Thèses sur le sujet « Politiche di sviluppo regionale »

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1

OTTAVIANO, ANDREA ADELCHI. « Ruolo delle infrastrutture portuali nello sviluppo locale : quali politiche ? : il caso della regione Calabria : tra politiche di industrializzazione, pianificazione regionale e strategie di sviluppo locale ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 1995. http://hdl.handle.net/11578/278376.

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2

Pollonara, Mirco. « Valutazione delle politiche di sviluppo rurale. Gli interventi agro-ambientali in uno studio regionale ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2006. http://hdl.handle.net/11566/242532.

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3

Birolo, Linda. « Proposta di un metodo per l'auto-valutazione dei Gruppi di Azione Locale (GAL) e dell'approccio leader nelle politiche di sviluppo regionale e rurale dell'unione europea ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2013. http://hdl.handle.net/11577/3423589.

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Résumé :
In the context of multi-level governance, the commitment to ensure effective and efficient management of resources for implementation of regional development and cohesion policies should involve all stakeholders at various tiers of decision making, from local public administrators to final beneficiaries. Making all aware of accurate control and greater transparency in the use of public resources, can help create a climate of trust between the administrators and citizens; reduce the bureaucratic burdens and give greater credibility to the results of public interventions. In this regard at local level, it is increasingly the need for assessment tools that provide decision-makers with better and more useful information also on projects of limited scale and activities concerning confined. Where it is possible through the involvement of the local population and all public and private bodies that are affected by territorial interventions. The Local Action Groups (LAGs) of the european initiative LEADER for the rural areas development have always been an active part in promoting the culture of cooperation and coordination and the empowerment of all economic and social components of a community to assess the outcome by EU structural founds' measures. This research aims to develop an operational tool to self-assessment by public-private partnerships (LAGs type) which allows them to control their strengths, their areas for improvement and the degree of satisfaction of stakeholders. The methodology developed in collaboration with GALs and other related subjects is intended to be simple and sustainable, in terms of human and financial resources so it ensures that good practices of self-control are incorporated in the daily activities of these organizations. The self-assessment system is oriented to a regular monitoring of the organization management with respect to seven key principles of "good governance": g-local sustainable development, effectiveness, efficiency, participation, transparency, accountability and capacity. Such checking can use a limited number of indicators that are flexible and according to needs, can be further refined independently by the organization itself. This system has been tested with LAG direct/indirect operators at Flanders (Belgium), Umbria and Veneto Regions. Self-assessment can help a single organization and its related bodies to approach the complexity of reality and to make appropriate use of increasingly limited resources. A constant and accurate analysis of information promotes knowledge and learning both inside and outside of the organization through the sharing of best practice and continuous dialogue with the various stakeholders. This instrument allow LAGs to measure the results achieved in local development for the loans obtained, also in relation to the expectations of the public and beneficiaries. In addition, these data of regular monitoring and internal control, are the first step in order to provide better information at local context, more readily understandable to citizens and more useful to take political decisions at various tiers of government. Future research could be directed to take up the challenge of identifying the desired values to associate with each indicator that we designed in order to elaborate quantitative or qualitative judgments from measures observed during the self-assessment
In un contesto di multi-level governance, l'impegno per assicurare una gestione efficace ed efficiente delle risorse destinate alla attuazione delle politiche per lo sviluppo e la coesione dei territori deve coinvolgere tutti gli attori, ai vari livelli decisionali, fino agli amministratori pubblici locali e ai beneficiari finali. Una generale sensibilizzazione verso un controllo accurato e una maggiore trasparenza dell'uso delle risorse pubbliche, può contribuire a creare un clima di fiducia tra gli amministratori e i cittadini, riducendo le barriere burocratiche e dando maggiore credibilità  ai risultati degli interventi pubblici. A tal proposito nei contesti locali, emerge sempre più la necessità  di disporre di strumenti di valutazione che forniscano informazioni più adeguate e più utili ai decisori anche su progetti di limitate dimensioni o degli interventi che riguardano aree circoscritte anche attraverso un coinvolgimento diretto, ove possibile, della popolazione locale e di tutti i soggetti pubblici e privati che sono in qualche modo "interessati". I Gruppi di Azione Locale (GAL) dei programmi europei LEADER per lo sviluppo delle aree rurali sono da sempre parte attiva nel promuovere la cultura della cooperazione e del coordinamento e la responsabilizzazione di tutte le componenti economiche e sociali di una comunità  per una valutazione dell'esito degli interventi locali finanziati dai fondi strutturali europei. Questa ricerca si propone di elaborare uno strumento operativo di autodiagnosi a disposizione di partnership pubblico/private locali, del tipo dei GAL, che consenta loro di tenere sotto controllo i punti di forza, gli aspetti da migliorare nonché il grado di soddisfazione dei loro interlocutori nel territorio. La metodologia sviluppata in collaborazione con i GAL e altri soggetti ad essi afferenti vuole essere semplice e sostenibile, in termini di risorse umane e finanziarie, per far si che buone pratiche di autocontrollo siano incorporate nelle attività  quotidiane di queste organizzazioni. Il sistema di autovalutazione predisposto consiste in un un regolare monitoraggio delle modalità  di gestione di un'organizzazione rispetto a 7 principi chiave di "buona governance": sviluppo sostenibile g-locale; efficacia, efficienza; partecipazione, trasparenza, responsabilità  e capacità. Per tale verifica sono utilizzabili un numero limitato di indicatori flessibili che possono essere ulteriormente perfezionati in modo autonomo dalla organizzazione stessa, secondo le proprie esigenze. Tale dispositivo è stato perfezionato e testato con degli operatori diretti o indiretti di GAL delle Regioni delle Fiandre (Belgio), Umbria e Veneto. L'Auto-valutazione può aiutare una singola organizzazione e i soggetti che con essa si relazionano ad avvicinarsi alla complessità  della realtà  e a utilizzare in modo appropriato risorse sempre più limitate. Una costante e puntuale analisi delle informazioni favorisce la conoscenza e l'apprendimento sia all'interno della organizzazione che all'esterno attraverso la condivisione di procedure e il continuo confronto con i diversi soggetti. Tale strumento consentirebbe ai GAL di misurare i risultati raggiunti nello sviluppo locale a fronte dei finanziamenti ottenuti, in relazione anche alle aspettative della popolazione e dei beneficiari. Inoltre queste misure di regolare monitoraggio e controllo interno, sono il primo passo per disporre di informazioni più adeguate ai contesti locali, più immediatamente comprensibili ai cittadini e più utili a prendere le decisioni politiche ai vari livelli di governo. Ricerche future potrebbero essere indirizzate a cogliere la sfida di individuare i valori desiderati associabili a ciascun indicatore del set da noi predisposto che consentano di pervenire a dei giudizi di valore quantitativo o qualitativo delle misure osservate nel corso dell'autovalutazione
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4

Zilio, Sara <1992&gt. « "Le dèveloppement comme changement de mentalité". Politiche di sviluppo in una ONG locale nella regione del Kivu (RD Congo) ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2019. http://hdl.handle.net/10579/14688.

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Résumé :
Al confine tra Congo RD, Uganda, Ruanda e Burundi, la zona del Nord e Sud Kivu, è stata più volte al centro di conflitti e di interessi internazionali, legati in particolar modo alla ricchezza del suo sottosuolo. È negli anni sessanta che ha origine la prima struttura di società civile, fiorita in seguito negli anni novanta e oggi rappresentata da una moltitudine di organizzazioni, associazioni, piccole e grandi realtà, che a diversi livelli e in differenti ambiti operano sul territorio. Il mondo umanitario nel Kivu è oggi costituito da una complessa rete che vede muoversi al suo interno realtà locali e internazionali: organismi umanitari, ONG, associazioni e cooperative locali, forze delle Nazioni Unite, realtà religiose e movimenti locali. Oggi il termine “sviluppo” è spesso ancora carico di una prospettiva eurocentrica e di una concezione illuminista di progresso. Con il seguente studio si è cercato di darne una prospettiva locale, focalizzando l’attenzione sugli interventi e sulle politiche messe in atto da alcune realtà ben radicate sul territorio, che contano al loro interno personale esclusivamente congolese. Esse agiscono sul territorio, costruendo un’idea di “sviluppo” che metta in primo piano il protagonismo e le istanze degli attori locali, cercando così di superare il meccanismo di dipendenza tra i destinatari e gli agenti degli interventi. Questo permette, da un lato di limitare gli interventi di carattere assistenzialistico, dall’altro di promuovere un concetto di “sviluppo” non statico, ma legato alle specificità storico-culturali del territorio.
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5

Salera, Antonio. « Policy evaluation e policy learning nella regione FVG : indicazioni dall' applicazione dell'approccio controfattuale alle politiche di sviluppo nel settore turistico della montagna marginale ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2010. http://hdl.handle.net/10077/3628.

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Résumé :
2008/2009
Il tema centrale del progetto di ricerca riguarda la valutazione delle politiche pubbliche regionali di sviluppo mediante l’introduzione di un approccio di tipo quantitativo; la valutazione è intesa come un processo di policy learning in grado non solo di stimare se e quanto un set di interventi sia stato efficace, ma anche di restituire capacità cognitiva ai soggetti interessati in vista di applicazioni future. In particolare, si vuole valutare l’applicabilità di metodologie statistiche consolidate in ambito valutativo, quali quelle afferenti al cosiddetto “approccio controfattuale” su tematiche scelte in coerenza con il Piano Unitario di Valutazione (PUV) della Regione FVG. Tale approccio ha il pregio di fornire stime robuste senza dover esplicitare la forma funzionale utilizzata, come accade, invece, nel caso di metodologie che si basano su modelli di stima parametrica - ad esempio, i modelli di regressione. Il lavoro, attraverso una ricognizione della letteratura esistente in materia, espone, innanzitutto, le motivazioni che spingono le pubbliche amministrazioni a dotarsi di sistemi di valutazione e pone in evidenza come, a livello di Unione Europea, soggetto istituzionale che ha spinto le Regioni a dotarsi di un piano di valutazione unitario per la politica regionale di sviluppo, non ci sia una visione univoca del concetto di valutazione. La “confusione concettuale” che ne deriva comporta distorsioni nella portata e nella fruizione delle evidenze che emergono dai singoli rapporti di valutazione generalmente realizzati nel caso di programmi di politica regionale di sviluppo. Tra tutti gli interventi pubblici oggetto di ricognizione la ricerca prende in esame il Docup Ob2, asse 4, misura 3: la misura consiste in un set di interventi (contributi, compartecipazione al costo) per la valorizzazione turistica del territorio alpino della cosiddetta “montagna marginale”. Essendo la partecipazione al programma su base volontaria, esiste un’elevata probabilità di autoselezione dei partecipanti. Di conseguenza, la metodologia scelta per la valutazione è il Difference in Difference design con assunto di parallelismo nei trend. L’analisi viene condotta sui 59 Comuni della montagna marginale del FVG, di cui 33 beneficiari di almeno uno degli interventi previsti dalla misura e 26 non partecipanti. La domanda valutativa a cui si cerca risposta è se e in che misura aver beneficiato dei contributi previsti abbia avuto un effetto sui flussi turistici nei comuni beneficiari, ovviamente in ottica controfattuale. Le variabili outcome oggetto di analisi sono la variazione annuale del flusso degli arrivi, delle presenze e la permanenza media. Dall’analisi emerge che l’aver partecipato al programma ha contribuito in modo significativo al contenimento del calo dei flussi turistici registrati dal 2000 al 2006. Infatti, sia per quanto riguarda gli arrivi turistici che le presenze turistiche e la permanenza media si osserva, nonostante il calo generalizzato che ha colpito il settore turistico regionale nel periodo in analisi, una riduzione significativa dei differenziali esistenti tra i Comuni che hanno beneficiato degli interventi e quelli che non hanno partecipato alla politica. Tuttavia, i risultati più importanti non riguardano soltanto le evidenze empiriche; l’analisi consente, infatti, di porre in evidenza quali siano i diversi limiti organizzativi e operativi che riducono l’efficacia della valutazione di policy in ambito regionale. I problemi attengono al coordinamento tra i diversi attori, alla frammentazione, incompletezza e instabilità dei sistemi di monitoraggio ed alla assenza di integrabilità tra fonti dirette e fonti indirette di dati. Nelle conclusioni si sottolinea come la valutazione d’impatto potrà essere significativamente applicata in futuro a condizione che: ­ l’Amministrazione Regionale sia in grado di configurare la valutazione come una fase del processo di programmazione; ­ a livello organizzativo, il committente e i gestori delle informazioni riescano a condividere l’obiettivo valutativo e ad impostare un percorso di armonizzazione delle banche dati esistenti e di predisposizione di sistemi di raccolta dati ad hoc, anche prendendo spunto dalla letteratura in materia. La Regione FVG, attraverso il Piano di Valutazione Unitario e il Piano di Monitoraggio Unitario, sembra dare una risposta che va in questa direzione.
XXII Ciclo
1981
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6

GASPARINI, NICOLETTA. « La dimensione culturale della politica regionale dell'Unione europea : i fondi strutturali per la cultura : criticità e prospettive di sviluppo per il territorio laziale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2014. http://hdl.handle.net/2108/201853.

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7

Baccin, Vania <1983&gt. « Cambiamenti culturali e modifiche delle politiche a favore dell'infanzia e dell'adolescenza. L'esperienza delle "Linee di indirizzo regionali per lo sviluppo dei servizi di protezione e cura del minore-biennio 2009/2010" in Veneto ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4260.

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Résumé :
Partendo dalla definizione di una "cornice di senso" attraverso la definizione di concetti fondamentali quali le politiche pubbliche e sociali, si analizzano i processi di cambiamento del welfare e delle politiche per l'infanzia e l'adolescenza in Italia, fino ad arrivare all'analisi di una politica realizzata nella regione veneto, sulla programmazione dei servizi di protezione e cura che si rivolgono ai minori.
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8

Manitiu, Dorel Nicolae <1969&gt. « Valutazione delle politiche di sviluppo locale : una comparazione internazionale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/767/1/Tesi_Manitiu_Dorel_Nicolae.pdf.

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Résumé :
Lo sviluppo locale rappresenta, non solo per gli economisti, un tema di analisi sempre più rilevante sia al livello istituzionale che al livello scientifico. La complessità degli aspetti inerenti lo sviluppo locale richiede il coinvolgimento di diverse discipline, in ambito economico, politico, sociale e ambientale e di tutti i livelli istituzionali. Parallelamente è cresciuta l’esigenza di processi valutativi coerenti e sistematici, basati su di un numero sempre maggiore di strumenti e metodologie di valutazione. Dall’orientamento della Commissione Europea emerge del resto con sempre maggiore evidenza il binomio fra politica di sviluppo locale e valutazione, che coinvolge i diversi livelli di governo. Il presente lavoro realizza un quadro delle politiche di sviluppo locale, partendo dal livello europeo fino ad arrivare al livello locale, ed una successiva analisi di metodologie e strumenti di valutazione consolidati e di frontiera. La considerazione della valutazione come strumento strategico per le politiche di sviluppo locale trova applicazione nella realizzazione di una analisi comparativa di due aree di montagna. Tali aree, identificate nell’Appennino Bolognese e nell’area montana della Contea di Brasov in Romania, pur collocate in paesi a diverso livello di sviluppo, risultano confrontabili, in termini di similitudini e criticità, al fine di trarre considerazioni di policy inerenti il disegno di adeguate politiche di riqualificazione, mettendo in luce l’importanza del processo valutativo e la necessità di contribuire a diffondere una vera e propria cultura della valutazione.
Local development represents, not only for economists, an analysis issue more and more relevant, at institutional and also at scientific level. The complexity on the inherent aspects regarding the local development, needs to involve many disciplines in economic, politic, social and environmental fields and at all institutional levels. At the same time an increased of the necessity of coherent and systematic evaluation process, based on a major numbers of tools and evaluation methodologies. The European Commission suggests that the relation between local development and evaluation process is more and more relevant and involves different levels of government. The present work aims at realising a framework of local development policies, starting from European level to the local level, and an analysis of consolidate and frontier evaluation methodologies and tools. The consideration of evaluation as a strategic tools for local development policies finds than an application in a comparative analysis of two mountain areas: The two areas were identified on the Bologna Appennines and the mountain area in Brasov County, Romania; even if the two areas are located in two countries at different level of development, they seem comparable, in terms of similarities and critical issues. The aim is to underline policy considerations for re-qualification policies and, at the same time, the importance of the evaluation process and the necessity to spread a real evaluation culture.
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9

Manitiu, Dorel Nicolae <1969&gt. « Valutazione delle politiche di sviluppo locale : una comparazione internazionale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/767/.

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Résumé :
Lo sviluppo locale rappresenta, non solo per gli economisti, un tema di analisi sempre più rilevante sia al livello istituzionale che al livello scientifico. La complessità degli aspetti inerenti lo sviluppo locale richiede il coinvolgimento di diverse discipline, in ambito economico, politico, sociale e ambientale e di tutti i livelli istituzionali. Parallelamente è cresciuta l’esigenza di processi valutativi coerenti e sistematici, basati su di un numero sempre maggiore di strumenti e metodologie di valutazione. Dall’orientamento della Commissione Europea emerge del resto con sempre maggiore evidenza il binomio fra politica di sviluppo locale e valutazione, che coinvolge i diversi livelli di governo. Il presente lavoro realizza un quadro delle politiche di sviluppo locale, partendo dal livello europeo fino ad arrivare al livello locale, ed una successiva analisi di metodologie e strumenti di valutazione consolidati e di frontiera. La considerazione della valutazione come strumento strategico per le politiche di sviluppo locale trova applicazione nella realizzazione di una analisi comparativa di due aree di montagna. Tali aree, identificate nell’Appennino Bolognese e nell’area montana della Contea di Brasov in Romania, pur collocate in paesi a diverso livello di sviluppo, risultano confrontabili, in termini di similitudini e criticità, al fine di trarre considerazioni di policy inerenti il disegno di adeguate politiche di riqualificazione, mettendo in luce l’importanza del processo valutativo e la necessità di contribuire a diffondere una vera e propria cultura della valutazione.
Local development represents, not only for economists, an analysis issue more and more relevant, at institutional and also at scientific level. The complexity on the inherent aspects regarding the local development, needs to involve many disciplines in economic, politic, social and environmental fields and at all institutional levels. At the same time an increased of the necessity of coherent and systematic evaluation process, based on a major numbers of tools and evaluation methodologies. The European Commission suggests that the relation between local development and evaluation process is more and more relevant and involves different levels of government. The present work aims at realising a framework of local development policies, starting from European level to the local level, and an analysis of consolidate and frontier evaluation methodologies and tools. The consideration of evaluation as a strategic tools for local development policies finds than an application in a comparative analysis of two mountain areas: The two areas were identified on the Bologna Appennines and the mountain area in Brasov County, Romania; even if the two areas are located in two countries at different level of development, they seem comparable, in terms of similarities and critical issues. The aim is to underline policy considerations for re-qualification policies and, at the same time, the importance of the evaluation process and the necessity to spread a real evaluation culture.
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SCHNYDER, VON WARTENSEE ILARIA MARIA FRANCA. « Dalle politiche alle dinamiche di sviluppo : l’importanza dei soggetti ». Doctoral thesis, Università Bocconi, 2009. https://hdl.handle.net/11565/4053862.

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PIOVESAN, VITTORIO. « Le istituzioni locali come fattore di sviluppo nelle politiche di cooperazione dell'Unione Europea ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2003. http://hdl.handle.net/11578/278464.

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DI, CARLO Anna. « Strumenti di gestione territoriale e politiche pubbliche per lo sviluppo sostenibile ». Doctoral thesis, Università degli studi del Molise, 2011. http://hdl.handle.net/11695/66302.

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Résumé :
In Italy the lack of a strategic approach in the tourism sector is particularly evident. For a long time everyone enjoyed its extraordinary natural resources, and in the past tourists fell for the Italian destinations in spite of the absence of a well-structured supply. For some years, however, the context is going to radically change and, above all, the habits of making tourism are going to change too. The need for a change becomes more and more urgent when tourist activities are developed in sensitive areas such as protected ones; it is now a fact that the demand for eco-tourism, green tourism and sustainable ethical tourism is growing, and therefore the importance of the implementation of programmatic actions as well as long-term territorial planning becomes absolutely fundamental priority. There are many tools available to government agencies and local public bodies that may contribute to the aim of economic, social and environmental sustainability. One of them is the European Charter for Sustainable Tourism (ECST) that is a voluntary and contractual relationship between the body of a park management, tourism enterprises and the local population, all of them to develop tourism in keeping with the sustainable management of natural resources of the protected area. This is essentially the combination of a process of participatory planning and a management system and control that materializes in the identification of a five-year Action Plan built on collaboration between public sector, private sector and local population and reflecting the strategy of the protected area in the field of sustainable tourism. The National Park of Abruzzo, Lazio and Molise decided to join in this process, recognizing the need to revamp the tourism sector in its territory and to identify the right path to follow ECST. The strong point of the Charter is by far the buttom-up approach that leads to the organization of regional forums, meetings and negotiations in which responsible entity for management of the protected area, municipalities, local authorities, local companies to promote tourism, economic operators and representatives of local associations are called down. This paper reports the achievements in cooperation with the Park Authority and a designated official Federparchi in terms of area-based analysis (called Diagnostic Report); then it attempts to show what comes out of the analysis, in particular what about the strengths and weaknesses of the tourism sector as well as the opportunities for stakeholders placed into the park. In order to organize forum, socio-economic development of tourism and the territorial homogeneity for tourist development were taken into account. In so doing, three territories were identified and three meetings were held for each of them. The meetings were preceded by a plenary session during which a draft of the diagnostic report was presented and they were settled with an illustration of the strategy and actions that the Park Board and stakeholders of the area are committed to taking forward. The actions - as the result of the work of consultation and sharing of shared vision and mission of the tourism sector of the Park and the actors of the territory - were compared with the foreseen measures in the 2007-2013 plans of all the three regions where the Park is placed in order to highlight the consistency in the measures as well as to identify the possible sources of funding for programming plans and projects covered in the agenda of the ECST. It was also carried out an ex ante evaluation of the possible effects due to acquisition and implementation of the ECST action program on environmental issues of the Park by the use of some specific indicators of the tourism sector. Thus, matrices were produced that can be employed for monitoring the implementation process of the Charter.
Nel nostro Paese l’assenza di un approccio strategico nel settore turistico è particolarmente evidente. Si è sempre beneficiato di un patrimonio straordinario di risorse e il turista del passato era attratto dalle destinazioni italiane anche in assenza di un’offerta ben strutturata. Da qualche anno il contesto è però radicalmente cambiato ma soprattutto, sono mutate le abitudini del far turismo. La necessità di cambiamento si fa ancor più pressante e indispensabile quando le attività turistiche si sviluppano in aree sensibili come le aree protette: ormai è un dato di fatto che la domanda di ecoturismo, turismo verde e turismo eticamente sostenibile è in costante crescita e pertanto l’importanza dell’implementazione di azioni programmatiche e di pianificazione territoriale di lungo periodo diventano assolutamente fondamentali e prioritarie. Tanti sono gli strumenti a disposizione delle amministrazioni e degli enti preposti al governo del territorio che possono contribuire al perseguimento degli obiettivi di sostenibilità economica, sociale ed ambientale. Tra questi c’è la Carta Europea del Turismo Sostenibile (CETS) uno strumento volontario e contrattuale tra l’Ente di gestione di un parco, le imprese turistiche e la popolazione locale, per lo sviluppo di un turismo in armonia con la gestione sostenibile delle risorse naturali dell’area protetta. Si tratta in sostanza della combinazione tra un processo di pianificazione partecipata e di un sistema di gestione e controllo e trova concretezza nella individuazione di un Piano di Azione quinquennale costruito dalla collaborazione tra settore pubblico, settore privato e popolazione e che riflette la strategia dell’area protetta nel settore del turismo sostenibile. A tale processo ha deciso di aderire il Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise ravvisando la necessità di riorganizzare il settore turistico nel proprio territorio e individuando nella CETS il giusto percorso da intraprendere. Punto di forza della Carta è sicuramente l’approccio di tipo buttom up che si materializza nella organizzazione dei forum territoriali, tavoli di concertazione e dialogo a cui sono chiamati a sedere i responsabili dell’Ente che gestisce l’area protetta, i Comuni, gli Enti territoriali, le Aziende di promozione turistica, gli operatori economici e i rappresentanti delle Associazioni locali. Il presente lavoro riporta quanto realizzato di concerto con l’Ente Parco e con un responsabile designato da Federparchi, in termini di diagnosi territoriale (denominata Rapporto Diagnostico) analisi dalla quale emergono i punti di forza e debolezza del settore turistico ma anche le opportunità che ad esso sono associate per gli stakeholder ricadenti nell’area Parco. L’organizzazione dei forum ha preso in considerazione le caratteristiche socio-economiche nonché le omogeneità di sviluppo turistico del territorio: sono stati così individuati tre ambiti territoriali per ciascuno dei quali sono stati organizzati 3 incontri. Questi incontri sono stati preceduti da una sessione plenaria durante la quale è stata presentata una bozza del rapporto diagnostico e si sono conclusi con l’illustrazione della strategia e delle azioni che l’Ente Parco e gli stakeholder del territorio si impegnano a portare avanti. Le azioni, frutto del lavoro di concertazione e condivisione partecipata della vision e della mission del settore turistico dell’Ente Parco e degli attori del territorio, sono state confrontate con le misure previste dai Piani Programmatici 2007-2013 delle tre Regioni nei quali ricade il territorio del Parco per evidenziarne o meno la coerenza e per individuare nelle misure della Programmazione possibili fonti di finanziamento per piani e progetti contemplati nel programma di azioni della CETS. E’ stata altresì realizzata una valutazione ex ante dei possibili effetti dell’acquisizione della CETS e della implementazione del programma di azioni sui temi ambientali del territorio del Parco attraverso il popolamento di alcuni indicatori specifici del settore turistico. Le matrici così realizzate potranno essere utilizzate anche in fase di monitoraggio del processo di applicazione della Carta.
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Muccigrosso, Teo <1977&gt. « La valutazione degli effetti delle politiche di coesione dell'Unione europea sulla crescita regionale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1997/1/MUCCIGROSSO_Teo_tesi.pdf.

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Résumé :
This PhD thesis aims at providing an evaluation of EU Cohesion policy impact on regional growth. It employs methodologies and data sources never before applied for this purpose. Main contributions to the literature concerning EU regional policy effectiveness have been extensively analysed. Moreover, having carried out an overview of the current literature on Cohesion Policy, we deduce that this work introduces innovative features in the field. The work enriches the current literature with regards to two aspects. The first aspect concerns the use of the instrument of Regression Discontinuity Design in order to examine the presence of a different outcome in terms of growth between Objectives 1 regions and non-Objective 1 regions at the cut-off point (75 percent of EU-15 GDP per capita in PPS) during the two programming periods, 1994-1999 and 2000-2006. The results confirm a significant difference higher than 0.5 percent per year between the two groups. The other empirical evaluation regards the study of a cross-section regression model based on the convergence theory that analyses the dependence relation between regional per capita growth and EU Cohesion policy expenditure in several fields of interventions. We have built a very fine dataset of spending variables (certified expenditure), using sources of data directly provided from the Regional Policy Directorate of the European Commission.
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Muccigrosso, Teo <1977&gt. « La valutazione degli effetti delle politiche di coesione dell'Unione europea sulla crescita regionale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1997/.

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Résumé :
This PhD thesis aims at providing an evaluation of EU Cohesion policy impact on regional growth. It employs methodologies and data sources never before applied for this purpose. Main contributions to the literature concerning EU regional policy effectiveness have been extensively analysed. Moreover, having carried out an overview of the current literature on Cohesion Policy, we deduce that this work introduces innovative features in the field. The work enriches the current literature with regards to two aspects. The first aspect concerns the use of the instrument of Regression Discontinuity Design in order to examine the presence of a different outcome in terms of growth between Objectives 1 regions and non-Objective 1 regions at the cut-off point (75 percent of EU-15 GDP per capita in PPS) during the two programming periods, 1994-1999 and 2000-2006. The results confirm a significant difference higher than 0.5 percent per year between the two groups. The other empirical evaluation regards the study of a cross-section regression model based on the convergence theory that analyses the dependence relation between regional per capita growth and EU Cohesion policy expenditure in several fields of interventions. We have built a very fine dataset of spending variables (certified expenditure), using sources of data directly provided from the Regional Policy Directorate of the European Commission.
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Urbinati, Emilio <1980&gt. « Politiche di sviluppo e questione etnica. La cooperazione italiana IN Bosnia Erzegovina ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1746/1/Tesi_Emilio_Urbinati.pdf.

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Résumé :
The globalization process of the last twenty years has changed the world through international flows of people, policies and practices. International cooperation to development is a part of that process and brought International Organizations (IOs) and Non Governmental Organizations (NGOs) from the West to the rest of the world. In my thesis I analyze the Italian NGOs that worked in Bosnia Herzegovina (BH) to understand which development projects they realized and how they faced the ethnic issue that characterized BH. I consider the relation shaped between Italian NGOs and Bosnian civil society as an object of ethnic interests. In BH, once part of former Yugoslavia, the transition from the communist regime to a democratic country has not been completed. BH’s social conditions are characterized by strong ethnic divisions. The legacy of the early 1990s crisis was a phenomenon of ethnic identities created before the war and that still endure today. The Dayton Peace Agreement signed in 1995 granted the peace and reinforced the inter-ethnic hate between the newly recognized three principal ethnicities: Serbs, Croats and Bosniak. Through the new constitution, the institutions were characterized by division at every level, from the top to the bottom of society. Besides it was the first constitution ever written and signed outside the own country; that was the root of the state of exception that characterized BH. Thus ethnic identities culture survived through the international political involvement. At the same time ethnic groups that dominated the political debate clashed with the international organization’s democratic purpose to build a multicultural and democratic state. Ethnic and also religious differences were the instruments for a national statement that might cause the transition and development projects failure. Fifteen years later social fragmentation was still present and it established an atmosphere of daily cultural violence. Civil society suffered this condition and attended to recreate the ethnic fragmentation in every day life. Some cities became physically divided and other cities don’t tolerated the minority presence. In rural areas, the division was more explicit, from village to village, without integration. In my speech, the anthropology for development – the derivative study from applied anthropology – constitutes the point of view that I used to understand how ethnic identities still influenced the development process in BH. I done ethnographic research about the Italian cooperation for development projects that were working there in 2007. The target of research were the Italian NGOs that created a relation with Bosnian civil society; they were almost twenty divided in four main field of competences: institutional building, education, agriculture and democratization. I assumed that NGOs work needed a deep study because the bottom of society is the place where people could really change their representation and behavior. Italian NGOs operated in BH with the aim of creating sustainable development. They found cultural barricade that both institutions and civil society erected when development projects have been applied. Ethnic and religious differences were stressed to maintain boundaries and fragmented power. Thus NGOs tried to negotiate development projects by social integration. I found that NGOs worked among ethnic groups by pursuing a new integration. They often gained success among people; civil society was ready to accept development projects and overcome differences. On the other hand NGOs have been limited by political level that sustained the ethnic talk and by their representation of Bosnian issue. Thus development policies have been impeded by ethnic issue and by cooperation practices established on a top down perspective. Paradoxically, since international community has approved the political ethnic division within DPA, then the willing of development followed by funding NGOs cooperation projects was not completely successful.
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Urbinati, Emilio <1980&gt. « Politiche di sviluppo e questione etnica. La cooperazione italiana IN Bosnia Erzegovina ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2009. http://amsdottorato.unibo.it/1746/.

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Résumé :
The globalization process of the last twenty years has changed the world through international flows of people, policies and practices. International cooperation to development is a part of that process and brought International Organizations (IOs) and Non Governmental Organizations (NGOs) from the West to the rest of the world. In my thesis I analyze the Italian NGOs that worked in Bosnia Herzegovina (BH) to understand which development projects they realized and how they faced the ethnic issue that characterized BH. I consider the relation shaped between Italian NGOs and Bosnian civil society as an object of ethnic interests. In BH, once part of former Yugoslavia, the transition from the communist regime to a democratic country has not been completed. BH’s social conditions are characterized by strong ethnic divisions. The legacy of the early 1990s crisis was a phenomenon of ethnic identities created before the war and that still endure today. The Dayton Peace Agreement signed in 1995 granted the peace and reinforced the inter-ethnic hate between the newly recognized three principal ethnicities: Serbs, Croats and Bosniak. Through the new constitution, the institutions were characterized by division at every level, from the top to the bottom of society. Besides it was the first constitution ever written and signed outside the own country; that was the root of the state of exception that characterized BH. Thus ethnic identities culture survived through the international political involvement. At the same time ethnic groups that dominated the political debate clashed with the international organization’s democratic purpose to build a multicultural and democratic state. Ethnic and also religious differences were the instruments for a national statement that might cause the transition and development projects failure. Fifteen years later social fragmentation was still present and it established an atmosphere of daily cultural violence. Civil society suffered this condition and attended to recreate the ethnic fragmentation in every day life. Some cities became physically divided and other cities don’t tolerated the minority presence. In rural areas, the division was more explicit, from village to village, without integration. In my speech, the anthropology for development – the derivative study from applied anthropology – constitutes the point of view that I used to understand how ethnic identities still influenced the development process in BH. I done ethnographic research about the Italian cooperation for development projects that were working there in 2007. The target of research were the Italian NGOs that created a relation with Bosnian civil society; they were almost twenty divided in four main field of competences: institutional building, education, agriculture and democratization. I assumed that NGOs work needed a deep study because the bottom of society is the place where people could really change their representation and behavior. Italian NGOs operated in BH with the aim of creating sustainable development. They found cultural barricade that both institutions and civil society erected when development projects have been applied. Ethnic and religious differences were stressed to maintain boundaries and fragmented power. Thus NGOs tried to negotiate development projects by social integration. I found that NGOs worked among ethnic groups by pursuing a new integration. They often gained success among people; civil society was ready to accept development projects and overcome differences. On the other hand NGOs have been limited by political level that sustained the ethnic talk and by their representation of Bosnian issue. Thus development policies have been impeded by ethnic issue and by cooperation practices established on a top down perspective. Paradoxically, since international community has approved the political ethnic division within DPA, then the willing of development followed by funding NGOs cooperation projects was not completely successful.
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Bernardi, Jacopo <1993&gt. « Le Politiche di Assistenza allo Sviluppo di Giappone e Unione Europea : il Caso del Vietnam ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2020. http://hdl.handle.net/10579/17294.

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Résumé :
L’elaborato si propone di mostrare e analizzare le differenze e similitudini nell’approccio dell’Unione Europea e del Giappone nei confronti della regione del Sudest Asiatico, prendendo come esempio specifico la presenza dei due attori internazionali in Vietnam. Entrambe le potenze hanno infatti aumentato la cooperazione con questa nazione asiatica negli ultimi anni: per il Giappone è una delle nazioni riceventi di Aiuti Pubblici allo Sviluppo più importanti, oltre che un alleato fondamentale nel mantenimento dello stato di diritto nel Mar Cinese Meridionale in funzione di contenimento delle mire espansionistiche cinesi; per l’Europa è la possibile porta d’ingresso per il mercato del Sudest Asiatico oltre che un importante mercato di importazione, come dimostrano il Partnership and Cooperation Agreement del 2012 e il Free Trade Agreement recentemente concluso. Il Giappone e l’Unione Europea hanno intensificato gli sforzi di cooperazione, rafforzando quello che è sempre stato considerato il lato debole della relazione Stati Uniti-Unione Europea-Giappone. Il nuovo EPA e la EU-Japan Connectivity Partnership sembrano però la svolta necessaria nelle relazioni tra le due potenze, che sembrano pronte a fronteggiare l’iniziativa cinese in Asia. L’elaborato vuole quindi mettere a confronto le diverse metodologie dei due attori in una nazione come il Vietnam, che potrebbe fornire un esempio per le future aree di cooperazione possibili tra le due potenze negli anni futuri.
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Cannemi, Marco. « Processo Analitico in Rete (ANP) come strumento di supporto alle politiche di sviluppo delle energie rinnovabili ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1038.

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Résumé :
Questo studio presenta i risultati di una ricerca sull applicabilità di modelli di processi decisionali all'analisi delle scelte di investimento su progetti di impianti per la produzione energia alimentati tramite fonti rinnovabili. Scopo del lavoro è quello di fornire elementi innovativi per il miglioramento di metodologie (come l Analytic Network Pocess, ANP) che, pur presentandosi teoricamente adatte a condurre le analisi, presentano ancora una notevole complessità in fase di applicazione. Obiettivo del caso studio che sarà presentato è quello di migliorare gli strumenti per la definizione delle politiche nel campo dello sviluppo delle centrali di produzione energia alimentate a biomasse in Italia. L ANP fornisce un approccio realistico per la modellazione di situazioni complesse come il processo decisionale in progetti di investimento, perché permette di considerare nella valutazione di criteri ed alternative sia valori quantitativi sia qualitativi e di valutare le scelte tenendo in considerazione le interdipendenze che possono nascere tra le variabili. Il caso di studio ha richiesto l interazione con due esperti del settore delle energie rinnovabili: un manager di una società di investimento e un rappresentante della pubblica amministrazione con responsabilità nello sviluppo delle energie rinnovabili. L obiettivo del coinvolgimento di tali figure era quello di comprendere come gli investitori (pubblici o privati) interpretino la situazione e prendano decisioni quando si investe in impianti ad energia rinnovabile (a biomassa, in particolare), evidenziando anche le differenze nei criteri decisionali del settore pubblico e di quello privato. Sono stati così disegnati due scenari: uno mostra il processo decisionale così come avviene oggi, l altro scenario propone una modifica dei processi decisionali che mira al loro miglioramento attraverso l applicazione di una metodologia di analisi decisionale, quale l ANP, che mostra come il processo decisionale potrebbe essere influenzato con l'aggiunta di nuovi criteri decisionali, su quali progetti di impianti a biomassa si dovrebbe investire per garantire uno sviluppo sostenibile, fornendo un contributo alla progettazione dei sistemi di incentivazione. Per riprogettazione del sistema di incentivazione si intende la ridistribuzione dei pesi tra i criteri che determinano la scelta di un progetto piuttosto che un altro. Per ciascuno scenario gli esperti hanno valutato quattro alternative di investimento.
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Matarrese, Licia <1990&gt. « Gestione ambientale in Cina : sviluppo e problematicità delle politiche di gestione del suolo ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2015. http://hdl.handle.net/10579/6189.

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Blois, Luciano <1957&gt. « Ricerca e sviluppo di un sistema gerarchizzato di indicatori di sostenibilità ambientale applicabile alla valutazione di politiche, programmi e piani per lo sviluppo sostenibile delle attività di cava ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2004. http://amsdottorato.unibo.it/13/1/Luciano_Blois_2003.pdf.

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Blois, Luciano <1957&gt. « Ricerca e sviluppo di un sistema gerarchizzato di indicatori di sostenibilità ambientale applicabile alla valutazione di politiche, programmi e piani per lo sviluppo sostenibile delle attività di cava ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2004. http://amsdottorato.unibo.it/13/.

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Caputo, Anna. « L'implementazione delle politiche pubbliche attraverso un nuovo modello di multi-level governance in Italia : il caso del Dipartimento delle politiche di sviluppo e coesione ». Thesis, IMT Alti Studi Lucca, 2011. http://e-theses.imtlucca.it/76/1/Caputo_phdthesis.pdf.

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Résumé :
Gli anni ’90 hanno rappresentato una finestra di opportunità per una riforma dell’Italia che tocca diversi ambiti: l’economia, la politica, l’amministrazione, la forma di stato. L’azione di rinnovamento è principalmente condotta da una élite tecnocratica che trova nelle proprie competenza e nella credibilità, la legittimazione al cambiamento. In questo quadro il Dipartimento delle Politiche di Sviluppo e Coesione (DPS) ha rappresentato un’innovazione per diversi aspetti: istituzionale, con l’unificazione del Ministero del Tesoro, del Bilancio e della Programmazione economica e la creazione al suo interno di un Dipartimento di programmazione; la ‘Nuova Programmazione’, innovazione di policy in campo di sviluppo del Paese e gli strumenti per il raggiungimento degli obiettivi; gli strumenti adottati per la costruzione di governance multilivello, ambiente nel quale implementare la policy per lo sviluppo; l’unificazione della programmazione nazionale e comunitaria. La ricerca si propone di analizzare la variabile causale del cambiamento istituzionale rappresentato dal DPS; gli strumenti di policy attuati per la ‘Nuova Programmazione’; il modello di governance multilivello strutturato. La ricerca, inoltre è rivolta all’analisi delle relazioni tra EU, Stato e Regioni nell’implementazione dei programmi europei per la comprensione di come i livelli istituzionali abbiano interagito tra di loro e siano reciprocamente influenzati. Il risultato della ricerca ha evidenziato la dipendenza dell’amministrazione dalla politica e delle policy dall’ambiente esterno, l’importanza del ruolo delle élite tecnocratico e il cambiamento di paradigma di policy rappresentato dalla ‘Nuova Programmazione’.
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Wilson, Adetunji Olugbemiga. « Il sistema agroalimentare in alcuni PECO di prossima integrazione nell'Unione Europea : tendenze, prospettive e politiche di sviluppo ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2002. http://hdl.handle.net/10579/720.

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Résumé :
SCOPO: Valutare l'efficienza e la competitività del sistema agroalimentare dei PECO rispetto all'UE. METODOLOGIE : Analisi comparata qualitativa e quantitativa Lo studio sviluppa alcuni temi quali l'aspetto strutturale del settore agricolo analizzando la dinamica dei principali indicatori a fine di far emergere ruolo, carattere, prospettive e politica di sviluppo. Inoltre cerca di approfondire alcuni relazioni commerciali agro alimentari e la competitività di alcuni industrie agroalimentari. Si è cercato di stimare il grado di efficienza tramite l'analisi comparativa nei suoi aspetti qualitativi e quantitativi. Per l'aspetto qualitativo, si è utilizzato il Poter diamond approach definita dai fattori di competitività quali disponibilità di materia prima, manodopera, esperienza, infrastnittura, capitale, dimensione e crescita del mercato, industrie collegate e di sostegno, il grado di concentrazione, il coordinamento verticale. L'indicatore RTA, indice relativo rivelato dei vantaggi comparati commerciali permette di effettuare l'analisi quantitativa. RTA = RXA - RMP Gli indici RXA e RMP sono calcolati esclusivamente in base alle cifre delle esportazioni oppure delle importazioni e quindi si deve puntualizzare che gli indicatori misurano la competitività soltanto in funzione di dati di mercato osservati e possibilmente distorti. RISULTATI Le indagini sui paesi dell'Europa Centro-Orientale sono complicate da serie difficoltà nei reperimento dei dati. Sono tuttora in corso drastici cambiamenti in questi Paesi e quindi la mancanza di statistiche sistematiche relative a tutti i settori agroalimentari. Le maggiori problematiche si sono riscontrate nell'analisi dei dati quantitativi utilizzati relativi alle importazioni e esportazioni. Il giro di affare è probabilmente superiore nella realtà e quindi può avere un effetto rilevante sull'entità ed il segno degli indicatori commerciali. CONCLUSIONI La comparazione tra un sistema economico di mercato e uno in transizione economica mette in evidenza il diverso grado di sviluppo che caratterizza il sistema agro alimentari nelle due aree. La comparazione è utile in questa fase della pre-adesione per delineare entro certi limiti le ragioni di un maggior competitività di un sistema rispetto all'altro. I dati elaborati hanno confermato corrispondenza tra le conclusioni tratte dall'analisi quantitativa e quelle tratte dall'analisi qualitativa. Il confronto con la concorrente comunitaria rivela che questi fattori uniti alla forte pressione delle importazioni e la minor quota di mercato suggerirebbero che il sistema agro alimentare nei PECO è migliorato ma ancora poco competitivo. Essi hanno un vantaggio competitivo solo per il grado di disponibilità di fattori di produzione come la possibilità di accesso a materie primi più economiche ed a minor costo di manodopera. I principali punti di forza su cui il sistema agroalimentare dei PECO deve fare leva sono: un sistema di infrastnitture efficienti soprattutto trasporti e telecomunicazioni, l'accesso ad un costo relativamente basso del capitale, accelerazione della privatizzazione e della liberalizzazione del mercato, la dotazione di tecnologia di processo molto innovativa in grado di contribuire al contenimento dei costi di trasformazionee infine un quadro di stabilità politica ed economica. Si deve investire su personali qualificati e migliorare la qualità, l'igiene e la sicurezza dei prodotti. AIM: Evaluation of efficiency and competitiveness of agro-food system of the CEECs with respect to the EU. METHODS: Comparative quantitative and qualitative analysis The study develops the structural aspect of the agricultural sector analysing some principal economic indicators. Also thesis took into consideration some agro-food trade relationship and the competitiveness of some agro-food industries. The level of efficiency was estimated through the comparative analysis in its qualitative and quantitative aspects. The Poter diamond approach was used for the qualitative aspect while the indicator RTA, relative trade advantage permitted the analysis of the quantitative aspect. RTA = RXA - RMP. RESULTS The CEECs are still undergoing the trasitional period. This explains the difficulty in procuring systematic statistics relative to the agro-food sector. CONCLUSION Comparing the economic system of the European Union with the economic system of the CEECs shows the different level of development that characterize the agro-food systems in the two areas. This is very important in this phase of pre-adesion in that it explains the reason why a system is more efficient and competitive than the other. The confront with the EU revils the improvement of the CEECs but are still not competitive. They have to improve on infrastrcture such as transportation and telecommunication, accelerate privatizzation., contain the cost of transformation and improve on quality.
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Daneluz, Andrea <1985&gt. « I sistemi di condivisione della conoscenza per lo sviluppo dell'innovazione nelle imprese : politiche e strumenti di supporto ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/18496.

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Résumé :
Il lavoro di ricerca intende mettere in evidenza l'importanza delle politiche e degli strumenti di supporto all'innovazione delle imprese, grazie ad un percorso di analisi consuntiva dei risultati raggiunti mediante i sistemi di condivisione della conoscenza e delle varie azioni di supporto attivate nel corso degli ultimi decenni. Dopo aver delineato in modo generale lo stato della ricerca e innovazione, si intende concentrare lo studio sul ruolo che hanno le imprese, con uno specifico riferimento alle PMI, e con particolare attenzione ai modelli di trasferimento della conoscenza ed alle criticità ad essi connesse. A tal proposito vengono messe in evidenza le politiche e gli strumenti a supporto di tali attività analizzando in modo critico i risultati conseguiti sino ad ora in raffronto ai piani di sviluppo futuri con attenzione ai programmi Nazionali ed Europei.
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Filippini, Samuele <1969&gt. « Determinanti Sociali e Governance della Salute in Zambia : Politiche di Sviluppo ed Empowerment Partecipativo ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5024/1/filippini_samuele_tesi.pdf.

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Résumé :
A 30 anni dalla Dichiarazione di Alma Ata, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sia nei lavori della Commissione sui Determinanti Sociali della Salute che nel corso della sua 62^ Assemblea (2009) ha posto nuovamente la sua attenzione al tema dei determinanti sociali della salute e allo sviluppo di una sanità secondo un approccio "Primary Health Care", in cui la partecipazione ai processi decisionali è uno dei fattori che possono incidere sull'equità in salute tra e nelle nazioni. Dopo una presentazione dei principali elementi e concetti teorici di riferimento della tesi: Determinanti Sociali della Salute, partecipazione ed empowerment partecipativo (Cap. 1 e 2), il lavoro di tesi, a seguito dell'attività di ricerca di campo svolta in Zambia (Lusaka, Kitwe e Ndola) e presso EuropeAid (Bruxelles), si concentra sui processi di sviluppo e riforma del settore sanitario (Cap. 3), sulle politiche di cooperazione internazionale (Cap.4) e sull'azione (spesso sperimentale) della società civile in Zambia, considerando (Cap. 5): le principali criticità e limiti della/alla partecipazione, la presenza di strumenti e strategie specifiche di empowerment partecipativo, le politiche di decentramento e accountability, le buone prassi e proposte emergenti dalla società civile, le linee e i ruoli assunti dai donatori internazionali e dal Governo dello Zambia. Con questa tesi di dottorato si è voluto evidenziare e interpretare sia il dibattito recente rispetto alla partecipazione nel settore sanitario che i diversi e contraddittori gradi di attenzione alla partecipazione delle politiche di sviluppo del settore sanitario e l'emergere delle istanze e pratiche della società civile. Tutto questo incide su spazi e forme di partecipazione alla governance e ai processi decisionali nel settore sanitario, che influenzano a loro volta le politiche e condizioni di equità in salute. La metodologia adottata è stata di tipo qualitativo articolata in osservazione, interviste, analisi bibliografica e documentale.
30 years after the Declaration of Alma Ata, the World Health Organization has given the attention on social determinants of health and on the development of healthcare according to “Primary Health Care” approach, both during working session of the Commission about Social Determinants of Health and during its 62nd Meeting (2009), where the participation to decisional process is an aspect that can affect the equity of health among and within nations. Starting from this framework the thesis, after a presentation of principal elements and theoretical concept - Social Determinants of Health, participation and participatory empowerment (Chapt. 1 and 2) -, focuses on: development and reform processes of health care service (Chapt. 3); international cooperation politics (Chapt. 4) and action (often experimental) of civil society in Zambia, considering (Chapt. 5) the main critical issues and limits of participation; the presence of instruments and specific participative empowerment strategies; decentralization and accountability politics; good practice and emerging suggestions from civil society; the broad outlines and functions of international donors and the Government of Zambia. This doctoral thesis aims at highlighting and interpreting both the recent debate regarding participation in health sector and different and contradictory level of attention to participation in development politics of health sector and the emerging of issues and practices of civil society. All this affects spaces and participation forms of governance and also decisional processes in health sector, which influence politics and health equity conditions themselves. The thesis has benefited from some periods of fieldwork carried out in Zambia (Lusaka, Kitwe and Ndola, in the Copperbelt region) besides to a research period EuropeAid Offices in Brussels. The methodology used has been articulated in observation, interviews, bibliographic and documents analysis.
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Filippini, Samuele <1969&gt. « Determinanti Sociali e Governance della Salute in Zambia : Politiche di Sviluppo ed Empowerment Partecipativo ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2012. http://amsdottorato.unibo.it/5024/.

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Résumé :
A 30 anni dalla Dichiarazione di Alma Ata, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, sia nei lavori della Commissione sui Determinanti Sociali della Salute che nel corso della sua 62^ Assemblea (2009) ha posto nuovamente la sua attenzione al tema dei determinanti sociali della salute e allo sviluppo di una sanità secondo un approccio "Primary Health Care", in cui la partecipazione ai processi decisionali è uno dei fattori che possono incidere sull'equità in salute tra e nelle nazioni. Dopo una presentazione dei principali elementi e concetti teorici di riferimento della tesi: Determinanti Sociali della Salute, partecipazione ed empowerment partecipativo (Cap. 1 e 2), il lavoro di tesi, a seguito dell'attività di ricerca di campo svolta in Zambia (Lusaka, Kitwe e Ndola) e presso EuropeAid (Bruxelles), si concentra sui processi di sviluppo e riforma del settore sanitario (Cap. 3), sulle politiche di cooperazione internazionale (Cap.4) e sull'azione (spesso sperimentale) della società civile in Zambia, considerando (Cap. 5): le principali criticità e limiti della/alla partecipazione, la presenza di strumenti e strategie specifiche di empowerment partecipativo, le politiche di decentramento e accountability, le buone prassi e proposte emergenti dalla società civile, le linee e i ruoli assunti dai donatori internazionali e dal Governo dello Zambia. Con questa tesi di dottorato si è voluto evidenziare e interpretare sia il dibattito recente rispetto alla partecipazione nel settore sanitario che i diversi e contraddittori gradi di attenzione alla partecipazione delle politiche di sviluppo del settore sanitario e l'emergere delle istanze e pratiche della società civile. Tutto questo incide su spazi e forme di partecipazione alla governance e ai processi decisionali nel settore sanitario, che influenzano a loro volta le politiche e condizioni di equità in salute. La metodologia adottata è stata di tipo qualitativo articolata in osservazione, interviste, analisi bibliografica e documentale.
30 years after the Declaration of Alma Ata, the World Health Organization has given the attention on social determinants of health and on the development of healthcare according to “Primary Health Care” approach, both during working session of the Commission about Social Determinants of Health and during its 62nd Meeting (2009), where the participation to decisional process is an aspect that can affect the equity of health among and within nations. Starting from this framework the thesis, after a presentation of principal elements and theoretical concept - Social Determinants of Health, participation and participatory empowerment (Chapt. 1 and 2) -, focuses on: development and reform processes of health care service (Chapt. 3); international cooperation politics (Chapt. 4) and action (often experimental) of civil society in Zambia, considering (Chapt. 5) the main critical issues and limits of participation; the presence of instruments and specific participative empowerment strategies; decentralization and accountability politics; good practice and emerging suggestions from civil society; the broad outlines and functions of international donors and the Government of Zambia. This doctoral thesis aims at highlighting and interpreting both the recent debate regarding participation in health sector and different and contradictory level of attention to participation in development politics of health sector and the emerging of issues and practices of civil society. All this affects spaces and participation forms of governance and also decisional processes in health sector, which influence politics and health equity conditions themselves. The thesis has benefited from some periods of fieldwork carried out in Zambia (Lusaka, Kitwe and Ndola, in the Copperbelt region) besides to a research period EuropeAid Offices in Brussels. The methodology used has been articulated in observation, interviews, bibliographic and documents analysis.
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ZABATINO, ALESSIA. « LO SVILUPPO È POSSIBILITÀ DI AGIRE PROGETTARE E METTERE IN OPERA POLITICHE DI SVILUPPO LOCALE ABILITANTI PER LE PERSONE, LE ORGANIZZAZIONI E I TERRITORI ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/306906.

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Résumé :
Questa ricerca si domanda: le politiche di sviluppo locale come possono abilitare persone e organizzazioni a diventare attivatori e protagonisti dei processi di sviluppo del proprio territorio? E, in particolare, come possono abilitare coloro i quali possono essere considerati agenti di cambiamento ad essere i protagonisti dei processi di sviluppo locale?  La tesi ripercorre la storia dello sviluppo locale in Italia con una precisa lente di osservazione: chi sono stati, nel corso della storia, i soggetti locali abilitati ad influire sulle politiche di sviluppo del proprio territorio? Di quale ‘comunità’ si sono occupate le politiche di sviluppo locale del nostro Paese nel corso del tempo? L’analisi si sofferma in particolar modo sull’approccio place-based e il disegno della Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), una politica sperimentale di sviluppo, prototipo dell’approccio place-based per le politiche di coesione del periodo 2014-2020, che persegue l’intenzione di abilitare nel processo di co-progettazione della strategia quei “soggetti rilevanti” che possono essere considerati agenti di cambiamento. La SNAI viene analizzata in ogni sua componente teorica e nella sua interpretazione e declinazione da parte di vari soggetti impegnati nella SNAI, a diversi livelli e con ruoli differenti. Il quarto capitolo raccoglie una “collezione di studi di caso” (Dente, 2011), metodologia attraverso la quale si studia criticamente un approccio dominante del policy making, il place-based approach in questo caso, narrando i processi per individuare i meccanismi che generano gli esiti osservabili. I casi studiati sono tre aree interne: l’Alta Marmilla in Sardegna, la Val Simeto in Sicilia, l’area Sud Ovest Orvietano in Umbria. Si tratta di tre storie con peculiarità specifiche, ma con alcune caratteristiche ed esiti comuni che permettono di individuare degli elementi abilitanti e ‘disabilitanti’ della Strategia Nazionale per le Aree Interne nel suo passaggio dall’intenzione della funzione abilitante all’azione territoriale. Tali elementi vengono trattati nel capitolo delle conclusioni, il quinto, nel quale viene messa a fuoco anche una convergenza tra gli esiti positivi e negativi della Strategia Nazionale per le Aree Interne e gli esiti delle altre politiche di sviluppo locale analizzate nel primo capitolo. Da questa convergenza si deducono alcuni assiomi dello sviluppo locale, replicati nel disegno di ogni politica di sviluppo studiata, che vengono messi in discussione per giungere alla proposta di una nuova tematizzazione possibile dello sviluppo locale, che apprende dagli esiti positivi e negativi emersi. Per dare sostanza a questa nuova tematizzazione, nelle conclusioni si citano altre politiche e pratiche che esercitano una funzione abilitante. La nuova tematizzazione dello sviluppo locale proposta tocca tre temi in particolare: la necessità di azioni rapide e puntuali da affiancare alla lunga progettazione di programmi e strategie complesse, la necessità di strumenti di attuazione che non alzino barriere per i “nuovi” e per le sperimentazioni crossettoriali, un’architettura istituzionale che consenta la ricerca di soluzioni sartoriali per il contesto specifico. La tesi propone dunque dei policy advice per il nuovo corso della Strategia Nazionale per le Aree Interne previsto per il periodo 2021-2027, ma intende anche contribuire ad una riflessione sull’indiscutibilità di alcuni assiomi dello sviluppo locale che allontanano le politiche di sviluppo locale dalle persone.
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Notarbartolo, Niccolò. « Limiti e prospettive dei modelli di sviluppo neoliberisti - Il caso del Patto Territoriale di Catania / Neo-liberal development models limits and opportunities - The "Catania Territorial Pact" case study ». Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/277.

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Résumé :
Negli ultimi decenni lo sviluppo locale e' stato al centro dell'attenzione di studiosi e politici. Proposto come modello alternativo alle logiche di sviluppo dall'alto, di tipo centralista, propone strategie politiche di incentivazione che stimolino la partecipazione dal basso degli attori locali che, negoziando tra loro, concorrono alla definizione dei percorsi di sviluppo. Nel quadro del fallimento dello Stato, reale o percepito, queste nuove forme di governance rappresentano le forme decisionali dello sviluppo locale e vengono promosse come modelli innovativi di buon governo, in cui il coinvolgimento della societa' civile e delle imprese private rappresenta un rafforzamento della democrazia. Il lavoro vuole dimostrare che quest'approccio puo'essere considerato, piu' che un modello alternativo, come l'altra faccia della moneta di un identico paradigma di intervento sul territorio che ha il suo fondamento ideologico e concettuale nel progetto neoliberista affermatosi negli ultimi decenni. Partendo dall'analisi dei principali interventi di governance partecipata dell'ultimo decennio in Sicilia ed in particolare dall'analisi dei partenariati e dei processi decisionali del Patto Territoriale Catania Sud, vuole dimostrare che i presupposti teorici alla base del modello di governance sono profondamente differenti, in quanto contraddetti, dalle risultanze effettivamente riscontrate nella realta'.
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Notarbartolo, Niccolò. « Limiti e prospettive dei modelli di sviluppo neoliberisti - Il caso del Patto Territoriale di Catania / Neo-liberal development models limits and opportunities - The "Catania Territorial Pact" case study ». Thesis, Università degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/277.

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Résumé :
Negli ultimi decenni lo sviluppo locale e' stato al centro dell'attenzione di studiosi e politici. Proposto come modello alternativo alle logiche di sviluppo dall'alto, di tipo centralista, propone strategie politiche di incentivazione che stimolino la partecipazione dal basso degli attori locali che, negoziando tra loro, concorrono alla definizione dei percorsi di sviluppo. Nel quadro del fallimento dello Stato, reale o percepito, queste nuove forme di governance rappresentano le forme decisionali dello sviluppo locale e vengono promosse come modelli innovativi di buon governo, in cui il coinvolgimento della societa' civile e delle imprese private rappresenta un rafforzamento della democrazia. Il lavoro vuole dimostrare che quest'approccio puo'essere considerato, piu' che un modello alternativo, come l'altra faccia della moneta di un identico paradigma di intervento sul territorio che ha il suo fondamento ideologico e concettuale nel progetto neoliberista affermatosi negli ultimi decenni. Partendo dall'analisi dei principali interventi di governance partecipata dell'ultimo decennio in Sicilia ed in particolare dall'analisi dei partenariati e dei processi decisionali del Patto Territoriale Catania Sud, vuole dimostrare che i presupposti teorici alla base del modello di governance sono profondamente differenti, in quanto contraddetti, dalle risultanze effettivamente riscontrate nella realta'.
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ANTONELLI, SERGIO. « OBBLIGO DI FEDELTA’ DEL PRESTATORE DI LAVORO. IL PATTO DI NON CONCORRENZA. MODELLI ORGANIZZATIVI, SVILUPPO DEL CAPITALE UMANO E POLITICHE DI FIDELIZZAZIONE DEL PERSONALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/795.

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Résumé :
Obbligo di fedeltà del prestatore di lavoro - Il patto di non concorrenza - Modelli organizzativi - Sviluppo del capitale umano e politiche di fidelizzazione del personale
Duty of loyalty - Covenant not to compete - Post termination of employment - Employment retention schemes
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ANTONELLI, SERGIO. « OBBLIGO DI FEDELTA’ DEL PRESTATORE DI LAVORO. IL PATTO DI NON CONCORRENZA. MODELLI ORGANIZZATIVI, SVILUPPO DEL CAPITALE UMANO E POLITICHE DI FIDELIZZAZIONE DEL PERSONALE ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2010. http://hdl.handle.net/10280/795.

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Résumé :
Obbligo di fedeltà del prestatore di lavoro - Il patto di non concorrenza - Modelli organizzativi - Sviluppo del capitale umano e politiche di fidelizzazione del personale
Duty of loyalty - Covenant not to compete - Post termination of employment - Employment retention schemes
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Ottaviani, Giulia. « L'italiano regionale oggi : analisi di una puntata della trasmissione televisiva "Uno Mattina in famiglia" ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018.

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Résumé :
L’italiano regionale può essere considerato una varietà diatopica della lingua italiana sviluppatasi gradualmente come compromesso tra la lingua locale (dialetto) e la lingua standard. Le politiche linguistiche dell’Italia postunitaria hanno influito sulla formazione di questa varietà, stigmatizzando per molti decenni l’uso del dialetto e imponendo la diffusione di una lingua nazionale. I mass media in un primo momento hanno seguito tale tendenza; tuttavia a partire dagli anni Settanta in ambito televisivo si è assistito a una generale ibridazione di generi e linguaggi che ha portato allo sdoganamento delle varietà regionali, percepite ora come una risorsa che arricchisce il repertorio linguistico dei parlanti. Nello studio è stata analizzata una puntata di un talk show nazionalpopolare, “Uno mattina in famiglia”. L’analisi, condotta sul piano fonetico, morfosintattico e lessicale, è stata finalizzata a comprendere se e in quali contesti ricorra l’uso di elementi linguistici connotati regionalmente e quale funzione svolgano. È emerso che l’italiano regionale è uno strumento funzionale all’avvicinamento del pubblico: in particolare, l’uso che il conduttore fa di regionalismi è in linea con le finalità di intrattenimento della trasmissione ed è volto ad accorciare le distanze tra sé e i telespettatori.
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Carollo, Alessandro. « Il ruolo delle politiche marittime nello sviluppo delle regioni costiere. Ipotesi di riequilibrio del sistema portuale siciliano ». Thesis, Universita' degli Studi di Catania, 2011. http://hdl.handle.net/10761/130.

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Résumé :
La tesi analizza le politiche marittime per indagare il ruolo dei sistemi portuali nello sviluppo locale delle regioni costiere e nella sostenibilita' del rapporto tra spazio marittimo e territori interni. Pertanto la ricerca si propone di perseguire un duplice obiettivo: - Analizzare il ruolo attivo delle politiche marittime e delle infrastrutture portuali nelle strategie di riequilibrio territoriale. - Valutare l'efficacia nel contesto locale delle politiche di sviluppo portuale promosse a livello europeo e nazionale. Ricostruendo il quadro delle politiche marittime individuate a livello sovralocale, l'indagine si concentra sul caso regionale siciliano per verificare la sostenibilita' delle strategie attuate in un contesto locale rispetto alla rivoluzione globale dei trasporti marittimi e della portualita'.
The thesis analyzes maritime policies to investigate the role of the port systems in local development of coastal regions and in the sustainability of the relationship between inner regions and maritime space. Thus the research objectives are the following: - To analyze the active role of ports and maritime policies in the regional development strategies. - To evaluate the effectiveness in the local context of port development policies promoted at European and national level. After reconstructing the maritime policy framework, the thesis focuses on the Sicilian case in order to assess the sustainability of strategies in a regional context. Finally the research compares local strategies to the global scenario in maritime transport and port facilities.
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D'Ambrosio, Federico. « Gestione del portafoglio prodotti : sviluppo di un modello di scelta tra MTO, MTS e Delayed Product Differentiation ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Résumé :
Sviluppare modelli di scelta efficaci, riguardanti le decisioni relative alla gestione del portafoglio prodotti, è una delle chiavi del successo di molte aziende. Con il passare degli anni sono state applicate numerose politiche di gestione, dalle più tradizionali come il Make-To-Stock (MTS) e il Make-To-Order (MTO) alle ibride Assembly-To-Order (ATO) ed Engineering-To-Order (ETO). Si è poi affermata un’ulteriore politica produttiva nota come Delayed Product Differentiation (DPD), che si basa sul concetto di piattaforma di prodotto. Una piattaforma di prodotto è definita come un insieme di sottosistemi e interfacce che formano una struttura comune da cui un certo numero di varianti di prodotto possono essere derivate ed efficacemente sviluppate (Meyer & Lehnerd, 1997). L’elaborato si sviluppa con l’obiettivo primario di fornire un metodo di scelta efficiente che permetta l’assegnazione di una nuova variante di prodotto in un sistema di piattaforme già esistente. Il metodo di scelta si articolerà in due macro-fasi: nella prima verrà studiata la compatibilità tra un dato sistema di piattaforme preesistente e una nuova variante di prodotto richiesta dal mercato, nella seconda verrà invece stabilita la miglior politica produttiva per tale variante tra MTS, MTO e DPD. Attraverso l’utilizzo di strumenti aritmetici appositamente creati, si vogliono fornire nuovi indicatori che orientino le decisioni in maniera più oculata, permettendo alle aziende un risparmio di tempo e denaro.
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ROSSI, AMALIA. « L'ambiente come spettacolo. Etnicità, sviluppo rurale e visioni politiche del paesaggio nel Nord della Tailandia (provincia di Nan) ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2012. http://hdl.handle.net/10281/35123.

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Résumé :
The thesis consists in a discussion of ethnographic sources gathered during fieldwork in Nan Province- Northern Thailand- in 2008 and 2009. The analysis operates at least on three interplaying levels. Firstly, drawing from theoretical suggestions coming from E.Goffman, G.Debord, C.Geertz, J.Scott and other authors, I emphasize the usefulness of the theatre-spectacle metaphor for the study of developmental and environmental social dynamics, as it allows to describe the institutionalization of a moral and aesthetic discourse of social responsibility and helps to explain frictions and contradictions happening in the backstage of the environmental spectacle at local, national and international scale. Secondly, I show how the articulation of environmental and landscape imaginaries, narratives and projections encourages forms of territorialization and counter-territorialization which are not reducible to a simplistic opposition between hegemonic and subaltern subjects and which need to be explored looking for cases that contradict this theoretical dichotomy through the description of situational subjective agencies. Thirdly, I enlighten a path along which the ideas of subalternity and hegemony are crucial not for the fact that they enclose specific and stable subjectivities, but for the reason that competition within and combination of hegemonic and subaltern social capitals in the environmental arena are sources of institutional stabilization in a country that is often in political trouble. The selective and discrete analysis of different stakeholders involved in this arena,reflected in the titling and succession of five chapters leads to understand how, similarly to what happens in the Luigi Pirandello’s drama I sei personaggi in cerca di autore (Engl.trans. Six characters looking for an author) I found out that subaltern subjects, and especially non T’ai and non-Buddhist ethnic minorities that used to be part of the communist guerrilla (1965-1983), in recent years tend to act like characters looking for an author who is capable of legitimizing their presence on the environmental stage; in this scenario, egemonic authors themselves (environmental institutional agencies) may behave as actors looking for other, superior sources of authority (Buddhist religion, the King, the media, the UN agencies...). Only if 'masked' as Khon M'uang they become able to act in the environmental spectacle as authorized subjects. Environmental populism works as a territorializing force and enact symbolic dispositives that indirectly tend to rewrite (and sometimes to cancel) upland environmental culture by the means of correcting its landscape.
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CARUSO, DONATELLO. « Modelli di valutazione delle politiche di sviluppo rurale, il ruolo del capitale privato nella loro distribuzione : il caso della Misura 121 del PSR Puglia ». Doctoral thesis, Università di Foggia, 2016. http://hdl.handle.net/11369/338822.

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Résumé :
Abstract Uno dei principali obiettivi dell'Unione europea (UE) è il tentativo di eliminare le disparità economiche e sociali che caratterizzano le regioni degli Stati membri. A tal fine, essa opera attraverso i cosiddetti fondi strutturali, che non sono altro che strumenti finanziari specificatamente dedicati alla riduzione o l'eliminazione totale, di tali disparità territoriali. In questo contesto, la Regione Puglia ha sviluppato il suo piano operativo attraverso il quale, oltre ad altri obiettivi, una particolare attenzione è stata rivolta al rafforzamento della competitività del sistema agricolo della regione. È il caso della Misura 121 (Assi I) del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, adottato anche dalla Regione Puglia il cui scopo principale è - ai sensi dell'art. 20 (b) (i), del regolamento (CE) n. 1698/2005 - l'ammodernamento delle aziende agricole attraverso sovvenzioni per investimenti in macchinari e attrezzature agricole, come, ad esempio: trattori, mietitrici, fabbricati agricoli, depositi dei mezzi agricoli, impianti di irrigazione, ecc. Più nel dettaglio, l'intervento di tale politica con particolare riferimento alla misura considerata, prevede il meccanismo del cofinanziamento sulla base del quale il capitale privato (capitale di rischio) è chiamato a coprire dal 30% al 60% del totale dell’investimento. La restante parte del rappresenta la quota massima del contributo pubblico a fondo perduto dato a sostegno della quota di capitale privato. Questo lavoro analizza i fattori che influenzano l'investimento in ammodernamento delle aziende, relativi agli aiuti pubblici concessi mediante la misura 121 del Piano di sviluppo rurale della regione puglia, nel periodo 2007-2013. Secondo la metodologia econometrica del Generalized Propensity score (GPS), sviluppata di recente ed afferente alla famiglia del metodo propensity score, in questa analisi si stima una funzione dose-risposta in cui la variabile outcome è il Pubblico Aiuto, considerando tutte le aziende agricole della Puglia che hanno usufruito degli aiuti pubblici relativi agli investimenti previsti per la misura 121, in che misura le variabili endogene e già preesistenti nella fase preinvestimento, hanno un ruolo positivo, tali da influenzare fortemente l’intensità del sussidio pubblico. Abstract in English One of the main aims of the European Union (EU) is the attempt of eliminating the economic and social disparities characterizing its regions. To this aim, it operates through the so-called structural funds which are financial instruments specifically devoted to the reduction and, possibly, the elimination of those territorial disparities. Within this context, the Region of Puglia developed its operational plan through which, in addition to other objectives, a specific attention was paid to the strengthening of the competitiveness of the agricultural system of the region. In this sense, the regional plan identified some measures particularly devoted to the reorganization and modernization of regional farms with the aim of making them more capable of dealing with an increasing worldwide competition. It is the case of Measure 121 (Axes I) of the Rural Development Program also adopted by the Region of Puglia whose main aim is – in accordance with art. 20(b)(i) of Council Regulation (EC) no. 1698/2005 – the modernization of agricultural holdings through grants for investments in farm machinery and equipment such as, for example, tractors, harvesters, farm buildings, manure storage, irrigation facilities, etc. More in details, the policy intervention within the context of this considered measure entails a co-financing mechanism on the basis of which the private capital (the risk capital) is called to cover from 30% until 60% of the amount proposed as an investment. The remaining represents the maximum quota of the non-repayable public grant given in support the quota of private capital. As our case study, we analyzes agricultural public funds allocated in the Puglia Region in Italy, on measure 121 of the RDP 207- 2013 period. This paper analyzes factors that affect the investment on modernization of agricultural holdings of the RDP’s Puglia by public aid of the regional government and other factors of regional farms. According to the methodology Generalized Propensity Score (GPS), a relatively recent development within the family of propensity score methods, we estimate a dose-response function of private capital considering all the farms of Puglia region that have made use of these public funds.
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Piastra, Stefano <1977&gt. « Il Parco Regionale della Vena del Gesso romagnola : i valori ambientali e culturali, il faticoso iter di approvazione, le prospettive di sviluppo locale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1021/1/Tesi_Piastra_Stefano.pdf.

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Piastra, Stefano <1977&gt. « Il Parco Regionale della Vena del Gesso romagnola : i valori ambientali e culturali, il faticoso iter di approvazione, le prospettive di sviluppo locale ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2008. http://amsdottorato.unibo.it/1021/.

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MESINI, Lorenzo. « Nascita e sviluppo dell'ordoliberalismo : dalla crisi di Weimar alla Repubblica Federale Tedesca 1929-1949 ». Doctoral thesis, Scuola Normale Superiore, 2020. http://hdl.handle.net/11384/91150.

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Gagliano, Filippo. « GIS come nuovo strumento progettuale per l'innovazione, il cambiamento e lo sviluppo delle politiche del piano perequativo ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/927.

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Résumé :
La pianificazione territoriale e le sue specificazioni per settore e per scala (pianificazione urbanistica, progettazione urbana, programmazione integrata, etc.) hanno da tempo fatto ricorso ai sistemi automatizzati di acquisizione e gestione dei dati i Geographical Informations Systems (GIS). L apporto che i GIS hanno fornito alle scienze del piano è assai vario. Nella maggior parte dei casi esso è stato impiegato come strumento per la raccolta e la gestione dei dati in forza della possibilità di assegnare a ciascun oggetto del territorio, rappresentato o tradotto in formato digitale, coordinate geografiche e proprietà discrete, in modo da renderlo adatto alla archiviazione in database relazionali utili alla costruzione di carte tematiche dalla cui sovrapposizione è possibile costruire il parterre di informazioni di volta in volta necessarie alle scelte di piano. Il dibattito sulla automazione delle informazioni ha interessato tanto aspetti etici e professionali dell approccio al territorio coinvolgendo questioni profonde quali quelle del controllo sociale e della violazione della privacy. Diverse professionalità e competenze si sono confrontate nella definizione di modalità d uso e protocolli di gestione dell informazione geografica la quale consente i accrescere le performance della macchina amministrativa e più in generale del territorio. Il GIS è stato utilizzato ampiamente come strumento di rappresentazione, funzione che ha prevalso fino ai nostri giorni. Ultimamente anche il campo delle analisi economiche e immobiliari ha trovato nel GIS una strumentazione di primaria importanza per la definizione di una base valutativa e decisionale. La sperimentazione condotta nella presente ricerca sulla base della letteratura GIS criticamente analizzata nella prima parte, intende fornire una interpretazione diversa del GIS nella pianificazione, evidenziando tra le principali funzioni dei sistemi informativi territoriali quella progettuale. A tal fine, e con riferimento ad un caso di studio che riguarda una porzione della città di Catania soggetta alla revisione dello strumento urbanistico e alla applicazione di forme di perequazione e compensazione urbanistica, si è collegato il GIS con il foglio di calcolo in modo da costruire un sistema bidirezionale di implementazione dei dati e restituzione dei risultati. Il lavoro è consistito nella costruzione di un modello di valutazione Costi-Ricavi del potenziale perequativo dell area di studio e nel collegamento dei valori numerici al database del GIS. Il modello consente di agire sulle singole unità edilizie e gli oggetti urbani attraverso un sistema di input che è contemporaneamente sia grafico sia numerico e che riguarda la forma, la posizione la destinazione e le qualità che caratterizzano questi oggetti calcolandone costi, i valori di mercato, e gli oneri concessori straordinari in modo da potere dimensionare adeguatamente gli eventuali incrementi di cubatura per raggiungere i risultati economici desiderati facendo sempre riferimento alla forma del contesto spaziale che genera questi valori.
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ZITO, MARIA ADELAIDE. « La frammentazione territoriale della produzione : processi, strategie prospettive e politiche per lo sviluppo di sistemi produttivi locali : il caso del distretto della calzatura di Barletta ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2006. http://hdl.handle.net/11578/278204.

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Bonfiglioli, Andrea. « Prospettive di sviluppo del trasporto ferroviario delle merci in Emilia - Romagna ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amslaurea.unibo.it/863/.

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PALADINI, ROBERTO. « ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA COME ATTORI DI GOVERNANCE URBANA Dottorato di ricerca in “architettura, città e design” curriculum “Pianificazione territoriale e politiche pubbliche del territorio” ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/301592.

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Résumé :
L’avvento delle nuove tecnologie e della digitalizzazione che ha caratterizzato l’ultimo decennio, in un contesto globalizzato di crisi finanziaria internazionale suggellata dal crac della Lehman Brothers del 2008, è stato uno dei principali elementi che ha scardinato le molte certezze economiche e le rese di posizione di istituzioni e famiglie. In questo contesto sono aumentate le difficoltà della maggior parte delle imprese, in particolare le piccole - ovvero secondo le classificazioni internazionali quelle con meno di 50 addetti, che in base a dati Istat ed alle schede informative dell’Unione europea rappresentano il 99,4% delle imprese italiane, circa 3,75 milioni di aziende - ad adeguarsi alle trasformazioni dei mercati e della Pubblica Amministrazione. Tali dinamiche, che da un lato hanno messo in discussione modelli economici e sociali e dall’altro ne costituiscono l’evoluzione, hanno modificato anche il sistema d’influenze, posizioni e rapporti tra gli stakeholder operanti in un medesimo territorio, favorendo talvolta i processi collaborativi e di disintermediazione a sfavore della rappresentanza, filtrata dai corpi intermedi e dei partiti, modificando radicalmente il rapporto tra imprese, associazioni di categoria, associati, cittadini ed Enti pubblici. In questo scenario, il ruolo agito dalle associazioni datoriali di categoria italiane, già da decenni in forte trasformazione, sembra essersi riconfigurato almeno in parte, passando da un atteggiamento prettamente corporativo atto a perseguire l’interesse dei propri associati, erogando loro servizi e rappresentandoli (molto spesso in contrapposizione con molteplici degli altri interessi in campo); a un agire di natura consociativa, riaffermandone una funzione sociale, che pone maggiore forza ed attenzione rispetto ai rapporti con la pubblica amministrazione e gli stakeholder locali. La questione che la tesi intende indagare s’inserisce nel dibattito presente nella letteratura italiana sulle associazioni di categoria, intendendo analizzare le modalità di funzionamento delle stesse, provando a capire fino a che punto esse portano avanti meramente azioni ed interessi lobbistici e quando, se e in quali contesti invece possono evolvere quali attori con un ruolo significativo nel sistema di governance urbana. Rispetto al contesto economico territoriale del Veneto, che fa da scenario alla ricerca, in questa sede vengono analizzate le azioni progettuali poste in essere da alcune articolazioni territoriali della Confederazione Nazionale dell’Artigianato di Venezia, realizzate in risposta agli stimoli dati dalle linee di finanziamento camerali sulla rigenerazione urbana. Al fine di approfondire e comprendere se e come si è definito questo cambiamento di ruolo nelle politiche urbane da parte delle associazioni di categoria, l’approccio utilizzato per l’analisi è quello della collaborative governance. Entrambi i casi selezionati sono stati scelti in quanto agiscono su linee di finanziamento relative a politiche urbane non mainstream, ovvero finalizzate alla rigenerazione di aspetti sociali ed economici dei territori oggetto delle progettualità e non sugli aspetti fisici e spaziali di luoghi e strutture. L’avvento dell’emergenza sanitaria scaturita dal Covid 19, sembra aver accentuato tali dinamiche, riaffermando la funzione sociale e di punto di riferimento per il territorio di tali organizzazioni.
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GAMBAZZA, GIUSEPPE. « MODERNIZZAZIONE E RAZIONALITA' ECOLOGICA : IL CASO DI TRE IMPIANTI DI PRODUZIONE ELETTRICA IN ITALIA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/412.

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Résumé :
Il lavoro si apre con un’approfondita ricognizione delle principali scuole di pensiero attinenti alla sociologia ambientale, analisi che conduce alla scelta del paradigma della modernizzazione ecologica come modello di riferimento preferenziale. Lo studio empirico prende in esame tre siti di produzione elettrica italiani, riguardo ai quali sono stati ricostruiti anzitutto gli elementi istituzionali di scenario. Questa ricostruzione, che nel caso italiano sottopone a critica alcuni aspetti della stessa teoria della modernizzazione ecologica, mette in relazione un consistente dibattito nazionale con l’agire concreto – anche se meno conosciuto – di soggetti internazionali di grande rilievo. Un secondo obiettivo della tesi consiste in una critica dei recenti processi di liberalizzazione della produzione e distribuzione dell’energia in Italia: un tema che sta ai confini della sociologia economica, dando per assodato che anche l’agire economico è per sua natura agire sociale. Un’ulteriore finalità dello studio si ravvisa nell’analisi dei processi di comunicazione ambientale messi in atto dalle organizzazioni produttive dell’energia nei confronti delle pubbliche opinioni, in una fase di potenziale ridistribuzione del mercato tra i diversi competitori. Sono evidenti in questo caso gli aspetti attinenti alla sociologia della cultura e della comunicazione. Gli strumenti utilizzati per condurre l’indagine sono essenzialmente riconducibili a due categorie: a) l’analisi documentale della letteratura teorica, delle fonti statistiche, dei documenti ufficiali degli enti pubblici e degli elaborati delle organizzazione produttive dell’energia: b) una serie di interviste in profondità condotte con testimoni privilegiati (utilizzando griglie semistrutturate).
This work begins with an outline of the main theoretical trends in Environmental Sociology and, in particular, the Ecological Modernization Theory. The empirical research studies three Italian electric power plants and, concerning this issue, it analyses some of the most meaningful aspects of international scenario. This analysis expresses critics on some elements of the Ecological Modernization Theory, and it will be of use in debating the energetic sector development and the connection between the national policy debate and the international organisms’ concrete action. The second objective of this thesis is to provide an assessment of the impact of the market liberalization on the social process of production of electricity. Another purpose of the study is to examine the role of power plants in the communication of environmental issues and ideas, in this historical period of market fragmentation, which is often followed by the increase in the number of competitors. The instruments used in this research are: Secondary Analysis of energy market data; content analysis of official documents created by governments and main energy companies. Some interview in-person made with managers and employers working for electric companies.
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GAMBAZZA, GIUSEPPE. « MODERNIZZAZIONE E RAZIONALITA' ECOLOGICA : IL CASO DI TRE IMPIANTI DI PRODUZIONE ELETTRICA IN ITALIA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/412.

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Résumé :
Il lavoro si apre con un’approfondita ricognizione delle principali scuole di pensiero attinenti alla sociologia ambientale, analisi che conduce alla scelta del paradigma della modernizzazione ecologica come modello di riferimento preferenziale. Lo studio empirico prende in esame tre siti di produzione elettrica italiani, riguardo ai quali sono stati ricostruiti anzitutto gli elementi istituzionali di scenario. Questa ricostruzione, che nel caso italiano sottopone a critica alcuni aspetti della stessa teoria della modernizzazione ecologica, mette in relazione un consistente dibattito nazionale con l’agire concreto – anche se meno conosciuto – di soggetti internazionali di grande rilievo. Un secondo obiettivo della tesi consiste in una critica dei recenti processi di liberalizzazione della produzione e distribuzione dell’energia in Italia: un tema che sta ai confini della sociologia economica, dando per assodato che anche l’agire economico è per sua natura agire sociale. Un’ulteriore finalità dello studio si ravvisa nell’analisi dei processi di comunicazione ambientale messi in atto dalle organizzazioni produttive dell’energia nei confronti delle pubbliche opinioni, in una fase di potenziale ridistribuzione del mercato tra i diversi competitori. Sono evidenti in questo caso gli aspetti attinenti alla sociologia della cultura e della comunicazione. Gli strumenti utilizzati per condurre l’indagine sono essenzialmente riconducibili a due categorie: a) l’analisi documentale della letteratura teorica, delle fonti statistiche, dei documenti ufficiali degli enti pubblici e degli elaborati delle organizzazione produttive dell’energia: b) una serie di interviste in profondità condotte con testimoni privilegiati (utilizzando griglie semistrutturate).
This work begins with an outline of the main theoretical trends in Environmental Sociology and, in particular, the Ecological Modernization Theory. The empirical research studies three Italian electric power plants and, concerning this issue, it analyses some of the most meaningful aspects of international scenario. This analysis expresses critics on some elements of the Ecological Modernization Theory, and it will be of use in debating the energetic sector development and the connection between the national policy debate and the international organisms’ concrete action. The second objective of this thesis is to provide an assessment of the impact of the market liberalization on the social process of production of electricity. Another purpose of the study is to examine the role of power plants in the communication of environmental issues and ideas, in this historical period of market fragmentation, which is often followed by the increase in the number of competitors. The instruments used in this research are: Secondary Analysis of energy market data; content analysis of official documents created by governments and main energy companies. Some interview in-person made with managers and employers working for electric companies.
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Galeva, Jordanka <1977&gt. « L'impatto delle politiche e dei programmi europei sullo sviluppo della società multiculturale e dello status sociale delle comunità minoritarie in Repubblica di Macedonia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3192/1/GALEVA__JORDANKA__tesi.pdf.

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Résumé :
L’oggetto della mia ricerca è la società multiculturale e il livello di sviluppo sociale delle comunità minoritarie in Macedonia, rispetto all’attuazione delle politiche e i programmi europei per la stabilizzazione democratica. L’indagine condotta nella mia tesi si è sviluppata esaminando i risultati ottenuti dai programmi CARDS, attuati per soddisfare gli obblighi stabiliti nell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione e per l’implementazione dell’Accordo Quadro di Ohrid. Uno dei valori democratici, su cui l’UE è particolarmente attenta, ed al quale ha riservato un posto primario nei programmi CARDS, è la tutela dei diritti delle minoranze ossia il rispetto delle differenze culturali, linguistiche e religiose. L’obiettivo della mia indagine è stato quello di valutare l’impatto delle politiche europee sulla normativa macedone, concernente i diritti delle comunità minoritarie, ovvero il loro effetto sul consolidamento della società multiculturale e sullo status sociale delle comunità minoritarie in Macedonia. A tale scopo, in primo luogo sono stati esaminati gli emendamenti costituzionali e le modifiche legislative introdotti in seguito alla stipulazione dell’Accordo Quadro di Ohrid. L’analisi è stata incentrata nel verificare se la normativa macedone rientra nei parametri della normativa europea. I risultati ottenuti dimostrano quale è il tipo di multiculturalismo che promuove e garantisce la costituzione macedone. Attraverso l’analisi dei rapporti preparati dalla Commissione europea, relativi all’implementazione del Processo di Stabilizzazione e Associazione, è stato dimostrato come le politiche e i programmi europei hanno inciso sul consolidamento della società multiculturale. Analizzando invece i risultati dai rapporti relativi all’implementazione delle disposizioni dell’Accordo Quadro di Ohrid è stato valutato l’impatto che le politiche europee hanno avuto sullo sviluppo sociale delle comunità minoritarie in Macedonia. Per la valutazione di questo ultimo, sono state prese in considerazione il livello di partecipazione politica delle comunità minoritarie, la realizzazione delle richieste e delle questioni legate alla loro particolarità, l’ambito normativo regolato dal diritto di con-decisione, la rappresentanza delle comunità minoritarie nella sfera pubblica, il livello dell’accesso di istruirsi nella propria lingua e quindi il livello di istruzione e l’ambito e la libertà di usare la propria lingua nel settore pubblico. I concetti principali di questa ricerca sono: cooperazione, democrazia, multiculturalismo e sviluppo. Il termine cooperazione usato in questa ricerca si riferisce ai rapporti di cooperazione instaurati tra l’Unione Europea e la Macedonia nell’ambito dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione e dell’Accordo Quadro di Ohrid, ossia il sostegno dell’UE per la stabilizzazione democratica della Macedonia. Riferendosi a questa ultima, si fa riferimento al livello di garanzia di libera partecipazione dei cittadini, in ogni segmento della vita politica, sociale ed economica, senza discriminazioni etniche, linguistiche e religiose. Il termine multiculturalismo si riferisce alla società multiculturale ed è legato alla questione della politica della differenza, ossia del riconoscimento delle differenze culturali, che discendono dall’appartenenza ad una minoranza etnica e linguistica. Il multiculturalismo in questa ricerca viene analizzato, riferendosi alla multiculturalità della società macedone e ai diritti che la Costituzione macedone garantisce alle comunità minoritarie in Macedonia. Infine, per lo sviluppo in questa ricerca si fa riferimento allo sviluppo sociale delle comunità minoritarie, inteso e misurato tramite una seri di indicatori relativi all’occupazione (crescita di capitale sociale), all’educazione (capitale umano e qualifica di alta istruzione), alla partecipazione politica (occupazione dei posti principali nelle istituzione governative e della amministrazione pubblica), alla diffusione della cultura (uso e mantenimento della lingua e delle tradizioni) ecc. Prendendo in considerazione i principali concetti di questa tesi, il quadro teorico della ricerca sviluppa i nodi cruciali del dibattito sullo sviluppo e la democrazia, sul nesso tra democrazia e multiculturalismo e tra multiculturalismo e sviluppo. Attenendosi alle varie tesi, la ricerca avrà lo scopo di rilevare come si conciliano la società multiculturale macedone ed il modello democratico vigente. In questo contesto sarà fatto riferimento alle tesi fanno favoriscono la necessità di iniziare con la democrazia per poter innescare e sostenere il processo di sviluppo, alla tesi che sostiene la necessità di riconoscimento obbligatorio dei diritti collettivi nella società multiculturale, ossia dell’etnosviluppo delle comunità minoritarie. La ricerca è stata condotta tramite i seguenti metodi: - Il metodo descrittivo sarà usato per descrivere cosa è accaduto nel periodo di interesse di ricerca, riguardo i cambiamenti di natura sociale e politica delle minoranze in Macedonia. - Il metodo comparativo sarà applicato nella comparazione dell'efficacia delle leggi relative ai diritti delle minoranze e del loro status di sviluppo sociale e politico, prima e dopo l'attuazione e implementazione delle riforme europee. - Il metodo qualitativo sarà applicato per l’analisi di documenti, della legislatura e dei rapporti europei e nazionali. Le fonti usate in questa ricerca principalmente si basano su: - analisi di documenti e rapporti governativi, rapporti elaborati dalla Commissione Europea, dall’OSCE, dagli organi governativi e dalle organizzazioni non governative. - analisi di letteratura accademica, focalizzata sui problemi che sono oggetto di questa ricerca. - analisi di documenti pubblicati, come la gazzetta ufficiale, leggi costituzionali e atti legislativi, strategie nazionali e statistiche ufficiali. - analisi dei dati ottenuti da interviste e questionari.
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Galeva, Jordanka <1977&gt. « L'impatto delle politiche e dei programmi europei sullo sviluppo della società multiculturale e dello status sociale delle comunità minoritarie in Repubblica di Macedonia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2010. http://amsdottorato.unibo.it/3192/.

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Résumé :
L’oggetto della mia ricerca è la società multiculturale e il livello di sviluppo sociale delle comunità minoritarie in Macedonia, rispetto all’attuazione delle politiche e i programmi europei per la stabilizzazione democratica. L’indagine condotta nella mia tesi si è sviluppata esaminando i risultati ottenuti dai programmi CARDS, attuati per soddisfare gli obblighi stabiliti nell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione e per l’implementazione dell’Accordo Quadro di Ohrid. Uno dei valori democratici, su cui l’UE è particolarmente attenta, ed al quale ha riservato un posto primario nei programmi CARDS, è la tutela dei diritti delle minoranze ossia il rispetto delle differenze culturali, linguistiche e religiose. L’obiettivo della mia indagine è stato quello di valutare l’impatto delle politiche europee sulla normativa macedone, concernente i diritti delle comunità minoritarie, ovvero il loro effetto sul consolidamento della società multiculturale e sullo status sociale delle comunità minoritarie in Macedonia. A tale scopo, in primo luogo sono stati esaminati gli emendamenti costituzionali e le modifiche legislative introdotti in seguito alla stipulazione dell’Accordo Quadro di Ohrid. L’analisi è stata incentrata nel verificare se la normativa macedone rientra nei parametri della normativa europea. I risultati ottenuti dimostrano quale è il tipo di multiculturalismo che promuove e garantisce la costituzione macedone. Attraverso l’analisi dei rapporti preparati dalla Commissione europea, relativi all’implementazione del Processo di Stabilizzazione e Associazione, è stato dimostrato come le politiche e i programmi europei hanno inciso sul consolidamento della società multiculturale. Analizzando invece i risultati dai rapporti relativi all’implementazione delle disposizioni dell’Accordo Quadro di Ohrid è stato valutato l’impatto che le politiche europee hanno avuto sullo sviluppo sociale delle comunità minoritarie in Macedonia. Per la valutazione di questo ultimo, sono state prese in considerazione il livello di partecipazione politica delle comunità minoritarie, la realizzazione delle richieste e delle questioni legate alla loro particolarità, l’ambito normativo regolato dal diritto di con-decisione, la rappresentanza delle comunità minoritarie nella sfera pubblica, il livello dell’accesso di istruirsi nella propria lingua e quindi il livello di istruzione e l’ambito e la libertà di usare la propria lingua nel settore pubblico. I concetti principali di questa ricerca sono: cooperazione, democrazia, multiculturalismo e sviluppo. Il termine cooperazione usato in questa ricerca si riferisce ai rapporti di cooperazione instaurati tra l’Unione Europea e la Macedonia nell’ambito dell’Accordo di Stabilizzazione e Associazione e dell’Accordo Quadro di Ohrid, ossia il sostegno dell’UE per la stabilizzazione democratica della Macedonia. Riferendosi a questa ultima, si fa riferimento al livello di garanzia di libera partecipazione dei cittadini, in ogni segmento della vita politica, sociale ed economica, senza discriminazioni etniche, linguistiche e religiose. Il termine multiculturalismo si riferisce alla società multiculturale ed è legato alla questione della politica della differenza, ossia del riconoscimento delle differenze culturali, che discendono dall’appartenenza ad una minoranza etnica e linguistica. Il multiculturalismo in questa ricerca viene analizzato, riferendosi alla multiculturalità della società macedone e ai diritti che la Costituzione macedone garantisce alle comunità minoritarie in Macedonia. Infine, per lo sviluppo in questa ricerca si fa riferimento allo sviluppo sociale delle comunità minoritarie, inteso e misurato tramite una seri di indicatori relativi all’occupazione (crescita di capitale sociale), all’educazione (capitale umano e qualifica di alta istruzione), alla partecipazione politica (occupazione dei posti principali nelle istituzione governative e della amministrazione pubblica), alla diffusione della cultura (uso e mantenimento della lingua e delle tradizioni) ecc. Prendendo in considerazione i principali concetti di questa tesi, il quadro teorico della ricerca sviluppa i nodi cruciali del dibattito sullo sviluppo e la democrazia, sul nesso tra democrazia e multiculturalismo e tra multiculturalismo e sviluppo. Attenendosi alle varie tesi, la ricerca avrà lo scopo di rilevare come si conciliano la società multiculturale macedone ed il modello democratico vigente. In questo contesto sarà fatto riferimento alle tesi fanno favoriscono la necessità di iniziare con la democrazia per poter innescare e sostenere il processo di sviluppo, alla tesi che sostiene la necessità di riconoscimento obbligatorio dei diritti collettivi nella società multiculturale, ossia dell’etnosviluppo delle comunità minoritarie. La ricerca è stata condotta tramite i seguenti metodi: - Il metodo descrittivo sarà usato per descrivere cosa è accaduto nel periodo di interesse di ricerca, riguardo i cambiamenti di natura sociale e politica delle minoranze in Macedonia. - Il metodo comparativo sarà applicato nella comparazione dell'efficacia delle leggi relative ai diritti delle minoranze e del loro status di sviluppo sociale e politico, prima e dopo l'attuazione e implementazione delle riforme europee. - Il metodo qualitativo sarà applicato per l’analisi di documenti, della legislatura e dei rapporti europei e nazionali. Le fonti usate in questa ricerca principalmente si basano su: - analisi di documenti e rapporti governativi, rapporti elaborati dalla Commissione Europea, dall’OSCE, dagli organi governativi e dalle organizzazioni non governative. - analisi di letteratura accademica, focalizzata sui problemi che sono oggetto di questa ricerca. - analisi di documenti pubblicati, come la gazzetta ufficiale, leggi costituzionali e atti legislativi, strategie nazionali e statistiche ufficiali. - analisi dei dati ottenuti da interviste e questionari.
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BIANCHESSI, ANDREA. « COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO : IL RUOLO DELLA SOCIETA' CIVILE NELLE POLITICHE DELLA BANCA MONDIALE E DELL'UNIONE EUROPEA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/307.

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Résumé :
La presente tesi di dottorato valuta i rapporti tra le organizzazioni della società civile e le istituzioni internazionali nel sistema della cooperazione per lo sviluppo, attraverso l'analisi delle politiche della Banca Mondiale e dell'Unione Europea, che risultano gli attori multilaterali più rilevanti nell'allocazione e gestione dei finanziamenti dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS). Nel quadro di relazioni cooperative-dialettiche, si verificano le funzioni degli interlocutori della società civile nel rapporto con le due organizzazioni internazionali e i livelli di partnership. Si analizzano alcuni nodi problematici come la valutazione della performance dei progetti delle organizzazioni della società civile (OSC), per verificarne il valore aggiunto; la dicotomia tra un approccio top-down e bottom-up nella pianificazione di processi di sviluppo locale; la rappresentatività e l'efficacia del contributo delle OSC alla global governance per lo sviluppo. Si presentano anche due casi empirici di progetti realizzati da una stessa OSC, finanziati dalle due istituzioni considerate, al fine di favorire, attraverso l'analisi “micro”, la comprensione di eventuali diversità rispetto al quadro teorico, alle procedure sul “ciclo di progetto” e ai rilevamenti quantitativi presentati. Complessivamente, emerge che la cooperazione tra OSC e le istituzioni internazionali ha maggiori benefici che costi e conduce ad una partnership win-win per entrambi.
The present PhD thesis considers the relationships between the organisations of civil society and the international institutions in development cooperation's system through the analysis of the World Bank's and the European Union's policies. In the frame of cooperative and dialectic relationships will be verified the functions of the interlocutors of the civil society in relationship with the two international organisations and levels of partnership. Some problematic knots will be analysed such as the evaluation of projects' performance of the organisations of the social society (OSC) in order to verify the added value; the dichotomy between a top-down and bottom-up approach in the process planning of the local development; the representation and effectiveness of the OSC's contribution to the global governance for development. Two empirical cases of projects realised by an OCE will be showed. These are financed by the two above considered institutions in order to favour, through a “micro” analysis, the comprehension of possible differences regard to the theoretical picture, to the procedures of the project cycle and to the quantitative showed survey. Altogether it appears that the cooperation between the OSC and the international institutions has more benefits than costs and leads to a win-win partnership.
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BIANCHESSI, ANDREA. « COOPERAZIONE INTERNAZIONALE PER LO SVILUPPO : IL RUOLO DELLA SOCIETA' CIVILE NELLE POLITICHE DELLA BANCA MONDIALE E DELL'UNIONE EUROPEA ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2008. http://hdl.handle.net/10280/307.

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Résumé :
La presente tesi di dottorato valuta i rapporti tra le organizzazioni della società civile e le istituzioni internazionali nel sistema della cooperazione per lo sviluppo, attraverso l'analisi delle politiche della Banca Mondiale e dell'Unione Europea, che risultano gli attori multilaterali più rilevanti nell'allocazione e gestione dei finanziamenti dell'Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS). Nel quadro di relazioni cooperative-dialettiche, si verificano le funzioni degli interlocutori della società civile nel rapporto con le due organizzazioni internazionali e i livelli di partnership. Si analizzano alcuni nodi problematici come la valutazione della performance dei progetti delle organizzazioni della società civile (OSC), per verificarne il valore aggiunto; la dicotomia tra un approccio top-down e bottom-up nella pianificazione di processi di sviluppo locale; la rappresentatività e l'efficacia del contributo delle OSC alla global governance per lo sviluppo. Si presentano anche due casi empirici di progetti realizzati da una stessa OSC, finanziati dalle due istituzioni considerate, al fine di favorire, attraverso l'analisi “micro”, la comprensione di eventuali diversità rispetto al quadro teorico, alle procedure sul “ciclo di progetto” e ai rilevamenti quantitativi presentati. Complessivamente, emerge che la cooperazione tra OSC e le istituzioni internazionali ha maggiori benefici che costi e conduce ad una partnership win-win per entrambi.
The present PhD thesis considers the relationships between the organisations of civil society and the international institutions in development cooperation's system through the analysis of the World Bank's and the European Union's policies. In the frame of cooperative and dialectic relationships will be verified the functions of the interlocutors of the civil society in relationship with the two international organisations and levels of partnership. Some problematic knots will be analysed such as the evaluation of projects' performance of the organisations of the social society (OSC) in order to verify the added value; the dichotomy between a top-down and bottom-up approach in the process planning of the local development; the representation and effectiveness of the OSC's contribution to the global governance for development. Two empirical cases of projects realised by an OCE will be showed. These are financed by the two above considered institutions in order to favour, through a “micro” analysis, the comprehension of possible differences regard to the theoretical picture, to the procedures of the project cycle and to the quantitative showed survey. Altogether it appears that the cooperation between the OSC and the international institutions has more benefits than costs and leads to a win-win partnership.
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Urso, Arturo. « L'utilizzo dei dati microeconomici della rete FADN-RICA per la valutazione delle politiche agricole : ipotesi di sviluppo di un modello di analisi degli effetti dell OCM vino sull efficienza delle aziende vitivinicole italiane ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2014. http://hdl.handle.net/10761/1736.

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Résumé :
L utilizzazione dei dati microeconomici diviene poi fondamentale per la valutazione dell efficacia delle Politiche agricole, oltre che per l osservazione e lo studio dell evoluzione delle produzioni, sia su scala nazionale che internazionale. Lo scopo della nostra ricerca è quello di effettuare un analisi sui cambiamenti nel livello di efficienza delle aziende vitivinicole italiane a seguito dell entrata in vigore dell attuale OCM vino, utilizzando il database FADN-RICA. In seguito, potrà essere utilizzato anche il database FADN di altri paesi europei, al fine di compiere un confronto tra i principali paesi produttori. Il principale obiettivo del progetto di ricerca sarà quello di compiere un analisi, mediante DEA (Data Envelopment Analysis), dell evoluzione delle caratteristiche delle aziende vitivinicole italiane, specie in termini di efficienza, alla luce delle novità introdotte dall OCM vino nel 2008.
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