Articles de revues sur le sujet « Politica usa »

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Rojas Velásquez, Libardo, et Jakeline Sierra Chavarro. « Política de descentralización y sector educativo en el departamento del Huila ». Revista de Economía Institucional 23, no 45 (1 juillet 2021) : 285–308. http://dx.doi.org/10.18601/01245996.v23n45.14.

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Résumé :
Este articulo analiza el impacto de la politica de descentralizacion en el sector educativo del departamento del Huila. Usa datos de panel sobre descentralización fiscal, administrativa y politica, asi como de cobertura educativa y calidad educativa de todos sus municipios en el periodo 2005-2015. Los resultados muestran que la cobertura educativa tiene una relación positiva con la descentralización administrativa, y que la descentralización fiscal, administrativa y politica contribuye a mejorar la calidad de la educacion municipal.
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Durand, Jorge. « Le asimmetrie del potere. Politiche migratorie fra Messico e Stati Uniti ». MONDI MIGRANTI, no 2 (octobre 2009) : 47–67. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002004.

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Résumé :
Nel corso degli ultimi 100 anni l'azione politica del Messico ha attraversato cinque fasi: i primi decenni del ventesimo secolo con l'attuazione di interventi finalizzati a dissuadere i potenziali migranti dal lasciare il Messico; una politica di negoziazione durante e dopo la seconda guerra mondiale; un approccio orientato al "laissez faire" negli anni '70 ed '80, una politica della "limitazione dei danni" negli anni '90; infine le proposte ed i discorsi centrati sulla "responsabilitŕ condivisa". Questo contributo esamina ogni fase e come queste abbiano dato forma alle contemporanee modalitŕ di relazione tra gli Usa ed il Messico in relazione ai processi migratori e alla direzione delle politiche migratorie del Messico.
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Casolari, Marzia. « EQUILIBRI MUTEVOLI NELLA POLITICA ESTERA DELL'INDIA : FATTORI INTERNAZIONALI E INTERNI IN GIOCO ». Il Politico 254, no 1 (7 juin 2021) : 22–46. http://dx.doi.org/10.4081/ilpolitico.2021.559.

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Résumé :
Dalla seconda vittoria elettorale di Narendra Modi, nel maggio 2019, le relazioni bilaterali USA-India sono state segnate da una cordialità senza precedenti toni. "Howdy, Modi!" è stato lo slogan usato alla cerimonia di ricevimento tenuta dal presidente Trump al Houston Strong Stadium il 22 settembre 2019, per accogliere il primo ministro indiano Narendra Modi, in visita negli Stati Uniti. In questa occasione, per la prima volta nelle relazioni bilaterali USA-India un presidente degli Stati Uniti ha elogiato sontuosamente un primo ministro indiano. Trump ha descritto Modi come un "amico leale" e ha celebrato i suoi risultati, in particolare "l'incredibile numero" di quasi 300 milioni di persone sollevate dalla povertà e 140 milioni di indiani elevati al rango di classe media. Trump ha sottolineato il processo elettorale democratico dell'India e i suoi tratti comuni comuni con la democrazia americana.
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Fantacci, Giovanni, et Michael G. Koch. « Lotta alla droga : la svizzera un modello ? Prospettive dell’epidemiologia comparata ». Medicina e Morale 49, no 5 (31 octobre 2000) : 909–36. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.770.

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Résumé :
Il modello svizzero di politica in materia di droga è oggetto di discussione nel mondo intero. Scalpore ha suscitato soprattutto il progetto di prescrizione medica di eroina ai tossicodipendenti cronici di lunga data. Ma qual è in effetti la politica applicata in Svizzera in materia di droga? Quanti sono realmente i tossicodipendenti? La prescrizione di eroina ha davvero ridimensionato il mercato della droga? E i tossicodipendenti cronici ammessi al programma sono davvero giovati di questa politica? In base ai dati ufficiali e a un confronto con e politiche applicate in Europa, In Svezia e negli Usa gli autori constatano che il modello svizzero è stato un insuccesso. La politica permissiva della Svizzera ha avuto per risultato un incremento del consumo di droga, specie tra i giovani. Essa ha creato i consumatori dei prossimi decenni. Nessun indicatore (per es. il numero di denunce pe infrazione della Legge sugli stupefacenti o le quantità sequestrate di droga) fa intravedere un ridimensionamento del fenomeno della tossicodipendenza. Il numero dei morti per droga sale allorché si tollerano le “scene aperte” e cala invece l’azione repressiva della polizia.
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Pianta, Mario. « Fai la macroeconomia giusta : le molte ragioni del libro di Paul Krugman fuori da questa crisi, adesso ! » QA Rivista dell'Associazione Rossi-Doria, no 4 (janvier 2013) : 127–45. http://dx.doi.org/10.3280/qu2012-004005.

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Résumé :
Fai la macroeconomia giusta: le molte ragioni del libro di Paul Krugman Fuori da questa crisi, adesso! L'analisi della crisi e le proposte di politica economica avanzate nel nuovo libro di Paul Krugman sono esaminate sul piano delle idee e del ruolo dei governi. Il volume riprende l'approccio di Keynes, arricchito dei contributi di economisti come Fisher, Kalecki e Minsky, e offre un quadro convincente degli aspetti macroeconomici. Si affrontano le questioni della domanda, della politica monetaria e le misure di austeritŕ che hanno aggravato la depressione in Usa ed Europa. L'analisi di Krugman, tuttavia, trascura i problemi dell'apertura internazionale, del sistema produttivo e della distribuzione del reddito. Sono discusse infine le lezioni che si possono trarre per l'Europa e l'Italia.
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Caciagli, Mario. « IL CLIENTELISMO NEL TERZO MONDO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 19, no 2 (août 1989) : 321–31. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012958.

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Résumé :
IntroduzioneRiscoperto dall'antropologia negli anni cinquanta, il clientelismo è stato ormai recepito come consolidata categoria analistica dalle altre scienze sociali, in particolare dalla scienza politica, dove si è venuto definitivamente affermando negli ultimi vent'anni. Serve a studiare rapporti informali di potere, basati sullo scambio di favori fra due persone (ma anche fra due gruppi) in posizione diseguale, ciascuna interessata ad un alleato più forte o più debole. È stato definito come un «rapporto diadico» (Scott 1972; Landé 1973), in virtù del quale una persona di status più elevato(patrono) usa la sua influenza e le sue risorse per procurare protezione e benefici ad una persona di status inferiore (cliente), che ricambia offrendo sostegno o servizi.
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Herliana, Emmelia Tricia. « PENERAPAN KONSEP TRIAS POLITICA PADA MORFOLOGI DAN TIPOLOGI KOTA WASHINGTON, D. C. DAN CANBERRA ». Jurnal Arsitektur KOMPOSISI 11, no 3 (1 mai 2017) : 267. http://dx.doi.org/10.24002/jars.v10i4.1101.

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Abstract: City planning is intended to create better living environment for its residents. A city is ‘a living laboratory’ that can be learned by people from different nations and cultures or even by the next generation, particularly by the next city planners. The morphology and typology of Washington, D.C. and Canberra, as federal capital cities of the central government, are determined by the early phase of planning, in which the planners interpreted the concept of the power system that each government has and implemented it to the structure of city. This study has an aim to oversee and compare the implementation of governmental power system in USA and Australia to the urban structure of their civic center. Both of them are democratic nations, which apply the concept of “Trias Politica”, and this concept is implemented within the morphological and typological structure of the capital cities. The method to discuss this topic is, firstly, by describe the history of city planning and design of the two cities. Secondly, the difference of the implementation of “Trias Politica” concept to the basic concept of planning and to the elements of morphology and typology of each city is analyzed. Thirdly, the conclusion of previous discussion is configured. The result of this study is a comparison of the implementation of the concept in differentiating power of legislative, executive, and judicative to the city planning which applied Baroque and Beaux-Arts ideas on Washington, D.C. and Canberra.Keywords: Morphology, typology, capital city, civic center, “Trias Politica”Abstrak: Perencanaan kota bertujuan untuk menciptakan lingkungan bermukim yang lebih baik bagi penduduk kota. Kota yang direncanakan dengan baik diharapkan akan dapat berfungsi dengan baik pula. Morfologi dan tipologi Kota Washington, D.C. dan Canberra, yang berfungsi sebagai ibukota pusat pemerintahan, sangat ditentukan oleh bagaimana para perencana dan perancang kota sejak awal menterjemahkan sistem kekuasaan yang dianut oleh pemerintah negara tersebut ke dalam struktur kota. Studi ini bertujuan untuk melihat dan membandingkan bagaimana konsep yang dianut oleh kedua negara, yaitu United State of America dan Australia, di dalam menjalankan kehidupan bernegara yang menerapkan paham demokrasi, yaitu konsep “Trias Politica”, diterapkan pada struktur morfologi dan tipologi ibukota kedua negara. Metoda pembahasan yang digunakan adalah dengan menguraikan sejarah perencanaan dan perancangan kota Washington, D. C. dan Canberra, menganalisis perbedaan penerapan konsep “Trias Politica” pada konsep dasar perancangan dan unsur-unsur morfologi dan tipologi masing-masing kota, serta menarik kesimpulan dari pembahasan tersebut. Hasil dari studi ini berupa perbandingan penerapan konsep pembagian kekuasaan pada paham demokrasi melalui perancangan kota yang menerapkan gagasan Baroque dan Beaux-Arts pada kota Washington, D.C. dan Canberra. Studi ini dapat dijadikan sebagai bahan pembelajaran dan dapat diambil maknanya apabila para perencana dan perancang kota dihadapkan pada permasalahan di dalam merencana dan merancang kota atau mengevaluasi perencanaan dan perancangan yang sudah ada.Kata kunci: Morfologi, tipologi, ibukota, pusat pemerintahan, “Trias Politica”
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AGUIRRE, BASILIA, et FABIANA DA CUNHA SADDI. « A fantasia política ou a política da fantasia ? » Brazilian Journal of Political Economy 18, no 2 (juin 1998) : 362–65. http://dx.doi.org/10.1590/0101-31571998-1275.

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Résumé :
RESUMO Este artigo é uma resposta ao comentário de Velloso ao nosso artigo publicado anteriormente sobre o II PND. Discordamos de Velloso em seu contra-argumento às nossas conclusões, pois o comentário não melhorou a discussão nem trouxe novos dados que desmentem nossas descobertas.
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Varriale, Francesco. « La politica estera italiana e la Cina durante la guerra civile fra Kuomintang e comunisti (1945-1949) ». MONDO CONTEMPORANEO, no 1 (mai 2009) : 5–44. http://dx.doi.org/10.3280/mon2009-001001.

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Résumé :
- According to the author, after the Second World War, Italy was too weak to build an autonomous foreign policy in China or to influence the conflict between Communists and Nationalists. However, Italian diplomacy, especially the Italian ambassador in China Sergio Fenoaltea, tried to have his own vision of the Chinese Civil War and to take advantage of the weakness of Italy to establish a good relationship with the Kuomintang government: China was a great power, especially at the United Nations, and it could be very important for the future of Italy. Furthermore, Fenoaltea criticized Marshall's mediation between the Communists and the Nationalists along with the American endorsement of Jiang Jieshi. From the perspective of the Italian ambassador, the USA was not able to understand the situation in China or to support a really democratic force. Finally, Italian diplomats in China tried to be equidistant between the two parties acting during the Civil War to protect the little Italian community in China and to not impair the possibility of a pacific and positive relationship with the future winner of the Civil War. Key words: Italy-China relationship, Italian foreign policy, ambassador Fenoaltea, Chinese Civil War, international politics, Communists and Kuomintang.
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PIAIA, Gregorio. « Dalla Politica di Aristotele all''averroismo politico'. Una vicenda paradossale // From Aristotle's Politics to 'Political Averroism'. A Curious Story ». Mediterranea. International Journal on the Transfer of Knowledge, no 3 (31 mars 2018) : 19. http://dx.doi.org/10.21071/mijtk.v0i3.10768.

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A partire dal primo Novecento si è diffuso il concetto di ‘averroismo politico’, con riferimento soprattutto a Dante Alighieri e a Marsilio da Padova. Di questo concetto, che presenta forti motivazioni di ordine teorico e ideologico, viene qui ricostruita la genesi più remota, che si può ricondurre essenzialmente a due elementi: il ruolo centrale occupato dalla riflessione politica in seguito alla Rivoluzione francese e l’assunzione di Averroè a figura-simbolo, anticipatrice del razionalismo moderno. // From the early twentieth century onwards, the concept of ‘political Averroism’ has become widespread, especially with reference to Dante Alighieri and to Marsilius of Padua. It is our intention here to establish and delineate the remotest origin of this concept, which can be fundamentally traced back to two elements: the central role accorded to political reflection as a consequence of the French Revolution, and the adoption of Averroes as a symbol and figure anticipating modern rationalism.
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Radaelli, Claudio Maria. « IL CONTROLLO POLITICO DELL'ECONOMIA : GLI STUDI SUL CICLO POLITICO-ECONOMICO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no 2 (août 1991) : 315–41. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200013290.

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Résumé :
IntroduzioneLo studio degli aspetti politici dei fenomeni economici ha acquisito, nel corso degli ultimi due decenni, un ruolo di crescente importanza nei lavori di politologi ed economisti appartenenti alla «scuola» della political economy, generando grandi aspettative, ma anche qualche cocente delusione. Le aspettative sono sicuramente elevate, se Stephen Weatherford (1988, 99) ha potuto sostenere che «i modelli del ciclo economico-politico sono diventati la nuova ortodossia negli studi accademici sul processo di formazione della politica economica». Le delusioni discendono invece dalla mancata rilevazione di regolarità empiriche dotate di una sufficiente stabilità, dall'esiguità di controlli comparati delle ipotesi, da un apparato concettuale che contempla tratti estremamente ed eccessivamente stilizzati del sistema politico.
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Radaelli, Claudio Maria. « IL CONTROLLO POLITICO DELL'ECONOMIA : GLI STUDI SUL CICLO POLITICO-ECONOMICO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 21, no 2 (août 1991) : 315–41. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200021845.

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Résumé :
IntroduzioneLo studio degli aspetti politici dei fenomeni economici ha acquisito, nel corso degli ultimi due decenni, un ruolo di crescente importanza nei lavori di politologi ed economisti appartenenti alla «scuola» della political economy, generando grandi aspettative, ma anche qualche cocente delusione. Le aspettative sono sicuramente elevate, se Stephen Weatherford (1988, 99) ha potuto sostenere che «i modelli del ciclo economico-politico sono diventati la nuova ortodossia negli studi accademici sul processo di formazione della politica economica». Le delusioni discendono invece dalla mancata rilevazione di regolarità empiriche dotate di una sufficiente stabilità, dall'esiguità di controlli comparati delle ipotesi, da un apparato concettuale che contempla tratti estremamente ed eccessivamente stilizzati del sistema politico.
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Toaldo, Mattia. « L'amministrazione Reagan e il terrorismo mediorientale. I casi del Libano e della Libia ». MONDO CONTEMPORANEO, no 1 (juin 2011) : 69–96. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-001003.

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Résumé :
L'articolo ricostruisce le idee e le proposte che sono state alla base della politica dell'amministrazione Reagan contro il terrorismo mediorientale, analizzando specificamente i casi dell'intervento in Libano (1982-1984) e dell'attacco contro la Libia del 1986. In entrambi i casi gli Stati Uniti si ritrovarono di fronte alla minaccia terroristica ed in entrambi i casi intervennero militarmente con le loro forze armate, non attraverso Stati o organizzazioni alleate. Lo scopo č di analizzare le maggiori idee portate avanti dai diversi membri dell'amministrazione Reagan e che sarebbero divenute popolari in seguito: la guerra preventiva, il sostegno statale al terrorismo, l'estensione delle prerogative dell'esecutivo, il cambiamento di regime e l'enfasi sul terrorismo come epifenomeno, piuttosto che l'analisi dei nemici che lo utilizzavano contro gli Usa. In base a questa analisi, l'autore conclude che l'amministrazione Reagan, sebbene abbia realizzato politiche spesso inefficaci e contraddittorie contro il terrorismo mediorientale, servě da terreno di coltura per le idee e le scelte politiche di quella che sarebbe diventata, nei primi anni Duemila, la "guerra globale al terrorismo".
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Franco, Andrea. « Bystree, Vyse, Sil'nee : lo sport russo e sovietico dalle origini al disgelo ». MONDO CONTEMPORANEO, no 2 (mai 2021) : 207–35. http://dx.doi.org/10.3280/mon2020-002011.

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Résumé :
Il presente articolo prende in esame alcuni aspetti rilevanti della storia dello sport in Urss, risalendo fino alle lontane origini in epoca zarista, e analizza come il movimento sportivo si sviluppò in Unione Sovietica. Il saggio prende in esame l'evoluzione dell'approccio con cui il potere sovietico, nei suoi primi anni di vita, guardò allo sport, dapprima rinnegandone la dimensione agonistica, cui veniva preferito il movimento di massa, che veniva associato ad un solidarismo di matrice marxista-leninista. Nel corso degli anni successivi la politica sovietica nei confronti dello sport mutò varie volte di indirizzo: dapprima furono organizzate le Spartakiadi, le competizioni cui partecipavano i movimenti socialisti europei, mentre, nel corso della seconda metà degli anni Trenta, le grandi sfilate di ginnasti in Piazza Rossa doveva in qualche modo porre il movimento sportivo staliniano alla pari di quelli ostentati dal nazismo e dal fascismo. Solo nei primi anni Cinquanta, il movimento sovietico aderì al CIO, e quindi alle manifestazioni sportive internazionali, dando vita ad un braccio di ferro con gli Usa, nel quale la supremazia in ambito sportivo stava a significare la superiorità di un sistema ai danni di quello rivale. Il saggio analizza, poi, i valori dello sport sovietico, i miti e gli anti-miti, e il suo impatto nella cultura di massa, con una particolare attenzione in riferimento al quadriennio 1952-1956.
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Mattei, Franco. « LE DIMENSIONI DELL'EFFICACIA POLITICA : ASPETTI METODOLOGICI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no 1 (avril 1987) : 105–33. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016440.

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IntroduzioneIl senso di efficacia politica definito inizialmente come «la percezione che l'azione politica individuale ha, o può avere, un peso nel processo politico » ovvero come « la percezione che il mutamento politico e sociale è possibile e che i cittadini possono avere una parte nella determinazione di questo mutamento », ha rappresentato una variabile-chiave in numerose ricerche su cultura e comportamenti politici di massa nei sistemi democratici.
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Smyth, Dion. « Politics and palliative care : the political system of the USA ». International Journal of Palliative Nursing 17, no 2 (février 2011) : 101. http://dx.doi.org/10.12968/ijpn.2011.17.2.101.

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Неретин, А. И. « Рецензия на : Massimo Faggioli, Cattolicesimo nazionalismo cosmopolitismo. Chiesa, società e politica dal Vaticano II a papa Francesco, Roma : Armando Editore, 2018, pp. 176 ». Вестник антропологии (Herald of Anthropology), no 2022 № 1 (2022) : 326–31. http://dx.doi.org/10.33876/2311-0546/2022-1/326-331.

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В фокусе внимания данной рецензии – изданная в 2018 г. на итальянском языке в Риме и не переведенная на русский язык монография профессора факультета богословия и религиоведения Университета Виллановы в Филадельфии (США) Массимо Фаджоли «Католицизм, национализм, космополитизм. Церковь, общество и политика от Второго Ватикансого собора до папы Франциска». Научный труд посвящен анализу места и роли Римско-католической церкви в общественной жизни после II Ватиканского собора 1962 года, а также после скандальных событий, связанных с обвинениями в сексуальных домогательствах со стороны ряда католических священников. Автор скрупулёзно исследует изменение отношений внутри Католической церкви во времена папы Франциска, привлекая к этому большое количество церковных документов и других материалов. Однако, по мнению рецензента, в работе не хватает слов о таком значимом для Римско-католической церкви событии, как подписание Латеранских соглашений, в ходе которых Ватикан получил независимость. In English: This is a review of a monograph «Catholicism, nationalism, cosmopolitanism. Church, Society and Politics from the Second Vatican Council to Pope Francis» by Massimo Faggioli, professor at the Faculty of Theology and Religious Studies at Villanova University in Philadelphia (USA). The book was published in 2018 in Rome in the Italian language and has not been translated into Russian yet. The author analyses the place and the role of the Roman Catholic Church after the Second Vatican Council (1062) and after the scandalous allegations of sexual harassment by a number of Catholic priests. He scrupulously studies the changes in relations within the Catholic Church during the time of Pope Francis, involving a large number of church documents and other sources. However, the reviewer expresses an opinion that the book lacks information about the signing of the Lateran Pacts – a significant event for the Roman Catholic Church, which resulted in the Vatican’s independence.
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OLIVEIRA, Marcos Antônio Bessa. « (Des)política para corpos-política na arte, na cultura e na educação ». INTERRITÓRIOS 6, no 10 (14 avril 2020) : 1. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i10.244891.

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RESUMOArte, Educação, Política compõem uma tríade compreendida historicamente no Ocidente como interdependentes. Entretanto, arte, educação e políticas ocidentais não estão compreendidas para corpos aquém dos padrões de raça, gênero e classe edificados pelo pensamento que arquitetou o projeto moderno europeu levado à expansão em todo mundo no século XVI. Igualmente, histórico e contemporaneamente, políticas têm definido, no caso do Brasil em níveis federal, estaduais e municipais, atuações e ações de corpos e sobre os corpos na arte, na educação e na própria política. Considerando a histórica indissociação entre a tríade arte, educação e política, mas também a atual e fascista dissociação das políticas em relação aos corpos que atuam nas artes e na educação em contexto brasileiro contemporâneo, este artigo discuti, por uma perspectiva descolonial de abordagem bi(os)bliográfica, a falta de arte em política, educação em política e corpos em política que consideram as diferenças culturais e coloniais porque não contemplam o padrão de arte, educação, corpo e política modernos. Arte. Educação. Política. (Dis) politics for political bodies in art, culture and education ABSTRACT Art, Education, Politics make up a triad historically understood in the West as interdependent. However, Western art, education and politics are not understood for bodies below the standards of race, gender and class built by thought that architected the modern European project led to expansion around the world in the sixteenth century. Similarly, historically and contemporatically, policies have defined, in the case of Brazil at federal, state and municipal levels, actions and actions of bodies and on bodies in art, education and politics itself. Considering the historical indissociation between the triad art, education and politics, but also the current and fascist dissociation of policies in relation to the bodies that work in the arts and education in a contemporary Brazilian context, this article discussed, for a decolonial perspective of bi(os)bliographical approach, lack of art in politics, education in politics and bodies in politics that consider cultural and colonial differences because they do not contemplate the standard of modern art, education, body and politics.Art. Education. Politics. (Des) política para cuerpos-políticos en arte, cultura y educación RESUMENArte, educación, política producen un trío históricamente entendido en el Occidente como interdependientes. Pero, el arte, la educación y las políticas occidentales no están incluidas para cuerpos con padrones inferiores a las normas de raza, género y clase construidas por el pensamiento que he producido el proyecto moderno europeo expandido en todo el mundo desde el siglo XVI. Asimismo, se han definido políticas históricas y contemporáneas, en el caso de Brasil, a nivel federal, estatal y municipal, actividades y acciones de cuerpos y sobre los cuerpos en el arte, en la educación y en la política. Considerando la indisociación histórica entre el trío arte, educación y política, pero también la actual y fascista desagregación de las políticas con relación a los cuerpos que actúan en las artes en la educación en el contexto brasileño contemporáneo, este artículo discutió, bajo un enfoque descolonial de abordaje bi(os)bliográfica, la ausencia de arte en política, educación en política y cuerpos en política que consideran las diferencias culturales y coloniales, porque no contemplan el estándar del arte, educación, cuerpo y política modernos.Arte. Educación. Política.(Des) politica per gli organi politici nell'arte, nella cultura e nell'educazioneSINTESE Arte, educazione, politica producono un trio storicamente inteso in Occidente come interdipendente. Ma l'arte occidentale, l'istruzione e la politica non sono incluse per gli organismi con standard inferiori agli standard di razza, genere e classe costruiti dal pensiero che ho prodotto il moderno progetto europeo ampliato in tutto il mondo dal XVI secolo. Allo stesso modo, le politiche storiche e contemporanee sono state definite, nel caso del Brasile, a livello federale, statale e municipale, attività e azioni di corpi e di corpi nell'arte, nell'istruzione e nella politica. Considerando la dissociazione storica tra arte, istruzione e trio politico, ma anche l'attuale e fascista disaggregazione delle politiche in relazione agli organismi che agiscono nelle arti nell'educazione nel contesto brasiliano contemporaneo, questo articolo discute, sotto un approccio decoloniale approccio bi-os, assenza di arte in politica, educazione in politica e corpi politici che considerano le differenze culturali e coloniali, perché non contemplano lo standard dell'arte moderna, dell'educazione, del corpo e della politica.Arte. Istruzione. Politica.
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Ono, Keiko, et Clyde Wilcox. « LA «VOCE» DI SIDNEY VERBA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 33, no 3 (décembre 2003) : 483–513. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002743x.

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IntroduzioneSidney Verba sta lavorando ad un nuovo libro, in collaborazione con Henry Brady e Kay Schlozman. Verba ha 71 anni, e molti si sarebbero aspettati che prendesse congedo dalla ricerca creativa per scrivere saggi sintetici sulla storia della disciplina. Dopo tutto Verba era presente alla nascita del movimento comportamentista in politica comparata — uno degli autori di The Civic Culture. E inoltre negli ultimi decenni ha pubblicato due importanti libri sul volontariato civico e sulla partecipazione politica, per un totale di quasi 1.100 pagine (Verba, Schlozman e Brady 1995; Burns, Schlozman e Verba 2001). È anche riuscito a pubblicare quattro articoli sulla American Political Science Review, tre sul Journal of Politics, due sull'American Journal of Political Science e due rispettivamente sul British Journal of Political Science e sul Journal of Theoretical Politics. Un livello di produttività notevole per studiosi di qualsiasi età. Di certo nessuno avrebbe obiezioni se si prendesse una pausa.
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Stolicki. « Specyfika konstytucjonalizmu stanowego w USA ». Politeja 14, no 48 (2017) : 203–39. http://dx.doi.org/10.12797/politeja.14.2017.48.10.

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Domínguez, Héctor, et José Rosario Grueso Grueso. « Afirmación de la vida a través de la política : una aproximación al concepto de acción-política en Hannah Arendt ». Revista de Filosofía 21, no 2 (décembre 2022) : 49–77. http://dx.doi.org/10.21703/2735-6353.2022.21.02.03.

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En este artículo se examina la influencia que ejerce la violencia en la construcción del Estado. Asimismo, desde la perspectiva de Hannah Arendt, se analiza la política como espacio donde se afirma y protege la vida a través de la acción política y las normas jurídicas. Se trata de razonar el dualismo política-violencia, y violencia-normas jurídicas. En este sentido, la pregunta que da origen al presente escrito se enuncia en los siguientes términos: ¿cómo es posible reafirmar la vida como voluntad a través de la política y cuidar de la existencia humana en un contexto en donde la violencia pareciera ser consustancial a la forma de estado y al medio por el cual se construye la comunidad política? Un examen riguroso de las circunstancian que fuerzan el análisis de este interrogante conduce necesariamente a sostener que: solo se podrá afirmar la vida a través del ejercicio de la política, cuando la sociedad política sea concebida como una construcción institucional cuya meta principal sea combinar la libertad de los individuos y las colectividades con la unidad de las normas jurídicas.
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Barisione, Mauro. « Le Scelte Politiche Dei Cittadini : Ambivalenza, Ragione O Affetto ? » Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no 1 (avril 2002) : 141–51. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029956.

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George E. Marcus, W. Russel Neuman e Michael MacKuen, Affective Intelligence and Political Judgement, Chicago, University of Chicago Press, 2000, pp. 199, Isbn 0-226-50468-9Citizens and Politics esce dieci anni dopo i due lavori che più hanno segnato l'attuale psicologia politica e il campo delle ricerche sull'opinione pubblica negli Stati Uniti: Reasoning and Choice di Sniderman et al (1991) e The Nature and Origins of Mass Opinion di Zaller (1992); ma marca anche una continuità con quei volumi collettanei che dalla metà degli anni ‘80 si sono dedicati alle problematiche delle cognizioni politiche e dell'information processing: Lau e Sears (1986), Ferejohn e Kuklinski (1990), Lodge e McGraw (1995), Mutz et al. (1996). Promettendo – per le ragioni che si vedranno più avanti – di far parlare molto di sé, il lavoro curato da Kuklinski, propone allo stesso tempo una sintesi dei temi e un panorama delle ricerche politologiche affrontate da prospettive psicologiche e cognitive. Gli atteggiamenti, i valori, le percezioni, gli affetti, i ragionamenti, le decisioni degli individui nella sfera politica sono analizzati in 17 contributi – introdotti sempre in modo chiaro ed esauriente da Kuklinski, anche se articolati in 4 aree tematiche dalla definizione piuttosto vaga – di autori come Sears, Feldman, Masters, Lau, Lodge, Sniderman, Marcus, per citarne solo alcuni fra i più noti. In particolare, la prima area («Affetto ed emozioni») racchiude quattro contributi incentrati sul ruolo delle inclinazioni affettive nella percezione degli oggetti politici carichi di una valenza simbolica (dalle parole – fra gli esempi americani: «comunisti», welfare, «neri» – alle immagini politicopersonali dei candidati); la stessa dimensione affettiva è analizzata nella seconda parte («Cognizione politica») in relazione ai processi di trattamento dell'informazione, di valutazione delle notizie e di elaborazione di giudizi politici da parte dei cittadini, specie nell'arco della campagna elettorale; la terza parte («Atteggiamenti politici e percezioni») aggiorna il dibattito classico intorno alla maggiore o minore stabilità e coerenza degli atteggiamenti in seno all'opinione pubblica, mentre la quarta parte è interamente dedicata allo studio dei «Valori politici», con due ricerche che analizzano più precisamente le relazioni fra i valori di «umanitarismo» e «individualismo» e le preferenze dei cittadini in tema di politiche pubbliche.
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Castro, Kamile. « Entre o Direito e a Ciência Política : uma relação com futuro ? » Revista Portuguesa de Ciência Política / Portuguese Journal of Political Science, no 15 (2021) : 59–74. http://dx.doi.org/10.33167/2184-2078.rpcp2021.15/pp.59-74.

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with its various elements. Therefore, it is not surprising that the great link between Law and Political Science was due to Constitutional Law and the General Theory of the State. When today we study the configuration of the State, we pay attention not only to administrative, judicial and legislative institutions, but also to the legal and political status that must be observed by the State and its governors. Thus, in today’s democratic States, Law and Politics intersect in different ways. States, based on constitutional precepts, rest on their legitimacy and legality, on these precepts that contain, in turn, a double character: legal and political. Political Science and Law researchers and, desirably, from other areas of Social Sciences and even from other scientific areas, have the current challenge, to place their areas of study, on investigative platforms, which allow the development of these areas in multidisciplinary, interdisciplinary and transdisciplinary models. Keywords: constitution; law; justice; power; politic
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Cotta, Maurizio. « IL SOTTO-SISTEMA GOVERNO-PARLAMENTO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no 2 (août 1987) : 241–83. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200016683.

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IntroduzioneIl tema dei rapporti governo-parlamento è stato spesso all'ordine del giorno della discussione sia politica che accademica nell'Italia del secondo dopoguerra. Nell'ultimo quindicennio poi questo interesse si è ulteriormente sviluppato fino a cristallizzarsi in una serie di proposte di ingegneria costituzionale che dovrebbero, nelle intenzioni dei proponenti (operatori politici o studiosi che siano), ovviare alle disfunzionalità del sistema politico italiano.
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Pasquino, Gianfranco. « TRENT'ANNI DI SCIENZA POLITICA : TEMI E LIBRI ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 31, no 1 (avril 2001) : 5–29. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029531.

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Introduzione Qualsiasi bilancio è sempre problematico, soprattutto quando è il bilancio di una disciplina nella quale la ricerca continua e per la quale gli oggetti cambiano anche grazie alla ricerca, alle risultanze, agli interventi che ne derivano. Tuttavia, esistono occasioni nelle quali la necessità di un bilancio si impone. Trent'anni di vita, per una rivista accademica, non sono pochi. Meritano di essere analizzati e collocati nel più ampio territorio della scienza politica. Il primo fascicolo della «Rivista Italiana di Scienza Politica» fu pubblicato nell'aprile del 1971. Dal punto di vista della nascita e della professionalizzazione della scienza politica in Italia, la nascita della Risp costituì il logico sviluppo dell'attività di un piccolo gruppo di studiosi che pochi mesi prima sotto la guida di Giovanni Sartori aveva collaborato alla Antologia di Scienza Politica con sezioni curate nell'ordine da Giuliano Urbani (Metodi, approcci e teorie); Stefano Passigli (Potere ed élites politiche); Giacomo Sani (Cultura politica e comportamento politico); Domenico Fisichella (Partiti politici e gruppi di pressione); Vittorio Mortara (La pubblica amministrazione) e Gianfranco Pasquino (Lo sviluppo politico). Quanto alla Rivista, quel primo fascicolo era deliberatamente e opportunamente dedicato alla politica comparata per segnalare l'importanza di quella prospettiva e del metodo che vi era sotteso. Sulla comparazione conteneva articoli di Sartori, La politica comparata: premesse e problemi, di Arend Lijphart, Il metodo della comparazione e di George J. Graham Jr., Consenso e opposizione: una tipologia, conteneva anche un articolo di Fisichella, Conseguenze politiche della legge elettorale regionale in Italia e uno di Pasquino, Le crisi di sviluppo nell'esperienza giapponese. In entrambi i casi, quegli articoli erano la prosecuzione di un interesse scientifico che si era già tradotto nella pubblicazione di due volumi, rispettivamente Fisichella (1970, e poi 1982) e Pasquino (1970). Tuttavia, mentre nel caso dei sistemi elettorali stava per aprirsi una intensa, ma tuttora incompiuta, stagione di dibattito e di riforme, che la Rivista ha monitorato standone a opportuna distanza (ad esempio, AA.VV. 1984 e 1987), nel caso dello sviluppo politico, il tema stava giungendo ad esaurimento. A riprova, sulla Rivista, se ne scrisse in seguito relativamente, forse troppo, poco. Peraltro, l'analisi dello sviluppo politico si era incrociata spesso, opportunamente e fruttuosamente con la politica comparata. Proprio per questo «incrocio», mi sembra che qualsiasi ricognizione su quanto è avvenuto, in termini di temi e di libri, in questi trent'anni debba ripartire congiuntamente dagli studi di politica comparata e di sviluppo politico.
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Rosino, Michael L., et Matthew W. Hughey. « Who's invited to the (political) party : race and party politics in the USA ». Ethnic and Racial Studies 39, no 3 (21 octobre 2015) : 325–32. http://dx.doi.org/10.1080/01419870.2016.1096413.

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Brand, Alexander. « Book Review : General Politics : Sousveillance, Media and Strategic Political Communication : Iraq, USA, UK ». Political Studies Review 10, no 1 (janvier 2012) : 128–29. http://dx.doi.org/10.1111/j.1478-9302.2011.00253_2.x.

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Burton, Donna. « Political Market Place USA ». Journal of Government Information 27, no 1 (janvier 2000) : 88–90. http://dx.doi.org/10.1016/s1352-0237(99)00143-4.

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Cappelli, Ottorino. « AMMINISTRAZIONE E POLITICA IN URSS NELLE ANALISI COMPARATE DELLA SCIENZA POLITICA OCCIDENTALE ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no 1 (avril 1988) : 137–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200017299.

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IntroduzioneAlla fine degli anni Sessanta la sovietologia era ancora un'«ibrida arte» orientata in senso interdisciplinare, priva di metodologie analitiche rigorosamente definite e in gran parte rinchiusa nei confini degli studi di area. Nei due decenni successivi alla seconda guerra mondiale era stato soprattutto il dialogo con la scienza politica in generale e con la politica comparata a rimanere penalizzato. Diversi erano gli approcci, le categorie, gli strumenti metodologici adoperati per analizzare i sistemi politici dell'est e dell'ovest. Tra le ricerche sull'URSS e gli studi politologici sull'occidente mancava un linguaggio disciplinare comune, non v'era simbiosi concettuale. Contribuivano a questa separatezza disciplinare sia la percezione di una assoluta estranietà tra «mondo socialista» e democrazie costituzionali, legata al contesto politico della guerra fredda, sia l'egemonia culturale del modello totalitario, fondato sul presupposto dell'unicità del sistema politico sovietico.
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Bruzzo, Aurelio. « La futura politica di coesione dell'U.E. : una ricostruzione del dibattito politico ». ARGOMENTI, no 33 (décembre 2011) : 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/arg2011-033001.

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Nell'articolo si effettua una sintetica ricostruzione del dibattito sviluppato in sede politico- istituzionale, durante gli ultimi anni, sulla futura politica di coesione economica, sociale e territoriale che l'Unione europea presumibilmente condurrŕ a partire dal 2014, vale a dire dopo la conclusione dell'attuale periodo di programmazione. Come nelle precedenti occasioni, nel mentre si realizza tale politica, nelle sedi competenti si discute del modo in cui riformare quella successiva, alla luce sia delle conclusioni di una serie di documenti, tra cui un rapporto scientifico, sia dei risultati concretamente ottenuti nell'impiego delle risorse finanziarie stanziate coi fondi strutturali. Infatti, nonostante la grave e preoccupante crisi finanziaria attualmente in corso in alcuni Stati membri, č previsto che nell'autunno di quest'anno la Commissione europea presenti il nuovo pacchetto legislativo sulla politica di coesione 2014-2020.
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Schofield, Norman, Gary Miller et Andrew Martin. « Critical Elections and Political Realignments in the USA : 1860–2000 ». Political Studies 51, no 2 (27 mars 2003) : 217–40. http://dx.doi.org/10.1111/1467-923x.00181-i1.

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The sequence of US presidential elections from 1964 to 1972 is generally regarded as heralding a fundamental political realignment, during which time civil rights became as important a cleavage as economic rights. In certain respects, this realignment mirrored the transformation of politics that occurred in the period before the Civil War. Formal models of voting (based on assumptions of rational voters, and plurality-maximizing candidates) have typically been unable to provide an account of such realignments. In this paper, we propose that US politics necessarily involves two dimensions of policy. Whatever positions US presidential candidates adopt, there will always be two groups of disaffected voters. Such voters may be mobilized by third party candidates, and may eventually be absorbed into one or other of the two dominant party coalitions. The policy compromise, or change, required of the successful presidential candidate then triggers the political realignment. A formal activist-voter model is presented, as a first step in understanding such a dynamic equilibrium between parties and voters.
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Murray, Oswyn. « History and reason in the ancient city ». Papers of the British School at Rome 59 (novembre 1991) : 1–13. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009661.

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STORIA E RAZIONALISMO NELLA CITTA ANTICAViene trattato l'intreccio tra storia e razionalismo nell'organizzazione dello Stato nel mondo antico. Si dimostra che la vita politica greca si basava sul razionalismo e che la Storia veniva usata, ma subordinandola a speculazioni razionali. Ciò è provato dall'importanza degli Atti di fondazione mitici e dalla manipolazione della documentazione storica per fini politici. Vengono trovate le origini del razionalismo politico greco nelle origini della polis nel primo periodo arcaico. L'articolo termina con una discussione sul rapporto tra il razionalismo politico greco e lo sviluppo della polis in Etruria e Roma arcaica.
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Stramaccioni, Alberto. « L'eredità di Raniero Panzieri. Una nuova cultura anticapitalistica ». SOCIETÀ E STORIA, no 174 (janvier 2022) : 724–46. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-174003.

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Résumé :
L'autore ricostruisce l'azione politica e l'elaborazione teorica compiuta da Raniero Panzieri (1921-1964) negli anni della modernizzazione economica e sociale del secondo dopoguerra al fine di individuare le principali tematiche che, sulla base di una consistente produzione memorialistica e di un altrettanto rilevante indagine storiografica, hanno costituito i riferimenti per una nuova cultura anticapitalistica alternativa a quella della sinistra storica. Il dirigente socialista-secondo l'autore- esprimendo forti critiche alle politiche del Pci e del Psi , considerate riformiste, propone di realizzare una nuova sinistra per una migliore efficacia nella difesa degli interessi dei lavoratori. In questa prospettiva ritiene che si debba superare il modello leninista nella gestione del partito per dar vita ad una struttura organizzativa realmente al servizio della classe operaia; intende poi affermare nuove forme di democrazia diretta contro la tradizionale mediazione sindacale e politico-parlamentare; sostiene inoltre di dover rileggere la teoria marxista oltre il dogmatismo storicista al fine di elaborare una nuova sociologia della classe operaia. Queste tematiche "secondo l'autore-non trovano consenso nell'area della sinistra storica ma alimentano l'azione politica di una nuova generazione di militanti attiva nel biennio ‘68-'69 e poi trovano spazio negli anni settanta e ottanta in molteplici riviste e gruppi politici e ancora oggi ,fuori da ogni anacronismo o analogia comparativa, possono comunque suscitare un qualche interesse difronte ai profondi mutamenti del sistema capitalistico indotti dal rapido progresso tecnologico.
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Calise, Mauro. « L'ISTITUZIONALIZZAZIONE DEL GOVERNO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 17, no 2 (août 1987) : 209–31. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020001666x.

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IntroduzioneIl concetto di istituzionalizzazione continua ad avere un'accoglienza difficile negli studi politologici. Da Bentley a Easton, la scienza politica si è sviluppata contrapponendo la politica come processo alla politica come stato, e non v'è dubbio che le istituzioni rafforzino il versante strutturale di questa dicotomia. Parlare di istituzioni in scienza politica pone l'accento sul fatto che i comportamenti tendono a cristallizzarsi, le azioni si oggettivizzano. Fino a risollevare il vecchio dubbio che le istituzioni obbediscano a una propria logica autonoma, tant'è che gli analisti delle politiche pubbliche sono tornati a chiedersi «perché la forma dovrebbe seguire la funzione». In America, si è cominciato a parlare di «new institutionalism» per richiamare l'attenzione sulla perdurante importanza dei fattori organizzativi nella vita politica. In contrasto con gli assunti behavioristi, «la maggior parte degli attori principali nei moderni sistemi economici e politici sono organizzazioni formali, e le istituzioni della legge e della burocrazia occupano un ruolo dominante nella vita contemporanea». Il tentativo di Huntington, alla fine degli anni sessanta, di fondare sul concetto di istituzionalizzazione una teoria empirica dello sviluppo politico sembra dunque approdato alla riscoperta delle istituzioni come gabbia del mutamento.
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FIALHO, TÂNIA MARIA MAIA. « Ciclos políticos : uma resenha ». Brazilian Journal of Political Economy 19, no 2 (avril 1999) : 381–400. http://dx.doi.org/10.1590/0101-31571999-1016.

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RESUMO Nas últimas quatro décadas, a relação entre desempenho econômico e política foi examinada por meio de várias abordagens teóricas e empíricas, sugerindo a possibilidade de um ciclo político de negócios em muitos países. Este estudo apresenta uma revisão dos principais modelos da Teoria do Ciclo de Negócios e dos principais achados relatados na literatura internacional. Em parte, a evidência empírica sugere que a variável política, particularmente a variável eleitoral, é um determinante importante dos movimentos cíclicos da economia, indicando que a Teoria do Ciclo de Negócios é consistente com o desempenho observado de várias sociedades democráticas modernas.
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Pasquino, Gianfranco. « Il Modello Westminster ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no 3 (décembre 2002) : 553–67. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200030409.

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L'espressione «Modello Westminster» è stata variamente utilizzata negli anni ruggenti delle (non)riforme istituzionali in Italia. La quantità e la qualità delle imprecisioni nelle caratteristiche attribuite ad un modello inevitabilmente quasi ignoto in Italia sono state e rimangono notevoli. Al di là della semplice manipolazione politica, le imprecisioni non possono stupire. Da un lato, infatti, non esiste praticamente nessuno studio recente in italiano dedicato al sistema politico della Gran Bretagna (fa ottima eccezione la ricerca di Massari (1994)), mentre, al contrario, sono moltissime le analisi e le ricerche opera degli studiosi inglesi e americani (nessuna delle quali tradotte in italiano). Dall'altro, il sistema politico inglese viene considerato poco interessante, poco problematico e, fra alti e bassi, poco comparabile con gli altri sistemi politici né, tanto meno, con quello italiano. Ricorrendo ad un'espressione spesso utilizzata in Spagna per spiegare i conflitti, le tensioni e la confusione della politica prima del ritorno alla democrazia: «non siamo inglesi». Qualcuno potrebbe credere che esista un solo sistema politico «eccezionale», per la sua storia, per la sua cultura politica, per la sua società multietnica, per le sue istituzioni, vale a dire gli Stati Uniti d'America. Invece, a ben guardare, se un sistema politico merita la qualifica di eccezionale, cioè che fa eccezione rispetto, ad esempio, alle democrazie parlamentari, che nella sua configurazione specifica non si ritrova da nessun'altra parte che, di conseguenza, è difficilmente comparabile e ancor più difficilmente imitabile, è proprio il sistema politico della Gran Bretagna. Ciascuna delle componenti del sistema politico inglese (legge elettorale, sistema bipartitico, strutturazione del parlamento, governo del Primo ministro) può trovarsi, singolarmente presa e considerata, in qualche altro sistema politico, in particolare, nei sistemi politici che chiamerò della diaspora anglosassone: Australia, Canada, Nuova Zelanda. Nessuno di questi sistemi presenta, però, quel complesso di interazioni che caratterizza il sistema politico inglese e che è, in buona sostanza, unico. D'altronde, a riprova di quanto ho appena sostenuto, nessuno dei volumi in esame, scritti da eminenti specialisti, che pure conoscono molto bene anche altri sistemi politici, si affida ad una comparazione per spiegare né la dinamica delle istituzioni, in particolare, il governo del Primo Ministro, e dell'elettorato inglese, né il ruolo mutevole del Parlamento e dei parlamentari (anche se Russell (2000) va proprio alla ricerca di insegnamenti comparati per capire in quale direzione e con quali modalità debba essere riformata la Camera dei Lords). Cionostante, ciascuno di questi libri è, comunque, di per sé molto interessante e molto istruttivo non soltanto per le analisi specifiche che contiene, ma anche perché consente di riflettere in generale sulla trasformazione della politica, sulla sua situazione attuale in Gran Bretagna e sul suo futuro con riferimento sia al modello Westminster sia, nonostante le reali e profonde differenze, alle altre democrazie parlamentari.
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Kazakov, Ilia. « Discourse construction of political reality in the USA : how ideology forms facts ». Pskov Journal of Regional Studies, no 4 (2022) : 43. http://dx.doi.org/10.37490/s221979310021821-6.

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All over the world and especially in the United States, there is a growing concern about the quality of politically relevant information presented as factual. This is manifested in the growth of research on «fake news», «post-truth», conspiracy theories and fact-checking, as well as in the interest in political epistemology. However, for a number of reasons, science cannot give a universally accepted answer to the question of how knowledge is produced in politics. The article proposes a rationale for a discursive approach to political epistemology in the spirit of epistemological particularism, i.e. recognizing many possible ways of producing knowledge, both in science and beyond. The features of «political knowledge» will depend on its purpose in political discourse, which is obviously different from the purpose of scientific knowledge or «knowledge in general». The article develops some results of the studies of political discourse, ideology and rhetoric (T. A. van Dijk, R. Wodak). It is proposed to consider the particular «method» of knowledge production as a discursive grand strategy in which epistemological, rhetorical and ideological presuppositions, when combined in a certain way, generate political knowledge of the appropriate type. Theoretical conclusions are illustrated with cases from the modern American political discourse.
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Macedo, Elizabeth. « Por uma leitura topológica das políticas curriculares ». education policy analysis archives 24 (29 février 2016) : 26. http://dx.doi.org/10.14507/epaa.24.2075.

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This paper is constructed around two desires that, over the years, have led me to the work of Stephen Ball - to understand politics as significant in specific historical and cultural contexts, and to conceptualize political agency beyond structural determination. From the dialogue between the notion of network in Ball´s latest works and the discourse theory as formulated by Ernest Laclau and Chantal Mouffe, I argue in favor of a topological analysis of politics. I defend it as a way to better understand both the connections between the “political contexts” and the relationship between social [topological] structure and political agency. Although my focus here is the theoretical dialogues with which I have been working, I use fragments of my research on analyzing curriculum control in recent policies in Brazil as evidence to support my argument.
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Kriesi, Hanspeter. « SVILUPPO ORGANIZZATIVO DEI NUOVI MOVIMENTI SOCIALI E CONTESTO POLITICO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 23, no 1 (avril 1993) : 67–117. http://dx.doi.org/10.1017/s004884020002205x.

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IntroduzioneNello studio dei movimenti sociali prevalgono ormai due orientamenti: uno incentrato sulla mobilitazione delle risorse e uno incentrato sui processi politici. Il primo approccio si occupa dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali, la quale viene considerata il fattore più influente nella loro mobilitazione. Il secondo approccio ha una prospettiva più ampia e situa la mobilitazione dei movimenti sociali all'interno di un contesto politico: la mobilitazione dipende in grande misura dalla struttura delle opportunità politiche che in un dato contesto sono offerte ai movimenti. Sebbene l'approccio basato sui processi politici si sia sviluppato a partire da quello relativo alla mobilitazione delle risorse, rimane carente lo studio dello sviluppo dell'infrastruttura organizzativa dei movimenti sociali in rapporto al contesto politico. La maggior parte degli studi riguardanti i movimenti sociali si è occupata soprattutto delle loro origini, poco del loro sviluppo successivo (McAdamet al.1988). Inoltre, nella misura in cui si è studiato lo sviluppo organizzativo dei movimenti sociali, esso è stato raramente messo in relazione alle strutture di opportunità politica.
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Radaelli, Claudio M. « IDEE E CONOSCENZA NELLE POLITICHE PUBBLICHE EUROPEE : TECNOCRAZIA O POLITICIZZAZIONE ? » Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 29, no 3 (décembre 1999) : 517–46. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200028938.

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IntroduzioneLa conoscenza nelle politiche pubbliche dell'Unione europea: un vantaggio a metà?Come spesso accade, l'interesse attuale per la dimensione cognitiva della politica rappresenta più una riscoperta che una novità assoluta. In senso lato, essa comprende filoni ben noti, addirittura classici, degli studi politici. Lo dimostra la ricca letteratura su temi diversi quali l'incrementalismo (Lindblom 1959), la razionalità limitata (Simon 1957), le mappe cognitive delle élites politiche (Axelrod 1976), la concezione dei meccanismi di governo come apprendimento (Deutsch 1966, 80; Heclo 1972), il cosiddetto «complesso militare-industriale» (Rosen 1973), e la tecnocrazia (Fisichella 1997). Perché dunque «riscoprire» il ruolo politico della conoscenza? O meglio, qual è il potenziale di studi i quali, sia nell'ambito dell'analisi sulle politiche pubbliche (Capano 1995; Radaelli 1997) sia nelle relazioni internazionali (Jacobsen 1995), reclamano una maggiore considerazione per i fattori cognitivi nelle scelte di policy? Quanto sono efficaci nella spiegazione del cambiamento {policy change)? E, da ultimo, come possono essere valutati da un punto di vista normativo? Una delle idee cardine della prospettiva cognitiva è che la politica vada oltre la semplice risoluzione dei conflitti. L'apprendimento, la propensione alla soluzione dei problemi, i fora di discussione e il policy enlightenment - si sostiene - possono contare più della politica basata su stili conflittuali. La politica sta forse superando il modello della democrazia competiti- va-awersariale?
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Papanikos, Gregory T. « Democracy and Politics : An Introduction to the Special Issue of the Athens Journal of Social Sciences ». ATHENS JOURNAL OF SOCIAL SCIENCES 9, no 2 (2 janvier 2022) : 89–94. http://dx.doi.org/10.30958/ajss.9-2-0.

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This paper is an introduction to the special issue of the Athens Journal of Social Sciences on Politics. It includes six papers, which relate to various aspects of politics in today’s democracies. The first paper examines populism in selecting political parties of the European Union (EU); the second explains a political experiment performed in USA; the third discusses the prospects of the 2022 elections in Brazil; the fourth states that democracies need leaders as this is the case with Israel; the fifth looks at a real threat to democracy which is radicalism and violence using the case of the Slovakian youth; and the last paper examines a case of primary elections of a Greek political party (PASOK). Keywords: politics, democracy, elections, Brazil, Greece, Israel, Slovakia, USA, European Union, Latin America
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Raychev, Yavor. « Cyberwar in Russian and USA Military-Political Thought : A Comparative View ». Information & ; Security : An International Journal 43, no 3 (2019) : 349–61. http://dx.doi.org/10.11610/isij.4326.

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Kartin, Ang Prisila. « Kerangka Pemberantasan Korupsi Di Usa Dan Dampaknya ». JEMAP 1, no 1 (16 juillet 2018) : 110. http://dx.doi.org/10.24167/jemap.v1i1.1587.

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United States is well-known as a superpower country. Among all the countries in the world United States has the best economic strength, military power, and political power. But it is not in line with the Corruption Perceptions Index which indicates how corrupt their public sectors are seen to be. The rampant corruption in United States happened in both of government sector and the private sector. Some cases that have occurred are the Watergate Scandal, Lockheed Scandal, Enron, WorldCom, and Xerox. Various cases of corruption in the United States indicate that superpower country supported by strong economic, military and political conditions does not necessarily make the cases of corruption / frauds in the country to be disappear. United States needs to make efforts to eradicate corruption in the country to suppress possible corruption cases.Various efforts made by the United States in the form of law issuance and the establishment of corruption eradication agencies are expected to help overcome the problem of corruption in the world. The United States, as the axis of the world's economy and politics, has caused many countries to be affected by the enactment of anti-corruption laws. The global awareness in eradicating corruption is expected to bring a positive climate for the global economy to realize a prosperous world community
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Kudela-Świątek, Wiktoria. « Wspólnoty pamięci Hołodomoru w USA i Kanadzie w latach 50.-80. XX wieku ». Politeja 18, no 1(70) (1 février 2021) : 57–72. http://dx.doi.org/10.12797/politeja.18.2021.70.05.

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Résumé :
Communities of Memory of the Holodomor in the USA and Canada in the 1950s-80s The main goal of this article is to show how the Ukrainian community in North America, thanks to cultivating the memory of a marginal event from the point of view of American history, managed to appear in the social life of the USA and Canada. Here I use the concept of ‘community of memory’ to emphasize those Ukrainian communities in the USA and Canada that are of utmost importance in the commemoration of Holodomor. They also managed to retain this event’s memory in many other competing memories, dabbling in the memory of their identity as American Ukrainian. Therefore, in the following sections of the article, I will attempt to answer why it was the diaspora that undertook a tremendous effort to commemorate Holodomor’s victims and the course of that process for years. Finally, I employ critical analysis of media discourses. Moreover, I will consider the Holodomor generation’s role in cultivating that memory and emergence of the ‘communities of memory’.
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Laider, Paweł. « Przywództwo prezesa Sądu Najwyższego USA na podstawie analizy działalności sędziego Johna Robertsa jr. » Politeja 19, no 5(80) (22 février 2023) : 281–306. http://dx.doi.org/10.12797/politeja.19.2022.80.14.

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Résumé :
LEADERSHIP OF THE CHIEF JUSTICE OF THE US BASED ON AN ANALYSIS OF THE ACTIVITIES OF JUSTICE JOHN ROBERTS, JR. Chief Justice of the United States is a formal leader of the Supreme Court responsible for supervisinig Court’s administrative work, including his presiding over justices’ conferences and assigning opinion-writing to a justice in the majority. At the same time Chief Justice is representing the Court in relations with other branches of government, including membership in certain judicial institutions, assisting the president during his oath of Office, and presiding over the impeachment process of the chief executive. Called the top judicial officer in the United States, the Chief Justice seems to have enough power not only to lead the Court but also to determine its adjudication, protecting its integrity and impartiality. The reality, however, proves that the model of leadership and the scope of impact of Chief Justices on Court’s functioning depends on several inner and outer factors, therefore not every formal leader of the Court was its real leader. The aim of the analysis is to assess the leadership of Chief Justice John Roberts, who was appointed to the Supreme Court by George W. Bush in 2005 and has held his office until today. Introducing four models of leadership of Chief Justices, the Author is willing to determine the role John Roberts plays in contemporary Court, analyzing the impact of his leadership skills and the circumstances under which he operates as the Chief Justice. The growing significance of the Supreme Court in American social, economic, and political life makes such an analysis even more interesting and necessary
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Assed Neto, Malek, et Eduardo de Paula e Silva Chaves. « BRAND EQUITY POLÍTICO : UMA ANÁLISE SOBRE A CONSTRUÇÃO DA MARCA POLÍTICA ». Revista de Empreendedorismo e Gestão de Micro e Pequenas Empresas 05, no 02 (15 août 2020) : 117–46. http://dx.doi.org/10.20872/24478407/regmpe.v5n2p117-146.

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Résumé :
O marketing tem função essencial para o sucesso dos produtos, pois se apresenta como um elo entre os bens e serviços com seus consumidores e por isso tem importante influência nas definições de estratégias e posicionamento das empresas. Diante disso o gerenciamento das marcas tem sido alvo de estudos e investimentos, pois representam um ativo intangível da empresa e, portanto não pode ser copiado pela concorrência. Aumentar o valor dessa marca é vital para se diferenciar dos concorrentes e agregar vantagem competitiva, este efeito é o que se conhece como brand equity. Este trabalho apresenta uma abordagem do conceito de brand equity aplicado ao contexto político nacional, onde serão feitas análises sobre um modelo que constituí o political brand equity e posteriormente a visão dos eleitores sobre os partidos políticos brasileiros, as dimensões de um modelo de political brand equity e suas relações com constructo final, e descrever quais dessas dimensões têm relevância em um processo de decisão de voto.
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Samuels, Andrew. « ¿Una nueva terapia para la política ? » Clínica e Investigación Relacional 12, no 1 (29 mars 2018) : 34–48. http://dx.doi.org/10.21110/19882939.2018.120103.

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Mazzoli, Gino. « Prospettive della formazione all'impegno socio-politico ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 2 (novembre 2021) : 59–75. http://dx.doi.org/10.3280/psc2021-002005.

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Résumé :
Il presente lavoro ha l'obiettivo di esporre una riflessione, da un punto di vista psicosociale, sul ruolo della formazione al giorno d'oggi all'impegno socio-politico. Il classico modello formativo risulta essere troppo "top-down" per poter produrre competenze adeguate rispetto a un oggetto intrinsecamente pratico come la politica, che non si può imparare a fare soltanto ascoltando delle lezioni. L'evaporazione dei partiti politici e il diluvio di odio sui social hanno riproposto il tema di come si possa sostenere lo spirito civico utilizzando la formazione. Essendo tuttavia un processo riflessivo sul fare, la formazione può produrre pensieri in grado di ricalibrare gli obiettivi.
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Hunt, L. « The language of politics and political culture in France, England, the USA, and the Dutch Republic ». BMGN - Low Countries Historical Review 104, no 4 (1 janvier 1989) : 610. http://dx.doi.org/10.18352/bmgn-lchr.3171.

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Sunata, Ivan, Ahmad Khairul Nuzuli et Muhammad Munir. « Komunikasi Politik Tokoh Agama Pada Pilkada Serentak Tahun 2020 (Study Ustadz Abdul Somad) ». Jurnal Dakwah dan Komunikasi 7, no 1 (31 mai 2022) : 65. http://dx.doi.org/10.29240/jdk.v7i1.4761.

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Résumé :
This research broadly aims to reveal the role of ulama as political communicators and specifically to reveal the involvement of Ustadz Abdul Somad (UAS) in the perspective of political communication in the 2020 Pilkada. The results show that of the three kinds of political communicators, Ustadz Abdul Somad (UAS) falls into the third, namely the spokesperson and opinion leader. Because the goal is not to gain a position, but to provide support because of the same vision, mission and goals. UAS is also a highly charismatic person in the community, so it is believed to be able to move people to make political choices in the political contestation in the 2020 Pilkada. The political messages conveyed by UAS in the 2020 Pilkada are as follows: a) Politics is part of community education, b) Politics is a means to apply da'wah, c) Resist political pressure, d) Reject money politics.
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