Articles de revues sur le sujet « Pianificazione e progettazione urbana e territoriale »

Pour voir les autres types de publications sur ce sujet consultez le lien suivant : Pianificazione e progettazione urbana e territoriale.

Créez une référence correcte selon les styles APA, MLA, Chicago, Harvard et plusieurs autres

Choisissez une source :

Consultez les 20 meilleurs articles de revues pour votre recherche sur le sujet « Pianificazione e progettazione urbana e territoriale ».

À côté de chaque source dans la liste de références il y a un bouton « Ajouter à la bibliographie ». Cliquez sur ce bouton, et nous générerons automatiquement la référence bibliographique pour la source choisie selon votre style de citation préféré : APA, MLA, Harvard, Vancouver, Chicago, etc.

Vous pouvez aussi télécharger le texte intégral de la publication scolaire au format pdf et consulter son résumé en ligne lorsque ces informations sont inclues dans les métadonnées.

Parcourez les articles de revues sur diverses disciplines et organisez correctement votre bibliographie.

1

Erba, Valeria, et Mina di Marino. « Reti ecologiche : pianificazione e progetti territoriali ». TERRITORIO, no 58 (septembre 2011) : 17–26. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-058003.

Texte intégral
Résumé :
Il tema delle reti ecologiche in questo contributo di riflessione scientifica e di sperimentazione didattica viene utilizzato per i possibili sviluppi futuri di approccio sostenibile, integrato e multidisciplinare con la pianificazione territoriale, la progettazione urbanistica e architettonica. Il paradigma di sostenibilitŕ ambientale e sociale delle reti ecologiche sia a livello programmatico-strategico che progettuale, viene applicato all'elaborazione dei tre progetti ricadenti nelle province lombarde di Varese, Lecco e Como. Le sperimentazioni non si limitano a un progetto tradizionale di rete ecologica finalizzato solo alla conservazione della biodiversitŕ (a scala regionale, provinciale e locale), ma all'impiego del medesimo strumento concettuale integrato alle componenti urbanistiche e territoriali per valutare, regolare e/o progettare trasformazioni territoriali sostenibili.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Minerva, Laura. « Partecipazione popolare e progettazione urbana : il caso del quartiere Gallaratese di Milano (1965-1975) ». STORIA IN LOMBARDIA, no 1 (juillet 2021) : 90–111. http://dx.doi.org/10.3280/sil2020-001004.

Texte intégral
Résumé :
L'articolo evidenzia l'importanza della partecipazione popolare nella pianificazione urbanistica del quartiere Gallaratese di Milano nel decennio 1965-1975, ricostruendo le diverse fasi del confronto politico tra i cittadini e gli enti istituzionali. Dalle prime associazioni a carattere spon-taneo sino alla definizione di un organismo strutturato quale il Comitato popolare di quartiere, le iniziative dei residenti si sono inserite all'interno delle complesse dinamiche di trasformazione della realtà urbana, assumendo un ruolo decisivo nel dibattito politico con l'Amministrazione comunale. Il coinvolgimento diretto dei soggetti sociali ha permesso un'evoluzione positiva della realta` territoriale del quartiere, in termini sia di qualita` dello spazio fisico sia di complessiva funzionalita` dello stesso, evitando la riproposizione del classico schema di emarginazione e ingiustizia sociale proprio della dicotomia centro-periferia. L'esperienza del Gallaratese e` la dimostrazione di come l'intervento dell'attore pubblico nel governare i processi di trasformazione del paesaggio urbano abbia maggiore efficacia quando lo stesso accetti di confrontarsi, o sia in qualche modo costretto a farlo, con gli altri attori interessati.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Scudo, Gianni, et Matteo Clementi. « La progettazione ambientale delle filiere alimentari orientata allo sviluppo bioregionale ». TERRITORIO, no 93 (janvier 2021) : 26–31. http://dx.doi.org/10.3280/tr2020-093004.

Texte intégral
Résumé :
Il testo presenta strumenti di analisi e progetto di filiere alimentari elaborati nella ricerca ‘Bioregione'. Lo studio mira ad approfondire i processi che connettono domanda e offerta in un ambito territoriale definito e a formulare scenari migliorativi. Le filiere interessano i principali alimenti che compongono la domanda aggregata associata alla ristorazione collettiva nelle diverse fasi, dalla produzione in campo al conferimento al centro cottura, al consumo e alla gestione degli scarti. Gli indicatori utilizzati sono la domanda energetica complessiva (energia primaria non rinnovabile), la contabilità di terreno agricolo produttivo per quantità di prodotto o pasto equivalente e il costo di produzione. Essi costituiscono strumenti sperimentali di riferimento per una pianificazione territoriale locale che metta al centro un nuovo modello metabolico campagnacittà ambientalmente sostenibile.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

Savini, Federico. « Il valore aggiunto della pianificazione sovra-locale : interventi strategici e governo centrale in Olanda ». TERRITORIO, no 59 (novembre 2011) : 118–27. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-059016.

Texte intégral
Résumé :
La progressiva decentralizzazione dei sistemi di pianificazione territoriale e la forte riduzione di capacitŕ di spesa dello Stato centrale sollevano questioni importanti sul ruolo dell'attore sovra-locale nelle pratiche di trasformazione urbana. Questo articolo dimostra che un possibile valore aggiunto della pianificazione sovra-locale si realizza nell'utilizzo di strumenti di governance, che agiscono sull'organizzazione e attivazione di processi decisionali complessi. A fronte dei suoi recenti sviluppi istituzionali, l'Olanda č trattato come caso studio per comprendere la mutazione del ruolo del Ministero della Pianificazione, delle Politiche abitative e dell'ambiente nella promozione e realizzazione di interventi strategici sul territorio.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

Staricco, Luca, et Elisabetta Vitale Brovarone. « Tod e pianificazione metropolitana : per un'agenda di ricerca ». TERRITORIO, no 99 (août 2022) : 17–24. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-099003.

Texte intégral
Résumé :
Il Transit Oriented Development (tod) è un modello di pianificazione urbana e territoriale che prevede la concentrazione, attorno alle stazioni del trasporto pubblico, di aree con densità medio alta, mixité e accessibilità pedonale e ciclabile. Nato negli anni '90 negli Stati Uniti e poi diffusosi in tutto il mondo, è applicato prevalentemente a scala urbana, ma esprime le sue maggiori potenzialità alla scala metropolitana o regionale. In Italia, le Città metropolitane, cui compete la pianificazione dei trasporti e della mobilità, possono essere promotrici di questo approccio. L'articolo, a partire da un'analisi dei piani metropolitani, riporta i casi di Bologna, Milano e Torino, che hanno prestato attenzione a questo modello, e propone alcune questioni per un'agenda di ricerca.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
6

Schilleci, Filippo. « Le sfide della formazione urbanistica nell'era post-pandemia ». TERRITORIO, no 98 (mars 2022) : 71–74. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098012.

Texte intégral
Résumé :
La diffusione dell'infezione da Sars-CoV2 e la crisi di sistema, che ne è conseguita, hanno generato una serie di impatti che vanno ben oltre il campo dell'epidemiologia investendo anche l'ambito della formazione accademica dei futuri pianificatori sotto il profilo sia dei contenuti che delle metodologie didattiche. L'articolo restituisce una riflessione critica sull'impatto della pandemia da Covid-19 sull'insegnamento del planning a partire dalle esperienze didattiche condotte dall'autore presso il Corso di laurea magistrale in Pianificazione territoriale urbanistica e ambientale dell'Università degli Studi di Palermo. Un'occasione per avviare un ragionamento più ampio non solo sulle competenze richieste ai pianificatori all'indomani della crisi pandemica ma più in generale su come i corsi di laurea in Pianificazione urbana e territoriale si stanno attrezzando nel fornire agli studenti le competenze necessarie per affrontare le sfide poste dal post-pandemia.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
7

Ziegler, Volker. « Pianificazione urbana nella Renania superiore, dagli anni Venti alla ricostruzione : Karlsruhe, Strasburgo, Friburgo ». STORIA URBANA, no 129 (avril 2011) : 171–93. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-129007.

Texte intégral
Résumé :
Il saggio indaga i processi di pianificazione in Renania dagli anni venti del Novecento alla ricostruzione post-bellica, con particolare riferimento alle cittŕ di Karlsruhe, Strasburgo e Friburgo. L'analisi ha come punto di partenza il 1918, quando l'Alsazia torna alla Francia e s'interrompono le relazioni economiche transrenane. In questa regione, fragile e ricca di contraddizioni, gli ambiziosi programmi di trasformazione urbana, ma anche politica, furono fortemente influenzati da interessi nazionali, regionalismi e una molteplicitŕ di poteri locali. Ma il difficile processo di trasformazione, in una regione di confine, dunque molto contesa, fu anche guidato dalla questione dell'identitŕ nazionale e l'ambiguo concetto di. In questi anni la pianificazione territoriale assume un'importanza primaria nella competizione tra le cittŕ della regione. Il destino politico e urbanistico di cittŕ come Strasburgo o Karlsruhe, che devono essere collegate ai centri economici piů lontani nel cuore dei rispettivi paesi, fu condizionato da una politica di espansione territoriale, dall'irrompere della tecnica, dal tema della forma della modernitŕ; temi che, intrecciandosi a fatica con le questioni simboliche legate alle nuove identitŕ di questi luoghi, fanno da sfondo ai progetti urbanistici di questo periodo.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
8

De Leo, Daniela, et Marco Chitti. « Contesti di cooperazione internazionale e circolazione delle idee nelle pratiche di pianificazione urbana tra profili professionali e possibili apprendimenti ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 131 (août 2021) : 53–69. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-131003.

Texte intégral
Résumé :
Il saggio osserva la circolazione delle conoscenze nello specifico ambito delle pratiche di pianificazione urbana e territoriale. La questione posta e se sia possibile contribuire alla costruzione di una competenza urbanistica nei luoghi d'intervento capace di affrontare le questioni urbane specifiche del Sud del mondo, senza generare le cattive pratiche della cooperazione internazionale, troppo spesso sedotta da soluzioni chiavi in mano e fortemente condizionata dall'industria degli aiuti.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
9

Kipar, Andreas. « Abitare la regione urbana. Il progetto MILU. Paesaggi urbani e paesaggi di periferia tra Milano e Lugano : proposte per una sintesi sostenibile ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 99 (avril 2011) : 23–49. http://dx.doi.org/10.3280/asur2010-099003.

Texte intégral
Résumé :
Promuovere una nozione allargata dell'abitare significa assegnare valore alle peculiaritŕ dei luoghi, considerare l'esistente come risorsa da mettere a sistema e favorire nuove forme di percezione e comunicazione. Tale logica vale per lo piů per le aree periferiche. Seguendo questo approccio, i Raggi Verdi esprimono una strategia di pianificazione informale, legata a quella formale esistente, alla scala locale come a quella territoriale. Il progetto strategico MILU applica questi principi all'asta territoriale che collega Milano, Varese e Lugano.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
10

D'Amia, Giovanna. « L'urbanistica coloniale di Giovanni Pellegrini e la pianificazione dei villaggi libici ». TERRITORIO, no 57 (juin 2011) : 125–34. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057016.

Texte intégral
Résumé :
Nel quadro del nuovo ciclo di studi sull'architettura coloniale italiana, il saggio prende in esame la posizione di Giovanni Pellegrini in tema di pianificazione urbana e la progettazione di alcuni centri rurali realizzati in Libia negli anni Trenta. A partire dal Manifesto dell'architettura coloniale pubblicato nel 1936, Pellegrini rifiuta infatti il ‘folclorismo' di molte opere contemporanee, sostenendo una metodologia progettuale rigorosamente moderna che sappia trarre dalla tradizione locale soluzioni e motivi adeguati alle condizioni geografi che e climatologiche. I villaggi realizzati per la colonizzazione demografica intensiva del 1938-1939 confermano questa linea metodologica e - rispetto a quelli di altri professionisti - evidenziano un'impostazione piů funzionale e un piů attento inserimento ambientale, rifiutando il ricorso alla retorica monumentale della classicitŕ.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
11

Curci, Francesco, et Gabriele Pasqui. « Territori fragili e pandemia : una sfida per le culture del progetto ». TERRITORIO, no 97 (février 2022) : 7–10. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-097-supplementooa12921.

Texte intégral
Résumé :
La pandemia da Covid-19 ha agito da acceleratore di processi territoriali e transcalari che erano già evidenti. Tra questi, un ruolo centrale assume la questione ecologica, con tutte le sue implicazioni politiche e con la sfida che essa pone alle culture della pianificazione e della progettazione in un contesto di incertezza radicale e di crescenti disuguaglianze socio-spaziali. L'articolopropone alcune chiavi di lettura trasversali dei contributi di questa Special Issue, identificando nelle diverse declinazioni un approccio al ridisegno dei territori capace di promuovere progetti e politiche antifragili e basate su criteri di preparedness. Le tre chiavi di lettura che introducono questa riflessione collettiva su pandemia e fragilità territoriali sono dunque state: le interpretazioni dei fenomeni in corso e la riflessione sulle forme di razionalità; l'attenzione alle geografie e alle specificità dei luoghi; le prospettive progettuali e di policy.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
12

Cusinato, Augusto. « La pianificazione del territorio nell'epoca della conoscenza. Il punto di vista di un economista ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 103 (juillet 2012) : 11–29. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-103002.

Texte intégral
Résumé :
Il paper esamina se, nel passaggio alla società della conoscenza, esistono le condizioni per un recupero di legittimazione sociale da parte della pianificazione urbana e territoriale: condizioni che consistono nella convergenza tra le istanze etiche proprie di ogni intervento regolatore e il gioco degli interessi inerente al modello di sviluppo in atto. L'esame indica che vi è spazio per il formarsi di tale convergenza, considerato il carattere specificatamente locale dei processi dialogici di formazione della conoscenza che stanno alla base della creatività e dell'innovazione.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
13

Musarra, Gabriella. « Una nuova dialettica tra il piano e il progetto : i grandi progetti urbani ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 104 (octobre 2012) : 51–73. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104004.

Texte intégral
Résumé :
In risposta ai cambiamenti in corso nei sistemi insediativi e soprattutto alle modifiche che la societŕ manifesta, negli anni Novanta č stato possibile registrare un crescente cambiamento delle politiche urbane; ai problemi di qualitŕ della vita urbana, di deficit infrastrutturale e di servizi, le amministrazioni si trovano a dovere affrontare nuovi problemi che vanno dalla trasformazione della struttura economica delle cittŕ, al rilancio delle cittŕ e della loro capacitŕ attrattiva, al coinvolgimento di nuovi operatori economici e al reperimento di nuove risorse finanziarie per la trasformazione di essa. La riqualificazione nasce, quindi, non solo come azione di recupero e miglioramento dell'esistente, ma anche e soprattutto come processo di innovazione delle tecniche di intervento, delle modalitŕ di progettazione, delle politiche, delle forme di cooperazione e di coinvolgimento delle forze sociali. Nell'ambito delle strategie messe in campo dalle cittŕ per migliorare il proprio posizionamento competitivo, giocano un ruolo particolare i "Grandi Progetti", necessari a formulare programmi di ristrutturazione urbanistica e rigenerazione economica. Il progetto urbano, cosě inteso, non č né un piano urbanistico, né un progetto architettonico. Č uno strumento pragmatico che offre la possibilitŕ di operativitŕ immediata, un modo di intervento che investe gli strumenti di pianificazione e di progettazione e che si adatta ai gradi di certezza o di incertezza del contesto.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
14

Moccia, Francesco Domenico. « La pianificazione territoriale e urbanistica in rapporto al Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza ». TERRITORIO, no 98 (mars 2022) : 43–47. http://dx.doi.org/10.3280/tr2021-098007.

Texte intégral
Résumé :
La pandemia da Covid-19 ha messo in discussione concetti fondativi delle città e della sua organizzazione producendo un ampio dibattitto scientifico certamente utile per innovare l'urbanistica e migliorare la vivibilità e resilienza urbana. Tuttavia la possibilità che le azioni proposte siano attuate dipende da quanto rientrino nelle politiche di ripresa e resilienza. Questo articolo passa in rassegna il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (pnrr) per rintracciare linee d'intervento esplicitamente o potenzialmente rivolte al territorio confrontandole con le linee di lavoro su cui si sono orientate teorie e ricerche della comunità scientifica.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
15

Montebelli, Stefania. « Il territorio come spazio della creatività sociale. Un esempio di laboratorio per una "città accogliente" ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2021) : 40–55. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2021oa10030.

Texte intégral
Résumé :
L'attuale tendenza della trasformazione urbana non interessa più solo l'espansione dei centri urbani, quanto piuttosto la riconversione del patrimonio esistente. Lo spazio urbano è discontinuo, composto di luoghi che il tempo ha posto vicino, spesso senza alcuna pianificazione, a dimostrazione che l'evoluzione della territorialità è più rapida di quella del territorio che ne conserva le rimanenze materiali. Vengono a formarsi, così, degli spazi interstiziali nella trama urbana che solo la creatività sociale può reinserire nella progettualità di un contesto abitato e vitale, risignificandoli di nuova funzione. Questa dovrebbe essere vista come un'urgenza perché, sia che la territorializzazione riguardi la conquista di spazi extraterritoriali, che quelli interni al proprio territorio, lo spazio urbano abbandonato rappresenta una sorta di minacciosa indeterminatezza che può arrivare ad essere de-strutturalizzante per il tessuto territoriale, così come per l'identità collettiva. La creatività risulta essere, quindi, una strategia territorializzante attraverso cui la società educa alla cittadinanza attiva reificando, significando e funzionalizzando gli spazi del suo vivere, autorappresentandosi.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
16

Serraglio, Riccardo. « Pedrinhas Paulista. Una colonia di emigranti italiani in Brasile negli anni della ricostruzione postbellica ». TERRITORIO, no 91 (juin 2020) : 128–37. http://dx.doi.org/10.3280/tr2019-091013.

Texte intégral
Résumé :
Nel 1952 la Compagnia Brasiliana di Colonizzazione e Immigrazione Italiana istituì la colonia agricola di Pedrinhas Paulista, riservata a lavoratori provenienti dall'Italia. L'architetto Rosario Megna curò la pianificazione urbana e territoriale del nuovo insediamento attenendosi ai principi della razionalità e dell'economia. Nel mezzo del latifondo organizzò un villaggio all'interno del quale erano distinti settori per gli edifici comunitari, per i quartieri residenziali e per gli impianti di trasformazione dei prodotti agricoli. Le case per i lavoratori, sia quelle disposte nell'area urbanizzata sia quelle nelle aree agricole, furono dotate di accessori adeguati alle condizioni locali. Le soluzioni urbanistiche e architettoniche elaborate da Megna hanno posto le basi per il successo della colonia di Pedrinhas, che al giorno d'oggi è una città di circa tremila abitanti sostenuta da una fiorente economia agricola.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
17

Rubans’ka, Yuliya, et Gianfranco Franz. « Geografia del potere e grandi progetti urbani in una cittŕ dell'ucraina ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 104 (octobre 2012) : 123–39. http://dx.doi.org/10.3280/asur2012-104008.

Texte intégral
Résumé :
L'evoluzione delle politiche di sviluppo urbano nel contesto europeo degli ultimi decenni č stata caratterizzata da modifiche strutturali nelle relazioni di potere: dal governo della cittŕ, incentrato sulla pianificazione urbanistica e il piano regolatore si č passati a forme piů o meno articolate e solo in parte pluraliste di governance urbana, grazie alle quali importanti gruppi immobiliari, immobiliaristi improvvisati e free-riders, importanti gruppi industriali alleati con le grandi centrali del credito e della finanza, hanno trovato maggiori consensi politico-culturali e minori difficoltŕ procedurali nel dirigere, imporre e realizzare grandi progetti di trasformazione urbana. La progressiva crescita del mercato immobiliare, sostenuto e drogato dal mercato finanziario, ha facilitato la proposizione e la realizzazione di GPU, almeno fino al 2007/2008, anno del crack finanziario occidentale, dal quale sono rimasti parzialmente immuni Paesi emergenti le cui economie non erano state ancora tanto profondamente modificate dal sistema finanziario di Stati Uniti ed Europa occidentale. Con differenze di scala e di magnitudo una folta schiera di cittŕ europee e nordamericane si sono impegnate nella realizzazione di GPU, seguite in questo processo dalle principali cittŕ di Paesi emergenti o di potenze in via di consolidamento (Pechino, Shangai, San Paolo, Cittŕ del Messico ecc.). Anche cittŕ piccole e medie si sono impegnate nella sfida di innovare e trasformare i propri tessuti, la propria economia e il proprio rango urbano, investendo in progetti affidati molto spesso alle cosiddette "archistar" internazionali o a societŕ di progettazione parti- colarmente avanzate sui temi della costruzione ecologica e del risparmio energetico. Il presente saggio propone un caso studio particolarmente interessante, caratterizzato da dinamiche precipue e non riscontrabili in molti altri contesti: le recenti trasformazioni urbane nella cittŕ di Dnipropetrovsk (Nipropetrovsk), capoluogo dell'omonima regione, una delle cittŕ principali dell'Ucraina dal punto di vista economico, politico e culturale.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
18

Butera, Federico, et Fernando Alberti. « Il governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 1 (décembre 2012) : 77–111. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-001004.

Texte intégral
Résumé :
I policy maker sono costantemente alla ricerca delle forme e degli strumenti per contribuire ad aumentare la prosperitŕ economica e sociale del proprio territorio. Gli studi a livello internazionale ci dicono che la prosperitŕ di un territorio č direttamente riconducibile alla sua competitivitŕ, e quindi in primis al livello di produttivitŕ e innovazione del sistema delle imprese. Come verrŕ ampiamente illustrato in questo articolo, le reti inter-organizzative - nella varietŕ di forme che l'evidenza empirica ci suggerisce - attraverso una flessibilitŕ senza precedenti, una piů veloce circolazione delle informazioni, la condivisione di visioni, saperi e conoscenza, l'efficiente e rapido scambio di risorse e competenze per competere, assicurano al tempo stesso specializzazione, efficienza e alti livelli di produttivitŕ. La configurazione e la natura di tali reti č in via di continua ridefinizione ed espansione e l'uso del termine rete č spesso generico o inappropriato. Anche i confini delle reti vanno continuamente ridefiniti, in un continuum che va dalle imprese tradizionali che esternalizzano e delocalizzano parte della loro produzione fino al puro networking di varia natura. Noi ci concentreremo solo su quelle reti interorganizzative che rappresentano forme nuove di impresa, di quasi impresa, di sistemi di imprese che consentono una gestione competitiva e innovativa della catena del valore e dei processi fondamentali, conseguendo risultati economici e sociali, in una parola prosperitŕ. Ci occuperemo in particolare del fenomeno piů nuovo che caratterizza l'Italian way of doing industry, ossia lo sviluppo e i successi delle medie imprese, nodi di reti inter-organizzative che coinvolgono non solo imprese piccole, ma anche imprese grandi, in una proiezione spesso globale. Su queste nuove forme di reti inter-organizzative, si apre uno spazio di intervento straordinario per i policy maker in azioni di attivazione, incentivazione e supporto, capaci di condurre a superiori livelli di competitivitŕ le imprese componenti le reti, le reti stesse e i territori da cui esse muovono, ovvero capaci di favorire una maggiore prosperitŕ. Tali spazi di governo delle reti inter-organizzative possono avere natura infrastrutturale (trasporti, edilizia, tecnologie, credito, servizi, ecc.), relazionale (governo della catena del valore, dei processi, dei flussi, delle architetture d'impresa, dei sistemi informativi e di comunicazione, dei sistemi professionali ecc.) e cognitiva (capitale umano, capitale intellettuale, sistema di valori e norme, ecc.). Tutte e tre queste dimensioni sono importantissime e vanno gestite congiuntamente in nuove forme di management assicurate dalle imprese "pivotali" e nell'ambito di quello che nell'articolo č definito come meta-management, ovvero quelle posizioni di attori pubblici e privati - spesso in raccordo fra loro - che assicurano supporto e guida strategica alle reti. Nuovi modelli di management e di meta-management implicano una conoscenza profonda della rete e, di conseguenza, una visione d'insieme attuale e futura sicura e convincente e una capacitŕ di execution che sappia consolidare o riorientare la rete; valorizzare le risorse, materiali e personali, lě racchiuse e soprattutto perseguire obiettivi e misurare risultati. Meta-management non significa favorire il mero networking tra imprese, ma attivarsi come agenzie strategiche e provvedimenti concreti capaci di disegnare politiche di accompagnamento e sostegno alla creazione e alla valorizzazione di robusti network tra imprese e tra imprese e istituzioni, che trascendano le consuete filiere e agglomerazioni locali. Una economia e una societŕ fatta di reti inter-organizzative non č uguale a quella fatta prevalentemente di singole imprese "castello". Sulle reti di impresa e sull'impresa rete incombono alcune rilevanti questioni a cui il nostro lavoro tenta di dare alcune risposte Vediamole qui di seguito. 1. Diagnosi. L'organizzazione a rete č oggi scarsamente riconoscibile. Come diagnosticarla, come identificarne le caratteristiche strutturali e comprenderne i problemi critici? 2. Sviluppo e progettazione. L'organizzazione a rete si puň supportare con adeguati servizi, sviluppare intenzionalmente o addirittura progettare, come qui si sostiene? E se sě, in che modo? I metodi da adoperare per gestire questo sviluppo sono certo diversi da quelli adottati da strutture accentrate, sono meno top-down e meno razionalistici: ma quali possono essere? 3. Stabilitŕ e mutamento. Ogni nodo o soggetto della rete fa parte di reti diverse, in alcuni casi abbandona in rapida successione le une per legarsi ad altre. Come combinare l'estrema mutevolezza di queste multiple appartenenze con l'esigenza di stabilitŕ e crescita di ogni singolo nodo, come far sě che l'intera rete si comporti come un "attore collettivo" capace di un governo? 4. Risultati. Se e come definire obiettivi o ri-articolarli velocemente nel tempo? Come valutare i risultati delle diverse dimensioni economiche e sociali? 5. Decisioni e misura. L'organizzazione a rete - come e piů dell'impresa tradizionale - cambia per repentine innovazioni, per adattamento, per micro-decisioni, per miglioramento continuo, č il risultato di scelte su cosa fare dentro e cosa comprare, su quali funzioni accentrare e quali decentrare, su quando acquisire o vendere unitŕ aziendali e su quando fare accordi, dove allocare geograficamente le attivitŕ. Vi sono criteri e metodi da adottare, per operare in questi contesti di agilitŕ, velocitŕ e rapiditŕ di processi decisionali? 6. Sistemi. Quali tecniche o sistemi operativi adatti all'impresa rete dovranno essere sviluppati? Quali sistemi di pianificazione e controllo di gestione dell'impresa rete, if any? Č possibile stabilire standard di qualitŕ per la rete? Come sviluppare dimensioni quali linguaggi, culture, politiche di marchio e di visibilitŕ, come potenziare le comunitŕ, come promuovere formazione e apprendimenti? 7. Strutture. Le reti di impresa includono una grande varietŕ di forme, come vedremo. La rete di imprese puň includere una parte di gerarchia: quali modelli di organigrammi sono compatibili? Quali sistemi informativi, di telecomunicazioni, di social network sono adatti per la rete di imprese? Quali sistemi logistici? Quali regole e contratti formali? Quali flussi finanziari? Le risorse umane si possono gestire e sviluppare lungo la rete? E in che modo? E che dire dei sistemi di controllo della qualitŕ? 8. Nascita e morte. La rete di imprese e soprattutto i suoi "nodi" hanno un tasso di natalitŕ/ mortalitŕ piů elevato dell'impresa tradizionale. Gestire la nascita e la morte delle imprese diventerŕ ancora piů importante che gestire le imprese. Chi lo farŕ e come? 9. Vincoli e opportunitŕ. La legislazione, le relazioni industriali, la cultura manageriale sono oggi vincoli e opportunitŕ allo sviluppo di forme di rete di imprese. La globalizzazione dell'economia, lo sviluppo dei servizi, le nuove tecnologie, la cultura dei giovani, invece, sembrano operare piů come fattori facilitanti quando addirittura non cogenti. Come gestire (e non subire) vincoli e opportunitŕ? Cosa puň fare l'impresa, e cosa possono fare le istituzioni pubbliche? Vi sono nuovi programmi e regole nazionali e regionali per la costituzione delle reti di impresa: quale č la loro efficacia e impatto? In tale quadro, un'Agenzia Strategica (una grande impresa, una media impresa, un ente governativo, una Camera di commercio, un'associazione imprenditoriale, un istituto di credito) puň esercitare un ruolo centrale nella promozione e governo delle reti inter-organizzative per la competitivitŕ dei territori, mettendo a fuoco i propri interventi di policy avendo come oggetto prioritario queste nuove forme di impresa, quasi-impresa, sistemi di impresa usando diverse leve: - innanzitutto, fornendo o favorendo l'accesso a risorse chiave, come credito, finanziamenti, sgravi fiscali, servizi per l'internazionalizzazione, conoscenze, marketing ecc.; - agendo da fluidificatore delle reti tra imprese, che sappia rimuovere ostacoli nelle strutture relazionali e irrobustire nodi, processi, strutture di governance laddove necessario; inserendosi direttamente nelle strutture relazionali come ponte per connettere nodi disconnessi; - esercitando a pieno il ruolo di meta-manager di reti inter-organizzative ossia imprimendo al sistema un indirizzo strategico di fondo, governando i processi "politici" interni alla rete ossia la distribuzione di potere e risorse e creando le condizioni culturali, strategiche organizzative e tecnologiche; - facendo leva sull'essere un policy maker cross-settoriale e multi-territoriale. Le reti di impresa hanno successo se si integrano entro "piattaforme industriali" (ad es. IT, Green economy, portualitŕ e logistica), entro cluster territoriali (es. distretti, economie regionali, etc.), sistemi eterogenei interistituzionali (che includono imprese pubbliche, amministrazioni, istituzioni e associazioni). La nostra tesi č che azioni di governo della rete attraverso nuove forme di management e di meta-management sono tanto piů efficaci quanto piů contribuiscono a supportare e strutturare reti organizzative robuste o che tendono a diventare tali, ossia imprese reti e reti di impresa governate; sono tanto meno efficaci o quanto meno misurabili quanto piů supportano solo processi di networking poco definiti destinati a rimanere tali. Nei termini di Axelsson, policy e management hanno effetto su reti che esprimono a) modelli di relazione fra diverse organizzazioni per raggiungere fini comuni. Hanno un effetto minore o nullo quando le reti di cui si parla sono solo b) "connessioni lasche fra organizzazioni legate da relazioni sociali" o c) un insieme di due o piů relazioni di scambio.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
19

Siclari, Paola. « La participación en el programa Chile-Barrio : evaluación en curso y propuestas de mejoramiento ». Revista INVI 18, no 46 (1 janvier 2003). http://dx.doi.org/10.5354/0718-8358.2003.62245.

Texte intégral
Résumé :
El paper presenta los resultados de una evaluación del modelo de acción participativa activado en Chile desde 1997 a través de un programa público para la superación de la pobreza, quinquienal, el Programa Chile-Barrio (empowerment process). El análisis fue desarrollado entre Septiembre 1999-Junio 2000 sobre 102 comunidades locales, casi el 19% del total de comunidades beneficiarias (106.162 familias contabilizadas al año base del Programa, 1996). Los resultados evidencian algunas limitaciones del modelo de acción participativa, se sugieren estrategias de mejoramiento. La evaluación se concentra en la eficacia del modelo. El trabajo fue desarrollado como tesis en la Scuola di Specializzazione in Pianificazione Urbana e territoriale applicata ai paesi in via di sviluppo (Istituto Universitario di Architettura di Venezia).
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
20

« Le politiche di localizzazione industriale in Italia tra anni Trenta e Sessanta. Intervista a Rolf Petri ». STORIA URBANA, no 130 (octobre 2011) : 193–220. http://dx.doi.org/10.3280/su20011-130008.

Texte intégral
Résumé :
Facendo riferimento agli scritti pubblicati da Rolf Petri (in particolare:, Milano, FrancoAngeli, 1990;, in «Meridiana. Rivista di storia e scienze sociali», 11 (1991), pp. 73-112;, Bologna, il Mulino, 2002), l'intervista ruota attorno alle questioni della continuitŕ e delle innovazioni che č possibile riconoscere nelle politiche per l'industria e l'industrializzazione attuate in Italia dopo la Seconda guerra mondiale. Nella prima parte dell'intervista si discute dei modelli e delle principali ipotesi teoriche che sostanziano il dibattito del secondo dopoguerra. Ricostruendo la genesi dei provvedimenti operati dalla Cassa per il Mezzogiorno, viene, in particolare, messa a fuoco la specificitŕ di una tradizione italiana dell'intervento pubblico in campo economico e si osserva come essa rielabori spunti e sollecitazioni che vengono dal dibattito internazionale. La seconda parte propone una riflessione piů specifica sulle relazioni tra politiche industriali e politiche insediative e di sviluppo territoriale, in rapporto alla questione urbana e all'emergente dibattito attorno alla pianificazione regionale. Infine, gli argomenti trattati nella parte conclusiva riguardano gli attori del processo d'industrializzazione in Italia e le loro culture.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
Nous offrons des réductions sur tous les plans premium pour les auteurs dont les œuvres sont incluses dans des sélections littéraires thématiques. Contactez-nous pour obtenir un code promo unique!

Vers la bibliographie