Littérature scientifique sur le sujet « Politica dell'impresa »

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Articles de revues sur le sujet "Politica dell'impresa"

1

Magagnoli, Stafano. « Le aree industriali attrezzate : genealogia ed evoluzione di un modello di sostegno allo sviluppo locale ». STORIA URBANA, no 130 (octobre 2011) : 11–43. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130002.

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Résumé :
Dopo aver indicato i principali assunti teorici e le esperienze salienti che contrassegnano la genealogia del concetto di Area industriale attrezzata (Aia), il saggio si sofferma sulla sua applicazione in Italia, interrogandosi sulla natura del modello istituzionale che nel nostro paese č stato alla base delle politiche di creazione di aree per l'industria. Quali scopi ha avuto, in Italia, la realizzazione delle Aia? Esse sono state usate al fine di sostenere l'industrializzazione, agevolando la nascita e la crescita delle imprese, oppure come semplici strumenti amministrativi atti a consentire l'utilizzo razionale di una risorsa scarsa quale č il territorio? Quella delle Aia č stata una politica a sostegno delle dinamiche evolutive dell'impresa (ovvero una politica di promozione dello sviluppo delle risorse endogene) o esse sono state uno strumento di competizione territoriale? Qual č stato, infine, il ruolo delle aree industriali attrezzate nel processo di sviluppo manifatturiero italiano? Proponendo queste domande come possibili chiavi di lettura delle vicende osservate, il saggio rimarca, nella conclusione, come il "modello italiano" si riveli estremamente sfaccettato, composto di esperienze particolari e impossibili da ricondurre a paradigmi unificanti. La stretta relazione tra capitale e Stato appare, tuttavia, come una componente di forte continuitŕ.
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2

Mattina, Liborio. « Marco Maraffi, Politica ed economia in Italia. La vicenda dell'impresa pubblica dagli anni trenta agli anni cinquanta, Bologna, Il Mulino, 1990, pp. 324, L. 38.000. » Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 22, no 2 (août 1992) : 383–86. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200018633.

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3

Florio, Massimo. « Per una comparative political economy dell'impresa pubblica : alcuni contributi recenti (2013-2015) ». ECONOMIA PUBBLICA, no 2 (mars 2017) : 5–41. http://dx.doi.org/10.3280/ep2016-002001.

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Nuzzo, Valeria, et Valerio Speziale. « Il diritto del lavoro e la frantumazione dei confini dell'impresa ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 164 (décembre 2022) : 162–82. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164009.

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Résumé :
Il saggio approfondisce il confronto tra giuslavoristi e sociologi del lavoro sui con-fini dell'impresa, sottolineando come l'assetto e la conformazione dell'impresa sia uno dei temi rimasti lungamente estraneo a tale dialogo. I cambiamenti organizza-tivi degli anni '90 inducono entrambi i settori a una riflessione, ma essi procedono per lo più paralleli, con richiami e citazioni reciproche estremamente rare ed episo-diche, in gran parte limitate al rinvio a una differente prospettiva di indagine. Solo negli ultimi anni tale confronto diventa più rilevante, quando si accentuano i fe-nomeni di outsourcing e si determina, con essi, una fuga dalla regolamentazione che vi si applica, grazie alla possibilità di organizzare la produzione sfruttando i differenziali regolativi e salariali esistenti fra le diverse aziende, fra i diversi settori industriali e anche fra diversi Paesi. Il saggio guarda, dunque, alle differenziazioni e alle asimmetrie che si sono prodotte sfruttando i confini e i differenziali ad essi associati, indagando sui diversi strumenti giuridici utilizzati, dall'appalto alle reti di impresa fino alle catene globali del valore.
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Dorigatti, Lisa, et Lidia Greco. « I confini dell'impresa, il lavoro e le regole tra globale e locale : questioni e dibattiti ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 164 (décembre 2022) : 122–39. http://dx.doi.org/10.3280/sl2022-164007.

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Résumé :
L'articolo ricostruisce il percorso e le acquisizioni della letteratura sociologica sul tema dei "confini dell'impresa" nel loro intreccio con le norme giuridiche e le istituzioni regolative. In particolare, si focalizzerà su tre nodi sviluppati da questa letteratura: il riconoscimento della sostanziale natura di "arbitraggio regolativo" dei processi organizzativi di frammentazione e di scomposizione della produzione e la centralità degli assetti regolativi e istituzionali nella loro analisi; il ruolo e le modali-tà di azione degli attori della regolazione e come queste sono influenzate dalle ca-ratteristiche delle configurazioni organizzative; la (non) applicazione delle norme come variabile, i modi in cui i processi di frammentazione organizzativa la favori-scono e il ruolo dello stato in questi processi.
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Leghissa, Giovanni. « Bellezza e tristezza, l'organizzazione nell'etŕ del neoliberalismo compiuto ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 16 (septembre 2011) : 133–43. http://dx.doi.org/10.3280/eds2011-016010.

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Résumé :
Nella Germania nazista, giŕ nel 1934, fu creato il Büro für die Schönheit der Arbeit, che aveva come finalitŕ il miglioramento delle condizioni di vita sul posto di lavoro. Dall'analisi di questo episodio, a lungo dimenticato, della storia del taylorismo, si passa all'analisi delle nuove forme di organizzazione, tipiche dell'impresa strutturata "in rete". Pur abissalmente diversa da qualsiasi forma-impresa inserita in un contesto politico totalitario, anche l'organizzazione contemporanea spesso rischia di non sottrarsi alle critiche che Foucault muove nei confronti di quelle forme di governo che hanno di mira la vita degli individui al fine di instaurare sottili forme di controllo. Il saggio si conclude ipotizzando che sia ancora possibile, tuttavia, arginare le derive biopolitiche della vita organizzativa contemporanea riattivando il modello classico della Bildung: se l'impresa č comunque luogo di formazione, cioč luogo in cui si produce senso, si tratterŕ allora di educare gli individui ad affinare quello spirito critico che serve non solo a costruire la cosiddetta "cultura d'impresa", ma anche a formare cittadini autonomi e responsabili.
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Cattero, Bruno. « Tra diritto e identitŕ. La partecipazione dei lavoratori nel modello sociale europeo ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 123 (septembre 2011) : 117–35. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-123007.

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Résumé :
L'importanza della direttiva sulla Societŕ per Azioni Europea (Se) risiede nell'affermazione della partecipazione comedei lavoratori di aver voce in capitolo negli organi di governo dell'impresa. I limiti definitori che la caratterizzano e la sua natura dinon dipendono tanto, in questo caso, dall'egemonia neoliberale nel processo di integrazione europea quanto da fattori più profondi e complessi che si frappongono all'integrazione nella sfera del sociale. Su questo sfondo si prendono in esame "l'europeizzazione negoziata" come, i meccanismi che la contraddistinguono (l'indeterminatezza concettuale - necessaria non solo a connettere e trascendere le diverse tradizioni nazionali, ma anche come veicolo discorsivo della costruzione sociale di una "identitŕ europea" - e l'attivazione di miti istituzionali) e si sottolinea infine la rilevanza delle connessioni lasche, sia istituzionali che organizzative, tra i sistemi e gli attori nazionali e il livello europeo.
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Liotti, Giorgio, et Marco Musella. « Flessibilità e soddisfazione per il lavoro : Una riflessione generale ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 113 (juillet 2022) : 13–27. http://dx.doi.org/10.3280/qua2021-113002.

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Résumé :
Negli ultimi venticinque anni, l'Italia ha profondamente modificato il quadro delle regole generali alla base del funzionamento del mercato del lavoro (Blan-chard et al., 2014; Bassanini e Duval, 2006; O'Higgins, 2012; Dutt et al., 2015; Brancaccio et al., 2018; Arestis and González-Martínez, 2015; Liotti, 2020; 2021). Con l'obiettivo dichiarato di favorire l'aumento dell'occupazione e l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, si sono - di fatto - applicate ricette di stampo neoliberista che hanno progressivamente portato ad una maggiore flessibilizzazione del mercato del lavoro. Uno dei problemi che non ci risulta sia stato analizzato dagli studiosi del mercato del lavoro è l'impatto di questo cambiamento di regole sul rapporto di "fiducia" tra imprenditori e lavoratori. In altre parole, come l'introduzione delle politi-che di flessibilità, che hanno reso via via il lavoro più instabile e precario, ha influito sulla sinergia tra lavoratore ed imprenditore, sinergia che rappresenta (come teo-rizzato da un filone interessante della letteratura sugli efficiency wages della teoria New-keynesian) uno dei pilastri del successo dell'impresa capitalista (per una ras-segna di questi modelli degli anni 80, si veda Jossa-Musella, 1996, cap. 20). Lo scopo di questo lavoro è iniziare a colmare questa lacuna, analizzando la dinamica del rapporto tra flessibilità del mercato del lavoro e "soddisfazione" per il lavoro (come proxy della fiducia dei lavorati nell'impresa) in Italia nel periodo compreso tra il 2001 e il 2018. Facendo uso della semplice statistica descrittiva (senza la presunzione di voler dare risposte semplici ad un tema così complicato, sia dal punto di vista teorico che empirico), si possono sottolineare due risultati principali: i) considerando il periodo 2001-2008, ad una maggiore flessibilità del mercato del lavoro si associa una repentina riduzione della soddisfazione dei lavo-ratori; ii) analizzando invece il periodo 2009-2018, tale relazione inversa sembra svanire. Già solo questa evidenza testimonia che le questioni da approfondire sono diverse e interessanti: si tratta, per esempio, non solo di studiare in modo più ap-profondito la relazione astratta tra flessibilità del mercato del lavoro e soddisfa-zione per il lavoro bensì, anche di indagare sui fattori economici, sociali e politici che sono alla base del mutamento dinamico del trend nei due diversi periodi considerati e, anche, ad esempio, di comprenderne l'impatto sulla produttività.
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Butera, Federico, et Fernando Alberti. « Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

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Résumé :
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
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Thèses sur le sujet "Politica dell'impresa"

1

Valentinuz, Giorgio. « Valore dell'impresa e politica dei dividendi ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2001. http://hdl.handle.net/10579/496.

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Mazzone, Graziana. « Ri-definizione dei confini dell'impresa, outsourcing e nuove tecnologie : il caso di un gruppo bancario ». Doctoral thesis, Luiss Guido Carli, 2008. http://hdl.handle.net/11385/200762.

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Résumé :
Il quadro teorico. Il processo di outsourcing in chiave strategica ed organizzativa. La scomposizione delle attività aziendali e del valore. Il modello di riferimento proposto: dalle attività, alle competenze, fino ai processi. La ricerca empirica: applicazione del modello ad un caso bancario di successo.
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Livres sur le sujet "Politica dell'impresa"

1

Maraffi, Marco. Politica ed economia in Italia : La vicenda dell'impresa pubblica dagli anni trenta agli anni cinquanta. Bologna : Il Mulino, 1990.

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D'Annunzio legislatore, costituzioni, visioni, utopie dell'impresa fiumana (Conference) (2020 Pescara, Italy). D'Annunzio legislatore : Costituzioni, visioni, utopie dell'impresa fiumana : atti del convegno di studi : Aurum, Pescara, 4 settembre 2020. Cinisello Balsamo, Milano : Silvana editoriale, 2022.

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