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Letizia Cinganotto. « L' apprendimento precoce delle lingue : quadri teorici, riflessioni e esperienze ». IUL Research 2, no 4 (20 décembre 2021) : 175–87. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i4.176.

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Résumé :
A partire da alcuni cenni al quadro normativo internazionale e nazionale, tra cui la Raccomandazione del Consiglio per un approccio globale all’apprendimento e insegnamento delle lingue (2019) e le Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, il contributo farà riferimento ad alcuni studi e ricerche nel campo dell’apprendimento precoce delle lingue, che ne hanno dimostrato gli enormi benefici in termini di sviluppo linguistico, interculturale, sociale, cognitivo e personale. Tra le varie esperienze in questo ambito, si farà riferimento al progetto Healthy Linguistic Diet (HLD) promosso da Indire su un campione di scuole italiane del primo ciclo, compresa la scuola dell’infanzia e ad altre esperienze significative realizzate da alcuni insegnanti della scuola dell’infanzia nell’ambito del corso di perfezionamento sulla metodologia CLIL promosso dall’Università Telematica degli Studi IUL.
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2

Maria Samuelli, Anna. « Il diritto dei più vulnerabili e dei più deboli non è un diritto debole : povertà e difficoltà educative nel tempo della pandemia ». MINORIGIUSTIZIA, no 4 (juin 2021) : 27–36. http://dx.doi.org/10.3280/mg2020-004003.

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Résumé :
La pandemia ha reso visibile il tema della povertà educativa ereditato dal passato. Si parla di generazione Covid che vede il futuro come incognita. La mancanza di attenzione da parte della politica verso la scuola, la ricerca e la cultura non è nuova. Lo sviluppo economico teso alla conquista del benessere, ha subìto una accelerazione senza precedenti e ha determinato nel mondo globalizzato lo sfruttamento illimitato delle risorse naturali con la conseguenza di catastrofi umanitarie. La violazione dei diritti umani solo formalmente conquistati ma di fatto negati hanno reso più fragili le nostre democrazie. Urge una mobilitazione civile, possibile se si ripensa il processo di formazione della persona. La sollecitazione alla resilienza e il ripristino del valore della relazione per ricreare la dimensione comunitaria, è compito degli educatori. La scuola è il luogo della cura, non il problema. Gariwo, Il Giardino dei Giusti dell'Umanità, propone un diverso approccio al lavoro storico nelle scuole, fondato sulla memoria del bene. I giusti che riconoscono il volto dell'altro, esemplificano il valore del coraggio, della libertà, dell'autonomia di pensiero e ripropongono il tema della responsabilità personale per affrontare le sfide del presente. Aprono al cambiamento e al futuro.
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3

Galletti, Alessandra, et Beate Weyland. « LEA : una ricerca europea per diffondere la progettazione condivisa di spazi scolastici. Colegio Italiano a Bogotà : un caso applicativo ». IUL Research 3, no 6 (21 décembre 2022) : 250–70. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.363.

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Architettura e pedagogia hanno un ruolo fondamentale nella definizione dell’identità educativa di una scuola, il Progetto di Ricerca Europeo Learning Environment Applications (LEA), ha come fine la diffusione delle esperienze interdisciplinari partecipative per la progettazione degli spazi scolastici (Woolner, 2018), chiamata nei paesi germanofoni “fase zero”(Weyland, 2018). Nel Progetto LEA sono stati oggetto di indagine vari campi applicativi utili alla diffusione della “Fase 0” (Woolner, 2010); sarà quindi affrontato il tema della progettazione di strumenti (Weyland, 2017) rivolti a personale scolastico, progettisti, amministratori, per standardizzare le attività delle fasi 0 e velocizzare la raccolta delle esigenze dei partecipanti. Infine sarà presentata l’eperienza della fase di test dei prototipi, in un percorso di progettazione condivisa per il ripensamento degli spazi nella Scuola italiana Leonardo da Vinci a Bogotá in Colombia.
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Zanini, Andrea. « Formazione professionale e sviluppo : gli esordi dell'istruzione alberghiera in Italia ». SOCIETÀ E STORIA, no 136 (juillet 2012) : 355–86. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-136005.

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Questo articolo traccia l'evoluzione dell'offerta formativa alberghiera in Italia dalle origini alla vigilia della seconda guerra mondiale. Agli inizi del Novecento il settore ricettivo italiano č caratterizzato da una scarsitÀ di forza lavoro che ne limita lo sviluppo. Secondo l'opinione degli albergatori questa situazione č causata dall'assenza di un adeguato sistema formativo. In conseguenza di ciň, dal volgere del secolo in avanti, la SocietÀ italiana degli albergatori (l'associazione degli imprenditori) porta avanti numerosi tentativi per avviare una specifica scuola. Sfortunatamente nessuno di questi riuscirÀ, cosicché la prima scuola per lavoratori d'albergo sarÀ aperta solo nel 1914 dal Touring club italiano. Dopo la prima guerra mondiale le opportunitÀ formative per il personale d'hotel aumentano considerevolmente, grazie anche all'intervento statale mediante specifici enti, come l'Enit o l'Enfala, e per effetto della riforma delle scuole di avviamento professionale. In ogni caso, nonostante le diverse proposte avanzate in questo periodo, l'autore sostiene che lo sforzo di realizzare un moderno sistema formativo per gli addetti al settore ricettivo, come quello svizzero e tedesco, non puň dirsi pienamente riuscito.
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Matucci, Giuditta. « Il diritto a un'istruzione inclusiva e di qualità ». MINORIGIUSTIZIA, no 4 (juillet 2022) : 51–58. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-004006.

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Con l'entrata in vigore della Costituzione repubblicana e l'enunciazione del principio della scuola aperta a tutti, si è imposto al legislatore di delineare un sistema d'istruzione capace di ricomprendere le varie forme di diversità presenti nella realtà per favorire il processo di crescita e di autorealizzazione personale e la partecipa-zione sociale di ciascuno. Il cammino compiuto dal no-stro ordinamento a partire dagli anni '70 verso la co-struzione di una scuola inclusiva ha svelato un'attenzione progressiva verso le molteplici aree di vulnerabilità presenti nella popolazione studentesca, escogitando misure capaci di compensare lo svantaggio iniziale a favore di esigenze di equità e di giustizia. La varietà delle situazioni di bisogno all'interno delle nostre classi ha poi portato ad estendere le garanzie di flessibi-lità didattica al di fuori delle originarie aree d'interesse, stimolando una riflessione sull'attualità dei paradigmi tradizionali e ponendo in dubbio la compiutezza del no-stro modello inclusivo.
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Resca, Federica, Paola Visconti, Sandra Bertana, Paola Attanasi et Giuseppe Gobbi. « L'ospedale va a scuola. Un'esperienza di promozione della salute proposta dalla Scuola Ospedaliera e rivolta ai bambini della Scuola Primaria ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (juillet 2011) : 157–71. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002010.

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Data la forte attenzione al ruolo che l'ospedale e la scuola hanno in quanto soggetti promotori di salute, il presente contributo presenta un'esperienza che ha avuto l'obiettivo di promuovere l'incontro tra bambini della scuola primaria e ospedale come occasione per favorire l'attivazione di risorse e di strategie difunzionali alla costruzione di un percorso di salute all'interno della propria storia di vita. La scuola ospedaliera č entrata nelle classi nelle quali sono state proposte attivitŕ didattiche sull'utilitŕ sociale dell'ospedale in quanto garante del diritto alla salute, sulla struttura ospedaliera, sul vissuto emotivo elicitato dall'ospedale. Successivamente ogni classe ha visitato l'ospedale, ha preso contatto con i bambini ricoverati, ha effettuato un incontro con il personale infermieristico, ha partecipato ad un incontro con una chirurga pediatra, una neuropsichiatra e una psicologa finalizzato a sensibilizzare i bambini rispetto all'attivitŕ ospedaliera e alla disabilitŕ. L'ultima fase č consistita nel riproporre ai bambini l'attivitŕ sul vissuto emotivo legato all'ospedale e un questionario di valutazione dell'esperienza, sottoposto anche alle insegnanti. I risultati vengono riportati in quanto narrazione di esperienza significativa.
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Cuccaroni, Valerio. « Didattica pandemica. La digitalizzazione forzata della scuola italiana durante l'epidemia da Covid-19 ». PRISMA Economia - Società - Lavoro, no 1 (août 2021) : 59–76. http://dx.doi.org/10.3280/pri2020-001005.

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La pandemia da Covid-19 ha indotto le istituzioni scolastiche italiane a sostituire la didattica in presenza con una varietà di forme di apprendimento online. Per indicare queste forme di e-learning, il governo italiano ha fatto ricorso al termine Didattica a Distanza (DaD) creando un neologismo semantico che denuncia la mancanza di inquadramento storico-pedagogico e di un piano già predisposto, con la conseguente necessità di improvvisare. Come nel resto d'Europa, la maggior parte dei docenti ha insegnato online per la prima volta e ha trasposto a distanza le pratiche tipiche della presenza. Criticata dal movimento nazionale Priorità alla Scuola, con occupazioni di scuole e decine di manifestazioni in oltre 60 città ita-liane, alla fine del primo lockdown la DaD è stata subordinata dal Ministero dell'Istruzione alla necessità di garantire l'insegnamento in presenza, tranne che in situazioni di rinnovata emergenza sanitaria per le quali ogni scuola è stata chiama-ta a elaborare un Piano scolastico per la didattica digitale integrata. In assenza degli spazi necessari, del personale idoneo e dei trasporti sufficienti a garantire la didattica in presenza e in sicurezza, a causa dell'aumento autunnale dei contagi la DaD è tornata al 100% nelle scuole superiori da novembre 2020. In seguito alle denunce degli psichiatri sull'aumento dei ricoveri e del disagio psichico tra gli ado-lescenti, iniziate a gennaio 2021, a cui si sono aggiunti gli allarmi sull'aumento dell'abbandono scolastico, ad aprile 2021 la DaD è stata limitata al 50% in zona rossa e al 70% in zona gialla e arancione, dal nuovo Governo Draghi, dimostrando il fallimento dell'integrazione forzata della didattica digitale ma non rinunciando-vi. Stando ai dati forniti dall'osservatorio Eduscopio della Fondazione Agnelli, chi dovrebbe guidare il delicato percorso di integrazione della didattica digitale nelle pratiche educative abituali, ovvero le ventidue scuole fondatrici del movimento istituzionale delle Avanguardie Educative, promosso dall'Indire, raggiunge me-diamente ottimi risultati soltanto in ambito professionale e tecnico, mentre su 27 indirizzi che preparano all'università solo 13 figurano tra i primi posti della classifi-ca che misura i risultati dei diplomati all'esame di maturità e al primo anno di uni-versità. A fronte di questi scarsi risultati, occorre interrogarsi sullo stretto legame tra INDIRE e imprese private come le multinazionali dell'informatica e C2Group, azienda di riferimento in Italia nel settore, che fornisce ambienti digitali integrati alle scuole ed è sponsor della fiera Didacta, inserita dal MIUR tra gli eventi previsti dal piano pluriennale di formazione dei docenti.
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Mancini, Giacomo, Nicole Righi, Elena Trombini et Roberta Biolcati. « Intelligenza emotiva di tratto e burnout professionale negli insegnanti di scuola primaria. Una revisione della letteratura ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mai 2022) : 1–22. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa13705.

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La presente rassegna si propone di esaminare le pubblicazioni scientifiche internazionali che hanno indagato il rapporto tra l'Intelligenza Emotiva (intesa secondo il modello dei tratti e valutata attraverso questionari self-report), e il burnout professionale (caratterizzato da esaurimento emotivo, sentimenti di depersonalizzazione e ridotta autoefficacia) negli insegnanti di scuola primaria. Le recenti ricerche in questo campo, che non sono ancora state sufficientemente sistematizzate, sottolineano infatti l'importanza delle competenze emotive per facilitare e migliorare sia la prestazione lavorativa dei docenti, sia i processi di insegnamento-apprendimento. Alti livelli di Intelligenza Emotiva negli insegnanti sono correlati da un lato a una riduzione dello stress e dell'affaticamento emotivo, e dall'altro ad una maggiore soddisfazione personale nello svolgimento del proprio lavoro; inoltre, sono associati a migliori rapporti con tutti i protagonisti dell'ambiente educativo, con conseguenti effetti positivi sulla qualità della relazione con gli alunni e delle acquisizioni dei saperi.
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Carlotta Pizzi. « Discipline STEAM e studenti Altamente Sensibili : Promuovere lo sviluppo di competenze trasversali e la valorizzazione delle differenze individuali nell'apprendimento. » IUL Research 1, no 2 (1 décembre 2020) : 94–106. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v1i2.64.

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Le discipline STEAM rappresentano uno strumento didattico efficace per la promozione della parità, la valorizzazione delle differenze individuali come occasione di crescita collettiva e lo sviluppo di competenze trasversali che favoriscano la costruzione integrata della propria identità personale e professionale. In quest’ottica rappresentano un’opportunità di emersione e realizzazione per tutti quegli studenti Altamente Sensibili caratterizzati da una personalità introversa, e portatori di inclinazioni, necessità e potenzialità di cui la scuola deve necessariamente tenere conto per realizzare una didattica realmente inclusiva e costruttiva. Se posti nelle giuste condizioni, coi giusti strumenti e un corretto approccio metodologico basato sulla conoscenza e la consapevolezza del ruolo che genetica, ambiente ed esperienze formative giocano nella costruzione del Sé, questi studenti potranno acquisire consapevolezza nelle proprie capacità e avere l’opportunità di realizzarsi pienamente nel rispetto delle proprie caratteristiche individuali.
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Lotti, Patrizia, et Lorenza Orlandini. « Service-Learning for the interprofessional development of school-community partnership in the LifeComp framework ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 3 (31 décembre 2022) : 160–78. http://dx.doi.org/10.36253/form-13574.

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The paper presents a reflection on the LifeComp framework within the planning activities of Service-Learning projects carried out in mixed teams composed of teaching staff and educators from the non-profit sector. By considering the theme of interprofessionality as a central field of the development of the teaching profession within the educational scenarios generated by the pandemic, by national and international indications, the research focuses on the identification of the competences of the LifeComp framework present in the narratives produced by teachers and educators during the first phase of the project. Using service learning is functional to enable the teachers and educators involved to adopt an attitude of research and openness towards the other; at the same time, it is an approach that can provide a methodological framework for designing student-centred interventions and school-territory collaboration that simultaneously develop cognitive and educational skills. Il Service-Learning per lo sviluppo interprofessionale della collaborazione scuola-territorio nel quadro del LifeComp. Il paper presenta una riflessione sul framework LifeComp all’interno delle attività di progettazione di percorsi di Service Learning realizzate in equipe miste, composte da personale docente ed educatori del terzo settore. Considerando centrale il tema dell’interprofessionalità come ambito dello sviluppo della professione docente all’interno degli scenari educativi determinati dalla pandemia, dalle indicazioni nazionali e internazionali, la ricerca si focalizza sull’individuazione delle competenze del framework LifeComp presenti nelle narrazioni prodotte da docenti ed educatori nel corso della prima fase di avvio del percorso. L’apprendimento servizio è funzionale ad attivare nei docenti e negli educatori un atteggiamento di ricerca e apertura verso l’altro; allo stesso tempo è un approccio in grado di fornire una cornice metodologica per la progettazione di interventi centrati sullo studente e sulla collaborazione scuola-territorio che sviluppano contemporaneamente competenze di tipo cognitivo ed educativo.
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Barbara Letteri et Giuseppe Filippo Dettori. « Inclusione e leadership : il ruolo del dirigente scolastico nella promozione della valorizzazione delle differenze ». IUL Research 3, no 5 (17 juin 2022) : 87–102. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.202.

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Il contributo presenta i risultati emersi da una ricerca che ha coinvolto 24 dirigenti scolastici, che hanno partecipato a dei focus group sul loro ruolo nel favorire l’inclusione degli studenti con Bisogni Educativi Speciali. I focus group hanno focalizzato l’attenzione sulla responsabilità del capo d’istituto nella promozione del benessere a scuola di tutti gli studenti, specie di coloro che presentano maggiori difficoltà. Dall’indagine emerge la grande importanza del dirigente nel promuovere l’inclusione. La ricerca evidenzia, inoltre, la necessità di una maggiore formazione di tutto il personale scolastico (compresi i dirigenti) sulla pedagogia e didattica speciale, per avere strumenti più incisivi da realizzare per un clima più attento alla valorizzazione delle differenze.
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Ferrantino, Concetta, Maria Tiso et Iolanda Sara Iannotta. « A cultural challenge : renewing the mental space for an inclusive school ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 358–66. http://dx.doi.org/10.36253/form-12633.

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Résumé :
This paper proposes a critical reflection about the need of transforming school into an inclusive environment, to promote personal enhancement and to enrich the collegial, social and cultural dimension. A short theoretical excursus, aimed at defining an open and autopoietic school system (Maturana & Valera, 1985), preempts a description of the different tools used to design and evaluate an inclusive school. The purpose is to consider the impact that these instruments could have in terms of policies, practices and inclusive cultures (Booth & Ainscow, 2002). The authors believe that inclusion is not a set of policies and practices, but a mental space, able to establish a culture shared by the different stakeholders of the school community. Una sfida culturale: rinnovare lo spazio mentale per una scuola inclusiva. Il contributo propone una riflessione critica di carattere espositivo rispetto all’urgenza di trasformare la scuola in un ambiente inclusivo, al fine di promuovere la valorizzazione personale e arricchire la dimensione collegiale, sociale e culturale. Dopo un breve excursus teorico, finalizzato alla definizione di un sistema formativo aperto e autopoietico (Maturana & Valera, 1985), sono presentati i diversi strumenti utili alla progettazione e valutazione di una scuola inclusiva. Scopo della riflessione è considerare l’impatto che questi strumenti sono in grado di determinare in termini di politiche, prassi e culture inclusive (Booth & Ainscow, 2002). Il presupposto alla base della riflessione degli autori è considerare l’inclusione non soltanto un insieme di politiche e pratiche, ma soprattutto uno spazio mentale, in grado di determinare una cultura diffusa e condivisa dai diversi stakeholder della comunità scolastica.
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Cameron, Samuel. « A Model of Victim Compensation ». Journal of Public Finance and Public Choice 9, no 1 (1 avril 1991) : 57–65. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907345216.

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Résumé :
Abstract Il risarcimento a favore delle vittime di crimini è un meccanismo statale che è stato istituito, negli Stati Uniti, a partire dagli anni sessanta e che attualmente è in vigore in più di trenta stati.Questa forma di assistenza è stata criticata dagli economisti della scuola della Public Choice, sia perché potrebbe far aumentare l’«offerta di reati», sia perché coloro che amministrano il sistema di pagamento, perseguendo il proprio interesse personale, potrebbero favorirne l’espansione oltre la dimensione ottimale.Il primo argomento, sottoposto a verifica in un altro scritto dello stesso A., non ha trovato riscontro nell’evidenza empirica disponibile. Il fine del presente lavoro è stato quello di approfondire, sulla base dei dati disponibili, la validità del secondo argomento: quello attinente alia potenziale espansione di origine burocratica delle prestazioni di risarcimento.Se si considerano le norme in base alle quali i pagamenti devono essere eseguiti, si vede che di per sé esse rendono poco probabile una espansione eccessiva del sistema di risarcimento, dato che presuppongono che i pagamenti siano effettuati soltanto qualora si verifichino particolari circostanze (che il reato sia commesso da persone che non siano parenti del danneggiato, che le vittime cooperino con la polizia, che siano esclusi dal risarcimento coloro che hanno redditi elevati e che i crimini siano violenti).L’evidenza empirica, d’altra parte, dimostra che non vi è alcun elemento che suffraghi l’ipotesi che la probabilità di ricevere il risarcimento dipenda dal livello di criminalita. Inoltre, la relazione tra risarcimento e numero di impiegati à negativa, fenomeno del tutto contrario alle attese, ma forse spiegabile con il maggior tempo libero di cui dispone il personale, quando la burocrazia si espande. Il ritardo medio tra l’inizio della pratica e la sua conclusione tenderebbe ad aumentare con l’aumento degli impiegati e ciò ridurrebbe la probabilità media del risarcimento.
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Sani, Serena. « L'approccio interculturale nella scuola : le politiche dell'Unione Europea in favore del potenziamento del ruolo e delle competenze degli insegnanti ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 508–29. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa10143.

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Nella nuova società globale e pluralistica appare fondamentale fornire agli insegnanti le necessarie competenze non soltanto per adattarsi ai continui mutamenti in atto, ma anche per ridefinire costantemente la loro funzione educativa e le loro metodologie didattiche. La necessità di fornire un'effettiva formazione interculturale agli insegnanti è stata più volte ribadita, nel corso degli ultimi decenni, sia dalle istituzioni europee sia da molti studiosi che hanno affrontato la questione dell'educazione e dell'integrazione degli alunni immigrati nelle scuole del Vecchio Continente. A questo proposito, particolare interesse rivestono gli inviti a partecipare ai programmi europei di mobilità per garantire a tutti gli educatori la possibilità di fare esperienze formative e di sviluppo personale che li portino ad entrare in contatto diretto con altre realtà educative e culturali e a conoscere altri punti di vista e altri modi di fare scuola. Nel presente articolo sarà posta particolare attenzione alla disamina delle Raccomandazioni, Risoluzioni e documenti vari elaborati dalle istituzioni europee in merito all'educazione interculturale e alla questione della formazione interculturale dei docenti.
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Kalniuk, Jan. « Chrześcijański wymiar czystości przedmałżeńskiej w kontekście daru i zadania ». Analecta Cracoviensia 40 (4 janvier 2023) : 139–51. http://dx.doi.org/10.15633/acr.4009.

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La castità prematrimoniale oggi tanto negata e coperta di ridicolo come un relitto del passato, porta in se una grande importanza per lo sviluppo personale d’ogni uomo. Lo scopo di presentata ellaborazione intitolata: La dimensione cristiana della castità prematrimoniale nel contesto del dono ed impegno è mostrare che la castità non è un relitto del passato ma un belissimo dono esistente nell’uomo e contemporaneamente un’impegno eccezionale. L’impegno ch’è da realizzare e da compiere „oggi” et „adesso”.Tutto il processo dell’educazione alla castità prematrimoniale è un compito. In prima parte è un compito per l’uomo che era stato arricchito da Dio Creatore con il dono della castità. È proprio lui che deve questo dono salvaguardare e curare per se stesso, come anche per la persona che incontrera nel cammino della propria vita per metterlo nelle sue mani.Anche i genitori obbligati dal impegno dell educazione propri figli devono aiutare i loro figli di comprendere in modo giusto et accettare la castità prematrimoniale. Per genitori quest’educazione crea un compito eccezionalmente responsabile, perchè dai loro comportamenti e testimonianze della vita in una misura notevole dipendera la crescità e maturità dei figli.Anche la Chiesa e la scuola compie nel questo processo dell’educazione alla castità prematrimoniale un ruolo eccezionale. Un giovane uomo che sta cercando una giusta risposta sulle sue travagliate domande, deve trovare in queste istituzioni un forte appoggio.Solo una completa visione dell’educazione alla castità prematrimoniale porta in se una speranza di sucesso e puo diventare reale nella vita d’ogni giovane l’uomo.L’essaminato problema è veramente largo e deve essere continuamente discusso. Il suo contenuto si trova sotto l’incessante influsso dello sviluppo dell’uomo, sotto cambiamenti nella vita delle società e nel cambio della mentalità d’uomo d’oggi. Da qui la necessità della nuova argomentazione che dovrà essere convincente per odierno giovane uomo attacato e circondato delle diverse ideologie e nuove opinioni.
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Vannozzi, Francesca, et Davide Orsini. « Il segnalamento del delinquente di Salvatore Ottolenghi ». Acta medico-historica Adriatica 20, no 1 (2022) : 139–53. http://dx.doi.org/10.31952/amha.20.1.7.

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I dermatoglifi, essendo completamente diversi da un essere umano all’altro, segnalano la diversità umana. Per questo motivo, e per le loro caratteristiche di unicità, classificazione e inalterabilità, le creste papillari sulla punta delle dita rappresentano elementi di una sicura differenziazione tra una persona e l’altra. Di conseguenza, le impronte digitali sono molto utili nell’identificazione di un essere umano.Salvatore Ottolenghi fu il primo ad utilizzare il sistema di impronte digitali per identificare gli individui e introdusse questo sistema nel suo “Cartellino di riconoscimento” nel 1902. Essendo sicuro della validità scientifica di questo metodo, lo considerava libero da potenziale interpretazione personale. Secondo lui “le impronte digitali, per loro natura, formano disegni speciali dalla nascita; questi non cambieranno per tutta la vita e saranno assolutamente diversi da un essere umano a un altro”. Questo metodo di identificazione delle impronte digitali fu immediatamente perfezionato da Giovanni Gasti, scelto da Salvatore Ottolenghi come suo assistente personale presso la Scuola di Polizia Scientifica. Per questo motivo, il metodo è stato chiamato “Sistema Gasti (Sistema Gasti)”. Fu usato per tutto il Novecento.
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Pozzoli, Tiziana, et Gianluca Gini. « Bullismo a scuola : fattori psico-sociali associati ai ruoli di difensore della vittima e osservatore passivo ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (septembre 2010) : 133–38. http://dx.doi.org/10.3280/psc2010-001013.

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Résumé :
Adottando l'approccio Ruoli dei Partecipanti allo studio del bullismo, il presente studio ha analizzato: (a) le caratteristiche individuali (atteggiamenti, responsabilitŕ personale e strategie di coping) di difensori e osservatori passivi; (b) la relazione esistente tra i due ruoli e l'accettazione da parte dei pari in bambini di scuola primaria e media. I risultati mostrano un atteggiamento piů positivo nei confronti delle vittime, una maggiore responsabilitŕ personale per l'intervento e un maggior utilizzo di strategie di problem solving e di internalizzazione da parte dei difensori ri- spetto agli osservatori passivi. Infine, i difensori risultano essere piů accettati dai compagni rispetto agli osservatori passivi. Questi risultati hanno importanti implicazioni per i programmi anti-bullismo.
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Bragazzi, Nicola Luigi, et Cristina Tornali. « La medicina del rinascimento e la scoperta della circolazione minore ». Acta medico-historica Adriatica 15, no 2 (2017) : 271–82. http://dx.doi.org/10.31952/amha.15.2.5.

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Michele Serveto (1511-1533) è stato un umanista, medico e teologo. Si dedicò allo studio della Bibbia e si interessò anche alle scienze, astrologia, meteorologia, filosofia scolastica, geografia, legge, anatomia e matematica. Michele Serveto sviluppò una solida conoscenza delle lingue classiche (latino, greco ed ebraico) che egli utilizzerà molto per i suoi studi. Dopo i primi studi in casa e poi nella scuola del convento di Monte-Aragón, nel 1524 Serveto prestò servizio per due anni presso Juan de Quintana di Majorca, dottore alla Sorbona di Parigi, francescano minorita e importante membro delle Cortes di Aragona. Inizialmente sembrava essere destinato al sacerdozio ma poi, all’età di diciassette anni, nel 1528, Serveto fu mandato dal padre a studiare legge all’università di Tolosa, prestigiosa università per gli studi di giurisprudenza, ma dopo appena un anno abbandonò richiamato nel 1529 da Quintana, diventato nel frattempo confessore personale dell’imperatore Carlo V. È stato tardivamente riconosciuto come il primo medico – almeno in Europa – ad aver descritto la circolazione polmonare o circolazione minore. Per le sue posizioni contro la Trinità, è stato arrestato, processato e mandato al rogo a Champel, nel sobborgo ginevrino. Serveto rappresenta un profondo innovatore, sia nell’ambito della teologia che della medicina, un martire e un gigante del libero pensiero.
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Todaro, Letterio. « La cultura dell’educazione e le sue trasformazioni nel passaggio critico degli anni Sessanta /Settanta : conversazioni con Carmen Betti ». Espacio, Tiempo y Educación 5, no 1 (1 janvier 2018) : 281. http://dx.doi.org/10.14516/ete.198.

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Carmen Betti è tra le figure di riferimento della ricerca italiana in area storico-educativa. Per diversi anni ha insegnato presso l’Università di Firenze, rappresentando con i suoi lavori e con i suoi studi, una voce autorevole e notevolmente qualificata nel panorama italiano della disciplina. L’incisività dei suoi lavori ha contribuito a rafforzare il riconoscimento di una tradizione che porta a individuare nella sede fiorentina una «scuola» di alto profilo dell’accademia italiana nell’ambito degli studi di storia dell’educazione. La sua ricerca ha evidenziato un costante impegno a segnalare lungo i sentieri della storia dell’educazione un cantiere aperto per la costruzione di valori civili, indicando quali criteri «orientatori» dell’impegno intellettuale che caratterizza il lavoro dello storico dell’educazione la tensione a legare la lettura storica dei processi formativi con i motivi della conquista collettiva di spazi di libertà, di democrazia, di emancipazione. Recentemente ha ricoperto la funzione di Segretaria del Centro Italiano per la Ricerca Storico Educativa, segnando con il suo impegno l’attivazione di importanti strumenti di raccordo a servizio della comunità scientifica italiana degli storici dell’educazione e offendo un contributo qualificante per spingere in avanti le piste della ricerca sul terreno della storia dell’educazione.Per dare avvio alla conversazione mi sembra perciò utile chiedere all’interlocutrice una breve presentazione del proprio percorso professionale e un aiuto nel ricordare, attraverso anche spunti di memoria personale, i punti salienti che hanno segnato l’evoluzione del suo profilo di studiosa.
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Testa, Maria Vittoria, Nadia Boido, Patrizia Montone, Simona Arrŕ et Elena Bonardi. « Io sono unico e speciale : l'educazione alla sessualitŕ come prevenzione dell'abuso. Un'esperienza nel territorio di Alba e Bra ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 2 (juin 2010) : 97–107. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-002008.

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Résumé :
Il progetto nasce come intervento di promozione della salute emotiva-sessuale dei bambini. Si propone di trasferire competenze preventive alle figure di riferimento dei bambini della scuola dell'infanzia e primaria attraverso l'attivazione di laboratori finalizzati a favorire una maggiore consapevolezza del proprio corpo e a promuovere la sicurezza personale. Il metodo interattivo ha facilitato il dialogo tra i diversi attori coinvolti, la consapevolezza sul tema e l'attivazione di fattori protettivi nel contesto di vita del bambino. Il progetto si č realizzato in quattro anni e i risultati dell'indagine effettuata si riferiscono al secondo anno di attuazione. La prospettiva č che gli insegnanti giŕ formati diventino a loro volta conduttori di gruppi di altri insegnanti, favorendo l'inserimento del progetto nelle attivitŕ curricolari per promuovere una cultura piů attenta alle necessitŕ dei bambini.
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Arcidiacono, Evelina, et Riccardo Ganazzoli. « A scuola si impara a vivere : la mediazione del conflitto tra pari ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 212–18. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002019.

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Il cervello-mente è un organo sociale e come tale necessita di contesti esperienziali ricchi di stimoli cognitivo-affettivo-relazionali per favorire la costruzione di una sana identità personale e un'adeguata regolazione degli stati emotivi. Questa importante funzione sociale si sviluppa gradualmente nel corso dell'infanzia ed è originata dalle prime esperienze relazionali di "Attaccamento" del bambino con la madre e da un insieme di "cure ambientali" "sufficientemente buone" e "contenitive" sperimentate nell'incontro con il mondo e con l'Altro. È proprio all'interno di questi contesti relazionali che i bambini imparano a vivere, guardando e riproponendo i comportamenti che "vedono", i discorsi che "sentono", i modelli relazionali a cui sono costantemente esposti. La Scuola diviene, così, il luogo privilegiato in cui si possono sperimentare forme di convivenza pacifica e non violenta, fondate sul riconoscimento dell'altro e nel rispetto delle differenze, al fine di sviluppare le competenze sociali utili a contrastare la diffusione della violenza giovanile. All'interno di questa visione si inserisce il lavoro sulla Peer Mediation realizzato dall'Istituto Comprensivo "Antonio Ugo" di Palermo. L'obiettivo del progetto è quello di creare un sistema efficace per la risoluzione dei conflitti che insorgono tra gli alunni.
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Angelo Paletta, Serena Greco et Enrique Martín Santolaya. « Leadership, innovazione e cambiamento organizzativo. Promuovere comunità di apprendimento professionale ». IUL Research 3, no 5 (15 juin 2022) : 1–5. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.361.

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Il concetto di Professional Learning Community (PLC) riconosce l’importanza di un processo di apprendimento continuo per tutti i suoi membri, promuovendo una cultura della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione come condizione necessaria in un ambiente complesso e dinamico per rispondere ai bisogni degli studenti. Le sfide educative del ventunesimo secolo sono spesso adattive e, dal punto di vista organizzativo, non possono essere affrontate seguendo una gerarchia verticale di decisioni-azioni e normali procedure operative. Weick e Sutcliffe hanno definito le organizzazioni capaci di affrontare le crisi con successo (High Reliability Organizations – HRO) come pienamente consapevoli e capaci di anticipare e contenere l’inatteso, sviluppando alte competenze e capacità decisionali, conoscenza trasformativa e responsabilità condivise. Applicata al contesto scolastico, la creazione di HRO si traduce nell’attenzione verso tutti quegli elementi che caratterizzano la scuola come definizione di una visione condivisa, investimento sulla formazione del personale, promozione di pratiche collaborative, ricerca, sperimentazione e innovazione, creazione di sistemi efficaci di knowledge management, apertura e interazioni con il territorio, sostegno a pratiche di leadership condivisa.
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Barausse, Alberto, et Rossella Andreassi. « Le scritture professionali di Amelia Andreassi : gli ego-documenti di una insegnante italiana del Novecento ». Cadernos de História da Educação 20 (20 septembre 2021) : e048. http://dx.doi.org/10.14393/che-v20-2021-48.

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Il contributo intende prendere in esame il valore euristico dell’archivio personale di Amelia Andreassi, maestra e poi direttrice di scuole materne private e pubbliche di Bari, importante città dell’Italia meridionale, nel corso del Novecento. La collezione, composta di libri, certificazioni, lettere e materiali didattici, fra cui i quaderni sui quali annotava personali riflessioni sulle pratiche didattiche e ludiche svolte in classe, costituiscono parte del fondo archivistico personale custodito presso il Centro di documentazione e ricerca sulla storia delle istituzioni scolastiche, del libro scolastico e della letteratura per l’infanzia (Ce.S.I.S.) dell’Università del Molise, tra le cui finalità sono previsti il recupero, la conservazione e la valorizzazione degli archivi personali degli insegnanti. Tali fondi permettono una analisi dettagliata della funzione degli scritti personali (egodocumenti) di tipo professionale. Insieme all’uso delle categorie interpretative offerte dalla storia delle culture scolastiche nella analisi si intendono raccogliere le suggestioni proposte dalla storia della memoria scolastica.
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Fontana, Margherita. « Educare alla scelta della scuola secondaria di secondo grado e orientare per preparare al futuro ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no 1 (28 avril 2018) : 165. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2018.n1.v1.1182.

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L’orientamento è un fattore strutturale di ogni processo formativo, realizzato lungo l’arco di tutta la vita; nella scuola si trovano gli spazi e le opportunità per formarsi e prepararsi alla scelta di una professione futura. Naturalmente la scuola deve acquisire la consapevolezza di ciò, tuttavia in questi anni, in cui le riforme scolastiche si sono succedute, è cresciuta la necessità di far acquisire all’orientamento il compito educativo che mette al centro l’interesse degli studenti e delle studentesse e la maturazione della loro personalità (Del Core, 2008). L’orientamento scolastico deve indirizzare gli alunni ad esplorare ed acquisire elementi fondamentali per iniziare la costruzione di una propria identità, partendo dalle competenze acquisite. Fondamentale diventa l’aiuto a riconoscere le competenze possedute, non solo per sostenere la motivazione ma anche per individuare e definire le scelte formative e di lavoro.È utile nel processo di orientamento, in particolare nella verifica della scelta fatta, riflettere sulle interconnessioni tra caratteristiche personali, specificità del percorso scolastico e caratteristiche delle figure professionali collegate. “Uno dei principali obiettivi della scuola è fornire agli studenti gli strumenti intellettivi, le convinzioni e le abilità auto-regolatorie che servono loro per autoistruirsi tutta la vita”. Imparare ad autogestirsi in situazioni diverse e anche dopo la scuola è il punto di forza che aiuterà gli adolescenti ad essere autonomi e ad “arrivare fino in fondo” (Bandura, 2012, p. 24).
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Florio, Eleonora, Letizia Caso et Ilaria Castelli. « Rappresentazioni e atteggiamenti degli insegnanti verso le diagnosi di DSA : costruzione e validazione preliminare di un questionario ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 1 (mai 2022) : 1–24. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa13224.

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Questo lavoro presenta un questionario sviluppato per raccogliere ed esplorare le rappresentazioni e gli atteggiamenti degli insegnanti rispetto al recente e considerevole aumento di diagnosi di Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) nelle scuole italiane. Il questionario Rappresentazione e Atteggiamenti rispetto ai DSA (RADSA) è stato elaborato sulla base della letteratura di riferimento e di 11 focus group con 92 insegnanti italiani di scuola primaria (96.7% femmine, età M = 47.2 anni, DS = 8.8). I trascritti dei focus group sono stati analizzati con il software T-LAB (Lancia 2012, 2018) e i contenuti sono stati convertiti in item per il questionario. Successivamente, è stata condotta un'analisi fattoriale esplorativa (con rotazione Direct Oblmin) sulle risposte di 111 insegnanti italiani di scuola primaria, per la maggior parte femmine (94.6%), che hanno partecipato alla seconda fase dello studio. Il range di età di questo secondo campione era compreso tra i 25 e i 63 anni (M = 46.1, DS = 9.34), con una media di 20.18 anni di insegnamento (DS = 11.49). Il questionario RADSA, grazie ai suoi 62 item, divisi in 12 sottoscale, è risultato capace di riflettere la complessità dell'argomento e rappresenta uno strumento di valutazione mirato ad esplorare gli atteggiamenti di insegnanti ed educatori verso la diagnosi di DSA, specialmente quelli che possono minare la qualità della relazione alunno-insegnante. Siccome il RADSA è in grado di identificare le principali rappresentazioni personali riguardanti gli alunni con DSA, si possono progettare interventi mirati per uno specifico contesto educativo, basandoli sui risultati ottenuti dalla sua somministrazione.
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Mainardi, Michele, et Lara Zgraggen. « Minori in Internet e comportamenti a rischio ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 2 (juin 2010) : 25–41. http://dx.doi.org/10.3280/mal2010-002003.

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L'indagine "Minori in Internet e comportamenti a rischio" raccoglie e analizza le risposte di 750 allievi della scuola dell'obbligo di 35 classi di 11 diverse sedi scolastiche di scuola elementare e media della Svizzera italiana, di etŕ compresa tra 8 e 16 anni, in merito ai loro comportamenti nel web, all'uso della rete Internet e, piů in generale, sull'uso del personal computer. I risultati attestano: (1) un uso capillarmente diffuso e quotidiano del PC e di Internet per tutta la fascia d'etŕ indagata, (2) una percezione relativa o parziale di rischi e reati e (3) forme di reazione e di valutazione molto personali, sovente poco ponderate e ingenue, rispetto alle situazioni che si verificano in rete.
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Colombo, Maddalena. « Apprendimenti non formali ed informali in un contesto educativo formale integrato con le arti performative in quattro scuole elementari del Canton Ticino ». Swiss Journal of Educational Research 36, no 3 (20 septembre 2018) : 407–34. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.36.3.5105.

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Il saggio riporta alcune considerazioni scaturite nell’ambito del progetto “Teatro e Apprendimento”, svolto dalla Scuola Teatro Dimitri di Verscio in Canton Ticino con il sostegno del FNS. Il progetto ha introdotto delle pratiche di apprendimento “qualitativo”, ovvero informale, secondo un approccio olistico, per il quale è molto rilevante la dimensione socio-culturale. In questa prospettiva il teatro fornisce una chiave d’accesso privilegiata al patrimonio culturale. Il piano di ricerca ha incluso: un percorso formativo con gli insegnanti di 4 scuole elementari ticinesi; dei laboratori di movimento, canto e musica, lavoro sul testo d’autore, recitazione, drammatizzazione e improvvisazione; 4 messe in scena con protagonisti i soli bambini. La raccolta e analisi dei dati qualitativi da parte di un’équipe scientifica, ha seguito alcune ipotesi circa il rapporto tra teatro e apprendimento, messe a punto per meglio descrivere il procedimento riflessivo informale (apprendere dall’esperienza): Ipotesi della motivazione, della differenziazione, dell’affinamento tecnico, dell’integrazione, dell’interezza, dell’efficacia comunicativa o dell’emozione. Il materiale narrativo raccolto (schede personali, diari di bordo, interviste qualitative) mostra come gli apprendimenti più significativi sono riconducibili alla accresciuta capacità dei bambini di portare a termine un apprendistato formale nelle discipline artistiche. L’attività sperimentale ha favorito l’espressione emozionale e la creatività, l’integrazione dei partecipanti nel gruppo, tra originalità e ripetizione, tra razionalità e corporeità.
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Di Renzo, Magda, Paolo Pace, Federico Bianchi di Castelbianco, Massimiliano Petrillo, Elena Vanadia, Simona D'Errico et Monica Rea. « La percezione genitoriale dei cambiamenti emotivo-comportamentali nei bambini con disturbo dello spettro autistico, a quattro mesi dall'inizio della pandemia ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (septembre 2022) : 1–23. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa13999.

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Résumé :
I disturbi dello spettro autistico sono caratterizzati da difficoltà nell'interazione socio-comunicativa, dalla presenza di comportamenti e interessi ristretti e ripetitivi. In determinate circostanze, ad esempio durante un periodo di lockdown, quando l'isolamento sociale e il distanziamento diventano obbligatori per tutti, in particolare per le famiglie con un bambino con disturbo dello spettro l'interruzione delle routine quotidiane (scuola, terapia, tempo libero) rischia di minare il lavoro terapeutico e i progressi che faticosamente le famiglie avevano raggiunto fino a quel momento. In questo studio abbiamo monitorato 81 famiglie di bambini con disturbo dello spettro, valutandole prima dell'inizio della pandemia e circa 4 mesi dopo, per verificare quali comportamenti dei bambini fossero peggiorati e quali invece fossero rimasti stabili o anche migliorati. Le famiglie sono state intervistate, a febbraio e luglio 2020, attraverso rating scale standardizzate e i risultati hanno evidenziato un intensificarsi nei bambini di irrequietezza motoria, difficoltà nella regolazione del sonno, mentre non sono emersi peggioramenti nelle condotte autolesive o etero-aggressive, né nelle autonomie personali. Va considerato che tutte le famiglie coinvolte nella presente ricerca erano inserite in percorsi terapeutici e non hanno interrotto il percorso di supporto psicologico (online), con lo specifico obiettivo di sostenerli nel loro ruolo genitoriale nelle fasi più critiche vissute dai bambini, e nel renderli sempre più attivi nei processi di consolidamento delle competenze acquisite dai bambini.
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Romeo, Francesco Paolo. « Disponibilit&agrave ; emozionale dell'insegnante, didattica inclusiva e cultura dell'affettivit&ag ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2022) : 297–312. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2022oa14333.

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Siamo soliti pensare che emotiva e cognitiva siano dimensioni dell'esistere tra loro disgiunte. In realtà, gli studi di matrice evolutiva spiegano come la nostra affettività sia indissolubilmente legata alla cognitività, dal momento che la "forma" che le riposte fisiologiche e motorie della persona assumono all'interno di un contesto sociale - possiamo chiamarla emozioni -, altro non è che una valutazione cognitiva degli stimoli provenienti dal contesto dipendente, specie al principio della vita, dal caregiver di riferimento. In un tempo in cui in Occidente la crisi delle agenzie educative ha raggiunto una fase oramai emergenziale e assistiamo a un investimento spesso improduttivo sulla dimensione cognitiva dello studente, l'articolo offre una cornice teorico-metodologica per comprendere le ragioni per le quali la scuola dovrebbe più intenzionalmente cogliere la dimensione emozionale dell'insegnante e del curricolo e coltivare nello studente quella fiducia interiore fondamentale per ri-avviare le esplorazioni appassionate nelle aree del sapere che possono svelare le vocazioni personali di ognuno e al contempo prevenire condizioni di disagio giovanile o più gravi momenti di "vuoto" esistenziale dinanzi a traumi massivi come la pandemia e l'attuale emergenza bellica.
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Łupiński, Józef. « Dziekani okręgowi w diecezji wigierskiej i diecezji augustowskiej czyli sejneńskiej ». Prawo Kanoniczne 49, no 1-2 (15 juin 2006) : 195–226. http://dx.doi.org/10.21697/pk.2006.49.1-2.08.

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La diocesi Wigry esistette negli anni 1799-1818, diocesi Augustów cioe’ di Sejny dal 1818 fino alla I guerra mondiale. Ambedue furono divise in decanati. Vicario foraneo rappresentante del vescovo nel decanato. Nel Regno Polacco, anche il potere civile decideva della sua nomina. Egli visitava le parocchie del decanato. I parrocci in iscritto rispondevano alle sue numerose domande. Esse riguardavano in maggioranza edifici ecclesiastici e parrocchiali, attrezzatura ecclesiastica, terreni apparteneti alla parrocchia e dei sacerdoti che svolgevano il compito pastorale. I moduli delle visite dei decani erano meno dettagliati che moduli delle visite dei vescovi. Queste invece in parte avevano simile contenuto come visite decanali; invece in modo dettagliato descrivevano la vita sacramentale e spirituale delle parrocchie. Dopo l’Insurrezzione di Gennaio 1863 nelle due categorie di visite non erano toccati problemi di proprietà terrene e fondazioni della parrocchia perché furono passatte sotto il tesoro dallo stato. In modulo delle visite del vicario forneo ufficialmente descriveva: opinione della vita personale del clero, introduzione di un nuovo parroco nella parrocchia, cura del beneficio parrocchiale dopo la morte del parrocco, conferma degli accordi tra il parroco e vicario, assicurazione di continuità delle funzioni nella parrocchia nel caso di assenza del sacerdote, controllo dei libri delle metriche, consegna della corrispondenza e degli ordini del vescovo, accompagnamento al vescovo durante sua visita nel decanato, formazione dell’opinione nel caso di erezione di una nuova parrocchia oppure nel caso di spostamento dei villaggi da una parrocchia all’altra e cura delle scuole elementari
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Grion, V., S. Roberts et G. Casanova. « Valutare gli insegnanti italiani ? Uno sguardo alle esperienze europee ». RIV Rassegna Italiana di Valutazione, no 49 (mai 2012) : 119–35. http://dx.doi.org/10.3280/riv2011-049008.

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Résumé :
La problematica della valutazione degli insegnanti italiani risulta oggi al centro di un emergente dibattito sia all'interno delle scuole, sia in ambito di politica scolastica. L'evoluzione del ruolo e dei compiti dell'insegnante nel contesto dei processi di autonomia delle scuole e i richiami, provenienti dall'Europa comunitaria, alla ricerca di una migliore qualitŕ dei sistemi scolastici nazionali rendono sempre piů urgente la necessitŕ di fornire alle scuole e ai decisori politici, strumenti per valutare la professionalitŕ del personale scolastico. L'Italia, in effetti, rappresenta in tal senso il fanalino di coda dei paesi europei, non disponendo di alcun sistema di valutazione degli insegnanti. In questo contesto, il contributo qui presentato, frutto di un lavoro di ricerca teorica comparativa, svolta su documenti di ricerca relativi alla valutazione degli insegnanti in ambito internazionale, intende mettere in luce vantaggi e limiti di diversi sistemi e strumenti di valutazione dei docenti, abbozzando una proposta per la messa in atto di un sistema valutativo nazionale. I risultati ottenuti sono discussi in relazione allo specifico punto di vista pedagogico assunto dalle ricercatrici.
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Mansi, Adriano. « Nascita e sviluppo della Conferenza permanente dei rettori delle università italiane (1957-1973) ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 300 (novembre 2022) : 153–79. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-300020.

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Résumé :
La Conferenza permanente dei Rettori delle università italiane (Crui) fu uno degli attori principali sulla scena universitaria negli anni Sessanta. I rettori divennero presto la componente con più possibilità di influire sulla politica accademica, anche grazie agli intrecci con la politica e le istituzioni. Non erano solo professori ordinari, ma figure ai vertici della propria disciplina, spesso parte dell'amministrazione centrale. Ciò conferiva loro grande capacità di influenza, soprattutto se organizzati in una struttura stabile. L'autore chiarisce quali furono i primi sviluppi della Conferenza; come si pose di fronte alle trasformazioni negli atenei; il grado di influenza sulle decisioni politiche; le relazioni con le altre componenti accademiche. L'autore ha svolto la ricerca presso gli archivi di alcuni atenei, non esistendo un fondo Crui. Sono stati inoltre utilizzati alcuni fondi personali: quello dell'ex-ministro della Pubblica istruzione Luigi Gui (Dc) e quello di Tristano Codignola, allora responsabile scuola del Psi.
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Patuano, Chiara. « The development of life skills : between archive and teaching ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 3 (31 décembre 2022) : 252–59. http://dx.doi.org/10.36253/form-13114.

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Being a teacher is a complex and articulated task. The pandemic and the consequent introduction of distance learning in schools, has increased the difficulties of the Italian educational system. Students have lost the opportunity to learn through an involving sensorial, emotional and cognitive experience, while teaching has become even more transmissive, and in other words, mis-educational, mis-instructional and ineffective. This contribution seeks to highlight the importance of an historical reflection as the tool for understanding our own personal identity. A particular focus is given to the Ligurian Archive of People’s Writing (Archivio Ligure della Scrittura Popolare - ALSP), which, in collaboration with the University Museum System (Sistema Museale dell’Ateneo - SMA) of Genoa, aims at bringing the archive closer to the schools by creating and implementing educational paths. Lo sviluppo delle competenze per la vita: tra archivio e didattica. Essere insegnante è un compito complesso e articolato: la pandemia, con la conseguente attivazione della didattica a distanza, ha acuito le difficoltà del sistema scolastico italiano sottraendo agli studenti la possibilità di imparare attraverso l’esperienza cognitiva, emotiva e sensoriale, rendendo l’insegnamento ancor più trasmissivo e quindi de-formante, dis-educante e de-istruttivo. Questo contributo cerca di mettere in evidenza l’importanza della riflessione storica come strumento di comprensione dell’identità personale. Particolare attenzione verrà data all’Archivio Ligure della Scrittura Popolare (ALSP), che, in collaborazione con il Sistema Museale dell’Ateneo (SMA) dell’Università degli Studi di Genova, si pone l’obiettivo di avvicinare l’archivio al mondo delle scuole attraverso la creazione e la sperimentazione di percorsi didattici.
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Filosofi, Fabio, Angela Pasqualotto et Paola Venuti. « Representation of disability within the school textbook : primary school teachers’ attitudes ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 106–19. http://dx.doi.org/10.36253/form-12559.

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The school textbook is a cultural artefact capable of conveying a particular cultural and social imagery that clearly affects the attitudes of teachers and learners towards disability. This paper presents an exploratory-descriptive study that aims to investigate the attitudes of primary school teachers towards the representation of disability within the school textbook. Correlation between attitudes and teaching qualifications and experience were also sought. For this purpose, a questionnaire was constructed starting from macro-themes that emerged from semi-structured interviews during the previous qualitative phase. Findings have shown that teachers, while aware of the low educational value of the textbook and the scarcity of images and texts related to disability, have positive attitudes towards inclusive representation, use and design of materials related to special needs. Finally, teachers with the specialization for support activities were found to have more positive attitudes towards the representation and management of materials representing the reality of disability. Rappresentazione della disabilità nei libri di testo: gli atteggiamenti degli insegnanti della scuola primaria. Il libro di testo scolastico costituisce un artefatto culturale che veicola un particolare immaginario destinato ad influenzare le percezioni di insegnanti e alunni. L’articolo presenta uno studio esplorativo-descrittivo che mira ad investigare gli atteggiamenti dei docenti nei confronti della rappresentazione della disabilità all’interno dei libri di testo scolastici. A tale scopo è stato costruito un questionario ad hoc a partire dai macro-temi emersi dalle interviste semi-strutturate durante la precedente fase qualitativa. La ricerca mostra che gli insegnanti, pur consapevoli dello scarso valore educativo del libro di testo e della scarsità di immagini e testi relativi alla disabilità, hanno atteggiamenti positivi nei confronti della rappresentazione inclusiva e delle competenze personali nella gestione di materiali relativi alla realtà dei bisogni speciali. Gli insegnanti in possesso della specializzazione per le attività di sostegno, infine, tendono ad avere atteggiamenti più positivi nei confronti della rappresentazione della e dell’utilizzo di immagini e testi disabilità all’interno dei libri di testo rappresentanti la disabilità.
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Di Giorgio, Michele. « Educare il poliziotto. Programmi, metodi e materiali per la formazione delle guardie di Pubblica sicurezza (1961-­1970) ». SOCIETÀ E STORIA, no 175 (avril 2022) : 39–83. http://dx.doi.org/10.3280/ss2022-175002.

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In questo articolo l'autore analizza la genesi e lo sviluppo del sistema di arruolamento e formazione per le guardie di pubblica sicurezza. La riforma del comparto di formazione fu probabilmente la più importante tra quelle che interessarono la polizia della Repubblica negli anni successivi al boom economico. L'autore dimostra come la Pubblica sicurezza, partendo da un sistema di formazione per il personale di base embrionale e inefficiente, si dotò nel corso degli anni sessanta di un comparto scuole piuttosto articolato ed efficiente, giungendo a strutturare programmi di formazione e materiali di studio complessi e originali. Nonostante questa imponente trasformazione del sistema di addestramento (che in parte interessò anche le modalità di reclutamento), come l'autore dimostra, la polizia non riuscì ad assicurare alle guardie di Pubblica sicurezza una formazione adeguata a rispondere alle sfide di una società in rapido cambiamento. Ciò avvenne, oltre che per una scarsa selezione del personale arruolato, soprattutto per una serie di disfunzioni organizzative e strutturali che comprimevano in maniera eccessiva il tempo di formazione e minavano l'efficienza delle nuove scuole di polizia.
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Capone, Vincenza, et Giovanna Petrillo. « Smettere di fumare in adolescenza : il ruolo delle intenzioni, della pianificazione e delle percezioni di autoefficacia nell'HAPA Model ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 3 (février 2011) : 47–64. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-003004.

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Numerosi lavori mostrano l'efficacia dell'HAPA Model nell'adozione di comportamenti salutari, pochi perň sono gli studi che ne hanno verificato l'applicabilitŕ ai comportamenti di dipendenza, quali il consumo di tabacco. Questi comportamenti sono infatti piů difficili da ricondurre a un controllo personale soprattutto in etŕ adolescenziale, a causa degli effetti derivati dall'astinenza fisica, oltre che da fattori psicologici e sociali. L'obiettivo del presente lavoro č di verificare l'applicabilitŕ del modello al comportamento tabagico, esaminando quali variabili della fase volitiva influenzano il consumo di sigarette in adolescenti fumatori che hanno intenzione di smettere. Lo studio ha coinvolto 128 adolescenti contattati presso scuole medie superiori. Al fine di verificare il modello nella fase di specifico interesse sono state condotte una serie di, i cui risultati mostrano che le variabili considerate influenzano negativamente il consumo di sigarette negli adolescenti. Si evidenziano, inoltre, risultati diversificati in base alla classe frequentata.
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Warchałowski, Krzysztof. « Szkoły katolickie w obowiązujących konkordatach z państwami europejskimi ». Prawo Kanoniczne 41, no 3-4 (20 décembre 1998) : 199–247. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1998.41.3-4.08.

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In riasunto possiamo dire che le gestioni riguardanti l'educatione cattolica vengono regolati dai concordati con i seguenti paesi europei: Austria (1933 e 1962); Spagna (1979); Malta (1991); Germania (1933); Baviera (1924 /attualizzato nel 1968 e 1974/ 1966, 1970); Niedersachsen (1965, 1973, 1993); Renania-Palatinato (1969, 1973); Nordreno-Westfalia (1984), Saarland (1975, 1985); Portogallo (1940); Italia (1984); Israel (1993); Polonia (1993 ratificato 1998). Le regolazioni riguardano le seguenti questioni: I) Lo status delle scuole cattoliche; 2) I programmi delle scuole acttoliche; 3) I finanziamenti statali; sovvenzioni materiali, sovvenzioni personali, sovvenzioni investitive. 4) Gli insegnanti delle scuole cattoliche; 5) Gli allunni delle scuole cattoliche; 6) 11 contrailo delle scuole cattoliche; 7) Il diritto di conferire certificati e diplomi.
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Franscella, Sofia, et Lara Ponzio. « Il passaporto numerico : un percorso “italmatico” alla scuola dell’infanzia ». Didattica della matematica. Dalla ricerca alle pratiche d’aula, no 9 (27 mai 2021) : 139–67. http://dx.doi.org/10.33683/ddm.21.9.7.

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Résumé :
Questo articolo ha lo scopo di descrivere un itinerario interdisciplinare focalizzato principalmente sull’italiano e sulla matematica. Il progetto “italmatico”, che è stato realizzato in due sezioni di scuola dell’infanzia di Monte Carasso e Bellinzona nord (Canton Ticino), si basa sulla realizzazione di un passaporto numerico. In questo documento d’identità vengono riassunte le principali informazioni numeriche che caratterizzano i bambini da diversi punti di vista (numeri personali: età, altezza, peso ecc.). Nel vivere queste esperienze, attraverso attività laboratoriali vissute con i compagni, non ci si sofferma solo sui numeri che si incontrano, ma anche su aspetti linguistici e sull’identità competente dei bambini. Per gli allievi della scuola dell’infanzia ed elementare risulta molto significativo individuare i propri numeri “personali” per conoscere meglio se stessi e gli altri. Lavorando in un’ottica interdisciplinare i bambini hanno l’opportunità di confrontarsi con attività contestualizzate nell’ambito del reale, sviluppando le proprie competenze in modo ricco e positivo.
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Beltramini, Lucia. « Violenza nelle coppie di adolescenti ». Evaluation von Psychotherapieverläufen 12, no 1 (avril 2022) : 95–98. http://dx.doi.org/10.30820/1664-9583-2022-1-95.

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Résumé :
La violenza nelle coppie di adolescenti è un fenomeno frequente. Dati di ricerca raccolti prima della pandemia da Covid-19 evidenziano come in almeno una coppia di giovani su dieci le ragazze subiscano forme di violenza psicologica, fisica e sessuale, con esiti importanti sulla loro salute. Tali violenze possono essere esercitate di persona o tramite modalità online; nei periodi di confinamento legati all’emergenza sanitaria questa seconda tipologia di violenza sembra aver visto maggiore diffusione. Raramente ragazze/i vittime di violenza chiedono aiuto per la violenza che subiscono. Durante la pandemia formulare questa richiesta potrebbe essere risultato ancora più complesso a causa della chiusura di scuole e servizi. Tuttavia, quando un adolescente sceglie di raccontare la propria storia, è particolarmente importante che si senta creduta/o, rispettata/o e sostenuta/o, per rendere il momento della condivisione una reale opportunità di crescita personale e di possibile uscita dalla violenza.
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Pistellini, Nadia. « Anna Fraentzel Celli ed il suo ideale di Infermiera attraverso l'analisi di fonti archivistiche ». Dissertation Nursing 2, no 1 (30 janvier 2023) : 86–109. http://dx.doi.org/10.54103/dn/19399.

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INTRODUZIONENell’ultimo decennio dell’Ottocento emerse l’esigenza di formare una figura infermieristica che assistesse i malati efficacemente. In Italia vennero istituiti i primi Corsi per Infermiere laiche con l’obiettivo di introdurre un’istruzione adeguata per lo svolgimento della professione. Questo fu possibile grazie alla collaborazione di due figure di rilievo dell’epoca, Anna Frantzel Celli (1878-1958) ed Ersilia Majno (1859-1933), attiviste dell’Unione Nazionale Femminile che riuscirono a porre le prime basi della formazione professionale Infermieristica. SCOPORipercorrere ed indagare il ruolo che ebbe Anna Fraentzel Celli nello sviluppo della professione infermieristica. MATERIALI E METODIPer la realizzazione dell’elaborato sono state consultate le banche dati PubMed, JSTOR e Historical Abstracts, testi storici e fonti archivistiche fra cui “Uomini che non scompaiono”, biografia scritta dalla stessa Celli sotto lo pseudonimo di “Heid L.M.” esistente in poche copie nel mondo. RISULTATISono state approfondite tematiche legate alla formazione infermieristica attraverso l’istituzione dei primi corsi per Infermieri laici sul territorio nazionale antecedente al Regio Decreto 1832 del 1925, che contribuì ad assicurare la graduale evoluzione del personale assistenziale, la fondazione del Comitato per le Scuole e la successiva costruzione di scuole nell’Agro Romano. E’ stato reperito materiale concernente un’estesa campagna di ricerca, prevenzione e cura contro la malaria nelle Campagne Romane e l’apertura di uno fra i primi ambulatori a gestione infermieristica denominato “La Scarpetta”. DISCUSSIONI E CONCLUSIONISono state evidenziate tappe inattese che hanno caratterizzato la vita e il percorso di Anna Fraentzel Celli, identificando in esse la chiave di volta nel raggiungimento dell’assistenza moderna.
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Gasperoni, Giancarlo. « Il disagio infrastrutturale nelle scuole italiane : contesto europeo e caratterizzazione territoriale ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 132 (février 2022) : 36–52. http://dx.doi.org/10.3280/asur2021-132-s1003.

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Résumé :
Si esplora la qualità dell'infrastruttura delle scuole italiane percepita dai dirigenti scolastici, secondo dati tratti dall'edizione 2018 del Programme for International Student Assessment (PISA). Indici di "disagio" (riferiti a infrastrutture, docenti, personale non docente e materiali didattici) mostrano che in Italia le criticità infra-strutturali sono più avvertite rispetto sia ad altri paesi europei sia agli altri ambiti indagati, ma senza una forte differenziazione territoriale interna.
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Brunetti, Immacolata. « The students’ voice ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 408–21. http://dx.doi.org/10.36253/form-12665.

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Résumé :
This is a multi-level study in the field of intercultural education and refers to a project called “The voice of students”. The cases are action research projects developed with a group of primary school students. They participated in dialogical processes and shared leadership with their teachers. They co-designed projects, debated and became aware of critical issues related to cultural diversity in their educational communities. The aim of the research is to analyze participatory processes and associated changes in relation to intercultural education and relational structures that have emerged from students’ thoughts. From the data analysis it emerged that students’ personal changes, such as self-awareness and attention to others and relationships, group changes such as cohesion, as well as changes developed to other actors: teachers, other students they have created relationships of collaboration, solidarity, and mutual recognition. There were visible changes during the busiest time of the projects, but sometimes the effects continued and deepened thereafter. This underlines the importance of participatory projects of children engaged in intercultural processes and change. La voce degli studenti. Il presente contributo presenta uno studio a più livelli nel campo dell’educazione interculturale e fa riferimento a un progetto denominato “La voce degli studenti”. I casi sono progetti di ricerca-azione sviluppati con un gruppo di studenti della scuola primaria. Hanno partecipato a processi dialogici e hanno condiviso la leadership con i loro insegnanti. Hanno co-progettato progetti, dibattuto e preso coscienza di questioni critiche legate alla diversità culturale nelle loro comunità educative. Lo scopo della ricerca è analizzare i processi partecipativi e i cambiamenti associati in relazione all’educazione interculturale e alle strutture relazionali emerse dai pensieri degli studenti. Dall’analisi dei dati è merso che i cambiamenti personali degli studenti, come la consapevolezza di sé e l’attenzione agli altri e alle relazioni, i cambiamenti di gruppo come la coesione, così come i cambiamenti estesi ad altri attori: insegnanti, altri studenti, hanno creato relazioni di collaborazione, solidarietà e riconoscimento reciproco. Ci sono stati cambiamenti visibili durante il periodo più attivo in cui si sono svolti i progetti, ma a volte gli effetti sono continuati e si sono approfonditi in seguito. Ciò sottolinea l’importanza dei progetti partecipativi dei bambini impegnati nei processi interculturali e nel cambiamento.
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Sgambelluri, Rosa. « Valutare in ambito didattico. Dalla personalizzazione del curricolo alla progettazione universale ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (décembre 2021) : 158–76. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2021oa12408.

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Résumé :
Un'educazione di tipo inclusivo si propone di rispondere alle diversità dei bisogni di ogni allievo attraverso un'organizzazione didattica flessibile, capace di intercettare le differenze e le particolarità di ciascuno (Cottini, 2019). La progettazione di un curricolo inclusivo permette, sin da subito, ad ogni studente di sentirsi accettato ed il contesto classe diventa il luogo nel quale si sente più accolto. Il costrutto pedagogico dello Universal Design for Learning rappresenta un elemento fondante del curricolo inclusivo, in quanto permette di progettare a priori uno strumento utilizzabile da tutti, mediante un approccio adatto a chiunque. Attraverso l'UDL si assiste ad un capovolgimento di prospettiva che prevede la progettazione intenzionale e sistematica dei curricoli didattici, rispondenti alle esigenze del singolo. Il presente contributo intende mettere in risalto come la valutazione rappresenti un pilastro importante su cui si fonda la scuola inclusiva: si tratta di un considerevole strumento metodologico orientato alla valorizzazione e al potenziamento dei saperi degli studenti. Il presupposto pedagogico è quello di verificare quanto si è premeditatamente progettato di insegnare e di perfezionare per ciascuno allievo, non solo per valutare il percorso di apprendimento e la presa di coscienza di strategie, stili personali, attitudini, competenze, tuttavia, per adattare il curricolo comune diversificandolo, così che possa accogliere le esigenze di ciascuno studente.
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Viana, Antonio. « Gherro, Sandro (ed.), Le prelature personali nella normativa e nella vita della Chiesa. (Venezia, Scuola Grande di San Rocco, 25 e 26 giugno 2001), Cedam, Padova 2002, 177 pp. » Ius Canonicum 44, no 87 (21 décembre 2017) : 386–88. http://dx.doi.org/10.15581/016.44.15447.

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Bani, Marco, Maria Grazia Strepparava et Giorgio Rezzonico. « La formazione in psicoterapia : Un dipinto in chiaroscuro ». Research in Psychotherapy : Psychopathology, Process and Outcome 13, no 1 (10 septembre 2010). http://dx.doi.org/10.4081/ripppo.2010.8.

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Résumé :
La formazione in psicoterapia rappresenta oggi per molti psicologi clinici una tappa importante e quasi obbligata per completare la propria professionalità; a fronte di questa richiesta crescente sono nate numerose scuole di formazione private, riconosciute dal Ministero dell'Università, che si affiancano alle tradizionali scuole pubbliche. Per orientarsi in un panorama così complesso, uno strumento di accesso alle informazioni delle scuole dei diversi orientamenti dato dai siti web di ciascuna di esse, cui si affiancano richieste telefoniche, e-mail e il colloquio di ammissione fatto dalla scuola. La domanda che guida il presente lavoro se gli studenti-futuri utenti abbiano gli strumenti adeguati per fare una scelta consapevole, anche in ragione del grosso impegno di tempo e denaro che questa richiede. Il lavoro ha analizzato i siti web di 201 sedi principali delle scuole di specializzazione riconosciute dal MIUR, valutando la presenza di alcuni dati relativi alle caratteristiche della scuola. I siti risultano sufficientemente aggiornati; tuttavia, alcune informazioni critiche (costi, analisi personale, supervisione) sono poco chiare, rendendo spesso problematica la scelta da parte degli studenti.
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Parricchi, Monica. « Costruire cittadinanza economica : il ruolo della pedagogia ». MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no 2 (décembre 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00141.

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Résumé :
Il rapporto tra pedagogia ed economia è sempre stato complesso: la difficoltà della cultura pedagogica nel dialogare con le scienze economiche ha portato la pedagogia a trascurare la questione, lasciando spesso argomenti dai risvolti educativi ad altre scienze. Comprendere l'economia è fondamentale per conoscere e governare alcune delle dinamiche della società odierna, di conseguenza l'economia deve far parte dell'educazione dei soggetti, in tutte le fasce d’età per la promozione della cittadinanza attiva. L'educazione economica come processo intenzionalmente finalizzato a fornire conoscenze e competenze relative alla gestione del denaro, costituisce una parte della cultura della cittadinanza, quella economica, che consente ai cittadini di diventare agenti consapevoli durante la loro vita personale e sociale. L'obiettivo finale dell'educazione economica, a partire dall’alfabetizzazione finanziaria, dovrebbe essere quindi la promozione, sia in famiglia che a scuola, della capacità di pianificazione, riconoscendo la natura del denaro come mezzo e non come fine, per la promozione del benessere personale e sociale.
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« Legami familiari violenti : in ascolto del silenzio che brucia ». MINORIGIUSTIZIA, no 2 (janvier 2022) : 219–31. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-002020.

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Résumé :
È esperienza diffusa che l'intensità delle passioni sperimentabili nelle relazioni familiari possa far sì che quelle diventino incandescenti allorquando non siano disponibili le condizioni per una loro adeguata espressione e comprensione. Gli autori si propongono di fornire un contributo sul tema della violenza intrafamiliare attraverso la descrizione del caso di una minore, i cui segni di acuto malessere sono stati intercettati nella scuola che frequentava. Essi intendono mostrare come il modello dell'analisi interdisciplinare possa favorire l'acquisizione di conoscenze multidimensionali e multilivello, a cui può collegarsi lo sviluppo di un senso di maggiore competenza personale e fiducia nel lavoro collettivo. Nell'articolo sono complementarmente considerati i rapporti istituzionali, circa i quali il gruppo ha elaborato il concetto di geografia procedurale.
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Letizia Cinganotto, Silvia Panzavolta et Elena Mosa. « Quando la webcam è accesa e la testa spenta. Strategie per una didattica attiva in DAD e DDI ». IUL Research 2, no 3 (17 juillet 2021). http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v2i3.126.

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Résumé :
La crisi sanitaria generata dalla pandemia sta avendo un impatto profondo e trasformativo sugli assetti globali in ogni settore dell’organizzazione sociale. Il settore dell’istruzione è stato tra quelli più duramente colpiti dal lockdown generalizzato e dalle varie chiusure totali o parziali che si sono susseguite a livello regionale. Le principali problematiche iniziali sono state connesse al digital divide e all’enorme difficoltà, da parte delle scuole, di includere gli studenti più fragili in una situazione di Didattica a Distanza o di Didattica Digitale Integrata. Un ulteriore aspetto critico è emerso in relazione al totale spaesamento di gran parte del personale docente di fronte ad una situazione inedita per la scuola sul panorama mondiale che ha disorientato anche quei docenti che erano già soliti lavorare con le tecnologie a scuola. I dati della prima indagine condotta da Indire durante il lockdown (periodo marzo-giugno 2020, Report pubblicati a luglio e dicembre 2020) confermano queste difficoltà evidenziando che nella maggior parte dei casi, la didattica a distanza si è tradotta in “lezione frontale a distanza”, come nella fase “Substitution”, del modello SAMR di R. Puentedura (2006). I Movimenti di Indire delle Avanguardie educative e delle Piccole Scuole, insieme ad eTwinning, hanno tenuto oltre 200 webinar per le scuole in difficoltà al fine di condividere l’applicazione virtuosa di metodologie didattiche attive quali il Debate, la Flipped Classroom, Making Learning and Thinking Visible o il Digital storytelling. Il Debate consente agli studenti un lavoro che ben si adatta al lavoro in autonomia e in gruppo da remoto. Consiste nel confronto regolamentato tra due o più squadre che sostengono posizioni diverse rispetto ad un tema. La preparazione al Debate, che ha uno specifico protocollo, prevede di realizzare laboratori di ricerca sulle fonti, reperendo esempi, dati ed evidenze per sostenere la propria tesi. Questo lavoro può essere svolto inizialmente in maniera individuale e poi nel piccolo gruppo, all’interno del quale la squadra (PRO o CONTRO) mette a punto la propria strategia argomentativa. La condivisione di fonti, strategie, tecniche di public speaking può senz’altro essere realizzata anche a distanza, attraverso l’uso di piattaforme che aiutano a strutturare le informazioni, così come a realizzare la performance vera e propria. La Flipped è un altro esempio di metodologia che consente una diversa strutturazione del lavoro, che alterna momenti in presenza (in classe) o in sincrono (in DAD) e momenti in asincrono, individuale o in gruppo. Il docente, organizzando dei veri e propri “learning cycles”, può ripensare i tempi della lezione dedicati all’attivazione delle conoscenze, alla costruzione di artefatti o alla problematizzazione di quanto elaborato ibridando momenti di didattica sincrona/asincrona e in presenza/in remoto. Dalla combinazione di queste modalità possiamo avere diverse configurazioni che potrebbero ulteriormente avvalersi anche di gruppi di studenti appartenenti a classi diverse (gruppi eterogenei per età, classi parallele, ecc.). Con MLTV, invece, abbiamo l’utilizzo di particolari protocolli che stimolano il group learning e aiutano ad appropriarsi di particolari forme di pensiero profondo, come le Thinking Routine, ottimi dispositivi per imparare a partire dalle idee e dal pensiero degli altri, anche a distanza. Inoltre, grazie alla documentazione educativa come chiave di valutazione formativa, offre importanti elementi per la fornitura di feedback efficaci agli studenti. Infine, il lavoro sul curricolo, riorganizzando i nuclei fondanti delle discipline in forma di storytelling, offre una modalità di ricucire i saperi attraverso la lente della scrittura creativa. Tali metodologie hanno contribuito ad un ripensamento delle pratiche di insegnamento/apprendimento e valutazione e hanno restituito quella centralità dello studente che mai, come adesso, era necessaria per tenere acceso l’interesse (oltre che la webcam!). Nell’articolo verranno esemplificate alcune buone pratiche di applicazione di queste metodologie.
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Ferrucci, Giuseppe, Giovanni Sorrentino, Alfonso Della Corte, Antonio Nigro, Giuseppina Moccia, Rosetta Frammartino, Emanuela Santoro, Francesco De Caro et Giovanni Boccia. « Studio osservazionale sull’adesione alla pratica vaccinale degli Operatori Sanitari dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona ». La Sanita pubblica. Ricerca sul campo., 2020, 91–102. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.10.

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Résumé :
La vaccinazione rappresenta uno degli interventi più efficaci e sicuri a disposizione della Sanità Pubblica per la prevenzione primaria delle malattie infettive]. Questa pratica comporta benefici non solo per un effetto diretto sui soggetti vaccinati ma – con il raggiungimento di elevate coperture vaccinali – anche in modo indiretto riducendo la circolazione di patogeni e inducendo la protezione di soggetti non vaccinati (herd immunity). Numerose evidenze dimostrano, infatti, che la vaccinazione è uno degli interventi sanitari di maggior successo e con il miglior rapporto costo/efficacia. In Italia i dati di copertura vaccinale del personale sanitario non sono raccolti routinariamente; studi ad hoc mostrano tassi molto bassi sia durante le stagioni epidemiche che in corso di pandemia. A differenza di quanto si è portato a pensare, gli operatori sanitari, per la loro scarsa propensione a sottoporsi ai vaccini, sono un anello debole ampiamente documentato nella catena di trasmissione delle malattie infettive. I tassi di vaccinazione oscillano da un anno all’altro in relazione ai falsi allarmi riportati dalla cronaca, esattamente come accade nella popolazione generale. Al fine di implementare interventi di promozione della vaccinazione, determinare la copertura vaccinale degli operatori sanitari, le loro caratteristiche anagrafiche e professionali in relazione allo stato vaccinale, la comparsa di eventi avversi, l'efficacia sul campo del vaccino e i motivi della vaccinazione/non vaccinazione, è stato condotto dall’UOC del Programma Infradipartimentale di Igiene Ospedaliera ed Epidemiologia dell’AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona “Scuola Medica Salernitana” uno studio trasversale di prevalenza tramite somministrazione di un questionario standardizzato e pretestato nel contesto dell’AOU.
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Licastro, Angelo. « Il rapporto di lavoro degli insegnanti di religione nelle scuole pubbliche italiane davanti alla Corte di giustizia dell’Unione europea ». Stato, Chiese e pluralismo confessionale, 27 février 2022. http://dx.doi.org/10.54103/1971-8543/17431.

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SOMMARIO: 1. La direttiva 1999/70/CE del Consiglio del 28 giugno 1999 relativa all’accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato e i meccanismi di definizione della politica sociale europea - 2. Cenni sulla disciplina generale del rapporto di lavoro a tempo determinato risultante dal decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, attuativo della direttiva 1999/70/CE, e dal decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81 - 3. La posizione ricoperta dall’insegnante di religione nell’ambito dell’ordinamento del personale docente della scuola - 4. La vertenza riguardante gli insegnanti di religione cattolica e le questioni pregiudiziali sottoposte alla Corte di giustizia - 5. L’eventuale incidenza dell’impegno dell’Unione a salvaguardare lo status previsto per le confessioni religiose dal diritto nazionale (art. 17 TFUE) - 6. La tutela antidiscriminatoria degli insegnanti di religione: a) l’assenza di una discriminazione per motivi di religione rispetto alla posizione degli altri supplenti della scuola pubblica - 7. (segue) b) L’inapplicabilità della clausola 4 dell’Accordo quadro - 8. La prevenzione degli abusi della successione dei contratti a tempo determinato per gli insegnanti di religione: in particolare le “ragioni obiettive” che possono giustificare il rinnovo - 9. Conclusioni. The Employment Relationship of Religious Education Teachers in Italian State Schools before the Court of Justice of the European Union ABSTRACT: The Italian legislation excludes the transformation of successive fixed-term contracts into contracts of indefinite duration in the teaching sector. This also applies to Catholic religious education teachers. The present paper analyses the decision of the Court of Justice of the European Union in case C-282/19, which dealt with the issue of the compatibility of such a rule with the framework agreement on fixed-term work concluded by ETUC, UNICE and CEEP (annexed to Council Directive 1999/70/EC of 28 June 1999) and with the prohibition of discrimination on grounds of religion (Article 21 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union; Council Directive 2000/78/EC of 27 November 2000). According to the Author, the Court’s final indication for the referring court, to verify whether an interpretation of the national provisions which is consistent with the framework agreement is possible, is not easily practicable, because the “obligation on a national court to refer to the content of a directive when interpreting and applying the relevant rules of domestic law […] cannot serve as the basis for an interpretation contra legem”, as noted by the Court.
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