Articles de revues sur le sujet « Politiche per la sicurezza »

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1

Zetter, Roger. « La securitizzazione e le politiche europee in materia di asilo e rifugiati ». MONDI MIGRANTI, no 3 (mars 2010) : 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003001.

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Résumé :
Anche se il numero di rifugiati e richiedenti asilo che fanno ingresso in Europa č diminuito rispetto al picco raggiunto all'inizio di questo decennio, il volume delle domande č ancora significativo e la questione č ancora di alta rilevanza sia a livello dei singoli Stati membri che della Commissione e dell'Unione Europea. Il processo di armonizzazione delle politiche di asilo e immigrazione e lo sviluppo della Diret-tiva sulle Qualifiche riflette il continuo impegno a "gestire" le migrazioni o almeno questo settore dell'immigrazione verso l'Europa. Questo articolo esplora i modi contraddittori attraverso cui la sicurezza umana dei rifugiati e dei richiedenti asilo in Europa si č intrecciata con politiche di piů ampio respiro in competizione tra loro. Si sostiene che i bisogni di sicurezza di questa particolare categoria di persone sono stati inseriti nella piů ampia cornice della gestione interna ed esterna delle migrazioni per salvaguardare il primato del mercato unico europeo. Allo stesso modo, le minacce esterne alla sicurezza europea poste da migranti e rifugiati/richiedenti asilo in particolare - una minaccia che risulta essere soprattutto percepita e simbolica, piuttosto che reale - sono state snaturate per sostenere una retorica politica e un'agenda nazionale e sovranazionale che subordina i bisogni di sicurezza dei rifugiati in nome del piů alto imperativo della "securitizzazione". Fondate sulla paura crescente nei confronti dell' "altro", entrambe queste traiettorie - sicurezza umana e securitizzazione - sono andate a detrimento delle persone che hanno piů bisogno di protezione. L'articolo analizza queste tendenze, le dinamiche contraddittorie tra interessi nazionali e sovranazionali, e le conseguenze per le per-sone messe a rischio a causa di queste politiche e di questi processi.
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2

Ragionieri, Maria Pia, et Alessandro Chiarabolli. « Coexistence of GM Crops with Conventional and Organic Agriculture : the European approach ». RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no 2 (janvier 2013) : 145–59. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002008.

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Résumé :
L'articolo presenta uno stato dell'arte delle politiche internazionali ed europee e una rassegna delle iniziative implementate dagli operatori privati per la sicurezza sanitaria nelle filiere agroalimentari. L'analisi č incentrata sugli effetti economici della combinazione degli approcci pubblico e privato in comparazione con i potenziali effetti in termini di riduzione del rischio sanitario a cui č esposto il consumatore. Partendo da una rassegna critica della letteratura economica e da un'analisi basata sugli strumenti della Nuova Economia Industriale, gli autori mostrano come, a determinate condizioni, l'obiettivo della sicurezza sanitaria nella filiere agroalimentari possa essere soltanto parzialmente conseguito per effetto di distorsioni economiche derivanti dall'effetto combinato di politiche pubbliche e standard privati.
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Rusconi, Gian Enrico. « OPZIONI POLITICHE E VINCOLI MILITARI. IL “ DILEMMA DELLA SICUREZZA ” DEL 1914 ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 16, no 2 (août 1986) : 169–96. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200015926.

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Résumé :
IntroduzioneUn governo decide di sviluppare il proprio armamento e di migliorare le proprie strategie militari, senza alcuna intenzione aggressiva, ma per garantirsi maggiore sicurezza. Di riflesso i governi degli altri Stati adottano misure analoghe. Il risultato è l'aumento di insicurezza per tutti — maggiore di quanto non fosse all'inizio dell'operazione. In circostanze di acuta tensione internazionale e in presenza di tecnologie e dispositivi strategici instabili, l'esito finale è un'altissima probabilità di guerra.
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4

Santoro, Carlo M. « MODELLI DI SICUREZZA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no 1 (avril 1988) : 3–39. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017251.

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Résumé :
IntroduzioneL'impiego di modelli consente di ordinare concettualmente una teoria, oppure una pre-teoria, nel senso che per le sue caratteristiche di rappresentazione schematica (e talvolta anche grossolana) della realtà facilita l'identificazione di tutti gli elementi necessari alla sua impostazione. D'altra parte opera un raccordo fra classi o idealtipi la cui affinità affiora indirettamente, per metodo comparativo, proprio nel quadro della loro diversità. Infine, attraverso la loro potenza esplicativa, per le proprietà di raffigurare una teoria, nonché per la loro semplicità, riduzione di scala, e omissione dei dettagli, i modelli possono far da crocicchio, ovvero da intersezione, anche in seno all'analisi delle Relazioni Internazionali.
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5

Gualandri, Mario, Roberta Fida et Francesco Avallone. « Benessere Organizzativo in un campione di Aziende Sanitarie italiane ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mars 2012) : 61–85. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001005.

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Résumé :
Riassunto In ambito scientifico e nelle politiche sociali europee il benessere organizzativo č divenuto uno dei principali temi di discussione, in particolare per i contesti sanitari che, data l'elevata complessitŕ delle dinamiche organizzative, mostrano un elevato rischio per il benessere organizzativo. Questo puň incidere sullo stress e sul benessere dei lavoratori. Il presente contributo esamina i fattori lavorativi della salute organizzativa in un campione di Aziende Sanitarie Locali (Asl) italiane. A tal fine sono stati utilizzati i dati relativi ad una ricerca nazionale su circa 8000 dipendenti (Multidimensional Organizational Health Questionnaire) differenziati per aree geografiche e per genere. I risultati mostrano che i fattori con maggiore effetto sui disturbi psicosomatici, sullo stress e sulla soddisfazione lavorativa sono il carico di lavoro, la sicurezza, il conflitto e l'apertura all'innovazione. Inoltre in tutte le aree geografiche e maggiormente per le donne la percezione dell'equitŕ ed il carico di lavoro risultano piů problematici. Per il Sud Italia e le Isole, ulteriori criticitŕ risultano la percezione della sicurezza e del comfort dell'ambiente. Infine, i risultati evidenziano una percezione di bassa soddisfazione e di alto stress in tutti i lavoratori delle aree geografiche e maggiormente nelle donne.
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Attiani, Caterina. « L'agricoltura urbana ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 98 (juillet 2012) : 73–89. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-098006.

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Résumé :
Analizzeremo il fenomeno dell'Agricoltura Urbana (AU). Definiremo il concetto, spiegando come si colloca all'interno delle politiche per lo sviluppo e nell'agenda politica brasiliana nella lotta contro la fame e per la sicurezza alimentare. L'AU sperimenta una riscoperta da parte del sapere accademico a partire dalle proiezioni delle Nazioni Unite di un mondo sempre piů urbano. Tuttavia, non inventa niente di nuovo, ma semplicemente fonde in maniera diversa, rispetto al passato piů recente, elementi che presi singolarmente appartengono ad un passato piů lontano (Ingersoll et al, 2007), riscattando una forma di welfare, giŕ utilizzata in altre epoche di crisi.
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7

Moccia, Luigi. « Cittadinanza europea e spazio di libertŕ, sicurezza e giustizia ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (décembre 2010) : 115–34. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001006.

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Résumé :
L'obiettivo dell'Unione di offrire ai suoi cittadini uno spazio di libertŕ, sicurezza e giustizia senza frontiere interne fa della cittadinanza europea, al di lŕ del suo valore ideale e simbolico, il terreno operativo su cui fondare un'Europa unita come unione di popoli e quindi di cittadini. In questa cornice di riferimento vengono segnalati i principali contenuti normativi, insieme con le strategie e prioritŕ politiche poste con i programmi pluriennali, da quello di Tampere a quello, per ultimo, di Stoccolma, in merito alla costruzione di tale spazio, quale spazio di coesione e integrazione tra popolazioni dei paesi membri (ma anche di protezione nei riguardi di stranieri, migranti e richiedenti asilo, provenienti da paesi terzi), cioč quale spazio comune di cittadinanza dell'Unione avente rilievo autonomo che, come tale, si aggiunge a quella nazionale.
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8

Jean, Carlo. « SICUREZZA E DIFESA IN ITALIA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no 3 (décembre 1987) : 377–97. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016968.

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Résumé :
IntroduzioneDopo il disastro della seconda guerra mondiale si produsse in Italia un sentimento collettivo di rimozione del problema politico della guerra. Da esso derivò la rinuncia, solennemente sancita nella costituzione postbellica, all'uso della forza, eccetto nel caso dell'autodifesa dello stato e dell'ordine democratico. Tale scelta andava al di là della situazione di fatto contingente, cioè della disfatta e dei limiti imposti dal trattato di pace. Comportava per l'Italia, così come per la Germania e per il Giappone, una radicale ridefinizione dei propri interessi ed aspirazioni nazionali.
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Martellozzo, Federico, et Filippo Randelli. « Sicurezza alimentare globale e cambiamento climatico. Guardare oltre il prodotto interno lordo ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 2 (mai 2022) : 30–54. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2022oa13799.

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Résumé :
Recenti ricerche suggeriscono che il numero di persone denutrite nel mondo, dopo essere costantemente diminuito dal 2005, è tornato ad aumentare dal 2014, e nel 2020 si sia attestato intorno a quota 811 milioni. Sebbene l'insicurezza alimentare ( food insecurity - FI) sia una questione di drammatica rilevanza, ed un problema panterrestre, è tuttavia innegabile come alcuni paesi siano più vulnerabili, e conseguentemente più suscettibili rispetto a shock esogeni (e.g. cambiamento climatico, pandemie, ecc.). Questo studio intende offrire osservazioni analitiche come strumento di supporto per l'elaborazione di politiche, finalizzate alla comprensione degli elementi di vulnerabilità del sistema alimentare in un dato paese. Nonostante in letteratura vi siano diversi indici per lo studio della FI, è sovente adottato (a volte per necessità di sintesi) un rationale interpretativo - riduttivo- che riproduce la FI mediante una narrativa di vulnerabilità economica. L'analisi, tramite la rielaborazione propria di indicatori esistenti e la formulazione di simulazioni predittive, vuole problematizzare in che modo i fattori critici individuati (e.g. la struttura produttiva di un paese, i suoi rapporti commerciali, il suolo irrigato, ecc.) possono incidere significativamente sulla FI di un paese, disgiuntamente da una congiuntura economica interna favorevole.
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Rebora, Gianfranco. « Ripensare il sistema pubblico : spunti per una strategia di trasformazione ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 112–29. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001005.

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Résumé :
L'articolo sintetizza le ragioni alla base del fallimento delle riforme delle pubbliche amministrazioni intraprese da diversi governi in Italia negli ultimi 20 anni. Successivamente, l'autore sviluppa una proposta, di prima approssimazione, delle linee portanti per una strategia e un progetto di trasformazione delle PA. Al centro della proposta c'č una visione d'insieme, un'idea di fondo, che integra in un disegno coerente le idee guida fondamentali e le linee di azione operativa; alla luce della visione generale, i diversi aspetti di taglio piů operativo non sono posti in sequenza come passaggi di un percorso, ma sono connessi da relazioni di tipo circolare, complementaritŕ e reciproca rispondenza. Alla realizzazione di questa visione sono funzionali interventi coordinati che si possono raggruppare sotto una serie di profili come: gestione della transizione, perimetro e rete istituzionale, strutture e risorse, regole, innovazione. Si prospetta quindi un sistema di amministrazioni piů snello, capace di economizzare il diretto impiego di risorse rispetto all'attuale, ma anche aperto, attento al governo delle reti che vedono una fitta connessione di attori nei processi da cui dipendono gli esiti delle fondamentali politiche pubbliche (welfare, beni culturali, educazione e formazione, sicurezza, ecc.).
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Gelmi, Giusi, Giulia Parisi, Lia Calloni, Aurora Torri, Anna Paola Capriulo et Corrado Celata. « Promuovere salute e prevenire cronicità nella popolazione over 65 : il programma Gruppi di Cammino in Regione Lombardia ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (octobre 2022) : 40–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-003006.

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Résumé :
La Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di over 65enni: oltre 2 milioni, pari al 22,9% della popolazione (Istat, 2020). Molti soffrono di una o più patologie croniche, incidendo per il 70% sulla spesa sanitaria regionale (Dgr 4662/2015). Le evidenze di letteratu-ra indicano la sedentarietà tra le cause che concorrono allo sviluppo di patologie croniche e sottolineano la necessità di politiche e programmi per promuovere l'attività fisica per favorire l'invecchiamento attivo e in buona salute (Active and Healthy Ageing). In tal senso, dal 2009 Regione Lombardia ha individuato i Gruppi di Cammino come programma principe per pro-muovere e mantenere la salute della popolazione over 65, inserendolo nei propri Piani Regio-nali Prevenzione. Il programma consiste in un'attività organizzata dove un gruppo di persone si ritrova per camminare insieme, almeno due volte a settimana, seguendo un percorso urbano o extra-urbano, sotto la guida di un conduttore (Walking leader). Rappresentano una strategia capace di promuovere il movimento di adulti e anziani in sicurezza, la conoscenza di temi di salute, la partecipazione dei cittadini e le loro abilità sociali, rispondendo ai principi chiave delle politiche di promozione della salute e di Active Ageing (Oms, 2002). L'articolo, attraverso la descrizione dei differenti passaggi adottati per l'implementazione del programma secondo la lente dell'Interactive System Framework, darà evidenza di come il programma Gruppi di Cammino sia una strategia che ad oggi promuove il movimento di oltre 18600 over 65.
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D'Atri, Stefano. « «Le navi e il mar, invece di campi e d'oliveti, tengono la cittŕ abbondante d'ogni bene». Il sistema annonario di Ragusa (Dubrovnik) in etŕ moderna ». STORIA URBANA, no 134 (juin 2012) : 31–56. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134003.

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Résumé :
Se analizziamo il sistema annonario di Ragusa secondo il tempo, il luogo e le circostanze - seguendo le suggestioni di Ferdinando Galiani contenute nei suoi Dialogues sur le commerce des blés - ecco che ci appare come una realtŕ molto diversa all'interno del contesto mediterraneo in etŕ moderna. Una diversitŕ fondata principalmente sul rapporto privilegiato con l'Impero Ottomano, un rapporto che per la Repubblica di San Biagio significava pace, sicurezza e privilegi commerciali, che le garantiva un margine di manovra inimmaginabile, soprattutto se misurato dal punto di vista delle sue dimensioni politiche e territoriali. Tutto questo ha consentito la creazione di un sistema annonario - che faceva del controllo dei prezzi e dell'offerta il suo punto di forza - difficilmente comparabile con le altre realtŕ mediterranee ma che, allo stesso tempo, rende quelle realtŕ piů intelligibili attraverso la propria «peculiaritŕ».
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Cavazzani, Ada. « Nuove prospettive per la sociologia rurale in Italia ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 90 (septembre 2010) : 15–25. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090003.

Texte intégral
Résumé :
L'autore presenta un quadro dei nuovi orientamenti della sociologia rurale, connessi con i cambiamenti che stanno determinando processi di ritorno alla campagna. Sono prese in considerazione le ricerche condotte nell'ultimo decennio su residenzialitŕ in ambienti rurali, sviluppo rurale, movimenti contadini, altra agricoltura, sicurezza alimentare. Sono indicate le prospettive di aggregazione dei ricercatori, interdisciplinarietŕ e internazionalizzazione delle ricerche.
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Clň, Alberto. « Lo sterile dibattito sulla nuova strategia energetica ». ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no 1 (avril 2012) : 9–18. http://dx.doi.org/10.3280/efe2012-001002.

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Résumé :
I Governi italiani hanno spesso proposto misure di politica energetica per il Paese, sebbene raramente si siano avuti effetti significativi. Recentemente il Governo italiano ha auspicato un passaggio dal concetto di politica e quello di "strategia energetica nazionale", i cui contenuti e metodi evidenziano gli stessi limiti che hanno portato all'insufficienza delle precedenti politiche. L'articolo pertanto mette in evidenza criticamente le ragioni del fallimento dei precedenti tentativi di definizione di una politica energetica nazionale e dello sterile dibattito sulla nuova strategia. Evidenzia, al contrario, la necessitŕ di rispettare alcuni aspetti metodologici che possono favorirne il successo: la necessitŕ di una maggiore specificitŕ delle misure, il ricorso all'analisi costi-benefici per identificare i trade-off tra le alternative, l'identificazione degli obiettivi prioritari e delle responsabilitŕ delle diverse istituzioni. Le sfide poste dai cambiamenti del contesto geopolitico, economico ed ambientale odierni rendono tale metodologia ancora piů urgente. Focalizzandosi successivamente sul tema degli obiettivi di una politica energetica, l'articolo ne identifica quattro (ambiente, competitivitŕ, sicurezza e crescita) e suggerisce l'apporto che alcune misure possono portare al raggiungimento degli stessi.
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Mugarra, Miriam Velazco. « Derecho Agrario : instrumento del desarrollo agrícola y rural ». Przegląd Prawa Rolnego, no 2(23) (15 décembre 2018) : 159–69. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.12.

Texte intégral
Résumé :
L’obiettivo dell’articolo è di presentare le sfide contemporanee del diritto agrario in materia di sviluppo sostenibile delle zone rurali, tenendo conto delle politiche agricole attuate a livello locale, regionale, internazionale e globale. Nello specifico si è cercato di approfondire l’influenza del c.d. approccio territoriale allo sviluppo sostenibile delle zone rurali e la sua importanza per il diritto agrario. Per attuare il concetto di agricoltura sostenibile a Cuba è necessaria un’implementazione decisiva del progresso tecnologico, una moderata, razionale ed economicamente giustificata intensificazione della produzione e un contenimento del degrado della produttività potenziale del suolo. È inoltre inevitabile ampliare e modernizzare l’infrastruttura tecnica delle zone rurali e delle aziende agricole stesse. Oltre alla necessità di aumentare il livello di istruzione e di conoscenza professionale da parte degli agricoltori, come anche il livello di consapevolezza ecologica, queste azioni richiedono un sostegno finanziario tramite stanziamenti del bilancio pubblico e dei fondi regionali. È anche necessario migliorare il reddito agricolo, in quanto esso determina le possibilità di intraprendere investimenti e attività pro-ecologiche, che a loro volta determinano la sicurezza alimentare del Paese. Secondo l’autore, l’approccio territoriale è uno strumento efficace che facilita la gestione pubblica delle zone rurali e contribuisce a un ulteriore sviluppo socio-economico della popolazione rurale.
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Giorgi, Chiara. « Das faschistische System der sozialen Vorsorge im Spannungsverhältnis zwischen autoritären Maßnahmen und sozialer Integration ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (20 décembre 2017) : 44–62. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0005.

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Résumé :
Riassunto Il saggio ripercorre alcuni passaggi fondamentali inerenti lo sviluppo dello Stato sociale italiano durante gli anni del fascismo, inquadrandoli tanto nel dibattito storiografico piu recente, quanto nell’ambito di alcune issues nazionali e internazionali. In questo senso le politiche assicurative e previdenziali fasciste verranno prese in esame sia nel contesto piu complessivo della crescita delle politiche sociali degli anni Trenta (europee e non solo), sia in riferimento alle principali istituzioni italiane (in primis l’INFPS, l’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale). In particolare il testo e teso a mettere in evidenza la centralita dell’esperienza fascista rispetto al consolidamento storico del welfare nazionale, i cui connotati originali si collocano proprio negli anni di costruzione del regime. Il periodo fascista pose infatti le basi di quel sistema cosiddetto „particolaristico-clientelare“ che si sarebbe poi sviluppato e intensificato nel secondo dopoguerra e che rappresenta, secondo varie voci storiografiche, il tratto piu distintivo della vicenda italiana. I dati conclusivi che emergono sono che, in relazione ad una media europea, l’Italia riusci a recuperare sotto il profilo quantitativo, aumentando la spesa per la sicurezza sociale e il grado di copertura assicurativa. Tuttavia, la cifra impressa dal regime al welfare nazionale ne avrebbe segnato gli sviluppi successivi, facendo emergere la centralita dell’esperienza fascista in ordine alle caratteristiche (e alle dimensioni) di quest’ultimo. Secondariamente, la riorganizzazione avvenuta sotto il fascismo dell’ambito assicurativo e previdenziale - in ordine all’estensione delle forme di tutela, del numero degli assistiti e soprattutto in materia di sistematizzazione - riguardo per lo piu gli aspetti gestionali. Invariata resto una politica di differenziazione delle spettanze che anzi venne accentuata e utilizzata dal regime ai fini del controllo sociale. Il fascismo infatti moltiplico forme e regimi assicurativi diversi e differenziati, nella misura, nella qualita e nel tempo. La ricostruzione delle vicende previdenziali italiane nel periodo tra le due guerre e cosi inserita in un piu ampio contesto sia geografico (europeo e d’Oltreoceano), sia economico, politico e sociale.
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Giorgi, Chiara. « Das faschistische System der sozialen Vorsorge im Spannungsverhältnis zwischen autoritären Maßnahmen und sozialer Integration ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (5 mars 2018) : 44–62. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0005.

Texte intégral
Résumé :
Riassunto Il saggio ripercorre alcuni passaggi fondamentali inerenti lo sviluppo dello Stato sociale italiano durante gli anni del fascismo, inquadrandoli tanto nel dibattito storiografico più recente, quanto nell’ambito di alcune issues nazionali e internazionali. In questo senso le politiche assicurative e previdenziali fasciste verranno prese in esame sia nel contesto più complessivo della crescita delle politiche sociali degli anni Trenta (europee e non solo), sia in riferimento alle principali istituzioni italiane (in primis l’INFPS, l’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale). In particolare il testo è teso a mettere in evidenza la centralità dell’esperienza fascista rispetto al consolidamento storico del welfare nazionale, i cui connotati originali si collocano proprio negli anni di costruzione del regime. Il periodo fascista pose infatti le basi di quel sistema cosiddetto „particolaristico-clientelare“ che si sarebbe poi sviluppato e intensificato nel secondo dopoguerra e che rappresenta, secondo varie voci storiografiche, il tratto più distintivo della vicenda italiana. I dati conclusivi che emergono sono che, in relazione ad una media europea, l’Italia riuscì a recuperare sotto il profilo quantitativo, aumentando la spesa per la sicurezza sociale e il grado di copertura assicurativa. Tuttavia, la cifra impressa dal regime al welfare nazionale ne avrebbe segnato gli sviluppi successivi, facendo emergere la centralità dell’esperienza fascista in ordine alle caratteristiche (e alle dimensioni) di quest’ultimo. Secondariamente, la riorganizzazione avvenuta sotto il fascismo dell’ambito assicurativo e previdenziale – in ordine all’estensione delle forme di tutela, del numero degli assistiti e soprattutto in materia di sistematizzazione – riguardò per lo più gli aspetti gestionali. Invariata restò una politica di differenziazione delle spettanze che anzi venne accentuata e utilizzata dal regime ai fini del controllo sociale. Il fascismo infatti moltiplicò forme e regimi assicurativi diversi e differenziati, nella misura, nella qualità e nel tempo. La ricostruzione delle vicende previdenziali italiane nel periodo tra le due guerre è così inserita in un più ampio contesto sia geografico (europeo e d’Oltreoceano), sia economico, politico e sociale.
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Catino, Maurizio. « Apprendere dagli errori per migliorare sicurezza e affidabilitŕ organizzativa : il contributo della sociologia dell'organizzazione ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 114 (septembre 2009) : 96–110. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-114008.

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Résumé :
- The objective of this article is to examine which role the theory and sociology of organization might have in the accident analysis of organizations for the improvement of safety and reliability. The possible role for organizational research on accidents in organizations. The two main aims are: the analysis of two different logics of inquiry in case of accidents - the individual blame logic vs the functional-organizational logic-; the evaluation of the possible role and the practical difficulties in the implementation of an organizational approach if errors and organizational accidents occur. Main attention will focus on organizational research direct to have influence on social processes and conditions of extra-academic effect.Key words: organizational learning, organizational errors, blame culture, just culture, safety, organizational reliability
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Terzuolo, Eric R. « LA SICUREZZA EUROPEA DOPO IL TRATTATO SUGLI EUROMISSILI : LA PROSPETTIVA AMERICANA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 1 (avril 1989) : 91–112. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017500.

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Résumé :
IntroduzioneÈ abbastanza naturale che il Trattato INF sugli Euromissili firmato a Washington l'8 dicembre 1987 abbia aperto un ampio dibattito sui problemi del futuro della difesa europea. Infatti, il Trattato è ricco di nuovi elementi che rappresentano una rottura rispetto ai paradigmi consolidati nel campo del controllo degli armamenti. Anche osservatori normalmente critici verso l'amministrazione Reagan hanno ammesso che il Trattato INF creerà condizioni e prospettive nuove «eliminando una intera categoria di armi in cui entrambe le parti avevano effettuato investimenti economici e politici di grande rilievo, imponendo riduzioni asimmetriche al fine di raggiungere un risultato finale equo, stabilendo clausole di verifica precise e a carattere «intrusivo» e dimostrando che la strategia di «armarsi per discutere» può avere successo».
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Mori, Simona, Laura Di Fiore, Chiara Lucrezio Monticelli et Marco Meriggi. « Un confronto sui sistemi di polizia politica nell'Italia preunitaria. » SOCIETÀ E STORIA, no 176 (août 2022) : 301–71. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-0176005.

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Résumé :
Il forum propone una riflessione a più mani sul tema della polizia politica nell'Italia post-napoleonica, che la maturità degli studi su quel comparto strategico dei governi legittimisti sembra ormai consentire. Questa prima messa a punto di taglio comparato vuole cogliere le molte risonanze esistenti fra i dispositivi di controllo politico che, muovendo dalla paradigmatica esperienza rivoluzionaria e napoleonica, gli stati della penisola misero in campo per contrastare le pulsioni eversive dilaganti nell'intero continente con strategie coordinate. L'esame dei casi evidenzia al contempo i profili comuni e le curvature che ciascun governo impresse alle politiche securitarie, tematizzandole in vario modo nel discorso pubblico. Si conferma così, accanto al portato repressivo di questa azione, la duttilità della funzione poliziesca e il ruolo ambivalente che essa giocò nei processi di politicizzazione delle società agli albori della contemporaneità. Per il Regno delle Due Sicilie il contributo di Laura Di Fiore guarda con particolare attenzione alla fase post-quarantottesca, rilevando per un verso l'intensa cooperazione instaurata dal governo borbonico con gli stati confinanti per il contrasto all'attività cospirativa degli esuli, per l'altro la strategia di degradazione del nemico, ovvero della militanza anti-sistema, adottata sul piano retorico. Chiara Lucrezio Monticelli mette a fuoco la peculiare interazione realizzata dallo Stato della Chiesa fra gli ordinamenti di polizia sperimentati nell'incisiva stagione francese e le più tradizionali strutture del controllo ecclesiastico, effetto di un'intensa dialettica interna fra conservazione e riforma. Il Regno Lombardo-Veneto esaminato da Simona Mori mette la polizia politica al servizio del suo progetto imperiale di temperata conservazione, sostanzialmente fallendo nell'intento di egemonizzare i servizi di sicurezza operanti nella penisola, mentre sul versante interno alterna fasi di tolleranza ad altre di rigore, senza riuscire ad arginare l'allargarsi del dissenso. Marco Meriggi conclude con un quadro d'insieme che attinge alla memorialistica, alla letteratura e alle fonti normative, per restituire una rappresentazione multiprospettica della polizia politica che, ridimensionata rispetto al titanismo evocato dalla narrazione risorgimentale, viene a configurarsi come strumento di un complessivo disegno di governo verticale della società, che accomuna i maggiori contesti politici dell'Italia restaurata.
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Bellucci, Paolo, et Pierangelo Isernia. « OPINIONE PUBBLICA E POLITICA ESTERA IN ITALIA : IL CASO DELLA BOSNIA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no 3 (décembre 1999) : 441–80. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028914.

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Résumé :
IntroduzioneLa guerra contro la Repubblica Federale di Jugoslavia ha evidenziato i problemi della politica estera italiana degli anni '90. Con non più del 40% dell'opinione pubblica stabilmente a favore dei raid aerei contro la Serbia ed il Kosovo, una veemente opposizione del Vaticano e del Papa in prima persona ed una maggioranza di governo divisa al suo interno tra negoziatori ad oltranza ed auspici di una immediataescalationterrestre, si riproponeva, con maggiore evidenza del passato, il ridotto margine di autonomia dell'esecutivo nel settore della politica di sicurezza. A poco meno di due anni dalla crisi albanese, la leadership politica italiana si è trovata così ad affrontare l'ennesima prova di politica estera, per giunta sul terreno delle armi, un terreno sul quale nell'ultimo quarantennio repubblicano raramente un governo si era avventurato. Rispetto all'ambiente tut to sommato «placido» nel quale la politica estera italiana ha operato nel secondo dopoguerra, gli anni '90, con un ininterrotto susseguirsi di crisi (dal Golfo alla Somalia, dall'Albania alla Bosnia, per finire con il Kosovo) hanno prodotto un maggior numero di sfide, in aree molto più vicine e rilevanti per gli interessi nazionali italiani e in un quadro di minore possibilità di far ricorso al proprio tradizionale alleato, gli Stati Uniti, per risolvere i propri fondamentali problemi di sicurezza. Da qui la necessità di costruire un consenso nazionale intorno alle scelte del governo e, di conseguenza, il crescente interesse per il ruolo che l'opinione pubblica assume nella politica estera italiana. Il Kosovo tuttavia non è il primo caso in cui l'opinione pubblica entra nei calcoli dei decisori nazionali. In questo saggio intendiamo esplorare questo ruolo in un'altra recente crisi che ha visto coinvolta l'Italia, quella relativa al dissolvimento della ex-Jugoslavia, con particolare riferimento alla crisi in Bosnia-Herzegovina. Come diremo nelle conclusioni, da questa esperienza è possibile trarre alcune considerazioni che sembrano dimostrarsi valide anche nel caso del Kosovo.
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Amendola, Giandomenico. « La sociologia urbana in Italia ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 90 (septembre 2010) : 9–14. http://dx.doi.org/10.3280/sur2009-090002.

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Résumé :
La ristrettezza della base accademica spinge i giovani ricercatori verso aree disciplinari di confine. La Sociologia urbana italiana presenta oggi una grande varietŕ di temi affrontati in un'ottica di interdisciplinarietŕ. Accanto a quelli definibili classici quali l'immigrazione, la governance urbana, la semanticitŕ della cittŕ, la rigenerazione urbana, la sicurezza, il rapporto tra cittŕ compatta e cittŕ diffusa, ci sono, per esempio, i temi dei consumi, della mobilitŕ e delle tecnologie. Tra gli altri spicca il nodo delle forme fisiche della cittŕ e delle sue architetture e della loro rilevanza sia nel vissuto quotidiano che nelle strategie di sviluppo.
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Mazzette, Antonietta. « Metamorfosi urbane in tempo di pandemia : alcune riflessioni ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 127 (mars 2022) : 52–62. http://dx.doi.org/10.3280/sur2022-127005.

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Résumé :
Le riflessioni presenti nel saggio si fondano su un'indagine avviata all'indomani dell'emanazione del Decreto del Presidente del Consiglio dell'8 marzo 2020, con il quale sono state estese a tutto il territorio italiano le misure di contrasto e contenimento della diffusione del virus Sars Cov-2. L'indagine è stata sviluppata in tre diversi momenti: nel primo è stato somministrato un questionario online su Sicurezza e fiducia al tempo dell'emergenza sanitaria, applicando la tecnica di campionamento di tipo snowball; nel secondo è stata sottoposta una batteria di domande aperte agli interlocutori che, avendo risposto al questionario, avevano dato la disponibilità ad essere ricontattati per ulteriori approfondimenti; nel terzo momento sono state poste ulteriori domande sulla gestione dell'emergenza sanitaria ai medesimi interlocutori della seconda fase. Ai fini di questo articolo, per ragioni di brevità, esponiamo alcuni elementi emersi nella seconda fase della ricerca, relativi ai cambiamenti urbani legati all'emergenza.
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Inglehart, Ronald. « LA NUOVA PARTECIPAZIONE NELLE SOCIETà POST-INDUSTRIALI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no 3 (décembre 1988) : 403–45. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012600.

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Résumé :
IntroduzioneLo sviluppo economico dovrebbe condurre a crescenti livelli di partecipazione politica di massa per almeno tre buoni motivi teorici: 1) i cittadini delle società industriali avanzate hanno visto migliorare le loro capacità di partecipare: durante l'ultimo mezzo secolo i loro livelli di istruzione si sono accresciuti in modo impressionante e la formazione politica si è fatta più facilmente accessibile; 2) le norme sociali si sono fatte più permissive verso la partecipazione politica della metà femminile della popolazione. Una o due generazioni fa le donne non avevano neanche il diritto di voto. Oggi, non solo lo hanno acquisito in tutte le democrazie occidentali, ma vi è anche una crescente accettazione informale del fatto che esse debbano giocare un ruolo politico uguale a quello degli uomini e si sono diffusi i modelli di ruolo politico femminile. Infine, 3) vi sono segnali che le priorità valoriali del pubblico occidentale siano venute gradualmente passando da valori materialisti a valori postmaterialisti. Questo trend dovrebbe contribuire ad una crescita del tasso di partecipazione politica: liberatisi dalla necessità di concentrare le loro energie in via prioritaria nella lotta per la sicurezza economica e fisica, i cittadini dovrebbero essere in grado di dedicare più attenzione a preoccupazioni postmaterialistiche come la politica.
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Aitala, Rosario Salvatore. « Obiettivo : La magistratura italiana e il futuro della comunitŕ internazionale ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (juillet 2009) : 106–15. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003010.

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Résumé :
- 1. Introduzione2. Le politiche esterne dell'Unione europea fra politiche criminali, istanze di sicurezza e prospettive geopolitiche. Il caso dell'Albania3. L'impegno italiano nella stabilizzazione dell'Afghanistan. In particolare la costruzione dello Stato di diritto e della funzione giudiziaria.
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Garlati, Loredana. « Alle origini della prova scientifica : la scuola di polizia di Salvatore Ottolenghi ». Revista Brasileira de Direito Processual Penal 7, no 2 (29 août 2021) : 883. http://dx.doi.org/10.22197/rbdpp.v7i2.597.

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Résumé :
Il saggio ripercorre le tappe che portarono alla nascita della Scuola di polizia scientifica (poi Scuola superiore a partire dal 1925), grazie all’opera di Salvatore Ottolenghi. La Scuola, istituita a Roma nel 1902, si proponeva di insegnare sia ai funzionari di pubblica sicurezza che a quelli della polizia giudiziaria un metodo scientifico per assolvere al meglio le proprie funzioni: nell’un caso la prevenzione dei reati, nell’altro fornire all’autorità giudiziaria dati “oggettivi” ai fini dell’accertamento della verità processuale. L’analisi è l’occasione per aprire uno squarcio su un periodo culturalmente vivace e di fideistico entusiasmo verso le cd. scienze ausiliarie (l’antropologia, la psicologia, la medicina legale, la statistica etc.), che irrompono sulla scena del processo penale, grazie anche all’impulso della Scuola positiva. Oggetto di attenzione sarà in particolare l’antropometria, messa a punto da Bertillon, e la dattiloscopia, grazie anche agli studi dell’italiano Gasti. Siamo agli albori della prova scientifica, che allora, come oggi, interroga sul ruolo del giudice, sulla legittimità dell’uso di pratiche tacciate di invasività e violazione dei diritti della persona, sul rapporto tra scienza e diritto e tra prova scientifica e discrezionalità (o libero convincimento) del giudice.
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Uleri, PierVincenzo. « LE FORME DI CONSULTAZIONE POPOLARE NELLE DEMOCRAZIE : UNA TIPOLOGIA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 15, no 2 (août 1985) : 205–54. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200003130.

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Résumé :
IntroduzioneAffrontando il tema delle consultazioni popolari dirette si pongono due problemi principali: perché tale tipo di processo elettorale è più usato in certi casi che non in altri e quali sono le conseguenze del ricorso ad esso sul sistema politico nel complesso. Rispetto al primo problema molti anni addietro, nel 1912, William E. Rappard sottolineava l'incoerenza degli avversari delle consultazioni popolari. Costoro, pur consentendo che le masse scelgano liberamente i loro rappresentanti, «fanno affidamento, per la loro sicurezza, sulle discrepanze che possono sorgere tra gli atti della maggioranza degli eletti e i desideri della maggioranza degli elettori». Rappard formulava, quindi, una previsione «In teoria … l'ulteriore estensione del controllo popolare mediante la legislazione diretta sembra inevitabile in tutti i paesi dove il suffragio universale prevale». È facile intuire che la previsione si basasse sulla conoscenza e l'analisi delle esperienze svizzera e statunitense. In altri Paesi, in quegli anni, si discuteva sulla opportunità di adottare forme di consultazione popolare come in effetti accadde con alcune costituzioni elaborate subito dopo la prima guerra mondiale, in primo luogo con la costituzione di Weimar.
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Stefanizzi, Sonia, et Valeria Verdolini. « Le metamorfosi dell'ordine pubblico : il concetto di sicurezza urbana ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 3 (décembre 2012) : 103–36. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-003007.

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Résumé :
L'articolo propone un'analisi critica delle recenti politiche di sicurezza urbana adottate in Italia, e i riverberi socio-giuridici di queste pratiche normative. In particolare nel saggio vengono verificate le relazioni tra i differenti strumenti, le finalitŕ degli stessi (manifeste e latenti) e le relazioni tra i molti attori che sono deputati al governo della sicurezza oggi e i tentativi di "spartizione" tra enti del monopolio legittimo dell'uso della forza. Si esaminano, in particolare, gli effetti della riforma del titolo V in materia di sicurezza, il "Pacchetto sicurezza", la "stagione" delle Ordinanze Comunali e la loro dichiarata incostituzionalitŕ.
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Tarantino, Francesco. « Il voto degli italiani all'estero : le difficoltà incontrate in Argentina nell'attuazione delle norme ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 57, no 1 (30 juin 2007) : 5–52. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10223.

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Résumé :
La complessa riforma del voto all'estero Il passaggio delle norme alla prassi in Argentina, alla vigilia delle elezioni politiche 2006 La formazione degli elenchi elettorali: uno spunto di riflessione sulla certezza del voto L'invio e il recapito dei plichi elettorali: uno spunto di riflessione sulla sicurezza del voto Le elezioni politiche del 2006 in Argentina: partecipazione e risultati elettorali
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Bagaglini, Massimiliano. « Sicurezza, sviluppo e diritti nella cittŕ multiculturale : quali politiche ? » TERRITORIO, no 49 (juillet 2009) : 128–33. http://dx.doi.org/10.3280/tr2009-049019.

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Résumé :
- The fear of crime reflects a broad spectrum of insecurities connected with the new ‘map of risks' in post modern societies. The obsession with security has contributed to the remodelling of physical space and the social fabric of large urban centres, triggering phenomena of social polarisation which have made labour segmentation even more rigid. The questions posed therefore concern the type of policies that can be adopted to ensure a good ‘social mix' and how security can be reconciled with rights. It is a question of critically rethinking the concept of citizenship as it has developed over the last two centuries, recovering its political and participatory dimension. Public policies must support inclusion processes encouraging growth in individual capabilities and social capital.
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BUONCOMPAGNI, GIACOMO. « IL VIRUS PANDEMICO TRA POLITICHE DELLA SICUREZZA, TRAUMA E TERRORISMO ». RIVISTA ITALIANA DI ANTROPOLOGIA APPLICATA, no 2 (31 décembre 2020) : 7–17. http://dx.doi.org/10.32054/2499-1848-2020-2-1.

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Pedersini, Roberto. « Quale flexicurity ? Studi e politiche su flessibilitŕ e sicurezza nel lavoro ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 114 (septembre 2009) : 125–38. http://dx.doi.org/10.3280/sl2009-114010.

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Résumé :
- The paper presents the origins and transformation of the concept of flexicurity and stresses the problems with the implementation of the flexicurity model adopted by the European Union. He then proposes some research lines to make it more apt to guide labour market reform.Keywords: labour market policies, work flexibility, flexicurity, industrial relations, Europe, social research
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Moretti, Veronica. « Politiche della sicurezza e interventi sul territorio : Belgio e Spagna a confronto ». SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no 2 (octobre 2014) : 120–31. http://dx.doi.org/10.3280/siss2014-002011.

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Dicillo, Cristina, et Mariavaleria Mininni. « Politiche urbane e politiche culturali per Matera verso il 2019 ». TERRITORIO, no 73 (juin 2015) : 86–93. http://dx.doi.org/10.3280/tr2015-073013.

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Korzycka-Iwanow, Malgorzata, et Pawell Wojciechowski. « Le strutture della sicurezza alimentare in Polonia ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 3 (mars 2010) : 151–90. http://dx.doi.org/10.3280/aim2008-003007.

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Résumé :
Il presente articolo affronta il tema delle strutture della sicurezza alimentare in Polonia. Nella prima parte viene presentata la disciplina comunitaria quale fattore determinante le predette strutture. La seconda parte tratta questioni più generali, quali le strutture della pubblica amministrazione e il sistema delle fonti di diritto in Polonia, per passare poi ad argomenti più puntuali concernenti le strutture della sicurezza alimentare e la relazione tra la normativa nazionale e la normativa comunitaria in materia. Nella terza ed ultima parte, vengono esaminati in modo dettagliato gli organi costituenti le strutture della sicurezza alimentare in Polonia, iniziando dai ministri per passare poi all'analisi della composizione, dei compiti e delle competenze degli organi centrali dell'amministrazione governativa e degli organi territoriali dell'amministrazione unita e non unita competenti in materia di sicurezza alimentare. In conclusione l'Autrice constata che l'attuale struttura degli organi che hanno compiti relativi alla sicurezza alimentare in Polonia è complessa, poiché si è formata in diversi periodi ed è basata su diversi criteri. Nel processo di adattamento del diritto polacco alle esigenze comunitarie, le nuove competenze e compiti risultanti dalle norme del diritto comunitario sono stati attribuiti, per ragioni di urgenza, agli organi esistenti incaricati già di compiti e competenze in altre materie. Per cui l'Autrice sostiene che è auspicabile effettuare una riforma delle strutture della sicurezza alimentare in Polonia.
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Mignella Calvosa, Fiammetta. « Politiche per la mobilitŕ sostenibile ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 94 (avril 2011) : 30–42. http://dx.doi.org/10.3280/sur2011-094004.

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Résumé :
La cittŕ contemporanea č sempre piů definita dalle pratiche di mobilitŕ e dalle intersezioni dei flussi di persone, beni, informazioni che vanno a ridefinire le relazioni e le connessioni sociali tra gli individui. Le diseguaglianze di mobilitŕ costituiscono, allo stesso tempo, causa ed effetto di differenti disponibilitŕ di risorse materiali e di maggiore o minore libertŕ di gestione del tempo a propria disposizione, ma anche di disparitŕ nella possibilitŕ di accesso alle funzioni urbane. L'accresciuta mobilitŕ, in particolare quella legata all'utilizzo del mezzo privato, pone come centrale il tema del suo governo sia in termini ambientali che sociali. L'elaborazione di forme di autorganizzazione e autoregolazione diventa cruciale per far fronte alle pressioni ambientali e ai flussi crescenti di merci e persone. Dopo essersi soffermato su alcune esperienze di mobilitŕ sostenibile in cittŕ europee (Londra, Parigi, Barcellona, Munster), l'autore si concentra sul caso romano.
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Altiero, Salvatore. « Sulla recente normativa cinese in materia di sicurezza alimentare ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 1 (décembre 2010) : 235–79. http://dx.doi.org/10.3280/aim2009-001015.

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Résumé :
Il 1° giugno 2009, è entrato in vigore il nuovo testo di legge cinese in materia di sicurezza alimentare: è lecito domandarsi se tale normativa debba essere vista come un passo avanti verso la soluzione delle note problematiche legate alla scarsa attenzione tributata da questo Paese - almeno fino ad oggi - all'elaborazione di norme in grado di garantire prodotti alimentari sicuri secondo canoni condivisibili in sede comunitaria e Wto; tale questione investe insieme la sicurezza dei consumatori e il libero commercio. Da un lato, l'approccio del legislatore cinese può essere accostato, per alcuni limitati aspetti, a quello adottato dal regolamento 178/2002 e dall'accordo Sps in quanto, ad esempio, il testo fissa la normativa generale in materia di sicurezza alimentare applicabile a tutti i prodotti del settore. Nel precedente quadro normativo, invece, non solo mancava una netta distinzione trae, ma la disciplina della materia era affidata a norme disconnesse e poteva variare per ciascun tipo di alimento in virtù del fatto che, per ognuno di essi, una legge dettava l'apposita disciplina in materia di produzione e commercio stabilendo a quali procedure e parametri ci si dovesse attenere per assicurarne la sicurezza (ad esempio la legge sulla "agricultural product quality safety"). Ancora, il testo di legge cinese stabilisce ciò che gli standard di sicurezza alimentare dovranno includere e prevede la costituzione di organi centrali incaricati della gestione e del monitoraggio delle situazioni di rischio. D'altro canto, il legislatore cinese ha delegato a futuri e imprecisati atti normativi la definizione della normativa di dettaglio necessaria a rendere realmente efficaci gli standard e ad assicurare il funzionamento delle autorità incaricate delle fasi di monitoraggio e gestione del rischio. Senza una pronta attuazione, quindi, il testo di legge cinese sulla sicurezza alimentare rischia di essere solo una risposta inconcludente e senza incisività alle istanze che la comunità internazionale e, per ciò che più ci interessa, l'Europa rivolgono alla Cina in materia di sicurezza dei consumatori e per la maggiore apertura dei propri mercati ai prodotti cinesi.
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Pilia, Michele. « L’adeguatezza dei modelli 231 in relazione alla <i>safety</i> ; nelle società del settore <i>aviation</i> ; alla luce della recente interpretazione dell’art. 2638 c.c. » Fascicolo 1 | luglio-dicembre 2022, no 1 (8 décembre 2022) : 1–21. http://dx.doi.org/10.35948/rdpi/2022.11.

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Résumé :
L’attenzione alla sicurezza, connessa anche ai recenti sinistri relativi agli eventi del caso “Boeing 737 max”, il recente protocollo d’intesa raggiunto tra l’ENAC e la Scuola Superiore della Magistratura, finalizzato ad una maggiore consapevolezza reciproca per portare l’amministrazione della giustizia più vicina possibile alla realtà aviation in cui la stessa si troverà ad operare, e infine il crack Alitalia, hanno imposto un’ulteriore riflessione sulla natura dei problemi afferenti la safety degli aeromobili sia sotto il profilo tecnico (di progettazione, realizzazione o impiego), sia sotto il profilo normativo-giuridico. Questo ha condotto le società operanti nel settore a domandarsi se i loro modelli di raccolta delle segnalazioni e di comunicazione con l’ENAC dovessero essere ripensati, specie in considerazione dell’astratta configurabilità dell’art. 2638 c.c. e del conseguente illecito connesso con l’art. 25ter D.lgs. n. 231/2001. &nbsp; Parole chiave: comunicazioni obbligatorie, enti di vigilanza, ENAC, art. 2638 c.c., safety, modello 231 &nbsp; The recent attention about the safety related to the aviation incident, expecially the "Boeing 737 max" case, the new memorandum of understanding reached between Ente Nazionale Aviazione Civile (“ENAC”) and the Italian Scuola Superiore della Magistratura aimed at greater mutual awareness to bring the justice’s administration as close as possible to the aviation reality, and eventually the Alitalia’s crack, require further reflection on the aircraft safety from a technical standpoint (design, construction or use) and legal point of view. This has led the aviation’s companies to a rethinking of their reporting policy and their interactions with ENAC, especially in view of the potential configurability of art. 2638 civil code and the consequent offense connected with art. 25ter D.lgs. n. 231/2001. &nbsp; Keywords: mandatory communication, surveillance Authority, ENAC, art. 2638 c.c., safety, modello 231
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Luzi, Teo. « Ambiente, foreste e sicurezza ». L’Italia Forestale e Montana 77, no 3 (25 août 2022) : 117–30. http://dx.doi.org/10.36253/ifm-1794.

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Résumé :
Il contesto storico attuale è caratterizzato da una crescente attenzione alle problematiche ambientali, percepite come vere e proprie emergenze da affrontare su scala globale con elevata priorità. In premessa, la situazione congiunturale della guerra in corso sul territorio ucraino viene analizzata esclusivamente sul versante ambientale e, in particolare, per i risvolti legati all’alterazione degli habitat e all’aumento delle emissioni climalteranti in atmosfera. Le convenzioni ambientali dell’ONU in materia di cambiamenti climatici, di diversità biologica e di lotta alla desertificazione rappresentano un punto di riferimento imprescindibile per la transizione verso uno sviluppo realmente sostenibile. In tale contesto si incardina e declina l’attività del Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri (CUFA), sia come forza di polizia ambientale strutturata ed efficiente nel garantire la prevenzione dei reati in danno all’ambiente, alle foreste e al settore agroalimentare nel nostro Paese, sia in proiezione internazionale. Questa impostazione viene perseguita nell’ambito di una nuova “diplomazia ambientale” in grado di esportare le buone pratiche all’interno di un perimetro di cooperazione definito in accordo con le Agenzie dell’ONU e in raccordo con i riferimenti istituzionali nazionali.
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Tortoriello, Pamela, Giuseppina Moccia, Antonio Nigro, Alfonso Della Corte, Giuseppe Ferrucci, Rosetta Frammartino, Grazia Cioffi et al. « "Safety Walk Round” : Giri per la sicurezza ». La Sanita pubblica. Ricerca sul campo. 1, no 1 (2020) : 17–24. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.1.

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Résumé :
L’obiettivo primario delle iniziative di risk management in area sanitaria è la prevenzione del cosiddetto “rischio clinico”, ossia la probabilità che un paziente subisca un qualunque «danno o disagio imputabile, anche se in modo involontario, alle cure mediche». Oggigiorno la rilevanza di questo argomento è sentitissima più che in qualunque altra epoca storica anche, e soprattutto, a causa dell’esponenziale incremento del contenzioso legale derivante da eventi avversi presumibilmente riconducibili a “malasanità”.
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Doria, Silvia. « La sicurezza in cantiere : negoziare per costruire ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (septembre 2013) : 32–55. http://dx.doi.org/10.3280/so2013-001002.

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Seghezzi, Francesco. « Il Patto per il lavoro della regione Emilia-Romagna : una lettura di relazioni industriali ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 161 (décembre 2021) : 218–35. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-161011.

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Résumé :
L'autore analizza il Patto per il lavoro firmato in Emilia Romagna nel luglio del 2015 e rinnovato nel dicembre del 2020 nella prospettiva delle relazioni industriali. In particolare si concentra sui contenuti del patto e sulle ragioni che hanno spinto le parti sociali a sottoscriverlo. L'autore mostra le differenze con il ricco panorama di patti degli anni Novanta, nei quali i contenuti erano più focalizzati su singole azioni connesse alle politiche del lavoro. Nel Patto per il lavoro l'autore individua un più ampio approccio delle parti sociali alle tematiche del lavoro con un interesse per le politiche industriali, le politiche del mercato del lavoro e le politiche della formazione. Emerge che le parti sociali agiscano per legittimare la loro azione specifica a livello aziendale o territoriale attraverso una partecipazione attiva nella definizione del più ampio scenario delle politiche territoriali insieme all'attore pubblico.
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Pastore, Massimo. « Il diritto all'unitŕ familiare : una questione di sicurezza ? » DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 4 (novembre 2009) : 167–77. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-004011.

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Résumé :
1. Pacchetto sicurezza e «restrizioni per i ricongiungimenti»2. Le ultime modifiche alla disciplina del ricongiungimento familiare3. Il nuovo co. 8 dell'art. 29: una norma a tutela della "sicurezza" dell'Amministrazione inadempiente?4. La disciplina del rilascio e rinnovo del permesso di soggiorno per motivi familiari dopo la riforma5. Restrizione del divieto di espulsione per i parenti conviventi con cittadini italiani: conseguenze sui procedimenti in corso e sul rinnovo dei permessi giŕ rilasciati
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Brondino, Margherita, et Margherita Pasini. « Il clima di sicurezza : un fattore strategico per la sicurezza nei luoghi di lavoro ». SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no 1 (avril 2015) : 50–64. http://dx.doi.org/10.3280/siss2015-001005.

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Pietta, Antonella, Marco Bagliani et Edoardo Crescini. « L'Italia si adatta ? La definizione delle politiche di adattamento al cambiamento climatico alla scala regionale ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 2 (mai 2022) : 71–91. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2022oa13801.

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Résumé :
Nelle politiche di adattamento la scala locale &egrave; centrale per delineare le vulnerabilit&agrave; dei diversi territori e progettare azioni realmente efficaci. Il contributo presenta un'analisi critica delle politiche di adattamento individuate alla scala regionale in Italia focalizzando l'attenzione su alcune chiavi di lettura: l'impostazione generale delle politiche stesse, la governance messa in atto per l'implementazione, l'integrazione tra le politiche dal punto di vista orizzontale e verticale, la presenza e tipologia dei processi partecipativi, la considerazione delle caratteristiche dei singoli territori all'interno della progettazione delle politiche. Dalle ricerche qui illustrate emerge una situazione di luci ed ombre: su 21 amministrazioni, solo 4 hanno completato l'iter, mentre almeno 5 non hanno ancora iniziato a mobilitarsi in questa direzione.
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Klein, Menachem. « Una cittŕ di frontiera con confini deboli ». FUTURIBILI, no 3 (septembre 2012) : 195–203. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-003012.

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Résumé :
L'Autore sviluppa il tema dei confini di Gerusalemme (sia nella cittŕ storica che nella sua area metropolitana) evidenziando come questi siano numerosi, non sovrapposti, informali - e cioč non riconosciuti da accordi concreti rigidi -, e di conseguenza tali confini sono deboli, flessibili e attraversabili. Il tema dei confini viene verificato sulla base degli obiettivi e dei risultati demografici, delle politiche, delle azioni pianificatorie, della costruzione di unitŕ abitative seguite dai governi israeliani e dalle autoritŕ palestinesi, dell'organizzazione dei servizi e della sicurezza. Tutto ciň č considerato nelle diverse parti della grande Gerusalemme (cittŕ storica e i villaggi della sua periferia). La conclusione dell'Autore č ancora quella che esistono molti confini ambivalenti, e quindi mobili non ufficiali, e che il confine etnico-nazionale č il piů potente nel dare forma a tutti questi confini morbidi e attraversabili.
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Cusin, Ambra. « Misure antisismiche per la mente : strumenti per tollerare l'insicurezza in situazioni di emergenza ». GRUPPI, no 3 (octobre 2011) : 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-003004.

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Nel lavoro si raccontano le impressioni e le osservazioni fatte durante l'esperienza in Abruzzo (terremoto 2009) allo scopo di stimolare la riflessione e costruire degli interventi di emergenza chiedendosi se č pensabile una psicoanalisi dell'emergenza e se esiste qualche modalitŕ della psicoanalisi che operi per aiutare a tollerare l'insicurezza in situazioni di emergenza. Sono pensabili infatti degli interventi che non si limitino a tranquillizzare le persone accogliendo il loro trauma, ma in cui si cerchi dei modi piů articolati per: 1) sviluppare modalitŕ con cui dare senso al trauma (a livello personale e gruppale); 2) imparare a costruire la cultura del rischio da abbinare a quella della sicurezza cosě da attrezzarsi ai rischi inevitabili che il vivere comporta pur restando vigili nell'impegno civile a garantire il massimo della sicurezza possibile; 3) evidenziare un modello psicoanalitico adeguato ad avviare nella popolazione azioni di cittadinanza attiva per proteggerla dalla passivizzazione, dando spazio alla componente adulta e responsabile che non deve bidimensionalizzarsi in una ossequiente dipendenza (assunto di base di dipendenza) o in una ribellione paranoica e autodistruttiva (assunto di base di attacco e fuga).
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Rosati, G., A. Morisetti et P. Tirone. « Tossicità nell'animale e sicurezza nell'uomo ». Rivista di Neuroradiologia 7, no 4 (août 1994) : 595–600. http://dx.doi.org/10.1177/197140099400700405.

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Résumé :
Fino ai primi anni '80, le indagini epidemiologiche condotte sulle reazioni avverse ai mezzi di contrasto iodurati uroangiografici iniettati per via endovenosa, non erano riuscite a stabilire una correlazione significativa fra l'incidenza delle reazioni e il tipo e/o la dose del composto somministrato. Di conseguenza si era ritenuto che nello scatenamento delle reazioni avverse sistemiche il ruolo delle caratteristiche farmaco-tossicologiche delle diverse molecole iodurate fosse trascurabile rispetto ai fattori di rischio individuali. Studi più recenti hanno tuttavia messo in luce che con i composti non-ionici il rischio di reazioni avverse gravi è circa sei volte inferiore al rischio che si ha con i composti ionici. Questi risultati clinici confermano i dati derivati da studi sugli animali, che hanno evidenziato come i composti non-ionici abbiano un margine di sicurezza da due a tre volte superiore rispetto agli ionici. Alla luce di questi dati è stato riesaminato il valore predittivo degli studi preclinici per la sicurezza dell'impiego clinico dei mezzi di contrasto iodurati. Appare in questo senso utile un approccio «interspecies scaling», possibile grazie al fatto che il comportamento farmacocinetico di questi composti è ormai ben conosciuto ed estremamente semplice sia nell'uomo che nell'animale.
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Di Giorgio, Michele. « Educare il poliziotto. Programmi, metodi e materiali per la formazione delle guardie di Pubblica sicurezza (1961-­1970) ». SOCIETÀ E STORIA, no 175 (avril 2022) : 39–83. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-175002.

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Résumé :
In questo articolo l'autore analizza la genesi e lo sviluppo del sistema di arruolamento e formazione per le guardie di pubblica sicurezza. La riforma del comparto di formazione fu probabilmente la più importante tra quelle che interessarono la polizia della Repubblica negli anni successivi al boom economico. L'autore dimostra come la Pubblica sicurezza, partendo da un sistema di formazione per il personale di base embrionale e inefficiente, si dotò nel corso degli anni sessanta di un comparto scuole piuttosto articolato ed efficiente, giungendo a strutturare programmi di formazione e materiali di studio complessi e originali. Nonostante questa imponente trasformazione del sistema di addestramento (che in parte interessò anche le modalità di reclutamento), come l'autore dimostra, la polizia non riuscì ad assicurare alle guardie di Pubblica sicurezza una formazione adeguata a rispondere alle sfide di una società in rapido cambiamento. Ciò avvenne, oltre che per una scarsa selezione del personale arruolato, soprattutto per una serie di disfunzioni organizzative e strutturali che comprimevano in maniera eccessiva il tempo di formazione e minavano l'efficienza delle nuove scuole di polizia.
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Simoni, Alessandro. « Appunti per una "lettura romaně" del "pacchetto sicurezza" ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 4 (novembre 2009) : 217–30. http://dx.doi.org/10.3280/diri2009-004014.

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1. Neutralitŕ del diritto e recenti policies in tema di "nomadismo"2. La separazione degli spazi tra "popolazione maggioritaria" e "nomadi": radici antizigane delle norme restrittive in tema di concessione della residenza3. La mendicitŕ minorile4. Conclusioni: la persistenza dello stereotipo antizigano nella macchina del diritto
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