Littérature scientifique sur le sujet « Percorsi di alta formazione »

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Articles de revues sur le sujet "Percorsi di alta formazione"

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Pierri, Carmela. « La formazione delle professioni sanitarie e le esigenze di cambiamento del sistema. Riflessioni sullo sviluppo di un nuovo modello ». MECOSAN, no 115 (janvier 2021) : 95–116. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115006.

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Résumé :
L'articolo delinea un percorso di miglioramento del sistema di formazione e aggiornamento per i professionisti che operano nelle strutture sanitarie, in una prospettiva evolutiva, che si auspica partecipato in maniera proattiva dagli utenti-pazienti. Si propone una rivisitazione anche terminologica piu aderente alla reale impostazione della formazione continua, una variazione semantica che evoca cambiamenti sostanziali. Viene dedicato un focus specifico alla valorizzazione dell'apprendimento non formale, con la proposta di istituire dei centri di certificazione di competenze per validare i crediti acquisiti anche con l'autoformazione e a cui affidare la rilevazione del fabbisogno formativo, fondante per una valida progettazione dell'offerta di percorsi professionalizzanti. Nella trattazione viene dato rilievo alla dimensione tecnologica, che, adeguatamente adottata, potrebbe efficientare l'attuale sistema per gli aspetti di valutazione della qualita dei percorsi formativi e il monitoraggio della coerenza tra i percorsi di aggiornamento realizzati e il ruolo funzionale dei professionisti nelle strutture sanitarie.
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Bausch, Luca. « I ruoli del formatore tra tradizione e ricerca di una nuova identità ». Swiss Journal of Educational Research 27, no 2 (1 septembre 2005) : 253–67. http://dx.doi.org/10.24452/sjer.27.2.4706.

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Résumé :
La modularizzazione dei percorsi costituisce una risposta alla crescente domanda di flessibilizzazione e individualizzazione della formazione. Se da un lato questi processi sono forieri di un potenziale di emancipazione considerevole, dall’altro possono generare insicurezza e dipendenza, tali da rendere auspicabile l’introduzione di misure atte a ricomporre l’eterogeneità di percorsi composti da unità più o meno indipendenti e quindi portatrici di logiche interne di volta in volta diverse. Dalle nostre riflessioni – che, a partire dalle esperienze condotte presso l’ISPFP, si incentrano sulle funzioni che i professionisti della formazione sono chiamati ad assumere in questi nuovi contesti – sembrano emergere tre ruoli di formatore: il manager, il docente e l’accompagnatore. Se al primo competono principalmente compiti legati alla struttura dei percorsi e alla loro gestione, al docente – la cui attività si esplica normalmente all’interno del quadro ben definito di un modulo – spetta di ristrutturare la conoscenza (tendenzialmente privata del suo referente naturale, la disciplina) secondo nuovi criteri d’ordine, ad esempio il profilo di competenza mirato. Sempre maggior rilevanza assumono le funzioni legate all’accompagnamento che trovano il loro terreno di applicazione negli aspetti relazionali (punti di riferimento per la persona in formazione) e nel supporto ai processi di apprendimento (metacognizione, impiego di strumenti di formazione diversificati). L’azione formativa tende dunque a concentrarsi sui suoi aspetti metodologici e relazionali con una particolare attenzione ai processi di attribuzione di senso che, nel contesto di strutture modulari, non possono più essere dati per scontati.Le funzioni che caratterizzano i tre profili emersi possono combinarsi in maniera diversa in rapporto alle situazioni contingenti e in particolare alla tipologia di percorso modulare. Questo ci pone di fronte ad una serie di interrogativi relativi ai processi di costruzione dell’identità professionale: se la tendenza emergente è quella di una suddivisione del lavoro che vede le tre figure sempre più specializzate nei rispettivi settori di competenza, quali sono le rappresentazioni e attese indotte nelle persone in formazione? Quale la percezione, in termini di identità, che il formatore può avere di se stesso in quanto professionista?
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Renda, Eleonora, et Anna Salerni. « L'apprendistato di alta formazione e ricerca : luci e ombre ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 99 (mai 2013) : 49–72. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099004.

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Résumé :
Il presente contributo si propone di riflettere sulle potenzialitŕ e le criticitŕ dell'Apprendistato, in particolare sull'Apprendistato di alta formazione e ricerca per i giovani universitari, con l'obiettivo di valorizzare gli aspetti educativi che hanno caratterizzato tale istituto fin dalle sue origini. Negli ultimi anni abbiamo assistito a numerosi interventi normativi sul tema dell'Apprendistato volti a promuovere questa tipologia contrattuale come principale canale di ingresso per i giovani nel mondo del lavoro. Tuttavia l'Apprendistato, specie quello di Alta formazione e ricerca, appare scarsamente utilizzato dal sistema produttivo nazionale che preferisce invece orientarsi su altre forme di collaborazione disponibili. Dopo una sintesi sui principali interventi normativi che hanno caratterizzato il contratto di Apprendistato fino alla L.92/2012, il lavoro intende dar conto del suo effettivo utilizzo come canale di accesso al lavoro attraverso dati Isfol e dati provenienti dalle Comunicazioni Obbligatorie, con particolare riferimento al caso dei laureati Sapienza. Infine si propone una riflessione sulle potenzialitŕ educative insite nel contratto di Apprendistato che, se correttamente utilizzato dalle Universitŕ e dalle imprese, potrebbe effettivamente rappresentare per gli apprendisti un'opportunitŕ di formazione attraverso la pratica e per il sistema produttivo un'occasione di crescita e innovazione attraverso l'investimento sulle capacitŕ acquisite dai giovani nei percorsi universitari
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Cortiana, Paola. « Il Video nella Formazione Iniziale, Continua e Permanente dei Docenti : cinque Esperienze Significative per Immaginare un Nuovo Modello Formativo ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 1 (juin 2022) : 55–70. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2022oa13936.

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Résumé :
Numerosi percorsi di formazione a livello internazionale e nazionale annoverano l'utilizzo del video, che si pone come strumento privilegiato per rilevare i processi che avvengono in classe: negli ultimi quindici anni si è assistito a un intensificarsi di tali esperienze in ambiti e aree geografiche differenti. Alla luce della cornice teorica della visione professionale, l'articolo propone una rassegna ragionata di cinque esperienze internazionali e nazionali di formazione dei docenti che, nella diversità di impostazione e postura epistemologica, concorrono a delineare un percorso di formazione iniziale, permanente e continua che si avvalga dello strumento video in modalità on line. La ricognizione, che non ha pretese di esaustività, vuole avviare un'analisi su un possibile modello formativo che ponga attenzione al referente della formazione e ai criteri osservativi adottati. Lo studio si colloca all'interno del progetto di eccellenza 2019-2020 Insegnamento di qualità e pratiche didattiche. Studio di fattibilità per lo sviluppo di un dispositivo per lo studio di pratiche di formazione dei docenti del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione dell'Università di Torino.
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Soriente, Lucia, Silvio Cigolari, Alberto Gigantino, Chiara Aliberti, Pasquale Ardovino, Paola Adinolfi et Rocco Palumbo. « La riorganizzazione delle prestazioni sanitarie in ottica di appropriatezza : l'esperienza dell'AOU "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" nella gestione del DRG 127 - Insufficienza cardiaca e shock ». MECOSAN, no 115 (janvier 2021) : 7–28. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115002.

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Résumé :
L'articolo propone un percorso inteso a migliorare gli standard dell'offerta specialistica nell'ambito dello scompenso cardiaco, nel rispetto dei criteri di efficacia, efficienza ed equita previsti dal Sistema Sanitario Nazionale Italiano (SSNI). Lo studio si fonda su un'analisi di caso, che concerne l'esperienza dell'Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" di Salerno. Partendo da una valutazione sistemica degli indicatori rilevati dall'ufficio Schede Dimissioni Ospedaliere (SDO) relativi al Diagnosis-Related Group (DRG) 127 "Insufficienza cardiaca e shock della cardiologia intensiva" per l'anno 2017, tra cui la degenza media e la percentuale di ricoveri oltre soglia, sono state identificate le criticita dei percorsi assistenziali. Alla luce delle evidenze raccolte, e stato proposto un nuovo disegno del processo assistenziale mediante la metodologia del Business Process Improvement (BPI). Tecnologia, asset management, percorsi di cura, formazione e monitoraggio rappresentano le leve considerate di maggior rilievo ai fini del miglioramento continuo degli standard dell'offerta specialistica nell'ambito dello scompenso cardiaco.
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Acanfora, Paolo. « Aldo Moro «politico dossettiano». Problemi storiografici e percorsi di ricerca ». MONDO CONTEMPORANEO, no 2 (décembre 2010) : 81–104. http://dx.doi.org/10.3280/mon2010-002005.

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Résumé :
Il saggio analizza lo stato della produzione storiografica su Aldo Moro nei primi anni della sua attivitŕ politica all'interno della Democrazia cristiana. Evidenziandone i limiti e valutando contemporaneamente la documentazione d'archivio esistente, l'autore individua e suggerisce nuovi possibili percorsi di ricerca finalizzati alla comprensione della personalitŕ religiosa, intellettuale e politica dello statista democristiano. Indagando l'articolato e complesso rapporto instauratosi con il gruppo legato alla figura di Giuseppe Dossetti č possibile ricostruire il processo che ha portato Moro verso la piena accettazione delle ragioni profonde della politica degasperiana e a presentarsi come l'espressione di una sintesi di idee, progetti e culture politiche diverse. La peculiaritŕ della formazione morotea, la problematica «appartenenza dossettiana» iniziata con la comune ed intensa esperienza costituente, il superamento della frattura tra dossettismo e degasperismo costituiscono le tappe di un percorso solo parzialmente analizzato sul quale č necessario aprire una nuova stagione di studi.
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Miglietta, Donata. « Quando i conflitti sono in gioco. Gruppi, formazione, diversitŕ ». GRUPPI, no 1 (octobre 2010) : 103–10. http://dx.doi.org/10.3280/gru2010-001009.

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Résumé :
Il passaggio dalla posizione dell'ascolto al coinvolgimento corporeo del terapeuta che avviene nei gruppi di bambini č stato spesso sentito come eretico sia rispetto alla psicoanalisi sia rispetto alle teorie sui gruppi analitici. Nella formazione non si deve perdere di vista il fatto che, anche all'interno della stessa scuola, la pratica unificata č un'illusione (Schaffer). Il lavoro dei formatori č un lavoro di confine che regola il flusso della discordanza e della differenza e siamo noi a dovere vigilare affinché la diversitŕ non si trasformi in guerra. Quando le diversitŕ entrano in campo si tratta di affrontarne gli effetti. Nei gruppi di formazione per psicoterapeuti infantili il conflitto assume spesso figurazioni visibili e invisibili. Nei processi formativi con lo psicodramma si evidenziano percorsi evocatori di immagini che vanno dallo scontro tra bande armate al gioco dei bisticci fino all'integrazione delle differenze. Le psicoterapie sono oggi una galassia dai confini incerti e, come formatori, dobbiamo pensare ad un sistema aperto di conoscenza. Si dovrebbe mantenere la consapevolezza che non č impossibile che il processo vari da analista a analista, forse da paziente a paziente, in modo molto significativo (Meltzer). La questione č in visibile nei processi formativi della scuola COIRAG alla quale affluiscono sottogruppi con matrici teorico cliniche complesse e non certo univoche. La formazione si dovrebbe muovere nello spirito della COIRAG volto a costruire una storia comune in un tempo in cui tutti abbiamo bisogno di pace. Appare dunque significativo percorrere alcuni passaggi di questo percorso attraverso la formazione dei conduttori per gruppi in etŕ evolutiva. Si descrive il percorso tra emersione delle differenze teoriche, scontro e confronto nella formazione dei conduttori di gruppi in etŕ evolutiva. In analogia con il gioco dei bambini anche i conduttori modulano l'intensitŕ del conflitto attraverso la comparsa e la circolazione di immagini ludiche. Il conflitto che si trasforma in gioco puň facilitare il confronto tra diversitŕ teorico-tecniche.
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Buccini, Francesca. « L'educazione di genere tra teoria e prassi : itinerari di ricerca per l'infanzia ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 355–66. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9485.

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Résumé :
Il superamento del gender gap nei percorsi di studio, in particolare in quelli scientifici, necessita di una formazione attenta alle differenze fin dai primi gradi dell'istruzione. L'interesse verso le differenti discipline presenti nel curricolo scolastico tende a manifestarsi proprio durante le prime fasi di scolarizzazione influenzando, in modo determinante, le scelte formative e professionali future. È fondamentale considerare l'influenza che la famiglia e la scuola esercitano nell'indirizzare, seppur in modo implicito, le bambine/ragazze verso un determinato percorso di studio e quindi poi professionale e riconoscere l'importanza dell'educazione soprattutto nella prima fase di vita. In questa prospettiva, alla luce delle recenti evidenze neuroscientifiche, il contributo intende riflettere sul ruolo che la scuola di base e i relativi ambienti di apprendimento possono svolgere nella decostruzione di stereotipi e pregiudizi attraverso gli stimoli offerti dai docenti che, grazie alle loro capacità relazionali, saranno in grado di orientare le pratiche educative e cogliere in ogni alunna/alunno l'unicità, il suo essere irripetibile e portatore della propria diversità
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Gosetti, Giorgio. « Giovani, alta formazione e lavoro : una ricerca in un'area del Nord-Est ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 124 (décembre 2011) : 205–24. http://dx.doi.org/10.3280/sl2011-124011.

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Résumé :
La relazione fra lavoro e alta formazione è da tempo un oggetto di studio da diverse prospettive. In questo caso, il saggio propone una serie di considerazioni centrate sugli aspetti culturali del lavoro, sulle riflessioni che gli studenti universitari operano rispetto alla rilevanza del lavoro, ai cambiamenti in atto nel mondo del lavoro e alle loro prospettive di inserimento lavorativo. Il pretesto delle argomentazioni formulate è fornito dalle risultanze di un percorso di ricerca realizzato in un ateneo del Nord-Est, che ha visto il coinvolgimento di un campione di studenti appartenenti a facoltŕ di diverso indirizzo formativo. La presentazione di alcune risultanze della ricerca è preceduta da elementi del quadro teorico di riferimento e da alcuni dati tratti da altre indagini a livello nazionale.
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Costantino, Maria, Amelia Filippelli, Grazia Cioffi, Giuseppina Moccia et Francesco De Caro. « Stewardship per l’utilizzo degli antibiotici. » La Sanità Pubblica. Ricerca applicata 2 (25 juillet 2021) : 11–48. http://dx.doi.org/10.48268/antibioticoresistenza/2021/0001.1.

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Résumé :
Ridurre l’uso eccessivo, incontrollato o inappropriato degli antibiotici, è essenziale per garantire la sicurezza dei pazienti e la qualità dell’Assistenza Medica. Per prevenire e controllare le infezioni correlate all’assistenza (ICA) e lo sviluppo dell’antimicrobico-resistenza si possono utilizzare varie strategie: • adozione di programmi di sorveglianza e controllo condivisi a livello nazionale, comprendenti lo sviluppo di percorsi diagnostici e terapeutici comuni, • implementazione della stewardship antimicrobica e dei programmi di formazione rivolti al personale sanitario, finalizzati alla promozione di una maggiore osservanza delle Linee Guida, • incremento della sorveglianza, effettuando studi di prevalenza ripetuti nel tempo, per poter identificare precocemente eventuali criticità e valutare l’efficacia dei presidi messi in atto, • potenziamento delle strutture ospedaliere, aumento delle camere singole destinate all’isolamento di pazienti particolarmente a rischio, • miglioramento delle procedure di pulizia e sanificazione e dei percorsi dedicati all’igiene delle mani, • promozione di campagne di sensibilizzazione rivolte non solo al personale sanitario, ma anche ai cittadini, allo scopo di rendere i pazienti parte attiva del processo di lotta alle infezioni.
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Thèses sur le sujet "Percorsi di alta formazione"

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De, Marchi Lucia <1976&gt. « Minori stranieri non accompagnati : percorsi di formazione alla cittadinanza attiva ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/4609.

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Résumé :
La realtà dei minori non accompagnati è ben presente in tutto il territorio italiano. Questa ricerca basata sul mixed method ha evidenziato le difficoltà nell'educazione alla cittadinanza attiva di questi minori, sia per la scarsità di risorse, sia per una legislazione nazionale e locale ostile alla loro integrazione sociale. Il passaggio alla maggior età è sempre critico e molti ragazzi rischiano l'isolamento sociale e la clandestinità. E' necessario che i vari stakeholders progettino dei percorsi interdisciplinari che consentano ai minori non accompagnati di migliorare le loro capacitazioni, non solo per un inserimento sociale, ma anche un impegno attivo come cittadini del prossimo futuro.
The reality of unaccompanied minors is clearly present throughout the Italian territory. This research based on the mixed method has highlighted the difficulties in education for active citizenship of these minors, both because of the scarcity of resources, both for hostile national and local legislation to their social integration. The transition to the age of majority is always critical, and many minors are at risk of social exclusion. It is necessary that the various stakeholders define interdisciplinary training that allow unaccompanied minors to improve their competencies, not only for social inclusion, but also for an active engagement as citizens on the future.
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MANTOVANI, SILVIA COSTANZA. « La formazione iniziale dei docenti di Matematica e Scienze : percorsi e metodi tra punti di forza e criticità ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/129679.

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Résumé :
Europe is asking more and more Member States to improve the skills of adults as citizens and as professionals of knowledge, specifically teachers, referred to as the mainstay of the future economic, social and cultural development. For this reason Member States have worked hard to improve education systems of all levels and, in particular, the initial and continuing training of teachers. After ten years of SSIS (Schools for secondary teachers education) Italy has enabled a new way to train their teachers, the TFA (training and Internship), though not in stable and permanent form. From these premises began the research project that put in foreground the state of the teacher training art considered in the pedagogical-educational aspect, in its methods and practices, as well as in strengths and weaknesses. All this with the aim of raising some crucial questions about initial teacher training, also advancing opportunities to think about. Within a epistemological frame, phenomenologically oriented, it was made a qualitative research that involved a group of students of the “Profession and Context " course of the second TFA cycle, which took place at the Università degli Studi Bicocca in Milan in the academic year 2015-2016. The data were collected through direct observations, written and graphic text, focus groups and semi-structured interviews. The choice of Math and Science subject is depended on the importance that the European Community is increasingly giving those disciplines, on the scarce qualitative research on the training provided for such teachers and, finally, also from my particular interest in such matters, given my previous scientific-engineering education through the master's degree in electronic engineering, physical and mathematician major. In the analysis phase data were triangulated using different sources (interviews, observations, processed chart-pictorial), through the use of focus groups to review and reconsider the considerations made in the first instance on interviews and remarks, and using an interview with Lecturer of "Profession and Context", dott.ssa Jole Orsenigo, to deepen main emergencies from observations in the classroom. The analysis revealed some points of attention which in our opinion will be fleshed out in the direction of a training project for teachers training, more responsive to the orientation of the pedagogical discourse about adult and professional education working in the education environment, such as school. Whatever it outlines a dynamic framework of educational practices, designed and enabled for the teachers, that, while maintaining some awareness and strategies acquired, is just as flexible and critical to accommodate within itself possible instances of redesign, according to the constant evolution of the social and cultural context. Approaching the final part of this abstract we feel we can say, here briefly, as the professionalism of the individual teacher, its specificity and collaboration between teachers are considered very important in an initial training, but also in continuous education, that is able to interact narrative-self-reflective-autobiographical and clinical approaches.
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BRUMANA, Emanuela. « Ricerca valutativa e formazione. Indicatori per la valutazione dei percorsi di alfabetizzazione per immigrati adulti ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2010. http://hdl.handle.net/10446/494.

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Résumé :
This work tries to identify efficient instruments for the evaluation of processes of education. In particular, the final aim is the construction of a set of indicators to assess the programs offered to foreign adults by Italian Schools within the territory of Bergamo. The set of indicators allows to identify four dimensions which are crucial to understand the topic of interest: learning, welcoming, socialization, integration. For each one of the four dimensions above, this analysis identifies a set of primary and secondary indicators. Moreover, these indicators lead to the formulation of a series of specific questions concerning different aspects of the courses (organization, methodology, contents, teachers) useful to evaluate the processes. Moreover, this analysis allows to investigate in details on the problems and difficulties of the programs of Second Language Acquisition for foreign adults: the importance of immigration, new educational needs, the necessary coexistence of different cultures and languages, the identification of new strategies of education and organizational problems. As required, a twofold analysis is developed in this work: -Empirical: collection of data from the sample, use of semi-structured interviews, analysis and observation of secondary sources. -Theoretical: investigation of the theoretical framework behind the learning of L2 and of the efficiency of using indicators in order to assess education. The ultimate result of this work is the identification of an instrument which can be used in several other educational contexts, with particular regards to the activities concerning questionnaires, interviews and check-lists.
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Di, Campo Julia. « Introdurre una prospettiva di genere nei percorsi di Dottorato : nuovi approcci pedagogici ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2018. http://hdl.handle.net/11577/3422809.

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Résumé :
Integrate gender education in PhD Curriculum studies: new pedagogical approaches No authentic science is formed by isolated conclusions (..) there is no science if these various discoveries do not connect with each other, giving rise to a relatively coherent system (Dewey 1971). The progress of knowledge is closely linked to multidisciplinarity, the ability to create, as in a neural network of unpublished connections, and allow cognitive insights to be the engines of new visions, strategies, and actions. Research is a circular action that never finds stops, but only new starting points. A process in which the question that prompts the resolution of a given problem or doubt, set off, is transformed along the way and opens as a fractal of innumerable questions. Science is not neutral, it is thought, constructed, produced by men and women minds that in their pursuit in the world look the problems they face with similar eyes but different point of view. The focus of the study assumes that one of the fundamental missions of the University is to incorporate the emerging new culture and society to elaborate reflections in educational and research centers who can project into society and contribute to its change and its governance. Introducing a gender perspective in university studies and research becomes a benchmark for the degree of change and therefore of modernity of the Italian Academy (F. Antonelli et al., 2013). The main question that led the experimental study was to include a transversal dimension that would allow the integration of actions, practices, and gender policies in the field of preparation for scientific careers. To go beyond the marginalization or idealization of the "equal opportunity" issue, it is crucial to assume a reflective-transformational paradigm that makes sense of the idea of using the conceptual tools of theories of education, integrating them with the analysis apparatus of gender studies, can actually lead to re-questioning the field to open up new levels of understanding and to formulate new areas of inquiry and research questions (Cullingford & Bewitt, 2013). Starting from a wide international recognition of the state of the art on the emerging models of "Gender Equality Education", a strategy was developed for the future researcher (PhD) among information on issues of genre in research, analyzed in their multiple dimensions, and proposed through the realization of a path by supplementing the use of MOOC (Grünewald, Meinel, Totschnig & Willems, 2013). The overall aim of the mapping was to understand the relevance of the topic, but also what actions were already carried out in the academic sphere to promote the spread of a “gender sensitive” approach. The results obtained helped to create a mapping of the European and national contexts and make it possible to state that there are different strategies. In particular, at European level, an action of “interdisciplinary mainstreaming” seems to be more widespread. In this regard, reference is made to “explicit” methods through doctoral courses, three-year and master's degree programs and training in the broader sense of “permanent” with a central theme to deepen “Gender Equality” themes but seems to be also consolidated a second approach, which can be termed "integrated", is in which gender studies, theories, methods and research are transversely integrated within the disciplines. This state-of-the-art artwork has been used to define the continuation phases of structured mixed-text research according to an exploratory sequential drawing in which quantitative and qualitative detection tools have been used (Creswell & Plano Clark, 2011). The first phase was an exploratory investigation addressed to coordinators of 875 doctoral courses present on national territory (MIUR data, 2015) to which was followed the second, with the design of a training path proposed to a group of PhD students of different scientific macro-areas. The instrument used for the first phase was a medium-high quantitative (26 item) quantitative polarity questionnaire, realized with 4 dimensions in Computer Assisted Web Interview (CAWI) method: 1) 8 items master; 2) studies and research on gender equality issues, 6 items; 3) content and demonstration of educational interest, 10 items; 4) methodologies and tools, 2 items. The specific objectives of this survey have been different: to understand the interest to include in the training courses offered by the different PhD courses in depth topics in a “Gender Equality” perspective, check out the thematic areas considered important to increase soft skills, investigate preferences for teaching methods to allow to design the subsequent formation in an effective way and adherent to requests. The other qualitative tool used in the second phase is the self-report (Denzin & Lincoln, 2005) that was launched to assess the impact and the likelihood of an ad hoc designed training proposal involving a group of 33 PhDs. The course offered 4 MOOCs created on different themes chosen based on the analysis of the questionnaires and proposed in the Moodle environment specifically for research purposes. The study has set out unpublished goals in the national landscape by proposing a survey on methodologies and pedagogical tools potentially useful to realize the introduction of a gender perspective in scientific research in the context of PhD programs. In fact, in 2014 the European Community, with the Resolution “Modernization of higher education in Europe, Access, Retention and Employability”, stressed the need to initiate a process of gender mainstreaming in schools and study paths, encouraging also to include this perspective in the training academic programs. The document reiterated the need to set up training courses for all people involved in education and research to have “pedagogical tools” needed to deconstruct stereotypes based on gender. There are also many indications from the EU on the pursuit of gender oriented research and studies to reach, through a real evolutionary path, the recent proposal to make it possible that all lines of research in any disciplinary field are always “gender sensitive”. The problem posed by the study is revealed in its complexity, tracing a series of open questions to which it has been sought to respond by researching the most appropriate pedagogical tools and methodologies to transversally spread across the various fields of scientific production the change from a perspective of mainstreaming .
Introdurre una prospettiva di genere nei corsi di Dottorato: nuovi approcci pedagogici Nessuna autentica scienza è formata da conclusioni isolate (..) non si ha scienza fino a quando queste varie scoperte non si collegano tra loro dando luogo ad un sistema relativamente coerente (Dewey 1971). Il progresso della conoscenza è strettamente legato alla multidisciplinarietà, alla capacità di creare, come in una rete neuronale delle connessioni inedite e permettere degli insight cognitivi che possano essere motori di nuove visioni, strategie, azioni. La ricerca, è un’azione circolare che non trova mai punti di arresto, ma solo nuovi punti di partenza in questa visione. Un processo nel quale la domanda che spinge alla risoluzione di una dato problema o dubbio, fatta in partenza, si trasforma lungo la strada e apre come un frattale innumerevoli quesiti. La scienza non è neutra, è pensata, costruita, prodotta da menti maschili e femminili che nel loro procedere nel mondo guardano con occhi simili ma diversi i problemi di fronte ai quali si trovano. Il focus dello studio parte dall’assunto che una delle missioni fondamentali dell’Università sia quella di recepire le novità emergenti dalla cultura e dalla società per elaborare riflessioni nelle sedi didattiche e di ricerca che possano proiettarsi nella società e contribuire al suo mutamento e alla sua governance. Introdurre una prospettiva di genere negli studi e nella ricerca universitaria diventa un banco di prova del grado di cambiamento e dunque di modernità dell’Accademia italiana (Antonelli et al. 2013). La principale domanda che ha mosso lo studio sperimentale è stata come inserire una dimensione formativa trasversale che permettesse di integrare azioni, prassi, politiche di genere nell’ambito della preparazione alle carriere scientifiche. Per andare oltre la marginalizzazione o idealizzazione della questione “pari opportunità” appare fondamentale assumere un paradigma riflessivo-trasformativo secondo il quale prende senso l’ipotesi che utilizzare gli strumenti concettuali delle teorie dell’educazione, integrandole con gli apparati di analisi degli studi di genere, possa effettivamente condurre a re-interrogare il campo per aprire a nuovi livelli di comprensione e a formulare nuovi ambiti d’indagine e domande di ricerca (Cullingford & Bewitt, 2013). Partendo da un’ampia ricognizione internazionale sullo stato dell’arte in merito ai modelli emergenti di “Gender Equality Education”, è stata progettata una strategia di sensibilizzazione, informazione e formazione dei/delle futuri/e ricercatori e ricercatrici (PhD) rispetto alle questioni di genere nella ricerca, analizzate nelle loro molteplici dimensioni, e proposte attraverso la realizzazione di un percorso integrando l’uso di MOOC (Grünewald, Meinel, Totschnig & Willems, 2013). L’obiettivo generale della mappatura era comprendere la rilevanza del tema, ma anche quali fossero le azioni già realizzate negli ambiti accademici volte a promuovere la diffusione di un approccio “gender sensitive”. I risultati ottenuti hanno favorito la creazione di una mappatura del contesto europeo e nazionale e permettono di affermare che esistono differenti strategie. In particolare, a livello europeo, sembra essere più diffusa un’azione di “mainstreaming interdisciplinare”. Infatti, a tal riguardo si fa riferimento a modalità “esplicite” mediante percorsi dottorali, corsi di laurea triennale e magistrale e formazione intesa nella più ampia accezione di “permanente” con tema centrale l’approfondimento di tematiche “Gender Equality”, ma sembra essere anche consolidato un secondo approccio, che può essere definito “integrato”, nel quale gli studi di genere, teorie, metodi e ricerche sono inseriti in modo trasversale all’interno delle discipline. Questa fotografia dello stato dell’arte è servita per definire le fasi di prosecuzione della ricerca mixed method strutturata secondo un disegno sequenziale esplorativo in cui sono stati utilizzati strumenti di rilevazione quantitativa e qualitativa (Creswell & Plano Clark, 2011). La prima fase, è stata un’indagine esplorativa rivolta ai coordinatori degli 875 Corsi di dottorato presenti sul territorio nazionale (dati MIUR, 2015) a cui è seguita la seconda, con la progettazione di un percorso di formazione proposto a un gruppo di PhD students di differenti macro aree scientifiche. Lo strumento utilizzato per la prima fase è stato un questionario a polarità quantitativa con strutturazione medio-alta (26 items), realizzato con metodo CAWI (Computer Assisted Web Interview) a 4 dimensioni: 1) anagrafica (8 items); 2) studi e ricerche su temi Gender Equality (6 items); 3) contenuti e manifestazione d’interesse (10 items); 4) metodologie e strumenti (2 items). Diversi sono stati gli obiettivi specifici di questa indagine: comprendere l’interesse ad inserire nell’offerta formativa dei diversi Corsi di dottorato temi di approfondimento in una prospettiva “Gender Equality”, verificare le aree tematiche ritenute importanti per incrementare soft skills, indagare le preferenze per le metodologie didattiche per permettere di progettare la successiva formazione in modo efficace e aderente alle richieste. L’altro strumento qualitativo, utilizzato nella seconda fase, è il self-report (Denzin & Lincoln, 2005) messo in campo per rilevare l’impatto e il gradimento di una proposta formativa progettata ad hoc che ha coinvolto un gruppo di 26 PhDs. Il percorso ha offerto 4 MOOC tematici progettati in base all’analisi di quanto emerso dai questionari, e proposti in ambiente Moodle appositamente ai fini della ricerca. Lo studio si è posto obiettivi inediti nel panorama nazionale proponendo l’indagine di metodologie e strumenti pedagogici potenzialmente utili per realizzare l’introduzione di una prospettiva di genere nella ricerca scientifica nel contesto dei corsi di Dottorato. Infatti, già nel 2014 la Comunità europea, con la Risoluzione “Modernisation of higher education in Europe, Access, Retention and Employability”, ha sottolineato la necessità di avviare un processo di integrazione della dimensione di genere nelle scuole e nei percorsi di studio, incoraggiando anche a includere nei programmi accademici formazione e sensibilizzazione finalizzati a promuovere l’uguaglianza di genere. Nel documento è ribadita la necessità di istituire corsi di formazione rivolti a tutte le persone coinvolte nel campo dell’istruzione e della ricerca affinché dispongano di “strumenti pedagogici” necessari per decostruire gli stereotipi basati sul genere. Diverse poi, le indicazioni da parte dell’UE in merito alla realizzazione di ricerche e studi “gender oriented” sino ad arrivare, attraverso un vero e proprio percorso evolutivo, alla recente proposta di rendere possibile che tutte le linee di ricerca in qualsiasi ambito disciplinare siano sempre di natura “gender sensitive”. Il problema posto dallo studio si disvela nella sua complessità, tracciando una serie di interrogativi aperti ai quali si è cercato di rispondere ricercando strumenti e metodologie pedagogiche più opportune per diffondere in modo trasversale nei diversi ambiti della produzione scientifica il cambiamento in un’ottica di mainstreaming.
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Vitale, Gabriella <1970&gt. « Agency e successo formativo nel re-engagement scolastico di giovani con percorsi a rischio : un'indagine quanti-qualitativa nella formazione professionale iniziale di Veneto e Friuli ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2016. http://hdl.handle.net/10579/10339.

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Résumé :
La ricerca, nella prospettiva del Capability Approach Framework, ha indagato il rapporto tra agency e successo formativo in un gruppo di 700 ragazzi iscritti nella formazione professionale iniziale di 8 Centri di Formazione tra Veneto e Friuli. L'obiettivo della ricerca è stato quello di gettare luce sulle risorse, limiti e opportunità, che caratterizzano l'esperienza di questi giovani.
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ARGENTIN, GIANLUCA. « Lauree, competizione di mercato e riproduzione sociale. Caratteristiche, percorsi ed esiti occupazionali dei neolaureati italiani in un contesto in rapido mutamento ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/13196.

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Résumé :
In recent years, two main reforms have occurred in Italy, changing the general context where youth transition processes take place. First of all, there has been a deep labour market deregulation. This has increased the amount of unstable job positions, especially among cohorts looking for their first job after 1997. Secondly, but no less importantly, there has been an increase in the enrolment rate to tertiary education and the Bologna process introduced relevant innovation to the Italian University system. The graduate population is then, not only an increasing part of the overall youth population of the country, but also the subgroup which has been doubly affected by the reforms. For this reason, I decided to investigate this subgroup of young people more deeply, analysing how the transition from university to work has changed over time. I used the last five waves of the ISTAT Survey on the transition to work of University graduates (1995 to 2007) and an AlmaLaurea database to investigate the graduates labour market condition five years after the degree. I use mainly multinomial logistic regression models and I adopted the marginal effects approach to compare models over time and between groups. I also used propensity score matching. I observed that there has been a de-standardization process: the typical “from university to work” description is no longer a good representation of the concrete processes taking place after the graduation. In fact there has been an increase in participation in the labour market before graduation (anticipation in the transition process) and to post-tertiary enrolment (delay). Moreover, there has been in recent years an increase in the unstable job position of graduates three years after graduation. This de-standardization process does not imply individualization: social origins and gender continue to shape the graduates transition into labour market. It seems that two main pathways are emerging: the first, more frequent for children coming from higher social origins, is based on fast transition through University with a high performance that leads to post-tertiary enrolment; the second, more frequent among lower origins students is, instead a mix of work and study during university which leads more frequently to a stable occupation after the degree, but paying the price of higher over-education. This suggests that, in a context of expansion of higher education, the returns to it could differ among social classes.
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FAUSTINI, FABIANA. « Multiwave analysis of high-mass star forming regions ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Roma "Tor Vergata", 2010. http://hdl.handle.net/2108/1198.

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Résumé :
Ci sono stati notevoli sforzi per capire come si formano le stelle, sia da un punto di vista teorico che osservativo. Abbiamo raggiunto una buona comprensione di come si formano le stelle di bassa massa isolate (Klein et al. 2006). Lo scenario attualmente accettato è che le stelle di bassa massa si formano attraverso il collasso gravitazionale di un core prestellare; in seguito la formazione della sorgente prosegue con un accrescimanto dal disco che la circonda. Estendere questa teoria ad stelle di alta massa non è banale. Le protostelle di alta massa raggiungono la sequenza principale mentre sono ancora nella fase di accrescimento principale. Quando la protostella centrale raggiunge una massa di circa 10 masse solari si innesca la fusione dell'idrogeno nel nucleo della stella e la pressione di radiazione e il vento dovrebbero impedire un'ulteriore accrescimento. Diverse teorie sono oggi proposte per permettere la formazione di oggetti di alta massa, che vengono presentate nel capitolo introduttivo, e noi cerchiamo di discriminare tra questi modelli teorici attraverso la ricostruzione della Star-Formation Hystori di ammassi stellari che si formano in regioni di formazione di alta massa. La presentazione di questo lavoro è divisa in tre sezioni. • La prima parte presenta l'analisi del nostro campione di sorgenti e la discussione dei risultati scientifici. Questa è a sua volta divisa in tre capitoli. Nel capitolo 2 presentiamo i risultati della nostra analisi nelle bande del Vicino-InfraRosso caratterizzando le proprietà dei clusters di bassa massa; mentre nel capitolo 3, abbiamo mostriamo come ottenere le SEDS per gli oggetti di massa intermedia ed alta e come queste si confrontano con i modelli teorici. Nel Capitolo4 mettiamo insieme i risultati su tutte le lunghezze d'onda prese in esame per estrapolare le informazioni sulla storia dei clusters in fase di formazione. • Nella seconda sezione presentiamo la struttura e le prestazioni dell' algoritmo di analisi dati da noi sviluppato. • L'ultima sezione riassume i risultati ottenuti in questo lavoro di ricerca.
There have been considerable efforts to understand how stars form from both a theoretical and an observational point of view. We have reached a good understanding of how isolated lowmass stars form (Klein et al. 2006). The widely accepted scenario is that low-mass stars form by the gravitational collapse of a prestellar core followed at later stages by disk accretion. Extending this theory to high-mass stars is not trivial. Highmass (proto-)stars reach the zero age main sequence while still accreting. When the central protostar reaches a mass of about 10 Msun hydrogen fusion ignites in the core and the star’s radiation pressure and wind should prevent further accretion. Several theories are today proposed, we discuss about them in the introduction, and we try to discriminate between these theoretical models through the re-building of the Star-Formation Hystori of clusters formed in high-mass star formation regions. The presentation of this work is divided into three section. • The first part presents the analysis of our sample and the discussion of our scientific results, it is divided in three chapter. In the chapter 2 we presents the results of our analysis in the Near-IR banbs to characterized the properties of low mass cluster in our sample, while in the chapter 3 we shown the SEDs building for intermediate and high-mass objects and the fits with theoretical models. In the chapter4 we take again our results on all the examinated wavelengths to extrapolate the information about the clusters star formation history. • In the second section the structure and the performances of our data analysis algorithm is presented. • The last section recapitulates the results obtain in all this work
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Spadolini, Camilla. « DSA in età adulta e percorsi di alta formazione ». Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1283000.

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Résumé :
Il focus della ricerca è stato quello di mostrare se nella strutturazione dei percorsi di alta formazione degli Atenei esaminati, venissero comprese anche le esigenze dei studenti con DSA. Inoltre, si propongono alcuni suggerimenti per attivare percorsi DSA Friendly in linea con le indicazioni normative nazionali e internazionale. The focus of the research was to show whether the needs of students with SLD were also included in the structuring of the higher education courses of the universities examined. In addition, some suggestions are proposed to activate DSA Friendly paths in line with national and international regulatory indications.
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LIMACCIO, ALESSANDRO. « Rieducazione, formazione e reinserimento sociale dei detenuti. Uno studio comparativo ed etnografico dei detenuti rientranti nella categoria "Alta Sicurezza" in Italia : percorsi di vita, aspettative e reti sociali di riferimento ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/1017818.

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CANGELOSI, ANNALISA. « La lezione universitaria. Insegnamento efficace e percorsi di formazione dei docenti ». Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/918505.

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Résumé :
Oggetto di studio di questo lavoro è la lezione universitaria e la relativa formazione dei docenti all’insegnamento, alla luce di quanto emerge dalla normativa in materia. Nell’affrontare tale tematica è stata effettuata una ricognizione degli studi e delle ricerche, in ambito nazionale e internazionale. In particolare sono state consultate: 1) enciclopedie e pubblicazioni specialistiche in lingua italiana e inglese, a partire dalla fine degli anni 1960 – quando le modifiche subite dal sistema universitario dopo il Sessantotto hanno determinato un proliferare di studi e interventi sull’università – ai nostri giorni; 2) tecniche e metodologie per incrementare la qualità della lezione, e strutture deputate alla formazione e supervisione degli aspiranti/neo/esperti docenti, presentate dai portali delle università considerate migliori al mondo in base della classifica 2008 del Times Higher Education Supplement, che è risultata la più citata come riferimento nella bibliografia consultata. Il lavoro di ricerca ha inoltre preso in considerazione i contributi di studiosi e università di Paesi europei ed extra-europei, inclusi quelli dell’area BRICS, al fine di offrire un quadro d’insieme – pur nella sua inevitabile sommarietà – quanto più vario e completo possibile. In sintesi, sul fronte della formazione dei docenti, dall’analisi condotta è emerso che istituire un training all’insegnamento da un punto di vista pratico prima della presa di servizio, soprattutto attraverso periodi di apprendistato in situ, potrebbe risultare utile. L’Italia, a differenza di altri Paesi, risulta non avere ancora attuato cambiamenti sostanziali rivolti alla didattica dei docenti universitari: il docente continua a essere gravato della responsabilità di provvedere da solo alla propria preparazione e al proprio aggiornamento. L’analisi delle risorse sulla lezione universitaria ha innanzitutto evidenziato l’importanza attribuita a questa modalità didattica da parte di autori, studiosi, ricercatori, etc., come testimonia non solo la quantità di studi sulla lezione, ma anche la presenza – in diverse università straniere – di strutture appositamente predisposte al supporto dei docenti da un punto di vista didattico. Al tempo stesso, il confronto tra gli elementi che ciascuno degli autori evidenzia come più importanti ha reso possibile l’identificazione delle componenti principali della lezione, ovvero 1) studenti, 2) docente, 3) aula. Alla luce dell’analisi della letteratura in materia, si è colta quindi la necessità di avere a disposizione strumenti che permettessero di effettuare rilevazioni sulla modalità di conduzione della lezione del docente, sul modo di seguire la lezione da parte degli studenti e sul contesto dell’ambiente-aula. Si è però voluto essere certi che il contesto delle rilevazioni corrispondesse il più possibile alle circostanze reali della lezione, riducendo al minimo l’interferenza del rilevatore. Per effettuare rilevazioni da due ottiche diverse (studenti e osservatore esterno), e poterle in seguito incrociare, si è preferito disporre di almeno due strumenti. Le opzioni sugli strumenti da utilizzare, ricavati dalla bibliografia consultata, sono state diverse. Tra tutte, una Scheda di osservazione di una lezione universitaria e un Questionario studenti sono sembrati più rispondenti alle necessità della ricerca. La Scheda presentava il vantaggio di poter essere compilata direttamente dalla sottoscritta, che del resto avrebbe potuto condurre le osservazioni delle lezioni in modo non partecipante, senza interferire pertanto sulla conduzione della lezione da parte del docente e quindi agevolando una registrazione dei fatti più vicina alla realtà. Il Questionario studenti, anonimo, ha permesso di raccogliere anche i punti di vista degli studenti, in modo relativamente rapido e nel rispetto della privacy. Non essendo possibile impiegare strumenti già validati in contesti italiani universitari, è stato necessario costruire appositi strumenti da impiegare in questa ricerca, avvalendosi ovviamente dell’apporto di schede e questionari disponibili a partire dalla fine degli anni 1960 a oggi. Gli strumenti messi a punto sono stati affinati in più fasi: 1) confronto con il collegio di dottorato e i colleghi dottorandi, 2) esercitazione all’uso degli strumenti, 3) try-out. La Scheda di osservazione di una lezione universitaria si compone di scale di valutazione, griglie di osservazione, spazio per descrizioni diaristico-narrative. Essa, prende in esame 62 indicatori, ed è suddivisa in quattro sezioni che riguardano: 1) le informazioni tecniche concernenti la lezione (orario, semestre, etc.); 2) l’aula (illuminazione, supporti didattici, etc.); 3) il docente (competenze generali, uso dei “ferri del mestiere”, rapporto con gli studenti); 4) gli studenti (attenzione, partecipazione, etc.). Il Questionario studenti è composto da 30 domande a riposta aperta o a scelta multipla, che in buona parte ripropongono in forma di domanda gli elementi osservati attraverso la Scheda. I due strumenti, misurando le stesse variabili, sono strutturati in modo da consentire un incrocio dei dati, per operare un confronto tra: a) la percezione che gli allievi hanno della lezione e della modalità didattica del docente, nonché il modo in cui rispondono a essa e il loro grado di soddisfazione; b) ciò che risulta dall’osservazione della lezione da parte di un osservatore esterno. La popolazione di riferimento individuata nella ricerca è costituita dai docenti universitari in servizio presso la Sapienza - Università di Roma. Il campione, non probabilistico e di giudizio, è composto dalle lezioni tenute da docenti universitari titolari degli insegnamenti obbligatori in servizio presso la Sapienza al secondo anno di Corsi di laurea di cui si è scelto di indicare solo le relative facoltà per impedire l’identificazione dei docenti e tutelarne la privacy: a) facoltà di Economia; b) facoltà di Giurisprudenza; c) facoltà di Ingegneria civile e industriale. Sono state scelte le tre facoltà che, sulla base dei dati relativi all’a.a. 2009/2010, forniti dal servizio statistico “InfoSapienza”, sono risultate con il maggior numero di iscritti negli anni successivi al primo. Tale scelta è dovuta al fatto che la ricerca si concentra sulle lezioni del secondo anno risultando più “equilibrate” dal punto di vista dell’organizzazione della lezione in relazione ai destinatari. Infatti, il primo anno di università presenta generalmente caratteristiche di “assestamento” (essendo rivolto alle matricole), mentre il terzo, nei Corsi di laurea triennale, è già una fase di conclusione in vista del conseguimento del titolo di studio. In questa indagine non sono state prese in esame le facoltà di area medica articolate su percorso di sei anni in quanto differenti, come durata, dalle altre (che, a ciclo unico o articolate su un “3+2”, comunque durano 5 anni). La somministrazione definitiva degli strumenti ha previsto che ogni insegnamento obbligatorio delle due facoltà triennali venisse osservato due volte (a inizio e fine semestre), mentre per la facoltà a percorso unitario sono state svolte tre sessioni di osservazione per ogni insegnamento obbligatorio, a inizio, metà e fine anno accademico. In totale, sono stati raccolti 190 Questionari studenti e compilate 38 Schede di osservazione. L’indagine empirica è stata condotta con rigore, dalla scelta del campione all’elaborazione e somministrazione degli strumenti, dalla raccolta e analisi dei dati alle considerazioni suscitate dai risultati emersi. Un’attenzione particolare ha richiesto l’impiego della Scheda di osservazione al fine di evitare che opinioni personali potessero inficiare la raccolta ed elaborazione dei dati, tenendo presente che la compilazione delle Schede era unicamente a cura della dottoranda. Per un uso oggettivo della Scheda e per un controllo della sua affidabilità, si è proceduto alla operazionalizzazione dei 36 indicatori relativi all’osservazione del docente. In questa, come in altre fasi di lavoro, ci si è avvalsi della collaborazione del Collegio di dottorato e dei colleghi dottorandi, per una condivisione dei criteri di misurazione. I risultati fondamentali della ricerca empirica possono essere riassunti come segue: 1) L’analisi delle Schede ha messo in luce, e confermato, quanto già evidenziato dalla letteratura in argomento. Le condizioni delle aule non sempre agevolano lo svolgimento delle lezioni (soprattutto per la scarsa areazione e disponibilità di supporti didattici), nonostante la chiarezza nella spiegazione dei docenti osservati e la loro capacità di offrire esempi efficaci. La partecipazione degli studenti nella lezione risulta scarsa e poco stimolata dai docenti, pur se cordiali e rispettosi nei confronti dei discenti, e disponibili a ripetere i contenuti della lezione. 2) Dai Questionari emerge che gli studenti ritengono le lezioni utili, soprattutto per la loro formazione professionale, ma al contempo faticose per l’impegno richiesto e a volte per la loro difficoltà. Considerano inoltre gli esempi e le domande del docente gli elementi di maggior stimolo del loro interesse e della loro partecipazione, ma lamentano le cattive condizioni delle aule, soprattutto in termini di organizzazione degli spazi, acustica e visibilità. Nel complesso, comunque, gli studenti risultano soddisfatti delle lezioni universitarie e non vorrebbero modificarvi nulla. 3) L’incrocio tra i dati ricavati dalle Schede e dai Questionari mette in luce diversi casi in cui è presente una corrispondenza tra quanto ricavato dai due strumenti, ad esempio per ciò che riguarda l’utilità della lezione e l’utilizzo di molteplici stili di spiegazione da parte del docente, nonché la funzionalità delle storie e degli aneddoti da lui raccontati e la sua stimolazione alla metabolizzazione dei contenuti della lezione. È da evidenziare l’attualità del presente studio, sia sul versante della formazione dei docenti universitari – per i quali il dibattito è acceso, a livello nazionale e internazionale – sia sul versante dell’importanza da attribuire alle opinioni degli studenti, considerando però queste ultime una forma non esaustiva dell’analisi della lezione, come sostenuto da diversi studiosi di più Paesi. Ciò inoltre conferma l’utilità della scelta di impiegare anche una Scheda di osservazione nello svolgimento della parte empirica della ricerca. Un elemento di pregio di questo lavoro sta nell’aver tentato di ridurre al minimo l’influenza del somministratore sul contesto della ricerca, in particolare sul modo di conduzione della lezione da parte dei docenti. Inoltre, l’analisi delle risposte aperte dei Questionari studenti, preceduta da una rigorosa categorizzazione delle stesse, ha arricchito la ricerca di prezioso materiale che i questionari attualmente in uso nelle università italiane, per lo più a risposta esclusivamente chiusa, non consentono di raccogliere. L’analisi dei risultati ottenuti attraverso la ricerca apre prospettive di approfondimento interessanti, sia sul piano della didattica universitaria e della sua valutazione sia su quello della formazione all’insegnamento dei docenti universitari. In particolare pare interessante la possibilità di raccogliere le opinioni degli studenti attraverso l’uso di un questionario che prevede risposte aperte, a differenza degli strumenti usati dai nuclei di valutazione universitaria in Italia.
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Livres sur le sujet "Percorsi di alta formazione"

1

1968-, Antimo Cesaro, dir. L' angelo e la fenice : Percorsi di ermeneutica simbolica : atti del Corso di alta formazione sull'ermeneutica simbolica dell'opera d'arte, Complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore, Biblioteca Landolfo Caracciolo, Napoli, 20-25 luglio 2007. Napoli : Luciano, 2007.

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Pizzolato, Luigi Franco. Invito alla politica : Linee di un percorso di formazione. Milano : Vita e pensiero, 2003.

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3

Percorsi di genere : Società, cultura, formazione. Pisa : ETS, 2012.

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Classico/moderno : Percorsi di creazione e di formazione. Messina : Mesogea, 2011.

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Lombardi, Sara, dir. Lettere di Margherita Guidacci a Mladen Machiedo. Florence : Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-893-4.

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Résumé :
La raccolta delle Lettere di Margherita Guidacci a Mladen Machiedo rilegge il percorso culturale e poetico dell’autrice alla luce delle affinità con gli scrittori cattolici fiorentini, del legame con la terra dell’originario Mugello, della formazione di anglista, del lavoro critico, della costante fedeltà alla poesia (dagli esordi poetici con La sabbia e l’angelo nel 1946, fino all’ultima prova, Anelli del tempo del 1993). Il volume raccoglie le lettere che tra il 1968 e il 1989 la Guidacci scrisse a Machiedo, poeta, traduttore e insigne italianista croato, a cui la legavano comuni interessi culturali e una profonda amicizia. Il carteggio, riccamente annotato, consente di chiarire la genesi delle opere e permette il recupero di testi poetici difficilmente reperibili in Italia.
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6

Erving Goffman : Formazione e percorsi di ricerca. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2009.

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7

Scienza & etica : Percorsi di comunicazione e formazione. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2009.

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8

Leone, Stefania. Erving Goffman : Formazione e percorsi di ricerca. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2009.

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9

Attolini, Luisa Salvatrice. Customer care in organizzazioni di servizio e di cura : Un percorso di formazione alla comunicazione e alla tutela dei diritti. Milano, Italy : F. Angeli, 2003.

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10

Borali, Pierluca. La qualità nei servizi residenziali per anziani : Percorsi di ricerca e di formazione. Milano : F. Angeli, 2003.

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Chapitres de livres sur le sujet "Percorsi di alta formazione"

1

Vallar, Giuseppe, Carlo A. Umiltà et Pierluigi Zoccolotti. « La neuropsicologia in Italia. Percorsi di formazione universitaria e post-universitaria ». Dans La riabilitazione neuropsicologica, 255–64. Milano : Springer Milan, 2012. http://dx.doi.org/10.1007/978-88-470-2349-9_15.

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2

Balboni, Paolo E. « 11 • Modelli operativi : tradurre la ricerca in materiali didattici ». Dans Thesaurus di Linguistica Educativa : guida, testi, video. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2022. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-607-7/011.

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Résumé :
Ho sempre ritenuto che un glottodidatta dovesse rispondere alla natura teorico-pratica della linguistica educativa: fare ricerca a livello di approccio e metodo, e realizzare percorsi operativi a livello di metodo e di metodologia didattica.Per me ‘azione didattica’ ha significato due cose: formazione di futuri insegnanti e di insegnanti in servizio e realizzazione di materiali didattici. Creare materiali didattici è la verifica dell’impianto teorico, è il momento in cui le riflessioni devono diventare azione che coinvolge la vita di milioni di studenti consentendo loro di culturizzarsi, socializzare, autorealizzarsi.
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Togni, Fabio, et Vanna Boffo. « SISTEMI IBRIDI DI QUALITY MANAGEMENT PER LE EPISTEMOLOGIE PROFESSIONALI E LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE NEI PERCORSI DI ALTA FORMAZIONE ». Dans Investigación e innovación educativa frente a los retos para el desarrollo sostenible., 698–708. Dykinson, 2022. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3w6t.58.

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