the formulation of questions on meaning and from the negotiation of objectives and contents. Supervision is not focused on practical problems, although it produces significant effects on the praxis through the implementation of reflective processes that increase educators’ levels of awareness and professionalism. It is a support tool in the process of constructing a professional identity and role, transversal to different areas and contexts of intervention. The professional figure of supervisor appears crucial, not only because his/her conceptual frameworks direct the focus of attention on education processes, but also because his/her methods of constructing the setting and management of working groups determine the course and the effectiveness of the supervision process. He/she has to show complete mastery in specific knowledge and transversal skills for whose acquisition, currently, he/she has assumed autonomous responsibility of self-training. However, a second level learning and training course (for which a structure hypothesis has been formulated) as well as a professional lifelong learning process are highly desirable. Within socio-educational services, multiple meta-reflective experiences related to learning, counseling, coordination and research processes are performed; a comparison with supervision has been made, offering some thoughtful insights about potentially confusing overlapping areas. Finally, in order to complete the attempt of analysis and recomposition of complexity, supervision has been replaced within the composite picture of places of reflection on educators’ professionalism, alongside team meetings, communities of practice and meaningful informality of daily comparison with colleagues and clients, as well as the need for self-reflective processes. These are thoughtful places in which educators can gain multiple skills and knowledge, broadening their professional culture.
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Bagnasco, Daniela Gaspar Pedrazzoli 1986. « Leitura de histórias na educação infantil : como se desenvolve ? » [s.n.], 2014. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/319158.

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Résumé :
Orientador: Ana Lúcia Guedes-Pinto
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-08-25T15:51:17Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Bagnasco_DanielaGasparPedrazzoli_M.pdf: 1787976 bytes, checksum: c6541f3dc3f9770bca1a16eaf6e452b0 (MD5) Previous issue date: 2014
Resumo: As atividades desenvolvidas no segmento de Educação Infantil têm grande importância na construção de fundamentos de trabalho para toda a escolaridade. A vivência da prática de leitura se constitui como uma dessas atividades que possibilita a apropriação da língua pela criança pequena. Tendo isso em vista, este estudo propôs-se a investigar a prática de leitura de histórias de quatro professoras de Educação Infantil da rede pública de Campinas junto às suas turmas, analisando o papel da materialidade do livro no processo de construção de sentido de cada história para as professoras e para os pequenos leitores. Tomou-se como referência teórico-metodológica os princípios da História Cultural, dos estudos do letramento, da abordagem etnográfica e alguns pressupostos da História Oral. Os estudos de Vygotsky (2007) sobre o papel da mediação do outro, bem como as pesquisas de Bosco (2005), Kleiman (1995; 2009) e de Lajolo (2005), referentes ao campo de literatura em entrelaçamento com as práticas escolares de leitura, também trouxeram contribuições relevantes. Entendendo que o professor desempenha um papel fundamental na promoção da prática de leitura de histórias junto às crianças com quem trabalha, a referida pesquisa pontuou alguns indícios da influência da materialidade do livro: as imagens dos livros utilizadas pelas professoras para dar significado às histórias, atreladas ou não ao texto escrito; a imitação dos gestos e fazeres das professoras pelas crianças ao desenvolverem suas próprias práticas de leitura, da mesma forma, apropriam-se de forma inventiva das histórias e dos suportes, atribuindo a estes outros usos
Abstract: The activities developed in the children¿s education segment ¿ next to the public school of Campinas, São Paulo, Brazil ¿ has a very important role in building up the fundaments of the entire education itself. The reading practices are part of these activities, which facilitate the appropriation of language by the child. Considering that, the present study investigates the reading practices from children stories lead by four teachers of the public education net of Campinas. We analyse the importance of the book itself in the process of building a solid meaning to the teachers and the children. We adopted, as theoretical and methodological reference, the principles of the Cultural History, the literacy studies with an ethnographic approach and some of the Oral History precepts. The studies made by Vygotsky (2007) about the mediation of the other participant, as well as the researchers of Bosco (2005), Kleiman (1995; 2009) and Lajolo (2005) focusing literature together with reading practices in the school, also came with relevant contributions. Considering that the teacher plays a vital role promoting the reading practices of children stories, the present study found some indications of the importance of the book itself as a material tool: the images of the books adopted to give significance to the stories, connected or not to the text; the students imitates the gestures and the behaviour of the teachers when developing their own reading practices, as well as they appropriate the imaginative feeling of the stories, related to these other uses
Mestrado
Ensino e Práticas Culturais
Mestra em Educação
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Wong, Kit-mei, et 黃潔薇. « Preschool teachers' conceptions and pratices of art education ». Thesis, The University of Hong Kong (Pokfulam, Hong Kong), 1997. http://hub.hku.hk/bib/B31959866.

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Renovato, Rogerio Dias. « Praticas educativas em saude : trilhas, discursos e sujeitos ». [s.n.], 2009. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/251618.

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Résumé :
Orientador: Maria Helena Salgado Bagnato
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-08-13T22:29:54Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Renovato_RogerioDias_D.pdf: 7409557 bytes, checksum: e204534a415535dba49ecc8ce6bf4e1b (MD5) Previous issue date: 2009
Resumo: Esta pesquisa tem como objeto principal o estudo das práticas educativas em saúde (PES), sob a perspectiva da multirreferencialidade, que propõe a construção do conhecimento como resultado sempre incompleto de uma conjugação de saberes disciplinares. Entendo que essa pesquisa se aproxima do campo histórico-cultural, tendo como objetivo problematizar as PES em contextos históricos particulares, e assim compreender se elas contribuíram na constituição de subjetividades, a partir de seus discursos, com suas intencionalidades e racionalidades. E assim perceber como e quando as PES emergiram como tema, como discurso e como preocupação histórica. Para essa análise-compreensão utilizei como eixos analíticos, o conceito da vulnerabilidade, os estudos culturais e o biopoder e seus deslocamentos. A respeito dos recortes realizados, afirmo que não ocorreram a priori. E sim, a partir dos diálogos e embates com as fontes históricas selecionadas, percebendo nesses emaranhados de discursos, a relevância de espaços e tempos em que se concretizaram as PES. Nas primeiras décadas da República, as PES aparecem como dispositivos que auxiliaram na construção de subjetividades, trazendo para essa população inculta os comportamentos considerados saudáveis naquela época. Esses discursos circularam em espaços, como as escolas primárias e centros de saúde na cidade de São Paulo, em consonância com os saberes da higiene, tentando atingir a consciência sanitária. No Serviço Especial de Saúde Publica (1942-1960), o enfoque inicial das PES recaía sobre as crianças, sobre as professoras primárias, sobre os clubes de saúde, em outro momento posterior, o adulto foi selecionado como sujeito dessas práticas educativas. Percebi deslocamentos nas estratégias educativas, das palestras aos métodos fundamentados no aprender a fazer, na perspectiva da participação. No entanto, as condições sociais do homem rural no Vale do Amazonas e no Vale do Rio Doce ainda eram muito precárias, visto que a proposição de soluções restringia-se ao nível técnico. Sem contar a extensa área de atuação do Serviço Especial de Saúde Pública, que dificultava a disseminação dessa concepção, em um Brasil tão heterogêneo, cenário de negociações e disputais locais. Na contemporaneidade, as PES se deparam ainda com a presença dos modelos tradicionais, que tem na pedagogia da informação e na coerção, resquícios de práticas autoritárias. Em outro momento, as PES trazem as concepções da Reforma Sanitária, do sujeito emancipado, do enfrentamento e da luta contra opressão social. Com o avanço do neoliberalismo, outras e novas matrizes identitárias circularam rapidamente, construindo novas subjetividades, como a do sujeito ativo. Assim, a compreensão das PES, como práticas biomédicas, sociais, políticas e culturais se encontram no fio cortante da tradução e da negociação, o entre-lugar, o terceiro espaço que se estabelece no encontro com o outro; nessa relação de fronteira de saberes, saberes compartilhados imersos em representações provisórias, em histórias e narrativas de sujeitos
Abstract: This research has as its main object, the study of the health education practices (HEP), over the perspective of multi references, which proposes the construction of knowledge as an always incomplete result of a conjugation of disciplinary knowledge. It is understood that this research approaches the historic - cultural field, having as an objective to problematize the HEP in private and historical contexts, and this way, understand if they contributed in the constitution of the subjectivities, starting from its speeches, with its intentionalities and rationalities. And this way realize how and when the HEP emerged as a theme, as a speech and as a historical concern. For this analysis - comprehension, I will use as analytical axes, the concept of vulnerability, the cultural studies and biopower and its displacements. Concerning clippings made, I affirm they did not happen a priori. And so, from the dialogues and collisions with the selected historical sources, realizing in this tangle of speeches, the relevance of spaces and times in which the HEP were achieved. In the first decades of the Republic, the HEP appeal' as devices which help in the constructions of subjectivities, bringing to this hidden population the behavior considered healthy at the time. These speeches circulated in spaces, like the primary schools and health centers in São Paulo, in consonance with the knowledge of hygiene, trying to hit the sanitary conscience. On the Serviço Especial de Saúde Pública (1942 - 1960), the initial focus of the HEP fell over children, over primary teachers, over health clubs, and in a posterior moment, the adult was selected as a subject of these educational practices. I noticed displacements in the educational strategies, from the lectures to the methods reasoned on learning to do, on the perspective of participation. However, the social conditions of the rural man at the Vale do Amazonas and at the Vale do Rio Doce were still very precarious, considering that the proposition of solutions was restricted to technical level. Not to mention the extensive area of actuation of the Serviço Especial de Saúde Pública, which made the dissemination of this concept harder, in such a heterogeneous Brazil, scenery of negotiations and local disputes. In contemporaneity, the HEP encounter themselves even more with the presence of the traditional models, which have in pedagogy of information and coercion, vestiges of authoritarian practices. In another moment, the HEP bring the conceptions of the Sanitary Renovation, the emancipated subject, the coping and the fight against social oppression. With the advance of Neoliberalism, these and new identity matrices circled quickly, building new subjectivities, as the one of the active subject. This way, the comprehension of the HEP, as biomedical, social, political and cultural practices find themselves in the cutting wire of the translation and negotiation, the between - place, the third space which establishes in the meeting with the other, in this relationship of border of knowledge, shared knowledge, submerged in provisory representations, in stories and narratives of subjects
Doutorado
Ensino, Avaliação e Formação de Professores
Doutor em Educação
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Wong, Kit-mei. « Preschool teachers' conceptions and pratices of art education ». Hong Kong : University of Hong Kong, 1997. http://sunzi.lib.hku.hk/hkuto/record.jsp?B20057842.

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Cocco, Maria Ines Monteiro. « A ideologia do enfermeiro : pratica educativa em saude coletiva ». [s.n.], 1991. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/253178.

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Résumé :
Orientador : Nilsen Joseph Demange
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Eucação
Made available in DSpace on 2018-07-13T22:22:26Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Cocco_MariaInesMonteiro_M.pdf: 5336198 bytes, checksum: 528f5d1ad1b20bb5929b1b93403055cd (MD5) Previous issue date: 1991
Resumo: O presente estudo é mais uma análise sobre a ideologia do enfermeiro na prática educativa em saúde coletiva da concepção de mundo que é transmitida à clientela, e as relações que daí advém para ambos, quanto ao Estado, à participação popular em saúde e ao aparelho formador. O referencial teórico utilizado foi o materialismo histórico e seu método, a dialética. Esta ideologia, enquanto concepção e mundo, foi analisada através de entrevistas realizadas com a clientela e com os profissionais que participam de grupos educativos em saúde, alem de acompanhamento de reuniões em grupo. Foi analisado o contexto histórico em que se processam as relações entre os profissionais e a clientela, através das praticas de educação, saúde e trabalho, desde o final do século XIX até 1991. Foram analisadas as relações dos profissionais, em sua pratica educativa com a clientela; a percepção destes profissionais sobre a influencia da graduação em sua prática educativa, a visão que tem desta prática e como ela se processa. Em relação à clientela, tentou-se apreender a realidade concreta em que vivem, através da submissão à qual estão sujeitos nas relações de saúde, ao confronto que ocorre entre a clientela e os profissionais durante a realização dos grupos educativos, e se há uma realidade diferente para o profissional e outra para a clientela. É necessário repensar a questão educativa como uma pratica realmente democrática, conscientizadora, nas relações entre a clientela e os profissionais de saúde. Os grupos educativos tem sido basicamente uma expressão das necessidades dos profissionais, em sua busca pelo reconhecimento na sociedade, na expansão do seu papel de atuação, voltado para a área assistencial, agora redimensionada e valorizada, através da prática educativa em saúde
Mestrado
Administração e Supervisão Educacional
Mestre em Educação
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SOTTOCORNO, MADDALENA. « Povertà educativa tra teoria e pratica. Uno sguardo pedagogico ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2021. http://hdl.handle.net/10281/315634.

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Résumé :
La tesi costituisce l’esito di un lavoro esplorativo di ricerca di tipo qualitativo attorno al tema della povertà educativa. Scopo dello studio è quello di inquadrare un’area semantica di matrice pedagogica attorno a questo oggetto, che arricchisca le teorie già esistenti intorno ad esso. Il lavoro prende le mosse dall’inquadramento del tema, esplorando i diversi saperi che lo hanno interrogato; successivamente viene dato conto del quadro normativo di riferimento per la questione, in termini internazionali, europei e nazionali; si esplorano poi alcuni contributi che analizzano la questione in rapporto a una forma peculiare di povertà che caratterizza il contesto italiano e che esplicitano in particolare la necessità di ripensare al rapporto tra scuola e territorio. Al fine di costruire un’area semantica di matrice pedagogica attorno al tema della povertà educativa, si è scelto di condurre uno studio di caso olistico attorno al progetto “Sulla Buona Strada” che opera in alcune zone della città di Genova con lo scopo di contrastare questo fenomeno. A partire da uno specifico posizionamento rispetto a che cosa si intenda per qualità dell’esperienza educativa, si è inteso elaborare una densa teoria locale sull’oggetto di studio, valorizzando il contributo dei professionisti dell’educazione coinvolti nella ricerca. L’incrocio tra quanto emerso dal quadro teorico di riferimento e dall’indagine empirica, nonché la necessità di ampliare la conoscenza già in possesso della ricercatrice attorno alla questione, hanno permesso di pervenire a una configurazione pedagogica e plurale della povertà educativa, che implica alcuni piani in particolare: il riconoscimento di una privazione che riguarda i contesti di esperienza e le difficoltà che gli adulti incontrano nell’abitare il presente; l’individuazione di un impoverimento del territorio, che implica un progressivo indebolimento dello Stato sociale, del concetto di comunità e del rapporto tra scuola ed extra-scuola. Concettualizzare in tal senso “le” povertà educative implica mettere al centro del discorso con i professionisti dell’educazione una definizione di essere umano come soggetto capace di emanciparsi dai condizionamenti molteplici del contesto in cui vive e di destreggiarsi con l’imprevedibilità dell’esperienza esistenziale ed educativa. Un tale ampliamento del tema prevede inoltre che gli stessi esperti dell’educazione trovino delle strategie adeguate a significare il presente, affinchè, con le loro prassi, non rischino di replicare le dinamiche di impoverimento della contemporaneità. La tesi, dunque, mostra il progressivo avvicinamento a una visione plurale e sfaccettata del fenomeno indagato, valorizzando un posizionamento epistemologico peculiare su che cosa si intenda per esperienza educativa.
This thesis is the result of an exploratory qualitative research on the topic of educational poverty. The purpose of the study is to frame a pedagogical semantic area around this theme, through which enrich the already existing theories about it. The study starts from exploring the different theoretical perspectives that have investigated the educational poverty problem; afterwards a normative framework for the issue is presented, in international, European and national terms; then contributions that analyse the question in relation to a peculiar form of poverty in the Italian context are explored. This last part makes evident the need to rethink the connection between school and territory. In order to define a pedagogical semantic area around the theme of educational poverty, an holistic case study has been conducted around "Sulla Buona Strada" project which operates in some areas of the city of Genoa with the aim of counteracting this phenomenon. Choosing a specific position about the quality of the educational experience, a dense local theory on the object of study has been developed, enhancing the contribution of education professionals involved into the research. The intersection between the emerging theoretical framework and the empirical investigation, as well as the need to broaden the researcher’s knowledge on the topic, has resulted in a pedagogical and plural configuration of educational poverty, which implies different aspects: the recognition of a deprivation that deals with the contexts of experience and the difficulties that adults face in living the present; the identification of an impoverishment of the territory, which implies a progressive weakening of the welfare state, of the concept of community and of the relationship between school and extra-school. Conceptualizing "educational poverty" in this sense implies, in the discussion with educational professionals, a definition of human being that is competent to emancipate himself/herself from the multiple conditionings of the socio-cultural context and to juggle the unpredictability of existential and educational experiences. This expansion of the issue also entails that education experts find proper strategies to understand the contemporaneity, to avoid the risk, with their practices, of replicating the dynamics of impoverishment of actual times. The thesis, therefore, illustrates a progressive approach to a plural and multifaceted vision of the investigated phenomenon, considering a peculiar epistemological position on the meaning of educational experience.
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Sousa, Carla Valle Rego de. « Continuing education ». Florianópolis, SC, 2004. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/87162.

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Résumé :
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Comunicação e Expressão. Programa de Pós-Graduação em Letras/Inglês e Literatura Correspondente.
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Levando-se em consideração que os programas de educação continuada parecem reivindicar como sendo estes umas das ferramentas criadoras de oportunidades dadas aos professores para que se expressem de uma maneira mais reflexiva, esta pesquisa tem sido conduzida com os três seguintes propósitos: (1) investigar se os programas de educação continuada podem ser usados como uma ferramenta de ajuda que incentiva, encoraja os professores a refletir sobre sua prática, (2) investigar os principais temas que são discutidos quando do envolvimento dos professores em um processo reflexivo no citado programa, e (3) investigar se o ato de discutir sobre esses temas pode servir de evidência para o fato de que os professores participantes do programa estão passando por um processo de reflexão. Esta pesquisa apresenta através do discurso dos professores as reflexões dos mesmos acerca de sua prática. E estas reflexões estão sendo consideradas como uma conseqüência dos temas discutidos nas reuniões do PECPISC nos anos de 2003 e 2004. Portanto, os dados para este estudo vêm de quatro reuniões que aconteceram no citado programa, e entrevistas com os professores participantes e coordenadores do programa. As reuniões assim como as entrevistas foram observadas e áudio e vídeo gravadas. Os dados analisados revelaram que os professores investigados estavam passando por um processo de reflexão enquanto discutiam sobre as suas principais preocupações, referentes a sua prática, nas reuniões do PECPISC.
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Bouarich, Laarbi. « Education et médias au Maroc : cas pratique de Larache ». Paris 2, 1990. http://www.theses.fr/1990PA020155.

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Le thème de cette recherche porte sur l'étude de l'audience des médias (radio, télévision, presse) auprès du public lycéen et les différents apprentissages que procure une telle pratique, au Maroc. Elle tend également à déterminer dans quelle mesure, les médias contribuent dans la formation des lycéens, car il est indéniable que l'écoute de la radio ou de la télévision et la lecture de la presse, constituent pour eux un environnement d'un type nouveau et qu'ils y puisent aussi bien des éléments de connaissance que des valeurs idéologiques et culturelles. Pour ce faire, la recherche (fondée essentiellement sur une enquête sociologique) s'articule autour de trois grandes parties. La première intitulée "Approche générale de l'éducation et des médias", se veut une approche descriptive du système éducatif marocain (Chapitre 1) ; une analyse de l'impact présumé de la communication transnationale sur la socialisation des jeunes autochtones (Chapitre 2) ; et enfin une exploration de la position des enseignants quant aux apports éducatifs des médias (Chapitre 3). La deuxième partie intitulée "Contact et usage des médias" se veut un essai d'interprétation de l'audience des grands organes d'information à travers les lycéens de Larache. Elle est composée de trios chapitres dont chacune est consacrée à un média (presse écrite-radio-télévision), les utilisations qui en sont faites et les attitudes et comportements qui en découlent. La troisième partie qui s'intitule "Médias et apprentissage", se propose d'évaluer et de ressortir, les différents types d'apports que peuvent éventuellement permettre une exposition régulière à la télévision et la lecture de la presse (Chapitre un). Dans un deuxième chapitre, nous nous sommes intéressés aux attentes de ces lycéens, à l'égard de la télévision, et les perceptions qu'ils ont de la fonction des médias, en particulier de la télévision.
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Silva, Delson de Souza. « Informática educativa no Amapá ». Florianópolis, SC, 2002. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/84252.

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Résumé :
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro Tecnológico. Programa de Pós-Graduação em Ciência da Computação.
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Lombardi, Maira Ivone. « Lazer como pratica educativa : as possibilidades para o desenvolvimento humano ». [s.n.], 2005. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/274970.

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Orientador: Heloisa Helena Baldy dos Reis
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação Fisica
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Resumo: Os objetivos principais deste trabalho consistem em conhecer as inter-relações existentes entre lazer, educação, animação sociocultural e desenvolvimento humano integral e quais as possibilidades de se contribuir para a emancipação do indivíduo na sociedade, utilizando o lazer como prática educativa. Já os objetivos mais específicos são fundamentais à proposição de que o lazer como prática educativa, com base nos seis conteúdos culturais do lazer, pode contribuir para a formação de um homem integral, crítico e criativo, capaz de participar culturalmente, vivenciando e gerando valores questionadores da ordem social vigente e que prepare mudanças na sociedade como um todo, situando o profissional do lazer, o animador sociocultural nesse contexto. No que diz respeito à metodologia utilizada para sua realização, tivemos como base a pesquisa bibliográfica. Nos três capítulos, trabalhamos o lazer vivenciado no ¿tempo disponível¿, entendido como uma opção de atividade desinteressada, em que se buscam basicamente o prazer e a satisfação pessoal. Os valores mais associados ao lazer ¿ descanso e divertimento ¿ também estão presentes na maioria das atividades de lazer, pois esses são os principais objetivos dos indivíduos que as vivenciam. Já o desenvolvimento ¿ pessoal e social ¿ não é tão claro, quer para quem o busca, quer para quem proporciona a sua vivência. Mas, para que ocorra um equilíbrio entre esses três valores, é de extrema importância que ocorra uma ligação entre eles e os seis conteúdos culturais do lazer ¿ manuais, intelectuais, sociais, físico-esportivos, artísticos e turísticos. Utilizando-se de tais conteúdos, o animador sociocultural deve procurar estimular o desenvolvimento social e pessoal dos indivíduos. Dessa forma, o lazer pode contribuir tanto para a aquisição de informações quanto para a formação da cidadania das pessoas, que podem se tornar capazes de pensar e transformar a realidade. Com os mesmos objetivos, a educação pode formar cidadãos com condições de se manifestar socialmente, capazes de entender e intervir na realidade, transformando-a. Também a animação sociocultural e a participação cultural proporcionadas pelo profissional de lazer, denominado animador sociocultural, podem possibilitar que a vivência de atividades de lazer se transforme em participação efetiva, contribuindo para a superação dos níveis conformistas a críticos e criativos, de modo a gerar atitudes que podem influenciar outros campos da ação humana. Para que isso ocorra, é fundamental que esse profissional não reproduza de forma acrítica atividades recreativas, mas, proporcione experiências que permitam aos indivíduos desenvolver atitudes críticas e criativas, contribuindo, dessa maneira, para que o lazer realmente seja considerado uma prática de satisfação e prazer individual, na mesma medida em que esclareça que o lazer vai além do mero recreio. Ele é também um dos meios de socialização dos indivíduos
Abstract: The main objectives of this scientific study consist of knowing the interrelations among leisure, education, sociocultural animation and integral human growth and which possibilities can contribute for the emancipation of the individual in the society by using the leisure as an educative practice. The most specific objectives are set on a proposition that comprehends leisure as an educative practice, through the six cultural contents of leisure, as a way to contribute for the integral human growth of a critical and creative man, who is able to participate culturally, living deeply and generating values which may be investigative points of the effective social order and also can prepare changes in all the society as a whole, pointing out the professional of leisure, the socio-cultural entertainer, in this context. That explains about the methodology used for its accomplishment and we had as basis the bibliographical research. In the three chapters we have worked the leisure lived deeply in the ¿ready time¿, understood as an option of uninterested activity, where one basically searches the pleasure and the individual satisfaction. The more associates values to the leisure ¿ rest and amusement ¿ also are living in the majority of the activities of leisure. Therefore these are the main objectives of the individual to live them deeply. The growth ¿ personal and social ¿ is not so clear, not only for the ones who search it, but also for the ones who provide its experience. So there must be a balance between them and the six cultural contents of leisure ¿ manual, intellectual, social, physicist-sporting, artistic and tourist. Using such contents the sociocultural entertainer must try to stimulate the social and integral growth of the individuals. Thus, the leisure can contribute in such a way for the acquisition of information as for the formation of the citizenship of the people, turning them able to think and to transform the reality. With the same objectives, the education can form citizens with conditions of revealing socially, capable to understand and to intervene in the reality by transforming it. The sociocultural animation and the cultural participation can also provide the leisure professional, also called sociocultural entertainer, ways to make possible the experience of activities of leisure transform into participation accomplishes, by contributing for the overcoming of the conformist levels to the creative and criticals, in order to generate attitudes that can influence the action of the other human fields. So that this occurs, it is fundamental that this professional does not just reproduce recreation activities acritically, but it needs to provide experiences that the individuals allow to develop critical and creative attitudes, contributing so that the leisure can really be considered on practical of satisfaction and individual pleasure, in the same measure where it clarifies that the leisure goes beyond the mere recreation. It is also one of the ways of socialization the individuals
Mestrado
Estudos do Lazer
Educação Fisica
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SISTI, FEDERICA. « Per una epistemologia dell'esperienza educativa : teoria e pratica a confronto ». Doctoral thesis, Urbino, 2016. http://hdl.handle.net/11576/2631550.

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BANZI, GAIA GIUSEPPINA. « Autonomia e regole : pratiche, significati e formazione al nido d'infanzia ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2015. http://hdl.handle.net/10281/77550.

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Résumé :
Il fuoco della ricerca è un'indagine qualitativa sulle riflessioni e sui significati di educatori d'infanzia relativi allo sviluppo e al consolidamento dell'autonomia e della consapevolezza di regole in bambini nel secondo e terzo anno di vita al nido d'infanzia. In parallelo lo studio analizza il risvolto formativo del processo ricorsivo di rispecchiamento e discussione su attività e comportamenti quotidiani con i bambini (Schon, 1987; Mortari, 2009; Bove, 2009). La ricerca sul campo è supportata da una cornice teorica multidisciplinare (Dewey, 1929) che interroga diversi ambiti di studio: studi antropologici (Levine, New, 2008; Tobin, Wu, Davidson, 1989; Tobin, Hsueh, Karasawa, 2011); studi psicologici (Schaffer, 1996; Sroufe, 2000; Dunn, J., 1988; Varin, 2005; Emiliani, 2002, Rogoff, 2003); e studi pedagogici (Montessori, 1948, 1952; David, Appell, 1973; Mantovani, 1995; Colombo, Cocever, Bianchi, 2004; Bertolini, 1990, P, 2008). Paradigma, metodologia e metodi sono declinati secondo un procedimento qualitativo di raccolta dati (Mantovani, 1998; Baldacci, 2001); la finalità è un'analisi in profondità dei significati relativi alle pratiche di promozione dell'autonomia ed educazione alle regole. Si sono usati quindi metodi e strumenti d'investigazione propri della ricerca qualitaitva come osservazioni carta-matita e interviste a due e in piccolo gruppo (Silverman, 2001; Baldacci, Frabboni, 2013, Serranò, Fasulo, 2011). La ricerca ha messo in evidenza significati, pratiche e diversi modi di favorire autonomia e acccettazione di limiti contestuali al nido d'infanzia, e possibili modalità di progettare percorsi di formazione sui temi oggetto d'indagine.
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Vassallo, Erika <1982&gt. « Culture familiari e pratiche di vita quotidiana. Modelli educativi e culturali nelle conversazioni tra genitori e bambini ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7675/1/ERIKA_VASSALLO_TESI.pdf.

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Résumé :
la ricerca vuole analizzare e descrivere i modelli educativi agiti e trasmessi dai genitori nell'interazione quotidiana, privilegiando fra gli altri un peculiare contesto naturale quale quello delle cene in famiglia. Attraverso una interrogazione sistematica dell’apparente normalità delle interazioni tra genitori e figli, l’analisi si propone di amplificare la portata educativa delle pratiche quotidiane. A partire da un approccio qualitativo allo studio dell’interazione, il parlare-in-interazione è qui considerato come uno dei più potenti strumenti attraverso cui genitori e figli costantemente costruiscono, negoziano e mantengono le loro rispettive identità, ruoli, posizioni sociali. L’analisi si sofferma in particolare sul micro-ordine delle interazioni familiari, così come si realizzano nel contesto domestico (l’abitazione di ogni famiglia), in un momento specifico della giornata (la consumazione della cena). A tale scopo è stato raccolto un corpus di 28 cene video registrate presso 6 famiglie italiane riprese presso le loro case durante la consumazione della cena. La ricerca intende mostrare come modelli educativi, orientamenti valoriali e credenze culturali siano costantemente (ri)prodotti sul piano del micro ordine della vita quotidiana.
The research focuses on the ordinary life parents/children interactions. Through a systematical consideration of the only seeming normality of interactions between parents and children, the analysis aims at enlarging the educational meaning of family practices in the process of everyday life. On the basis of a qualitative approach to interaction studies, talking-in-interaction is here considered as one of the most powerful means by which parents and children steadily construct, negotiate and maintain their reciprocal identities, roles, social positions. The analysis specifically focuses on the micro-order of family interactions in the way they take form in the domestic environment (every family household) and in a specific moment of the day (dinner time). To this effect a corpus of twenty-eight Italian family dinners recorded in their own household has been collected. This research intends to show how educational patterns, values orientations and cultural beliefs are steadily reproduced and reshaped in the context of daily, interactive micro-order.
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Vassallo, Erika <1982&gt. « Culture familiari e pratiche di vita quotidiana. Modelli educativi e culturali nelle conversazioni tra genitori e bambini ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7675/.

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Résumé :
la ricerca vuole analizzare e descrivere i modelli educativi agiti e trasmessi dai genitori nell'interazione quotidiana, privilegiando fra gli altri un peculiare contesto naturale quale quello delle cene in famiglia. Attraverso una interrogazione sistematica dell’apparente normalità delle interazioni tra genitori e figli, l’analisi si propone di amplificare la portata educativa delle pratiche quotidiane. A partire da un approccio qualitativo allo studio dell’interazione, il parlare-in-interazione è qui considerato come uno dei più potenti strumenti attraverso cui genitori e figli costantemente costruiscono, negoziano e mantengono le loro rispettive identità, ruoli, posizioni sociali. L’analisi si sofferma in particolare sul micro-ordine delle interazioni familiari, così come si realizzano nel contesto domestico (l’abitazione di ogni famiglia), in un momento specifico della giornata (la consumazione della cena). A tale scopo è stato raccolto un corpus di 28 cene video registrate presso 6 famiglie italiane riprese presso le loro case durante la consumazione della cena. La ricerca intende mostrare come modelli educativi, orientamenti valoriali e credenze culturali siano costantemente (ri)prodotti sul piano del micro ordine della vita quotidiana.
The research focuses on the ordinary life parents/children interactions. Through a systematical consideration of the only seeming normality of interactions between parents and children, the analysis aims at enlarging the educational meaning of family practices in the process of everyday life. On the basis of a qualitative approach to interaction studies, talking-in-interaction is here considered as one of the most powerful means by which parents and children steadily construct, negotiate and maintain their reciprocal identities, roles, social positions. The analysis specifically focuses on the micro-order of family interactions in the way they take form in the domestic environment (every family household) and in a specific moment of the day (dinner time). To this effect a corpus of twenty-eight Italian family dinners recorded in their own household has been collected. This research intends to show how educational patterns, values orientations and cultural beliefs are steadily reproduced and reshaped in the context of daily, interactive micro-order.
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Dos, Santos Reis Edmerson. « Educaçao e desenvolvimento rural em Massaroca : avaliaçao de uma pratica educativa / ». Thèse, Chicoutimi : [Senhor do Bonfim, Brasil : Université du Québec à Chicoutimi ; Universidade do Estado da Bahia], 2003. http://theses.uqac.ca.

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Rodrigues, Teresa Maria dos Santos Ortiz. « Relatório da prática de ensino supervisionada realizado na Escola Secundária André de Gouveia em ensino de biologia e geologia no 3º ciclo do ensino básico e no ensino secundário ». Master's thesis, Universidade de Évora, 2012. http://hdl.handle.net/10174/17943.

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Résumé :
O presente relatório descreve e analisa as atividades de aprendizagem e estratégias de ensino desenvolvidas durante a Prática de Ensino Supervisionada (PES), realizada na Escola Secundária com 3.º Ciclo André de Gouveia (ESAG), em Évora, ao longo do ano letivo de 2010/2011, sob a orientação do Prof. Orientador Doutor Jorge Bonito e do Professor Cooperante Mestre Jorge Matos. Este trabalho relata, de forma reflexiva e crítica, um conjunto de atividades curriculares e não curriculares desenvolvidas pela aluna da PES Teresa Maria dos Santos Ortiz Rodrigues com base, numa primeira fase, na observação e colaboração em diversas situações de educação e ensino e, posteriormente, na prática letiva referente aos níveis de ensino que acompanhou, nomeadamente o 9.º ano e o 11.º ano do Curso de Ciências e Tecnologia. A realização deste relatório teve em consideração cinco áreas estruturantes de intervenção profissional, que passo a citar: Preparação científica, pedagógica e didática; Planificação e condução de aulas e avaliação de aprendizagens; Análise da prática de ensino; Participação na escola; Desenvolvimento profissional. Para além destas cinco áreas de intervenção profissional, estabelecidas segundo os termos do Guião para elaboração do relatório, procurei assumir uma postura crítica e reflexiva em relação aos desafios, processos e desempenhos do quotidiano profissional, conforme os objetivos estabelecidos no ponto 4 do artigo 14.º do Decreto-Lei n.º 43/2007, de 22 de Fevereiro; ABSTRACT: This present report describes and analyzes the activities of learning and developed strategies during the Practical Supervised Education (PES), carried out in the Intermediate School with 3.º Cycle André de Gouveia (ESAG), in Évora, during the year 2010/2011, under the pedagogical orientation of Professor Master Jorge Matos and of Orienting Professor Doctor Jorge Bonito. This work relates a reflets and criticizes form, a group of curricular and not curricular activities developed by the student of the PES Teresa Maria Dos Santos Ortiz Rodrigues, with base, in a first stage, by observation and collaboration in diferent situations of education and teaching, and after, in practical teaching relation to the years mention above, such as 9.º grade of 3.º Cycle of Basic Education and 11.º year of Secondary Education, of Scientific-humanistic Education of Sciences and Technology Course. The making of this work report had in mind five structural of intervention professional areas such as: Scientific, pedagogical and didactic preparation; Planning and conduction of lessons and evaluation of learnings; Pratical education analysis; Participation in the school; Professional development. Beyond these five areas of professional intervention, established according to terms of the Guião for elaboration of the report, I tried to assume a critical and reflected position in relation to the challenges, processes and the professional performances, as the objectives established in point 4 of the article 14.º of the Decree n.º 43/2007, of 22 of February.
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Silva, Katiane Machado da. « As práticas educativas neopentecostais : estudo de caso ». reponame:Biblioteca Digital de Teses e Dissertações da UFRGS, 2015. http://hdl.handle.net/10183/128905.

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Résumé :
A presente tese de doutorado parte da indagação “quais as práticas educativas que se produzem na Igreja do Evangelho Quadrangular, no Bairro Pestano, localizado na Periferia da cidade de Pelotas, Rio Grande do Sul”. Tem como objetivo central descrever, compreender e analisar essas práticas educativas. Os conceitos que fundamentam esse estudo são: Educação e trabalho, Periferia e Religião. Trata-se de estudo de caso de natureza qualitativa. Assumi como método o desenvolvimento da dialética marxiana. Para o objetivo proposto foram realizadas quatro entrevistas semi-estruturadas e registro em diário de campo com observação das diversas práticas que compõem a Igreja do Evangelho Quadrangular. Como resultado da pesquisa três práticas se destacam como centrais na análise: a Igreja, o Culto e a Célula. A Igreja, como espaço/território, instituição e também como um dos lugares de formação e educação do povo da periferia, sendo que todas as suas proposições estão alinhavadas por um instrumento: a bíblia, a qual é usada como uma “ferramenta” de evangelização desenvolvida no conjunto das práticas educativas que compõem as neopentecostais. A bíblia usada como uma verdade universal. A igreja também como espaço de dar testemunho, parte da pedagogia do exemplo. O Culto, espaço de cultuar as simbologias, espaço de educação e acolhimento. Local de encontro, de ser “escola”. E, a Célula, lugar de conhecer, acompanhar as pessoas, de construir relações sociais para fortalecer a família. O consumo ganha uma centralidade para responder as demandas necessárias do capital. A tese principal explicita que há uma conexão entre os neopentecostais e a reorganização do capital o que se materializa nas práticas educativas, pois é nelas que reside o processo educativo entre as Igrejas Neopentecostais e a produção de uma nova sociabilidade entre os sujeitos sociais no capitalismo. A Igreja teve que se reorganizar como o movimento do capital; a crise do capital também produziu uma crise na Instituição Igreja. O ascetismo, a renúncia, o auto- sacrifício, os velhos costumes, o desprezo pelos prazeres mundanos, enfim, as velhas roupas tiveram que ser deixadas, ou trocadas por uma nova roupagem, em que o consumo ganha uma centralidade, na qual se exacerba a relação de troca entre DEUS/IGREJA e seus fiéis. Nas práticas se concretizam as mudanças e nelas é que se operacionaliza o processo de formação humana necessário para responder às demandas necessárias do capital. Deste modo, estas práticas educativas religiosas neopentecostais contribuem para uma nova sociabilidade no movimento do capital em sua atual configuração.
The present doctoral dissertation starts from the wonder of “what educational practices are produced at Foursquare Gospel Church, in Pestano district, on the outskirt of Pelotas city, in Rio Grande do Sul state?”. It aims to describe, comprehend and analyze these educational practices. The concepts that based this study are: work and education, outskirts and religion. It is a qualitative case study. As methodology it is assumed the developing of the Marxian dialectics. To the proposed aim it was done four semi structured interviews and notes on the field diary, observing several practices that compound the Foursquare Gospel Church. As the research result three practices were seen as central in the analyses: the church, the worship and the cell. The church as place/territory, institution and also as a place of formation and people education on the outskirts, being all its propositions followed by an instrument: the bible, which is used as a “tool” to the evangelization developed and a set of educational practices that compound the Neopentecostals. The bible used as a universal truth. Place to give testimony as part of example pedagogy. The worship, place to adore symbols, place of education and welcoming. Place of meeting and of being a” school”. And the cells, as a place to know, accompany people and build relationship to strength families. The consumption assumes centrality to answer the needs and demands of the capital. The main thesis states that there is a connection between Neopentecostals and the capital reorganization and it is materialized in the educational practices, because on them, are the educational process between Neopentecostals and the production of a new sociability among the subjects in the capitalism. This way the Neopentecostal educational practices contribute to a new sociability in the capital movement in the actual configuration. The church had to be reorganized as a capital movement, because the crisis in the capital, also produced a crisis in the institution church. The old asceticism, renouncement and self-sacrifice, the old traditions, the disdain for the world pleasures, therefore, the old clothes had to be left, or changed by new ones, where the consumption earns a centrality, where is highlighted the relationship of exchanges with GOD/CHURCH and its churchgoers. In the practices are concretized the changes and on them are done the process of human formation needed to answer the needs and demands of the capital.
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Raimondo, Rossella <1986&gt. « Alle origini delle case di correzione. Indagine storico-educativa sulle pratiche di internamento in Italia e in Inghilterra ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6252/1/TESI_COMPLETA_FINALE.pdf.

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Résumé :
La presente tesi intende compiere un’indagine, dal punto di vista storico-educativo, sulla storia delle case di correzione. Nello specifico si è tentato di analizzare il “caso” del Discolato bolognese, operando un confronto con altre analoghe istituzioni, sorte in due città campione, come Roma e Milano, per quanto riguarda il contesto italiano, e con la situazione inglese, per quanto riguarda il contesto internazionale. Il focus della ricerca si è incentrato sul rapporto tra devianza e internamento, considerato secondo una declinazione pedagogica. A tal proposito si è cercato di far emergere le modalità educative, nonché i principi e le finalità che sottostavano agli interventi istituzionali, non solo soffermandosi su quanto i regolamenti e gli statuti prescrivevano all’interno delle strutture correzionali, ma analizzando la reclusione nella sua effettiva organizzazione quotidiana. Per quanto riguarda la situazione bolognese è stata analizzata un’ampissima documentazione, conservata presso l’Archivio storico Provinciale di Bologna, che ha permesso di svolgere un’analisi di tipo quantitativo su un totale di 1105 individui al fine di delineare le principali caratteristiche demografiche e sociali delle persone internate nel Discolato bolognese. L’interpretazione delle fonti ha permesso anche un’indagine qualitativa, nel tentativo di ricostruire le storie di vita dei singoli reclusi. Da questa ricerca emerge un’immagine complessa delle case di correzione. Nel corso dei secoli, in modo particolare nelle diverse realtà prese in esame, esse hanno assunto caratteristiche e peculiarità differenti. La loro inefficacia fu la motivazione principale che condusse alla definitiva chiusura, quando si fece via via sempre più evidente la difficoltà a tradurre in pratica ciò che regolamenti e statuti - a livello teorico - prescrivevano.
The present research investigates the history of the house of correction from an educational history perspective. More specifically, the study focuses on an analysis of the case of the Discolato of Bologna, making a comparison with other analogous institutions that came about in the two sample cities of Milan and Rome in an Italian context, and more broadly, examples of the house of correction in England in a more international context. The object of the research is focused on the relationship between deviance and internment, from a pedagogical perspective. To this end, this study aims to evidence not only the educational methods employed in these institutions but also the principles and goals that these educational methods aimed to foster and achieve. Furthermore, the present research analyses both the rules and regulations that formed the backbone of such corrective institutions, as well as the daily functioning and organization of imprisonment. In analysis of the correctional institution in Bologna, a wide range of documents from the Archivio Storico Provinciale di Bologna were consulted, thus enabling the operationalisation of a quantitative study of 1105 prisoners which gave invaluable insights into the principal demographic and social characteristics of the people interned in the Discolato. The interpretation of a variety of sources also facilitated the creation of a qualitative survey in an attempt to reconstruct the life stories of individual inmates. The present research paints a complex picture of the houses of correction. Over the course of centuries, and especially in the various realities examined in the study, they have taken on different characteristics and peculiarities. Their ineffectiveness was the main reason for their final closure, as it became increasingly evident that translating the theoretical prescriptions of regulations and statutes into practice was an extremely difficult task.
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Raimondo, Rossella <1986&gt. « Alle origini delle case di correzione. Indagine storico-educativa sulle pratiche di internamento in Italia e in Inghilterra ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amsdottorato.unibo.it/6252/.

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Résumé :
La presente tesi intende compiere un’indagine, dal punto di vista storico-educativo, sulla storia delle case di correzione. Nello specifico si è tentato di analizzare il “caso” del Discolato bolognese, operando un confronto con altre analoghe istituzioni, sorte in due città campione, come Roma e Milano, per quanto riguarda il contesto italiano, e con la situazione inglese, per quanto riguarda il contesto internazionale. Il focus della ricerca si è incentrato sul rapporto tra devianza e internamento, considerato secondo una declinazione pedagogica. A tal proposito si è cercato di far emergere le modalità educative, nonché i principi e le finalità che sottostavano agli interventi istituzionali, non solo soffermandosi su quanto i regolamenti e gli statuti prescrivevano all’interno delle strutture correzionali, ma analizzando la reclusione nella sua effettiva organizzazione quotidiana. Per quanto riguarda la situazione bolognese è stata analizzata un’ampissima documentazione, conservata presso l’Archivio storico Provinciale di Bologna, che ha permesso di svolgere un’analisi di tipo quantitativo su un totale di 1105 individui al fine di delineare le principali caratteristiche demografiche e sociali delle persone internate nel Discolato bolognese. L’interpretazione delle fonti ha permesso anche un’indagine qualitativa, nel tentativo di ricostruire le storie di vita dei singoli reclusi. Da questa ricerca emerge un’immagine complessa delle case di correzione. Nel corso dei secoli, in modo particolare nelle diverse realtà prese in esame, esse hanno assunto caratteristiche e peculiarità differenti. La loro inefficacia fu la motivazione principale che condusse alla definitiva chiusura, quando si fece via via sempre più evidente la difficoltà a tradurre in pratica ciò che regolamenti e statuti - a livello teorico - prescrivevano.
The present research investigates the history of the house of correction from an educational history perspective. More specifically, the study focuses on an analysis of the case of the Discolato of Bologna, making a comparison with other analogous institutions that came about in the two sample cities of Milan and Rome in an Italian context, and more broadly, examples of the house of correction in England in a more international context. The object of the research is focused on the relationship between deviance and internment, from a pedagogical perspective. To this end, this study aims to evidence not only the educational methods employed in these institutions but also the principles and goals that these educational methods aimed to foster and achieve. Furthermore, the present research analyses both the rules and regulations that formed the backbone of such corrective institutions, as well as the daily functioning and organization of imprisonment. In analysis of the correctional institution in Bologna, a wide range of documents from the Archivio Storico Provinciale di Bologna were consulted, thus enabling the operationalisation of a quantitative study of 1105 prisoners which gave invaluable insights into the principal demographic and social characteristics of the people interned in the Discolato. The interpretation of a variety of sources also facilitated the creation of a qualitative survey in an attempt to reconstruct the life stories of individual inmates. The present research paints a complex picture of the houses of correction. Over the course of centuries, and especially in the various realities examined in the study, they have taken on different characteristics and peculiarities. Their ineffectiveness was the main reason for their final closure, as it became increasingly evident that translating the theoretical prescriptions of regulations and statutes into practice was an extremely difficult task.
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Muniz, Tetis Mori. « Cada um na sua mas entre nos o problema : familia, instituição e praticas educativas nao-formais ». [s.n.], 2007. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/251821.

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Orientador: Olga Rodrigues de Moraes Von Simson
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-08-09T09:42:47Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Muniz_TetisMori_M.pdf: 5120190 bytes, checksum: 76e68e81208b55c236115c0839af83cc (MD5) Previous issue date: 2007
Resumo: Este trabalho tem como objeto de estudo uma entidade beneficente de educação não-formal localizada na região Norte do município de Campinas. Essa entidade atende crianças e adolescentes entre 7 e 14 anos moradores de bairros de tal região. Por meio de seu estudo analiso a inter-relação das práticas educativas de tal entidade com as expectativas das famílias cujos filhos são por ela atendidos. Fundamentalmente a pesquisa foi baseada em observação participante de diversos momentos do cotidiano da entidade (durante o ano de 2000), em entrevistas com a equipe de trabalho da entidade e com 9 famílias. Ao refletir sobre a inter-relação das práticas educativas e as expectativas das famílias surge a questão do trabalho como categoria contraditória, na medida que ele é considerado pelas famílias como parte fundamental da sua identidade e considerado pela entidade, ao pensar o trabalho infantil, como ilegal
Abstract: The objective of this work is to study a beneficent organization of non-formal education located in the north of the city of Campinas which help children and teenagers between the ages of 7 and 14 years old who live in the neighborhood of that area. Through its study I analyze the interrelation of the educational practices of that organization with the expectations from the families whose children are attended. Fundamentally the research was based on participative observation of many moments of the organization¿s quotidian (during the year of 2000) and on interviews with the organization¿s staff and 9 families. After reflect about the interrelation between the educational practices and the families¿ expectations the work issue appears as a contradictory category once it is seen by the families as a fundamental part of their identity and through the organization, when we think of children work, as illegal
Mestrado
Ciencias Sociais na Educação
Mestre em Educação
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Salvagni, Isandra. « Formação docente continuada e práticas educativas ». Florianópolis, SC, 2007. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/90261.

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Résumé :
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Ciências da Educação. Programa de Pós-graduação em Educação
Made available in DSpace on 2012-10-23T07:48:06Z (GMT). No. of bitstreams: 1 243852.pdf: 3868412 bytes, checksum: 94167fb5dd60c58f39f0344437fef37b (MD5)
A pesquisa Formação Docente Continuada e Práticas Educativas teve o objetivo de apreender elementos referentes à relação das professoras da Rede Municipal de Ensino de Planalto Alegre - SC com a formação continuada oferecida e suas práticas educativas. O corpus deste trabalho empírico foi formado pelas falas das docentes da Rede Municipal. No desenvolvimento deste estudo, optou-se pelo trabalho de campo, através de procedimentos centrais como a observação, a aplicação de questionários e a realização de entrevistas individuais. Como suporte teórico para subsidiar a análise dos dados, utilizaram-se diferentes estudos sobre os temas políticas de formação de professores, desenvolvimento de práticas educativas e processos relativos ao desenvolvimento profissional. Com base nesses estudos, foram problematizados elementos como: os desafios da formação dos professores, a natureza do trabalho docente e as políticas de formação inicial e continuada. Os resultados mostram que as professoras da Rede Municipal de Ensino apontam dilemas na sua prática educativa cotidiana, havendo demandas por inovações pedagógicas. A partir das oportunidades de formação continuada oferecidas e que se podem revelar nas práticas pedagógicas, essas demandas se expressam por um processo que se constitui na superação dos conflitos.
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Freo, Margareth Caetano. « Reflexão sobre a prática educativa dos enfermeiros assistencias na formação profissional ». Florianópolis, SC, 2002. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/82265.

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Résumé :
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Ciências da Saúde. Programa de Pós-Graduação em Enfermagem.
Made available in DSpace on 2012-10-19T13:31:47Z (GMT). No. of bitstreams: 1 185856.pdf: 248783 bytes, checksum: f79744dc0ed1e939929ea8526b7bc17b (MD5)
Este trabalho é o resultado de um processo reflexivo sobre a prática educativa dos enfermeiros assistenciais na formação profissional, através do Círculo de Cultura, orientado pelo referencial teórico-metodológico do educador Paulo Freire e de entrevistas semi-estruturadas, utilizando como procedimento analítico a análise de conteúdo (BARDIN, 1977 e MINAYO, 1994). Para tanto, parti do princípio que tal prática é um processo de ensino-aprendizagem, visando à formação profissional do futuro enfermeiro, com o exercício educativo e pedagógico do enfermeiro assistencial no campo prático, permitindo estabelecer relações que promovam a construção de conhecimentos e habilidades técnicas, políticas e éticas, no convívio do cotidiano profissional, pautado em referenciais que estimulem a problematização da realidade em que se encontram. A partir das reflexões oriundas desse processo, emergiram três categorias: a dimensão educativa do Enfermeiro e a sua formação para o exercício do educar; o processo educativo crítico-reflexivo: uma possibilidade em construção; e a construção de uma proposta educativa: limites e possibilidades. Dentre as categorias, percebeu-se que a prática educativa do enfermeiro assistencial enquanto educador retrata as tendências tecnicista e tradicional no fazer pedagógico na prática educativa. Os limites e possibilidades de superação da prática presente exigem uma consciência crítica e reflexiva da realidade entre a formação acadêmica e a prática profissional. A primeira condição está em ser capaz de agir e refletir sobre a realidade vigente e transformá-la. Os enfermeiros assistenciais, sensibilizados em contribuir com a formação do aluno de Enfermagem, reconhecem que há espaço para transformar, modificar a realidade. Indicaram a necessidade de integração docente-assistencial, investimentos como reciclagem e educação permanente, participação mais ativa do educando e a necessidade de (re)avaliação da sistemática presente ao conduzir os acadêmicos na prática. Portanto, o enfermeiro assistencial, participante efetivo da construção coletiva na formação do educando de enfermagem, é responsável e se compromete por ser sujeito desse processo.
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Brezzi, Corinna. « L'interazione nelle pratiche di apprendimento tra pari nello studio delle funzioni quadratiche ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2017. http://amslaurea.unibo.it/13523/.

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Résumé :
Questo lavoro di tesi si inserisce in un progetto di ricerca più ampio pensato dal Dott. Alessandro Spagnuolo, dottorando dell'Università degli Studi di Ferrara, inerente all'apprendimento delle funzioni quadratiche tramite l'applicazione di metodologie di apprendimento tra pari. L'intento di questa ricerca è quello di comparare tre metodologie cooperative (Peer Collaboration, Cooperative Learning e Peer Tutoring) lungo tre direzioni. In primo luogo, analizzando l'interazione tenutasi tra gli studenti durante i lavori di gruppo. Nel secondo caso, analizzando i risultati delle verifiche sommative al termine dell'esperienza e, per concludere, analizzando le possibili implicazioni delle conoscenze in entrata degli studenti e della qualità dei loro scambi comunicativi sul rendimento finale. Per rispondere a questi questiti sono state analizzate le riprese audio-video inerenti al lavoro di gruppo svolto in una precedente ricerca realizzata dal Dott.Spagnuolo in tre classi terze di una scuola secondaria di secondo grado di Ferrara. Tali riprese documentano l'interazione tenutasi tra gli studenti nel corso di tre sperimentazioni impostate secondo l'utilizzo delle tre modalità sopra citate. All'interno della tesi, dopo una prima introduzione ai metodi di apprendimento tra pari e una spiegazione circa le specificità di ciuscuno degli approcci adottati, vengono delineati il contesto in esame, gli obiettivi disciplinari e le relative attività didattiche. Seguono l'analisi degli strumenti utilizzati per rispondere alle domande di ricerca e l'analisi statistica sul quantitativo dei dati raccolti. In conclusione sono esposti gli esiti ottenuti e una loro comparazione con quelli emersi da indagini simili. I risultati emersi, seppur circoscritti ad un ristretto campione, vorrebbero rappresentare un ulteriore tassello nell'analisi degli aspetti socio-relazionali e dei risvolti nell'apprendimento dei contenuti matematici a seguito dell'applicazione di metodologie cooperative.
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De, Pellegrin Ana. « Filosofia, estetica e educação : a dança como construção social e pratica educativa ». [s.n.], 2007. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/252473.

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Résumé :
Orientador: Cesar Apareciddo Nunes
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-08-08T13:26:13Z (GMT). No. of bitstreams: 1 DePellegrin_Ana_D.pdf: 783613 bytes, checksum: 5ff46be8607749f15a79071431056022 (MD5) Previous issue date: 2007
Resumo: Nos tempos atuais, a dança incorpora-se definitivamente ao campo investigativo e reflexivo, institucional e acadêmico, por ser uma das mais ricas expressões culturais e civilizatórias. A partir de uma inspiração histórica e filosófica pretendemos, com este trabalho, defender a possibilidade de novas conjunções entre a dança, a escola, a vida política, as questões econômicas, os lugares sociais e as múltiplas expressões da cultura. Partindo das representações discursivas e simbólicas que configuram as múltiplas identidades da dança na sociedade de imagens, pretendemos comprovar que tais representações são uma miríade de simulacros estéticos sujeitos a uma apropriação fragmentada, definida pela condição de classe e sua conseqüente consciência. Em seguida propusemos uma releitura necessária e possível da tradição pedagógica grega, definida como ideal educativo helênico ou Paidéia Grega. Por fim, definimos possibilidades de uma releitura da tradição estética moderna, articulando-a com a práxis educativa, de modo a vislumbrar a potencialidade da refundação desse ideal a partir de novas configurações e novos sujeitos sociais e pedagógicos: a dança como parte orgânica de uma nova Paidéia, numa nova escola. Na sociedade de classes essas novas configurações são possíveis apenas como articulações críticas, como resistências educacionais e políticas. Essa nova condição somente será plenamente possível numa outra sociedade, onde o trabalho represente de fato o fundamento ontológico da emancipação humana
Abstract: Nowadays dance has definitely become part of the research, reflexive, institutional and academic field, as one of the richest cultural and civilizatory expressions. From a historical and philosophical inspiration we intended, with this research, to defend the possibility of new articulations among dance, school, political life, economic questions, social places and the multiple expressions of culture. From speech and symbolic representations which configure the multiple identities of dance in the society of images, we intended to testify that those representations are a myriad of aesthetical simulacra, subjcted to fragmented apropriations, defined by social conditions of class and its consequential consciousness. Then we developed a necessary and possible rereading of the Greek pedagogical tradition defined as the Hellenic ideal of education or Greek Paideia. At last, we defined possibilities of a rereading of the modern aesthetics tradition, articulating it with the educative praxis, in order to identify the pontentiality of the refoundation of this ideal from new conceptions and new social and pedagogical subjects: the dance as an organic part of a new Paideia, in a new school. In the class society these new configurations are possible only as critical approaches, as political and educational resistences. This new condition will only be entirely possible in another society, where labor represents plenarily the ontological fundament of human emancipation
Doutorado
Historia, Filosofia e Educação
Doutor em Educação
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Pain, Jacques. « Pratique de l'institutionnel, recherche-intervention, recherche-formation dans le champ educatif ». Paris 10, 1993. http://www.theses.fr/1993PA100033.

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Résumé :
La pedagogie et les science de l'education ont concentre avec le temps des savoirs, des methodes, des techniques, qui aujourd'hui encore, sont mal connues ou ignorees, a l'heure ou la crise du systeme educatif n'est plus contextee. A partir de la pedagogie insitutionnelle, trnasposee, et des sciences de l'education, nous proposons une pratique de recherche-intervention et de recherche-formation que nous avons appele la pratique de l'institutionnel, une pratique theorisee du systeme educatif. Elle articule la pedagogie intitutionnelle, l'intervention, la recherche, la formation dans des dispositifs de terrain bien discrimines. Il en resulte en particulier des formations par la recherche-action, et des recherches sur la formation. Elles nous semblent construire le profil generaliste du professionnel du systeme educatif d'aujourd'hui, sans mettre en question la specificite des metiers d'educateur ou d'enseignant. Une pedagogie d'intervention qui serait une pratique de formation et une pratique de recherche a la hauteur des problemes du systeme educatif est d'ores et deja possible et decidable. Cette pratique de l'institutionnel existe, et dans une certaine mesure, elle a commence a faire ses preuves
Pedagogy and sciences of education have concentred with time knowledges, methods and techniques which are still today little or unknown, in a time when the education system's crisis is no more questionned. Starting from institutional pedagogy, being transposed, and from sciences of education, we offer a practice of research-intervention and research-a formation we have called the practice of institutional, a theorised practice of the education system. It articulates intitutional pedagogy, intervention, research, formation into well discriminated filed dispositives. There from results in particular, formations by action research, and researches on formation. They seem to be building the generalist's profile of today's educative system's professional, without questionning the specificity of such professions as educator or teacher. The thesis is as follows : an interventional pedagogy that would be a practice of formation and a practice of research up to the problems of the educational system is already possible and decidable. This practice of the institutional exists, and it has, in a certain way, begun to prove itself. The present work is a testimony of it
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RIBEIRO, MACACARI JULIANA. « Analisi dei modelli di famiglia e delle pratiche di educazione attraverso la lettura critica di una telenovela ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10372.

Texte intégral
Résumé :
Lo scopo di questo studio è quello di indagare e sviluppare gli standard delle pratiche educative della famiglia, attraverso una lettura critica, affrontando le modalità di acquisizione del "nome di famiglia", che posiziona e individualizza l'uomo nella società; abbiamo cercato di verificare se la presenza della telenovela ha uno spazio rappresentativo che incide sul quotidiano dei brasiliani, individuando le principali caratteristiche del formato della telenovela. Abbiamo anche cercato di capire se le famiglie sono culturalmente e socialmente influenzate, se la loro importanza e le proposte educative sono modificate dalle produzioni televisive ritratte quotidianamente. Rafforzando le trasformazioni attraverso i processi di globalizzazione, lo sforzo di comprenderle è una lotta epistemologica che ha provocato una proficua produzione teorica e un riconoscimento della comunicazione; l’ interdisciplinarietà o il paradigma della complessità come prospettiva analitica nell' affrontare i processi comunicativi attuali. Di fronte alla disseminazione di pratiche non educative, di propagazione di disvalori morali, di disuguaglianza delle classi sociali e della mancanza di struttura familiare, vi è una preoccupazione per le rappresentazioni familiari evidenziate nelle trame delle telenovelas, che ci fa riflettere sull’ azione pedagogica, nella quale questa tesi si fonda, in particolare per gli adulti-genitori spettatori.
The goal of this study is to investigate and to analyze the patterns of family educational practices through the critical reading, approaching the forms of acquisition of the "name of family", which situates and individualizes man in society; we aimed to verify if the existence of soap opera has representational space in the daily life of Brazilians, identifying the main characteristics of the format of the Brazilian TV soap opera. Strengthened, the transformations through the process of globalization, the effort to comprehend them is a epistemological fight which resulted in a fruitful theoretical production and in a recognition of communication as science which better expresses time; the interdisciplinary approach or the paradigm of complexity as perspective of analysis in the approach of the communicative processes of current days. In face of the disseminations of non-educative practices, transmissions of moral anti-values, the social inequality and the lack of family structure, there is a concern with the familiar representations showed in the plots of the soap operas, which makes us reflect about the pedagogical action, which supports this thesis, in particular the adults-parents who watch TV.
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RIBEIRO, MACACARI JULIANA. « Analisi dei modelli di famiglia e delle pratiche di educazione attraverso la lettura critica di una telenovela ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2016. http://hdl.handle.net/10280/10372.

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Résumé :
Lo scopo di questo studio è quello di indagare e sviluppare gli standard delle pratiche educative della famiglia, attraverso una lettura critica, affrontando le modalità di acquisizione del "nome di famiglia", che posiziona e individualizza l'uomo nella società; abbiamo cercato di verificare se la presenza della telenovela ha uno spazio rappresentativo che incide sul quotidiano dei brasiliani, individuando le principali caratteristiche del formato della telenovela. Abbiamo anche cercato di capire se le famiglie sono culturalmente e socialmente influenzate, se la loro importanza e le proposte educative sono modificate dalle produzioni televisive ritratte quotidianamente. Rafforzando le trasformazioni attraverso i processi di globalizzazione, lo sforzo di comprenderle è una lotta epistemologica che ha provocato una proficua produzione teorica e un riconoscimento della comunicazione; l’ interdisciplinarietà o il paradigma della complessità come prospettiva analitica nell' affrontare i processi comunicativi attuali. Di fronte alla disseminazione di pratiche non educative, di propagazione di disvalori morali, di disuguaglianza delle classi sociali e della mancanza di struttura familiare, vi è una preoccupazione per le rappresentazioni familiari evidenziate nelle trame delle telenovelas, che ci fa riflettere sull’ azione pedagogica, nella quale questa tesi si fonda, in particolare per gli adulti-genitori spettatori.
The goal of this study is to investigate and to analyze the patterns of family educational practices through the critical reading, approaching the forms of acquisition of the "name of family", which situates and individualizes man in society; we aimed to verify if the existence of soap opera has representational space in the daily life of Brazilians, identifying the main characteristics of the format of the Brazilian TV soap opera. Strengthened, the transformations through the process of globalization, the effort to comprehend them is a epistemological fight which resulted in a fruitful theoretical production and in a recognition of communication as science which better expresses time; the interdisciplinary approach or the paradigm of complexity as perspective of analysis in the approach of the communicative processes of current days. In face of the disseminations of non-educative practices, transmissions of moral anti-values, the social inequality and the lack of family structure, there is a concern with the familiar representations showed in the plots of the soap operas, which makes us reflect about the pedagogical action, which supports this thesis, in particular the adults-parents who watch TV.
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Peixoto, Maria Ines Hamann. « Relações arte, artista e grande publico : a pratica estetico-educativa numa obra aberta ». [s.n.], 2001. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/252939.

Texte intégral
Résumé :
Orientador : Jose Luis Sanfelice
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-07-28T03:01:30Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Peixoto_MariaInesHamann_D.pdf: 715961 bytes, checksum: 08d0890c7d56871dada51d5928a1934b (MD5) Previous issue date: 2001
Doutorado
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Rousseau, Patrick. « Pratique des écrits et écriture des pratiques : la part "indicible" de l'Action Educative en Milieu Ouvert ». Paris 10, 2006. http://www.theses.fr/2006PA100084.

Texte intégral
Résumé :
Le manque de lisibilité du travail social apparaît exacerbé dans les secteurs où l'exercice de l'intervention est peu explicite, à l'exemple de certains dispositifs d'aide à domicile comme l'Action Éducative en Milieu Ouvert (AEMO). A ce constat, s'ajoute la difficulté des éducateurs à formuler le contenu de leur action, dans un contexte où les pôles contradictoires d'une mission d'aide et de contrôle, réactivent les tensions identitaires du métier. L'écriture étant une part concrète de l'activité des intervenants, cette thèse propose d'étudier les rapports adressés aux juges des enfants, comme une possible modalité d'accès aux pratiques effectives. Les rapports écrits cristallisent le paradoxe de l'intervention et les enjeux d'une pratique professionnelle à énoncer. L'analyse de ce corpus disponible est complétée par la mise en place d'un outil spécifique, sous la forme d'un livret de suivi renseigné, en temps réel, par des éducateurs invités à y retranscrire et commenter l'ensemble de leurs actes. La recherche, menée dans deux services distincts, s'est appuyée sur la participation de vingt éducateurs, avec l'exploration du suivi de trente et une situations familiales, sur une durée moyenne de neuf mois
The lack of "readability" of social work seems aggravated in areas where the practice of the intervention is little explicit such as certain implements of home support and home intervention. More ever, educators have difficulty in describing die contents of their actions in a context where the opposite poles of their mission - assistance and control - reactivates the identity tensions of these professionals. Writing being a concrete part of the activity of the service providers, this thesis offers to study their reports addressed to juvenile courts' judges as one method of access to actual practices. In written reports, the paradox of intervention appears clearly and so do the unexpressed stakes of the professional practice. The analysis of that corpus was supplemented by the use of a dedicated tool, in the form of a monitoring booklet, filled up immediately by educators asked to record there all their acts and to comment them. The research, undertaken in 2 local authorities, was based on the participation of 20 educators, 31 family situations during an average period of 9 months
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Salvo, Caroline Guisantes de. « Praticas educativas parentais e comportamentos de proteção e risco à sáude em adolescentes ». Universidade de São Paulo, 2010. http://www.teses.usp.br/teses/disponiveis/47/47133/tde-30032010-141310/.

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Résumé :
As práticas educativas parentais são consideradas determinantes primários no desenvolvimento de comportamentos socialmente competentes, problemas de comportamento e comportamentos relacionados à saúde na infância. Na adolescência, a influência parental sobre esses comportamentos tem literatura divergente, visto que diversos autores acreditam que a influência parental continua central, enquanto outros defendem a idéia de que a principal determinação vem do grupo de pares. Diante desse contexto, o objetivo geral dessa pesquisa foi o de relacionar as práticas educativas maternas e paternas aos comportamentos de proteção e risco à saúde na adolescência, bem como as variáveis de competência social (CS), problemas de comportamento (PC) e dificuldades com os pares, avaliando o grau de predição das práticas parentais sobre os comportamentos do adolescente. Para atingir tais objetivos, participaram deste estudo 485 adolescentes, divididos em três faixas etárias (11 a 13 anos, 14 e 15 anos, 16 e 17 anos). Todos responderam ao Inventário de Estilos Parentais materno e paterno, Inventário de auto-relato para jovens (YSR) e questionário de estilo de vida (HBSC). Os dados foram analisados através estatística descritiva, análises de correlação, de inferência estatística e análises multivariadas. Os principais resultados foram: 1) práticas educativas maternas e paternas não variaram em função do sexo dos adolescentes, porém foram diferentes entre as três faixas etárias (considerando p ≤ 0,05); 2) não houve diferença quanto à CS entre meninos e meninas, porém estas alcançaram maiores PC; 3) CS se relacionou às práticas positivas maternas (PPM) entre os mais jovens, e às PPM e às práticas positivas paternas (PPP) entre os mais velhos; 4) a partir da categorização dos índices de estilo parental em famílias com estilo parental de risco, intermediária e de proteção, observou-se que aquelas consideradas de proteção tiveram filhos com escores mais positivos de CS e menores escores nas escalas de PC, sendo que as famílias intermediárias tiveram seus filhos mais próximos das famílias de proteção na CS e mais próximo das famílias de risco nas escalas de PC nas três faixas etárias; 5) em relação aos comportamentos de proteção, os adolescentes mais jovens relataram maior freqüência desses, enquanto que os mais velhos alcançaram maiores escores nos comportamentos de risco; 6) as correlações entre estilo parental e comportamentos de proteção e risco foram significativos nas três faixas etárias, porém decaíram com o aumento da idade; 7) a partir da categorização de estilo parental, observouse que entre os adolescentes mais jovens, os de famílias de proteção tiveram filhos com escores significativamente melhores nos comportamentos de saúde e de risco; o que se manteve nas outras faixas etária, porém, em geral, não de forma significativa.; 8) os modelos de análise multivariada (modelo de regressões múltiplas e modelagem de equações estruturais) indicaram que as práticas parentais são preditoras de CS e PC nas três faixas etárias. Diante desses resultados, a pesquisa indica que a influência parental na adolescência ocorre de forma distinta em função da idade, sendo direta na fase inicial e esvanece gradualmente com o aumento da idade, porém ainda mostrando-se significativa, em especial no que concerne às práticas parentais negativas e aos comportamentos de risco.
The parental educational practices are considered primary determining in the development of socially competent behaviors, behavioral problems and behavior related to childhood health. At adolescence, the parental influence over those behaviors has divergent literature, given that several authors believe that the parental influence continues central, while others defend the idea that the main determination comes from the pair groups. In that context, the overall objective of this research was to relate the maternal and paternal educational practices to the behaviors of protection and risk to the health at adolescence, as well as the social competence (SC) variables, behavioral problems (BP) and difficulties with the pairs, evaluating the degree of prediction of the parental practices over the adolescent\'s behaviors. In order to achieve such objectives, 485 teenagers participated in this study, divided into three age groups (11 to 13; 14 and 15; 16 and 17 year-olds). They all answered the Maternal and Paternal Parental Style Inventory; the Young Self Relate (YSR) and the questionnaire of lifestyle (QLS). The data have been analyzed through descriptive statistics, correlation analysis, of statistics inferring and multi varied analysis. The main results were: 1) maternal and paternal practices did not vary according to the adolescents\' gender, on the other hand, were different according to the age groups (considering p ≤ 0,05); 2) there was no difference in SC between boys and girls, however these reached higher PC; 3) SC related to the Maternal Positive Practices (MPP) among the youngest, and to the Paternal Positive Practices (PPP) among the oldest; 4) with the categorization of the families\' parental style as risky, intermediate and protective, it has been observed that those considered protective had children with the highest SC scores and lower BP scores, being that the intermediate families had their children closer to the protective families\' SC scores and closer to the risky families in the BP scores for all three age groups; 5) concerning the protective behaviors, the youngest teenagers stated more frequency of those, while the oldest reached higher risky behavior scores; 6) the correlations between parental style and risk and protection behaviors were significant at all three age groups, however, decreased at higher ages; 7) from the categorization of parental style, it has been observed that among the younger teenagers, the ones from the protective families had kids with significantly higher scores at health and risk behaviors; which was maintained at the other age groups, although in general, not significantly; 8) the models with multi varied analysis ( multiple regression model and structural equations modeling) indicated that the parental practices are predictor of SC and BP at the three age groups. With those results, the research indicates that the parental influence in adolescents occurs in different ways according to the age, being more direct in the initial phase and vanishing gradually as age increases, although still significant, especially concerning the negative parental practices and the risk behaviors.
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Ferreira, Maria Cecilia Carareto. « A pratica educativa e a concepçã de desenvolvimento psicologico de alunos com deficiencia mental ». [s.n.], 1994. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/253880.

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Résumé :
Orientador: Ana Luiza Bustamante Smolka
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
Made available in DSpace on 2018-07-20T01:24:25Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Ferreira_MariaceciliaCarareto_D.pdf: 6922454 bytes, checksum: 08c26976debb8f76c5ec4860f6e996f7 (MD5) Previous issue date: 1994
Resumo: O trabalho problematiza o distanciamento com que a educação de pessoas com deficiência mental tem sido realizada em relação à necessidade de inserção e participação efetiva destas pessoas nas práticas sociais. O estudo teve como base empírica um conjunto de dados que foram construídos considerando as ações realizadas pelos alunos, e os motivos identificados pelos educadores proponentes destas ações, em uma escola especial. O material empírico foi analisado numa perspectiva sócio-cultural em psicologia, e mais especificamente, a partir da proposta teórica de Leontiev, que toma a atividade como unidade de análise. A discussão evidenciou que a prática educacional é fragmentada, artificializada,' enfatiza o treino das funções elementares, restringe as possibilidades de apropriação de formas culturais maduras de atividade humana, e está ancorada em concepções de desenvolvimento que o reduz a uma somatória de aprendizagens. Contraditoriamente, ainda, percebe-se uma visão inatista de desenvolvimento na medida em que as ações desenvolvidas são entendidas sempre em seu caráter propedêutico. Como conclusão, as análises e discussões levaram à formulação de várias questões sobre a prática educativa e também a uma breve problematização da atividade como unidade de análise
Abstract: This investigation proposed to observe the distance between culturally mature forms of human activity and special education for mentally retarded persons. Data for the study was constructed empirically considering actions performed by students in a special school and the motives which led technical personnel, teachers and mothers of the mentally retarded pupils to solicite the actions. The empirical data was analysed in a psychological socio-cultural perspective oriented by Leontiev's activity theory. The analysis revealed fragmentary and artificial educational practices which emphasize the training of elementary psychological functions while restricting the appropriation of culturally mature forms of human activity and reduzing the conception of development to a somatory of learned skills. Paradoxically, the fact that actions tend to be understood in their propaedeutic character reveals an inatist view of development. In theoretical and methodological terms, the analyses and discussions also led to questioning activity as a unit of analysis
Doutorado
Psicologia Educacional
Doutor em Educação
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Moreira, Lays. « Informatica e educação : a (re)estruturação da pratica educativa no contato com os computadores ». [s.n.], 2002. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/253676.

Texte intégral
Résumé :
Orientador : Afira Vianna Ripper
Dissertação (mestrado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
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Mestrado
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Barbato, Paolo <1990&gt. « Follow up in comunità socio-educativa per minori- Un caso pratico di ricerca sociale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6048.

Texte intégral
Résumé :
La tesi si occupa dello studio di follow up in una comunità per minori. Dopo un inquadramento giuridico sulla tutela dell'infanzia e delle strutture adibite a questo scopo si affrontano i temi della ricerca sociale, sfondo teorico a supporto dello studio di casi presenti in comunità effettuato nel corso di un tirocinio.
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Volken, Luciane. « Os Espaços e tempos educativos ». Florianópolis, SC, 2011. http://repositorio.ufsc.br/xmlui/handle/123456789/95622.

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Résumé :
Dissertação (mestrado) - Universidade Federal de Santa Catarina, Centro de Ciências da Educação, Programa de Pós-Graduação em Educação, Florianópolis, 2011
Made available in DSpace on 2012-10-26T04:03:43Z (GMT). No. of bitstreams: 1 296093.pdf: 3346898 bytes, checksum: b2d39ea10fc6fe74b8bb7cf12555684b (MD5)
Este trabalho apresenta "Os espaços e tempos educativos: suas implicações nas aprendizagens dos educandos" com o objetivo de investigar empiricamente a capacidade de inovação das escolas considerando as possibilidades existentes tanto teoricamente quanto legalmente a partir dos PCNs, visando suscitar possíveis discussões sobre a re-organização das práticas pedagógicas da escola pública. Para isso, o estudo procurou se embasar em indicativos legais e em autores como Arroyo (1986) e Beherens (1996) numa abordagem sobre a formação humana e sobre espaços educativos que respeitam a diversidade, respectivamente. Autores como Kenski (2000), Alves (2004), Cardoso e Souza (2007) trazem os espaços-tempos escolares como elementos fundamentais nas aprendizagens dos educandos, não os considerando espaços de neutralidade. Compreende-se ainda que os espaços e tempos de aprendizagens das instituições envolvidas no estudo podem, através de suas práticas pedagógicas, articular-se à realidade social do aluno, abrangendo toda a comunidade escolar para além dos muros da instituição. Este trabalho foi elaborado com base na pesquisa empírico-teórica com uma abordagem investigativa de enfoque qualitativo a partir da coleta de dados de três experiências bem sucedidas no Estado de Santa Catarina, as quais se destacaram na melhoria da qualidade de ensino de seus alunos e uma instituição de ensino pós-médio que se destaca pela forma que administra o tempo para o ensino profissionalizante de jovens rurais. Deste modo, foi possível analisar, através de uma visão ampliada, o que é considerado espaço escolar para estas instituições ao promoverem uma educação integradora com a participação de todos: comunidade, pais e alunos. Busca-se, ainda, provocar futuras reflexões sobre por que, apesar de se ter o amparo legal e teórico para diferentes possibilidades de organização do espaço e tempo escolar, poucos ousam utilizá-los no dia-a-dia das escolas.
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Wilson, Elaine Montgomery. « A Qualitative Investigation of How Ethics Influence Urban Principal’s Pratice in School Improvement ». University of Cincinnati / OhioLINK, 2008. http://rave.ohiolink.edu/etdc/view?acc_num=ucin1211922255.

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Oliveira, Nayara Lucia Soares de. « Avaliação participante de praticas educativas em como dispositivo de gestão e de educação permanente ». [s.n.], 2005. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/312351.

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Résumé :
Orientador: Elizabeth de Leone de Monteiro Smeke
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Ciencias Medicas
Made available in DSpace on 2018-11-01T18:25:36Z (GMT). No. of bitstreams: 1 Oliveira_NayaraLuciaSoaresde_D.pdf: 26417805 bytes, checksum: 3bf678b3b544a20e290e6f3eb39530ec (MD5) Previous issue date: 2005
Resumo: o presente estudo permitiu experimentar uma metodologia de avaliação participante, que enfocou práticas educativas em saúde desenvolvidas em 14 centros de saúde da Rede municipaldo SUS-Campinas(SP), durante a implantaçãodo Paidéia - Saúdeda Família. Com base nas propostas de Avaliação de 4a Geração de FURTADO (2001) e da Avaliação Emancipatória de SAUL (2001), foi construído com os grupos de interesse envolvidosusuários, profissionais e gestores-um processo avaliativo que subsidiasse o aprimoramento dessas práticas, bem como pretendeu-se identificar se elas contribuíram com as mudanças preconizadas pelas diretrizes adotadas. Supondo que os processos avaliativos têm como base a explicitação da intersubjetividade, efetivaram-se dispositivos grupais com esses três segmentos, conceituando as práticas educativas em saúde vivenciadas, identificando focos de interesse na avaliação, realizando a avaliação propriamente dita, a validação do processo, os debates sobre as considerações produzidas e propostas de aprimoramento das práticas educativas. Os fatores de qualidade de avaliação analisados (UCHIMURA e BOSI, 2002) foram condensados e correlacionados à clínica ampliada e ao processo de produção de saúde e doença, à participação popular e comunitária, ao papel dos agentes comunitários de saúde, à capacitação para mudança, à conceituação das práticas educativas em saúde, à construção compartilhada de conhecimento, à avaliação das práticas e à gestão, interferindo nas ações educativas em saúde experimentadas. Foram analisados também os limites da triangulação das informações qualitativas pelos dados quantitativos disponíveis, as repercussões indicadas pelos segmentos, bem como as dificuldades e as oportunidades criadas para sua continuidade. Foram detectados avanços significativos circunscritos aos envolvidos nas práticas, as quais, entretanto, pouco se colocaram como dispositivo de mudança da modelagem, uma vez que a gestão cotidiana dos Centros de Saúde pouco as priorizou como foco de atuação. Ao final, apontaram-se as contribuições da nossa opção metodológica, a avaliação participante, como dispositivo de Educação Permanente e Gestão, com vistas a apoiar a ampliação da capacidade avaliativa das ações dos profissionais de saúde em serviço
Abstract: This paper presents the test on the methodology of participant evaluation, which has focused upon the health educational practices used by 14 health centers of the municipal network of SUS-Campinas (SP) during the Family Health Paideia implementation. The 4th FURTADO's Generation Evaluation (2001) and the SAUL's Emancipation Evaluation (2001) proposals were used as support to construct an evaluation procedure together the involved groups of interest - users, workers and managers. This evaluation procedure may subsidize improvement of those practices, as well as to identify whether they had contributed to implement the changes that were asked by the adopted directives. Supposing that the evaluation procedures were made on the basis of the intersubjectivity explicitness, those three groups of interest could conceive the lived health educational practices, identify focus in the evaluation and do the evaluation itself, validate the procedure, and discuss the considered opinions and the proposals to improve the educational practices.The analysed evaluation's quality factors (UCHIMURA and BOSI, 2002) were condensed and correlated with the broad clinical, the health and illness production process, the popular and community participation, the health community agents role, the enabling for the changes, the conceiving of the educational practices for health, the share construction of the knowledge, the evaluation of the practices and the managing interference in the experienced health educational practices. The limits of the triangulation of the qualitative information through the available quantitative data, the groups' indicated repercussions, as well as the rosen difficulties and opportunities to be continued were also analyzed. Finally, the methodological option was point out: the participant evaluation as a toei of Permanent Education and Managing, to support and enlarge the health professionals' evaluation capacity in action
Doutorado
Saude Coletiva
Doutor em Saude Coletiva
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Duarte, Andreia. « Concepção dos professores do ensino regular sobre os apoios educativos e praticas pedagógicas diferenciadas ». Master's thesis, Instituto Superior de Psicologia Aplicada, 2007. http://hdl.handle.net/10400.12/493.

Texte intégral
Résumé :
Dissertação de mestrado em Psicologia Educacional
O presente estudo acentua a importância de investigar, no âmbito de uma educação inclusiva, as concepções dos professores do 1º, 2º e 3º ciclo face aos apoios educativos e a práticas pedagógicas. Procedeu-se a uma revisão de literatura que abrange a evolução histórica da educação especial, o papel dos professores de ensino regular e dos professores dos apoios educativos, as estratégias metodológicas do ensino e, por fim, as práticas educativas que conduzem a uma escola que promove a diferenciação pedagógica, o que conduz à qualidade educativa. Delineámos três objectivos, sendo que o primeiro se prende com o facto de comprendermos quais as concepções dos professores do ensino regular sobre os apoios educativos, o segundo com a caracterização do nível de importância atribuído pelos mesmos a um conjunto de práticas pegógicas, reconhecidas na literatura como promotoras de qualidade e inclusão e, o terceiro com a identificação do nível de dificuldade atribuída pelos professores à utilização em sala de aula das diferentes práticas pedagógicas referidas. Em concordância com os nossos objectivos, desenvolvemos o estudo com 116 professores do ensino regular, a leccionarem o nível de ensino básico, 1º, 2º e 3º ciclo, e que exercem as suas funções em três agrupamentos de escola diferentes. Dadas as características deste estudo, utilizámos dois questionários como método de recolha de dados. Considerámos as variáveis experiência docente (professores mais experientes vs professores menos experientes), o género (masculino vs. feminino) e o nível de ensino básico leccionado (1º, 2º ou 3º ciclo). O primeiro questionário pretendia avaliar as concepções dos professores sobre os apoios educativos e está organizado tendo por base três temáticas fundamentais: Tema A "Apoios Educativos - Organização e Dinâmica da Escola", Tema B "Colaboração/Articulação com outros Docentes e Serviços" e o Tema C "Procedimentos/Modalidades de Apoio Educativo". O segundo questionário tinha por objectivo avaliar a importância e dificuldade atribuída a um conjunto de práticas/procedimentos, agrupados em diferentes áreas de funcionamento da gestão pedagógica da sala de aula: Planeamento, Organização do Trabalho dos Alunos, Clima Social, Avaliação, Actividades/Tarefas de Aprendizagem e Materiais/Recursos. O estudo revelou que o discurso dos professores do ensino regular, embora deixe transparecer alguns sinais de mudança, revela ainda algumas reticências em relação a determinados aspectos dos apoios educativos. Por intermédio da análise estatística, e face aos resultados referentes ao primeiro questionário foram encontradas diferenças significativas relativamente ao género, no Tema A, à experiência docente no Tema A, B e C, e, por último, relativamente ao nível de ensino básico leccionado no Tema A e C. Concluímos que os professores do ensino regular reconhecem adequadamente as funções dos professores dos apoios educativos, contudo consideram que esses professores não exercem de forma satisfatória essas mesmas funções. No que concerne aos resultados que advêm do segundo questionário, podemos afirmar que foram encontradas diferenças significativas nas três variáveis em estudo (género, experiência docente e nível de ensino básico leccionado). Os resultados sobre as práticas pedagógicas permitem constatar que, grande parte dos professores reconhece a importância das práticas/procedimentos pedagógicos referidos, contudo atribuem um nível de dificuldade significativo na implementação dos mesmos em contexto de sala de aula. ABSTRACT : The present study accents the importance of investigating, in the context of an inclusive education, the conceptions of the teachers of the 1st, 2nd and 3rd cycle face to the special education and to pedagogical practices. We proceed to a literature review covering the historical development on the special education field, the role of the regular and special education teachers, the methodological strategies of the teaching and, finally, the educative practices that lead to a school centred on pedagogical differentiation. We outlined three objectives: the first one is related to the understandings of which are the conceptions of the regular teachers about the special education; the second one consists to characterize the importance level attributed by them to a set of pedagogical practices, recognized by literature as quality and inclusion promoters; the third is related to identify the difficulty level attributed by those teachers to implement the different pedagogical practices in classroom. In agreement with our objectives, we develop this study with a sample of 116 regular teachers, teaching in the 1st, 2nd and 3rd cycle, and practising his functions in three different groupings of school. Given the characteristics of this study, we used two questionnaires as a method of gathering data. As independent variables were defined teaching experience (most experience teachers vs. less experienced teachers), the gender (male vs. female) and the level of teaching (1st, 2nd or 3rd cycle). The first questionnaire intended to evaluate the conceptions of regular teachers on the special education and it is organized with base on three fundamental themes: A-"Special Education - Organization and Dynamics of the School", B-"Collaboration/Articulation with other Teachers and Services", and C-"Proceedings of Special Education". The second questionnaire pretend to identify the importance and difficulty level to a set of pedagogical practices/procedures, grouped in different areas: Planning, Pupil`s Work Organization, Social Climate, Evaluation, Activities/ Tasks of Apprenticeship and Materials/Resources. The study suggests that the speech of regular teachers, though indicate some signs of change, also reveals some reservation regarding certain aspects of the special education. Through the statistical analysis of the first questionnaire, we found significant differences regarding to gender in the theme A, to teaching experience in the themes A, B and C, and, at last, relatively to the level of teaching in the themes A and C. We conclude that the regular teachers recognize appropriately the functions of the special education teachers, however, they consider that these functions are not carried out in a satisfactory way. Relatively to the results attached to pedagogical practices/procedures we found significant differences in the three variables (gender, teaching experience and level of teaching). The results about the pedagogical practices show that most of the teachers recognize the importance of the pedagogic practices/procedures, however they consider these difficult to implement in context of classroom.
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Gulisano, Daniela. « Formazione, lavoro, sapere professionale. Modelli e pratiche di alternanza formativa in Italia e in Francia ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2017. http://hdl.handle.net/10761/3911.

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Nella letteratura pedagogica contemporanea, il lavoro rappresenta una delle dimensioni maggiormente attraversate dai venti impetuosi del cambiamento: la discontinuità, la frammentazione, l ibridazione, si configurano quali nuovi condizionamenti sociali e culturali che coinvolgono la stessa natura umana e il suo potenziale conoscitivo, influenzando in positivo o in negativo, il modo di pensare una pedagogia del lavoro tesa a progettare il futuro del soggetto-persona contemporaneo. In questo senso, appare chiara l esigenza pedagogica di aprire la scuola alla vita concreta, di fare del lavoro manuale uno strumento per lo sviluppo integrale e integrato della persona. Pertanto, prende forma la nuova frontiera dell alternanza formativa volta ad accompagnare il giovane studente nel percorso di ricerca vocazionale e professionale.
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Terrier, Camille. « Three Essays in Economics of Education ». Paris, EHESS, 2016. http://www.theses.fr/2016EHES0152.

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Le premier chapitre de cette thèse s'intéresse à l'impact des biais dans les pratiques d'évaluation des enseignants en fonction du sexe des élèves, sur le progrès des élèves, leurs choix scolaires, et les inégalités de réussite entre filles et garçons. Le second chapitre s'intéresse au processus d'affectation des enseignants français dans les académies puis les établissements. Ce chapitre présente l'algorithme utilisé actuellement par le ministère pour affecter les enseignants, en souligne les limites en termes de mobilité, et présente une classe de mécanismes d'affectation alternatifs. Nous montrons les propriétés de ces mécanismes, et analysons empiriquement, l'impact qu'aurait le passage de l'algorithme actuel à l'un des algorithmes alternatifs que nous suggérons. Le dernier chapitre enrichit le second en incorporant des différences d'attractivité entre académies dans l'algorithme. Cela permet de finement réguler les flux annuels de sortie d'enseignants de ces académies
The first chapter of this thesis examines the impact of teacher gender bias on students' progress, their schooling trajectories, and achievement inequalities between boys and girls. The second chapter looks at the algorithm used in France to assign teachers to regions and then to schools. This chapter presents the algorithm currently used, emphasizes its limits in terms of mobility, and presents a class of alternative allocation mechanisms. We show what the properties of these mechanisms are, and empirically analyze what would be the impact of a transition from the current algorithm to an alternative algorithms on teachers' welfare, schools' welfare and fairness. The last chapter enriches the second one by incorporating differences in attractiveness between regions in the algorithm. This allows to finely regulate the annual outgoing flow of teachers in these regions
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Rochon, Gillaine S. « La pratique du pardon au Canada selon la Loi sur le casier judiciaire ». Thesis, University of Ottawa (Canada), 1988. http://hdl.handle.net/10393/5183.

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Carvalho, Valeria de. « Mathematics Education and Society (MES) : a constituição de uma comunidade de pratica cientifica internacional ». [s.n.], 2007. http://repositorio.unicamp.br/jspui/handle/REPOSIP/252023.

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Orientador: Antonio Miguel
Tese (doutorado) - Universidade Estadual de Campinas, Faculdade de Educação
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Resumo: Esta tese investiga os propósitos, valores, conflitos e formas diversificadas de representação do social que têm participado da constituição da comunidade de prática científica internacional denominada Mathematics Education and Society (MES), tanto no que se refere ao processo constitutivo de sua identidade, quanto no que diz respeito à realização de suas práticas sócio-culturais e de sua produção científico-cultural. A base documental na qual se assenta o processo de constituição dessa comunidade é composta pelos anais das quatro conferências do MES realizadas até o momento, por mensagens da sua lista de discussão, por entrevistas realizadas com membros do MES e pesquisadores relacionados e por notas de campo obtidas com base em participação pessoal em duas dessas conferências. O referencial metodológico-conceitual subjacente a essa constituição foi construído com base no diálogo com autores como Foucault, Bourdieu, Hall e Wenger
Abstract: This thesis focuses on the purposes, values, conflicts and diversified forms of social representation that have comprised the international community of scientific practice named Mathematics Education and Society (MES), not only in terms of the constitution process of its identity, but also as far as the accomplishment of its social-cultural practices and its scientific-cultural production are concerned. The documental basis that gives support to the constitution is formed by the proceedings of the four MES conferences that occurred up to now, messages from its discussion list, interviews carried out with some members from MES and related researchers, and personal notes from the participation into two of the MES conferences. The conceptual-methodological referential underlying this constitution was build upon dialogs with Foucault, Bourdieu, Hall and Wenger
Doutorado
Educação Matematica
Doutor em Educação
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SALAZAR, SILVIA NEVES. « WORK AND EDUCATION ON THE SOLIDARY ECONOMY PRATICES : IS IT SOCIABILITY ON THE EMANCIPATOR PERSPECTIVE ? » PONTIFÍCIA UNIVERSIDADE CATÓLICA DO RIO DE JANEIRO, 2008. http://www.maxwell.vrac.puc-rio.br/Busca_etds.php?strSecao=resultado&nrSeq=12203@1.

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Résumé :
FUNDAÇÃO DE APOIO À PESQUISA DO ESTADO DO RIO DE JANEIRO
Esta pesquisa resulta da análise dos processos de trabalho que se constituem na diversidade das unidades produtivas de Economia Solidária na contemporaneidade Brasileira. Neste sentido, busca desvendar as potencialidades dessas práticas na constituição de uma nova sociabilidade, a partir da ênfase nos aspectos extraeconômicos. Através de entrevistas semi-estruturadas, tomamos como base as experiências vivenciadas pelos sujeitos sociais inseridos em 10 (dez) unidades produtivas de Economia Solidária, situadas no estado do Espírito Santo. Pesquisa bibliográfica, documentação referente ao movimento, participação nos eventos, nas plenárias do Fórum Estadual de Economia Popular Solidária/FEPS, assim como nossa participação na realização da 1ª e 2ª Fases do Mapeamento em Economia Solidária no Estado do Espírito Santo foram fontes que subsidiaram nossa investigação. Desvendar as potencialidades dos processos educativos nos espaços de Economia Solidária exige um esforço crítico constante, situando essas práticas no contexto da dinâmica das relações sociais capitalistas que, diante das novas modalidades de assalariamento, tendem a ser incorporadas ao capital. Entretanto a análise percebe essas experiências também como um dos espaços que manifestam formas diferenciadas da cultura popular, enquanto um conjunto disperso de práticas e representações. Trata-se, portanto, de uma análise que considera as potencialidades do movimento da Economia Solidária no Brasil, dos anos 1990, inserido numa sociedade de classes, o que o caracteriza como um movimento histórico-social complexo e contraditório.
This research is a result from analyze of work`s processes that are constituted in the diversity among productive units of solidarity economy in Brazilian contemporaneousness. In this purpose the study searches to clear up the potentiality of these practices in the constitution of a new sociability from the emphasis on extraeconomic aspects. Through semi-structured interviews based on experiences from people that are in ten productive units of solidarity economy in the state of Espírito Santo.Bibliographic research, documents about the movement, participation on events, on plenary assemblies of Forum Estadual de Economia Popular Solidária/FEPS, and our participation on first and second stages to elaborate the map of solidarity economy in the state of Espírito Santo supported our investigation. The discovery of potentiality of educational processes in solidarity economy demands a constant critical efforts, setting these kind of actions in the context of dynamic of social relations that faced with new kinds of employments with a tendency to incorporate to the capital . However the analyze notices that these experiences work also such as a space that reveals different forms of popular culture, like a set of loose practices and representations. Thus, it is an analyze that concerns the potentialities of the movement of solidarity economy in Brazil, in the 1990s, inserted in a society of classes, it becomes in a complex and contradictory social historic movement.
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