Littérature scientifique sur le sujet « Percezione del paesaggio »

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Articles de revues sur le sujet "Percezione del paesaggio"

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Gianluca Cepollaro et Luca Mori. « Paesaggi alla finestra : percezione delle trasformazioni e immaginazione delle alternative durante e dopo il lockdown ». Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no 1 (26 juillet 2021) : 34–49. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10138.

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Résumé :
La Convenzione europea del paesaggio (CEP), siglata a Firenze il 19 luglio 2000, promuove un’idea di paesaggio non come semplice sfondo delle attività umane, come un luogo di eccezionale bellezza da contemplare “dalla finestra”, ma come “spazio di vita” delle popolazioni. Proprio nell’anno in cui si celebra il ventennale della sua ratifica, milioni di persone in tutto il mondo sono state costrette per diverse settimane, durante il periodo di lockdown dovuto all’emergenza pandemica, a non vivere i luoghi esterni alla propria abitazione e quindi, per così dire, a osservare i paesaggi “là fuori”, a guardarli da “finestre” reali o virtuali come gli schermi dei dispositivi digitali. In un progetto educativo svolto con i ragazzi delle scuole secondarie di secondo grado, il paesaggio diviene “uno specchio di mondi possibili”: esso non è solo l’occasione per rispecchiare lo stato d’animo che accompagna gli studenti durante l’isolamento, un oggetto “fuori dalla finestra” sul quale si posa lo sguardo, ma è soprattutto occasione per riflettere sulla trasformazione delle percezioni e sull’immaginazione del futuro.
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Chiesi, Leonardo, et Paolo Costa. « L'immagine mentale dell'area vasta. Le categorie di Lynch applicate alla percezione del paesaggio ». SOCIOLOGIA URBANA E RURALE, no 97 (mai 2012) : 115–30. http://dx.doi.org/10.3280/sur2012-097009.

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Résumé :
Il saggio mostra l'applicabilitŕ delle categorie di Kevin Lynch alla scala dell'area vasta. In occasione di una ricerca sul rapporto tra abitanti e paesaggio nel complesso collinare del Montalbano, nella campagna toscana, gli autori ricostruiscono l'immagine mentale del luogo, mettendo in luce le molteplici articolazioni e le stratificazioni dell'identitŕ locale. Gli autori mostrano come alcuni elementi del programma di Kevin Lynch conservino la loro portata teorica se applicati ad un livello di scala diverso rispetto alla proposta originaria lynchiana.
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Pellegrini, Rienzo. « Mezzogiorno alpino di Giosuè Carducci ». Linguistica 50, no 1 (29 décembre 2010) : 143–56. http://dx.doi.org/10.4312/linguistica.50.1.143-156.

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Résumé :
Il 2007, a cento anni dalla morte del poeta, ha visto un ritorno di interesse per Giosuè Carducci, personalità di grande rilievo nel secondo Ottocento per il suo impegno accademico, per la sua attività di ricerca, per il ruolo pubblico assunto come poeta, per la sua scrittura larga. Significative sono le traduzioni dal tedesco (da Heine a von Platen), ma per l'occasione si propone una rilettura di Mezzogiorno alpino, una poesia tarda: due quartine rimate che consentono rilievi non generici sulla metrica, sulle figure retoriche, sul lessico e su una sensibilità che si apre a modi nuovi, che nel paesaggio sa trasferire una sottile capacità di autoanalisi, dando voce a una percezione acuta dello scorrere del tempo e del ripiegarsi della vita.
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Longo, Antonio. « Progettare in regime di risorse scarse ». TERRITORIO, no 57 (juin 2011) : 93–101. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-057013.

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Résumé :
Cernusco sul Naviglio č una cittŕ di notevole abitabilitŕ, apparentemente lontana dagli aspetti critici che connotano la gran parte del territorio Milanese. Gli effetti dello sviluppo immobiliare degli anni recenti, modificando la percezione del paesaggio urbano e gravando sul sistema dei servizi locali, hanno rappresentato per la cittŕ una complessiva perdita di valore dei luoghi e la compromissione di una condizione di equilibrio della comunitŕ. L'avvio del progetto di Piano ha rappresentato inizialmente l'occasione e lo strumento per rifiutare le modalitŕ di cambiamento recenti. Solo in un secondo momento ha rappresentato la via per riorientare lo sviluppo e per riportare la cittŕ entro una propria misura. Infine ha costituito una via per immaginare una diversa forma di cambiamento fondata sull'attribuzione di un senso nuovo alle risorse esistenti, sulla loro ricomposizione, su pochi e controllati nuovi sviluppi.
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Pastorella, F., S. Santoni, S. Notaro et A. Paletto. « Social perception of the forest landscape in Trentino-Alto Adige (Italy) : comparison of case studies ». Forest@ - Rivista di Selvicoltura ed Ecologia Forestale 13, no 1 (30 décembre 2016) : 73–89. http://dx.doi.org/10.3832/efor2119-013.

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Maggi, Stefano. « La mobilità da collettiva a individuale e le origini dello squilibrio a favore del motore (1946-1970) ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 295 (mai 2021) : 141–64. http://dx.doi.org/10.3280/ic2021-295007.

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Résumé :
Dopo la Seconda guerra mondiale, si verificò nella mobilità un cambiamento di prospettiva. L'autore sostiene che lo scopo principale per lo Stato e per gli enti locali passò dalla garanzia del servizio di trasporto collettivo alla realizzazione e manutenzione di infrastrutture, dove gli Italiani potessero muoversi e sostare con i propri veicoli individuali. Eppure, all'inizio del periodo preso in esame, si discuteva di tutt'altro, con al centro del dibattito "tra-sportistico" il tema del coordinamento fra rotaia e strada, dunque fra treni e tram da una parte, camion e pullman dall'altra. A metà anni Cinquanta arrivò l'automobile utilitaria e si cominciò la costruzione dell'Autostrada del So-le, verso il 1958 la policy dei trasporti virò verso la mobilità privata. In pochi anni si diffusero migliaia di veicoli a motore, che spinsero a costruire sempre più strade e poi sempre più parcheggi, cambiando paesaggi e cambiando anche la percezione dello spazio pubblico, occupato sempre più dagli autoveicoli in sosta o in movimento.
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Ciccarelli, Serena. « La bellezza della natura in un clima che cambia ». RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no 2 (septembre 2011) : 79–103. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-002006.

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Résumé :
Il cambiamento climatico č anche una sfida alla protezione dei valori estetici che attribuiamo ai patrimoni naturali dell'umanitŕ. In questo articolo si indaga l'evoluzione recente del concetto di estetica ambientale e il suo legame con l'etica ambientale. La tesi che si sostiene č che ci troviamo di fronte ad un bivio. Se affermiamo l'esistenza di patrimoni naturali dell'umanitŕ basati su un'idea di natura come entitŕ separata e separabile dall'uomo, i criteri estetici si indeboliscono e finiscono per combaciare con una visione ecologica e fisica dell'ambiente. Due le conseguenze: difendere la bellezza della natura diventa un imperativo etico; ci scontriamo con la difficoltŕ di riuscire a trovare oggi, anche di fronte ai cambiamenti ambientali in atto, qualcosa che si possa definire solo natura. L'alternativa č parlare di patrimoni culturali riconoscendo il ruolo fondamentale delle proiezioni culturali nella percezione che abbiamo della natura. Ne deriva la possibilitŕ per l'estetica di tornare ad avere un ruolo importante nella scelta di quali paesaggi, e non piů quale natura, siano belli.
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Bazzoffi, Paolo. « Monitoraggio quantitativo della valenza sul paesaggio degli elementi caratteristici, dei livellamenti e degli sbancamenti del suolo in un’area a vocazione vitivinicola, in relazione agli standard di condizionalità 1.1 e 4.4 (Decreto MiPAAF n° 30125/2009) ». Italian Journal of Agronomy 10, no 1s (20 novembre 2015). http://dx.doi.org/10.4081/ija.2015.717.

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<p>Nell'attuale periodo di programmazione della PAC la protezione e il miglioramento delle infrastrutture gestite dalle aziende agricole e che contribuiscono grandemente alla determinazione della qualità del paesaggio rurale, compreso quelle ad alta valenza ecologica, sono state rese possibili rispettivamente dall'applicazione dello Standard di Condizionalità 4.4 : “Mantenimento degli elementi caratteristici del paesaggio” e dall’adesione alla Misura agroambientale 323: “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” implementata dai PSR.In questo studio, che ha riguardato la valutazione paesaggistica di un’area del Comune di Conegliano, si è inteso fornire uno strumento su base geografica che, insieme ad altri strumenti di valutazione, consenta la redazione di carte tematiche di “monitoraggio quantitativo” della valenza degli elementi caratteristici del paesaggio e dell’impatto dei livellamenti, consentendo anche di rappresentarne la percezione dinamica. Il monitoraggio quantitativo può consentire alle Amministrazioni locali di trarre elementi di giudizio e di scelta idonei a tutelare gli aspetti paesistici dei distretti rurali ove l’attività vitivinicola gioca un ruolo fondamentale fra le attività economiche. Sulla base di tali elementi di giudizio e di scelta sarà possibile predisporre i regolamenti di governo del territorio, efficaci nella tutela del paesaggio, da far rispettare per l’ottenimento della concessione dell’autorizzazione, cui lo standard di Condizionalità 1.1.b fa riferimento. Le metodologie proposta non sono alternative all’Approccio di Valutazione Storico Culturale (AVASC) proposto da Agnoletti (2010) che valuta la dinamica dell’uso del suolo e i cambiamenti avvenuti in un ampio arco temporale al fine di definire come “caratteristico” un elemento del paesaggio. </p>
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Thèses sur le sujet "Percezione del paesaggio"

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Gilardi, T. « LA COMPLESSITÀ DEL PAESAGGIO DELLE CINQUE TERRE : SEGNI MATERIALI, SIGNIFICATI CULTURALI E INTERPRETAZIONI ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2015. http://hdl.handle.net/2434/311978.

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Résumé :
Il presente lavoro studia il paesaggio delle Cinqueterre con un approccio umanistico nel tentativo di comprendere quali esperienze collaborano a modificarne la percezione. Per questo scopo è stata realizzata una ricerca bibliografica relativa alle diverse interpretazioni del paesaggio e si sono messe in evidenza le criticità relative alle sue implicazioni con il concetto di identità. Quindi è stata realizzata una ricerca sul campo che ha visto l'elaborazione di dati raccolti in circa 350 questionari. I risultati della ricerca sono stati principalmente due: uno relativo al peso delle esperienze paesaggistiche maturate nel corso della vita degli intervistati; l'altro relativo al peso delle esperienze paesaggistiche in corso.
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Christin-Veyrenche, Sonia. « Percezione e visione del paesaggio nel cinema italiano da Sole a Deserto rosso (1929-1964) : le concordanze e le autonomie del rapporto con la letteratura ». Thesis, Paris 10, 2017. http://www.theses.fr/2017PA100017.

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Résumé :
Le paysage représente un point de rencontre entre un modèle culturel et une perception. Ils existent deux types de paysages : celui que l’on peut concevoir comme objet d’observation et qui renvoie à un paysage pictural et artistique ; et le paysage vu en tant « qu’espace vécu » et qui appartient au domaine du paysage géographique. La littérature tout comme le cinéma, se sont depuis toujours intéressés à l’importance du paysage. Le regard que le cinéma porte sur le paysage fait référence à de nombreux modèles culturels, artistiques, littéraires et sociaux qui connaissent une évolution constante. Notre travail porte sur la perception et sur les visions du paysage qu’offrent les œuvres littéraires et cinématographiques italiennes entre 1929 et 1964. La thèse se fonde sur les théoriciens du paysage et des critiques cinématographiques et littéraires et tente de mettre en évidence les diverses fonctions (identitaires culturelles, symboliques et esthétiques) du paysage
The landscape represents a meeting point between a cultural model and people’s perception of the world. There are two types of landscape: one, conceived as object of observation which refers to a pictorial and artistic landscape, and other, seen as a lived space, part of the field of geographical landscape. Literature, as well as cinema, is mindful of the importance of the landscape. The regard cinema addresses to the landscape refers to several cultural, artistic, literary and social patterns, all of which are in constant evolution. Our study will focus on the perception and vision of the landscape displayed in Italian literary and cinematographic works between 1929 and 1964. Based on landscape theoreticians and critics of film and literature, we attempted to outline the various functions (cultural identity, symbolic, aesthetic) assumed by the landscape itself
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Fabbrocini, Mario. « Figurabilità della città temporanea : progetto di una residenza per studenti nel quartiere Barca di Bologna ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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La città di Bologna è sempre più vista come nodo infrastrutturale, ricco di scambi e di attrazioni culturali e produttive. È perciò utile capire quali sono stati i processi di evoluzione che hanno portato la città metropolitana ad assumere tali caratteri, facendo un’analisi dell’espansione di questa in funzione del sistema della rete di movimento più utilizzata, la strada, che genera la forma di Bologna. Determinato lo sviluppo, si vedrà la figurabilità della città temporanea, sulla base degli studi dell’urbanista americano Kevin Lynch. Una visione sensoriale (prevalentemente visiva) sull’attraversamento della città, percorrendo uno degli assi che collega il centro con i confini urbani, al fine di descrivere le percezioni durante il tragitto. Si ricostruisce così la lettura della città e dei suoi caratteri tramite l’attraversamento. Tra i punti che il tragitto tocca vi è il quartiere Barca, luogo vissuto come semplice dimora e non come area residenza: sono carenti i poli aggregativi, che vi dovevano essere nel progetto originale del quartiere dell’architetto Giuseppe Vaccaro. Trovati i problemi, i punti di forza e la figuratività dell’area, si va ad inserire una residenza per studenti, in maniera tale da affrontare il tema della residenza temporanea. A ciò si aggiungeranno altri interventi, sia all’interno dello studentato, che nella zona circoscritta del progetto dell’architetto bolognese, per riattivare la vita di quartiere al fine di rendendolo un polo d’attrazione sia per coloro che lo vivono, ma anche per coloro che provengono dall’esterno.
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CORONA, FRANCO. « Il motore replicante della percezione. Virtuale : 6° senso della percezione ? » Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/2158/592718.

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TOLLI, MICHELA. « Valutazione integrata delle trasformazioni del paesaggio rurale. Percezione e valutazione di impatto ambientale ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/938583.

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Résumé :
La ricerca concerne il valore estetico e percettivo del paesaggio, la sua importanza nell'ambito delle discipline paesaggistiche e la possibilità di integrare questo aspetto all'interno degli strumenti di valutazione delle trasformazioni del paesaggio. La varietà dei paesaggi italiani rende necessaria la delimitazione di un campo di azione, di un'area ideologicamente definita all'interno della quale calare ogni riflessione. L'area scelta riguarda i paesaggi rurali, recepiti come scrigno di un'identità culturale italiana che per lungo tempo si è identificata con il lavoro agricolo e la convivenza con la foresta. La complessità di contenuti e la sensibilità dei paesaggi rurali li rende uno dei principali ambiti nei quali si ritiene sia necessario applicare con maggiore cura, tutti gli strumenti a disposizione per valutare le sue trasformazioni e garantire che tanto la sua funzionalità come ecosistema produttivo, quanto il suo valore culturale, estetico e percettivo, siano tutelati e valorizzati. La valutazione degli impatti estetico percettivi è un problema di natura complessa, argomento di interesse già dai primi anni '70, è ancora motivo di discussione tra gli studiosi. Nell'esaminare questo problema la ricerca sperimenta su campo la possibilità di valutare le trasformazioni del paesaggio, integrando metodi scientifico oggettivisti con la cultura umanistico qualitativa che contraddistingue l'estetica e la percezione.
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CAMPUS, ENRICA. « Progettare con il vento. Il parco eolico da impatto a opportunità per un progetto di paesaggio ». Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/2158/592521.

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MORETTI, MICHELA. « La molteplicità delle componenti della percezione nell'interpretazione del paesaggio. Ipotesi di valorizzazione di percorsi nel Monte Amiata ». Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/592726.

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Dallatorre, Giacomo. « Camminare su la linea che non c'è. I paesaggi della ferrovia Lucca-Pontedera ». Doctoral thesis, 2022. http://hdl.handle.net/2158/1277841.

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Résumé :
(...) non tutti i sentieri diventano strade, anzi. Il transito da un’ epoca all’altra, consiste, nella storia delle civiltà, proprio nel passaggio da un sistema di comunicazione all’altro, vale a dire nella trasformazione in sentieri di quelli che in precedenza erano strade. Franco Farinelli, Camminare è il primo passo del pensiero, la lettura, Corriere della Sera, Domenica 2 Agosto 2020. In Italia, il transito da un’epoca all’altra, nel corso del ‘900, ha lasciato circa ottomila chilometri di ferrovie secondarie dismesse. Questa ricerca si nutre di quest'ambiguità – della suggestione di poter camminare una strada ferrata che sta diventando un sentiero – per discutere su quali suoi significati sia possibile basare progetti per la tutela e la valorizzazione del paesaggio, dopo la dismissione dell’infrastruttura.
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GRECO, RAFFAELLO. « Ponti e paesaggio. La qualità architettonica nella trasformazione dei luoghi ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11573/938414.

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Résumé :
La presente trattazione si colloca all'interno del filone riguardante lo studio dell'architettura in relazione al paesaggio, nell'ambito di quegli studi che intendono affermare l'importanza dell'opera architettonica, quindi umana, dal punto di vista paesaggistico e di quelli che intendono promuovere la qualità dell'architettura come componente di primaria importanza per la qualità del paesaggio. Oggetto d'esame sono in primo luogo i ponti ed i paesaggi che essi sono in grado di determinare, ed in secondo luogo la qualità architettonica, in particolare in relazione alla qualità del paesaggio ed all'interno degli strumenti di valutazione del progetto. Osservando la miriade di ponti disseminati per il territorio è possibile constatare come alcuni di essi siano in grado di arricchire il paesaggio mentre altri vengano percepiti come elementi estranei al contesto. Perché questa differenza? La ricerca ha raccolto alcune riflessioni fatte nel Novecento da ingegneri e architetti che si sono occupati della progettazione dei ponti. Le loro considerazioni sono per lo più indirizzate a ragionare su oggetti architettonici di qualità con deboli riferimenti al paesaggio e agli utenti. L'intento della presente trattazione è quello di arricchire tali ragionamenti incentrando, però, l'attenzione sull'opera in relazione al paesaggio ed ai suoi fruitori. Come mai alcuni ponti invitano ad essere vissuti? Come mai alcuni catturano lo sguardo e lasciano col fiato sospeso? Come mai altri risultano così ben integrati nel paesaggio? Il presente lavoro prende forma proprio da questi interrogativi cui si tenta di dare risposta. Alcuni ponti determinano un nuovo "luogo", un nuovo paesaggio riconoscibile da quei caratteri che nella presente trattazione vengono definiti "fattori di singolarità e riuscita del ponte". Le ragioni che inducono ad approfondire tale argomento sono principalmente due: l'interesse per i paesaggi che i ponti determinano e l'interesse relativo al concetto di qualità architettonica, concetto di estrema attualità ed importanza specie se messo in relazione con il paesaggio. Una breve introduzione storica cerca di inquadrare il ruolo del ponte nel paesaggio. Il primo capitolo affronta in modo più ampio il tema delle infrastrutture, oggi particolarmente necessarie ad una società sempre più interconnessa; esse sono al tempo stesso lesioni del paesaggio e segno evidente dell'opera dell'uomo. I ponti sono elementi eccezionali all'interno del sistema infrastrutturale perché per loro natura congiungono due fronti diversi e incidono inevitabilmente sul paesaggio. In alcuni casi essi stessi sono paesaggio. In quali casi e che tipo di paesaggi sono in grado di determinare? Il secondo capitolo dà risposta a tale domanda attraverso la raccolta di un numero cospicuo di ponti suddivisi in quattro categorie ritenute dominanti per quanto attiene all'aspetto paesaggistico: il ponte come luogo dello stare, lo spazio sotto il ponte, il ponte icona, suddiviso in due sottocategorie il ponte opera d'arte e il ponte e l'identità del luogo, la dismisura del ponte. La collocazione di alcune opere nelle suddette categorie non è sempre netta, la suddivisione, infatti, tiene conto della loro caratteristica prevalente. I ponti raccolti sono stati progettati e realizzati prevalentemente negli ultimi venti anni; fanno eccezione il Viadotto Bisantis di Riccardo Morandi del 1962 ed il Ponte sul Basento di Sergio Musmeci del 1976. Le opere, quindi, si collocano in un arco temporale ad oggi né troppo vicino né troppo lontano, cosa che permette di fare riflessioni non affrettate sul loro inserimento nei contesti. Nelle prime tre categorie sono raccolti perlopiù ponti pedonali o ciclopedonali mentre nell'ultima solo ponti carrabili. Al lavoro di suddivisione fa seguito una riflessione sul tema della qualità architettonica che sembra essere qualcosa di intangibile e di difficile esplicitazione. La tesi di questo lavoro parte dal presupposto che, essendo il paesaggio il risultato anche dell'azione dell'uomo sulla natura, l'architettura, nel caso specifico quella dei ponti, influisce su di esso; tuttavia, definire cosa sia la qualità è oggetto di ampio dibattito. Inoltre, quanto gli strumenti odierni di valutazione del progetto tengono conto della qualità architettonica? Essa sembra essere, per il momento, solo un parametro marginale su cui basare le valutazioni di tipo paesaggistico e ambientale. La cosa è evidente se si esamina la documentazione richiesta per la redazione della Relazione Paesaggistica e dello Studio di Impatto Ambientale. L'analisi approfondita di alcuni casi di studio, attraverso l'ausilio degli elaborati di valutazione ambientale e paesaggistica o le testimonianze dei progettisti, permette di comprendere quanto le Amministrazioni e i progettisti abbiano tenuto in considerazione, consapevolmente o meno, la qualità architettonica del manufatto allo scopo di ottenere qualità paesaggistica. Sulla base di alcune considerazioni fatte nei decenni passati sulla progettazione dei ponti è stato possibile individuare una lista di parametri su cui basare valutazioni di tipo qualitativo in riferimento al paesaggio. In particolare, la qualità architettonica è data dalle relazioni che l'opera instaura con il contesto. Le relazioni possono essere di tipo fisico, metafisico, cromatico, materico, storico, artistico, ecc. È possibile attuare modalità di mimesi o di contrasto per le quali è necessario conoscere i caratteri e le peculiarità del luogo, da assecondare o negare. Al fine di esprimere un giudizio coerente e completo di tipo qualitativo nei confronti di un'opera inserita nel paesaggio, è necessario, quindi, basarsi anche sulle relazioni tra architettura e contesto. I paesaggi possono essere degradati, modesti, eccezionali; la qualità architettonica di un ponte è sempre messa in relazione con la qualità del luogo in cui va inserito. Il bilancio della qualità tra il prima e il dopo inserimento dovrebbe essere sempre positivo. Al fine di verificare la qualità di un ponte nella fase successiva alla sua realizzazione, è stata proposta la metabolizzazione come indicatore della buona riuscita dell'opera; si sostiene, infatti, che un ponte metabolizzato sia di per sé un ponte di qualità. Quali sono le caratteristiche dell'opera che rendono possibile tale simbiosi? Sicuramente l'azione del tempo, che permette al manufatto d'essere assorbito dal contesto e dalla comunità, le relazioni intercorrenti tra ponte e luogo, il carattere iconico e anche tutto ciò che attiene all'aspetto fisico e metafisico. L'insieme degli argomenti esposti nella presente trattazione mira ad affermare che la qualità architettonica è una componente fondamentale della qualità paesaggistica, parametro non marginale su cui formulare un giudizio di merito nei confronti di un'opera inserita nel paesaggio.
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Livres sur le sujet "Percezione del paesaggio"

1

Mara, Thiene, dir. Percezione e valore del paesaggio. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2006.

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Convegno, "La percezione del paesaggio nel Rinascimento" (2002 Cesenatico Italy). La percezione del paesaggio nel Rinascimento. Bologna : CLUEB, 2004.

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Myriam, Scanu Ada, dir. La percezione del paesaggio nel Rinascimento. Bologna : CLUEB, 2004.

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Martı́n, Pedro Garcı́a. Imagines paradisi : Storia della percezione del paesaggio nell'Europa moderna. Roma : Società geografica italiana, 2005.

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Boncompagni, Adriano. Il grand tour nel Mugello : Itinerari e percezione del paesaggio nei viaggiatori inglesi dal XVII al XIX secolo. Firenze : Centro editoriale toscano, 1998.

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Chiesi, Leonardo, dir. Identità sociale e territorio. Florence : Firenze University Press, 2009. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-689-1.

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Résumé :
Identità sociale e territorio. Il Montalbano presenta un lavoro di ricerca sul rapporto tra abitanti e paesaggio nella campagna toscana. Il materiale raccolto si articola in testo, immagini e video in una rappresentazione polifonica delle basi territoriali dell'identità sociale del complesso collinare del Montalbano, che si estende tra Firenze, Empoli, Prato e Pistoia. Il tema dell'identità locale territoriale è trattato nelle sue varie articolazioni. Si analizza come è organizzata la relazione tra abitanti e loro territorio, prendendo in considerazione, in particolare, la memoria storica sedimentata nei documenti e nei ricordi degli anziani, e poi analizzando la percezione dei confini e dei luoghi di riferimento che contribuiscono a formare un'immagine mentale chiara e strutturata dell'area vasta del Montalbano. Si prendono inoltre in esame gli attori sociali che contribuiscono a fare il paesaggio: coloro che a vario grado, con azioni e micro-azioni quotidiane, continuamente riproducono quella complessa figura territoriale che tanto interesse suscita in chi vive o semplicemente attraversa il Montalbano. Abbinamento editoriale: volumetto introduttivo e CD-rom
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I paesaggi del Trentino : Caratteri, percezioni e vissuto di un territorio alpino. Pisa : Edizioni ETS, 2019.

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Elena, Cazzulani, dir. Regionis forma pulcherrima : Percezioni, lessico, categorie del paesaggio nella letteratura latina : atti del convegno di studio : Palazzo Bo, Università degli studi di Padova, 15-16 marzo 2011. Firenze : Leo S. Olschki, 2013.

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Giorgio, Rossini, Leoncini Luca, Caffi Ippolito 1809-1866 et Teatro del Falcone, dir. Caffi e Genova : La percezione del paesaggio ligure a metà Ottocento. Milano : Skira, 2006.

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Chapitres de livres sur le sujet "Percezione del paesaggio"

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Melli, Stefano. « Partecipazione e approccio ai nuovi paesaggi : percezione del verde pensile come opportunità di rigenerazione dell’ecosistema urbano ». Dans Sapere l’Europa, sapere d’Europa. Venice : Fondazione Università Ca’ Foscari, 2021. http://dx.doi.org/10.30687/978-88-6969-562-9/020.

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Résumé :
Landscape is the result of the reciprocal transformative relationship between humans and the places where they live. In recent decades, this relationship has been weakening, especially in urban areas, where the quality of life is decreasing due to the accelerating decay and the environmental crisis. Within this context, action strategies that create new landscapes planted in a city run the risk of being rejected by the inhabitants. An iconic case is the one of the roof garden, whose reputation, distorted by greenwashing operations, is far from achieving its full potential. Therefore, it is important to implement a systemic strategy whereby the green roof redefines the urban landscape together with the people living there.
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Actes de conférences sur le sujet "Percezione del paesaggio"

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Maccarrone, Maria. « Paesaggi costieri modificati da mezzi nautici a fine vita ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7997.

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Résumé :
Guardare dei luoghi prodotti da eterogenee mescolanze di elementi di varia natura può attivare dei processi trasformativi dei paesaggi in cui è possibile plasmare e riusare ciò che si trova. La ricerca sui Beni galleggianti a fine del ciclo di vita nei paesaggi costieri indaga il fenomeno dell’abbandono dei mezzi nautici alla fine del ciclo di vita come forma apparente che muta in altra forma e il paesaggio contaminato come deposito dell’energia di una natura persistente. Paesaggi fluviali, marittimi o lacustri accolgono l’azione umana per ciò che in essi lascia, vale a dire resti di natanti arenati sulle coste o accatastati in luoghi di fortuna; stampi di costruzione dismessi; relitti faticosamente censibili di imbarcazioni affondate per avaria o deliberatamente inabissate in quanto ritenute desuete. L’insieme delle imbarcazioni alla fine del ciclo di vita assume la forma di un patrimonio nautico dell'abbandono che occupa porzioni di litorali, depaupera gli ecosistemi di terra e d'acqua e altera la percezione del paesaggio preesistente. Il riconoscimento del fragile stato di quei particolari ambiti terrestri ed acquatici, vitali e limitati, è fondamentale per la loro sopravvivenza, e non solo. Preludio per nuovi stadi evolutivi, i paesaggi costieri contaminati si possono trasformare in metafore poetiche di un dialogo rinnovato fra uomo e natura, luoghi d’innovazione e di possibilità in grado di autogenerarsi e garantire nel tempo una fruibilità condivisa. Looking at places produced by heterogeneous mixtures is possible activate the transformative processes of the landscapes where to reuse what you find. The research on "floating at the end of the life cycle in coastal landscapes" explores the phenomenon of abandoned boat at the end of life as a form apparent, and the polluted landscape as the storage of persistent nature. Landscapes of river, sea or lake the accommodate human actions: the remains of boats stranded on the coasts or stacked; molds abandoned; wrecks of sunken ships to deliberately damage or sunken as they are considered obsolete. The set of vessels at the end of the life cycle takes the form of a abandoned nautical heritage which occupies portions of the coasts, depletes ecosystems of land and water and alters the perception of the landscape preexisting. The recognition of the fragile state of those particular areas of land and water, vitals and limited, it is essential for their survival, and more. Prelude to new developmental stages, the coastal landscape hybridized can transformed into poetic metaphors of a renewed dialogue between man and nature, place of innovation and opportunity that can self-generate and ensure the usability.
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