Littérature scientifique sur le sujet « POLITICHE TRANSFRONTALIERE PER LA VITA QUOTIDIANA »

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Articles de revues sur le sujet "POLITICHE TRANSFRONTALIERE PER LA VITA QUOTIDIANA"

1

Laino, Giovanni. « Giovanni Laino. Innovazione delle politiche per l'abitare : una strategia enzimatica per il programma di recupero dei bassi a Napoli ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 96 (septembre 2010) : 206–23. http://dx.doi.org/10.3280/asur2009-096009.

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Résumé :
Nell'ambito del dibattito relativo a una rilettura critica dei processi partecipativi, il presente contributo vuole approfondire gli aspetti connessi ai saperi coinvolti in tali processi, anche al fine di rileggere criticamente alcuni approcci al tema e offrire prospettive innovative utili al planning, partendo dal punto di vista delle pratiche di vita quotidiana, delle culture urbane e delle dinamiche di interazione, e rimettendo in discussione alcuni concetti come quello di "progetto".
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2

Eijk, Willem J. « L’estensione del quinto comandamento nel pensiero morale di Giovanni Paolo II ». Medicina e Morale 56, no 5 (30 octobre 2007). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2007.304.

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Résumé :
Giovanni Paolo II dedica molta attenzione nelle sue allocuzioni e nei suoi scritti all’estensione del “non uccidere,” perché questo comandamento ordina il rispetto alla vita, un bene fondamentale, trasgredito nel secolo scorso in modo orrendo. L’estensione del quinto comandamento è stata messa sotto pressione da vari fattori: l’esegesi storica-critica, le conseguenze socio-politiche degli ideali dominanti della democrazia, la preferenza per il valore della libertà individuale rispetto a quello della vita e alcune correnti attuali nell’etica e nella teologia morale. Il pontefice, riferendosi alla Sacra Scrittura, alla Tradizione della Chiesa e al magistero della Chiesa, pone l’accento sul fatto che la vita umana è un bene fondamentale o intrinseco e indica in quale modo si deve rispettarla, curarla e proteggerla nelle circostanze concrete, spiegando l’estensione del “non uccidere.” Giovanni Paolo II pone nella parte negativa del contenuto del quinto comandamento, fondata sul fatto che la signoria assoluta della vita spetta a Dio le proibizioni dell’uccisione diretta di un essere umano innocente, dell’aborto procurato diretto e dell’eutanasia, sia nella forma del suicidio assistito che in quella dell’omicidio. Considera queste proibizioni come norme assolute o universali. Inoltre pone attenzione ad alcuni casi in cui l’abbreviazione della vita umana si configura come un effetto indiretto o collaterale, che rientrano in una proibizione generale che ammette delle eccezioni. Il quinto comandamento, benché formulato in modo negativo, ha anche un contenuto positivo, con cui siamo chiamati a confrontarci nella vita quotidiana più frequentemente rispetto a quello negativo. Il contenuto positivo del quinto comandamento, che trova il suo fondamento nel fatto che l’uomo ha una signoria ministeriale della vita, concerne i compiti seguenti: il curare la vita mediante mezzi proporzionati, la difesa della vita mediante la legittima (auto)difesa (nel cui orizzonte si colloca pure la questione della pena di morte), la protezione legale della vita umana e l’annunziare il Vangelo della Vita. ---------- John Paul II spends much attention in his allocutions and writings to the extension of the commandment “you shall non kill”, because it arranges the respect for life, a fundamental good, and has been violated in a terrible way during the last century. The extension of the fifth commandment is put under pressure by various diverse factors: historical-critical exegesis, the social and political consequences of the dominant ideals of democracy, preferring the respect for individual freedom to that for life and some actual currents in ethics and moral theology. The pope, referring to Holy Scripture, Tradition of the Church and magisterial teaching, emphasizes that human life is a fundamental or intrinsic good, and indicates in which way one should take care of life and respect and promote it under concrete circumstances, explaining the extension of the commandment “you shall not kill”. John Paul II enumerates under the negative part of the contents of the fifth commandment, based on the fact that the absolute lordship of human life belongs to God: the prohibitions of the direct killing of an innocent human being, direct procured abortion and euthanasia, either in the form of assisted suicide or that of homicide. He considers these prohibitions as absolute or universal norms. Moreover, he spends attention to some cases in which the abbreviation of life is an indirect or collateral effect, falling under a general prohibition which admits of exceptions. The fifth commandment, though negatively formulated, also has a positive contents with which we are much more frequently confronted in every day’s life than with the negative one. The positive contents of the fifth commandment, which finds its base in the fact that man has a ministerial lordship with regard to life, concerns the following duties: taking care of life by applying proportionate means, defending life by means of legitimate (self) defense (in which context the question of capital punishment also has a place), the legal protection of life and announcing the Gospel of Life.
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Thèses sur le sujet "POLITICHE TRANSFRONTALIERE PER LA VITA QUOTIDIANA"

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MARCON, ENZO LUIGI. « THE INTEGRATION AFTER EASTERN ENLARGEMENT : CONVERGENCE OR DIVERGENCE OF THE EU ECONOMIES ? L'INTEGRAZIONE DOPO L'ALLARGAMENTO AD EST : CONVERGENZA O DIVERGENZA DELLE ECONOMIE EUROPEE ? » Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2005. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/13201.

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2

OLTEAN, ADINA MARIA. « TRANSYLVANIA AND FRIULI-VENEZIA GIULIA IN THE PRESENT EUROPEAN CONTEXT. A COMPARATIVE STUDY ON HISTORY, ADMINISTRATION AND DELOCALIZATION ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2007. http://thesis2.sba.units.it/store/handle/item/12221.

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3

Zanetti, Chiara. « Percorsi di autoimprenditorialità tra variabili individuali e ambientali. Prospettive di analisi da un caso di studio ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10087.

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Résumé :
2012/2013
Lo studio della genesi dell’imprenditorialità è di particolare interesse, in quanto è opinione diffusa che essa contribuisca a creare lavoro e sviluppo economico (Commissione delle Comunità Europee 2003, Commissione Europea 2013). Lo studio dell’imprenditorialità non è affatto nuovo, in quanto si è sviluppato parallelamente all’industrializzazione. Esso è stato al centro della costruzione teorica di molti autori classici della sociologia: basti pensare al ruolo riservato agli imprenditori nell’opera di Marx, Weber, Sombart e Schumpeter. Quello dell’imprenditorialità è un tema che per sua natura è stato affrontato da diversi punti di vista. Infatti, la letteratura scientifica di riferimento trae spunto da discipline economiche, sociologiche, antropologiche e psicologiche. La formazione e l’educazione imprenditoriale in questo contesto giocano un ruolo importante. A tal proposito Brockhaus (2001) si chiedeva se fosse possibile insegnare a qualcuno ad essere un imprenditore. In questo quadro, l’obiettivo del presente lavoro di tesi è quello di indagare quali sono i fattori decisivi e le risorse messe in campo da chi desidera aprire una nuova impresa. Il riferimento specifico non è tanto agli elementi di carattere economico, quanto, invece, al ruolo giocato dai fattori individuali e sociali. Tra i primi alcune caratteristiche che emergono trasversalmente e con maggiore frequenza nella letteratura sono la propensione al rischio, lo spirito di iniziativa, l’ambizione, la responsabilità, l’indipendenza, la tolleranza dell’ambiguità, l’innovazione e il desiderio di autorealizzazione.. Altri elementi sono legati ai diversi modelli di socializzazione al lavoro che orientano i valori, le credenze e le opinioni dei soggetti rispetto alla carriera professionale, alle esperienze lavorative, alle reti sociali in cui è inserito l’imprenditore.. A partire da questo frame teorico, ci si chiede quali sono i fattori e gli strumenti che possono facilitare percorsi imprenditoriali di successo? Nel presente contributo, l’angolatura specifica da cui si guarda agli elementi sopra descritti è quello del percorso di formazione Imprenderò, avviato nel 2002 nella regione Friuli Venezia Giulia e proposto successivamente per in tre edizioni con l’idea di facilitare la riproduzione della cultura imprenditoriale di base attraverso un insieme combinato di azioni di formazione, consulenza e orientamento. I potenziali imprenditori fruitori della formazione presi in considerazione in questo elaborato rientrano prevalentemente nell’area del self employment e, in parte, dei necessity entrepreneurs ovvero di coloro che avviano un’impresa in mancanza di altre possibilità per assicurarsi un reddito. Attraverso l’analisi del progetto Imprenderò e dei percorsi dei suoi partecipanti, il presente contributo intende indagare qual è la costellazione di fattori che stimola le persone ad intraprendere una carriera imprenditoriale. Inoltre, ci si chiede in che modo la formazione e l’eventuale accompagnamento abbia inciso sugli esiti, facilitando o meno percorsi di successo. Lo scopo della ricerca, perciò, è quello di analizzare le determinanti della transizione e dell’accesso lavoro indipendente, chiarendo quanto l’idea imprenditoriale sia una dotazione personale e quanto, invece, sia stata perfezionata e valorizzata grazie alla formazione e ai fattori relazionali e di contesto. Pertanto, l’analisi si incentra sulle costruzioni di significato con le quali i lavoratori rappresentano la propria condizione. Come rappresentano le loro esperienze lavorative? Attraverso quali narrazioni e strategie raccontano il modo con cui affrontano il proprio percorso di avvio di impresa? Quali motivazioni vengono evidenziate? In particolare, nell’attuale situazione economica, il lavoro autonomo costituisce effettivamente un percorso lavorativo soddisfacente?
XXVI Ciclo
1982
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4

Zorzini, Alex David. « I minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8635.

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Résumé :
2011/2012
Minori Stranieri non accompagnati richiedenti asilo. Fayaz è un ragazzo afghano di diciassette anni che ha lasciato il suo paese perché le minacce di bande armate, spesso sorrette da farneticanti scopi religiosi, non gli consentono di vivere in pace. Nel momento in cui attraversa una frontiera che lo porta a fare ingresso nel territorio dell’Unione Europea, si appresta ad assumere una serie di identità e a diventare destinatario di una quantità di norme di cui lui stesso, se ne fosse a conoscenza, si stupirebbe. Sarebbe altrettanto grande, poi, lo stupore nel confrontare la sua condizione personale, una volta entrato nel territorio europeo, rispetto a quella che gli viene garantita dalle fonti di diritto internazionale, comunitario e nazionale. Tali circostanze di fatto richiedono alcune precisazioni preliminari. Un simile ragazzo è, innanzi tutto, un migrante. Uno dei 214 milioni di persone che vivono fuori dal proprio paese (IOM, 2011). Spinto a migrare, a seconda dei casi, da motivazioni economiche, a causa di disastri naturali, o perché vittima di traffici illeciti, o da ragioni politiche che spesso assumono carattere persecutorio. In quest’ultimo caso, il ragazzo afghano rientra tra i 15,4 milioni di persone richiedenti asilo (UNHCR, 2010). Considerato che Fayaz ha diciassette anni, non si può trascurare che ci sono altri 15.600 ragazzi come lui che in Europa presentano domanda di asilo politico (UNHCR, 2010). Per il diritto internazionale Fayaz è un Unaccompanied children o un Separated children (ONU; General comment n. 6/2005), a seconda che sia privo dei propri genitori e parenti o anche di un’altra figura adulta che si prende cura di lui. Per il diritto europeo è un minore straniero non accompagnato richiedente asilo. La sua attuale condizione (di minore, di straniero, di richiedente asilo) gli riversa addosso una serie di convenzioni internazionali, protocolli aggiuntivi, commenti, risoluzioni, regolamenti, direttive, accordi bilaterali, leggi, direttive ministeriali, circolari per assicurargli la tutela che si conviene a un soggetto vulnerabile. La presente ricerca, una volta esaminati i dati sociologici (Cap. 1) del fenomeno così brevemente descritto e le fonti normative che disciplinano la materia (Cap. 2), si concentra sul procedimento per ottenere il riconoscimento dello status di rifugiato e gli esiti di tale richiesta (Cap. 3). In particolare, i dati relativi ai minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo non sono di facile reperibilità (UNHCR, Commissione EU) per la mancanza di un sistema condiviso di monitoraggio e di condivisione, neppure a livello europeo. In Italia, inoltre, tali dati non sono raccolti ogni anno. Per avere una rappresentazione omogenea del fenomeno italiano, sono state individuate le Commissioni territoriali di Gorizia (Nord), Roma (Centro) e Siracusa (Sud) che hanno gentilmente fornito i dati relativi al numero di domande di asilo presentate nel 2011 dai minori stranieri, indicando l’età, l’appartenenza di genere, il Paese di provenienza, ma anche gli esiti delle stesse: rifugio, protezione sussidiaria, protezione umanitaria, rigetto.
XXIV Ciclo
1976
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5

Rovati, Massimiliano. « La "città proibita" : il porto vecchio e i nuovi confini. Quale futuro per Trieste ? » Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8622.

Texte intégral
Résumé :
201/2012
La questione inerente il progetto di recupero del Porto Vecchio di Trieste, uno dei siti di maggior pregio storico-architettonico della zona costiera italiana, da almeno 30 anni rappresenta la cartina di tornasole dello stato della città intera, sotto il profilo politico, sociale ed economico. Trieste, da sempre una città considerata laboratorio etnico, politico e sociale dagli osservatori qualificati, in realtà racchiude in sé due anime contrapposte che si confrontano: una aperta e cosmopolita, l’altra misantropa ed impaurita, amante di muri e confini. Oggi più che mai questo duello risulta esiziale per le prospettive future di una città ubicata nel cuore dell’Europa del terzo millennio, in costante calo demografico, con l’età media degli abitanti in continua crescita, in preda ad una sorta di lenta ma inesorabile decadenza. L’occasione di analizzare il progetto di recupero del Porto Vecchio assume rilevanza anche sotto il profilo psicologico e sociale, in una vicenda che continua a sortire i suoi effetti più deleteri, dove i confini politici e geografici sono stati sostituiti da quelli mentali, invisibili, ma fortemente presenti negli abitanti di questa città. All’interno di questa danza macabra giocata sulle spoglie di quella che viene definita “città proibita”, si muovono i protagonisti istituzionali, politici ed amministrativi, ma anche e soprattutto i cittadini, i quali vengono interpellati attraverso un sondaggio che in 5 sezioni riassume i concetti ritenuti principali ai fini della ricerca: il rapporto con la città di Trieste, l’atteggiamento nei confronti dei politici e degli amministratori, la presenza del Punto Franco, l’opinione sul progetto di recupero e sulla destinazione del Porto Vecchio, l’influenza dei media e del web. La visione dicotomica di una città dalle due anime contrapposte, trova conferma anche nelle diverse interviste realizzate con gli attori e i testimoni qualificati. Il quadro complessivo che si ricava attraverso l’analisi dei risultati, è utile a confermare le ipotesi di partenza, ossia l’importanza del sito in questione e la sua rappresentatività in chiave politica, economica e sociale, per quello che sarà il futuro di Trieste, in un processo in continuo divenire nel quale le geometrie variabili e la trasversalità degli schieramenti, uniti alla non soluzione dei problemi strutturali, sembrano mantenere sospesa la collocazione temporale della città e a rimandare, in maniera quasi compiaciuta, qualsiasi decisione.
XXIV Ciclo
1965
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6

Babic, Dino. « Bridging the european borders : the impact of multimedia communication on the perception of the effects of EU policies by the citizens in the enlargment process ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8604.

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Résumé :
2011/2012
The aim of this research is to explore, through a multidisciplinary approach, the perception of the effects of European Union polices by the citizens during the on-going enlargement process, in order to collect useful information for the creation of a multimedia environment dedicated to the development of European projects, improving the quality of life of a wide community. The hypothesis of this research is that a virtual environment based on multimedia communication and networking can positively impact on the perception of the effects of European policies by the citizens of countries involved in the enlargement process. To validate this hypothesis the explorative part of the research was conduced through the daily work in the Department for International Cooperation and European Integration and European Integration of the Region of Istria (Croatia), while the applied action research and the experimentation was realized in the frame of the European Projects Association (Belgium).
L’obbiettivo di questa ricerca è di esplorare, attraverso un approccio multidisciplinare, la percezione degli effetti delle politiche comunitarie da parte dei cittadini, durante il processo di allargamento, con il fine di raccogliere informazioni utili alla creazione di un ambiente multimediale dedicato allo sviluppo di progetti europei che migliorino la qualità della vita di una vasta comunità. L’ipotesi di questa ricerca e che un ambiente virtuale basato sulla comunicazione multimediale e la creazione di reti, può influenzare positivamente la percezione degli effetti delle politiche europee da parte dei cittadini di paesi coinvolti nel processo di allargamento. Per validare questa ipotesi, la parte esplorativa di questa ricerca è stata condotta attraverso il lavoro quotidiano nel Dipartimento per la cooperazione internazionale e l’integrazione europea della Regione istriana (Croazia), mentre la ricerca è stata applicata all’azione ed alla sperimentazione nel contesto della European Projects Association (Belgio).
XXIV Ciclo
1980
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7

Greco, Donatella. « NUOVE ROTTE MIGRATORIE : MOBILITA' E AUTO-PERCEZIONE DI GIOVANI ITALIANI ALL'ESTERO ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10081.

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Résumé :
2012/2013
Abstract Approcciando il tema delle emigrazioni dei giovani italiani appare importante rintracciare nella storia la dinamica migratoria dei flussi che hanno caratterizzato il passato del nostro Paese. In quest’ottica è stata strutturata l’analisi della storia dell’emigrazione italiana a cui è dedicato il primo capitolo che ha, pertanto, lo scopo di delinearne le principali caratteristiche in termini di cause, destinazioni e impatto sul sistema nazionale dei flussi di emigrazione nel corso dei secoli. Dal momento che il fenomeno ha radici lontane nel tempo, si è proceduto con una disamina delle principali caratteristiche che esso ha assunto nel corso dell’Età medievale, moderna e contemporanea. Su quest’ultima fase, per ragioni di prossimità temporale, ci si è maggiormente soffermati, analizzandone più nel dettaglio le caratteristiche e i flussi che l’hanno caratterizzata. Il secondo capitolo ha lo scopo di fornire un’analisi complessiva della mobilità italiana oggi, utilizzando le fonti di dati ufficiali a disposizione (Dati Aire; iscrizioni e cancellazioni anagrafiche da e per l’estero 2010-2012 Istat, dati provenienti dagli schedari consolari del Ministero degli Affari Esteri). L’intento è quello di restituire un’istantanea delle principali caratteristiche socio-demografiche della porzione di popolazione italiana residente all’estero che le rilevazioni ufficiali sono in grado di raggiungere. Questi due primi capitoli hanno la finalità di ripercorrere il presente e il passato dell’emigrazione italiana, ponendo anche in rilievo quanto il fenomeno dipenda dal contesto sociale e demografico da cui origina. La Seconda Parte si apre con il terzo capitolo, dedicato allo studio dei principali paradigmi che la sociologia delle migrazioni ha messo in campo nel corso degli anni per analizzare il fenomeno migratorio nel suo complesso. Il fine di questo percorso di analisi è quello di fornire un quadro generale sul tema attraverso l’esposizione dei principali paradigmi interpretativi prodotti nel corso degli anni. Ciò che si desidera porre in rilievo definendo quelli che sono i principali fattori che portano i soggetti a compiere la scelta di emigrare, è la complessità del fenomeno e quanto questo incida nel complesso della vita del soggetto. Il quarto capitolo ha invece lo scopo di realizzare un’analisi diacronica del concetto di identità così come viene approcciata nell’ambito della sociologia. L’analisi di tre tra i principali approcci sociologici al tema (il funzionalismo, l’interazionismo simbolico e la fenomenologia sociale), verrà utilizzata come strumento di comprensione degli elementi che, nella contemporaneità, risultano più o meno adatti per condurre una lettura calata nel contesto della post-modernità. L’analisi giunge dunque ad una riflessione alla luce delle nuove necessità messe in campo della società liquida e multiculturale che innalza il grado di incertezza e pone il soggetto davanti ad una serie sempre più ampia di scelte e opzioni. A questo proposito, attraverso le posizioni di Baumann, Beck e Hall che ben sintetizzano il contesto fluido e incerto nel quale gli individui sono inseriti, vengono delineati i presupposti sociali nel quale le emigrazioni dei giovani italiani oggi prendono forma e, di conseguenza, vengono gettate le basi per l’interpretazione delle loro testimonianze a riguardo. In un contesto in cui la vita è essa stessa “creatrice di differenze” (Maalouf 2009), ciò che accomuna gli esseri umani è, infine, la loro diversità. L’analisi così impostata consente di comprendere come si sviluppa l’auto percezione degli intervistati a fronte anche dell’esperienza migratoria in corso. Essa appare funzionale a comprendere la necessaria evoluzione del concetto a fronte delle esperienze di plurilocalismo (Albera, Audenino e Corti citati in Luconi 2011) e di mobilità vissute oggigiorno dai giovani emigranti italiani. Stabiliti nella Prima e nella Seconda parte i principi teorici, il lavoro si chiude con una Terza Parte che comprende il capitolo conclusivo contenente l’analisi della metodologia della ricerca utilizzata per la conduzione della rilevazione. A partire dai presupposti legati alla scelta del metodo, viene presentata la traccia utilizzata per le interviste semi-strutturate, condotte tra novembre 2012 e ottobre 2013. Dal momento che lo scopo del questionario è quello di riprodurre le biografie in transizione dei soggetti intercettati, ponendo l’accento sull’evoluzione del percorso migratorio che ne deriva, ampio spazio viene dato all’analisi delle testimonianze emerse dal racconto dei soggetti intercettati dalla ricerca. Essa, ponendo in rilievo la storia e le motivazioni legate dell’evento migratorio così come vengono raccontate e percepite dal soggetto, ha come finalità quella di rendere evidenti alcune delle caratteristiche legate all’emigrazione dei giovani dall’Italia. Analizzare i perché e i per come alla base di questa scelta pone in evidenza come, nell’attuale contesto economico e sociale, l’emigrazione non sia esclusivamente supportata dalla ricerca di migliori condizioni economiche ma come essa sia anche l’esempio e la testimonianza della nascita di una nuova mentalità appartenente ad una élite globale (Bauman 2006) per cui la mobilità è prima di tutto un valore.
XXVI Ciclo
1983
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8

Veisllari, Nalton. « L'Unione Europea e l'Euroregione Adriatica ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8630.

Texte intégral
Résumé :
2011/2012
La tesi percorre la nascita dell'unione europea e il suo sviluppo fino al giorno d'oggi. Le sue istituzioni, norme, trattati e infine la nascita del nuovo soggetto di politica transfrontaliera, l'euroregione.
XXV Ciclo
1980
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9

Lussi, Manoela. « The role of the Public Private Partnership (PPP) in Cross Border Cooperation (CBC) as strategic practice in the EU Policies and cooperation tools for 2014-2020 ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2014. http://hdl.handle.net/10077/10083.

Texte intégral
Résumé :
2012/2013
There is an increasingly widespread acknowledgement among all active actors in the development co-operation sector that the Public Private Partnership (PPP) can be a new important tool, not only to build important infrastructure (public works) but also to provide services to the citizens at central and local level as well as to have a strategic value in the Cross-Border Co-operation (CBC) in the next future. The European Commission defines PPPs in a rather broad and general way without giving a proper legal definition of this partnership. For the EU PPP is a form of cooperation between public authorities and economic operators concerning design, funding, execution, renovation or exploitation (operation and maintenance) of public infrastructure, or the provision of public utility service. However, there is not a uniform, common definition of this form of partnership. Considering the present global economic and financial crisis affecting almost all the regions of the world and bearing in mind that the public resources destined on development cooperation are decreasing more and more, building partnerships and synergies between these two ranges of actors is not only a great possibility but a compelling necessity in order to continue to sustain the development cooperation sector. This is also a good chance for both public and private sector, not only to mutually reinforce each other but also to learn lessons and best practices from one another. The PPPs, in fact, if applied correctly, enable a reduction in total costs, better distribution of risks, a more rapid execution of public services and activities, as well as a better quality of offered services and implemented activities. Not to mention the fact that the overcoming of the rigid distinction between public and private opens the possibility to find solutions and to respond to questions that the public administration itself is not able to answer independently. In international cooperation and in particular in the cross-border cooperation, more and more public administrations in beneficiary and donor countries are acknowledging the subsidiary role of civil society and private sector in the activities of general interest, and therefore, also in the delivery of public functions and services. Considering the extensive work experience in the international development cooperation sector with the Italian Ministry of Foreign Affairs and other International Organizations in different areas in the world, i.e. OSCE, believing on the utility and potentiality of this instrument and directly verified that it could be more utilized in the international cooperation, it was decided to analyse the use of PPPs in this sector with a special focus on IPA CBC Programme. In fact, the scope of the dissertation and of the implementation of its conclusions is steaming from the author interest and working ties. Indeed, the author is living and working in Albania and has a huge experience on it due to the fact that she was the Albania Desk Officer for the Italian Development Cooperation for several years. She is also studying the Albanian language and she is very fascinated from the history of this small country so close, not only geographically speaking, to Italy. The focus on Macedonia as neighbour country is due simply to the fact that to collect information on this IPA CBC Programme was easier than others similar financial instruments. Building on extensive field experience, this dissertation will try to answer the following question: ‘Which is the winner strategy to increase the effectiveness of the CBC projects through the use of PPP?’. The thesis overall objective is to identify a set of strategies that can enhance the effectiveness of cross-border cooperation through the use of the PPP instrument, beyond specific cross-border project interventions that until now have mainly been carried out though institutional channels and implemented through European projects and programs. The strategies that the conclusion of the dissertation draws are based on the SWOT analysis of five projects funded by the EU through the IPA CBC Albania – Macedonia during the 2007-2013 programming period and the consequent elaboration of the results. These strategies would hence open up new possibilities for the development of CBC’s activities applicable in the ambit of the EU’s regional policy 2014-2020, without necessarily relying upon more EU financial means. This is also in line, with the EU auspices for the CBC not to be just another way to access funding but rather to become a model of cross-border cooperation sustainable on its own devise. The dissertation is based on collection and analysis of data available within the existing legal-institutional framework and will make use of the investigative qualitative method with the aim of verifying the hypothesis mentioned above. The thesis envisages a number of working phases chronologically distinct and mutually supportive and it is based on the utilisation of a number of diverse theoretic constructs and methodologies. The dissertation makes use of different sources such as for instance existing literature, statistics, on line documentation available and its content is conducted on the various official documents and projects documentation obtainable. The results are cross referenced and presented based on a SWOT analysis and process of data/results interpretation. As far as the structure of the work is concerned, the first Chapter, after an analysis of the theoretical tools supporting PPP, presents a background and an overview of the PPP in Europe, and the way it is applied in the context of international cooperation and cross-border cooperation; this is to understand how it was established and what its original objectives were, and to explain its evolution up to now. In particular, the chapter after shows that PPP was born in ‘30s mostly linked to the energetic and mining sectors, it presents that PPPs are growing and are seen as an important instrument of economic and social development also in the international and cross-border cooperation. It is seen that an instrument which opens the way to potential PPPs is the Inter-Municipal Cooperation Instrument (IMC) which permits to bridge the gaps in the municipalities and make them stronger also in applying to donor funds. Through this instrument established by the Council of Europe (CoE) the municipalities can also sub-contract a private company or creating an IMC entity constitutes a viable market attracting private investors. PPP is also encouraged by United Nations (UN) since 1999 through the ‘Global Compact’ project and different are the example of PPP around the world established by various UN Agencies. It can be affirmed that PPP is considered useful in the public sector also because can contribute in solving difficulties caused from public balance cuts as well as to overcome the bureaucratic and the scarcity of technical and management competencies of the public administration. The PPP is therefore an actual, innovative and complementary instrument to promote development, reforms as well as investments, policies and good practises in different sectors including the development cooperation also at trans-border level. Therefore, thanks to PPP it can be affirmed that the private sector also has become at all its effects a privileged actor of the international development cooperation. The second Chapter of the dissertation analyses the European Policies interconnecting PPP and their related instruments, as well as more in detail how these policies have applied PPPs in the cross-border cooperation as well as how CBC became more explicit in the EU context and in particular in the context of the stabilisation and association processes. In fact, starting from the 1950 Schuman Declaration, the chapter introduces the founding EEC Treaty, examines the Single European Act and analyses the European Cohesion Policy (or Regional Policy). In addition the chapter views the European Enlargement Policy (Pre-accession Policy) analysing the three membership criteria established during the Copenhagen European Council in 1993, the various stages of the membership process and the reasons for further enlargement taking into consideration the historic enlargement of 2004, the different strategic objectives involved in it and its new approach in view of the so-called Arab Spring. In addition, the chapter analyses the European Neighbourhood Policy (Proximity Policy) as well as its related instruments, with regard to both its partner countries and candidate states. Moreover the chapter identifies the possibilities of PPP within the EU’s financial instruments that are currently being concluded. Even where those policies do not provide explicitly the adoption of PPP instrument, it is however not excluded. This means that the policies at issue give valuable support to the adoption and use of PPP. The dissertation is interested in to give evidence of the strong points of PPP application, and shows that, when there is a lack of applied PPP framework, as it is the case of the country cases (Albania and Macedonia) under analysed, the CBC component of IPA programme may be due not to give envisaged results to achieve the objectives. After having looked into the European policies intersecting PPPs and CBC, the third Chapter introduces a brief analysis of the concept of border, not only in the physical administrative sense, due to the fact that this concept is a key element to understand the cross-border co-operation processes existing in the EU and in general all over the world. With this aim in mind, after studying the main theoretical approaches on this domain, the analysis focuses on the cross-border co-operation not only in its theoretical dimension but also in its deriving pragmatic aspects. The analysis of the border concept and of the border and peripheral area, as well as the general theory of the system applied to the general theory of boundaries, is essential to anticipate the concept of the cross-border cooperation and its practical application. After this analysis, the chapter describes the legal institutional framework in order to analyse the effectiveness of the various legal instruments that have been put in place to encourage and facilitate forms of cooperative engagement across borders. Starting with the European Outline Convention of Transfrontier Co-operation between territorial communities or authorities (Madrid Convention 1980), a central instrument for the CBC that was born in the frame of CoE, the chapter introduces the three protocols of the Madrid Convention. The additional Protocol essentially gives the possibility to create an organism for cross-border cooperation; the second Protocol (no 2) provides above all a legal framework for the inter-territorial cooperation between the parties; and the third Protocol (no 3) concerns the possibility of forming the ECG by creating the legal status, the institution and the functioning of such Groups. In addition, in view of how cross-border cooperation has acquired more importance through time, the chapter explains the functioning of European Grouping of Territorial Cooperation (EGTC) institution, its modality of action and its fields of applications. The EGTC has come to be a new legal/financial instrument that integrates the Madrid Convention and the relevant Protocols. The chapter also touches upon the various aspects of cross-border co-operation and in particular some milestones from the EU experiences, and presents the European Macro-Regional Strategy and its related legislative framework as an example. In addition the chapter shows the Baltic, the Danube and the Adriatic – Ionian Macro-Region and describes the main differences between EGTs and Macro- Regions. In addition, the chapter considers appropriate to present the steps that have been taken from the EU with regard to the cross-border cooperation which, more particularly, have consisted of making available important financial instruments such as INTERREG that supports from the top to the bottom the Strategy of Macro-Regions. Following the fourth Chapter describes the 2014-2020 EU’s Regional Policy as the context of application of the PPP and its change with respect to the 2007-2013 EU’s Regional Policy. In particular after introducing the EU programming period 2007-2013 and the changes intervened in the following programming period also having a political/historical nature like the Arab spring and the interests to further develop economic interactions between the EU and the Middle Eastern partners, the chapter analyses the useful instruments for the realization of the cross-border cooperation; especially the European Regional Development Found (ERDF). In addition, this chapter, will identify the possibilities of PPP within the financial instruments that are about to be activated in the new European Programming Cycle. To this regard it is important to mention that, in general, all the EU policies must contribute to the implementation of the Europe 2020 Strategy that in order to fulfil its ambitious objectives identified as key instrument the instrument of partnership, among which that with the private sector. Here it is worth to emphasize that, generally, the overall objectives of the regional policy, both at national and European level, are all of an economic nature, i.e. increasing the national economy by attenuating and eliminating economic disparities between different development levels of the regions. In particular, the European Policies aim to improve the investment climate through public investment in the regions presenting some gaps and to manage the local regional resources in a more efficient way. The dissertation shows how in both cases, PPPs can help in the achievement of these important aims. In addition, the chapter observes that there are changes in various aspects and procedures of the implementation of the new regional policy as well as in the legal frame, and examines the IPA instrument and the ENPI instrument in the two seven-years programming periods because they are closely related to the European Territorial Cooperation (ETC). Between this two latter instruments IPA is a more relevant for this dissertation. For this reason, after on overview of the Albanian context considering some economic, demographic, social and political aspects, including the criteria Albania has to fulfil to receive the candidate status from the EU as well as a brief introduction to the Albanian Law on PPP, the fifth Chapter presents its relations in the region, especially with the Former Yugoslav Republic of Macedonia (FYROM) and stresses the IPA CBC Albania – FYROM related to 2007-2013 and 2014-2020 programming periods. In addition, the chapter presents the main differences between these two programming periods focussing mainly on the Albanian part. With the aim to focus on the Albanian opportunities in the new programming period, it will be stressed what will change in the next future and which are the positive effects on PPP considering also the concept of Social Corporate Responsibility and the UN Global Compact initiative already mentioned in the first Chapter. All this to introduce the last Chapter which, through the analysis of the methodologies used during the various phases of this work, and especially through the explanation of the SWOT analysis, aims to identify a set of winning strategies to increase the effectiveness of the Cross-border cooperation through the use of the PPP instrument. The first part of the dissertation made use of several documentary sources, most notably and especially in the early stage the work will carry out what it is commonly defined as a secondary analysis, in particular this was articulated through: collection and review of existing literature and of the official documentation and statistics available mainly on-line but also with the Albanian Ministries and national institutes, i.e. the Albanian National Institute of Statistics, as well as with the various donors and international organisation in the Country, and especially with the Delegation of the European Commission to Albania. Instead, the second part of the dissertation focuses on the analysis of the IPA CBC program in general, and IPA CBC Albania - Macedonia in particular. To this end it was decided to proceed with the analysis of specific projects activated in the context of this program to highlight the role of actual or potential PPP projects in developing virtuous CBC. Although the PPP is not explicitly defined among the tools used in the implementation of these projects, it was decided to identify the prodromal factors present in some PPP projects with the end purpose of assessing their potentials, especially in view of the next programming period of the EU (2014-2020). The detailed information on the projects carried out or that are in progress are not publicly available as they are under the ‘ownership’ of the Delegation of the European Commission in Albania and of the Managing Authority of the program. In order to collect the necessary materials to identify the most relevant projects and, subsequently, to proceed to their analysis, it has proved necessary to proceed through in-depth interviews with qualified actors. Given that, interviews have been conducted with interlocutors, mainly from the European Commission in Albania, the Albanian Ministry of Integration and of Austrian Cooperation. Through these interviews, specific information relating to five concluded projects, in which the instrument of the PPP was present at least in embryonic form, has been added to the data relating to the context and to the program. The information gathered has been structured so as to proceed to a qualitative analysis of the data through the development of a SWOT analysis of these five projects funded by the IPA CBC Albania - FYROM - First Call for Project Proposals. Finally, this work presents the results of this analysis through a process of data interpretation. After this presentation, and before starting the SWOT analysis, the chapter presents the Annual Work Programme for Grants 2009 of the DG Enlargement related to the first Call for Proposals and the Guidelines related to the CBC Programme Albania - FYROM which aims is to facilitate the cooperation between the two countries to improve living conditions in the target area. The Programme in fact, already mentioned in the fifth Chapter, it aims to fostering cross-border economic, environmental and social development and includes three different measures and for each measure a list of potential activities for projects. Furthermore, the chapter analyses - through the SWOT analysis above mentioned - five projects funded by the EU within the IPA I CBC Albania – FYROM first call. In particular, in this dissertation, the SWOT analysis is the tool to identify the strengths (S), weakness (W), opportunities (O) and threats (T) that characterize projects which are analysed in relation to PPPs. In other words, it seeks to identify the strengths and internal resources of projects capably to push the development of PPPs (strengths), as well as the internal project limitations and weaknesses that impede PPP development in the relevant area (weaknesses), the external project opportunities that can be developed to overcome identified weaknesses (opportunities) and external factors that may hamper the future development of PPPs (threats). Considering that there is no project where the applicant is a PPP, although an analysis of the guidelines of the Call for Proposals relative to IPA Albania - FYROM CBC Programme found an explicit reference to PPPs, it has been choose to make a screening of projects in which the instrument of the PPP was present at least in embryonic form, in other words having the private sector as a direct or indirect beneficiary. As already mentioned, Macedonia was chosen as an example because of the availability of information related to projects. So, on these terms, 5 projects were selected out of 15 under review. The projects are the following: • Cross-border shared integrated alternative tourism, • Business without borders, • Cross-border Civil Society Forum, • Promoting business women enterprises in the cross-border area, • Borders without boundaries. The dimensions chosen for the analysis are: • related to the internal context to identify strengths and weaknesses: objectives, actors and target, • related to the external context to identify opportunities and threats: actors, target and expected results. After the SWOT analysis, the chapter finally presents the key results of the dissertation proposing some possible actions that could improve the CBC through the use of the PPP emerged from the initiatives analysed. The conclusion reviews the major points of the dissertation showing the main results such as the strategies, which may result from the conclusions, thus potentially establishing an alternative approach aiming at opening up new possibilities for the development of better, more effective and sustainable CBC project/programs/activities, without necessarily relying upon more EU funds. For what above mentioned and to answer to the question ‘Which are the winner strategies to increase the effectiveness of the CBC projects through the use of PPP?’, it is possible to affirm that to present more successful projects in the future increasing the effectiveness of the CBC projects through the use of PPP, the development strategies are essentially the enhancement strategy and the overcoming strategy. In particular, to reinforce the internal and external positive aspects and factors in the cross border area and to mitigate and/or dissipate internal negatives as well as to attenuate the external ones, the recommended actions referred to the public and private sectors are: • to organize jointly regular meetings in which they can know each-other, exchange information and best practices in either of the neighbouring countries, so that there can be discussions on the potentials of development and the new economic undertakings and new instruments to be employed, such as the PPP. Tourism can serve as a pilot sector in which it can be started with the actualization of gender policies facilitating in some way the inclusion of women in business activities, • jointly organize awareness campaigns on PPPs and training courses, which could serve to overcome the lack of ability to establish efficient PPPs for both public and private sector, • to organize, for the numerous actors present in the territory, specific courses and/or informative events related to the revision processes of normative policies that could facilitate and reinforce both the cooperation between different stakeholders and the capacity of doing business and create PPPs, • to enhance the existing networks and creates new ones through continuous meetings between different stakeholders with the aim of overcoming the threats considering that the improved and expanded relations between the various actors could bring an improvement in raising needed funds. Finally, it is important to mention that there are also some actions recommended only to the public sector. These are: • (especially at local level) institutions such as the municipalities can organize meetings, inviting the traditional and non-traditional private actors, in order to facilitate communication. Through this communication there could be achieved the introduction between various stakeholders interested in the PPP instrument, by at the same time laying the basis for the foundation of a network. This would be useful for increasing the credibility of each other and also to contributing to the overcoming of the lack of cooperation problem. These meetings could be used for an exchange of best practices in the sectors that are present in the certain areas. By employing a participatory methodology, these meetings could also serve to the construction of a sort of roadmap (lines of action during a defined time) that could enable the definition of the obstacles to be overcome in order to effectively and efficiently realize this type of partnership, • the authorities should first change their national optics and then transform their national policies into regional ones, starting from the cross-border policies with neighbouring countries, in which PPP should be promoted as a development instrument. In addition, when necessary, they should review the legal framework in order to facilitate the establishment of PPP. After this, they should organize meetings between the different stakeholders, and more generally between citizens living in the border areas of the neighbouring countries, with the end objective of promoting the necessary knowledge for overcoming the prejudices and for opening way to partnerships and cooperation activities, • to implement policies for purposes of facilitating investments in diversified sectors, taking an advantage of the actors from different sectors and directing them to training courses to gain knowledge in areas of investment that are different from their traditional ones.
Vi è un riconoscimento sempre più diffuso tra tutti gli attori attivi nel settore della cooperazione allo sviluppo che il partenariato pubblico privato (PPP) può essere un importante nuovo strumento, non solo per costruire grandi infrastrutture (quindi per il settore dei lavori pubblici), ma anche per offrire servizi ai cittadini sia a livello centrale, sia locale e avere, in un prossimo futuro, un valore strategico nella cooperazione transfrontaliera (CBC). E’ stato visto come la Commissione Europea definisca il PPP in un modo piuttosto ampio e generico, senza dare una definizione giuridica adeguata di questo partenariato. Infatti, per l’Unione Europea il PPP è una forma di cooperazione tra le autorità pubbliche e gli operatori economici riguardante la progettazione, il finanziamento, la realizzazione, il rinnovamento o lo sfruttamento (funzionamento e manutenzione) delle infrastrutture pubbliche, così come la fornitura di un servizio di pubblica utilità (CIT). Tuttavia, non vi è un’uniforme, comune definizione di questa forma di partenariato. Considerando che l’attuale crisi economica e finanziaria globale ha colpito quasi tutte le regioni del mondo e tenendo presente che le risorse pubbliche stanno diminuendo sempre più, tra cui soprattutto quelle destinate alla cooperazione allo sviluppo, costruire partenariati e sinergie tra il settore pubblico e privato non è solo una grande possibilità ma una necessità che diventa impellente se si vuole continuare a sostenere gli interventi di cooperazione. Inoltre, questo tipo di partenariato è una buona occasione per entrambi i settori in quanto aiuta non solo a rafforzare i rapporti reciproci, ma anche a scambiare le reciproche esperienze e le migliori pratiche. Si è visto come se applicato correttamente, il PPP consenta una riduzione dei costi totali, una migliore distribuzione dei rischi, un’esecuzione più rapida dei servizi e delle attività pubbliche, nonché una migliore qualità dei servizi offerti e delle attività prodotte. Senza contare che il superamento della rigida distinzione tra pubblico e privato apre la possibilità di trovare soluzioni e di rispondere alle domande a cui la pubblica amministrazione non è in grado di rispondere autonomamente. Si sottolinea come nella cooperazione internazionale ed in particolare nella cooperazione transfrontaliera, sempre più spesso le amministrazioni locali dei paesi beneficiari e donatori stiano riconoscendo il ruolo sussidiario della società civile e del settore privato nelle attività d’interesse generale e quindi anche nell’erogazione di servizi e funzioni pubbliche. Considerando la vasta esperienza di lavoro nel settore della cooperazione allo sviluppo con il Ministero degli Affari Esteri italiano in diverse aree del mondo così come con altre organizzazioni internazionali, da ultimo con l’Organizzazione per la Sicurezza e Cooperazione in Europa (OSCE), credendo sull'utilità e le potenzialità dello strumento del PPP e verificato direttamente che potrebbe essere utilizzato maggiormente nella cooperazione internazionale, l’autore ha deciso di analizzare l'uso di tale partenariato in questo settore focalizzandosi in particolare sul programma IPA I CBC Albania - Macedonia. Infatti, lo scopo di questa tesi e della potenziale applicazione delle sue conclusioni deriva dall'interesse personale e dall’attività lavorativa dell'autore. Infatti, vive e lavora in Albania e ha una grande esperienza del paese perché è stato per diversi anni responsabile per la Cooperazione Italiana dei progetti che questa ha realizzato nello stesso. Inoltre, sta anche studiando la lingua albanese ed è molto affascinato dalla storia di questo piccolo paese così vicino all’Italia, non solo geograficamente parlando. L'attenzione per la Macedonia come paese confinante, invece, è dovuta semplicemente al fatto che è stato più facile reperire informazioni sul programma IPA I CBC Albania - Macedonia rispetto agli strumenti finanziari simili. Sulla base di una ricca esperienza sul campo, questa tesi cercherà di rispondere alla seguente domanda: “Quali sono le strategie vincenti per aumentare l'efficacia dei progetti di cooperazione transfrontaliera attraverso l'uso del PPP?”. L'obiettivo generale della tesi è di individuare, infatti, le strategie che possono migliorare l'efficacia della cooperazione transfrontaliera attraverso l’uso di tale partenariato, al di là di specifici interventi che fino ad ora sono stati principalmente effettuati attraverso canali istituzionali e attuati attraverso progetti e programmi europei. Le strategie che la conclusione della tesi identifica si basano sull'analisi SWOT di cinque progetti e la conseguente elaborazione dei dati/risultati. Questi cinque progetti sono stati selezionati tra quelli finanziati dall’UE tramite l'IPA I CBC Albania/Macedonia durante il periodo di programmazione 2007 - 2013, in quanto presentanti il PPP almeno in fase embrionale. Tali strategie potrebbero aprire nuove possibilità per lo sviluppo di attività di CBC applicabili nell'ambito della politica regionale 2014 - 2020 dell'Unione Europea, senza necessariamente fare affidamento su ulteriori mezzi finanziari della stessa. Questo è anche in linea con gli auspici dell’UE che crede che la CBC non sia solo un altro modo per accedere ai finanziamenti, ma possa piuttosto diventare un modello di cooperazione sostenibile di per sé. La tesi si basa sulla raccolta e l'analisi dei dati disponibili nell'ambito del quadro giuridico-istituzionale esistente e fa uso del metodo qualitativo di ricerca con l'obiettivo di verificare l'ipotesi di cui sopra. La tesi prevede una serie di fasi di lavoro cronologicamente distinte e reciprocamente sostenibili e si basa sull'utilizzo di diversi costrutti teorici e varie metodologie avvalendosi di diverse fonti come ad esempio la letteratura esistente, le statistiche effettuate e più in generale la documentazione disponibile soprattutto in internet. Il suo contenuto deriva quindi dal reperimento e dall’analisi di varia documentazione ufficiale e di cinque documenti progettuali, così come verrà maggiormente esplicato qui di seguito. Seguendo la struttura della tesi, si può affermare che il primo capitolo presenta il quadro normativo e finanziario dei PPP in Europa, così come il modo in cui questo strumento viene utilizzato nel contesto della cooperazione internazionale e della cooperazione transfrontaliera, al fine di comprendere quando è nato questo tipo di partenariato e quali siano i suoi obiettivi e le evoluzioni che ha avuto fino ad oggi. Nello specifico, il capitolo mostra come il PPP sia nato negli anni ‘30 soprattutto collegato al settore energetico e minerario e come, pur non avendo ancora una comune definizione a livello europeo, oggi sia in crescita e venga visto come un importante strumento di sviluppo economico e sociale anche nel settore della cooperazione internazionale e transfrontaliera. Il capitolo, inoltre, presenta la cooperazione inter-municipale (IMC) come uno strumento che può aprire buone potenzialità all’applicazione del PPP in quanto permette di colmare le deficienze delle municipalità. Attraverso questo strumento, stabilito in seno al Consiglio d’Europa (CoE), le municipalità possono infatti anche sub-contrattare imprese private o creare un’entità nuova (IMC) per poter attrarre investitori e donatori. Il capitolo inoltre mostra come lo strumento del PPP venga incoraggiato anche dalle Nazioni Unite (UN) fin dal 1999 - anno in cui viene creato il progetto ‘Global Compact’ - e come vi siano diversi esempi di PPP nel mondo realizzati da Agenzie UN. E’ importante sottolineare che il PPP è considerato utile dal settore pubblico anche perché può contribuire a risolvere difficoltà causate dai tagli di bilancio così come dalla burocrazia e dall’insufficiente capacità tecnica e manageriale che spesso caratterizza la pubblica amministrazione. Il PPP è quindi uno strumento attuale, innovativo e anche complementare capace di promuovere sviluppo, riforme ed investimenti oltre a promuovere politiche e buone pratiche in diversi settori tra cui quello della cooperazione allo sviluppo anche a livello transfrontaliero. Grazie al PPP si può quindi affermare che il settore privato è diventato a tutti gli effetti un attore privilegiato della cooperazione allo sviluppo internazionale. Il secondo capitolo della tesi analizza le politiche dell’Unione Europea e i relativi strumenti che presentano una connessione con i PPP. Più nel dettaglio, viene visto come attraverso queste politiche sia stato applicato il partenariato in parola nella cooperazione transfrontaliera e come la stessa sia divenuta più esplicita a livello europeo, soprattutto nel contesto del processo di stabilizzazione ed associazione. Infatti, partendo dalla Dichiarazione di Schumann del 1950, il capitolo introduce il Trattato istitutivo della CEE del 1957, esamina l’Atto Unico Europeo, per poi prendere in considerazione la politica di coesione o regionale. Proseguendo, il capitolo analizza la politica di allargamento o pre-accessione inclusi i tre criteri necessari per l’adesione stabiliti durante il Consiglio Europeo di Copenaghen nel 1993, i vari stadi del processo di adesione e le ragioni per cui l’Unione Europea promuove l’allargamento, considerando le diverse tappe di tale processo tra cui quella storica del 2004 e le sue prossime sfide. Dopo aver inoltre analizzato il quadro delle negoziazioni e gli strumenti previsti in ambito della strategia di pre-adesione, si è finito per affrontare la politica di vicinato o prossimità prendendo in analisi i suoi relativi strumenti, i suoi diversi obiettivi strategici e il suo nuovo approccio in seguito alla primavera araba. Dopo aver identificato come queste politiche presentino un’intersezione con la cooperazione transfrontaliera, è stata analizzata la loro intersezione con il PPP con il risultato di sottolineare che anche laddove tali politiche non prevedono esplicitamente il ricorso a questo tipo di partenariato, non lo escludono. Questo significa quindi che esse forniscono validi supporti all’uso di tale strumento, elemento importante per la tesi che è infatti volta a mettere in evidenza i punti di forza di tali politiche per l’applicazione dei PPP e a mostrare al contempo che vi è una mancanza applicazione degli stessi. Questo verrà evidenziato nel corso della tesi dal caso preso in esame di IPA I CBC Albania - Macedonia. Il terzo capitolo presenta come prima cosa il concetto di confine. E’ importante sottolineare come questo concetto viene esplicitato non solo da un punto di vista fisico-amministrativo ma in un senso più ampio, tenendo conto di come il concetto di confine sia un elemento chiave per capire la cooperazione transfrontaliera. Infatti, è solo partendo dall’analisi di questo concetto e da questo a quello di frontiera e area periferica, passando anche alla teoria generale dei sistemi applicata alla teoria generale dei confini, che si può pervenire alla nascita del concetto di cooperazione transfrontaliera e della sua applicazione pratica. Per tale motivo si è ritenuto necessario esplicare i concetti sopra menzionati secondo le definizioni di vari studiosi di varie discipline, per poi presentare i principali strumenti legali che regolano e facilitano la cooperazione transfrontaliera a livello europeo così come i meccanismi ad hoc che la implementano. Si è partiti da quelli nati in seno al CoE e precisamente dalla Convenzione di Madrid del 1980, strumento quadro per il tipo di cooperazione oggetto di questa tesi in quanto introduce per la prima volta la possibilità di cooperare e concludere accordi ad enti di Paesi contigui geograficamente. Vengono poi presentati i suoi 3 Protocolli: il Protocollo aggiuntivo, che dà essenzialmente la possibilità di creare un organismo di cooperazione transfrontaliera ad essa preposto, il secondo Protocollo che fissa soprattutto un quadro giuridico della cooperazione interterritoriale tra le parti e il terzo Protocollo che concerne la possibilità di istituire i Gruppi Europei di Cooperazione (GEC) dotati di personalità giuridica. Inoltre, a dimostrazione di come la cooperazione transfrontaliera nel tempo abbia acquistato sempre più importanza, si è ritenuto opportuno illustrare l’istituzione dei Gruppi Europei di Cooperazione Territoriale (GECT), le loro modalità di azione e i loro ambiti di applicazione. Tali Gruppi, che si rivelano quindi essere un nuovo strumento giuridico/finanziario che integra la Convenzione di Madrid ed i relativi Protocolli, sono stati creati al fine di facilitare la cooperazione transfrontaliera e superare gli ostacoli incontrati fino ad allora. Il capitolo continua focalizzandosi sui passi compiuti dall’UE in relazione a questo tipo di cooperazione che in particolare consistono nella messa a disposizione di importanti strumenti finanziari quali per esempio INTERREG. Il terzo capitolo si conclude quindi affrontando anche la Strategia delle Macroregioni che, pur non avendo una loro definizione ufficiale in ambito europeo, forse anche a causa della loro recente istituzione e pratica, si dimostra essere veramente utile nel contribuire a realizzare la politica di coesione e più nello specifico il suo obiettivo n. 3 (Cooperazione Territoriale Europea). Considerando che all’interno di questa politica vi è una programmazione settennale, nel quarto capitolo vengono presentate sia quella appena terminata 2007-2013, sia la nuova 2014 - 2020 per verificarne i cambiamenti nel contesto di applicazione dei PPP. Viene infatti introdotta la programmazione dell’UE 2007-2013 per comprendere maggiormente cosa sarebbe cambiato nel settennio successivo, anche a causa di avvenimenti storico/politici avvenuti durante gli ultimi anni come la cosiddetta primavera araba e l’interesse a sviluppare maggiormente l’integrazione economica tra l’Unione Europea e i partner orientali. Si prosegue con l’analisi più dettagliata degli strumenti utili per la realizzazione della cooperazione transfrontaliera (CBC) nel nuovo settennato e le possibilità di applicazione del PPP all’interno di questi. A tale riguardo è importante sottolineare come in generale tutte le politiche europee, tra cui quella regionale ha un ruolo centrale, dovrebbero contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Strategia Europa 2020. Si sottolinea come questa strategia, che ha portato alla definizione della nuova programmazione 2014-2020, sia molto ambiziosa e abbia individuato come uno degli strumenti chiave per la sua realizzazione quello del partenariato, tra cui anche il partenariato con il settore privato. Qui è importante evidenziare che gli obiettivi generali della politica regionale, sia a livello europeo, sia a livello nazionale, sono principalmente di natura socio-economica per es. orientati ad attenuare le disparità esistenti tra regioni aventi diverso livello di sviluppo. In particolare, le politiche europee hanno l’obiettivo di migliorare l’ambiente/contesto per attrarre investimenti al fine di incrementare investimenti in lavori pubblici nelle regioni che presentano maggiori necessità e migliorare la gestione delle risorse regionali locali in maniera più efficiente ed efficace. La tesi mostra come in entrambi i casi, lo strumento del PPP può essere di aiuto nel raggiungere questi importanti obiettivi. Inoltre, il capitolo in parola, dopo aver osservato che nella nuova programmazione settennale vi sono diversi cambiamenti dovuti al nuovo quadro legislativo e alle nuove modalità di attuazione della nuova politica regionale, esamina i due strumenti collegati alla CTE, IPA ed ENPI, nei due settenni di programmazione sopra menzionati. Il quinto capitolo invece, dopo una presentazione generale del contesto Albanese che prende in considerazione alcuni aspetti economici, demografici, sociali e politici del paese, includendo anche i criteri che questo deve soddisfare per poter ricevere lo status di candidato dall’Unione Europea, presenta brevemente la legge albanese sui PPP. In seguito, descrive le relazioni tra l’Albania e la Macedonia e il relativo Programma IPA CBC in relazione ai due periodi di programmazione suddetti 2007 - 2013 e 2014 - 2020 per presentarne le principali differenze. Concentrandosi sulle opportunità che l’Albania potrà avere nel prossimo futuro, viene sottolineato cosa cambia nel nuovo periodo di programmazione e con quali effetti positivi sul PPP, tenendo in considerazione anche il concetto di Responsabilità Sociale e l’iniziativa ‘Global Compact’ delle Nazioni Unite già menzionata precedentemente. Tutto questo per introdurre l’ultimo capitolo che, attraverso un’analisi della metodologia usata nelle varie fasi di preparazione della presente tesi, tra cui la SWOT analisi, identifica le strategie considerate vincenti per accrescere e migliorare l’efficacia della cooperazione transfrontaliera attraverso l’uso dello strumento di PPP. Nello specifico, la prima parte della tesi si è avvalsa di diverse fonti documentarie. Specialmente nella sua fase di inizio, il lavoro è stato definito attraverso ciò che è comunemente chiamata ‘analisi secondaria’. E’ stata effettuata infatti la ricerca e analisi della letteratura esistente e della documentazione ufficiale disponibile on-line e nei Ministeri albanesi così come nell’Istituto Nazionale di Statistica albanese. E’ stata inoltre reperita e analizzata la documentazione in possesso di diversi donatori e organismi internazionali presenti nel paese e in particolare della Delegazione della Commissione Europea in Albania. La seconda parte della tesi si è concentrata sull’analisi del programma IPA CBC in generale ed IPA CBC Albania - Macedonia in particolare. A tal fine si è voluto procedere con l’analisi di progetti specifici attivati e conclusi nel contesto di tale programma per evidenziare il ruolo effettivo o potenziale del PPP nello sviluppo virtuoso di progetti di CBC. Sebbene il PPP non venga esplicitamente definito tra gli strumenti utilizzati nell’attuazione di queste iniziative, si è scelto di individuare i fattori prodromici del PPP presenti in alcuni progetti al fine di valutarne le potenzialità soprattutto nell’ottica del prossimo periodo di programmazione europea (2014-2020). Le informazioni dettagliate relative ai progetti realizzati o in fieri non sono pubblicamente disponibili essendo ‘proprietà’ della Delegazione della Commissione Europea in Albania e dell’Autorità di Gestione del programma. Per raccogliere dunque il materiale necessario ad identificare i progetti più rilevanti e, successivamente, a procedere alla loro analisi si è dimostrato necessario procedere attraverso interviste in profondità con attori qualificati. Sono state così condotte interviste con interlocutori principalmente della Delegazione della Commissione Europea in Albania, del Ministero dell’Integrazione albanese e della Cooperazione Austriaca. Attraverso queste interviste, ai dati relativi al contesto ed al programma si sono quindi aggiunte informazioni specifiche relative a cinque progetti in cui lo strumento del PPP fosse presente almeno in forma embrionale. Le informazioni raccolte sono state strutturate in modo da procedere ad un’analisi qualitativa e ad un incrocio dei dati attraverso lo sviluppo di una SWOT analisi dei suddetti cinque progetti finanziati da IPA I CBC Albania - Macedonia al fine di presentare i risultati di tale analisi attraverso un processo di interpretazione dei dati. Prima di iniziare la SWOT analisi, il capitolo presenta anche il programma annuale per i fondi 2009 della Direzione Generale Allargamento dell’Unione Europea che specifica anche gli obiettivi della CBC tra i due paesi presi in esame che consistono essenzialmente nella promozione dell’economia transfrontaliera e dello sviluppo sociale e ambientale. Il quinto capitolo, così come sopra detto, analizza quindi attraverso una SWOT analisi, cinque progetti finanziati dall’UE all’interno del programma IPA I CBC Albania - Macedonia primo bando. In particolare, in questa tesi, la SWOT analisi, è lo strumento che permette di identificare i punti di forza (S), di debolezza (W), di opportunità (O) e di minacce (T) che caratterizzano i progetti che verranno analizzati in relazione al PPP. In altre parole quali sono i punti forza/risorse interne ai progetti che possono favorire lo sviluppo di tale partenariato e quali le loro limitazioni/punti di debolezza che lo possono ostacolare, così come le opportunità/fattori positivi esterni al progetto che possono, del caso, essere sviluppati per superare i punti di debolezza individuati e quali le minacce/fattori negativi esterni che derivano dal contesto locale e che impediscono lo sviluppo del PPP nell’area di interesse. Basandosi sulle informazioni ottenute non essendoci progetti in cui i candidati sono formati da un PPP, anche se da un’analisi delle linee guida del bando (‘Call for Proposal’) relative al Programma IPA I CBC Albania - Macedonia primo bando, è stato rilevato che non vi è un riferimento esplicito a questi, è stato scelto di fare uno screening dei progetti verificando quelli che nel loro interno presentavano almeno come beneficiari diretti e/o indiretti il settore privato. Così come sopra illustrato, tra i paesi confinanti l’Albania è stata scelta la Macedonia a titolo esemplificativo. Tra i 15 progetti presi in considerazione, i 5 progetti selezionati sono: 1. ‘Cross-border shared integrated alternative tourism’ (Turismo transfrontaliero alternativo integrato e condiviso), 2. ‘Business without borders’ (Impresa senza confini), 3. ‘Cross-border Civil Society Forum’ (Forum transfrontaliero della società civile), 4. ‘Promoting business women enterprises in the cross border area’ (Promozione dell’impresa femminile nell’area transfrontaliera), 5. ‘Borders without boundaries’ (Confini senza limiti). Queste le dimensioni scelte e di volta in volta da verificare per ogni progetto selezionato: • relativamente al contesto interno, al fine di identificare i punti di forza e di debolezza, sono obiettivi, attori e beneficiari, • relativamente al contesto esterno, al fine di identificare le opportunità e le minacce, sono attori, beneficiari e risultati attesi. Dopo la SWOT analisi, il capitolo da ultimo presenta i risultati chiave della tesi proponendo le strategie che potrebbero migliorare la cooperazione transfrontaliera attraverso l’uso del PPP. Le considerazioni conclusive della tesi riprenderanno tali strategie ripercorrendo inoltre i punti principali del lavoro svolto. Per rispondere alla domanda che sottende questa tesi, le strategie identificate come approcci alternativi che si possono applicare al fine di consentire ai programmi/progetti di cooperazione transfrontaliera di essere sviluppati in misura maggiore e in maniera più sostenibile, efficace ed efficiente utilizzando lo strumento del PPP e senza usare necessariamente ulteriori strumenti finanziari europei sono quelle cosiddette del ‘rafforzamento’ e del ‘superamento’. In particolare, per rafforzare gli aspetti e i fattori positivi nell’area transfrontaliera e per mitigare e/o dissipare quelli negativi emersi dall’analisi effettuata, le azioni raccomandate sia al settore pubblico, sia al settore privato, possono essere così riassunte: • organizzare congiuntamente degli incontri regolari nei quali i diversi attori possano conoscersi meglio reciprocamente così come scambiare informazioni e migliori pratiche relativamente ai paesi vicini in modo che la discussione possa vertere man mano sul potenziale sviluppo in particolare dell’economia attraverso l’impiego di nuovi strumenti come il PPP, iniziando magari da un settore pilota quale il turismo, • organizzare congiuntamente campagne di informazione sul PPP e corsi di formazione che potrebbero servire al superamento della comune mancanza di capacità di istituire efficienti PPP, • organizzare per i numerosi attori presenti sul territorio dei corsi o eventi finalizzati ad informare sui processi di revisione normativa utile a facilitare e rafforzare la cooperazione tra i diversi attori, la capacità di fare impresa e creare PPP, • rafforzare congiuntamente le reti esistenti e crearne delle nuove attraverso continui incontri capaci di mettere assieme i diversi attori aventi l’obiettivo di superare gli ostacoli/minacce e consideranti il rafforzamento delle relazioni un valore aggiunto atto a migliorare anche la capacità di reperire i fondi necessari. Le azioni invece che si raccomandano solo al settore pubblico sono: • (specialmente a livello locale) gli attori istituzionali quali le municipalità potrebbero organizzare delle riunioni invitando il settore privato, tradizionale e non, al fine di facilitare la comunicazione tra i partecipanti introducendo al contempo il PPP e facilitando l’istituzione di partenariati, • le autorità istituzionali dovrebbero cambiare la loro ottica trasformando le loro politiche nazionali, a partire da quelle transfrontaliere relative ai paesi confinanti, in modo da promuovere il PPP quale strumento di sviluppo agevolandone l’istituzione attraverso le modifiche del quadro normativo laddove necessarie, • realizzare delle politiche aventi l’obiettivo di facilitare gli investimenti diversificando i settori degli stessi e organizzando al contempo dei corsi di formazione professionale per dare l’opportunità alla popolazione in età attiva di diversificare le loro conoscenze e capacità.
XXIV Ciclo
1970
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Cali, Blendi. « Il Capitale Sociale in Albania (Il caso di Tirana) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2013. http://hdl.handle.net/10077/8607.

Texte intégral
Résumé :
2011/2012
Social Capital is one of the most attractive and disputed concept of the last two decades. The role it plays in economic development of regions and growing of its influence in the accountability of politics toward its citizens is the motive of this research. The main purpose of this study is to measure the level of social capital, focusing the attention in Tirana the capital of Albania. An overview of the role of social capital in the economy and the influence played by central government and local governance for its creation is given. To measure social capital is used the data set of Living Standard Measurement Survey 2008 of the Albanian National Institute of Statistics. From which were taken two variable one for participation in the networks of civic engagement and the other on trust only for Tirana. From the data analysis it results that in Tirana exists a low level of participation in networks of civic engagement and also a low level of trust. From the analysis made to understand the influence of participation in the networks of civic engagement the trust level referring to Robert Putman’s theory results a negative correlation between the two variables. The empirical findings appear to the conclusion that social capital in Tirana is low, and we must make efforts to build it in order to get the positive outcomes it has.
XXIV Ciclo
1981
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Actes de conférences sur le sujet "POLITICHE TRANSFRONTALIERE PER LA VITA QUOTIDIANA"

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Blečić, Ivan, Arnaldo Cecchini, Maurizio Minchilli et Valentina Talu. « Progettare la cittá di prossimitá per promuovere le "capacitá urbane" degli abitanti svantaggiati ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8001.

Texte intégral
Résumé :
La promozione della qualità della vita urbana passa necessariamente attraverso la costruzione di una città inclusiva, una città effettivamente "usabile" da tutti i suoi abitanti. Anche e soprattutto da chi, a causa di una qualche condizione (permanente o temporanea), si discosta dall'immagine dell'abitante-tipo adulto, maschio, sano, istruito, ricco e automunito e non é quindi "capace" (o non lo è pienamente) di accedere ai luoghi, ai servizi, alle opportunità e alle informazioni della città che sono progettate, organizzate e governate precisamente in funzione delle esigenze e dei desideri di questo abitante-tipo. Rilevanti sono in tal senso i progetti e le politiche che si concentrano soprattutto sulle periferie con l'intento di promuovere la qualità della vita urbana quotidiana degli abitanti . Accanto ai grandi (e costosi) interventi di riqualificazione, particolarmente utili sono le trasformazioni a scala di quartiere, le "micro" trasformazioni, perché sono in grado di migliorare concretamente l'usabilità di quella che può essere definita "città quotidiana e di prossimità", la città, cioè, che gli abitanti conoscono, "usano" (o "userebbero" se fosse effettivamente accessibile e usabile) e di cui possono prendersi cura. L'articolo cerca di mostrare perché è efficace e pertinente un approccio legato ad una dimensione "micro" degli interventi, anche attraverso il racconto di alcune esperienze sul campo condotte da Tamalacà, un gruppo di ricerca e azione del Dipartimento di Architettura Design e Urbanistica (DADU) dell'Università di Sassari. Upgrading the quality of urban life necessarily goes hand in hand with building up an inclusive city, a city actually “usable” by all its inhabitants. The kind of project that is important from this point of view will focus on the most marginal areas of the city. Alongside the large, costly urban redevelopment interventions, transformations on a neighbourhood scale and "micro" dimension are particularly useful. This article attempts to show why an approach involving intervention linked with a “micro” dimension is effective and pertinent, and also describes a significant experiment carried out by the action research group TaMaLaCà of the Department of Architecture Design and Planning - Architecture at Alghero (University of Sassari) in the town of Sassari.
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