Articles de revues sur le sujet « Politiche di sicurezza europea »

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Zetter, Roger. « La securitizzazione e le politiche europee in materia di asilo e rifugiati ». MONDI MIGRANTI, no 3 (mars 2010) : 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-003001.

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Résumé :
Anche se il numero di rifugiati e richiedenti asilo che fanno ingresso in Europa č diminuito rispetto al picco raggiunto all'inizio di questo decennio, il volume delle domande č ancora significativo e la questione č ancora di alta rilevanza sia a livello dei singoli Stati membri che della Commissione e dell'Unione Europea. Il processo di armonizzazione delle politiche di asilo e immigrazione e lo sviluppo della Diret-tiva sulle Qualifiche riflette il continuo impegno a "gestire" le migrazioni o almeno questo settore dell'immigrazione verso l'Europa. Questo articolo esplora i modi contraddittori attraverso cui la sicurezza umana dei rifugiati e dei richiedenti asilo in Europa si č intrecciata con politiche di piů ampio respiro in competizione tra loro. Si sostiene che i bisogni di sicurezza di questa particolare categoria di persone sono stati inseriti nella piů ampia cornice della gestione interna ed esterna delle migrazioni per salvaguardare il primato del mercato unico europeo. Allo stesso modo, le minacce esterne alla sicurezza europea poste da migranti e rifugiati/richiedenti asilo in particolare - una minaccia che risulta essere soprattutto percepita e simbolica, piuttosto che reale - sono state snaturate per sostenere una retorica politica e un'agenda nazionale e sovranazionale che subordina i bisogni di sicurezza dei rifugiati in nome del piů alto imperativo della "securitizzazione". Fondate sulla paura crescente nei confronti dell' "altro", entrambe queste traiettorie - sicurezza umana e securitizzazione - sono andate a detrimento delle persone che hanno piů bisogno di protezione. L'articolo analizza queste tendenze, le dinamiche contraddittorie tra interessi nazionali e sovranazionali, e le conseguenze per le per-sone messe a rischio a causa di queste politiche e di questi processi.
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2

Aitala, Rosario Salvatore. « Obiettivo : La magistratura italiana e il futuro della comunitŕ internazionale ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (juillet 2009) : 106–15. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003010.

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Résumé :
- 1. Introduzione2. Le politiche esterne dell'Unione europea fra politiche criminali, istanze di sicurezza e prospettive geopolitiche. Il caso dell'Albania3. L'impegno italiano nella stabilizzazione dell'Afghanistan. In particolare la costruzione dello Stato di diritto e della funzione giudiziaria.
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3

Moccia, Luigi. « Cittadinanza europea e spazio di libertŕ, sicurezza e giustizia ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (décembre 2010) : 115–34. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001006.

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Résumé :
L'obiettivo dell'Unione di offrire ai suoi cittadini uno spazio di libertŕ, sicurezza e giustizia senza frontiere interne fa della cittadinanza europea, al di lŕ del suo valore ideale e simbolico, il terreno operativo su cui fondare un'Europa unita come unione di popoli e quindi di cittadini. In questa cornice di riferimento vengono segnalati i principali contenuti normativi, insieme con le strategie e prioritŕ politiche poste con i programmi pluriennali, da quello di Tampere a quello, per ultimo, di Stoccolma, in merito alla costruzione di tale spazio, quale spazio di coesione e integrazione tra popolazioni dei paesi membri (ma anche di protezione nei riguardi di stranieri, migranti e richiedenti asilo, provenienti da paesi terzi), cioč quale spazio comune di cittadinanza dell'Unione avente rilievo autonomo che, come tale, si aggiunge a quella nazionale.
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Ragionieri, Maria Pia, et Alessandro Chiarabolli. « Coexistence of GM Crops with Conventional and Organic Agriculture : the European approach ». RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no 2 (janvier 2013) : 145–59. http://dx.doi.org/10.3280/riss2012-002008.

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Résumé :
L'articolo presenta uno stato dell'arte delle politiche internazionali ed europee e una rassegna delle iniziative implementate dagli operatori privati per la sicurezza sanitaria nelle filiere agroalimentari. L'analisi č incentrata sugli effetti economici della combinazione degli approcci pubblico e privato in comparazione con i potenziali effetti in termini di riduzione del rischio sanitario a cui č esposto il consumatore. Partendo da una rassegna critica della letteratura economica e da un'analisi basata sugli strumenti della Nuova Economia Industriale, gli autori mostrano come, a determinate condizioni, l'obiettivo della sicurezza sanitaria nella filiere agroalimentari possa essere soltanto parzialmente conseguito per effetto di distorsioni economiche derivanti dall'effetto combinato di politiche pubbliche e standard privati.
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Gori, Umberto. « LA DIFESA EUROPEA : PROBLEMI E PROSPETTIVE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no 2 (août 1988) : 287–314. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012211.

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Résumé :
IntroduzioneDopo oltre un quarantennio di «politica dello struzzo», o — al massimo — di tentativi falliti, gli Stati dell'Europa occidentale cominciano dolorosamente a rendersi conto che non è più possibile continuare a rimuovere dall'agenda delle priorità il problema della sicurezza e della difesa.
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Terzuolo, Eric R. « LA SICUREZZA EUROPEA DOPO IL TRATTATO SUGLI EUROMISSILI : LA PROSPETTIVA AMERICANA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 1 (avril 1989) : 91–112. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017500.

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Résumé :
IntroduzioneÈ abbastanza naturale che il Trattato INF sugli Euromissili firmato a Washington l'8 dicembre 1987 abbia aperto un ampio dibattito sui problemi del futuro della difesa europea. Infatti, il Trattato è ricco di nuovi elementi che rappresentano una rottura rispetto ai paradigmi consolidati nel campo del controllo degli armamenti. Anche osservatori normalmente critici verso l'amministrazione Reagan hanno ammesso che il Trattato INF creerà condizioni e prospettive nuove «eliminando una intera categoria di armi in cui entrambe le parti avevano effettuato investimenti economici e politici di grande rilievo, imponendo riduzioni asimmetriche al fine di raggiungere un risultato finale equo, stabilendo clausole di verifica precise e a carattere «intrusivo» e dimostrando che la strategia di «armarsi per discutere» può avere successo».
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Giorgi, Chiara. « Das faschistische System der sozialen Vorsorge im Spannungsverhältnis zwischen autoritären Maßnahmen und sozialer Integration ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (20 décembre 2017) : 44–62. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2017-0005.

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Résumé :
Riassunto Il saggio ripercorre alcuni passaggi fondamentali inerenti lo sviluppo dello Stato sociale italiano durante gli anni del fascismo, inquadrandoli tanto nel dibattito storiografico piu recente, quanto nell’ambito di alcune issues nazionali e internazionali. In questo senso le politiche assicurative e previdenziali fasciste verranno prese in esame sia nel contesto piu complessivo della crescita delle politiche sociali degli anni Trenta (europee e non solo), sia in riferimento alle principali istituzioni italiane (in primis l’INFPS, l’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale). In particolare il testo e teso a mettere in evidenza la centralita dell’esperienza fascista rispetto al consolidamento storico del welfare nazionale, i cui connotati originali si collocano proprio negli anni di costruzione del regime. Il periodo fascista pose infatti le basi di quel sistema cosiddetto „particolaristico-clientelare“ che si sarebbe poi sviluppato e intensificato nel secondo dopoguerra e che rappresenta, secondo varie voci storiografiche, il tratto piu distintivo della vicenda italiana. I dati conclusivi che emergono sono che, in relazione ad una media europea, l’Italia riusci a recuperare sotto il profilo quantitativo, aumentando la spesa per la sicurezza sociale e il grado di copertura assicurativa. Tuttavia, la cifra impressa dal regime al welfare nazionale ne avrebbe segnato gli sviluppi successivi, facendo emergere la centralita dell’esperienza fascista in ordine alle caratteristiche (e alle dimensioni) di quest’ultimo. Secondariamente, la riorganizzazione avvenuta sotto il fascismo dell’ambito assicurativo e previdenziale - in ordine all’estensione delle forme di tutela, del numero degli assistiti e soprattutto in materia di sistematizzazione - riguardo per lo piu gli aspetti gestionali. Invariata resto una politica di differenziazione delle spettanze che anzi venne accentuata e utilizzata dal regime ai fini del controllo sociale. Il fascismo infatti moltiplico forme e regimi assicurativi diversi e differenziati, nella misura, nella qualita e nel tempo. La ricostruzione delle vicende previdenziali italiane nel periodo tra le due guerre e cosi inserita in un piu ampio contesto sia geografico (europeo e d’Oltreoceano), sia economico, politico e sociale.
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Giorgi, Chiara. « Das faschistische System der sozialen Vorsorge im Spannungsverhältnis zwischen autoritären Maßnahmen und sozialer Integration ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 97, no 1 (5 mars 2018) : 44–62. http://dx.doi.org/10.1515/qufiab-2017-0005.

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Résumé :
Riassunto Il saggio ripercorre alcuni passaggi fondamentali inerenti lo sviluppo dello Stato sociale italiano durante gli anni del fascismo, inquadrandoli tanto nel dibattito storiografico più recente, quanto nell’ambito di alcune issues nazionali e internazionali. In questo senso le politiche assicurative e previdenziali fasciste verranno prese in esame sia nel contesto più complessivo della crescita delle politiche sociali degli anni Trenta (europee e non solo), sia in riferimento alle principali istituzioni italiane (in primis l’INFPS, l’Istituto nazionale fascista di previdenza sociale). In particolare il testo è teso a mettere in evidenza la centralità dell’esperienza fascista rispetto al consolidamento storico del welfare nazionale, i cui connotati originali si collocano proprio negli anni di costruzione del regime. Il periodo fascista pose infatti le basi di quel sistema cosiddetto „particolaristico-clientelare“ che si sarebbe poi sviluppato e intensificato nel secondo dopoguerra e che rappresenta, secondo varie voci storiografiche, il tratto più distintivo della vicenda italiana. I dati conclusivi che emergono sono che, in relazione ad una media europea, l’Italia riuscì a recuperare sotto il profilo quantitativo, aumentando la spesa per la sicurezza sociale e il grado di copertura assicurativa. Tuttavia, la cifra impressa dal regime al welfare nazionale ne avrebbe segnato gli sviluppi successivi, facendo emergere la centralità dell’esperienza fascista in ordine alle caratteristiche (e alle dimensioni) di quest’ultimo. Secondariamente, la riorganizzazione avvenuta sotto il fascismo dell’ambito assicurativo e previdenziale – in ordine all’estensione delle forme di tutela, del numero degli assistiti e soprattutto in materia di sistematizzazione – riguardò per lo più gli aspetti gestionali. Invariata restò una politica di differenziazione delle spettanze che anzi venne accentuata e utilizzata dal regime ai fini del controllo sociale. Il fascismo infatti moltiplicò forme e regimi assicurativi diversi e differenziati, nella misura, nella qualità e nel tempo. La ricostruzione delle vicende previdenziali italiane nel periodo tra le due guerre è così inserita in un più ampio contesto sia geografico (europeo e d’Oltreoceano), sia economico, politico e sociale.
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Gualandri, Mario, Roberta Fida et Francesco Avallone. « Benessere Organizzativo in un campione di Aziende Sanitarie italiane ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mars 2012) : 61–85. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001005.

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Résumé :
Riassunto In ambito scientifico e nelle politiche sociali europee il benessere organizzativo č divenuto uno dei principali temi di discussione, in particolare per i contesti sanitari che, data l'elevata complessitŕ delle dinamiche organizzative, mostrano un elevato rischio per il benessere organizzativo. Questo puň incidere sullo stress e sul benessere dei lavoratori. Il presente contributo esamina i fattori lavorativi della salute organizzativa in un campione di Aziende Sanitarie Locali (Asl) italiane. A tal fine sono stati utilizzati i dati relativi ad una ricerca nazionale su circa 8000 dipendenti (Multidimensional Organizational Health Questionnaire) differenziati per aree geografiche e per genere. I risultati mostrano che i fattori con maggiore effetto sui disturbi psicosomatici, sullo stress e sulla soddisfazione lavorativa sono il carico di lavoro, la sicurezza, il conflitto e l'apertura all'innovazione. Inoltre in tutte le aree geografiche e maggiormente per le donne la percezione dell'equitŕ ed il carico di lavoro risultano piů problematici. Per il Sud Italia e le Isole, ulteriori criticitŕ risultano la percezione della sicurezza e del comfort dell'ambiente. Infine, i risultati evidenziano una percezione di bassa soddisfazione e di alto stress in tutti i lavoratori delle aree geografiche e maggiormente nelle donne.
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Stefanizzi, Sonia, et Valeria Verdolini. « Le metamorfosi dell'ordine pubblico : il concetto di sicurezza urbana ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 3 (décembre 2012) : 103–36. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-003007.

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Résumé :
L'articolo propone un'analisi critica delle recenti politiche di sicurezza urbana adottate in Italia, e i riverberi socio-giuridici di queste pratiche normative. In particolare nel saggio vengono verificate le relazioni tra i differenti strumenti, le finalitŕ degli stessi (manifeste e latenti) e le relazioni tra i molti attori che sono deputati al governo della sicurezza oggi e i tentativi di "spartizione" tra enti del monopolio legittimo dell'uso della forza. Si esaminano, in particolare, gli effetti della riforma del titolo V in materia di sicurezza, il "Pacchetto sicurezza", la "stagione" delle Ordinanze Comunali e la loro dichiarata incostituzionalitŕ.
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Tarantino, Francesco. « Il voto degli italiani all'estero : le difficoltà incontrate in Argentina nell'attuazione delle norme ». Quaderni dell'Osservatorio elettorale QOE - IJES 57, no 1 (30 juin 2007) : 5–52. http://dx.doi.org/10.36253/qoe-10223.

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Résumé :
La complessa riforma del voto all'estero Il passaggio delle norme alla prassi in Argentina, alla vigilia delle elezioni politiche 2006 La formazione degli elenchi elettorali: uno spunto di riflessione sulla certezza del voto L'invio e il recapito dei plichi elettorali: uno spunto di riflessione sulla sicurezza del voto Le elezioni politiche del 2006 in Argentina: partecipazione e risultati elettorali
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Balboni, Marco. « Diritto dell'Unione europea. Giurisprudenza ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 2 (septembre 2011) : 111–27. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002008.

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Rassegna di giurisprudenza (periodo 1.12.2010/15.6.2011). Corte di Giustizia dell'Unione europea 28.4.2011, caso Hassen El Dridi, alias Soufi Karim, causa C-61/11 - spazio di libertŕ, di sicurezza e di giustizia - rimpatrio dei cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno č irregolare - normativa nazionale che prevede la reclusione per i cittadini di Paesi terzi in soggiorno irregolare in caso di inottemperanza all'ordine di lasciare il territorio di uno Stato membro - compatibilitŕ.
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Moccia, Luigi. « Cittadinanza ‘civile' europea e politiche di integrazione ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (août 2018) : 5–32. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2018-001001.

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Francesco Giupponi, Tommaso. « I rapporti tra sicurezza e difesa. Differenze e profili di convergenza ». DIRITTO COSTITUZIONALE, no 1 (mars 2022) : 21–47. http://dx.doi.org/10.3280/dc2022-001002.

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Résumé :
L'articolo ricostruisce i rapporti tra sicurezza e difesa, sottolineandone le differenti origini storiche e gli attuali profili di convergenza. A partire dall'analisi delle principali disposizioni costituzionali ed europee in materia, e delle differenti dimensioni ricollegate a tali concetti giuridici, vengono approfondite le più recenti tendenze evolutive nei rapporti tra sicurezza e difesa, anche alla luce delle attuali sfide sul piano globale (terrorismo internazionale, gestione delle crisi umanitarie, emergenza pandemica ed ambientale). Tale processo di convergenza può trovare nel concetto di "sicurezza nazionale" un primo approdo, anche alla luce della giurisprudenza costituzionale ed europea, oltre che dell'evoluzione che gli stessi servizi di sicurezza hanno avuto con la riforma attuata dalla legge n. 124/2007.
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Al Mureden, Enrico. « IL DANNO DA “PRODOTTO CONFORME” : LE SOLUZIONI EUROPEE E STATUNITENSI NELLA PROSPETTIVA DEL TRANSATLANTIC TRADE AND INVESTMENT PARTNERSHIP (T.T.I.P.) ». Revista Jurídica da FA7 13, no 2 (20 décembre 2016) : 165–89. http://dx.doi.org/10.24067/rjfa7;13.2:568.

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Résumé :
Nel contesto della responsabilità civile degli rapporti di consumo, è analizzata l'armonizzazione di parametri giuridici di responsabilità per “prodotto conforme” ma dannoso tra i sistemi europei e americani e, in vista del Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP), si propone un'interpretazione unitaria delle norme applicabili. Pertanto, gli standard legali in materia di sicurezza dei prodotti e responsabilità del fabbricante nell'Unione europea e gli Stati Uniti, la distinzione tra prodotto difettoso e il “prodotto conforme” ma dannoso sono esaminati. I risultati hanno confermato la necessità di uniformizzazione delle regole nell'Unione europea a definire un prodotto “ragionevolmente sicuro”, così come la responsabilità del produttore secondo la decisione del legislatore sul livello minimo di stabilimento di sicurezza o sul limiti massimi, nel qual caso non c’è responsabilità.
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Rusconi, Gian Enrico. « OPZIONI POLITICHE E VINCOLI MILITARI. IL “ DILEMMA DELLA SICUREZZA ” DEL 1914 ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 16, no 2 (août 1986) : 169–96. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200015926.

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Résumé :
IntroduzioneUn governo decide di sviluppare il proprio armamento e di migliorare le proprie strategie militari, senza alcuna intenzione aggressiva, ma per garantirsi maggiore sicurezza. Di riflesso i governi degli altri Stati adottano misure analoghe. Il risultato è l'aumento di insicurezza per tutti — maggiore di quanto non fosse all'inizio dell'operazione. In circostanze di acuta tensione internazionale e in presenza di tecnologie e dispositivi strategici instabili, l'esito finale è un'altissima probabilità di guerra.
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Sotte, Franco. « Il peso della politica agricola sul bilancio dell'Unione Europea ». ARGOMENTI, no 33 (décembre 2011) : 29–50. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-033002.

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Résumé :
L'obiettivo di questo lavoro č di suggerire l'adozione di un approccio fondato sull'evidenza nell'analisi della spesa della politica agricola comune (PAC). Il dibattito sulla spesa per la PAC si basa generalmente sulle immagini ex-ante del bilancio, cosě come queste sono presentate nel quadro finanziario pluriennale e, prima di ogni esercizio finanziario, sugli stanziamenti di bilancio. Ma questa immagine č molto diversa da quella ex-post come appare dai pagamenti effettivi risultanti a consuntivo nelle relazioni finanziarie. Queste differenze si concentrano soprattutto sulle politiche strutturali (come la politica di sviluppo regionale e quella di sviluppo rurale), mentre non esistono differenze, o sono minime, nella spesa relativa alle politiche di mero trasferimento (come quella del 1° pilastro della PAC). Basata com'č su un'immagine parziale e distorta della spesa, la discussione sulla riforma della PAC risulta distorta essa stessa.
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Leonardi, Robert. « L'ASCESA DELL'EUROPA MERIDIONALE : CENTRO E PERIFERIA NELLA COMUNITÀ EUROPEA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no 3 (décembre 1993) : 475–512. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200022462.

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Résumé :
IntroduzioneLa ratifica del Trattato di Maastricht tra i dodici paesi membri della Comunità europea mette in evidenza una contraddizione sottesa agli studi e alle riflessioni sull'Europa meridionale. In passato gli stati di questa area - Grecia, Spagna, Portogallo e anche l'Italia - sono stati descritti come paesi periferici o semi-periferici. Nelle analisi delle loro strutture politiche ed economiche si è sottolineata la difficoltà che questi paesi hanno incontrato nell'inserirsi nel flusso dello sviluppo economico europeo, nel partecipare attivamente alla determinazione delle politiche all'interno dell'Europa e alla definizione della posizione europea sulle problematiche mondiali. La gestione delle vicende europee continua ad essere vista come un processo dominato dai paesi settentrionali, cioè da quei paesi che hanno una più antica tradizione di istituzioni democratiche e di economie robuste.
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Bronzini, Giuseppe. « Tutela dei disoccupati, lotta alla povertŕ e contrasto dell'esclusione sociale nell'Europa del ‘dopo Lisbona' ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (mars 2011) : 45–62. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001004.

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Résumé :
Il contributo esamina i prevedibili effetti dell'approvazione del Trattato di Lisbona sulle politiche di inclusione sociale dell'Unione europea, con particolare riferimento alla tutela multilivello dei diritti fondamentali e all'implementazione della nuova Strategia 20-20.
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Cortese, Fulvio. « Le politiche scolastiche a livello regionale : quale autonomia ? » ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 1 (juin 2020) : 79–88. http://dx.doi.org/10.3280/es2020-001005.

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Résumé :
Il contributo è diviso in tre parti. Nella prima si descrive brevemente il riparto delle funzioni legislative e amministrative di Stato e Regioni in materia di istruzione, con qualche cenno alle competenze delle autonomie speciali e facendo riferimento alle interpretazioni svolte dalla Corte costituzionale. Nella seconda parte si illustrano i contenuti della legislazione regionale attualmente vigente, con esemplificazioni concernenti gli interventi normativi approvati in alcune Regioni ordinarie. Nella terza parte si traggono alcune conclusioni, evidenziandosi, nell'ordine: lo stato di scarso sviluppo delle politiche scolastiche territoriali, anche in relazione ai difetti di attuazione della riforma costituzionale del 2001; la tradizionale e persistente attinenza di quelle politiche ai temi del diritto allo studio; la difficile interazione tra le politiche regionali e quelle statali pur presupposte al buon funzionamento della rete scolastica; la ricerca da parte delle Regioni di spazi alternativi di manovra, per recuperare maggiore capacità di indirizzo nel contesto dell'esercizio di funzioni amministrative concernenti altre politiche (anche di matrice europea).
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Attiani, Caterina. « L'agricoltura urbana ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 98 (juillet 2012) : 73–89. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-098006.

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Résumé :
Analizzeremo il fenomeno dell'Agricoltura Urbana (AU). Definiremo il concetto, spiegando come si colloca all'interno delle politiche per lo sviluppo e nell'agenda politica brasiliana nella lotta contro la fame e per la sicurezza alimentare. L'AU sperimenta una riscoperta da parte del sapere accademico a partire dalle proiezioni delle Nazioni Unite di un mondo sempre piů urbano. Tuttavia, non inventa niente di nuovo, ma semplicemente fonde in maniera diversa, rispetto al passato piů recente, elementi che presi singolarmente appartengono ad un passato piů lontano (Ingersoll et al, 2007), riscattando una forma di welfare, giŕ utilizzata in altre epoche di crisi.
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Canfora, Irene. « La normativa speciale dell’impresa agricola nel quadro di un sistema agroalimentare sostenibile in Europa ». Przegląd Prawa Rolnego, no 1(30) (8 juin 2022) : 45–55. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2022.30.1.4.

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Résumé :
Il saggio analizza l’evoluzione della legislazione italiana dell’impresa agricola in relazione agli sviluppi delle politiche agricole europee. Il saggio evidenzia che, sia la normativa europea che quella nazionale nei più recenti sviluppi confermano la specialità del diritto agrario, finalizzato alla conservazione delle attività agricole e del territorio rurale, così come al funzionamento della filiera agroalimentare al cui interno l’attività produttiva agricola europea rappresenta un anello essenziale.
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Augenti, Antonio. « Il principio di solidarietŕ e le politiche sociali europee ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (mars 2011) : 15–32. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2011-001002.

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Résumé :
Il contributo affronta in via preliminare il significato e il valore della solidarietŕ nel suo evolversi nel tempo, per capire come essa si incarna nelle coscienze individuali e nelle responsabilitŕ collettive. La solidarietŕ non ha modo d'essere senza la sussidiarietŕ: č la linea ideologica che orienta le moderne politiche di welfare. Queste politiche sono attente ad un nuovo concetto di povertŕ non legato a bisogni di sopravvivenza, ma a nuovi indicatori sociali. Tutelare i diritti sociali della persona significa prendere atto che occorre investire nella conoscenza, oggi strumento principe dell'emancipazione della persona. L'ultima parte del lavoro č dedicata all'analisi di come l'Unione europea ha guardato alle questioni sociali, conformandosi al principio di solidarietŕ e orientando in tal senso la propria normativa. Sull'operato comunitario vengono da ultimo avanzate riserve e sollevate censure di ritardo con il quale l'Unione č intervenuta nelle politiche sociali.
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Landuyt, Ariane. « Il "valore aggiunto" di un approccio storico allo studio delle politiche comunitarie ». MEMORIA E RICERCA, no 30 (juillet 2009) : 5–15. http://dx.doi.org/10.3280/mer2009-030001.

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Résumé :
- This paper deals with analytical and methodological problems which are currently at the core of historical studies about European integration. It also reminds that history of European integration went through different periods which fostered various thematic conceptualizations. Indeed, the "essence" of the European construction, as a diachronic and in fieri process, furthered a renew of the object of study, gradually widening its importance, enriching and renewing historiographical interpretations. The definition of research lines about origins and development of EEC/EU policies, in particular those "second generation" policies promoted since the beginning of the Seventies, is placed in a complex historiographical background. The author shows the reasons to study this topic through a diachronic approach, highlighting that policies are fundamental to understand properly many relevant political and social dynamics at national, infranational, European and also international level.Parole chiave: Integrazione europea; storiografia integrazione europea; identitŕ europea; politiche comunitarie; istituzioni europee; governance multilivel European Integration; European Integration Historiography; European Identity; EEC/EU policies; European Institutions; Multilevel Governance
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Campanella, Giovanna. « La ricerca del lavoro : problema di costi e di rigidità del mercato ? Uno studio di caso sui tirocini di formazione e orientamento ». ARGOMENTI, no 36 (janvier 2013) : 105–26. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-036005.

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Résumé :
Il saggio approfondisce le problematiche connesse alle forme associative tra Comuni, nel caso italiano, a partire dall'analisi del caso Veneto nella prospettiva europea. Tali forme di aggregazione possono essere efficacemente definite come esempi di reti intercomunali: un concetto che consente di spostare l'accento dalla staticità e rigidità della struttura organizzativa del singolo ente locale, alla flessibilità e funzionalità delle relazioni tra gli attori rispetto alle politiche che si intendono condividere e alle differenti logiche di rete che si implementano a seconda del modello di governance prescelto.
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Volturo, Stella. « Lotta alla povertà minorile. Il ruolo delle politiche di supporto all'infanzia ». SICUREZZA E SCIENZE SOCIALI, no 2 (septembre 2022) : 204–23. http://dx.doi.org/10.3280/siss2022-002014.

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Résumé :
L'articolo analizza il fenomeno della povertà minorile nella sua multidimensionalità, presentando dati sulla situazione italiana in prospettiva comparata europea. La prospettiva analitica adottata concepisce la povertà minorile come una forma estrema di disuguaglianza e riflette sul ruolo delle politiche sociali in ambito minorile nel contrasto alle disuguaglianze.
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Canepa, Allegra. « UNCONVENTIONAL MONETARY POLICIES AND COMMUNICATION STRATEGIES OF THE EUROPEAN CENTRAL BANK ». Il Politico 252, no 1 (22 juin 2020) : 67–88. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2020.298.

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Résumé :
Il lavoro ripercorre ed analizza il ruolo della Banca Centrale Europea e gli interventi adottati durante la crisi finanziaria soffermandosi sul contenuto, la fisionomia ed in modo specifico sulle modalità di comunicazione delle diverse misure adottate. Come risulta dall’analisi, la BCE ha fatto ricorso a misure di politiche monetaria non convenzionali per l’efficacia delle quali gli aspetti comunicativi sono risultati molto importanti. In questo senso le politiche di comunicazione relative alle misure non convenzionali adottate risultano interessanti ed attuali da esaminare perché mostrano come esse siano diventate non solo una modalità di incremento di trasparenza ma un supporto fondamentale per l’efficacia della politica monetaria.
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Cristarella Oristano, Mariaida. « Cambiamenti climatici e diritto dell'Unione europea ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (janvier 2022) : 35–61. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2021-002002.

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Résumé :
Il presente contributo si propone di esaminare le politiche ed il diritto dell'UE in materia di cambiamenti climatici, per comprendere il ruolo esercitato dall'Unione nella lotta a questo fenomeno e la relazione che intercorre tra le azioni di contrasto al medesimo, le disposizioni poste a tutela dei diritti fondamentali ed il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile di cui all'Agenda 2030. A tal fine, l'analisi affronta la questione circa l'esistenza di una competenza interna ed esterna dell'UE in materia, e si concentra sul ruolo delle istituzioni europee nella definizione della politica climatica e della normativa di riferimento, con particolare riguardo al Green Deal europeo, nonché in tema di negoziati internazionali cui l'UE ha partecipato, ultimo tra tutti la Cop-26. Infine, alla luce della recente giurisprudenza della CGUE, particolare attenzione è rivolta agli aspetti problematici inerenti all'accesso alla giustizia climatica nell'UE
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Bellardi, Marco. « La strategia macroregionale europea nell'area Adriatico-Ionica ». ARGOMENTI, no 34 (juin 2012) : 5–36. http://dx.doi.org/10.3280/arg2012-034001.

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Résumé :
Le proposte legislative per la politica di coesione dell'UE per il periodo 2014-'20 fanno riferimento alla strategia macroregionale vista come sistema evoluto di cooperazione territoriale. Non esiste una definizione normalizzata per la strategia europea macroregionale; questo termine, si riferisce a "un'area comprendente un certo numero di territori di differenti Paesi e regioni associati per una o più caratteristiche o problematiche" (geografiche, culturali, economiche, sociali, altre). I territori AI, già da tempo legati da importanti iniziative di integrazione e cooperazione, hanno iniziato nel 2010 un percorso per ottenere il riconoscimento di una strategia europea macroregionale. Il valore aggiunto che deriva dall'avvio di una strategia macroregionale consiste in un‘azione comune che coinvolge diversi attori, diverse politiche e diversi programmi di finanziamento.
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Lingle, Christopher. « Rent-Seeking and the EC Social Charter ». Journal of Public Finance and Public Choice 8, no 1 (1 avril 1990) : 23–33. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907344893.

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Résumé :
Abstract Le politiche sociali, così come sono state concepite nella Carta Sociale della Comunita Europea, impediranno lo sviluppo economico, la crescita e l’occupazione e promuoveranno la burocratizzazione e la centralizzazione dei poteri: questa la tesi sostenuta dall’Autore, che utilizza l’approccio metodologico della Public Choice per analizzare i contenuti della Carta Sociale europea. Frutto di rent-seeking da parte e a vantaggio di particolari gruppi di interesse, la Carta Sociale promuoverà rent-seeking ad altri livelli. La filosofia populista che ne ispira i contenuti, inoltre, favorirà una tendenza all’interventismo e alla concentrazione del potere politico della Comunita a discapito dei diritti degli Stati e in contrasto con il principio della sussidiarietà.Se, poi, argomenta l’A., questa stessa interpretazione populista della democrazia guiderà lo sviluppo futuro delle istituzioni comunitarie, non si verificherà nessun sostanziale cambiamento nella natura e nella fonte delle inefficienze del settore pubblico.Lo spreco associato al rent-seeking sarebbe invece notevolmente ridotto dalla attuazione di alcune misure alternative, coerenti con i principi della democrazia liberale: il mantenimento di strutture politiche decentralizzate (nazionali) che limitino lo sproporzionato accesso al potere dei gruppi di interesse; l’imposizione di limiti costituzionali a livello nazionale e sui processi fiscali e monetari della Comunità Europea, allo scopo di controllare deficits e inflazione; una riforma delle burocrazie nazionali e comunitaria per migliorare la produttività del settore pubblico.
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Bronzini, Giuseppe. « Il reddito minimo garantito nell'Unione europea : dalla Carta di Nizza alle politiche di attuazione ». GIORNALE DI DIRITTO DEL LAVORO E DI RELAZIONI INDUSTRIALI, no 130 (juin 2011) : 225–45. http://dx.doi.org/10.3280/gdl2011-130002.

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Résumé :
Il diritto al reddito minimo garantito č un diritto fondamentale di matrice europea perché cosě riconosciuto sia dalla Carta di Nizza che dalla Carta sociale europea. Inoltre, ledell'UE lo hanno da tempo previsto come base per la lotta all'esclusione sociale sino ad integrarlo nel 2007 nei principi comuni di, asse di riferimento anche per la nuova Strategia 2020, che ha preso il posto della. La natura di diritto sociale fondamentale, diretto a salvaguardare la dignitŕ della persona, come precisato in alcune recenti Risoluzioni del Parlamento europeo, esclude modalitŕ irragionevolmente condizionate e lesive dell'autonomia delle persone nella garanzia delle prestazioni. Nonostante le univoche indicazioni sovranazionali l'Italia č l'unico Paese dell'UE, insieme a Grecia ed Ungheria, a non avere alcuno schema di reddito minimo. Solo le Regioni hanno cercato di rispondere alle ripetute sollecitazioni dell'Unione, in particolare la Regione Lazio, con un provvedimento del 2009, ormai decaduto. Tuttavia, le emergenze determinate dalla crisi economica e dell'euro potrebbero spingere l'Unione ad adottare una normativa propria e vincolante che rafforzi la solidarietŕ e la coesione sociale interna.
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Klein, Menachem. « Una cittŕ di frontiera con confini deboli ». FUTURIBILI, no 3 (septembre 2012) : 195–203. http://dx.doi.org/10.3280/fu2011-003012.

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Résumé :
L'Autore sviluppa il tema dei confini di Gerusalemme (sia nella cittŕ storica che nella sua area metropolitana) evidenziando come questi siano numerosi, non sovrapposti, informali - e cioč non riconosciuti da accordi concreti rigidi -, e di conseguenza tali confini sono deboli, flessibili e attraversabili. Il tema dei confini viene verificato sulla base degli obiettivi e dei risultati demografici, delle politiche, delle azioni pianificatorie, della costruzione di unitŕ abitative seguite dai governi israeliani e dalle autoritŕ palestinesi, dell'organizzazione dei servizi e della sicurezza. Tutto ciň č considerato nelle diverse parti della grande Gerusalemme (cittŕ storica e i villaggi della sua periferia). La conclusione dell'Autore č ancora quella che esistono molti confini ambivalenti, e quindi mobili non ufficiali, e che il confine etnico-nazionale č il piů potente nel dare forma a tutti questi confini morbidi e attraversabili.
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Zaretti, Alessia. « Osservatorio europeo. Politiche di asilo e trauma in una prospettiva europea ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 2 (janvier 2015) : 111–37. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2014-002006.

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Scharpf, Fritz W., et Luca Verzichelli. « INTEGRAZIONE EUROPEA E WELFARE STATES NAZIONALI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 26, no 1 (avril 1996) : 21–65. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024035.

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Résumé :
IntroduzioneIl processo di integrazione europea è caratterizzato da una asimmetria fondamentale descritta accuratamente da Joseph Weiler (1981) come un dualismo tra le norme sopranazionali europee ed il policy-making europeo di tipo intergovernativo. Weiler ha ancora ragione nella sua critica agli scienziati politici, colpevoli di aver troppo a lungo concentrato la propria attenzione soltanto sugli aspetti della negoziazione intergovernativa e di aver ignorato (o comunque non aver preso sufficientemente in considerazione) l'emergere, essenzialmente per via giurisdizionale, di un ordinamento legale europeo che prevale sulle leggi nazionali (Weiler 1994). Questa omissione è tanto più grave poiché ha impedito di individuare il parallelismo, politicamente assai significativo, tra il dualismo indicato da Weiler e la più comune contrapposizione tra una integrazione «positiva» ed una «negativa» (Tinbergen 1965; Rehbinder e Stewart 1984), cioè tra le misure che allargano l'integrazione del mercato eliminando i vincoli nazionali sugli scambi e le distorsioni competitive, da un lato, e le politiche europee comuni che modellano le condizioni sotto le quali i mercati operano, dall'altro.
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Borghesi, Simone. « La politica europea per i cambiamenti climatici : aspetti critici ». QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 2 (juin 2011) : 85–109. http://dx.doi.org/10.3280/qu2011-002004.

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Résumé :
Questo lavoro esamina la politica energetica europea degli ultimi anni, evidenziandone le criticitŕ emerse nel sistema dei permessi negoziabili e nella transizione verso le rinnovabili. Nonostante le difficoltŕ incontrate nel recente passato a raggiungere gli obiettivi intermedi che si era proposta, l'Unione europea ha fissato obiettivi ancor piů ambiziosi per il futuro. Questa politica che innalza e pospone l'obiettivo da raggiungere puň creare, tuttavia, problemi di incoerenza temporale e credibilitŕ delle politiche annunciate che, uniti a talune criticitŕ del sistema dei permessi evidenziate nell'analisi, possono ostacolare la capacitŕ dell'Unione di raggiungere gli obiettivi energetici prefissati.
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Martellozzo, Federico, et Filippo Randelli. « Sicurezza alimentare globale e cambiamento climatico. Guardare oltre il prodotto interno lordo ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 2 (mai 2022) : 30–54. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa2-2022oa13799.

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Résumé :
Recenti ricerche suggeriscono che il numero di persone denutrite nel mondo, dopo essere costantemente diminuito dal 2005, è tornato ad aumentare dal 2014, e nel 2020 si sia attestato intorno a quota 811 milioni. Sebbene l'insicurezza alimentare ( food insecurity - FI) sia una questione di drammatica rilevanza, ed un problema panterrestre, è tuttavia innegabile come alcuni paesi siano più vulnerabili, e conseguentemente più suscettibili rispetto a shock esogeni (e.g. cambiamento climatico, pandemie, ecc.). Questo studio intende offrire osservazioni analitiche come strumento di supporto per l'elaborazione di politiche, finalizzate alla comprensione degli elementi di vulnerabilità del sistema alimentare in un dato paese. Nonostante in letteratura vi siano diversi indici per lo studio della FI, è sovente adottato (a volte per necessità di sintesi) un rationale interpretativo - riduttivo- che riproduce la FI mediante una narrativa di vulnerabilità economica. L'analisi, tramite la rielaborazione propria di indicatori esistenti e la formulazione di simulazioni predittive, vuole problematizzare in che modo i fattori critici individuati (e.g. la struttura produttiva di un paese, i suoi rapporti commerciali, il suolo irrigato, ecc.) possono incidere significativamente sulla FI di un paese, disgiuntamente da una congiuntura economica interna favorevole.
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Hassemer, Chiara. « Ambiente e territorio in una prospettiva europea e italiana. » Veredas do Direito : Direito Ambiental e Desenvolvimento Sustentável 12, no 23 (30 octobre 2015) : 17. http://dx.doi.org/10.18623/rvd.v12i23.462.

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Résumé :
La produzione normativa in materia di politiche ambientali e territoriali della attuale legislatura italiana è prevalentemente contenuta in decreti legge e decreti legislativi, emanati anche al fine di adeguare l'ordinamento nazionale alla legislazione europea.Le tematiche ambientali sono presenti anche nei documenti di bilancio (eco bilancio ed eco rendiconto) e nell'ambito dei documenti di economia e finanza (DEF), che recano specifiche sezioni dedicate proprio allo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra (cd. Allegato "Kyoto").Inoltre nella nuova programmazione dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020 è presente una particolare attenzione alla tutela e alla valorizzazione dei beni ambientali, nonché alla promozione di interventi e azioni per favorire l'adattamento al cambiamento climatico, la prevenzione e la gestione dei rischi.
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Ramajoli, Margherita. « Quale futuro per la regolazione alimentare ? » Milan Law Review 2, no 2 (22 février 2022) : 58–73. http://dx.doi.org/10.54103/milanlawreview/17392.

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Résumé :
Il saggio si propone di esaminare le nuove sfide della regolazione alimentare intrattenendosi sulla necessità, che un “sistema alimentare sostenibile” richiede, di superare la prospettiva di food safety, orientata a garantire la sicurezza igienico sanitaria degli alimenti, e di abbracciare anche quella di food security, tesa ad assicurare a tutti una quantità di cibo sufficiente e a prezzi ragionevoli. Dopo aver illustrato i caratteri della regolazione alimentare, l’Autrice mette in luce il contributo fornito dalla giurisprudenza nell’elaborare il fondamentale “principio di precauzione” e la rilevanza del Green Deal proposto dalla Commissione europea al fine di conseguire il fondamentale obiettivo della sostenibilità alimentare.
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Todeschini, Giacomo. « Il valore fiduciario del denaro e la razionalizzazione della violenza europea (secoli XV-XVIII) ». CHEIRON, no 1 (avril 2021) : 72–86. http://dx.doi.org/10.3280/che2019-001004.

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Résumé :
La crescita europea dell'economia finanziaria e delle banche come isti-tuzioni pubbliche è accompagnata fra XV e XVII secolo da un accen-tuarsi del carattere esclusivo della cittadinanza. Questo fenomeno politico-economico è caratterizzato, nello stesso periodo, da una moltipli-cazione degli elaborati teorici finalizzati alla giustificazione della violenza e della guerra nei confronti di quanti non potessero essere riconosciuti come membri della società europea che si andava rappresentando come soggetto razionale collettivo unificato da specifiche regole economiche, politiche e religiose.
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D'Atri, Stefano. « «Le navi e il mar, invece di campi e d'oliveti, tengono la cittŕ abbondante d'ogni bene». Il sistema annonario di Ragusa (Dubrovnik) in etŕ moderna ». STORIA URBANA, no 134 (juin 2012) : 31–56. http://dx.doi.org/10.3280/su2012-134003.

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Résumé :
Se analizziamo il sistema annonario di Ragusa secondo il tempo, il luogo e le circostanze - seguendo le suggestioni di Ferdinando Galiani contenute nei suoi Dialogues sur le commerce des blés - ecco che ci appare come una realtŕ molto diversa all'interno del contesto mediterraneo in etŕ moderna. Una diversitŕ fondata principalmente sul rapporto privilegiato con l'Impero Ottomano, un rapporto che per la Repubblica di San Biagio significava pace, sicurezza e privilegi commerciali, che le garantiva un margine di manovra inimmaginabile, soprattutto se misurato dal punto di vista delle sue dimensioni politiche e territoriali. Tutto questo ha consentito la creazione di un sistema annonario - che faceva del controllo dei prezzi e dell'offerta il suo punto di forza - difficilmente comparabile con le altre realtŕ mediterranee ma che, allo stesso tempo, rende quelle realtŕ piů intelligibili attraverso la propria «peculiaritŕ».
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Ponti, Marco. « Le politiche di trasporto europee e il loro impatto sull'assetto territoriale ». TERRITORIO, no 59 (novembre 2011) : 59–63. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059009.

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Résumé :
Il cambio modale (dai mezzi su gomma a quelli su ferro, o comunque collettivi) č la connotazione fondamentale della politica europea dei trasporti, legata all'ambiente, ma certo anche alla protezione dei fornitori di trasporto collettivo, altrimenti destinati alla rapida scomparsa. Si esamineranno una serie di politiche specifiche, mettendone in luce il sostanziale fallimento (vincoli, spese, e azioni fi scali rilevantissime a fronte di risultati modali del tutto marginali). Si analizzeranno poi sommariamente i meccanismi strutturali che spingono, e spingeranno, imprese e famiglie ad assetti insediativi dispersi e appoggiati al trasporto su gomma, sia per merci che per passeggeri. Si considereranno infine politiche alternative, piů incentrate sulle innovazioni tecnologiche, e capaci di sfruttare a fi ni ambientali l'altissima ‘disponibilitŕ a pagare' degli utenti dei mezzi su gomma, anche evidenziando i vantaggi in termini di politica industriale di tale strategia.
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Venturi Ferriolo, Massimo. « Qualitŕ dei paesaggi, qualitŕ delle politiche. Aménager le futur ». TERRITORIO, no 57 (juin 2011) : 135–39. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057017.

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Résumé :
La Convenzione europea del paesaggio collega il processo di paesaggio al riconoscimento dell'ambito di vita percepito. Il paesaggio č una risorsa da governare per il benessere dei suoi abitanti, con potenzialitŕ propulsive per le culture locali nel variegato patrimonio culturale e naturale dell'Europa. La qualitŕ si dovrebbe affermare in ogni paesaggio indipendentemente dal giudizio estetico: essa č il fattore privilegiato e non la bellezza. Lo sviluppo dell'individuo e la sua affermazione socio-culturale si realizzano grazie ai tre concetti essenziali di benessere, soddisfazione, identitŕ: la vera bellezza di un paesaggio, che č il risultato dell'azione, quindi non astratta. A partire da qui si analizza il rapporto tra qualitŕ dei paesaggi e qualitŕ delle politiche, fondato sul riconoscimento, soprattutto quello dell'appartenenza: una straordinaria occasione democratica.
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Gelmi, Giusi, Giulia Parisi, Lia Calloni, Aurora Torri, Anna Paola Capriulo et Corrado Celata. « Promuovere salute e prevenire cronicità nella popolazione over 65 : il programma Gruppi di Cammino in Regione Lombardia ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (octobre 2022) : 40–51. http://dx.doi.org/10.3280/pds2022-003006.

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Résumé :
La Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di over 65enni: oltre 2 milioni, pari al 22,9% della popolazione (Istat, 2020). Molti soffrono di una o più patologie croniche, incidendo per il 70% sulla spesa sanitaria regionale (Dgr 4662/2015). Le evidenze di letteratu-ra indicano la sedentarietà tra le cause che concorrono allo sviluppo di patologie croniche e sottolineano la necessità di politiche e programmi per promuovere l'attività fisica per favorire l'invecchiamento attivo e in buona salute (Active and Healthy Ageing). In tal senso, dal 2009 Regione Lombardia ha individuato i Gruppi di Cammino come programma principe per pro-muovere e mantenere la salute della popolazione over 65, inserendolo nei propri Piani Regio-nali Prevenzione. Il programma consiste in un'attività organizzata dove un gruppo di persone si ritrova per camminare insieme, almeno due volte a settimana, seguendo un percorso urbano o extra-urbano, sotto la guida di un conduttore (Walking leader). Rappresentano una strategia capace di promuovere il movimento di adulti e anziani in sicurezza, la conoscenza di temi di salute, la partecipazione dei cittadini e le loro abilità sociali, rispondendo ai principi chiave delle politiche di promozione della salute e di Active Ageing (Oms, 2002). L'articolo, attraverso la descrizione dei differenti passaggi adottati per l'implementazione del programma secondo la lente dell'Interactive System Framework, darà evidenza di come il programma Gruppi di Cammino sia una strategia che ad oggi promuove il movimento di oltre 18600 over 65.
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Mingo, Roberta. « Ridisegno delle circoscrizioni istituzionali e governance territoriale : la riforma politico-amministrativa estone fra ridefinizione dell' identità nazionale e ingresso nell'Unione Europea ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 3 (septembre 2022) : 50–77. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa3-2022oa14590.

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Résumé :
Il presente articolo intende ricostruire l'origine e l'evoluzione della riforma della maglia politico-amministrativa avvenuta in Estonia nel 2017, con la quale è stato ridefinito l'assetto istituzionale del paese, anche a seguito del ruolo svolto dall'Unione Europea nell'influenzare i cambiamenti dell'impalcatura del mosaico territoriale estone. Si farà riferimento all'approccio dinamico degli studi sull'istituzionalizzazione territoriale di Anssi Paasi, correlandolo alle diverse fasi storiche che hanno condotto il paese a riaffermare la propria identità nazionale successivamente al lungo periodo di occupazione sovietica (1940-1989). La riforma analizzata in questo caso-studio conferma la portata degli interventi sulla maglia amministrativa frutto sia di un processo radicato nel passaggio di poteri sia dell'ingresso dell'Estonia nell'Unione Europea, che da tempo sollecita politiche di rescaling tra gli Stati membri.
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Pasi, Riccardo. « Idroelettrico e tutela delle acque : le opportunitŕ d'intervento e regolazione della pubblica amministrazione ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 100 (août 2011) : 129–46. http://dx.doi.org/10.3280/asur2011-100007.

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Résumé :
L'idroelettrico, compreso il mini-idroelettrico, puň generare pesanti impatti ambientali sui corpi idrici in cui si inserisce, allontanando cosě gli obiettivi di qualitŕ ambientale stabiliti dalla Direttiva Acque. Allo stesso tempo la politica energetica europea spinge per l'aumento della produzione di energia rinnovabile, compresa quella idroelettrica: ma di che tipo? Conciliare le due istanze č possibile solo se la pubblica amministrazione (Regioni e Province in primo luogo), con politiche territoriali ed economiche adeguate, saprŕ governare le proprie risorse e indirizzare lo sviluppo del settore.
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Pirone, Maurilio. « La governance urbana del lavoro di piattaforma. Una ricognizione europea ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 163 (août 2022) : 191–206. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-163010.

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Résumé :
Accanto ad un processo generale di digitalizzazione del lavoro è emerso un modello di impresa - quello delle piattaforme - che ha portato alla ribalta una tipologia nuova di attore economico. Queste aziende - il cui sviluppo va collocato all'interno di una tendenza più complessiva verso la de-strutturazione dei rapporti di lavoro di tipo subordinato, l'erosione del salario e una razionalità logistica - contribuiscono in maniera determinante oggi alla ridefinizione di quello che concepiamo come lavoro. Questi cambiamenti, ovviamente, non sono analizzabili meramente nei termini di un incremento tecnologico ma tagliano trasversalmente una serie di relazioni - tanto economiche quanto sociali e politiche. Detto altrimenti, l'espansione del capitalismo delle piattaforme non è stata esente, anzi è strutturalmente accompagnata da uno spettro largo di resistenze e conflitti. Lo sviluppo repentino tanto delle piattaforme quanto dei conflitti ha stimolato sempre di più un dibattito pubblico che si è spostato dalla discussione generale sul futuro del lavoro e delle nostre società alla necessità presente di governare questo sviluppo, in primis per quanto riguarda le condizioni del lavoro digitale e digitalizzato. In questo articolo si propone una mappatura a livello europeo delle differenti pratiche di governance urbana del lavoro di piattaforma analizzando limiti e possibilità.
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Turco, Eugenio. « Obiettivo : I progetti europei di gemellaggio (twinning) e l'esperienza albanese ». QUESTIONE GIUSTIZIA, no 3 (juillet 2009) : 123–32. http://dx.doi.org/10.3280/qg2009-003012.

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Résumé :
- I twinning projects sono strumenti di cooperazione internazionale, elaborati dalla Commissione europea, che prevedono la diretta assistenza di uno Stato membro in favore di uno Stato beneficiario per il raggiungimento di specifici obiettivi nel rispetto delle politiche di allargamento della Unione. Il twinning di supporto all'Alto Consiglio della giustizia in Albania č stato il primo progetto al quale ha partecipato il Consiglio superiore della magistratura italiano: iniziato nel febbraio del 2007, e realizzato unitamente al Consiglio superiore dei giudici di Spagna, esso si č concluso nel dicembre del 2008. I positivi risultati ottenuti rendono auspicabile un maggior impegno del CSM in tali forme di cooperazione.
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Rusconi, Gian Enrico. « QUALE «DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE» ? LA CORTE FEDERALE NELLA POLITICA TEDESCA E IL PROBLEMA DELLA COSTITUZIONE EUROPEA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 27, no 2 (août 1997) : 273–306. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200024837.

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Résumé :
IntroduzioneLa Germania offre una interessante versione contemporanea dello «Stato costituzionale» o della «democrazia costituzionale» con le sue tipiche tensioni tra responsabilità politica parlamentare e giustizia costituzionale. Un esempio tanto più istruttivo in quanto si pone all'incrocio tra la tradizione tedesca dello «Stato di diritto» e la tendenza ad un «nuovo costituzionalismo» che suscita crescente attenzione nelle scienze politiche e giuridiche.Ma c'è di più. La centralità del ruolo della Germania in Europa fa sì che questa problematica si proietti sulla costruzione politico-costituzionale dell'Unione europea. L'istituzionalizzazione dell'Europa politica e la semplice ipotesi di una Costituzione europea rimettono in gioco i concetti classici di popolo, sovranità, statualità e legittimazione democratica e aggiornano i dilemmi del costituzionalismo e della Costituzione come statuto delle libertà, come contratto politico e come forma di governo. In questa ottica il progetto europeo acquista i tratti di una democrazia o Stato costituzionale tutto da esplorare, per il quale il modello tedesco diventa molto istruttivo.
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Clň, Alberto. « Lo sterile dibattito sulla nuova strategia energetica ». ECONOMICS AND POLICY OF ENERGY AND THE ENVIRONMENT, no 1 (avril 2012) : 9–18. http://dx.doi.org/10.3280/efe2012-001002.

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Résumé :
I Governi italiani hanno spesso proposto misure di politica energetica per il Paese, sebbene raramente si siano avuti effetti significativi. Recentemente il Governo italiano ha auspicato un passaggio dal concetto di politica e quello di "strategia energetica nazionale", i cui contenuti e metodi evidenziano gli stessi limiti che hanno portato all'insufficienza delle precedenti politiche. L'articolo pertanto mette in evidenza criticamente le ragioni del fallimento dei precedenti tentativi di definizione di una politica energetica nazionale e dello sterile dibattito sulla nuova strategia. Evidenzia, al contrario, la necessitŕ di rispettare alcuni aspetti metodologici che possono favorirne il successo: la necessitŕ di una maggiore specificitŕ delle misure, il ricorso all'analisi costi-benefici per identificare i trade-off tra le alternative, l'identificazione degli obiettivi prioritari e delle responsabilitŕ delle diverse istituzioni. Le sfide poste dai cambiamenti del contesto geopolitico, economico ed ambientale odierni rendono tale metodologia ancora piů urgente. Focalizzandosi successivamente sul tema degli obiettivi di una politica energetica, l'articolo ne identifica quattro (ambiente, competitivitŕ, sicurezza e crescita) e suggerisce l'apporto che alcune misure possono portare al raggiungimento degli stessi.
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Radaelli, Claudio M. « IDEE E CONOSCENZA NELLE POLITICHE PUBBLICHE EUROPEE : TECNOCRAZIA O POLITICIZZAZIONE ? » Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no 3 (décembre 1999) : 517–46. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028938.

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IntroduzioneLa conoscenza nelle politiche pubbliche dell'Unione europea: un vantaggio a metà?Come spesso accade, l'interesse attuale per la dimensione cognitiva della politica rappresenta più una riscoperta che una novità assoluta. In senso lato, essa comprende filoni ben noti, addirittura classici, degli studi politici. Lo dimostra la ricca letteratura su temi diversi quali l'incrementalismo (Lindblom 1959), la razionalità limitata (Simon 1957), le mappe cognitive delle élites politiche (Axelrod 1976), la concezione dei meccanismi di governo come apprendimento (Deutsch 1966, 80; Heclo 1972), il cosiddetto «complesso militare-industriale» (Rosen 1973), e la tecnocrazia (Fisichella 1997). Perché dunque «riscoprire» il ruolo politico della conoscenza? O meglio, qual è il potenziale di studi i quali, sia nell'ambito dell'analisi sulle politiche pubbliche (Capano 1995; Radaelli 1997) sia nelle relazioni internazionali (Jacobsen 1995), reclamano una maggiore considerazione per i fattori cognitivi nelle scelte di policy? Quanto sono efficaci nella spiegazione del cambiamento {policy change)? E, da ultimo, come possono essere valutati da un punto di vista normativo? Una delle idee cardine della prospettiva cognitiva è che la politica vada oltre la semplice risoluzione dei conflitti. L'apprendimento, la propensione alla soluzione dei problemi, i fora di discussione e il policy enlightenment - si sostiene - possono contare più della politica basata su stili conflittuali. La politica sta forse superando il modello della democrazia competiti- va-awersariale?
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