Littérature scientifique sur le sujet « Porto di trieste »

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Articles de revues sur le sujet "Porto di trieste"

1

Doria, Mario. « Sulla storia del toponimo Istriano Rabac ». Linguistica 28, no 1 (1 décembre 1988) : 49–51. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.28.1.49-51.

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Résumé :
Il nome della nota località balneare istriana Rabac (in grafia italianeggiante Rabaz) è attestato già nel 1341 sotto la forma Rabaç, precisamente negli Statuti di Albona [Labin] (cfr. P. Kandler "L'Istria" III, 1848, pp. 14 s.). A questo Rabaç fa riscontro, nel '500, Rabaz, che incontriamo nell'Itinerario Bragadin-Lando-Morosini dell'a. 1554 (ed. M. Bertoša VHARP 17, 1972, p. 41) e nel Catastico di Fabio da Canal dell'a. 1566 (ed. D. Klein, ib. 11-12, 1966-67, pp. 16- bis, 62). Rabaz ricompare in Carlo Donadoni, a. 1719 (P. Kandler Emporio p. 96, in "Miscellanea Conti" 1861-62), in un documento dell'a. 1749 (P. Kandler cit. p. 282), nonché nel Catasto di V. Morosini IV, a. 1775-76 (ed. M. Bratulić, Trieste-Fiume 1980, pp. 349-352). Anche la cartografia veneta di fine '700 attesta la forma Rabaz, così la nota carta dell'Istria Meridionale di Giov. Valle (Venezia 1784). Rabaz ricompare nel Reperto-Bargnani dell'a. 1806' (ed. E. Apih, ACRSR 12, 1981-82, p. 219), nell "' A vviso della Commissione per la vendita dei beni dello Sta to del Litorale", Trieste 15-1-1825 (Archivio di Stato, per gentile informazione del dott. Pierpaolo Dorsi), in Carlo Combi a. 1858-59 (cfr. E. Apih cit. p. 321) ecc. Rammenteremo anche la forma Rabatz (alternante con Rabaz) in R. P. Burton Note sopra i Castellieri (Capodistria 1877) p. 35 e Rabas (nella locuzione Porto Rabas in alcune carte geografiche del 1753 e 1780, Lago-Rossit OH indici), nonché in P. Tedeschi Viaggio fantastico in Oga Magoga, 1863, su cui v. P. Blasi "Voce Giul." 1-6-1984 p. 4). Abbastanza comune anche la locuzione Porto Rabaz, soprattutto nella cartografia istriana a partire dall'a. 1620 fino al 1797 (vedi gli indici in Lago-Rossit cit.): ricorderemo fra queste la Carta Geografka del Coronelli (Venezia 1696) nonché la Carta Santini ("à Venise" ante 1780, cfr. fot. in E. Schwarzenberg Plstr. 44 s. V, f. 8-9, 1980, p. 12); fra i moderni citeremo M. Gerbini Quaderni di Fianona (Trieste 1976) p. 41 e M. Catano, "In Strada Granda" N. 27 (aprile 1986) p. 26 e qualche altro.
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Skubic, Mitja. « Maurizio Puntin, Toponomastica storica del territorio di Monfalcone e del comune moderno di Sagrado, Centro Isontino di Ricerca e Documentazione storica e sociale "Leopoldo Gasparini", Gradisca d'Isonzo - SKRD Jadro, Ronchi dei Legionari - SKŠRD Tržič, Mo ». Linguistica 44, no 1 (1 décembre 2004) : 161–66. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.44.1.161-166.

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Résumé :
Tre istituzioni culturali del Basso Isontino, una italiana, la principale promotrice della pubblicazione, e due slovene, hanno reso possibile l'apparizione di questo impor­ tante studio della toponomastica del territorio monfalconese di Maurizio Puntin, frut­ to di un lungo, decennale lavoro. Vogliamo sottolineare subito l'attributo storico nel ti­ tolo. L'autore non si è limitato all'esame della toponomastica nello stato attuale; ha fatto una minuziosa ricerca negli archivi e ha esplorato i catasti e codici e, inoltre, anche i due preziosi schedari di Corgnali, antroponimico e toponimico, giacenti presso la Bi­ blioteca Civica di Udine. Per ciò la qualifica di "storico" è del tutto giustificata: vi sono elencati i toponimi (e microtoponimi!) di un ristretto territorio, quello monfalconese attraverso secoli, alcuni addirittura tramandati dagli storici greci e latini. Il vero inte­ resse rimangono, certo, i toponimi che mostrano la fluttuazione delle etnie dal Medio Evo in poi. Per convincerci dell'assiduo lavoro dell'autore è sufficiente sottolineare l'ab­ bondante uso del Catasto Napoleonico, del 1818. Un altro ricercatore dei microtoponi­ mi di un territorio tutto sommato non troppo distante e comunque per qualche aspet­ to simile al monfalconese, il linguista e etnologo friulano Roberto Dapit esaminando i microtoponimi nella valle di Resia ha constatato che i catasti napoleonici superano, per quanto riguarda la precisione e l'esattezza, quelli fatti nell'epoca dell'amministrazione austriaca e anche quelli posteriori. Il che è un elogio alla burocrazia francese. Sia detto per l'inciso, fultimo decreto riguardante Trieste, [più precisamente le tariffe dell'entrepôt triestino,J fu firmato da Napoleone nel 1812, mentre si trovava alle porte di Mosca (!).
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Catalan, Tullia. « « Signori, conviene partire, partire assolutamente ». La deportazione politica in America dei patrioti italiani dal porto di Trieste (1835-1837) : aspetti materiali e organizzativi ». Mélanges de l'École française de Rome. Italie et Méditerranée, no 129-2 (1 décembre 2017). http://dx.doi.org/10.4000/mefrim.3198.

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Battimelli, Giuseppe. « Nutrizione ed Idratazione Artificiale (NIA) nei documenti di alcune società scientifiche : una riflessione bioetica ». Medicina e Morale 60, no 3 (30 juin 2011). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2011.165.

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Résumé :
Alla luce di un approfondito esame di alcuni documenti ufficiali di due importanti società scientifiche, in particolare la SIAARTI (Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva) e la SINPE (Società Italiana di Nutrizione Parenterale ed Enterale), riguardo la nutrizione e l’alimentazione artificiale, l’Autore cerca di dimostrare come per motivi di ordine scientifico, oltre che dal punto di vista etico, sia molto problematico inserire tali pratiche, indipendentemente dal fatto che esse siano considerate cure ordinarie o terapie mediche, nelle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento (DAT), stante l’estrema diversità del quadro clinico e della evoluzione di alcune patologie. Questo porta a ritenere l’impossibilità pratica di manifestare questa volontà proprio perché nessuno è in grado di prevedere in quale particolare grave situazione clinica possa eventualmente venirsi a trovare in futuro. Infatti, dal punto di vista terapeutico, assistenziale e di monitoraggio biologico- strumentale esiste una notevole differenza tra un malato in Terapia Intensiva rispetto a un paziente oncologico (e se questi è in fase terminale) rispetto a una persona in stato vegetativo o altrimenti disabile. Si tratta di ammalati che richiedono “terapie” differenti, ma tutti abbisognevoli di identiche “cure” alla persona (pulizia, detersione delle piaghe, riscaldamento, mobilizzazione, controllo degli sfinteri). Riguardo alla nutrizione ed alimentazione artificiale, l’Autore ritiene che esse vadano sempre offerte, garantite e praticate, soprattutto ai gravi disabili, fino a che risultino efficaci ed utili e non si configurino come accanimento terapeutico. Dal punto di vista bioetico, si accetta da parte di tutti che la nutrizione ed alimentazione hanno un alto valore umano e simbolico e nella valutazione dell’opportunità di praticarle o sospenderle si rivendica un forte potere decisionale del medico, il quale valuta su parametri scientifici e mai su un giudizio etico personale o condizionato da una valutazione di altri sulla qualità della vita del paziente. ---------- In the light of a thorough review of some official documents by two important scientific societies, especially the SIAARTI (Italian Society of Anesthesia Reanimation and Intensive Care) and the SINPE (Italian Society of Parenteral and Enteral Nutrition), about artificial nutrition and hydration, the author tries to demonstrate how for scientific reasons, as well as from the ethical point of view, it is very difficult to incorporate these practices, regardless of whether they are considered ordinary care or medical therapies, into the Advance health care directives, given the great difference of the clinical picture and of the evolution of certain diseases. This leads to consider that it is pratically impossible to express this desire just because nobody can predict in what particular serious medical condition may possibly find herself/himself in the future. In fact, in terms of therapeutic, care and biological-instrumental monitoring there is a great difference between a patient in the ICU and a cancer patient (and if she/he is in terminal phase) compared to a person in a vegetative state or otherwise disabled. They are sick persons who need different “therapies”, but the same care (cleaning, wounds cleansing, warming, mobilization, bowel control). As for artificial nutrition and hydration, the Author believes that they should always be offered, guaranteed and practiced, especially to severely disabled until they are effective and useful and don’t take the shape of over treatment. From the perspective of bioethics, everybody accepts that nutrition hydratation and nutrition have a high human and symbolic value and considering whether to practice or to suspend them, it is claimed a strong decisionmaking power of the physician, who assesses on scientific parameters and never on a personal ethical judgment or conditioned by the evaluation of other people on the life quality of the patient.
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Thèses sur le sujet "Porto di trieste"

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Suppani, Arianna <1994&gt. « Progressi della Belt and Road Initiative in Europa. Case study : il porto di Trieste ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17086.

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Résumé :
L’iniziativa ideata e portata avanti dal governo cinese che prende il nome di 一带一路 Yīdài yīlù (tradotto “una cintura, una via”), è il più grande progetto infrastrutturale mai pensato dall’uomo che punta a ridisegnare i confini economici e politici attraverso l’implementazione di una rete di infrastrutture che renda gli scambi più rapidi e funzionali. Dopo sei anni dal lancio di questo progetto, la geopolitica mondiale ha vissuto significativi cambiamenti che verranno proposti ed analizzati nella prima parte di questo lavoro. La Belt and Road Initiative sta infatti generando nuove sfide nel campo del commercio, delle infrastrutture, delle industrie e influenzando la governance globale. Per avvicinarsi alla realtà cinese e comprenderla nella sua complessità, il lavoro si concentra nel secondo capitolo sul ruolo delle imprese di stato cinesi, che chiamate State Owned-Enterprises SOEs (国有企业 guóyǒu qǐyè), fungono da protagoniste della Belt and Road Initiative. Esse si distinguono dai modelli occidentali in quanto sono caratterizzate da uno stretto rapporto con il Partito centrale. Il sistema cinese infatti opera in maniera unitaria coordinando aziende, banche e il sistema finanziario: cooperare con la Cina vuol dire quindi conoscerne le caratteristiche fondamentali. La terza parte analizza i progressi della Belt and Road Initiative in Europa, approfondendo la relazione bilaterale con i paesi più coinvolti e gli investimenti cinesi concepiti nelle infrastrutture ed aziende ritenute strategiche. L'obiettivo di questa ricerca è maturare una conoscenza approfondita del progetto cinese per apprendere il possibile ruolo del porto di Trieste, sancito dal recente accordo firmato a marzo 2019 tra la SOE cinese China Communications Construction Company e l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale Porti di Trieste e Monfalcone.
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Bano, Alessandro <1988&gt. « La North Adriatic Ports Association ed il sistema multi-portuale dell’Alto Adriatico : L’esperienza associativa del porto di Trieste tra cooperazione e competizione, e relativi progetti di sviluppo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2017. http://hdl.handle.net/10579/10590.

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Résumé :
Il mare Adriatico settentrionale, specificato qui nelle sue realtà portuali di riferimento, è andato affermandosi, pur con i dovuti ed evidenti distinguo, come alternativa alla standard route dei traffici commerciali con il Far East, che vede nei porti del northern range, baricentro della portualità Europea, il terminale di sbocco per i mercati dell’Europa centrale. La North Adriatic Ports Association (di seguito NAPA) è un’associazione che riunisce le cinque principali realtà portuali dell’Alto Adriatico, Ravenna (uscita nel 2013), Venezia, Trieste, Koper e Rjeka, con l’impegno formale a cooperare in un’ottica tanto difensiva - come risposta cioè alla crescente marginalizzazione dei traffici commerciali containerizzati diretti verso il bacino adriatico - quanto di sviluppo infrastrutturale ed economico condiviso, nel tentativo cioè di definire una sistema multi portuale. Si andrà qui analizzare l’esperienza associativa del porto di Trieste: dettagliandone i progetti di sviluppo comune (intrapresi ed in corso di definizione); analizzando le inevitabili ripercussioni sul tessuto infrastrutturale e relazionale delle diverse authority coinvolte; analizzando sul piano normativo le novità introdotte dalla recente riforma delle Autorità Portuali (decreto legislativo 4 Agosto 2016 n.169), in un tentativo di armonizzazione crescente tra legislazione e pianificazione europea e quadro normativo nazionale.
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Trabucco, Veronica <1995&gt. « I porti italiani nel contesto della Nuova Via della Seta : il caso di Trieste ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/16788.

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Résumé :
Dal punto di vista geografico, il nostro Paese gode di una posizione strategica nel Mediterraneo in quanto esso rappresenta il crocevia tra Europa e Asia. Negli ultimi anni, i traffici tra i due continenti hanno subìto un incremento sostanziale, in parte dovuto all’ implementazione di un piano infrastrutturale lanciato dalla Cina e volto al consolidamento della connettività in Eurasia: la Nuova Via della Seta. Essa rappresenta una proposta di tipo commerciale ma soprattutto uno strumento attraverso il quale il Paese si propone, attraverso il controllo delle rotte marittime e terrestri, di rafforzare la propria influenza geopolitica su scala globale. La partecipazione italiana al progetto è stata formalizzata a marzo 2019, con la firma di un Memorandum d’Intesa tra i due Stati, documento il quale, pur non essendo vincolante per le parti, ha sollevato una serie di critiche provenienti dall’opinione pubblica italiana ed internazionale. La Via della Seta rappresenta una grande opportunità per l’Italia per quanto riguarda gli investimenti nelle infrastrutture e più nello specifico per la portualità Nazionale, la quale costituisce un’area di grande interesse per il colosso asiatico. Allo stesso tempo, per evitare il rischio di possibili ricadute sia economiche che politiche, sono necessarie una serie di misure, come ad esempio la protezione nei nostri asset strategici nei confronti degli investimenti stranieri. Il porto di Trieste, che rappresenta il caso di studio esaminato nel presente elaborato, potrebbe divenire uno dei terminal della Nuova Via della Seta. I punti di forza dello scalo giuliano sono numerosi: non solo la sua posizione privilegiata che lo rende la porta d’accesso all’ Europa Centrale, ma anche la connotazione di Porto Franco, la profondità del suo fondale e soprattutto la fitta rete di collegamenti ferroviari e intermodali grazie ai quali esso può essere considerato il gateway per fare giungere le merci verso i mercati del centro e dell’est Europa.
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Borsato, Valentina <1996&gt. « “Gelosia à riguardi di sanità” : come la Serenissima tentò di ostacolare l’ascesa dei porti di Trieste ed Ancona ad inizio XVIII secolo attraverso l’arma sanitaria ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/19269.

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Résumé :
During the Early Modern Age Italian States started conceiving and implementing a series of measures aimed at preventing (or containing) disease insurgence in their territory. All these norms were of course devised in order to protect the country’s health but also its economy. Nonetheless, they could also constitute a double-edged sword to be used by States against competing subjects. The present master’s thesis is going to deal with the use of public health-related issues as a weapon in the field of economic and geopolitical competition between port cities. To be more precise, the paper is going to focus on how the Republic of Venice used its health apparatus against the port cities of Trieste and Ancona in the first half of the XVIII century. The first chapter is going to give some historical background about the emergence of health measures in Italy, with a specific focus on Venice and its Provveditori alla Sanità. The following chapter is going to analyze the different reasons that led Venice to use health against its competitors: jealousy of trade on the one hand and the claims the Republic had on the Adriatic Sea on the other. The third and fourth chapter then are going to be focused on the two case studies, those of Trieste and Ancona. Thanks to archival records the work is going to give concrete examples of deliberate use of health measures against the two cities. Finally, the last chapter is then going to be devoted to a comparison between the two cases.
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Livres sur le sujet "Porto di trieste"

1

Salvatore, Ferraro. La marea nel porto di Trieste, dati orari 1989-1994. Trieste : C.N.R., Istituto sperimentale talassografico di Trieste, 1995.

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1883-1931, Bolaffio Vittorio, Biblioteca statale isontina et Civico museo Revoltella, dir. Vittorio Bolaffio e il porto di Trieste nei disegni della collezione Sanguinetti. Gorizia] : BSI, 2011.

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3

Valcovich, Edino. Due edifici industriali del Porto Vecchio di Trieste : La Centrale Idrodinamica, la Stazione Elettrica di Transformazione. Trieste : LINT, 1992.

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4

Pellarini, Albano. Il porto di Trieste : Tra passato, presente e futuro : assunto emblematico tra storia e diritto. Udine : Forum, 2000.

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5

Aquileia, l'insula tra foro e porto fluviale : Lo scavo dell'Università degli studi di Trieste : scavi ad Aquileia III. Trieste : Edizioni Università di Trieste, 1991.

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6

Delbello, Piero. Esodo : Sugli esuli e le loro masserizie ancora depositate nel Porto vecchio di Trieste per un museo della civiltà istriano fiumano dalmata. Trieste : IRCI, 2004.

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Bertolotti, Elisabetta. Il confine orientale tra Fiume e Trieste : Storie di due porti-franchi. Civitavecchia (Roma) : Prospettiva editrice, 2021.

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8

Wagner, Museo della Comunità Ebraica di Trieste Carlo e. Vera. Trieste : La porta di Sion : storia dell'emigrazione ebraica verso la terra di Israele, 1921-1940. Firenze : Alinari, 1998.

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9

La signora di Schwarzenegg : Un feudo goriziano sul Carso alle porte di Trieste, XIV-XIX secolo. Udine : Del Bianco, 2009.

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10

Cerasi, Laura. Porti di frontiera : Industria e commercio a Trieste, Fiume e Pola tra le guerre mondiali. Roma : Viella, 2008.

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