Littérature scientifique sur le sujet « Potenziamento dei processi cognitivi »

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Articles de revues sur le sujet "Potenziamento dei processi cognitivi"

1

Mistri, Maurizio. « Processi cognitivi ed organizzazione dei distretti industriali ». ARGOMENTI, no 30 (mars 2011) : 39–67. http://dx.doi.org/10.3280/arg2010-030003.

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Résumé :
Questo saggio ha l'obiettivo di analizzare la capacitŕ di adattamento del sistema dei distretti industriali italiani ai cambiamenti in atto nella economia mondiale e nell'universo delle innovazioni tecnologiche. L'analisi viene compiuta con un riferimento costante alle basi cognitive dei processi decisionali degli agenti che operano nei distretti industriali. Il concetto di conoscenza, in effetti, ha una base strettamente cognitivista, a differenza di quanto č accaduto per il concetto di informazione. La riflessione sulla conoscenza in economia politica puň partire dall'idea che ogni sistema economico č incardinato in sistemi piů ampi (politici, culturali, militari, ecc.) che ne condizionano il funzionamento e le dinamiche evolutive. Ne deriva che nel mondo economico i processi dinamici non sono del tutto conoscibili ex ante, a causa dei limiti informativi e dei limiti computazionali a cui sono soggetti gli agenti economici.
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2

Caprì, Tindara, et Rosa Angela Fabio. « Processi cognitivi complessi e aggressività ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (septembre 2020) : 713–46. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002012.

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Résumé :
Gli studi presenti in letteratura hanno mostrato l'esistenza di fattori cognitivi, emotivi e genetici che influenzano l'aggressività. Mentre molte ricerche focaliz-zano la loro attenzione sui processi cognitivi sociali, lo scopo del presente studio è quello di indagare la relazione tra processi cognitivi complessi e aggressività. Abbiamo esaminato tale relazione in 236 bambini delle scuole elementari. L'obiettivo principale di questa ricerca è indagare se nei bambini che attuano comportamenti aggressivi, esistono differenze non solo negli aspetti socio-cognitivi (Fase 1 della ricerca), come rilevato dagli studi presentati, ma anche nei processi cognitivi complessi che ne sono alla base, come il pensiero critico ed il problem solving (Fase 2 della ricerca). Sono stati confrontati due gruppi: soggetti aggressivi e di controllo. Abbiamo ipotizzato che i bambini con comportamento aggressivo mostrino capacità di pensiero critico e di problem solving inferiori ri-spetto al gruppo di controllo. I partecipanti erano inizialmente 121 maschi e 115 femmine, di età compresa tra 10 e 11 anni. La ricerca è stata articolata in due fasi distinte. Nella prima sono state somministrate tre scale di self report e una scala di nomina dei pari per valutare rispettivamente: il comportamento aggres-sivo, l'autoefficacia e il disimpegno morale; inoltre due scale sono state sommi-nistrate agli insegnanti per valutare i comportamenti aggressivi, disattentivi e ipe-rattivi dei bambini. Nella seconda fase, 31 bambini sono stati selezionati dal campione iniziale e suddivisi in due gruppi (aggressivo vs controllo). Il pensiero critico e le capacità di problem solving sono stati testati da cinque strumenti. I risultati mostrano un'interessante relazione tra comportamenti aggressivi e le di-mensioni analizzate e rivelano differenze significative tra bambini con compor-tamento aggressivo e gruppo di controllo solo nel pensiero critico, e non nelle ca-pacità di problem solving. I risulati sono stati discussi alla luce della teoria dell'elaborazione delle informazioni sociali, secondo cui le abilità sociali e cogni-tive giocano un ruolo chiave nell'influenzare il comportamento aggressivo.
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Iaco, Moira De. « IL RUOLO COGNITIVO DEI GESTI NELL'EDUCAZIONE LINGUISTICA ». Trabalhos em Linguística Aplicada 59, no 2 (août 2020) : 1397–408. http://dx.doi.org/10.1590/010318137434211520200628.

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Résumé :
RIEPILOGO Questo contributo intende fornire argomenti utili per comprendere l'efficacia cognitiva dei gesti nella didattica delle lingue. Muovendo dall'influenza dei gesti su processi cognitivi quali i processi attentivi, la memoria, il problem solving e il ragionamento, si giungerà a mostrare le funzioni che i gesti possono svolgere nell'educazione linguistica. Il fine è quello di evidenziare l'esigenza per i docenti L2 di diventare sempre più consapevoli dell'uso strategico dei gesti nella didattica.
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Trincas, Roberta, et Mauro Meleddu. « La relazione tra processi emotivi e processi di controllo cognitivo : i meccanismi di conflitto e interazione ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (juin 2012) : 243–80. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-002005.

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Résumé :
Nell'ultimo decennio si č sviluppato notevolmente lo studio della relazione tra processi emotivi e processi di controllo cognitivo e, attualmente, č stata sottolineata la similaritŕ tra questi due processi. Pensiamo, per esempio, allo sviluppo dei modelli del doppio processo nell'ambito di studio delle emozioni (Barrett et al., 2007), secondo cui i processi emotivi comprendono forme di elaborazione automatica e controllata cosě come i processi cognitivi. In accordo con questa prospettiva, risulta necessario chiarire alcune questioni fondamentali sulla similaritŕ tra emozioni e processi cognitivi e sui loro meccanismi di interazione. Le ricerche sull'argomento si sono interessate a due aspetti, uno riguarda il ruolo dei processi di controllo cognitivo nella regolazione emotiva, l'altro si focalizza sull'influenza delle emozioni sui processi di controllo del pensiero e del comportamento. L'obiettivo di questa rassegna critica della letteratura č di approfondire quest'ultimo filone di ricerca considerando, in particolare, la prospettiva secondo cui gli stati emotivi sarebbero attivati automaticamente e, conseguentemente, interferirebbero sull'esecuzione di compiti che richiedono controllo esecutivo (Gray, 2004; Zelazo, 2006). A tal fine, verrŕ delineata una prospettiva teorico/metodologica che integra i principali modelli teorici e le ricerche appartenenti a questo ambito di studi delle scienze cognitive.
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5

Giusberti, Fiorella, et Gianni Brighetti. « Una volta non si chiamavano processi cognitivi ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 117–27. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12601.

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Résumé :
Lo scopo di questo contributo è quello di mettere in risalto una linea di ricerca che era già presente nei primi decenni della ricca produzione di Renzo Canestrari, estremamente innovativa per quel periodo, e relativa allo studio dei processi mentali, che oggi costituiscono i fondamenti della psicologia cognitiva. Questi lavori rappresentano una intuizione anticipatoria non solo di settori di ricerca, ma anche di metodologie di ricerca empiriche e sperimentali associate allo studio degli aspetti quantitativi dei processi mentali. Di particolare rilievo sono gli studi sulla percezione visiva di impronta gestaltista, arricchiti di analisi sperimentali applicate anche sovente a casi clinici. Non va inoltre dimenticato il contributo offerto da Canestrari allo studio psicologico delle modificazioni sociali intervenute nel secondo dopoguerra.
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Tessari, Alessia, Alessio Toraldo, Alberta Lunardelli, Antonietta Zadini et Raffaella Ida Rumiati. « Prova standardizzata per la diagnosi del disturbo aprassico ideomotorio selettivo per tipo di gesto e tipo di effettore ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 3 (février 2013) : 311–39. http://dx.doi.org/10.3280/rip2011-003001.

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Résumé :
Questo lavoro propone un nuovo strumento psicometrico per diagnosticare l'aprassia ideomotoria. A partire da modelli cognitivi che assumono l'esistenza di due processi cognitivi per l'imitazione di gesti, distinti funzionalmente e anatomicamente (una via semantica per l'imitazione dei gesti conosciuti e una via diretta per la riproduzione di gesti nuovi), il test mira a identificare deficit selettivi in base al contenuto (gesti conosciuti vs gesti nuovi) e al segmento dell'arto superiore che esegue il movimento (distale vs prossimale). Diagnosticare in modo adeguato il disturbo aprassico ideomotorio e infatti una condizione necessaria per programmare l'iter riabilitativo dei pazienti con lesioni cerebrovascolari.
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Ladavas, Elisabetta, Roberto Nicoletti et Carlo Umiltà. « L'inizio e lo sviluppo della neuropsicologia sperimentale e della neuropsicologia clinica all'Universit&agrave ; di ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (octobre 2021) : 85–100. http://dx.doi.org/10.3280/rip2021oa12599.

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Résumé :
Il contributo narra di come la psicologia moderna, che in larga misura consiste nell'indagare i processi cognitivi e le loro basi neurali, abbia avuto inizio nell'Università di Bologna nella seconda metà degli anni '60 del secolo scorso, grazie all'impulso del prof. Renzo Canestrari. In quegli anni gli interessi scientifici del prof. Canestrari erano orientati verso la psicologia clinica e, in un approccio sperimentale, verso un'indagine della percezione visiva di tradizione gestaltista. Tuttavia egli dimostrò sufficiente apertura mentale da favorire lo sviluppo della ricerca in campi molto diversi e molto lontani da un'impostazione gestaltista. In particolare, il capitolo racconta come il prof. Canestrari abbia favorito ricerche, allora all'avanguardia a livello internazionale, sui processi cognitivi e sulla specializzazione funzionale degli emisferi cerebrali per mezzo della registrazione dei tempi di reazione. Inoltre egli dette impulso a ricerche sui deficit cognitivi in pazienti cerebrolesi. Queste ricerche, oltre a produrre risultati che ebbero risonanza internazionale, portarono a importanti sviluppi clinici e riabilitativi, come la fondazione del Centro di Neuroscienze Cognitive di Cesena.  
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Immacolata Messuri. « Social media e infanzia : rischi e opportunità ». IUL Research 2, no 4 (20 décembre 2021) : 37–50. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.191.

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Résumé :
L’articolo affronta il tema dei social media e dei social network nell’infanzia. La riflessione mostra l’importanza di una ridefinizione delle pratiche didattiche, che devono essere orientate alla realizzazione di ambienti di apprendimento sempre più rispondenti alle diverse esigenze educative. Attraverso i social network è possibile realizzare azioni formative e didattiche diffuse, ma è necessario progettare e realizzare adeguate azioni formative per il personale coinvolto. La capacità di insegnare dei social media e dei social network suggerisce percorsi educativi più attenti alla dimensione esperienziale del bambino in fase di educazione e alla sua educabilità. Ciò richiede, da parte del docente, una lettura interdisciplinare dei processi cognitivi del soggetto e dei suoi modi di essere e di agire.
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Green, André. « La posizione fobica centrale ». PSICOANALISI, no 1 (septembre 2012) : 5–33. http://dx.doi.org/10.3280/psi2012-001002.

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Résumé :
Con posizione fobica centrale, l'autore descrive uno stato mentale in seduta che č caratterizzato da una perturbazione del funzionamento associativo ricollegabile alle manifestazioni del negativo. La distruttivitŕ riguarda i processi psichici del soggetto e il paziente realizza un diniego della propria realtŕ psichica. La posizione fobica centrale, con l'interruzione associativa, cerca d'evitare il potenziamento dei diversi traumi che hanno segnato la storia del paziente. Da questa elaborazione basata su una rilettura dell'articolo di Freud sulla negazione, vengono formulate alcune conclusioni teoriche.
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Ehrlich, Shirley, Stefano Gherardi, Monia Betti, Martina Zanotti, Giuliano Ermini, Stefano Gualandi, Damiano Cembali et Alessandro Tampieri. « Analisi dei processi cognitivi diagnostici in medicina generale : risultati di uno studio osservazionale ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 3 (octobre 2018) : 117–47. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2018-003007.

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Thèses sur le sujet "Potenziamento dei processi cognitivi"

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Giacalone, Marika. « Ruolo dei ritmi cerebrali nell'attenzione e nell'integrazione dei processi cognitivi ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/20112/.

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Résumé :
I ritmi cerebrali svolgono un ruolo fondamentale nell'integrazione dei processi cognitivi ed è stato osservato come il processo di sincronizzazione sia coinvolto sia nell'integrazione locale che su larga scala. Tra i vari processi cognitivi, l'attenzione svolge una funzione chiave nei meccanismi cerebrali ed è interessante notare quale sia il ruolo del ritmo alfa e del ritmo gamma nei processi attenzionali. Il ritmo gamma sembra essere implicato sia nell'integrazione locale che su larga scala e nell'attivazione delle regioni rilevanti, come si può notare nei compiti visuo-spaziali, sensoriali o nell’attenzione sostenuta, e anche nel mantenimento attivo delle informazioni nella working memory. Invece il ritmo alfa svolge un ruolo attivo nell’inibizione delle aree irrilevanti, ma è anche coinvolto nel potenziamento delle aree rilevanti, dove facilita la selezione neurale silenziando le cellule meno eccitate a favore di quelle che si trovano in uno stato di eccitazione maggiore. Inoltre è coinvolto nella preparazione delle risorse attenzionali alla presentazione di stimoli attesi, come mostrano i diversi casi di attenzione selettiva. Infine, tramite l’analisi dei casi di attenzione sostenuta e di working memory, si può notare come le aree cerebrali coinvolte nei processi attenzionali siano pressoché le stesse e anche i ritmi cerebrali che si registrano sono gli stessi.
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Fabbri, Ilaria. « Ambiti applicativi dell'EEG e della fMRI nello studio dei processi cognitivi ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7593/.

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Résumé :
L’obiettivo della mia tesi è quello di presentare e confrontare due tipologie di tecniche di indagine cerebrale, l’EEG (Elettroencefalogramma) e la fMRI (Risonanza Magnetica funzionale), evidenziandone i vantaggi e gli svantaggi, e le loro applicazioni in campo medico. Successivamente è presentato lo sviluppo di un modello sperimentale volto allo studio del fenomeno della sinestesia, a partire da dati estratti mediante le tecniche precedenti.
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3

Favero, Giorgia <1993&gt. « Favorire l'integrazione scolastica:innovazione e risposte alla necessità di potenziamento scolastico ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/13018.

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Résumé :
L'elaborato si propone di indagare e analizzare i nuovi bisogni e difficoltà dei minori e delle loro famiglie all'interno dell'ambiente scolastico, presentando in seguito una soluzione pratica attuata sul territorio, precisamente nel comune di Vigonza (PD). Il Progetto in questione prevede di favorire l'integrazione scolastica di alunni frequentanti le scuole medie, i quali presentano difficoltà sia di apprendimento che di comportamento. Nel primo capitolo si analizzano le nuove difficoltà emergenti nella società e per le famiglie. Nel secondo viene presentato il progetto "Doposcuola" e la sua realizzazione. Nel terzo sono presenti interviste ai beneficiari del servizio (alunni e genitori), agli operatori coinvolti, al Presidente dell'Associazione e ad alcuni professori.
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Bassoli, Serena. « Analisi delle potenzialita della tDCS applicata allo studio e alla riabilitazione dei processi cognitivi ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9251/.

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Résumé :
L’estrema importanza degli aspetti neurologici che riguardano la vita dell’uomo, unitamente all’elevato grado di invalidità che le malattie del sistema nervoso sono in grado di provocare, ha portato nel corso del tempo gli studiosi a sviluppare metodologie di intervento sempre più accurate e specifiche nel tentativo di far fronte a queste complesse situazioni. Il sempre più frequente ricorso alle cure farmacologiche e alla psicoterapia ha saputo ben presto però sollevare numerose perplessità in merito all’efficacia di tali approcci. È a partire da questi presupposti che è stato possibile portare avanti nuovi studi sulla tDCS, un particolare tipo di apparecchiatura biomedicale basata sul concetto di elettrostimolazione cerebrale. Questo lavoro si propone di descrivere la capacità della tDCS di intervenire direttamente sui meccanismi che comunemente si verificano all’interno del cervello umano tramite il rilascio di corrente, nonché i numerosi miglioramenti che sono stati rilevati in seguito al suo utilizzo su soggetti umani. Si propone inoltre di mettere in evidenza le grandi potenzialità che essa è in grado di manifestare relativamente ai processi cognitivi, partendo dagli aspetti che riguardano il linguaggio, passando attraverso quelli propri della memoria e della conoscenza, fino ad arrivare a rivestire un ruolo di primo piano anche all’interno delle sfaccettature tipiche degli stati umorali.
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Dezaiacomo, Simone. « Fidarsi di Wikipedia. Attacchi vandalici e resilienza dei contenuti : un modello di analisi ed alcune evidenze empiriche ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7253/.

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Résumé :
Lo scopo dello studio è comprendere i fenomeni alla base della fiducia degli utenti verso l'enciclopedia online Wikipedia. Per farlo è necessario prima di tutto comprendere e modellizzare l'organizzazione della struttura dei processi socio-produttivi sottostanti alla produzione del contenuto di Wikipedia, procedendo quindi nel verificare empiricamente e descrivere le capacità di autocorrezione della stessa. Oltre a quelli utilizzati in questo studio, saranno anche descritti gli approcci e i risultati trattati in letteratura, riportando i principali studi che nel corso degli anni hanno affrontato questi argomenti, sebbene mantenendoli indipendenti. Per comprendere la struttura della community degli editor di Wikipedia, si è ipotizzata l'esistenza di un modello di tipo Core-Periphery. Per studiare il modello sono state eseguite delle analisi su dati derivanti da un campione di pagine della versione italiana di Wikipedia. I risultati ottenuti dall'analisi di queste informazioni rappresentano le basi utilizzate per la selezione delle pagine oggetto dell'iniezione degli errori, costituendo un metodo per stimare le diverse probabilità di autocorrezione per ciascuna pagina. Per quanto riguarda le capacità di resilienza di Wikipedia, i risultati sono ricavati utilizzando un approccio empirico. Questo consiste nell'inserimento di errori all'interno del campione di pagine sotto specifici vincoli metodologici per poi valutare in quanto tempo e con quali modalità questi errori vengono corretti. E' stata effettuata un'analisi specifica per la scelta delle tipologie di errore e delle variabili da considerare nell'inserimento di questi. Questa analisi ha portato alla definizione di 2 esperimenti tra loro distinti, i cui risultati portano ad interessanti conclusioni sia visti separatamente che combinati tra loro. Sulla base dei risultati di questi esperimenti è stato possibile discutere sulle capacità di autocorrezione del sistema, elemento chiave nello studio delle dinamiche della fiducia verso Wikipedia.
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Lastrico, V. « PROCESSI DECISIONALI E MOVIMENTI DI PROTESTA TRA SCIENZA E POLITICA. UNA COMPARAZIONE TRA ITALIA E FRANCIA SUL CASO ALTA VELOCITÀ ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2012. http://hdl.handle.net/2434/174183.

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Résumé :
La ricerca intende indagare come la strutturazione delle arene decisionali, e nello specifico l’apertura a soggetti portatori di saperi non specialistici, possa influire sulla definizione del problema di policy, nel caso politiche tecno-scientifiche altamente conflittuali come quelle ambientali. A questo scopo si mettono a comparazione due casi relativi ai fenomeni che si rivelano spesso come i più complessi anche fra i conflitti ambientali, vale a dire quelli di pianificazione e localizzazione di grandi infrastrutture particolarmente impattanti sul territorio quali le tratte ferroviarie ad alta velocità. La scelta è ricaduta sui due casi nazionali, italiano e francese, della progettata linea transfrontaliera Torino-Lione, per gli spunti che essi offrono in termini di rapporto fra saperi, repertori d’azione collettiva, struttura delle arene decisionali, e nel tentativo di fornire una prospettiva il più possibile originale e completa su un fenomeno sempre più studiato da diverse angolature, ma su cui non esistono risultati univoci. Molte ricerche tentano infatti di dare una risposta al differente grado di conflittualità riscontrabile sul medesimo progetto dai due lati del confine. In gran parte nel fare ciò adottano spiegazioni di tipo prettamente istituzionale e statico, ponendo di volta in volta in rilievo la maggiore partecipazione concessa ai destinatari o al contrario il maggior decisionismo rintracciabile in Francia, così come la maggiore o minore fiducia verso le istituzioni e la scienza. Obiettivo della tesi è invece di indagare il ruolo che la strutturazione e il funzionamento delle arene decisionali può avere nel determinare la reazione locale, ma attraverso la mediazione operata dalla cognizione sociale. Il che significa indagare non solo se le modalità decisionali possono avere un ruolo nello spiegazione della protesta (o se al contrario quest’ultima sia da addebitare unicamente alla scelta di policy, al di là del modo attraverso cui si è giunti alla scelta), ma anche in che modo ciò avvenga. Vale a dire perché, all’interno dei due casi con processo decisionale omogeneo, alcuni attori decidano di ricorrere a repertori d’azione di tipo conflittuale ed altri no. Si tenta di capire come la strutturazione delle arene (il loro grado di inclusività, l’apertura a forme di conoscenza differenti da quelle tecnico-scientifiche ufficiali, la legittimazione delle istanze locali) si ripercuota sulla definizione del problema, e come questa, a sua volta, da un lato retroagisca sul processo decisionale stesso, costringendo ad un re-framing i policy-makers, e dall’altra funga da stimolo per l’azione collettiva e la scelta delle strategie d’azione (adesione, scientificizzazione, protesta). A tal scopo si analizzano, attraverso le tecniche qualitative e quantitative della political claim analysis, della frame analysis e della protest event analysis, i discorsi prodotti dagli attori coinvolti nella vicenda nei due casi d’indagine.
Aim of this work is to investigate how the structure of decision-making arenas, and specifically the opening to subjects with no specialized knowledge, can influence policy problem definition, in the case of highly contested policies involving techno-scientific and environmental issues. In order to do so a comparative analysis is carried out, comparing two cases related to the phenomena that often represent the most complex environmental conflicts, namely those of planning and location of major infrastructure particularly impacting for local life quality, such as high-speed railway lines. The choice fell on the two national cases, Italian and French, of the proposed cross-border line Turin-Lyon, for the cues they offer in terms of relation among different kinds of knowledge, collective action repertoires, structure of decision-making arenas, and in an attempt to provide an as original and complete as possible perspective of a phenomenon widely studied from different viewpoints, but on which no unequivocal result is reached. In fact, many researches are trying to explain the different degrees of conflict found on the same project from both sides of the border. In order to reach this goal they usually adopt strictly institutional and static explanations, underlining from time to time different supposed characteristics of French policy-making (the increased participation granted to the recipients, or on the opposite the greater role of imposition), as well as the greater or lesser confidence towards institutions and science. Aim of the thesis is rather to investigate the role the structuring and functioning of decision-making arenas may have in determining local reaction, but through the mediation made by social cognition. That means not only to investigate whether the method of decision may have a role in the explanation of the protest (or if on the contrary protest is to be charged only to the policy choice, beyond the way by which the choice is reached), but also how this happens. That is why, within the two cases with homogeneous decision-making process, some actors decide to use conflictual action repertoires, and others do not. The attempt is to understand how the structuring of the arenas (their inclusiveness degree, openness to forms of knowledge different from the techno-scientific official ones, legitimacy of local instances) influences the problem definition, and how this, in turn, retroacts on the decision-making itself (forcing policy-makers to a reframing) and acts as a stimulus for collective action and choice of action strategies (adhesion, technical reframing or protest). For this purpose the discourses produced by involved actors in the two cases are investigated through qualitative and quantitative techniques of political claims analysis, frame analysis and protest event analysis.
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Stefanelli, Federica. « Efficacia di un potenziamento lessicale sull'acquisizione dell'ortografia in alunni italiani e cinesi della prima classe della scuola primaria ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/2158/1281746.

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Résumé :
I processi di espansione lessicale occupano un ruolo centrale nello sviluppo delle competenze e delle abilità legate al corretto utilizzo della lingua parlata e scritta. Maggiormente nello specifico, la ricerca ha masso in luce come l’immagazzinamento di rappresentazioni lessicali di alta qualità favorisca l’automatizzazione dei processi di lettura e scrittura. Lo scopo del presente studio è stato quello di sperimentare l’efficacia di un potenziamento volto a sviluppare i processi cognitivi di acquisizione lessicale sull’apprendimento della scrittura. In particolare, l’interesse è stato rivolto agli effetti del potenziamento sulla correttezza ortografica dei bambini di prima elementare. Al fine di verificare l’efficacia del potenziamento lessicale, sono state svolte 2 ricerche. La prima ha coinvolto un campione complessivo di 46 bambini italiani, mentre alla seconda hanno preso parte 19 bambini cinesi. I risultati mostrano come il potenziamento del lessico sia efficace nel promuovere la correttezza ortografica nei bambini di prima elementare sia italiani che cinesi. Un effetto maggiore del potenziamento è stato rilevato per quanto riguarda la scrittura ortograficamente corretta delle parole omofone, ossia dei termini che condividono la stessa forma fonologica, ma non quella semantica né quella ortografica.
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GANGEMI, ANTONIO. « Studi neurofisiologici e neuropsicologici degli effetti del trattamento combinato della stimolazione transcranica a correnti dirette (tDCS) e del potenziamento cognitivo sul recupero funzionale dei deficit cognitivi e sui processi di neuroplasticità nelle patologie in fase cronica ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11570/3104358.

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Résumé :
Obiettivo delle ricerche svolte nel triennio di dottorato è stato quello di progettare, condurre e valutare studi sull'efficacia delle metodiche di neuro-modulazione in soggetti affetti da disabilità cognitivo linguistiche ad eziologia genetica, acquisita e degenerativa. Scopo delle diverse sperimentazioni è stato quello di identificare interventi utili al rallentamento delle patologie osservando le modificazioni cognitive, funzionali e dei network cerebrali mediante l’utilizzo di misure cognitive e neurofisiologiche. Gli studi svolti hanno coinvolto soggetti affetti rispettivamente da patologie croniche quali, la sindrome di Rett, l’afasia e la malattia di Alzheimer .
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SBRANA, ALESSANDRO. « Faculty Development Centri di Professionalità Accademica (CPA) ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251175.

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Résumé :
mondo universitario ha subito un’ondata di cambiamenti che si possono ricondurre alla ricerca dell’eccellenza, declinata secondo le due dimensioni della valutazione e della rendicontazione. Tre sono quelli più evidenti: il primo, il passaggio da una ricerca curiosity driven a una ricerca funzionale al raggiungimento di risultati valutabili in tempi brevi; dalla ricerca pura a quella applicata, da un approccio problem-making a uno problem-solving, da una conoscenza come processo a una conoscenza come prodotto, da un modello disinteressato a uno utilitaristico (Barnett, 1994); il secondo, riguardante l’offerta formativa: dal momento che si è modificato il modo di concepire l’apprendimento; i curricula tendono a essere definiti in termini di risultati di apprendimento predefiniti (Blackmore, 2016); il terzo, peculiare della struttura amministrativa: dal momento in cui sono divenute essenziali una serie di nuove sovrastrutture (programmazione, valutazione, controlli, comunicazione) rispetto al mandato originario della struttura universitaria si registra un aumento consistente del personale delle strutture amministrative. Questi cambiamenti devono fare i conti con la perdita di prestigio della vita accademica, il cambiamento del ruolo dello studente, che è diventato sempre più importante e l’aumento delle procedure burocratiche che rischiano di ingessare un sistema un tempo caratterizzato da un’elevata autonomia. Per consentire alle strutture universitarie di affrontare le sfide culturali a partire dagli anni Settanta nelle università nord-americane si sono strutturate iniziative finalizzate allo sviluppo e alla promozione di una migliore offerta formativa. Tali iniziative vengono definite con l’espressione Faculty Development (FD), una policy accademica finalizzata a creare le condizioni per un miglioramento delle competenze di tutti coloro che sono coinvolti nelle attività svolte in un ateneo. Nella realtà italiana emerge la mancanza di una vera politica di formazione al teaching per i ricercatori e i docenti universitari, per non parlare dell’esigenza di superare il pregiudizio, di gentiliana memoria, secondo il quale non è necessario apprendere a insegnare, ma sia sufficiente avere successo nella ricerca, cui si aggiunge nell’ultimo decennio una continua e affannata richiesta al personale accademico di azioni organizzative, valutative e documentali, che assorbono tempo e energie senza il supporto di adeguati apparati gestionali e senza predisporre indagini valutative capaci di misurare l’effettivo esito di tutte queste azioni. L’effetto finale è un evidente declino (Capano et al., 2017) dell’istituzione universitaria. Si può ipotizzare che la cultura del organizzazione propria del Faculty Development possa contribuire nel contesto italiano a fornire azioni a supporto del cambiamento: è quanto mai essenziale dotare gli atenei di risorse funzionali a riqualificare la vita accademica, fornendo al personale accademico gli strumenti necessari per performare una buona scholarship, realizzare un’efficace offerta formativa e attuare adeguate forme di terza missione, capaci di incrementare la vita culturale della comunità. Il presente studio si propone come un’analisi sistematica della letteratura sul tema del Faculty Development, che persegue l’obiettivo di sviluppare una disamina estesa dell’oggetto, in modo che l’esplicitazione della datità raccolta fornisca un’analisi del fenomeno che possa essere di supporto a un’avveduta educational policy nel campo della formazione universitaria. Nel contesto italiano ad oggi non esiste una cultura di attenzione ai contesti di apprendimento universitario. L’offerta formativa è concepita come offerta di pacchetti curriculari e la predisposizione delle condizioni di apprendimento per il conseguimento del titolo universitario si risolve nella organizzazione di una serie di lezioni, frontali o laboratoriali, senza che tutto questo sia innervato da una specifica intenzionalità didattica. Questa immagine poco confortante non intende affatto trascurare tutti i casi di buone prassi sviluppati nei vari corsi di studio, ma il buono che emerge è demandato all’impegno del singolo, senza che l’istituzione universitaria si interroghi sul come predisporre le condizioni per il potenziamento della qualità dei processi di apprendimento. A fronte di questa situazione la necessità di migliorare la qualità dell’insegnamento non è mai stata così stringente e sfidante come lo è oggi, in un clima di continuo cambiamento della formazione superiore. Nuove tendenze definiscono la formazione superiore, attraversando confini istituzionali e nazionali. Essi influiscono sul modo in cui un insegnamento efficace viene concettualizzato, condotto e supportato, valutato, valorizzato e riconosciuto. È necessario affrontare temi quali l’inadeguata preparazione per il lavoro accademico nei corsi di studio magistrali, l’incapacità dei docenti a trasferire competenze, la crescente complessità degli ambienti accademici, le attese e le responsabilità istituzionali, la necessità di preparare meglio gli studenti con bisogni diversi, e la necessità di stare al passo con i balzi della conoscenza e i cambiamenti nelle professioni. Migliorare la qualità della didattica è inoltre essenziale perché consente di ridurre il numero degli abbandoni. È venuto il momento di transitare da un’offerta formativa di tipo episodico a una prospettiva di esperienze di apprendimento in continuità nel tempo, per accompagnare la formazione dei docenti in un modo strutturalmente organizzato (Webster-Wright, 2009). Sulla base della rilevazione fenomenica, sono emerse le seguenti domande di ricerca: che cosa è il FD? Cosa consente di fare? Come si mette in pratica? Quali sono le potenzialità? Quali sono i limiti? Il FD ha il compito di incentivare i docenti ad interessarsi ai processi di insegnamento e apprendimento e a procurare un ambiente sicuro e positivo nel quale fare ricerca, sperimentare, valutare e adottare nuovi metodi (Lancaster et al. 2014). È finalizzato a promuovere cambiamento sia a livello individuale sia a livello organizzativo. Occupa un posto centrale il miglioramento delle competenze di teaching (Steinert, 2014). Due importanti obiettivi sono rappresentati dalla promozione delle capacità di leadership e di gestione dei contesti (Steiner et al., 2012). Una volta definite le metodologie del teaching, che possono essere oggetto di apprendimento da parte del personale accademico, è risultato necessario identificare le principali modalità formative che un centro di Faculty Development (FDc) dovrebbe mettere in atto per favorire l’apprendimento delle competenze didattiche. Per comprenderne la funzione reale è stato utile prendere in esame le attività proposte dai più importanti centri del panorama accademico nordamericano, analizzandone la struttura organizzativa, le risorse disponibili ed identificandone le due figure principali: il responsabile dell’organizzazione dei processi formativi e il responsabile della struttura. L’analisi dei casi ha consentito di evidenziare i molteplici servizi che possono essere forniti da un FDc. Questa analisi di realtà è risultata molto utile poiché ha offerto indicazioni pragmatiche ai fini di una politica accademica innovativa anche in ambito italiano. Alla luce degli argomenti sviluppati è stato possibile ipotizzare anche per gli atenei italiani l’istituzione di “Centri per la professionalità accademica”, indicando possibili iniziative da essi realizzabili, che potrebbero trovare spazio nella realtà del nostro paese.
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Livres sur le sujet "Potenziamento dei processi cognitivi"

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Methodos : Aspetti dei metodi e dei processi cognitivi nella Grecia antica. Napoli : Loffredo editore, 2014.

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2

Kanizsa, Gaetano. Percezione, linguaggio, pensiero : Un'introduzione allo studio dei processi cognitivi. [Urbino] : Il Mulino, 1985.

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3

Psicologia matematica : Spunti per una modellistica formale dei processi cognitivi. Roma : Aracne, 2006.

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4

Carli, Lucia. Modelli di processi cognitivi nella ricerca dei postpiagettiani : il gruppo Inhelder. Torino : Bollati Boringhieri, 1991.

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5

Nanetti, Franco. Il cambiamento intenzionale : Psicopedagogia del linguaggio, dei processi cognitivi e della comunicazione. Bologna : Pendragon, 2007.

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6

Educare alla politica : L'incidenza dei processi decisionali tra aspetti cognitivi, affettivi e sociali. Milano : Guerini scientifica, 2012.

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7

Strutturazione temporale dei processi cognitivi : Scritti in onore di Ernesto Valentini. Roma : Bulzoni, 1985.

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Emili, Enrico Angelo. Dislessia. Bononia University Press, 2020. http://dx.doi.org/10.30682/alph09.

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Résumé :
Le persone con dislessia evolutiva hanno caratteristiche specifiche di apprendimento che le portano ad avere difficoltà di lettura permanenti e, in modo più evidente, nelle prime fasi di scolarizzazione. In passato tali difficoltà si imputavano, erroneamente, alla pigrizia dell’alunno e al suo scarso impegno, provocando ricadute emotive sullo studente e la sua famiglia. La Legge 170/2010 ha finalmente riconosciuto dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento (DSA) e, negli ultimi anni, sono stati emanati diversi provvedimenti al fine di garantire a tutti gli studenti che presentano difficoltà non ordinarie la piena partecipazione alla vita scolastica e di offrire adeguate e personalizzate risposte pedagogiche. È dunque fondamentale che gli insegnanti sappiano prontamente riconoscere i segnali di DSA, non certo per formulare diagnosi, ma per mettere in atto interventi di potenziamento didattico e, in caso di certificazione clinica, strumenti, misure, strategie specifiche e inclusive per favorire la realizzazione delle potenzialità e l’autonomia nello studio. Il volume, con uno sguardo pedagogico e didattico, approfondisce le problematiche legate alla dislessia, presentando le risorse a disposizione di studenti e insegnanti, gli strumenti compensativi e le forme di individualizzazione dei processi di insegnamento/apprendimento.
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Actes de conférences sur le sujet "Potenziamento dei processi cognitivi"

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Fedeli, Raul Enzo, et Stefano Magaudda. « Il progetto rewetland : riqualificazione ambientale dell’Agro Pontino attraverso la valorizzazione ricostruzione del paesaggio storico ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8011.

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Résumé :
Il progetto “Rewetland” (programma LIFE+ 2008 – environment and governance. www.rewetland.eu) prevede la predisposizione di un Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) della Pianura Pontina attraverso la sperimentazione di tecniche di fitodepurazione diffusa. Il PRA si basa sull’analisi approfondita del paesaggio a partire da quello delle bonifiche dei Papi (XV–XVII sec.), fino ad arrivare ai giorni nostri. La finalità dell’analisi del paesaggio è stata quella di ricomporre gli elementi costituenti i diversi ambiti paesaggistici del territorio in quadri unitari, quanto più possibile coerenti al loro interno e confrontabili tra loro per valutarne le qualità paesaggistiche, le trasformazioni avvenute nel tempo o in atto, le necessità di processi di riqualificazione, le potenzialità di assorbire nuovi interventi progettuali. L’utilizzo di strumenti gis è stato indispensabile, sia per individuare le permanenze del paesaggio storico e rurale, sia per definire e valutare i possibili scenari di intervento. Le azioni, i progetti e gli interventi del PRA riguardano la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e la realizzazione di aree umide ed ecosistemi filtro e favoriscono l’attivazione di buone pratiche non solo per la gestione dei canali della bonifica ma anche per quella delle aziende agricole. La metodologia utilizzata ha permesso di interpretare le trasformazioni del paesaggio dell’Agro Pontino e nel contempo progettare interventi e azioni di riqualificazione ambientale che rispondano a molteplici esigenze/obiettivi: il miglioramento della qualità delle acque, il potenziamento della rete ecologica e della biodiversità, la rigenerazione dei paesaggi tipici delle zone umide (re-wetland) che rappresentano la memoria del territorio. "Rewetland" project (LIFE+ 2008 - environment and governance. www.rewetland.eu) requires the preparation of an Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) of the Pontine Plain through experimentation with techniques of widespread phytoremediation. The PRA is based on a thorough analysis of the landscape from those of the reclamation of the Popes (XV -XVII cent.), up to the present day. The aim of the landscape analysis has been to reconstruct the elements making up the different areas of the local landscape into unified framework, as much as possible internally coherent and comparable to each other in order to assess the quality of the landscape, the changes through time or now being implemented, the necessity of regeneration processes, the potentialities to absorb new project interventions. GIS software tools have been essential, both to identify the permanence of the historic and rural landscape, and to define and evaluate the possible intervention scenarios. PRA actions, projects and interventions regard the renaturalization of waterways and the creation of wetlands and ecosystem filters and promote the activation of good practices not only for the management of the drainage channels but also for the farms. The methodology used allowed us to read the changes in the landscape of the Pontine Plain and at the same time to design interventions and actions that respond to multiple environmental restoration needs and objectives: improvement of water quality, enhancement of biodiversity and the ecological network, regeneration of the typical landscapes of wetlands (re-wetland) that represent the memory of territory.
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