Articles de revues sur le sujet « Percezione della salute »

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Calloni, Lia, Anna Paola Capriulo, Aurora Torri, Giulia Parisi, Claudia Meroni, Simona Olivadoti et Corrado Celata. « Una "comunità competente" per la prevenzione ed il contrasto al Gioco d'Azzardo Patologico (GAP) : esperienze in corso nei territori lombardi ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 2 (septembre 2020) : 23–40. http://dx.doi.org/10.3280/psc2020-002003.

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Résumé :
L'empowerment di comunità è una strategia centrale per la promozione della salute. Obiet-tivo del case-study è analizzare il ruolo delle "Comunità Competenti" nei programmi lombardi di prevenzione e contrasto al Gioco d'Azzardo Patologico. Identificando cinque principi chiave emersi dai documenti "Salute in tutte le politiche" e "Tutti per la salute" si analizzerà la concretizzazione delle politiche lombarde in tema GAP, declinate localmente dalle Agenzie di Tutela della Salute (ATS). Sarà evidenziato come l'azione di governance e il coinvolgimento intersettoriale, la condi-visione di buone pratiche, la co-costruzione di interventi incrementino conoscenze, percezione di controllo e motivazioni delle comunità, estendendo il loro impatto anche ad altri determinanti di salute.
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Emiliani, Elisa, Giulia Casu et Paola Gremigni. « Validazione italiana della Cynical Distrust Scale per misurare la sfiducia cinica ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (juillet 2011) : 69–83. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002005.

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Résumé :
L'ostilitŕ č uno dei fattori psicosociali che influiscono sulla salute ed č predittore dello sviluppo di malattie, comportamenti e abitudini poco salutari. Il presente lavoro ha come obiettivo la presentazione della validazione italiana della(CynDis; Julkunen, 1994) per la misurazione della sfiducia cinica, componente cognitiva dell'ostilitŕ. Nonostante l'ampia letteratura dedicata allo studio di tale costrutto, in Italia non sono ancora disponibili strumenti validi e attendibili in grado di misurare in maniera veloce e precisa la sfiducia cinica. La CynDis č stata somministrata, insieme alle PANAS, alla MCSD-8 e a due domande sulla percezione del proprio stato di salute, a 311 partecipanti (169 femmine e 142 maschi, etŕ media 39.07 anni, DS = 14.98). Le caratteristiche psicometriche della scala, analizzate tramite analisi fattoriale esplorativa, studio della consistenza interna e della stabilitŕ nel tempo, e correlazioni con criteri esterni, appaiono soddisfacenti. La scala appare pertanto adatta come strumento di screening valido e attendibile, da utilizzare nei contesti di prevenzione e promozione della salute.
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Rucci, Paola, Alessandro Rossi, Mauro Mauri, Giuseppe Maina, Fulvio Pieraccini, Stefano Pallant, Valeria Camilleri, Maria Sole Montagnani et Jean Endicott. « Validity and reliability of the Quality of Life, Enjoyment and Satisfaction Questionnaire, Short Form ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 16, no 1 (mars 2007) : 82–87. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00004656.

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Résumé :
Nell'ultimo decennio la qualita della vita ha acquisito una sempre maggiore rilevanza come misura di esito sociale e clinico (Katschnig, 1997) dei disturbi mentali. Vi e un ampio consenso sul fatto che il costrutto della qualita della vita è multidimensionale e comprende la percezione che il paziente ha delle relazioni sociali, della propria salute fisica, della capacità di svolgere le attivita quotidiane domestiche e lavorative e del proprio benessere in generale (Patrick & Erickson, 1988). Mentre le misure di funzionamento si propongono di quantificare la compromissione in modo oggettivo, le misure della qualita della vita valutano la capacita del soggetto di trarre soddisfazione e piacere da varie attivita e richiedono una valutazione soggettiva. La definizione di qualita della vita del Quality of Life Group dell'Organizzazione
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Gualandri, Mario, Roberta Fida et Francesco Avallone. « Benessere Organizzativo in un campione di Aziende Sanitarie italiane ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 1 (mars 2012) : 61–85. http://dx.doi.org/10.3280/pds2012-001005.

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Résumé :
Riassunto In ambito scientifico e nelle politiche sociali europee il benessere organizzativo č divenuto uno dei principali temi di discussione, in particolare per i contesti sanitari che, data l'elevata complessitŕ delle dinamiche organizzative, mostrano un elevato rischio per il benessere organizzativo. Questo puň incidere sullo stress e sul benessere dei lavoratori. Il presente contributo esamina i fattori lavorativi della salute organizzativa in un campione di Aziende Sanitarie Locali (Asl) italiane. A tal fine sono stati utilizzati i dati relativi ad una ricerca nazionale su circa 8000 dipendenti (Multidimensional Organizational Health Questionnaire) differenziati per aree geografiche e per genere. I risultati mostrano che i fattori con maggiore effetto sui disturbi psicosomatici, sullo stress e sulla soddisfazione lavorativa sono il carico di lavoro, la sicurezza, il conflitto e l'apertura all'innovazione. Inoltre in tutte le aree geografiche e maggiormente per le donne la percezione dell'equitŕ ed il carico di lavoro risultano piů problematici. Per il Sud Italia e le Isole, ulteriori criticitŕ risultano la percezione della sicurezza e del comfort dell'ambiente. Infine, i risultati evidenziano una percezione di bassa soddisfazione e di alto stress in tutti i lavoratori delle aree geografiche e maggiormente nelle donne.
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Curtarelli, Maurizio, Maija Lyly-Yrjanainen et Greet Vermeylen. « Qualitŕ e sostenibilitŕ del lavoro in Europa. Evidenze dall'Indagine europea sulle Condizioni di lavoro ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 127 (septembre 2012) : 92–115. http://dx.doi.org/10.3280/sl2012-127007.

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Résumé :
L'articolo presenta alcuni risultati della 5a Indagine europea sulle condizioni di lavoro, condotta nel 2010 dalla Fondazione Europea per il Miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro (Eurofound) con sede a Dublino. I risultati illustrati fanno riferimento a quattro specifici ambiti della qualitŕ del lavoro: salute e fattori di rischio connessi; motivazione, ricompense intrinseche e soddisfazione; skills, formazione e apprendimento sul lavoro; infine, conciliabilitŕ tra lavoro e vita privata. Tali ambiti concorrono alla definizione di "sostenibilitŕ" del lavoro, concetto strettamente connesso con quello di qualitŕ e che riflette la possibilitŕ di tenere il piů a lungo possibile i lavoratori nell'occupazione, in una logica di invecchiamento attivo. I risultati riflettono un'estrema varietŕ di situazioni, frutto sia di aspetti oggettivi delle specifiche realtŕ lavorative e sia della percezione che l'individuo ha del proprio lavoro e delle condizioni in qui opera.
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Meringolo, Patrizia, et Sara Minacci. « Benessere degli operatori del 118 e aspetti psicosociali degli interventi. Un'indagine qualitativa in una Centrale Operativa toscana ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (décembre 2010) : 25–42. http://dx.doi.org/10.3280/pds2010-002003.

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Résumé :
Introduzione: l'indagine nasce dallo studio del 118 come servizio di salute pubblica. I riferimenti teorici si rifanno alla Psicologia dell'emergenza, ai fenomeni di stress degli operatori ed al concetto di empowerment come strategia preventiva di tali fenomeni. L'obiettivo č quello di osservare il benessere percepito dagli operatori di una Centrale Operativa del 118, attraverso la loro descrizione delle attivitŕ svolte e delle principali difficoltŕ incontrate. Metodo: interviste semi-strutturate a 18 infermieri, analizzate con metodo qualitativo basato sulla Grounded Theory. Risultati: le maggiori difficoltŕ percepite sono dovute alla specificitŕ della Centrale Operativa, basata su rapporti con l'utenza mediati dal telefono che non consente una valutazione diretta della gravitŕ del problema portato. Le interviste hanno inoltre rilevato aspetti di grande intensitŕ emozionale fonti potenzialmente di stress e di burnout. Discussione e conclusioni: i risultati rivelano la percezione di scarsa padronanza da parte degli operatori delle modalitŕ di conduzione degli interventi telefonici. Emerge il bisogno di strutturare strategie di gestione dello stress, la richiesta di maggior confronto con i colleghi e la necessitŕ di sviluppare empowerment per una migliore conduzione del servizio.
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Cannella, Giuseppe. « La tortura nell'inferno libico. L'incontro terapeutico con Ebrima ». QUADERNI DI GESTALT 35, no 2 (décembre 2022) : 33–51. http://dx.doi.org/10.3280/gest2022-002003.

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Résumé :
L'autore, psichiatra e psicoterapeuta all'interno di un ambulatorio di salute mentale di Ra-gusa promosso da MEDU-Medici per i Diritti umani, descrive il percorso terapeutico di un giovane migrante senegalese rinchiuso a lungo nelle carceri libiche e vittima di trattamenti inu-mani, degradanti e tortura. I sintomi del giovane paziente richiamano uno stile percettivo post-traumatico legato ad esperienze insopportabili che ne hanno messo a rischio la sopravvivenza. Gran parte del lavoro terapeutico, raccontato attraverso il modello della "danza della reciprocità", è stato finalizzato alla ricostruzione della percezione di un ground sicuro e solido che per-mettesse di superare la dissociazione e di contattare l'altro.
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Valentini, Vincenzo, Elisa Marconi, Loredana Dinapoli et Calogero Casà. « Come cambia la percezione della professione medica di fronte alla richiesta di morte ». Medicina e Morale 71, no 4 (22 décembre 2022) : 413–23. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2022.1218.

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Résumé :
Nel contesto di una società in continua e rapida evoluzione, la morte si ripresenta come una ineludibile tematica di peculiare urgenza esistenziale. Sebbene, infatti, il progresso tecnologico e delle scienze mediche abbia facilitato una risposta tecnica alla domanda di salute che sempre di più incontra metodiche multimodali e multidisciplinari di terapia, la tecnologia di cura relega spesso il paziente ad una solitudine esistenziale dove, pur in presenza di una terapia per la sua malattia, non trova spazio una relazione di cura per la sua sofferenza. Questa dicotomia della cura, che si suddivide da una parte nel “trattare” dall’altra nell’“essere presente”, porta, soprattutto nel contesto del fine vita, al rischio di attestare la cura al solo livello tecnico, rendendo ‘giustificata’ la richiesta del paziente al medico di ‘somministrare il fine vita’, sopprimendo l’eco relazionale di ritorno del medico di fronte al bisogno umano del paziente. Lo scopo di questo articolo è di recuperare le riflessioni legate all’esperienza clinica ed umana propedeutiche ad accompagnare il paziente in un percorso relazionale offrendogli, nelle varie fasi della cura, una “eco di ritorno”, utili a non comprimere la percezione del medico a livello di somministratore automatico.
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Dallavalle, Chiara, Cinzia Novara, Carolina Messina et Sergio Diminica. « Le forme autodistruttive di gruppo. Narcisismo e autolesionismo fra gli emo : invulnerabilitŕ percepita e ottimismo irrealistico ». PSICOLOGIA DI COMUNITA', no 1 (mai 2011) : 75–88. http://dx.doi.org/10.3280/psc2011-001008.

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Résumé :
La cultura(o) nasce - ma il dibattito č molto aperto - all'interno del punk rock, come una realtŕ musicale in crescente evoluzione, in grado di mixare sonoritŕ e modelli a prima vista vicini all'area punk, ma nei fatti fortemente differenziati. Nell'ultimo decennio, l'evoluzione che ha condotto ad esperienze sonore come l'ha mostrato una forte capacitŕ di aggregare gruppi e stili di vita, intessuti dai due tratti psicologici caratterizzanti: narcisismo e autolesionismo, influenzati dalla cultura musicale delloe del. La cattedra di Psicologia di comunitŕ dell'Universitŕ di Palermo ha avviato una serie di ricerche sugli stili comportamentali e la percezione del rischio nel mondo adolescenziale. La ricerca ha studiato la relazione esistente fra percezione del rischio, percezione della salute e comportamenti a rischio in un campione di 406 giovani (etŕ 13-25 anni, M: 19,93, DS: 3,58). I risultati mostrano che l'invulnerabilitŕ percepita correla con alcuni comportamenti a rischio, come l'abuso di alcol e l'autolesionismo.
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Ruggeri, Mirella, Nazario Santolini, Marco Stegagno, Giuseppe Imperadore et Rosa Bruna Dall'Agnola. « Indicatori di qualità della vita ». Epidemiologia e psichiatria sociale. Monograph Supplement 8, S5 (mars 1999) : 7–9. http://dx.doi.org/10.1017/s1827433100000319.

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Résumé :
La complessità del dibattito sulla qualità della vita si riflette nelle definizioni proposte (Oliver el al., 1996); alcune sono ampie ma vaghe, tali da non specificare il contenuto del concetto e quindi da ostacolarne la misurazione: “La qualità della vita è un ampio concetto che comprende tutti gli aspetti dell'esistenza di un individuo” (Torrance, 1987); “Nell'epoca moderna qualità della vita significa salute e benesse re, idee ampiamente comprese ed accettate dalle persone” (Oliver, 1991). Alcune definizioni si focalizzano sugli indicatori oggettivi di benessere: “La qualità della vita consiste nell'ottenere le condizioni necessarie per la felicità in una data società” (McCall, 1975). Altri autori definiscono la qualità della vita come senso di benessere legato alla situazione contingente o ad una qualche combinazione di benessere soggettivo ed oggettivo: “La qualità della vita è uno stato di benessere che riflette le condizioni di vita, la soddisfazione e l'adattamento a queste condizioni di vita” (Franklin et al., 1986); “La qualità della vita è il senso di benessere sperimentato da una persona all'interno delle sue attuali condizioni di vita” (Lehman, 1983). La centralità dell'aspetto soggettivo si ritrova anche nella definizione che recentemente la WHO ha dato di “qualità della vita”: “…..è una percezione individuale della propria posizione nella vita all'interno del conteste della cultura e dei valori in cui si vive, in relazione ai propri scopi, aspettative, standard ed interessi” (WHOQOL Group, 1995).
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Liga, Francesca, Valeria Verrastro, Marzia Nocito et Maria Cristina Gugliandolo. « Adolescenza e tendenza alle abbuffate di alcol : il controllo psicologico come antecedente dei comportamenti a rischio ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (janvier 2021) : 93–113. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-003005.

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Recenti studi hanno dimostrato come la tendenza alle abbuffate di alcol rappresenti un fattore di rischio per la salute dell'adolescente. Tra gli antecedenti di natura contestuale dei comportamenti a rischio in adolescenza, le pratiche genitoriali rivestono un ruolo importante. L'obiettivo del presente studio è quello di indagare la relazione tra alcune pratiche genitoria-li, come il controllo psicologico e il supporto all'autonomia, e la tendenza alle abbuffate di alcol. 568 partecipanti, tra i 14 e i 17 anni, hanno compilato alcuni self report relativi all'uso di alcol e alla percezione delle pratiche genitoriali. I risultati hanno evidenziato una relazione positiva tra controllo psicologico e abbuffate di alcol. Questo studio contribuisce all'avanzamento della letteratura in merito al ruolo di pratiche parentali controllanti e disfunzionali nell'eziologia di condotte a rischio.
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Leveni, Daniela, Daniele Piacentini et Arturo Campana. « Effectiveness of cognitive-behavioural treatment in Social Phobia : a description of the results obtained in a public mental health service ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 11, no 2 (juin 2002) : 127–33. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00005583.

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RIASSUNTOScopo – L'efficacia sperimentale della terapia cognitivo–comportamentale nel trattamento della Fobia Sociale, e provata da numerosi studi, tuttavia tali evidenze non risultano avere una ricaduta significativa nella pratica clinica. Abbiamo pertanto voluto verificare l'applicability di tale terapia nel contesto di un normale servizio pubblico di salute mentale e valutarne i risultati per compararli a quelli descritti dagli studi sperimentali. Disegno e setting – Abbiamo introdotto nel nostro centro una terapia cognitivo comportamentale intensiva e trattato i casi di Fobia Sociale che si sono presentati successivamente. In totale sono stati trattati 11 soggetti rispondenti ai criteri diagnostici del DSM–IV e sono stati valutati gli esiti sia al tennine della terapia sia a 6 mesi dal suo tennine. Principali misure di valutazione – Sono stati utilizzati strumenti obiettivi di valutazione: SF/36 per la valutazione della percezione da parte del soggetto del proprio stato di salute generale e mentale, la CGI per la valutazione clinica del terapeuta e PGI per la valutazione di quella del paziente, Liebowitz scale per la valutazione obiettiva dei correlati sintomatologici. Risultati – Nonostante il numero relativamente ridotto di soggetti che componevano il campione e la cronicita del disturbo presentato, sono stati ottenuti miglioramenti statisticamente significativi. Conclusioni – I risultati ottenuti confermano sostanzialmente quelli indicati dagli studi di efficacia e soprattutto l'applicability del metodo proposto anche nel contesto del Servizio Pubblico. Tenuto conto della elevata diffusione epidemiologica del disturbo, dell'elevato carico di malattia che determina nella popolazione generale e del costo relativamente modesto che il trattamento proposto comporta sarebbe auspicabile che esso venisse utilizzato routinariamente nella pratica clinica dei servizi pubblici.
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Borghi, Lidia, Elisa Andrighi, Claudio Cassardo, Tiziana Valentini et Elena Vegni. « La cura del paziente COVID-19 ospedalizzato : dai nuovi bisogni agli interventi psicologico-clinici ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (septembre 2022) : 1–21. http://dx.doi.org/10.3280/rip2022oa14386.

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Résumé :
La pandemia della malattia da Coronavirus-19 (COVID-19) ha un impatto enorme sulla salute globale e sulle strutture ospedaliere, che hanno dovuto riorganizzare i loro servizi per affrontare un'emergenza sanitaria senza precedenti. Il presente contributo descrive l'esperienza dell'Unità Operativa Complessa di Psicologia Clinica di una grande Azienda sanitaria di Milano (Italia), focalizzandosi sugli interventi svolti per i pazienti COVID-19 ospedalizzati, con l'obiettivo di mettere in luce i loro vissuti e i relativi bisogni psicologici, e proporre delle riflessioni sulle funzioni che lo psicologo può avere rispetto a questi bisogni. Le riflessioni proposte derivano da un'estesa esperienza clinica condotta in presenza per oltre un anno con pazienti COVID-19 ricoverati che hanno ricevuto un trattamento con C-PAP, casco, od ossigeno a bassi flussi. Questa ha portato all'individuazione bottom-up di tre macro-aree di criticità che tali pazienti si trovano ad affrontare: isolamento, paura della morte, lutto. Sono stati individuati due ulteriori temi trasversali - colpa e percezione del tempo - che paiono modulare l'articolazione delle tre macro-aree. A partire da tali vissuti e bisogni, sono identificate due linee di azioni dello psicologo con il paziente COVID-19 ricoverato che corrispondono alle due fasi dell'ospedalizzazione: 1) un'azione nel qui e ora quando il paziente si trova ancora in una fase critica; 2) un'azione di recupero narrativo dell'esperienza vissuta quando il paziente è in remissione. L'esperienza clinica maturata e le riflessioni effettuate sottolineano l'importanza dell'effettuare consultazioni psicologiche in presenza per i pazienti COVID-19 ospedalizzati, la cui efficacia nel prevenire successivi disadattamenti andrà tuttavia valutata in ulteriori studi.
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Oppes, Mario. « Il diritto all’informazione nella Convenzione di Oviedo : implicazioni etiche e deontologiche / The right to be informed in the Oviedo Convention and its ethical implications ». Medicina e Morale 66, no 6 (25 janvier 2018) : 811–25. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2017.522.

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Résumé :
Il secondo comma dell’articolo 10 della Convenzione di Oviedo sancisce il diritto del paziente ad essere informato sulle sue condizioni di salute. Si tratta di un diritto che non fa parte della tradizione medica e che, sebbene oggi venga considerato scontato, è stato introdotto nella pratica clinica solo in tempi recenti. Anche la deontologia medica lo ha accolto in Italia solo col Codice del 1998. Certamente nell’affermazione di tale diritto ha svolto un ruolo fondamentale la Convenzione di Oviedo. Tuttavia per quanto ormai da tutti accettato, restano dubbi circa la possibilità di garantire, attraverso il suo riconoscimento non solo formale, un effettivo miglioramento della relazione di cura, per il bene del malato. Si tratta quindi di interpretarne correttamente il senso e capire in che misura possa permettere di andare incontro alle aspettative del malato. Attraverso una rapida analisi del contesto culturale che condiziona la percezione della malattia e definisce i bisogni di cura dell’uomo di oggi, si arriva alla conclusione che l’informazione del paziente, correttamente interpretata, può avvicinare l’offerta assistenziale alle aspettative dei malati. Questo è possibile a condizione che venga adottato un nuovo modello di medicina, capace di superare l’attuale approccio riduzionistico e meccanicistico. Si tratta in sostanza di considerare la dimensione etica della informazione che, per poter permettere al paziente di affrontare con dignità le fasi più difficili della malattia, deve intercettare i suoi bisogni più profondi attraverso una forma di comunicazione che non si limiti alla trasmissione dei soli dati tecnici, riconducibili al binomio diagnosi-prognosi. ---------- The second paragraph of Article 10 of the Oviedo Convention establishes the right of the patient to be informed of his/her health condition. This is a right that is not part of the medical tradition and that, although today is considered to be taken, has only recently been introduced into clinical practice. In Italy, this right has only been accepted from medical ethics in 1998 Ethical Code. Certainly, the Oviedo Convention played a key role in the assertion of this right. However, as far as accepted by everyone, there are still doubts about the possibility of ensuring an effective improvement of the care relationship for the sake of the patient, through its not only formal recognition. It is therefore necessary to properly interpret the meaning and to understand how much it will be possible to meet the expectations of the patient. Through a rapid analysis of the cultural context that states the perception of the disease and defines the needs of today’s human being, we conclude that properly interpreted patient information can bring the supply of care, closer to the expectations of the patients. This could be possible only if we adopt a new model of medicine, capable of overcoming the current reductive and mechanistic approach. It is essential to consider the ethical dimension of information that, in order to allow the patient to face with dignity the most difficult stages of the disease, must intercept his deeper needs through a form of communication that is not limited to the transmission of only technical data, referring to the binomial diagnosis-prognosis.
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Capone, Vincenza. « Percezioni di efficacia comunicativa e burnout dei medici ospedalieri ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (juillet 2011) : 29–47. http://dx.doi.org/10.3280/pds2011-002003.

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Résumé :
Questo lavoro si propone di indagare le convinzioni di efficacia personale e collettiva nella comunicazione e ilin medici ospedalieri. Lo studio vuole inoltre approfondire le relazioni tra l'efficacia comunicativa personale e collettiva, ile altre variabili psicosociali, quali l'autoefficacia sociale e il senso di appartenenza all'azienda ospedaliera. Un ulteriore obiettivo č quello di verificare se le variabili considerate sono predittori delle dimensioni del. Sono stati contattati 286 medici che lavorano in aziende ospedaliere del Sud Italia, a cui č stato somministrato un questionario. I risultati mostrano il ruolo protettivo, per il benessere dei professionisti della salute, delle percezioni di efficacia comunicativa personale e collettiva. L'autoefficacia percepita nella comunicazione medica risulta infatti negativamente e significativamente correlata con il; le percezioni di efficacia collettiva risultano negativamente correlate con la mancanza di realizzazione professionale degli operatori. Infine tra i predittori negativi delritroviamo l'efficacia comunicativa personale e collettiva e il senso di appartenenza all'ospedale.
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Le Roux, Frances Hendriëhetta, et Christof Sauer. « Integration of Spirituality, Music and Emotions in Health Care ». Music and Medicine 8, no 4 (26 octobre 2016) : 162. http://dx.doi.org/10.47513/mmd.v8i4.424.

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Résumé :
As recent studies indicate a correlation between patients’ spirituality and health outcomes, medical care is increasingly focusing on treatment of the whole person. Through spirituality, individuals attempt to perceive their world, themselves, and their needs in terms of their connection to the self, others, nature and God. One cannot provide whole-person care without taking into consideration the relevant spiritual needs of patients. Music is capable of affecting spiritual aspects with emotional needs in health care and can contribute to the ‘wholeness’ perception of a person. The purpose of this review was to explore the definitions of spirituality, their value in healthcare, while additionally viewing the difference between religion and spirituality, and the link between emotions and spirituality and music’s effect on their potential role in healthcare. Keywords: spirituality, healthcare, music, emotionsSpanishIntegración de la espiritualidad: música , emoción y cuidado de la salud Frances Hendriëhetta Le Roux, Christof SauerRecientes estudios indican correlación entre la espiritualidad de los pacientes y los resultados en la salud, por esto la asistencia médica esta focalizándose de manera creciente en el tratamiento de la persona completa. A través de la espiritualidad los individuos intentan percibir el mundo, a ellos mismos, y a su necesidad de conexión con ellos, con otros, con la naturaleza y con Dios. No podemos proveer asistencia integral de la persona sin considerar las necesidades espirituales de los pacientes. En la atención de salud la música es capaz de acceder a estos aspectos espirituales junto a las necesidades emocionales de los pacientes y contribuir a la percepción de integridad de la persona. El propósito de esta revisión es explorar las definiciones de espiritualidad, su valor en la atención de la salud, mientras observamos la diferencia entre religión y espiritualidad, la conexión entre emociones y espiritualidad y el efecto de la música en su rol en el cuidado de la salud. Palabras clave: espiritualidad, cuidado de la salud, música, emociones GermanIntergration von Spiritualität, Musik und Emotionen in die GesundheitsfürsorgeFrances Hendriëhetta Le Roux, Christof Sauer Da neuere Studien eine Korrelation zwischen der Spiritualität und dem Gesundheitsverlauf von Patienten anzeigen, beschäftigt sich die medizinische Versorgung zunehmend mit der Behandlung des Menschen als Ganzes. Über Spiritualität versuchen einzelne Menschen ihre Welt, sich selbst und ihre Bedürfnisse in Bezug auf ihre Verbindung zu sich selbst, zu anderen, zu Natur und Gott wahrzunehmen. Man kann einen Menschen als Ganzes nicht betreuen, ohne seine relevanten spirituellen Bedürfnisse zu berücksichtigen. Musik kann die spirituellen Aspekte mit emotionalen Bedürfnissen in der Gesundheitsfürsorge beeinflussen und zu der ganzheitlichen Betrachtung einer Person beitragen. Der Zweck dieses Review war es, Definitionen von Spiritualität, deren Wert im Gesundheitswesen zu erforschen, und zusätzlich die Unterscheidung von Religion und Spiritualität, die Verbindung zwischen Emotionen und Spiritualität, und die Wirkung von Musik auf deren mögliche Rollen in der Gesundheitspflege zu sichten. Keywords: Spiritualität, Gesundheitsfürsorge, Musik, Emotionen ItalianIntegrazione della Spiritualità, Musica ed Emozioni nell’Assistenza Sanitaria Frances Hendriëhetta Le Roux, Christof SauerPoiche recenti studi indicano una correlazione tra spiritualità e I risultati di salute dei pazienti, l’assistenza medica è sempre più concentrata sul trattamento di tutta la persona. Attraverso la spiritualità gli individui cercano di percepire il loro mondo, se stessi e le loro esigenze in termini di connessione con il sé, degli altri, la natura e Dio. Non si puó fornire una cura su tutta la persona senza prendere in considerazione le esigenze spirituali dei pazienti. La musica è in grado di influenzare gli aspetti spirituali con I bisogni emotive nell’asssistenza sanitaria e può contribuire alla percezione “dell’interezza“ di una persona. Lo scopo di questa revisione è stato quello di esplorare le definizioni di spiritualità, il loro valore nel settore sanitario, mentre in aggiunta la visualizzazione della differenza tra la religione e la spiritualità, e il legame tra le emozioni e la spiritualità e l’effetto della musica nel settore sanitario. Parole Chiave: spiritualità, assistenza sanitaria, musica, emozioniChinese融合心靈、音樂與情緒於健康照護最近的研究顯示病人的心靈狀態與健康狀態有關,醫療上也越來越重視全人的健康照護。通過心靈層面,個人試圖去感知他們的世界、自我以及內在的需求,包括他們如何與自我、他人、大自然和神靈產生連結。若我們不考慮病人相關的心靈需求,就沒辦法提供全人的照護。音樂能夠影響健康照護當中心靈層面的情緒需求,並有助於一個人的整體性。本篇回顧的目的在於探討心靈的定義以及在健康照護中的價值,同時看到宗教與靈性的差異,以及情緒與靈性之間的連結,並闡述音樂在健康照護中可能帶來的效果Japanese ヘルスケアにおけるスピリチュアリティ、音楽と感情の統合Frances Hendriëhetta Le Roux, Christof Sauer最近の研究では、患者のスピリチュアリティと健康状態の相関性が指摘され、医療的ケアにおいても全人的な治療が注目され始めている。スピリチュアリティを通して、個人は自己の世界、自分自身やニーズを、自己や他者、自然や神との関わりを通じて認識しようとする。全人的医療を提供するためには、患者のスピリチュアルなニーズを理解することが不可欠なのである。音楽は、ヘルスケアにおいて感情面のニーズに関係するスピリチュアルな要素を援助することができる。そして患者の全人的理解に対して貢献する。このレビューの目的は、ヘルスケアにおけるスピリチュアリティの定義とその価値を探求し、宗教とスピリチュアリティの違い、そして感情とスピリチュアリティの繋がりを検証する。さらに、ヘルスケアにおける音楽の効果的役割について考察する。 キーワード:スピリチュアリティ、ヘルスケア、音楽、感情 Korean건강관리에 영성성(spirituality), 음악, 감정의 통합Frances Hendriëhetta Le Roux, Christof Sauer 최근 연구들이 환자의 정신성과 건강의 상관관계를 보여주는 것처럼, 의학적 치료는 점차 그 사람 전체를 치료하는 것에 초점을 맞추고 있다. 정신성을 통해서, 사람들은 자아, 타인, 자연, 하느님과의 연관관계 등과 관련해서 자신의 세계, 자기 자신, 그리고 자신의 필요를 인식하려고 한다. 환자들의 관련 정신적 필요를 고려하지 않고 전인적 치료를 제공할 수는 없다. 음악은 건강관리에서 정서적 필요와 함께 정신적 측면에 영향을 끼칠 수 있으며, 어떤 사람의 “전체(wholeness)” 인식에 기여할 수 있다. 이번 검토의 목적은 종교와 정신성의 차이점, 정서와 정신성의 연관관계, 그리고 그것들이 건강관리에서 할 수 있는 역할에 음악이 끼치는 영향 등을 추가로 검토하면서 정신성의 정의, 건강관리에서 그것들이 갖는 가치 등을 살펴보는 것이다. 키워드: 정신성, 건강관리, 음악, 정서
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Ríos Garit, Jesús, Yanet Pérez Surita, Aurelio Olmedilla Zafra et Verónica Gómez-Espejo. « Psicología y lesiones deportivas : Un estudio en lanzadores de beisbol ». Cuadernos de Psicología del Deporte 21, no 1 (1 janvier 2021) : 102–18. http://dx.doi.org/10.6018/cpd.416351.

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Las lesiones constituyen uno de los principales problemas en el deporte debido a las repercusiones negativas sobre la salud y el rendimiento del deportista. Su etiología multifactorial requiere que sean abordadas también desde lo psicológico para comprender su comportamiento de manera integral y lograr mayores impactos en su prevención. La presente investigación se realizó con los lanzadores de béisbol de primera categoría de la provincia de Villa Clara, Cuba, con el propósito de determinar la relación entre las variables psicológicas asociadas al rendimiento del deportista y las lesiones. Se estudiaron un total de 48 lanzadores constituyendo una población heterogénea, integrada por deportistas noveles y de mayor experiencia competitiva. Se aplicó el Cuestionario de Aspectos Deportivos y Lesiones, el Inventario de Ansiedad Rasgo-Estado, el Inventario de Ansiedad Estado en Competición y el Inventario Psicológico de Ejecución Deportiva. Los resultados obtenidos muestran que los lanzadores estudiados presentan una baja percepción de la relación entre variables psicológicas y lesiones, constatando además que en la competición aparecen más lesiones que en los entrenamientos y que los deportistas con antecedentes de lesiones presentan diferencias significativas en el estado de determinadas variables psicológicas en comparación con los lanzadores que no se han lesionado. Estas diferencias se observan en la ansiedad estado en competición, la autoconfianza, el control del afrontamiento negativo, el control de la atención y el control visual e imaginativo. Injuries are one of the main problems in sport due to the negative impact on the health and performance of the athlete. Their multi-causal etiology requires that they also be approached from the psychological to understand their behavior in an integral way and achieve greater impacts in its prevention. The present investigation was carried out with the first category Baseball pitchers of the province of Villa Clara, Cuba, with the purpose of determining the relationship between the psychological variables associated with the athlete's performance and the injuries. A total of 48 pitchers were studied, constituting a heterogeneous population, made up of new athletes with greater competitive experience. The Sports Aspects and Injuries Questionnaire, the Trait-State Anxiety Inventory, the Competing State Anxiety Inventory and the Psychological Inventory of Sports Execution were applied. The results obtained show that the pitchers studied have a low perception of the relationship between psychological variables and injuries, also confirming that in the competition there are more injuries than in training. In addition, the results are displaying that athletes with a history of injuries and within these, the ones that most injuries have suffered, present significant differences in the status of certain psychological variables compared to pitchers who have not been injured. This difference can be observed in competition state anxiety, self-confidence, negative coping control, attention control, and visual and imaginative control. Le lesioni sono uno dei principali problemi negli sport a causa dell'impatto negativo sulla salute e sulle prestazioni dell'atleta. La loro eziologia multifattoriale richiede che vengano affrontati anche dal punto di vista psicologico per comprendere il loro comportamento in modo integrale e ottenere maggiori impatti nella sua prevenzione. La presente indagine è stata condotta con i lanciatori di baseball di prima categoria della provincia di Villa Clara con lo scopo di determinare la relazione tra le variabili psicologiche associate alla prestazione dell'atleta e le lesioni. Sono stati studiati un totale di 48 lanciatori, costituendo una popolazione eterogenea, composta da nuovi atleti con una maggiore esperienza competitiva. Sono stati applicati il ​​questionario sugli aspetti sportivi e sugli infortuni, l'inventario dell'ansia trait-state, l'inventario dell'ansia di stato in competizione e l'inventario psicologico dell'esecuzione sportiva. I risultati ottenuti mostrano che i lanciatori studiati hanno una bassa percezione del rapporto tra variabili psicologiche e infortuni, confermando anche che nella competizione ci sono più infortuni che in allenamento e che gli atleti con una storia di infortuni e al loro interno, quelli che più le lesioni hanno sofferto, presentano differenze significative nello stato di alcune variabili psicologiche rispetto ai lanciatori che non sono stati feriti. Questa differenza può essere osservata in variabili come; l'ansia era in competizione, la fiducia in se stessi, il controllo del coping negativo, il controllo dell'attenzione e il controllo visivo e immaginativo. As lesões são um dos principais problemas do esporte devido ao impacto negativo na saúde e no desempenho do atleta. Sua etiologia multifatorial exige que eles também sejam abordados do ponto de vista psicológico para entender seu comportamento de maneira integral e obter maiores impactos em sua prevenção. A presente investigação foi realizada com a primeira categoria de lançadores de basebol da província de Villa Clara, Cuba, com o objetivo de determinar a relação entre as variáveis ​​psicológicas associadas ao desempenho do atleta e as lesões. Foram estudados 48 lançadores, constituindo uma população heterogênea, composta por novos atletas com maior experiência competitiva. Foram aplicados o Questionário de Aspectos e Lesões Esportivas, o Inventário de Ansiedade Traço-Estado, o Inventário de Ansiedade Estado Competente e o Inventário Psicológico de Execução Esportiva. Os resultados obtidos mostram que os lançadores estudados têm uma baixa percepção da relação entre variáveis ​​psicológicas e lesões, confirmando também que na competição há mais lesões do que nos treinos e que atletas com histórico de lesões e dentro delas, as que mais lesões sofridas apresentam diferenças significativas no status de certas variáveis ​​psicológicas em comparação com lançadores que não foram feridos. Essa diferença pode ser observada na ansiedade do estado de competição, autoconfiança, controle negativo de enfrentamento, controle da atenção e controle visual e imaginativo.
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Martins, Carlos Henrique Lopes, Gabriela Elenor dos Santos Lima, Carla Viana Dendasck, Ciane Martins de Oliveira et Euzébio de Oliveira. « Valutazione della percezione degli studenti di medicina sulla genetica medica durante il corso e la vita professionale, in un centro universitario di Belém, Pará, Amazônia ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 19 mars 2021, 63–77. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/sulla-genetica-medica.

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La disciplina Genetica ha un ruolo fondamentale nella formazione accademica e professionale degli studenti di medicina. Pertanto, è necessario che la loro percezione sia regolare o buona durante i cicli di base, clinici e di imbarco del corso, in modo che si possa basare una buona condotta professionale e condizionare gli impulsi alla salute del paziente. L’obiettivo principale dello studio è valutare la percezione degli studenti della Scuola di Medicina sulla Genetica Medica durante il corso e la vita professionale, in un Centro Universitario di Belém, Pará, Amazônia. Si tratta di una ricerca quantitativa, in cui è stato applicato un questionario preparato dai ricercatori con domande aperte e chiuse. I dati raccolti sono stati analizzati e tabulati in grafici e tabelle sviluppati tramite Microsoft Excel 2017. Abbiamo intervistato 120 studenti dal 1° al 12° semestre del corso, dove il 90% ha dichiarato di avere difficoltà nel corso del corso, il 62,5% ha avuto le proprie conoscenze ampliate dopo la realizzazione dello stesso, tuttavia, il 75% ha ritenuto che la disciplina fosse insufficiente per affrontare l’intera durata della materia. Si suggerisce, quindi, che gli studenti possano avere un maggiore contatto con la materia, sotto forma di corsi o tirocini extracurricolari.
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Gentile, Rosalba. « Dall’homo patiens all’homo rebellis : analisi della nuova percezione di salute e malattia in epoca contemporanea ». Medicina e Morale 61, no 6 (30 décembre 2012). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.117.

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Résumé :
È davvero possibile circoscrivere la variegata realtà della salute e della malattia entro un dato schema concettuale, senza rischiare di misconoscere l’essenza più autentica di queste nozioni antonimiche, eppure complementari? Muovendo da questo interrogativo, il presente articolo propone una riflessione sulla malattia e sulla salute attraverso l’analisi dei paradigmi ontologico e positivistico, dei quali si è cercato di illustrare l’impianto epistemologico e l’evoluzione teorica, allo scopo di cogliere le numerose implicazioni socio- antropologiche oltreché bioetiche della realtà suddetta. La disamina dei paradigmi in questione ha inoltre consentito di evidenziare la polivalenza semantica della salute e della malattia e quindi di concludere che la loro complessità è irriducibile sia alla visione dualistica del modello ontologico, che scinde l’unità sostanziale dei due fenomeni anzidetti, sia all’ottica quantitativa del paradigma positivista, incentrata invece sull’idea della misurabilità della natura. Infatti, come la vita contempla il grado ed esclude il metro, così le manifestazioni vitali del normale e del patologico si sottraggono a soffocanti inquadramenti epistemologici, che di essi trascurano quelle significazioni ulteriori e quelle iridescenze ermeneutiche, rilevabili, viceversa, attraverso una speculazione meno dogmatica, e dunque aperta all’interdisciplinarietà. Si ritiene altresì che le visioni ontologica e positivistica, avallando e contribuendo a diffondere specifici modelli di salute e di malattia, ne abbiano, più o meno consciamente, incentivato il graduale impoverirsi etico e simbolico; culminante, in sintesi, nella rimozione culturale delle dimensioni della morte e del dolore, nell’alterarsi del rapporto medico-paziente e nella riduzione materialistica dell’idea di salute. Ciò consegue al passaggio dall’impostazione ontologica a quella positivista: mentre la prima interpreta la salute e la malattia secondo una logica di dualismo manicheo, e dunque potenzialmente moralista, la seconda ne fornisce invece una lettura per lo più laicista e talora amorale. Questa transizione paradigmatica delinea pertanto una nuova mentalità collettiva, che, negando la realtà del patologico e assolutizzando il valore del normale, esalta il dominio di una medicina dell’utopia; la quale, non più consentanea ai bisogni effettivi della persona sofferente, tradisce una superficialità inconciliabile con la sua intima vocazione umanitaria. ---------- Is it really possible to restrict the multi-faceted reality of health and disease to a given conceptual scheme, without the risk of ignoring the essence of these opposing, but complementary notions? On the basis of this question, this article proposes a reflection on disease and health through the analysis of the ontological and the positivistic paradigms. An attempt was made to explain their epistemological systems and theoretical evolution, in order to understand the many socio-anthropological and bioethical implications of health and disease. The study of the aforesaid paradigms has also allowed to highlight the semantic polyvalence of health and illness, and to conclude that their complexity is irreducible to both the dualistic view of the ontological model – which does not maintain the essential unity of the two phenomena examined here – and to the quantitative perspective of the positivist paradigm, focused on the idea of measuring nature. In fact, as human life requires gradual change and excludes measurability, similarly the vital manifestations of the normal and the pathological escape suffocating epistemological frameworks. This is because they disregard the additional meanings and the hermeneutical nuances of health and disease that are instead detectable through a less dogmatic speculation, which would hence be open to an interdisciplinary approach. It has also been opined that the ontological and the positivist visions have, more or less consciously, induced the gradual, ethical and symbolic impoverishment of the concepts of health and disease, through endorsing and helping to disseminate specific models of them. This impoverishment culminated, in summary, in the cultural removal of death and pain, in an altered relationship between doctors and patients, and in a materialistic idea of health. This ensues from the shift from the ontological to the positivistic framework: while the first interprets health and disease according to the manichaean dualism, and therefore to a potentially moralistic view, the second explains them in a more secularist and sometimes amoral way. This paradigmatic transition outlines a new collective mentality, which denies the reality of the pathological, absolutises the value of the normal, and thus enhances the dominance of an utopian medicine. This one, as no longer corresponds to the real needs of suffering people, reveals its superficial heart and so is incompatible with its humanitarian nature.
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Cantelmi, Tonino, et Emiliano Lambiase. « Tecnoliquidità ; : nuovi scenari (evolutivi?) per la salute mentale ». MODELLI DELLA MENTE, no 1 (juillet 2017). http://dx.doi.org/10.3280/mdm1-2017oa4939.

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In questo lavoro, gli autori hanno voluto analizzare la novità e gli aspetti fondamentali positivi e negativi, di quella che è stata chiamata "Rivoluzione digitale" e della società tecnoliquida, mettendo in luce come queste esaltano e plasmano alcune caratteristiche dell'uomo liquido: il narcisismo, la velocità, l'ambiguità la ricerca di emozioni e il bisogno di infinite relazioni "light". Gli autori si sono concentrati sull'impatto che la Rete detiene sulle cognitive functions, in particolar modo su attenzione, memoria e apprendimento. Rispetto all'apprendimento, studi longitudinali hanno messo in luce come l'utilizzo del computer a scuola determini un calo dei risultati sia nella scrittura che nella lettura non dando la possibilità all'alunno di stimolare tracce mnemotecniche motorie che si attivano nella percezione della lettura e che ne facilitano il riconoscimento visivo. Inoltre vengono brevemente descritte le manifestazioni patologiche conseguenti all'eccessivo utilizzo della tecnologia digitale: ansia, depressione, fobie sociali, insonnia ed altre.Parole chiave: rivoluzione digitale, cognitive functions, psicopatologia
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Moraes, Inaldo Kley do Nascimento, Sara Coelho Oliveira, Daniela Bassi Dibai et Rosane da Silva Dias. « Valutazione della cultura della sicurezza del paziente nel settore dell’emodinamica in un ospedale privato a São Luís – MA ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 20 juillet 2020, 43–56. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/cultura-della-sicurezza.

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La sicurezza del paziente è intesa come una riduzione al minimo accettabile dei rischi di danni associati all’assistenza sanitaria. Ciò dipende da una cultura della sicurezza formata da un servizio qualificato e sicuro, che coinvolga tutti i professionisti ospedalieri, e da un monitoraggio costante dei fattori determinanti per un’assistenza sanitaria di qualità. L’obiettivo generale dello studio era valutare la cultura della sicurezza dei pazienti nel settore emodinamico in un ospedale privato di São Luís. Si tratta di uno studio trasversale, descrittivo e quantitativo condotto nel settore emodinamico del centro cardiologico dell’ospedale di São Domingos, attraverso il questionario HSOPSC – Hospital Survey on Patiente Safety Culture diviso in 12 dimensioni, la percezione di ciascuna di esse è descritta dalla percentuale di risposte positive. I partecipanti erano 69 professionisti, di cui 47 (68%) erano donne, 16 (23%) erano infermieri, 30 (43%) ha lavorato in ospedale tra 1 e 5 anni, 33 (48%) con carico di lavoro settimanale tra le 20 e le 39 ore. Per quanto riguarda le dimensioni valutate le “Aspettative sul supervisore/capo” (79%); “Apprendimento organizzativo /miglioramento continuo” (90%); “Lavoro di squadra all’interno dell’unità” con (78%) e “supporto alla gestione ospedaliera” (91%) considerato forte. Inoltre, 52 (68%) partecipanti hanno riferito di non aver presentato o completato alcuna segnalazione di eventi avversi negli ultimi 12 mesi. Pertanto, la cultura della sicurezza del paziente del settore ha un potenziale di miglioramento in quasi tutte le dimensioni valutate.
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Oliveira, Welyton Carlos, et Iara Lúcia Tescarollo. « Influenza del colore sulle proprietà fisico-chimiche e sensoriali dei cosmetici idratanti ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 17 février 2021, 05–19. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/influenza-del-colore.

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Le proprietà fisico-chimiche e sensoriali sono elementi di cui tenere conto durante lo sviluppo dei cosmetici. Le creme idratanti rappresentano una delle classi più importanti di prodotti per la cura personale e spesso appaiono in una vasta gamma di diverse opzioni di colore. Questo studio mirava a sviluppare una crema idratante sotto forma di gel-crema ed esplorare le opzioni dei colori metallizzati attraverso l’analisi sensoriale. In base ai risultati ottenuti, è stato osservato che il tipo di pigmento ha influenzato la percezione dei giudici, dimostrando che l’influenza di questo componente non deve essere trascurata nel posticipo di nuove formulazioni. È possibile dedurre che la reazione di un consumatore a un cosmetico non si basa solo sulla sua efficacia, ma anche sul modo in cui vengono percepite le sue caratteristiche fisiche, tra cui colore, aspetto, sensazione della pelle e odore.
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Conoci, Simone, Elena Cristofori et Caterina Galletti. « Distress morale e cure futili : indagine conoscitiva sulla percezione degli studenti infermieri ». Medicina e Morale 65, no 5 (23 novembre 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.453.

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Gli operatori sanitari, nell’esercizio professionale quotidiano, si avvalgono di un insieme di regole deontologiche che giustificano la moralità e irreprensibilità dell’atto assistenziale di cui sono garanti. Tuttavia l’iper-specializzazione del sapere e lo sviluppo di nuove tecnologie sottopongono costantemente i professionisti della salute all’impossibilità di conciliare sempre ciò che “è possibile fare” con ciò che “è doveroso” ed “eticamente lecito” fare per il paziente, condizione che potenzialmente genera nell’operatore distress morale. Gli infermieri che sperimentano Moral distress vivono una situazione di forte disagio, poiché riconoscono il comportamento da intraprendere più adeguato alla situazione clinica ma, per svariati motivi, non possono metterlo in pratica trovandosi quindi ad agire in modo contrario ai propri valori professionali. Le ricerche sul distress morale sono state condotte prevalentemente su infermieri. Nel presente studio sono state esaminate le situazioni che provocano conflitto morale nel vissuto degli studenti infermieri, in relazione a tutte quelle situazioni d’assistenza che si collocano al limite di una medicina etica e coscienziosa in termini di proporzionalità dei mezzi impiegati e di gravosità o beneficità dei trattamenti per il paziente. È stato svolto uno studio fenomenologico con interviste scritte semi-strutturate su un campione propositivo di studenti infermieri di una università romana. I testi delle interviste sono stati analizzati con il metodo Giorgi. I risultati hanno evidenziato che il Moral distress si manifesta nel vissuto esperienziale dello studente che è già in grado di delineare situazioni spiacevoli, cause, effetti e, in limitati casi, possibili strategie per rispondere al disagio vissuto nei setting clinici.During the professional practice of every day, caregivers use a set of ethical rules that warrant morality and irreproachability of welfare deed they are guarantors to. Nevertheless, hyperspecialization of knowledge and the development of new technologies, steadily submit professionals of wealth to inability to reconcile many times what “it is possible to do” to what “it is right to do” and “ethically correct” for patients, and that’s what potentially creates moral distress to the caregiver. Nurses who experience this moral distress, live a strong situation of discomfort, because they recognize the right behavior to have in a certain clinic situation but, due to several reasons, they can’t execute as they should, and they are incline to practice against their professional values. The most of surveys about moral distress are all conducted on nurses. This analysis inquires all situations that produce moral conflict in lived of nursing students, related to all those situations that lie on the border between an ethic and conscientious Medicine, about the proportionality in the use of means used and burdensomeness or beneficence of treatments for patients. It was carried out a phenomenological study by written semi-structured interviews on a purposeful sample of nursing students of a roman Campus. The texts of the interviews were analyzed with Giorgi’s method. The results showed that moral distress occurs in experiential lived of a student who is already able to outline unpleasant situations, causes, effects, and in few cases, possible strategies to respond to the distress experienced in clinical settings.
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