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Articles de revues sur le sujet « Possibilità della scelta »

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Posner, Richard A. « The Justice of Economics* ». Journal of Public Finance and Public Choice 5, no 1 (1 avril 1987) : 15–25. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907117516.

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Résumé :
Abstract L’ipotesi. di massimizzazione della ricchezza sostiene che una transazione o qualche altra modifica nell’uso o nella proprietà delle risorse dev’essere giudicata positivamente se in conseguenza di essa aumenta la ricchezza della collettività.Quest’ipotesi è stata sottoposta a numerose critiche, la prima delle quali, in ordine logico, è che essa attribuisce un ruolo eccessivo alla capacità delle persone di compiere scelte razionali, non distinguendo tra le valutazioni «ex-ante» e quelle «ex-post».Un’obiezione più seria è che le scelte sono vincolate dalla distribuzione della ricchezza. Si tratta di un problema complesso, per la cui soluzione è necessario tener conto di numerose circostanze. Sembra comunque plausibile, in un sistema basato sull’ipotesi di massimizzazione della ricchezza, ipotizzare la preferenza per un sistema di assicurazioni sociali contro le incertezze della vita.Infine, l’obiezione secondo cui l’ipotesi di massimizzazione non tiene conto dei diritti individuali inalienabili non sembra pertinente, dato che le possibilità di scelta degli individui devono comunque rientrare nei limiti posti dalla Costituzione federale.
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Borek, Dariusz. « Wykonywanie władzy karania w instytutach zakonnych w świetle aktualnego Kodeksu Prawa Kanonicznego ». Prawo Kanoniczne 48, no 3-4 (10 décembre 2005) : 175–200. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2005.48.3-4.09.

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Résumé :
Nell’articolo è stata presentata la normativa riguardante l’esistenza e l’applicazione del potere coercitivo nella Chiesa con particolare riferimento agli Istituti Religiosi. Il primo punto del lavoro è stato dedicato alla presentazione degli argomenti che spiegano l’esistenza del potere coercitivo nella Chiesa. Nel secondo punto dello studio è stato analizzato il potere che esiste negli Istituti Religiosi. Nel terzo punto si analizza il potere coercitivo che viene esercitato negli Istituti Religiosi secondo attuale Codice di Diritto Canonico nella triplice funzione della potestà di governo. Lesercizio del potere coercitivo nella funzione legislativa consiste nella possibilità di emanare le leggi penali. La potestà coercitiva nella funzione amministrativa comprende sia la possibilità di emanare i precetti penali sia la possibilità di fare la dichiarazione oppure la inflizione delle pene tramite la procedura penale stragiudiziale. La scelta tra la via amministrativa e giudiziale spetta all’Ordinario. Il potere coercitivo esercitato nella funzione giudiziale significa la possibilità di fare la dichiarazione o l’inflizione delle pene tramite il processo penale giudiziale. L’ultima parte dello studio è stata dedicata alla problematica della dimissione dall’Istituto Religioso. Avendo in considerazione il carattere forzoso della dimissione si potrebbe pensare che la dimissione è una delle sanzioni penali, non mancano pero gli argomenti che fanno pensare che la dimissione non puo essere inserita tra le sanzioni penali in senso stretto. Nel caso della dimissione dal Istituto si tratta piuttosto della procedura sui generis amministrativa, avente come scopo la protezione sia L’Istituto intero che i singoli religiosi incluso anche quello che viene dimesso.
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Fenudi, L. R., et M. Marchetti. « Elettroshock e autonomia di scelta dello psichiatra ». Medicina e Morale 44, no 1 (28 février 1995) : 113–22. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.994.

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Résumé :
Il tema del consenso alla terapia psichiatrica sembra occupare, negli ultimi tempi, una considerevole parte delle riflessioni etico-deontologiche degli studiosi, con l'affermarsi di posizioni decisamente lontane dall'antico patemalismo che pareva connotare la Psichiatria forse più di altri ambiti della Medicina. Ci si interroga, infatti, sul diritto al rifiuto ed alla scelta della terapia da parte del paziente. Del resto le recenti acquisizioni del dibattito scientifico sul consenso del paziente psichiatrico sembrano essere state recepite solo in minima parte al di fuori del contesto culturale dal quale sono emerse. Ad esemplificazione delle difficoltà di concretizzare in normativa i principi etico-deontologici, si è presa in esame la Circolare n. 33/94 dell'Assessorato alla Sanità della Regione Lazio, nella quale sono contenute delle raccomandazioni in tema di terapia elettroconvulsivante (elettroshock o ES). Al di là dell'aspetto formale, emergono dei punti criticabili. Anzitutto l'assimilazione dell'elettroshock all'insulina-shock-terapia; la possibile eccessiva burocratizzazione della raccolta del consenso del paziente; la possibilità che sia riconosciuto valido il consenso prestato da altri (parenti o sanitari del Centro di Igiene Mentale); l'equiparazione acritica di intetventi tanto diversi quali la psicoterapia, la psicofarmacoterapia e l'ES. A conclusione viene ribadito che la migliore tutela della libertà e dignità del paziente, e in particolare di quello psichiatrico, si può ottenere con una forte riaffermazione della responsabilità individuale del medico.
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Pellicanò, G., N. Centi, L. Capaccioli, E. Brizzi, E. Sgambati, I. Del Seppia et N. Villari. « La RM nell'anatomia del plesso brachiale ». Rivista di Neuroradiologia 15, no 2 (avril 2002) : 205–22. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500205.

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Résumé :
Nello studio dell'anatomia del plesso brachiale la RM è l'esame di scelta in rapporto alle principali caratteristiche della metodica: possibilità di eseguire le scansioni su tutti i piani dello spazio, elevato contrasto intrinseco e grazie al costante miglioramento della tecnologia, strati sottili con elevata risoluzione spaziale. La sequenza SE T1 dipendente sul piano sagittale è sicuramente quella con il più alto contenuto informativo: le varie diramazioni sono infatti riconoscibili come strutture ad intensità di segnale intermedia tra l'arteria e la vena succlavia con cui mantengono un rapporto anatomico costante e l'elevatà intensità di segnale del tessuto adiposo circostante. Il piano coronale obliquato secondo l'orientamento delle radici nervose fornisce informazioni sul primo tratto del decorso del plesso a partire dalla fuoriuscita delle radici che costituiscono il plesso dai forami di coniugazione. L'uso di bobine di superficie phased array ha permesso di ottenere una buona risoluzione spaziale associata ad un elevato rapporto segnale-rumore. In particolare la bobina tipo sinergy spine ha consentito anche un buon comfort per il paziente anche nel caso di studio di entrambi i plessi brachiali. È da ritenere che la possibilità in un futuro immediato, di impiegare in RM, multiple bobine di superficie dedicate al plesso brachiale, incrementerà ulteriormente le conoscenze anatomiche del plesso base indispensabile, anche in questo campo, per un corretto approccio allo studio della patologia della regione del plesso brachiale.
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Biorcio, Roberto, et Paolo Natale. « LA MOBILITÀ ELETTORALE DEGLI ANNI OTTANTA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 3 (décembre 1989) : 385–430. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200008649.

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Résumé :
IntroduzioneLo studio della mobilità elettorale si ricollega per diversi aspetti al dibattito sulle tendenze generali del mercato elettorale in Italia e alla problematica legata ai tipi di voto. Lo studio delle forme che può assumere la mobilità elettorale costituisce però, a nostro avviso, un tema dotato comunque di una sua autonoma specificità. Le forme che assume il passaggio da una scelta di voto ad un'altra dipendono sia dalle modifiche di posizionamento dei partiti nell'ambito della competizione elettorale, sia dalle modalità secondo cui i cittadini-elettori si rapportano ad essi e, più in generale, vivono il proprio rapporto con la sfera politica e le istituzioni.Si possono individuare nella scelta dell'elettore diverse componenti analitiche (cfr. Parisi e Pasquino 1977; Pizzorno 1983 e 1986, Mannheimer e Sani 1987), riconducibili, a nostro avviso, ad alcune peculiari logiche motivazionali. Si può cogliere anzitutto unalogica dell'identificazione,secondo cui l'elettore esprime adesione e solidarietà rispetto a qualche tipo di identità collettiva che ritiene rappresentata in una delle proposte di voto in competizione. Le identità collettive che costituiscono il referente necessario per questo tipo di logica motivazionale possono essere già presenti nella società — e semplicemente trascritte o trascrivibili in una delle possibili opzioni di voto — oppure essere costituite dal «discorso identificante» dei politici (Pizzorno 1983). Oppure ancora essere una combinazione di entrambe queste possibilità. Si può poi riconoscere nell'elettore l'esistenza di unalogica dell'utilità(o della razionalità strumentale rispetto allo scopo), quando il voto appare finalizzato a favorire (oppure ad ostacolare) tendenze politiche e/o provvedimenti specifici, in base ad un proprio calcolo degli interessi. Insieme a queste due, si può considerare una terza componente analitica nel comportamento elettorale — definibile comelogica della protesta— che esprime motivazioni prevalentemente «in negativo» rispetto al voto o rispetto al tradizionale sistema dei partiti; questa logica emerge quando i partiti esistenti non riescono a suscitare sufficiente identificazione nell'elettore, né a rappresentarne le domande sociali. La logica della protesta si può esprimere non solo con l'astensionismo (attivo o passivo), ma anche con il voto per alcuni dei «nuovi partiti» formatisi negli anni settanta e ottanta come espressione di diverse forme di protesta politica o sociale.È evidente che queste diverse logiche motivazionali possono coesistere nello stesso atto di scelta, con un peso che può variare in base alle caratteristiche dell'elettore, alla congiuntura politico-sociale e al tipo di elezione. Quello che interessa al nostro studio è la relazione fra queste logiche di voto ed i processi di mobilità elettorale: come il peso specifico delle diverse logiche motivazionali può fare variare siale probabilitàdi mutamento delle precedenti scelte di voto, siale formeed ilsensoche questo mutamento può assumere.La logica della identificazione — declinata nelle forme più diverse — costituisce ovviamente la base della fedeltà elettorale di partito o, almeno, di «area politica». Per gli elettori che nel voto esprimono soprattutto una esigenza di identificazione, la probabilità di mutamenti è ridotta, e l'abbandono delle precedenti scelte assume un carattere «traumatico», che si può leggere come segno di un generale processo di ri-orientamento politico-esistenziale. Il passaggio diretto ed immediato da una identificazione ad un'altra è un evento che si verifica raramente. Gli elettori che scelgono di non votare più per un partito in cui si erano identificati sperimentano una fase di relativa incertezza, nella quale possono acquistare maggior peso, almeno transitoriamente, le logiche della protesta o quelle del calcolo delle utilità.La logica della utilità si esprime in un «calcolo dei vantaggi» che si può riferire tanto a interessi individuali e particolaristici (voto clientelare), quanto a quelli di gruppo o di categoria, fino ad assumere come riferimento interessi più generali (voto di opinione). Il calcolo dei vantaggi di ogni scelta di voto è funzione delle caratteristiche specifiche e congiunturali delle diverse scadenze elettorali. Ci si può aspettare che quanto più pesa, nella scelta del singolo elettore, la logica della utilità, tanto più sono probabili, almeno in linea di principio, i cambiamenti delle opzioni di voto.Anche la logica della protesta, se non è accompagnata da forte identificazione in un partito vissuto come rappresentante significativo della protesta sociale, fornisce un notevole contributo alla instabilità elettorale: in questo caso è l'atto stesso di abbandono delle precedenti scelte partitiche che diviene il veicolo più importante per l'espressione del risentimento dell'elettore.Si è rivolta l'attenzione a diversi tipi di mutamento nel comportamento elettorale, analizzando in particolare:1)i cambiamenti di voto all'interno del gruppo dei 7-8 partiti tradizionalmente presenti — nel dopoguerra — nelle competizioni elettorali: la mobilità in questo caso può essere interpretata come l'esito di un giudizio razionale sugli effetti dell'opzione elettorale sul quadro politico, o su una serie di politiche specifiche;2)i cambiamenti di voto da uno dei partiti tradizionali alla esplorazione di nuove possibilità di espressione elettorale — nella scelta di votare, ad esempio, per uno dei partiti emersi negli anni settanta ed ottanta, o per qualcuna delle liste che si caratterizzano su specificheissues(pensioni, ecologia, identità regionali, ecc.);3)il cambiamento dal voto al non voto, che può essere letto come diminuzione del livello di identificazione (visto dal lato dell'elettore) o nella capacità di mobilitazione (visto dal lato del partito) di una determinata opzione partitica;4)il ritorno dal non voto (non partecipazione alla votazione o non espressione di voto valido) al voto per una delle liste presenti nella competizione elettorale, che può dipendere dalla accresciuta capacità di suscitare mobilitazione ed identificazione da parte di una delle forze politiche presenti, oppure dalla particolare rilevanza soggettivamente attribuita ad una specifica tornata elettorale.Lo studio empirico delle forme di mobilità elettorale presenta — come è noto — particolari difficoltà, sia perché ciascuna di esse coinvolge quote limitate del corpo elettorale sia, più in generale, per l'ovvio motivo che non sono disponibili registrazioni — a livello individuale — delle scelte di voto e delle loro variazioni fra una elezione e l'altra. A causa di tali difficoltà e per ovviare ai problemi specifici di ciascuna delle tecniche di analisi, nel nostro studio sulla mobilità elettorale 1983-87 abbiamo fatto riferimento a risultati di ricerche realizzate con diversi metodi: analisi di dati raccolti tramitesurvey,analisi di dati elettorali aggregati a vari livelli, stime dei flussi elettorali in alcune città e stime di flussi a livello nazionale basate sui dati rilevati in un insieme di sezioni-campione. E nostra opinione che sia legittimo e necessario utilizzare nella ricerca i diversi metodi a disposizione, con la consapevolezza dei vantaggi e dei problemi metodologici che ciascuno di essi pone: soltanto l'attenta comparazione dei risultati ottenuti da diverse fonti può convalidare o, nel caso, porre seri interrogativi sulle ipotesi sostantive via via formulate. In questa sede il nostro interesse è rivolto ai risultati ottenuti con le diverse metodologie, più che alla discussione delle metodologie stesse, per la quale rimandiamo ad altre sedi.
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Creaco, Salvo. « The Financing System of the Italian Catholic Church : An Economic Analysis * ». Journal of Public Finance and Public Choice 15, no 2 (1 octobre 1997) : 165–88. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907782905.

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Abstract Prima della revisione del Concordato del 1984, il meccanismo di finanziamento della Chiesa Cattolica Italiana consisteva, da un lato, di un sistema privato, basato su donazioni a carattere volontario e, dall’altro, di un sistema pubblico, con risorse derivanti sia in modo diretto che indiretto dallo Stato.Il nuovo sistema esclude l’intervento diretto dello Stato e lascia la principale responsabilità per il sostegno economico degli ecclesiastici alia scelta degli individui, sia mediante donazioni non favorite da speciale trattamento fiscale, sia mediante contributi che beneficiano di sgravi fiscali, sia infine mediante assegnazione dell’8 per mille del gettito dell’impostapersonale sul reddito.L’analisi del nuovo sistema fa prevedere la possibilità di conflitti tra i centri di acquisizione delle entrate, a carattere centrahzzato (Conferenza Episcopale e Istituto per il sostegno del Clero) e i centri di spesa (Diocesi), a carattere decentrato. Tali conflitti potrebbero essere non diversi da quelli che hanno caratterizzato i rapporti tra finanza centrale e finanza locale in Italia.
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Cirillo, S., F. Caranci, A. D'Amico, F. Briganti, F. Tortora, M. Greco et R. Elefante. « Giunzione occipito-cervicale ». Rivista di Neuroradiologia 13, no 3 (juin 2000) : 289–306. http://dx.doi.org/10.1177/197140090001300302.

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La giunzione occipito-cervicale, regione di transizione tra cranio e colonna vertebrale, possiede caratteristiche uniche per la struttura osteo-ligamentosa di cui è costituita e per le importanti formazioni neuro-vascolari con cui contrae rapporti di contiguità. Questa particolare regione può essere interessata da una serie di differenti entità patologiche: essa è infatti sede di particolari anomalie congenite, di patologie infiammatorie o degenerative, di gravi lesioni traumatiche e di lesioni espansive di differente natura. L'instabilità della giunzione conseguente a tali patologie o le diverse lesioni espansive determinano come conseguenza fondamentale la compressione del midollo cervicale superiore; altri effetti secondari sono rappresentati dalla compressione delle strutture vascolari e dall'ostacolo alla circolazione liquorale. La tomografia computerizzata e la risonanza magnetica rappresentano le metodiche neuroradiologiche di elezione per lo studio della giunzione occipito-cervicale. La TC è in grado di definire con maggiore accuratezza le alterazioni osteo-strutturali e le fini calcificazioni. Malgrado tali prerogative, la RM è la metodica di scelta grazie alla possibilità di uno studio multiplanare, dell'elevata risoluzione di contrasto e dell'assenza di artefatti legati alla vicinanza di strutture ossee; un ulteriore vantaggio è costituito dalla possibilità di studio delle strutture vascolari del basicranio mediante angio-RM. La radiologia tradizionale conserva un ruolo complementare, utile soprattutto in fase di screening nello studio della patologia ossea malformativa o traumatica. Un'accurata conoscenza delle caratteristiche anatomiche e della semeiotica neuroradiologica è essenziale per affrontare uno studio corretto delle patologie della cerniera occipito-cervicale.
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Cocco, Giovanni, et Chiara Guardamagna. « Efficienza vs. concorrenza nell'affidamento diretto "puro" ». ECONOMIA PUBBLICA, no 1 (février 2022) : 79–104. http://dx.doi.org/10.3280/ep2022-001005.

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La normativa emergenziale e attuativa del PNRR ha previsto l'affidamento diretto "puro" dei contratti pubblici sottosoglia, con un innalzamento significativo della fascia di importo entro la quale finora è stata consentita la possibilità di non ricorrere alla gara. Si tratta di un regime temporaneo e derogatorio delle procedure ordinarie regolate dal Codice dei contratti pubblici, e finalizzato a favorire gli investimenti pubblici e a fronteggiate le ricadute economiche della crisi pan-demica. Lo scritto analizza i tratti peculiari dell'istituto e sviluppa una riflessione sulle problematiche anche di ordine sistematico connaturate alla scelta legislativa di generalizzare - entro certe soglie di importo - una modalità di affidamento che si allontana dal paradigma della concorrenza. La conclusione cui si giunge è che, in una prospettiva di bilanciamento tra costi e benefici, l'opzione verso pro-cedure semplificate pare quella più funzionale al perseguimento dell'interesse pubblico, reso prioritario dall'attuale contingenza, a realizzare un'accelerazione degli investimenti e delle infrastrutture.
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Cimino, C., L. Chiapparini, M. G. Bruzzone, E. Ciceri, M. R. Carriero et B. Lombardi. « Analisi della tecnica Angio-TC-3D nello studio delle steno-occlusioni carotidee ». Rivista di Neuroradiologia 10, no 2_suppl (octobre 1997) : 115. http://dx.doi.org/10.1177/19714009970100s245.

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L'angio-TC e le tecniche di ricostruzione tridimensionale su work-station sono strumenti che permettono di studiare la patologia steno-occlusiva dei vasi al collo, ottenendo informazioni sulla morfologia, sull'estensione delle placche ateromasiche e sull'entità delle stenosi. Mentre appare sempre più emergente il ruolo dell'angio-TC come esame di screening per tale patologia, in letteratura non vi è unanimità di giudizio sulla possibilità che questa tecnica, da sola o in associazione con altre non invasive, possa sostituire l'angiografia in previsione di un intervento chirurgico. Scopo di questo lavoro è analizzare la sensibilità, la specificità e l'accuratezza diagnostica di questa tecnica, comprensiva delle successive elaborazioni con programmi di ricostruzione tridimensionale, rispetto a metodiche più tradizionali quali l'angio-RM, l'eco-color-doppler, l'angiografia digitale. Dato il prevedibile aumento di richiesta di esecuzione di questo esame saranno inoltre presi in considerazione altri parametri. In primo luogo sarà considerato il rapporto tra il tempo complessivo dedicato sia all'esecuzione dell'esame (impostazione dei protocolli di acquisizione, scelta della regione di interesse, scelta dei corretti parametri di somministrazione del bolo) sia l'elaborazione delle immagini (scelta del programma di ricostruzione, del target, eventuale segmentazione) e la qualità e l'affidabilità del risultato rispetto ad altre tecniche. Verrà infine considerato il costo biologico dell'esame in termini di dose somministrata al paziente. Data la recente installazione presso il nostro servizio di un'apparecchiatura TC spirale e di work-station per elaborazioni 3D, MIP, MPR, etc., ci proponiamo di utilizzare per questo studio un campione di 20 pazienti con TIA o minor stroke. Tutti questi pazienti saranno sottoposti ad eco-color-doppler, angio-TC, angio-RM e angiografia digitale.
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Weber, Carla. « Un setting che lo possa contenere ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 37 (septembre 2022) : 76–82. http://dx.doi.org/10.3280/eds2022-037006.

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Dalla prassintesi, con cui Luigi Pagliarani era solito indicare una sintesi essen-ziale che prelude alla scelta, alla decisione, il setting è luogo di approssimazione continua. Concorrono alle scelte che di volta in volta si compiono, in modo tacito e consapevole, sia l'epistemologia che il metodo, unitamente al flusso relazionale con le sue componenti intersoggettive, emozionali e cognitive. Questo contributo si concentra su quattro aspetti del setting: teoria, metodo, relazione e contesto, cercando di approfondire e aggiornare sia i vincoli che le possibilità interve-nienti nell'esperienza terapeutica e di intervento. Sono convocati allo scopo i contributi più recenti della ricerca scientifica, con un orientamento transdisci-plinare. Il setting ne emerge arricchito e ridefinito come contesto che vincola e come ambiente che, con la sua contingenza e la sua generatività, con gli antecedenti e le emergenze impreviste che lo caratterizzano, può essere riconosciuto come luogo poetico del riconoscimento di sé per l'etica della prassi clinica.
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Borek, Dariusz. « Uprawnienia i obowiązki ordynariusza w początkowej fazie wymiaru kar (kann. 1341-1342) ». Prawo Kanoniczne 50, no 3-4 (20 décembre 2007) : 255–90. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2007.50.3-4.08.

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In questo articolo vengono analizzati i canoni 1341 e 1342 del CIC/1983. Lanalisi viene fatta alla luce dell’attuale interpretazione dottrinale in materia della giusta applicazione delle pene. Canoni sottoposti all’analisi riguardano le competenze e gli obblighi del Ordinario nella fase iniziale dell'applicazine delle pene ecclesiastiche. Si tratta del momento molto importante nel iter dell’applicazione delle pene, e cioè della possibilità e necessità di iniziare il processo penale canonico e scelta del modo di procedere: giudiziale o amministrativo. La prima parte dell’articolo l’autore ha dedicato alla problematica del delitto canonico, della possibilità e della necessità del processo penale canonico. Ordinario prima di avviare vero processo penale (o quello in via giudiziale oppure quello in via amministrativa) deve avere la notizia almeno probabile del delitto. Non basta la notizia di qualsiasi violazione, ma è necessario che il comportamento denunciato sia incluso tra i delitti previsti nel diritto canonico. Soltanto così si può passare all’avvio del primo passo del processo e cioè all’indagine previa. Terminata questa si deve rispondere alle domande se il processo canonico è possibile e se questo processo è anche necessario. Può darsi, che, a causa della prescrizione dell’azione criminale, il processo non sarà possibile anche se ci fossero certe prove del delitto. A quanto pare una eccezione troviamo al riguardo dei delitti riservati alia Congregazine per la Dottrina della Fede. Secondo la concessione data dal Sommo Pontefice nel 2002 i delicta graviores, anche se sono passati in prescrizione, possono essere ripresi sulla fonadata petizione dei vescovi interessati. Alla luce della disposizione del can. 1341 si può dire che applicazione delle pene in Ecclesia diventa extrema ratio, e cioè la via che si puo intraprendere soltanto, quando l’autorità ha fatto inutilmente rifferimento ad altri mezzi di carattere pastorale. Un’altro punto dell’articolo viene dedicato all’analisi delle disposizioni che bisogna tenere conto nel momento della scelta della via giudiziale o amministrativa per applicare le pene. Seguendo le disposizioni del can. 1342 si deve notare che la via giudiziale dell’applicazione delle pene ecclesiastiche è la via normale ed obbligatoria. Ordinario per principio è obbligato di scegliere questo modo di procedere, inoltre la via giudiziale è obbligatoria per l’applicazione delle pene espiatorie perpetue. Obbligo di scegliere la via giudiziale potrebbe risultare anche dalla legge o precetto che vietano l’applicazione delle pene tramite la via amministrativa. Invece la via amministrativa è possibile da scegliere soltanto sotto la condizione, e cioè soltanto nel caso se ci fossero le giuste cause che si opponessro alla via giudiziale. Fermo restando però divieto di scegliere la via amministrativa nel caso diapplicazione delle pene espiatorie perpetue, come pure del divieto previsto nella legge o nel precetto. Come si può vedere dall’analisi dei elementi specifici del processo giudiziale e quello amministrativo, sia l’uno che l’altro possiede i strumnenti neccessari per garantire, che la pena diventi veramente l’applicazione di quello che e veramente „iustum et bonum” in caso concreto. Bisogna notare però che il processo in via giudiziale (grazie alla sua struttura) offre più garanzie per salvaguardare i diritti delle persone e per arrivare alla verità oggetiva. Invece il processo in via amministrativa (grazie alla procedura meno complessa) diventa più breve, più spedito e quindi non sottoposto troppo facilmente alla diffusione, e quindi sembra meglio garantire la salvaguardia di buona fama della persona giudicata.
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Cicchetti, N., P. D'Aprile et A. Carella. « Diagnosi con RM di aneurisma gigante dell'arteria carotide interna extracranica. Revisione della letteratura. Segnalazione di un caso ». Rivista di Neuroradiologia 2, no 1 (février 1989) : 85–90. http://dx.doi.org/10.1177/197140098900200110.

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Résumé :
Gli autori descrivono il caso di una paziente portatrice di aneurisma gigante dell'arteria carotide interna di destra a livello di C1-C2. La paziente giunta al ricovero in ambiente specialistico dopo ripetuti episodi di faringo-tonsillite, con l'obiettività di una tumefazione latero-cervicale, pulsante a destra, è stata sottoposta ad uno studio neuroradiologico comprendente TC, RM ed angiografia digitalizzata per via venosa che hanno portato alla diagnosi di aneurisma gigante della arteria carotide interna di destra. Gli autori nel presente studio sottolineano la grande importanza ai fini diagnostici della nuova metodica RM, la possibilità di una valutazione di flusso ematico all'interno dell'aneurisma, gli scarsi rischi ed invasività. Propongono pertanto la RM come metodica di prima scelta nella diagnosi e nello studio degli aneurismi giganti della carotide extracranica.
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Andreula, CF, et A. N. M. Recchia Luciani. « Le cosiddette facomatosi ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 2 (avril 1994) : 231–40. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700211.

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Le cosidette facomatosi accomunano malattie diverse fra loro che hanno in comune il coinvolgimento del distretto neuroectodermico, con quindi interessamento contemporanea della cute e del sistema nervosa. Ad esclusione della malattia di Sturge-Weber le facomatosi hanno in comune il disordine genetico di ordine eterocromosomiale a carattere dominante o recessivo, di penetranza variabile anche se in taluni casi l'insorgenza spontanea delle sindromi o la loro comparsa tardiva suggerisce la possibilità di mutazioni genetiche ad insorgenza recente. Le Neurofibromatosi sono le facomatosi a maggior incidenza nella popolazione. Ne sono riconosciute otto tipi diversi, ma la più frequente in assoluto è la NF 1 (1 su 2000–3000 nati) seguita con un rapporto di circa 1/ 10 dalla NF 2. Da un punto di vista neuroradiologico la Risonanza Magnetica (RM) ha largamente contribuito in questi ultimi anni all'approfondimento delle conoscenze sulla NF 1 con la identificazione dei foci di alterato segnale a carico prevalentemente dei nuclei della base e/o di alter strutture della sostanza bianca, variamente denominati e classificati come aree amartomatose o focalai eteroplasici a bassa evolutività, ritenuti pressoché patognomonici di questa malattia. Anche nelle altre principali facomatosi la RM ha, in questi ultimi anni, largamente contribuito al miglioramento della sensibilità diagnostica e all'approfondimento delle conoscenze. In particolare nella malattia di Stuge-Weber la RM unitamente all'utilizzo del mezzo di contrasto è risultata estremamente efficace nella identificazione della angiomatosi leptomeningea, anche se la Tomografia Computerizzata (TC) mantiene un ruolo di particolare importanza per la identificazione delle calcificazioni piali. Nella Slerosi Tuberosa ha dimostrato una più elevata sensibilita nei confronti della TC nella identificazione dei tuberi in particolare a livello sottocorticale, anche se pure in questo caso la TC mantiene un ruolo diagnostico di rilievo per la possibilityà di identificare i tuberi calcifici in particolare subependimali. Infine nella Sindrome di van Hippel Lindau è senza dubbio la tecnica di prima scelta non solo nella definizione dell'emangioblastoma nella sua sede più tipica cerebellare, ma in particolare nelle sue non infrequenti localizzazioni midollari.
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Andreoli, A., L. Simonetti, C. Sturiale, R. Agati et M. Leonardi. « Malformazioni artero-venose del sistema nervoso centrale ». Rivista di Neuroradiologia 15, no 1 (février 2002) : 55–67. http://dx.doi.org/10.1177/197140090201500106.

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Résumé :
Il trattamento delle malformazioni artero-venose (MAV) cerebrali dispone oggi di 3 opzioni terapeutiche: la microchirurgia, l'embolizzazione, la radiochirurgia. Esiste inoltre la possibilità di combinare fra di loro questi vari trattamenti. La scelta della strategia di trattamento preferibile non è sempre semplice, deve essere personalizzata caso per caso e si basa sull'integrazione di dati clinici, epidemiologici e neuroradiologici. Gli esami diagnostici, neuroradiologici e non, che possono entrare in gioco nello studio delle MAV sono numerosi: TC e/o angio-TC, RM, angio-RMN ed RM “funzionale” (RM-f) di attivazione, studio angiografico, ed altri eventuali esami funzionali quali la PET, i potenziali evocati (pazienti pediatrici in anestesia generale o MAV rolandiche); il transcranial doppler. La scelta delle tecniche varia in funzione delle informazioni che si desidera ottenere. Se l'impostazione terapeutica è essenzialmente chirurgica tradizionale e si basa sull'identificazione del “grading” di una MAV secondo la classificazione di Spetzler e Martin, sono sufficienti i dati deducibili da TC/angioTC o da RM/angio-RM. Sono noti, tuttavia i limiti di questo approccio, che tra l'altro è scarsamente utile per la valutazione del rischio del trattamento endovascolare o radiochirurgico Per tali motivi è più opportuno approfondire lo studio angioarchitettonico e fisiopatologico della MAV con l'esame angiografico selettivo e superselettivo. Nel valutare lo studio angiografico è importante sempre analizzare tutte le sue componenti: afferenti arteriosi, nidus, drenaggi venosi. Al termine di tale iter diagnostico avremo tutti gli elementi fisiopatologici che ci consentono di decidere il trattamento più adeguato: chirurgia; radiochirurgia, trattamenti endovascolari; varie associazioni, trattamento conservativo. In conclusione, esistono pazienti in cui ciascuna delle tre metodiche sarebbe di per sé efficace: in questi casi è da preferire la chirurgia in quanto anatomicamente risolutiva. Esistono pazienti in cui le caratteristiche cliniche e le indagini strumentali orientano verso l'utilizzazione di una sola metodica, chirurgia o radiochirurgia oppure embolizzazione. In altri pazienti il trattamento combinato di due o più metodiche in successione appare il più razionale per ottenere il miglior risultato possibile. Esistono infine alcuni pazienti in cui il rischio di qualsiasi tipo di trattamento è maggiore rispetto al rischio legato alla storia naturale, in cui ancora oggi il trattamento conservativo appare la scelta più ragionevole.
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Pieralli, S., G. Scotti, E. Bianchini, F. Simionato et A. Mazza. « Utilità clinica della RM nello studio della regione sellare ». Rivista di Neuroradiologia 4, no 3_suppl (décembre 1991) : 89–99. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s318.

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Résumé :
Lo studio RM della regione sellare si avvale di una tecnica ormai standardizzata; le sequenze abitualmente realizzate sono Spin-Echo ponderate in T1 (SE T1W) (TR = 550, TE = 20, 4 acquisizioni), Field of view (FOV) <20 cm, matrice 256, secondo piani coronali e sagittali, con sezioni di 3 mm di spessore. Sezioni di spessore sottile, con alta matrice e FOV ridotto, dotate di buon rapporto segnale rumore potevano essere prodotte fino a poco tempo fa solo da apparecchi ad alto campo magnetico, ma attualmente anche dai più recenti apparecchi 0,5 T. Le sequenze Densità Protonica e T2W sono generalmente limitate allo studio di lesioni ad estensione extrasellare. I mezzi di contrasto paramagnetici vengono utilizzati sempre più frequentemente come completamento della indagine allo scopo di aumentare la sensibilità nei confronti di patologie di piccole dimensioni, introdurre ulteriori elementi di specificità e permettere una miglior delimitazione delle lesioni rispetto alle strutture viciniori. Sequenze Gradient Echo 3D, con acquisizione volumetrica, appaiono secondo i primi risultati molto promettenti 18in quanto permettono di ottenere sezioni di spessore fino ad 1 mm, ralmente contigue e senza effetti di interferenza o di volume parziale tra fette adiacenti, con possibilità di ricostruire successivamente immagini secondo piani diversi dalla orientazione originaria. In sintesi è stato possibile ottenere una buona risoluzione spaziale, necessaria per lo studio della sella e del suo contenuto, in una metodica caratterizzata da alta risoluzione di contrasto, dalla multiplanarità e dalla assenza di artefatti da osso e da amalgami dentari oltre che di radiazioni ionizzanti. Per queste ragioni la RM è attualmente l'esame di prima scelta nello studio delle patologie della regione sellare.
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Virga, Giovambattista. « Obiettivo : aumentare l'utilizzo della dialisi peritoneale in Italia ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 26, Suppl. 5 (18 février 2014) : S19—S20. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2014.959.

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Résumé :
La dialisi peritoneale (DP) è una tecnica dialitica di costo minore rispetto all'emodialisi, ma ancora poco utilizzata in Italia (10% circa dei dializzati). Per incrementare la sua prevalenza in Italia, andrebbero aumentate l'incidenza e la “retention”. L'incidenza potrebbe migliorare inserendo la DP come materia nelle Scuole di Specializzazione in Nefrologia per modificare l'atteggiamento culturale, prevedendo una modalità di rimborso per le famiglie dei pazienti, inserendo in tutte le Unità di Dialisi un programma di DP, aiutando i pazienti nella scelta della DP con strumenti idonei allo scopo e prevedendo la possibilità di addestramento per alcuni nefrologi e/o chirurghi al posizionamento del catetere peritoneale. La “retention” può essere migliorata con l'addestramento al posizionamento del catetere peritoneale e creando un programma di aggiornamento continuo, anche on-line, per i Nefrologi che si dedicano alla DP.
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Cozzoli, Mauro. « Il trapianto di organi nella prospettiva valoriale del dono ». Medicina e Morale 46, no 3 (30 juin 1997) : 461–73. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.877.

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Résumé :
La chirurgia dei trapianti e la legge di una regolazione giuridica devono rispondere a una logica del dono. Questa pratica medica, infatti, si compie nel contesto di una relazione umana tra il soggetto dell'espianto e il soggetto dell'impianto. L'indole interpersonale dell'evento richiede che il rapporto sia da donatore a beneficiario, che sia cioè riconosciuta e tutelata la natura del dono dei tessuti e organi da trapianto. Si configura così un'etica del dono. Come esigenza etica la gratuità è sotto l'istanza del dovere e della responsabilità. Ovviamente nessuno può costringere a donare. Il dono non è coercibile: si annullerebbe come dono. Ma anche il dono esprime un dovere: non il dovere della legge ma dell'amore/carità, che ci lega al prossimo come nostro “fratello” nell'“economia” della paternità universale divina. Da qui l'invito che l'autore muove a tutti gli operatori sanitari ad annunciare e testimoniare questa etica del dono che ha nella medicina dei trapianti un campo inedito e singolare di promozione oggi di “qualità della vita”, della vita tout court. L'etica del dono non solo non contrasta ma appella essa stessa un ordine legale che la supporti e la favorisca. Una legalità che offra la possibilità effettiva a tutti, attraverso un'organica azione di informazione e formazione, di fare la propria scelta e di esprimerla, e che si faccia giuridicamente garante delle esigenze e della vita del donatore anche in merito al “consenso presunto”.
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Bompiani, A., L. Guariglia et P. Rosati. « La cosiddetta riduzione embrionale sotto il profilo assistenziale ed etico ». Medicina e Morale 44, no 2 (30 avril 1995) : 223–58. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.985.

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Résumé :
Gli Autori analizzano la problematica della cosiddetta "riduzione" embrionale (RE), cioè la soppressione di embrioni in gravidanze plurigemellari ottenute in seguito a trattamenti contro la sterilità come l'induzione farmacologica dell'ovulazione o le tecniche di procreazione artificiale. Lo scopo della RE, infatti, mira ad ottenere maggiori possibilità di soprvvivenza fino al parto per i feti residui. Dopo aver illustrato la RE da un punto di vista medico, riferendosi in particolare ai problemi clinici, alle tecniche utilizzate ed alle complicanze secondo la più recente letteratura scientifica, vengono affrontati i problemi etici, legali e deontologici implicati nella RE. Sotto il profilo etico vengono classificate diverse posizioni: 1. la santità o intangibilità della vita, coincidente con l'insegnamento del Magistero cattolico seppure condivisa anche al di fuori del mondo ecclesiale. Questa è la posizione sostenuta anche dagli Autori dell'articolo; 2. la posizione per la quale si ammette la RE solo in previsione dell'attuarsi di un pericolo grave per m salute materna; 3. la visione utilitarista che riconosce nella materia doveri prima facie e non doveri assoluti, per cui la RE potrebbe attuarsi anche al di fuori di un'indicazione materna accertata; 4. la libertà di scelta della donna come primo principio. Dopo aver passato in sintetica rassegna i problemi medico-legali e deontologici connessi alla RE, ne vengono esaminate le possibilità di prevenzione. La RE, infatti, non è da considerarsi atteggiamento terapeutico in quanto contrario al principio di intangibilità della vita.
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Tansella, Michele. « La revisione da parte dei referee degli articoli inviati ad EPS. Alcune riflessioni sul fenomeno della «pressione a pubblicare» e sulla «ambiguous authorship» ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 3, no 1 (avril 1994) : 1–3. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00009246.

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Résumé :
In una recente intervista (Pincus & Ferris, 1993), Nancy C. Andreasen, nuovo editor dell' American Journal of Psychiatry (AJP), ha ricordato come la proposta di adottare il metodo della blind review, cioè della revisione degli articoli inviati per la pubblicazione da parte di referee ai quali non viene reso noto il nome degli autori, venga riproposta ad ogni riunione del Comitato Direttivo dell'AJP. Finora, dice Andreasen, il Comitato si è sempre espresso in senso contrario, sostanzialmente per due motivi: il primo è che alcune Unità di Ricerca ed alcuni gruppi sono noti per essere più rigorosi di altri e questa «autorevolezza» è utile al referee per prendere una decisione; il secondo dipende dalla difficoltà di fare una review veramente blind, in quanto lo stile, la bibliografia e altri elementi spesso rendono possibile o addirittura facile l'identificazione degli autori del lavoro. Ciò non è giusto per quelli che invece non vengono identificati.Il problema di assicurare una valutazione equilibrata e non distorta degli articoli inviati potrebbe più semplicemente essere risolto: a) facendo in modo che la revisione «in aperto» da parte dei referee sia fatta da persone non solo competenti, ma anche disinteressate, attendibili e note per la loro correttezza; b) garantendo ampia possibilità di accesso alla pubblicazione anche ai gruppi «minori» o agli autori che lavorano fuori dalle istituzioni più note, purché ovviamente i loro articoli soddisfino gli standard di qualità della rivista in questione. Il punto cruciale, dunque, è la scelta dei referee, scelta che spetta quasi sempre al direttore della rivista.
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Cirillo, Giovanni. « "Vendita di pacchetti turistici" tramite Groupon e responsabilità per l'inadempimento dei servizi promessi ». RIVISTA ITALIANA DI DIRITTO DEL TURISMO, no 20 (octobre 2018) : 350–83. http://dx.doi.org/10.3280/dt2017-020009.

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Résumé :
La prima questione analizzata riguarda la scelta inadeguata della legge di riferimento operata dal giudice; una seconda importante questione riguarda invece la possibilità che una combinazione di servizi comprensivi di vitto e alloggio possa essere considerata un "pacchetto" secondo la definizione giuridicamente prevista: la relativa analisi, che viene effettuata attraverso lo studio degli "altri servizi turistici" - i.e. "non ancillarità" e "rappresentazione di una percentuale significativa" - è necessaria per giustificare l'applicabilità ratione materiae della legislazione sui "contratti del turismo organizzato" al caso di specie, cosa che non è assolutamente scontata, nonostante l'assenza di motivazioni da parte della sentenza su questo punto sembri suggerire il contrario. Quindi, il punto focale della decisione può essere messo in discussione: dopo aver tracciato una ricostruzione schematica del quadro delle categorie soggettive e dei rapporti contrattuali coinvolti nella "vendita di pacchetti", potremmo osservare, da un lato, la posizione assunta da Groupon corporation e, dall'altro, la natura dell'obbligazione non adempiuta. Poiché l'obbligo di eseguire i servizi inclusi nel pacchetto riguarda il "Contratto di viaggio organizzato", la cui parte non è Groupon corporation - che, invece, assume il ruolo di "rivenditore" (o "intermediario") - ma il titolare del resort, è discutibile se l'intermediario possa essere ritenuto responsabile della violazione degli obblighi dell'organizzatore: a questa domanda va risposto negativamente, perché, secondo l'interpretazione più persuasiva dell'art. 43 del "Codice del turismo", questi due soggetti non sono responsabili in solido, ma ciascuno di essi risponde solo per gli obblighi che ha personalmente assunto nei confronti del turista.
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Andreula, C. F., et A. Carella. « Malattie metastatiche dell'encefalo ». Rivista di Neuroradiologia 4, no 3_suppl (décembre 1991) : 101–13. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s320.

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Résumé :
La ricerca di metastasi cerebrali in pazienti con anamnesi oncologica positiva avviene mediante l'utilizzo di metodiche avanzate quali la TC e la RM. Il confronto tra le due metodiche si impone per la scelta dell'esame da eseguire, per la valutazione di eventuali falsi negativi preferendo una tecnica, per le considerazioni economiche del rapporto costi- benefici. Tale confronto però dev'essere eseguito ottimizzando al massimo le tecniche per evitare dati tendenziosi e facilmente correggibili. L'utilizzo della tecnica speciale TC con doppia dose di mezzo di contrasto e scansioni ritardate permette un'incremento del 67% di sensibilità della tecnica e il rilievo di circa il 12% di falsi negativi al confronto con la abituale tecnica TC. La RM di base ha una sensibilità sovrapponibile alla TC con tecnica speciale, mediante lo sfruttamento diagnostico della elevata sensibilità delle sequenze a lungo TR e TE per immagini appesantite in T2. L'avvento dei mdc paramagnetici (Gadolinio DTPA) ha permesso un ulteriore incremento di sensibilità della metodica ottenendo un aumento percentuale del 37% su dati di metastasi unica o dubbio di metastasi svelate dalla TC con tecnica speciale. Tali dati apparsi in letteratura concordano con la nostra esperienza personale, con minime variazioni percentuali. In conclusione è nostra opinione prospettare la necessità di adottare nel protocollo diagnostico della ricerca di metastasi la RM con mezzo di contrasto per le sue maggiori percentuali di sensibilità ed anche di specificità. Solo nei casi di difficile accesso agli impianti di RM si farà ricordo alla TC con tecnica speciale di doppia dose di mdc e scansioni ritardata; a sospetto molto fondato di presenza di metastasi e quadro TC negativo bisognerà ricorrere comunque alla RM con gadolinio DTPA. Tale ricerca meticolosa di un numero di metastasi diverso da uno risiede nella differente possibilità terapeutica chirurgica delle metastasi solitarie, con incremento della qualità e della quantità di vita.
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Perniola, R., L. R. Forleo et A. D. Marsico. « Evoluzione della tecnica d'innesto su barbatella radicata ». BIO Web of Conferences 15 (2019) : 01024. http://dx.doi.org/10.1051/bioconf/20191501024.

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Résumé :
In viticoltura, per la realizzazione di nuovi impianti sono utilizzate piante bimembri ottenute in vivaio o direttamente in campo. Negli ultimi anni, allo scopo di ottenere rapidamente nuovi impianti, si sta diffondendo la tecnica dell'innesto su barbatella radicata. Tale tecnica, realizzata in vivaio, prevede l'innesto a tavolino delle marze della varietà scelta su barbatelle radicate di portainnesto di specie di Vitis americane. Dopo un periodo di forzatura e ambientamento in vivaio, le piantine vengono messe a dimora in campo, nello stesso anno di realizzazione dell'innesto. Al fine di valutare tale tecnica, presso il CREA – Viticoltura ed enologia sede di Turi, è stata sperimentata la possibilità di utilizzare due differenti tipologie d'innesto su diversi portinnesti. Per assicurare una buona resistenza del punto d'innesto ed una buona protezione dalla contaminazione e dalla disidratazione è stato utilizzato un materiale di saldatura costituito da una pellicola elastica e semitrasparente. La sperimentazione è stata condotta per due anni, su 12 varietà di uve da tavola di recente costituzione. I risultati hanno mostrato buoni attecchimenti e saldatura dei bionti. Alcune differenze sono state riscontrate sui portinnesti utilizzati e sui tempi di germogliamento dopo l'innesto.
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Bellieni, Carlo V. « Privacy fetale ». Medicina e Morale 53, no 4 (31 août 2004) : 793–803. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2004.633.

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Résumé :
Nuovi scenari clinici si stanno affermando nel settore della medicina prenatale. In alcuni casi le conseguenze sono patologiche per la prole. Vengono esaminati alcuni degli effetti di tre scenari: abuso della diagnosi prenatale a fini di selezionare embrioni paradossalmente portatori di anomalie, diagnosi prenatale invasiva e fecondazione in vitro. L’autore fa delle considerazioni sui loro effetti collaterali, sul modo con cui talora sono utilizzati e sulla necessità di tutelare il feto, che porterà poi le conseguenze di eventuali, seppur rari, effetti collaterali. Infatti, se stanno aumentando le possibilità di “scelta” per i genitori, diminuiscono le garanzie per chi nascerà. Le conseguenze di questo “consumismo prenatale” non sono più solo la soppressione del nascituro, ma un rischio di disabilità per chi nasce. Viene poi considerato il problema dell’intrusione nella sfera della privacy del feto, del suo patrimonio genetico, del suo rischio di essere portatore di malattie nel corso della vita. Spesso infatti queste informazioni non hanno lo scopo di curare, ma di prevenire la nascita di feti affetti da caratteristiche che i genitori non vogliono. Siamo di fronte ad un atto medico fatto nell’interesse del paziente o ad un abuso che mai sarebbe possibile compiere su un essere già nato? Una volta decodificate, le informazioni sulla salute non saranno più una proprietà privata del paziente, ma già saranno note ai suoi genitori e possibilmente a lui stesso quando sarà nato, senza che egli/lei lo abbia richiesto. Queste informazioni possono essere ritorte contro di lui sia dal punto di vista di rischio per la sua soppressione prenatale, che da quello della coscienza di sé che già dall’età infantile potrebbe conoscersi predestinato a possibili tendenze e patologie.
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Leonardi, M., E. Biasizzo, R. Daidone, G. Fabris, A. Lavaroni et T. Penco. « Il mezzo di contrasto in tomografia computerizzata cerebrale scelta delle dosi una nuova proposta ». Rivista di Neuroradiologia 1, no 2 (août 1988) : 181–84. http://dx.doi.org/10.1177/197140098800100209.

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Résumé :
L'introduzione dei mezzi di contrasto non-jonici ha presentato da un lato maggiori possibilità di impiego sia per la maggiore tollerabilità che per la differente azione farmacologica e dall'altro nuovi problemi legati ai costi elevati. Il mezzo di contrasto non-jonico che non altera la barriera emato-encefalica e permane più lungamente nei vasi determina un più marcato e più prolungato effetto contrastografico vascolare. Gli autori presentano un confronto fra TC cerebrali effettuate con diversi mezzi di contrasto iniettati per via endovenosa in diverse dosi. Le differenze di accentuazione di contrasto (enhancement) sono valutate in percentuale con densitometro ottico, fra esami effettuati prima e dopo iniezione endovenosa del contrasto. Viene proposto l'impiego del contrasto non-jonico in dose ridotta rispetto a quella tradizionalmente impiegata. I risultati sono soddisfacenti sia sul piano iconografico, che della pratica clinica, che economico.
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Siwecki, Leon. « Linguaggio Teologico su Dio incomprensibile e ineffabile ». Roczniki Teologiczne 69, no 2 (24 février 2022) : 37–55. http://dx.doi.org/10.18290/rt22692.3.

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L’articolo sviluppa alcune riflessioni circa la conoscenza «teologica» di Dio, le sue condizioni di possibilità, la sua natura, i suoi strumenti e i suoi limiti. La conoscenza teologica di Dio è quella che scaturisce dalla sua libera autocomunicazione, ed è dunque distinta, senza esserne separata, dalla conoscenza «naturale». In primo luogo l’articolo presenta il concetto teologico di Mistero poi riflette i limiti e i modelli del linguaggio teologico su Dio; alla fine approfondisce l’idea dell’analogia, come regola cristiana del linguaggio su Dio. La conoscienza cristiana di Dio non è soltanto conoscenza dell’Essere assoluto, ma anche e propriamente dell’Essere personale e interpersonale in dialogo con noi. La conoscenza personale ha certo un momento concettuale, in quanto si tratta di conoscenza propriamente umana, ma anche e soprattutto una profondità a‑concettuale, in quanto si basa sulla simpatia o più profondamente sulla «connaturalità» (connaturalitas, per usare il termine di San Tommaso), che indica un momento di libera scelta (tendenzialmente reciproca), e sulla presenza del «Tu» come realtà della nostra vita. Ogni linguaggio teologico suppone un’esperienza religiosa come incontro personale col Dio della fede, incomprensibile e ineffabile.
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Lisi, P., R. Corciulo et R. Russo. « Nuove linee guida ISPD per il trattamento della peritonite in dialisi peritoneale : cosa c'è di nuovo ? » Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 23, no 1 (24 janvier 2018) : 20–25. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2011.1455.

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Résumé :
La peritonite rappresenta la principale complicanza legata alla dialisi peritoneale. Sin dal 1983, l'International Society of Peirtoneal Dialysis (ISPD) ha elaborato delle linee guida, revisionate e aggiornate più volte sino al 2010, su prevenzione, diagnosi e trattamento delle infezioni correlate alla dialisi peritoneale. Tutti i pazienti in trattamento peritoneo-dialitico, che presentano un liquido di drenaggio torbido, devono iniziare una terapia antibiotica empirica, ad ampio spettro, per via intraperitoneale ed eseguire esami colturali. La prima scelta resta la vancomicina associata a cefalosporine di terza generazione o aminoglicosidi. In seguito la terapia deve essere modificata sulla base dell'anfibiogramma. La rimozione del catetere peritoneale è indicata in caso di peritoniti refrattarie e recidivanti, micotiche, infezioni croniche del tunnel e dell'exit-site. La terapia deve avere una durata non inferiore alle due settimane. I pazienti che rispondono lentamente, devono proseguire la terapia per almeno tre settimane. Le nuove linee guida, come quelle del 2005, non forniscono indicazioni precise sugli antibiotici da usare. Gli studi effettuati negli ultimi cinque anni hanno ampliato le possibilità terapeutiche nei casi di resistenza o intolleranza, pur non supportando con forte evidenza le opinioni presenti nelle precedenti linee guida.
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Vaghi, M. A., M. G. Bruzzone, A. Costa, M. Grisoli, E. Ciceri et A. Allegranza. « La risonanza magnetica e le malformazioni vascolari ». Rivista di Neuroradiologia 4, no 3_suppl (décembre 1991) : 37–44. http://dx.doi.org/10.1177/19714009910040s308.

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Résumé :
La diagnosi di natura delle malformazioni vascolari influisce sulla scelta del trattamento, sia esso chirurgico, intervenzionale o conservativo. Nel caso di MAV lo studio angiografico è necessario e sufficiente, tuttavia le informazioni che la RM è in grado di fornire sulle strutture anatomiche coinvolte dalla lesione sono così importanti da giustificare un esame con RM anche ‘a posteriori», quando l'angiografia è stata eseguita in una procedura d'urgenza. La RM, in quanto esame non invasivo per eccellenza, è molto utile nei controlli dopo l'atto terapeutico, sia esso chirurgico sia esso di angiografia intervenzionale. Quando la MAV è solo durale, la RM come controllo dei casi trattati ha un valore relativo, può tuttavia dimostrare un'eventuale diminuzione di flusso. La possibilità di riconoscere un angioma venoso alla RM è importante perché frequentemente queste lesioni non sono di interesse chirurgico e, in tal caso, un esame invasivo come l'angiografia può essere risparmiato. Per le ragioni sovraesposte l'angioma cavernoso non può essere diagnosticato con certezza sulla base della sola RM. Tuttavia l'immagine caratteristica anche se non patognomonica composta da segnali di sanguinamenti avvenuti in epoche diverse e accompagnata da angiografia negativa, depone per la diagnosi di angioma cavernoso con un ragionevole margine di affidabilità. Peraltro bisogna sempre tener presente la diagnosi differenziale con un tumore maligno che abbia sanguinato. Anche in questo caso il controllo di RM, meglio con contrasto paramagnetico, rappresenta nella maggior parte dei casi il mezzo più utile e meno invasivo.
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Cerruti, Marco. « Terapie fetali : questioni etiche / Fetal therapies : ethical issues ». Medicina e Morale 65, no 4 (6 octobre 2016) : 403–32. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.441.

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Le diagnosi prenatali sono in grado oggi di individuare numerose patologie che, se curate durante la gravidanza, comportano la guarigione o minori danni per il feto. Queste terapie richiedono però, prima della loro esecuzione, una valutazione etica. La prima parte presenta le varie fasi in cui è possibile intervenire (durante la gravidanza o dopo il parto). Ci sono anche patologie per le quali non esistono cure e che possono portare all’aborto eugenetico, contrario alla dignità dell’essere umano ed emblematico della cultura dello scarto. In questo percorso è fondamentale il counselling. La parte successiva analizza le possibilità terapeutiche. Innanzitutto è opportuno attuare con la coppia una terapia educazionale per comprendere il problema nel suo complesso e consentire una scelta consapevole. Quindi vengono presentate le tecniche d’intervento (medica, trasfusionale, chirurgica, genica). Per le situazioni più drammatiche si indica l’importanza di una terapia dell’accoglienza, anche attraverso le cure palliative e l’esperienza degli hospice perinatali. La terza parte focalizza i criteri di accesso alle terapie fetali in una prospettiva etica. Anzitutto la considerazione del feto come paziente, da trattare con un approccio individualizzato e proporzionato. Si considera inoltre la necessità di un consenso pienamente informato dei genitori, anche per gli interventi di natura sperimentale, e la valutazione delle ulteriori conseguenze della terapia fetale a medio e lungo termine. Quindi viene motivato il rifiuto dell’accanimento terapeutico che può comportare la rinuncia all’ intervento. Una riflessione finale riguarda l’elevato costo dell’intero processo in un’ottica di equità e sostenibilità delle cure. In conclusione, la considerazione del feto come soggetto di cui ci si prende cura e un approccio adeguato al processo diagnosi-prognosi-terapia, consentono di qualificare gli interventi di terapia fetale eticamente corretti per il bene del bambino.----------Through prenatal diagnosis it is nowadays possible to identify several pathologies which, if treated during pregnancy, can result in complete healing or in lesser damages to the fetus. These therapies, however, require an ethical assessment prior to their execution. Part one introduces the various stages in which a clinical intervention is possible (during pregnancy or after delivery). There are a number of pathologies for which no therapy is available and which may lead to eugenic abortion. This is against the dignity of the human being and it is emblematic of a “culture of waste”. In such circumstance, counselling is fundamental. The following section analyzes therapeutic opportunities. First of all, it is appropriate to involve the couple in an “educational therapy” in order to have them understand the problem as a whole and foster an informed choice. Subsequently, intervention techniques are presented (treatment, transfusion, surgery, genetics). For particularly unfortunate situations, the importance of a “welcome therapy”, of the perinatal hospice and palliative care is highlighted. The subsequent section focuses on access criteria to fetal therapies from an ethical perspective. First, the fetus is regarded as a patient to be treated with a personalized and proportionate approach. In addition, the need of an informed consent by parents is highlighted, also for experimental operations, and this leads to the assessment of further consequences that fetal therapy may have in the short-medium term. Also, the refusal of therapeutic persistence is analyzed, which may lead to renouncing treatment. A last consideration concerns the high cost of the whole procedure in terms of equity and sustainability of therapies. Finally, by regarding the fetus as a subject to take care of and fostering an adequate approach to the diagnosis-prognosis- therapy process, fetal therapies may be defined as ethically correct for the welfare well being of the child.
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Marzano, Annalisa. « Trajanic building projects on base-metal denominations and audience targeting ». Papers of the British School at Rome 77 (novembre 2009) : 125–58. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000064.

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La monetazione imperiale è generalmente riconosciuta come uno dei mezzi usati dall'amministrazione centrale per diffondere messaggi ideologici specifici, anche se la misura in cui messaggi particolari potevano essere compresi dall'ampio spettro della società romana rimane oggetto di dibattito. Ancora più problematica resta la questione se specifici tipi monetali erano scelti in base alle differenti denominazioni (metalli preziosi rispetto a metalli vili), quindi tenendo in conto il sostrato sociale e geografico del potenziale fruitore delle monete. Lo studio vuole indagare la possibilità dello sviluppo di messaggi diversi a seconda delle utenze nelle monete traianee recanti tipi architettonici della zecca di Roma, e quindi compara queste questioni con monete simili emesse sotto gli imperatori Flavii e Adriano. L'analisi spiega come i progetti edilizi che avevano una rilevanza primaria per la popolazione di Roma, come il restauro del Circo Massimo, furono ricordati solo su monete di metallo non preziosi, mentre progetti che avevano una più ampia risonanza nell'impero, come è il caso del Foro di Traiano, furono rappresentati su monete di metalli preziosi, mostrando quindi che in casi specifici può essere individuato un chiaro modello dello sviluppo di messaggi diversi a seconda delle utenze.
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Andrich, Renzo. « La scelta degli ausili tecnici appropriati ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2012) : 55–60. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003009.

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A fronte delle potenzialitŕ offerte dai continui sviluppi tecnologici, il problema principale non č oggi l'indisponibilitŕ di ausili, ma la possibilitŕ di individuare quali siano le tecnologie giuste per una soluzione personalizzata nel singolo caso, come acquisirle, assemblarle, come imparare ad usarle efficacemente. Nel presente contributo analizzeremo il modo in cui i modelli tradizionali di "assistenza protesica" possono evolvere verso modelli piů moderni di "accompagnamento" dell'utente nella scelta delle tecnologie, nei quali l'informazione sulle tecnologie disponibili e l'educazione dell'utente all'autonomia giocano un ruolo sostanziale. Questi concetti verranno esemplificati con casi di studio e strumenti innovativi tratti dall'esperienza del Polo Tecnologico e del Servizio DAT (Domotica Ausili Terapia Occupazionale) della Fondazione Don Gnocchi di Milano.
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Bravi, Marina, Sergio Giaccaria et Antonio Talarico. « Affitto o proprietŕ ? Un modello di scelta residenziale urbana ». SCIENZE REGIONALI, no 2 (juillet 2010) : 47–70. http://dx.doi.org/10.3280/scre2010-002003.

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Résumé :
Numerosi studi evidenziano la correlazione tra scelte di tenure - affitto o proprietŕ - e i fenomeni di mobilitŕ residenziale. L'articolo illustra i risultati di un'analisi alla scala urbana su un campione di affittuari e proprietari. Il livello di attrattivitŕ della proprietŕ residenziale e l'effetto dell'housing affordability vengono esaminati attraverso un modello ad utilitŕ stocastica, confermando una riduzione delle possibilitŕ di accesso alla proprietŕ, anche in relazione al canone di locazione originario dei movers. Vengono inoltre simulati dei canoni teorici di accesso ottimale al mercato della proprietŕ. La divergenza tra i valori simulati e i canoni effettivamente rilevati nello stesso contesto, viene presentata come indicatore di disagio abitativo.
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Schmidt, Manfred G. « LE DETERMINANTI POLITICHE DELLA DISOCCUPAZIONE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 16, no 1 (avril 1986) : 3–43. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200015707.

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IntroduzioneFra gli anni settanta e ottanta, i governi dell'occidente si sono trovati di fronte a una sfida senza precedenti. Il declino della crescita economica, un forte aumento delle aspettative inflazionistiche, bilance dei pagamenti in deficit, pressioni da costi e tendenze deflazionistiche hanno reso difficile la coesistenza fra il bisogno di flessibilità delle economie miste, il mantenimento della stabilità monetaria, la salvaguardia dell'occupazione e alti livelli di welfare. In confronto agli anni sessanta e ai primi anni settanta, la possibilità di compiere scelte pubbliche indolori si è molto ridotta.
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Verrucchi, Paola. « Ma io preferisco il mare ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 35 (septembre 2021) : 83–91. http://dx.doi.org/10.3280/eds2021-035007.

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Résumé :
Da alcuni secoli il livello di specializzazione della conoscenza impone scelte net-te rispetto alla disciplina per la quale si vogliono acquisire competenze approfondite. Tali scelte implicano la rinuncia ad esplorare discipline diverse, rinuncia che può trasformarsi in un isolamento tanto marcato da generare vero e pro-prio disagio. In questo breve saggio si considera la possibilità di superare l'isolamento specialistico monodisciplinare attraverso l'esercizio di una narrazione delle proprie competenze che sia rispettosa del livello di conoscenza altrui e l'ascolto curioso di chi ha fatto scelte diverse ed acquisito altre competenze. Facendo in particolare riferimento al caso della Meccanica Quantistica, l'autrice suggerisce che il dialogo interdisciplinare che può svilupparsi grazie a questo esercizio possa essere strumento prezioso per apprezzare al meglio l'apertura collettiva verso conoscenze sempre più vaste.
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Donatelli, Piergiorgio. « Scelta, libertŕ e rispetto della vita ». PARADIGMI, no 1 (avril 2011) : 113–26. http://dx.doi.org/10.3280/para2011-001007.

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Résumé :
Gli sviluppi della medicina hanno introdotto inedite possibilitŕ di intervento e di scelta riguardo ai problemi di inizio e fine della vita e hanno con ciň contribuito a trasformare la cultura morale. Molte concezioni filosofiche considerano l'idea di rispetto per questi processi naturali incompatibile con la libertŕ e la responsabilitŕ della scelta. Questo articolo mostra come il concetto di rispetto per la nostra costituzione naturale, elaborato da autori che vanno da Kant a Habermas, si possa coniugare con la difesa della libertŕ e della responsabilitŕ sulla linea segnata dalla tradizione liberale di J.S. Mill.
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Clodio Enre. « Tra arbitrato brasiliano e arbitrato europeo : uno studio sull'Agenzia nazionale delle telecomunicazioni (ANATEL) e sull'Ufficio delle comunicazioni (UFCOM) ». International Journal of Science and Society 4, no 4 (27 octobre 2022) : 183–94. http://dx.doi.org/10.54783/ijsoc.v4i4.564.

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La ricerca dell'arbitrato come mezzo di risoluzione delle controversie è importante per la grande mole di casi sottoposti al giudizio dello Stato - giudice, in numero inversamente proporzionale alla preparazione tecnica di coloro che sono investiti della funzione giurisdizionale per atto statale . Attualmente parlare di composizione extragiudiziale dei conflitti in materia di regolamentazione significa entrare in uno scenario di grandi discussioni e dibattiti. In questo modo, il testo cerca di costruire ragioni per la risoluzione delle controversie nel campo delle telecomunicazioni attraverso l'arbitrato, anche, vista l'esperienza europea, come l'UFCOM. Uno dei compiti delle agenzie di regolamentazione è proprio la soluzione dei conflitti tra attori del settore a livello amministrativo. Analizzando le forme di risoluzione delle controversie nell'Unione Europea, si può evidenziare il peculiare comportamento. Nelle principali controversie che si verificano nel continente, è più comune utilizzare l'arbitrato rispetto alla magistratura. Infatti, l'arbitrato può essere utilizzato da ANATEL come uno strumento importante per garantire una concorrenza ampia, libera e leale tra i fornitori di servizi di telecomunicazioni, in quanto elude la lentezza della magistratura e la possibilità di contenziosi fittizi, consentendo la rapida adozione di una decisione che spesso lede i diritti di un gran numero di utenti dei servizi di telecomunicazione. L'alto prestigio di cui godono questi metodi di risoluzione delle controversie rende omaggio alla loro caratteristica di essere un forum neutrale posizionato lontano da un'agenzia di regolamentazione di un determinato paese e vicino a arbitri scelti di comune accordo, o anche collegato ad istituzioni internazionali che forniscono i servizi di arbitrato nelle controversie commerciali.
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Giovanola, Benedetta. « Etica, economia e giustizia sociale : č possibile "quadrare il cerchio" ? » PARADIGMI, no 1 (avril 2010) : 87–100. http://dx.doi.org/10.3280/para2010-001007.

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La crisi attuale ci impone di interrogarci sulla possibilitŕ di paradigmi capaci di "quadrare il cerchio" tra benessere economico, coesione sociale e libertŕ politica. Il presente contributo discute la proposta elaborata dai principali esponenti del capability approach, l'economista indiano Amartya Sen e la filosofa americana Martha Nussbaum, mostrandone la riflessione critica sull'impianto normativo alla base dei processi economici (&sect; 1) e delle scelte pubbliche (&sect; 2), e prestando attenzione al ruolo delle politiche in ordine alla promozione di modelli di sviluppo e di convivenza (&sect; 3). La tesi č che un mutamento nei paradigmi dominanti č possibile solo a partire dal riconoscimento della dimensione etica connessa sia ai processi economici sia ai processi deliberativi propri della sfera pubblica.
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da Empoli, Domenico. « Duncan Black and Luigi Einaudi ». Journal of Public Finance and Public Choice 9, no 2 (1 octobre 1991) : 89–94. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345270.

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Abstract Duncan Black è venuto meno il 14 gennaio 1991, in un anno, quindi, nel quale ricorre il trentesimo anniversario della scomparsa di Luigi Einaudi (1874-1961), cosa che rende molto attuale il ricordo delle relazioni intercorse tra questi due studiosi.Sebbene Duncan Black avesse pensato alia possibilità di costruire una teoria pura della politica sin dall’inizio delle sue meditazioni scientifiche, le sue prime opere furono dedicate alia scienza delle finanze, favorendo il contatto di Black con gli studi italiani in materia. Quando pubblicò il suo volume sull’incidenza delle imposte sul reddito (nel 1939), Black ne inviò copia ad Einaudi, che la fece recensire sulla sua rivista e lo ringraziò, ponendogli alcuni quesiti, cui Black rispose con una lettera che viene qui riprodotta. Si apprende da tale lettera che, tra l’altro, Black aveva intenzione di pubblicare un’antologia di scritti italiani di scienza delle finanze, cosa che fu impedita dalla guerra mondiale.Durante gli anni ‘50, Black aveva tentato di scrivere un articolo sull’opera di Mauro Fasiani, ma i suoi eccessivi scrupoli lo indussero a desistere. Nel 1983, quando Economia delle scelte pubbliche aveva iniziato le pubblicazioni, Black inviò alia direzione una lettera nella quale rendeva testimonianza della sua considerazione nei riguardi della teoria finanziaria italiana. Questa sua testimonianza è apparsa nel secondo numero della rivista, con il titolo «Personal Recollections» (n. 2 del 1983), dopo che lo stesso Black aveva autorizzato la sua pubblicazione, con una lettera che è anch’essa qui riprodotta.
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Bugnone, Luca. « Le ali della Dea. Polissena e la Valle di Susa // Wings of the Goddess. Polyxena and the Susa Valley // Las alas de la diosa : Polissena y el Valle de Susa ». Ecozon@ : European Journal of Literature, Culture and Environment 9, no 2 (24 octobre 2018) : 122–41. http://dx.doi.org/10.37536/ecozona.2018.9.2.2319.

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Formata dal movimento dei ghiacciai quaternari, la Valle di Susa è una valle alpina nel Nord Ovest italiano. Luminoso esempio di “materia narrante”, è anche terreno di scontro tra iniziative conservazionistiche e progetti infrastrutturali transnazionali. Il progetto dell’alta velocità-capacità ferroviaria, o TAV, è stato oggetto di dure critiche. Dagli anni Novanta, grandi mobilitazioni riunite sotto il vessillo No TAV dalla valle si sono estese all’intero territorio nazionale. Parallelamente, il TAV gode l’appoggio bipartisan delle forze politiche. Diversi progetti preliminari sono stati stracciati nel tentativo di sedare un conflitto quasi trentennale con le comunità locali, un conflitto che buona parte della popolazione descrive come “resistenza”, riallacciandosi all’epopea partigiana contro la piaga nazista. Il 28 luglio 2017, il Movimento No TAV ha annunciato il rinvenimento della sgargiante Zerynthia polyxena presso il torrente Clarea. Questa farfalla è inserita nella Direttiva Habitat, adottata dall’Unione europea nel 1992 per promuovere la tutela della biodiversità. Tuttavia, l’area è stata scelta come nuovo sito di cantiere da TELT, Promotore Pubblico responsabile della realizzazione e gestione della sezione transfrontaliera della futura linea Torino-Lyon. La notizia offre una lettura inedita del rapporto fra umano, tecnologia e ambiente in un contesto di altissima tensione economica e sociale quale è la Val di Susa. Nell'Ecuba, Euripide racconta che Polissena, principessa troiana, preferì farsi uccidere piuttosto che diventare schiava. La vicenda di Polissena è il cavallo di legno che introduce nel dibattito sul progetto del TAV l’assunto per cui “la liberazione della natura così ardentemente desiderata dagli ambientalisti non potrà mai essere pienamente ottenuta senza la liberazione della donna” (Gaard). Una nuova possibilità per il Movimento No TAV di far sentire la propria voce sarà illuminando la verità che il corpo della Terra e i corpi delle donne sono un unico corpo soggiogato e subordinato all’uomo, vittime dello stesso pregiudizio, quello di essere predisposti a uno scopo: compiacere, nutrire, servire. Ho ripercorso una china che va da La Dea Bianca di Robert Graves alla stregoneria al fascismo, guidato da alcune eroine letterarie. Coniugando idealmente l’ecofemminismo alla teoria designata da Edward Lorenz, battendo le ali Polissena può davvero scatenare un uragano. Abstract Formed by the movement of large ice sheets during the Quaternary glaciations, the Susa Valley is an alpine site in northwestern Italy. It is a luminous example of “storied matter,” but it is also a battlefield between visions of wild nature and the plans of “crossnational” infrastructures. The planned TAV (Treno Alta Velocità, or high-speed train) line has been the source of heavy criticism: since the 1990s, an intense mobilization has spread from the valley all across Italy under the banner of the “No TAV” movement. The TAV project has since enjoyed unwavering political support from the members of parliament, right-wing and left-wing alike. Several preliminary drafts have been overturned in the attempt to quell a three-decades–long clash with the communities, a clash that most of the local people depict as “resistance,” latching on to the partisans’ epic stories of endurance against the Nazi scourge that took place in the valley. On July 28, 2017, the No TAV movement announced the discovery of the rare and striking butterfly Zerynthia polyxena, among the rare, threatened, or endemic species in the European Union listed in the Habitat Directive adopted in 1992. Yet, the area has been chosen as the new construction site by the company entrusted with the management of the cross-border section of the high-speed railway line between Turin and Lyon (a.k.a. TELT). This piece of news provides an original point of view to address the relationship between human and non-human agencies in a context of economic and social tension such as the Susa Valley. In this paper, I compare contemporary circumstances in the valley to the ancient Greek myth of Polyxena. In the tragedy Hecuba, the dramatist Euripides describes Polyxena as the Trojan princess who prefers to kill herself rather than become a slave. Hence, the butterfly that carries her name might become a Trojan horse enshrining the idea that “the liberation of nature so ardently desired by environmentalists will not be fully effected without the liberation of women” (G. Gaard). Combining various critical strains within the Environmental Humanities–from ecofeminism and biosemiotics to environmental history and new materialism–I suggest that richer, more encompassing narratives will be generated only when the similar fate of subjugation experienced by non-human bodies and the bodies of women will be more widely recognized. I carve a meandering spatio-temporal narrative path that goes from Robert Graves’ The White Goddess to witch trials and fascism, attempting to follow an erratic fluttering pattern amongst the voices of literature. It is the very slanted figure eight pattern that Polyxena makes with its wings, and by which, according to the theory designated by Edward Lorenz, a hurricane could grow, bringing alternative world visions.Resumen Formado por el movimiento de grandes capas de hielo durante las glaciaciones cuaternarias, el valle de Susa es un enclave alpino en el noroeste de Italia. Es un ejemplo luminoso de “materia narrada”, pero también es un campo de batalla entre las visiones de la naturaleza salvaje y los planes de las infraestructuras “transnacionales”. La línea TAV (“Treno Alta Velocità” o tren de alta velocidad) ha sido objeto de fuertes críticas: desde la década de 1990 se ha extendido en toda Italia una intensa movilización bajo el lema del movimiento “No TAV”. Desde entonces, el proyecto TAV ha gozado de un apoyo político inquebrantable por parte de los miembros del parlamento, tanto de derecha como de izquierda. Varios proyectos preliminares han sido revocados en un intento de sofocar un enfrentamiento de tres décadas con las comunidades, un choque que la mayoría de la población local concibe como “resistencia”, con referencia a las épicas historias de resistencia de los partisanos contra el flagelo nazi que tuvo lugar en el valle. El 28 de julio de 2017, el movimiento No TAV anunció el descubrimiento de la sorprendente mariposa Zerynthia polyxena, entre las especies raras, amenazadas o endémicas de la Unión Europea, enumeradas en la Directiva Hábitat adoptada en 1992. Sin embargo, el lugar ha sido elegido como el nuevo sitio de construcción por la empresa encargada de la gestión del tramo transfronterizo de la línea ferroviaria de alta velocidad entre Turín y Lyon (también conocido como TELT). Esta noticia proporciona un punto de vista original para abordar la relación entre los seres humanos y el medio ambiente en un contexto de tensión económica y social como el Valle de Susa. En este artículo, comparo las circunstancias contemporáneas en el valle con el antiguo mito griego de Políxena. En la tragedia Hécuba, el dramaturgo Eurípides describe a Políxena como la princesa troyana que prefiere suicidarse antes que ser una esclava. Por lo tanto, la mariposa que lleva su nombre podría convertirse en un caballo de Troya que consagre la idea de que “la liberación de la naturaleza tan ardientemente deseada por los ecologistas no se realizará completamente sin la liberación de las mujeres” (G. Gaard). Combinando varias tendencias críticas dentro de las ciencias humanas ambientales—desde el ecofeminismo y la biosemiótica hasta la historia ambiental y los nuevos materialismos—sugiero que se generarán narrativas más ricas e incluyentes sólo cuando el destino similar de subyugación experimentado por cuerpos no humanos y cuerpos de mujeres sea más ampliamente reconocido. Trazo una ruta narrativa espacio-temporal serpenteante que va desde La Diosa Blanca de Robert Graves hasta los juicios de brujas y el fascismo, tratando de seguir un patrón de aleteo errático entre las voces de la literatura. Es el patrón inclinado de la figura de ocho que hace Políxena con sus alas, y por obra del cual, de acuerdo con la teoría designada por Edward Lorenz, un huracán podría crecer, trayendo visiones alternativas del mundo.
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Furlan, Cristiana. « La rinascita al termine del viaggio. Seguendo i 'movimenti' di Camere separate di Pier Vittorio Tondelli ». Quaderni d'italianistica 28, no 2 (1 juin 2007) : 163–80. http://dx.doi.org/10.33137/q.i..v28i2.8526.

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"La rinascita al termine del viaggio. Seguendo i movimenti di Camere separate" esamina l'interazione fra il tema del viaggio e quello della rigenerazione nel romanzo di Pier Vittorio Tondelli. L'articolo procede investigando le modalità scelte dall'autore per descrivere il personale sviluppo cognitivo del protagonista e, contemporaneamente, proponendo una lettura in chiave etica delle conseguenze di tale sviluppo. Tale approccio è supportato dalla considerazione che i momenti cruciali del romanzo sono quelli in cui il protagonista, per effetto della dinamica morte-rinascita, si percepisce come essere duplice, ovvero come padre e figlio. Sé ed Altro. Lanalisi della dimensione etica si propone di approfondire quest'ultimo rapporto, esaminandolo nei termini proposti da Emmanuel Lévinas che vede nella relazione con l'alterità non un momento di reciproca soppressione o annullamento, bensì una possibilità conoscitiva della diversità senza che quest'ultima venga eliminata a vantaggio del Sé.
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Toraldo, Domenico Maurizio. « Il trattamento del cancro polmonare : evidenze scientifiche e valori bioetici in conflitto nelle scelte terapeutiche ». Medicina e Morale 50, no 4 (31 août 2001) : 741–78. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2001.732.

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Résumé :
Il cancro del polmone costituisce una delle principali cause di morte dei paesi europei. La malattia se inoperabile ha una prognosi generalmente infausta e circa l’80% dei pazienti muore entro un anno dalla diagnosi. Stabilire un efficace piano di trattamento costituisce una priorità di salute pubblica e oggetto di continuo dibattito scientifico. La diagnosi precoce offre la possibilità al malato di usufruire del trattamento chirurgico che può guarire la malattia. La polichemioterapia e la radioterapia si rivelano spesso fallimentari e nel migliore dei casi possono allungare di qualche mese la vita del malato al costo di sofferenze importanti. Nella pratica clinica in molti ospedali italiani pur non esistendo un protocollo diagnostico-terapeutico di riferimento, e il trattamento medico viene proposto, nella maggior parte dei casi, senza un adeguato consenso informato che spieghi al paziente le difficoltà e la complessità terapeutiche ed il paziente nella maggior parte dei casi non partecipa alle decisioni che lo riguardano. L’Autore attraverso una revisione della letteratura scientifica recente mette a punto il problema dal punto di vista tecnico e affronta contestualmente i numerosi problemi bioetici e deontologici sollevati dall’assenza sia di un’etica della comunicazione nelle problematiche della diagnosi e della terapia sia della relazione di cura cioè nella conduzione della terapia nel tempo, mettendo in evidenza le inesauribili possibilità curative che il medico dovrebbe evidenziare con la su presenza e con il suo attaccamento al malato. Viene analizzato il ruolo decisivo del medico nelle ultime fasi della vita del paziente e l’utilità della medicina palliativa nella sedazione del dolore e nel controllo dei sintomi come forma di rispetto della dignità della persona. Infine l’Autore auspica la necessità di una formazione etica e deontologica attraverso corsi di aggiornamento obbligatorio del medico ospedaliero per poter acquisire una consapevolezza dei valori in gioco.
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Tacchi, Enrico M. « La scacchiera di Schelling : un modello per l'analisi della segregazione urbana ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 92 (février 2011) : 167–79. http://dx.doi.org/10.3280/sur2010-092011.

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Le dinamiche della segregazione residenziale in Italia sono un tema emergente di discussione della coesistenza interetnica. Questo articolo presenta il contributo di Schelling su tale argomento. Nel XX secolo, diversi autori hanno elaborato un certo numero di indici di segregazione. Schelling ha proposto di studiare la segregazione residenziale utilizzando un modello lineare e un modello a scacchiera. La metafora della linea consente di avere una sequenza illimitata di simboli, mentre la metafora della scacchiera introduce restrizioni ai vicinati, con i suoi confini e i suoi angoli. La persistente vitalitŕ del pensiero di Schelling per lo studio della segregazione sociale nelle cittŕ dipende soprattutto dalle scoperte sulle relazioni inattese tra le scelte residenziali degli individui e la segregazione complessiva dei vicinati. Pertanto, una cittŕ integrata puň condurre alla segregazione anche qualora nessun attore individuale desiderasse la segregazione risultante. Tutto ciň solleva seri dubbi sulla reale possibilitŕ delle politiche pubbliche di perseguire l'integrazione residenziale promuovendo l'apertura e la tolleranza della diversitŕ.
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Pannarale, Luigi, et Michele Bellomo. « Adottanti e adottati. Alla ricerca della famiglia che non c'č ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 1 (juillet 2011) : 149–62. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-001007.

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Molte delle indagini demoscopiche che si sono svolte in Italia negli ultimi anni sul tema del riconoscimento delle coppie di fatto, ivi comprese quelle omosessuali, hanno confermato una percezione ormai largamente condivisa: la maggioranza dell'opinione pubblica italiana č favorevole al riconoscimento di tutte le forme di convivenza. A confermare tale tesi vi č l'ultimo Rapporto Italia 2009 dell'Eurispes, che rileva come piů della metŕ degli italiani, per la maggior parte uomini, č disponibile al riconoscimento delle coppie di fatto, sia eterosessuali che omosessuali e, piů specificamente, sottolinea come che proprio gli uomini sono quelli piů favorevoli al matrimonio tra omosessuali. I dati cambiano significativamente allorquando si passa ad occuparsi del problema delle adozioni: mentre, infatti, una larga maggioranza degli italiani vede con favore l'estensione della possibilitŕ di adottare anche alle coppie eterosessuali non sposate; ancora una minoranza sono quelli che includerebbero tra gli aspiranti adottanti anche le coppie omosessuali. Se si escludono quei paesi che riconoscono anche alle coppie omosessuali la facoltŕ di contrarre matrimonio e di adottare, in molti altri sembra prevalere un atteggiamento di generale cautela. Gli autori evidenziano, tuttavia, come le perduranti resistenze siano fondate su alcuni pregiudizi duri a morire, sia perché ormai appaiono largamente diffuse, per i motivi piů diversi, famiglie in cui genitori omosessuali hanno in affidamento i propri figli, nati in precedenti matrimoni, sia perché numerose decisioni giurisprudenziali escludono drasticamente che l'orientamento sessuale possa essere determinante ai fini della scelta del coniuge al quale affidare i figli minorenni.
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Ciccarelli, Serena. « La bellezza della natura in un clima che cambia ». RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no 2 (septembre 2011) : 79–103. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-002006.

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Il cambiamento climatico č anche una sfida alla protezione dei valori estetici che attribuiamo ai patrimoni naturali dell'umanitŕ. In questo articolo si indaga l'evoluzione recente del concetto di estetica ambientale e il suo legame con l'etica ambientale. La tesi che si sostiene č che ci troviamo di fronte ad un bivio. Se affermiamo l'esistenza di patrimoni naturali dell'umanitŕ basati su un'idea di natura come entitŕ separata e separabile dall'uomo, i criteri estetici si indeboliscono e finiscono per combaciare con una visione ecologica e fisica dell'ambiente. Due le conseguenze: difendere la bellezza della natura diventa un imperativo etico; ci scontriamo con la difficoltŕ di riuscire a trovare oggi, anche di fronte ai cambiamenti ambientali in atto, qualcosa che si possa definire solo natura. L'alternativa č parlare di patrimoni culturali riconoscendo il ruolo fondamentale delle proiezioni culturali nella percezione che abbiamo della natura. Ne deriva la possibilitŕ per l'estetica di tornare ad avere un ruolo importante nella scelta di quali paesaggi, e non piů quale natura, siano belli.
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Zaccaro, Antonella, et Maria Francesca Freda. « Domanda di consulenza genetica e progetto riproduttivo ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (décembre 2012) : 49–74. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-003004.

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La domanda di consulenza genetica prenatale o riproduttiva puo rappresentare, come evidenziato dalla letteratura di riferimento, un passaggio fondamentale nel gestire scelte riproduttive consapevoli in situazioni di rischio genetico. Il presente contributo intende esplorare i processi di significazione che orientano la domanda di consulenza genetica prenatale e riproduttiva, nell'ambito di un piu ampio studio svolto presso il Servizio di Cardiomiologia e Genetica Medica di Napoli e volto ad indagare ed integrare le dinamiche psicologiche entro il processo di consulenza genetica. Il materiale testuale di 17 interviste semi-strutturate, condotte con clienti in fase di pre-consulenza genetica e stato analizzato attraverso la metodologia dell'Interpretative Phenomenological Analysis (IPA) messa a punto da Smith e colleghi. Dalla discussione dei risultati, emerge come i processi di accesso alla consulenza e le vicissitudini della conoscenza siano collegati alle conseguenze che la sola scelta di richiedere una consulenza puo avere sul piano familiare e dei legami inter-/intra-generazionali. Il momento pre-consulenza sembra rappresentare uno spazio in cui i clienti e le loro famiglie iniziano ad esplorare una serie di possibilita di uso della relazione sanitaria in funzione di complicati processi informativi e decisionali condivisi. E nella gestione di tali compiti che assume un ruolo centrale la funzione psicologica collocata in una prospettiva di integrazione a quella medica e che, fin dalla fase pre-consulenza contribuisce al raggiungimento di obiettivi di tutela e di promozione della salute.
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Viglianisi Ferraro, Angelo, André Gonçalo Dias Pereira et Antonio Casciano. « I NUOVI ORIZZONTI DELLA SPERIMENTAZIONE SUGLI ESSERI UMANI E SUGLI EMBRIONI ED I MOLTI INTERROGATIVI ETICO-GIURIDICI ANCORA DA SCIOGLIERE ». Revista Direitos Fundamentais & ; Democracia 26, no 1 (29 avril 2021) : 135–60. http://dx.doi.org/10.25192/issn.1982-0496.rdfd.v26i12193.

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Résumé :
La possibilità di manipolare il genoma umano non è mai stata così vicina, come lo è oggi grazie alla recente evoluzione della tecnologia CRISPR. Le opportunità di superare i problemi di salute o migliorare gli esseri umani sono in esponenziale aumento. Pertanto, il dibattito sulla terapia genica nelle persone umane e negli embrioni umani non è solo un tema rilevante discusso nel mondo accademico, ma un imperativo di urgenza in tutta la società. L’articolo muove dal considerare dapprima il quadro normativo offerto dalle diverse convenzioni internazionali esistenti in materia – con un particolare focus dedicato alla legislazione portoghese ed italiana – al fine di far emergere i principi, per lo più di carattere negativo, che ispirano la disciplina in tema di editing genetico. La riflessione si sposta poi sulla considerazione della tematica relativa alla sperimentazione sugli embrioni umani, i cui limiti, nei diversi Stati, risentono della diversità delle visioni morali con le quali si affronta la questione della dignità dell’embrione. Ma, nonostante la varietà di tali posizioni di partenza, è parso possibile fissare taluni divieti accolti in tutti gli ordinamenti. Infine, il tema della difficile individuazione di confini chiari utili a distinguere tra l’utilizzazione delle terapie geniche e il diffondersi di una cultura eugenetica vera e propria, il cui rischio pare palesarsi non tanto a livello di scelte pubbliche, quanto piuttosto a livello di opzioni che le moderne biotecnologie in tema di procreazione medicalmente assistita mettono a disposizione dei privati cittadini.
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Miklič, Tjaša. « Presenza e valori del passato remoto in riassunti di opere letterarie ». Linguistica 31, no 1 (1 décembre 1991) : 249–58. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.31.1.249-258.

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Résumé :
In una ricerca più ampia sulle possibilita espressive della lingua italiana nel campo della temporalità, e precisamente nella fase dedicata alle caratteristiche di costruzione tipiche di testi riassuntivi e di presentazione (analizzati soprattutto sulla Enciclopedia Garzanti della letteratura [GAR] e sul Dizionario Bompiani de/le opere e dei personaggi [BOM]) si è potuta constatare una molteplicita di modi di presentazione del testo originale. Tale molteplicità risulta, da una parte, dalla maggiore o minore larghezza nell'includere nel testo secondario vari mondi testuali possibili (contenuto narrativo dell'opera originale coni propri mondi testuali, situazione storica a cui quest'opera fa riferimento, vita dell'autore e genesi dell'opera, caratteristiche Ietterarie e commenti valutativi, fortuna dell'opera ecc.) e, dall'atra, dall'utilizzazione di varie modalita espressive messe a disposizione dello scrivente dalla sua competeza linguistica e testuale (disposizione e ordinamento di detti mondi nel testo, procedimenti narrativi, tecniche narrative, modi di inserimento di un secondo discorso ecc.) nonché, infine, dalle scelte fatte nell'associare questi elementi. Nella nostra discussione ci limiteremo a quelle parti della presentazione che si referiscono al riassunto "puro" dell'opera originale.
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Benson, Bruce L. « Understanding Bureaucratic Behavior : Implications from the Public Choice Literature* ». Journal of Public Finance and Public Choice 13, no 2 (1 octobre 1995) : 89–117. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907540101.

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Résumé :
Abstract L’analisi teorica del comportamento burocratico rivela che alcuni problemi tipici del fallimento del mercato non sono facilmente risolvibili attraverso la gestione pubblica. L’applicazione del modello utilizzato dalla scuola delle scelte pubbliche alle istituzioni burocratiche si fonda sull’individualismo metodologico, sull’individuo che massimizza la sua funzione d’utilità e sulle limitate possibility di controllo (scarsità e costo delle informazioni).Muovendo dai fondamentali contributi in materia prodotti da Niskanen, Tullock, Migué-Bélanger, Lindsay e Breton-Wintrobe, Benson esamina le relazioni tra politici, managers e burocrati all’interno dell’ambiente istituzionale che ne influenza i comportamenti. La discrezionalità burocratica può essere limitata da incentivi e vincoli opportunamente fissati, tenendo però presente che la razionalità dei burocrati risponde sempre agli incentivi e vincoli che si trova di fronte.L’inefficienza della burocrazia nasce sia dalla difficoltà o impossibilità di misurarne la performance e dagli alti costi di monitoraggio, sia dall’ambiente culturale nel quale è inserita. Attraverso l’esame di alcune politiche legislative statunitensi, l’Autore giunge alia conclusione che il solo modo di influenzae la performance della burocrazia è attraverso la rivolta fiscale.
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Valtolina, Giovanni Giulio. « Il lavoro "abilitante" : l'inserimento lavorativo delle persone con disabilitŕ in Italia ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 117 (mai 2010) : 134–46. http://dx.doi.org/10.3280/sl2010-117010.

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Résumé :
Sebbene all'Italia sia riconosciuto il merito di aver scelto da tempo modelli di inclusione sociale per le persone disabili e di aver previsto, al riguardo, una serie di supporti legislativi in favore del loro inserimento lavorativo, rimangono ancora da compiere importanti passi in avanti. Dopo la presentazione della legge 68/1999, che introduce per la prima volta il concetto di inserimento "mirato", cioč in un posto di lavoro realmente adeguato alle capacitŕ lavorative della persona disabile, viene posta l'attenzione sui processi di orientamento al lavoro per gli studenti di- sabili e sulle necessarie attivitŕ che devono essere implementate al fine di favorirli, in quanto la possibilitŕ di ricoprire un ruolo professionale congruo alle proprie aspettative e alle proprie abilitŕ costituisce un indiscutibile criterio di valutazione dell'efficacia dei trattamenti realizzati, a diverso titolo e in diversi ambiti, a favore delle persone disabili.
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Mannoni, Tiziano, et Anna Boato. « Archeologia e storia del cantiere di costruzione ». Arqueología de la Arquitectura, no 1 (30 décembre 2002) : 39. http://dx.doi.org/10.3989/arq.arqt.2002.5.

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Résumé :
La storia dell’architettura per più di duecento anni ha cercato di capire la costruzione attraverso le fonti scritte, raggiungendo in ciò una notevole specializzazione. La assai più recente archeologia dell’architettura sta cercando di far parlare il costruito stesso sulla sua storia, ivi compresa quella del cantiere di costruzione. I dati archeologici (sequenze stratigrafiche, datazioni archeologiche, materiali e tecniche costruttive), fatti dialogare con i dati archeometrici (orologi naturali, provenienze, caratteristiche e rarità dei materiali), secondo le regole della cultura materiale (apprendimento e trasmissione del saper fare empirico), permettono di affrontare la conoscenza delle scelte effettuate dai costruttori, le loro possibilità e le loro motivazioni (critica archeologica). E’ a questo punto che la ricerca fa un vero salto di qualità e di quantità se si rileggono con l’occhio dell’archeologo i dati scritti provenienti dai contratti di costruzione, dai permessi pubblici, dalla contabilità del cantiere e dalle stime e perizie delle opere compiute.
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De Pace, Claudia, Fabrizio Stasolla et Giulio Lancioni. « Nuove tecnologie a sostegno del percorso educativo nella disabilitŕ cognitiva grave ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 3 (avril 2012) : 121–31. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-003020.

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Résumé :
Nel presente contributo verranno prese in considerazione le seguenti tecnologie: microswitch, VOCA, clusters di microswitch, programmi computerizzati per la scelta. I microswitch sono il mezzo piů efficace per consentire a persone con disabilitŕ multiple di relazionarsi con l'ambiente e di controllare fonti di stimolazione interessante. I VOCA forniscono a persone con disabilitŕ gravi e multiple (che non sono in grado di comunicare verbalmente) la possibilitŕ di formulare richieste sia finalizzate a cose da ottenere che a persone con cui interagire. I clusters di microswitch sono una risorsa fondamentale per apprestare programmi diretti contemporaneamente al consolidamento di risposte adattive e alla riduzione di comportamenti- problema. I programmi computerizzati per la scelta sono soluzioni tecnologiche che possono avvalersi di stimoli uditivi o visivi che costituiscono possibili target di scelta per persone che non hanno possibilitŕ di raggiungere direttamente tali stimoli nella realtŕ. Per ciascuna di tali tecnologie verrŕ fatto riferimento ad attivitŕ di ricerca giŕ effettuate nell'ambito della nostra attivitŕ scientifica.
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