Littérature scientifique sur le sujet « Pedagogia della cura »

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Articles de revues sur le sujet "Pedagogia della cura"

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Sidoli, Rita. « La trama dei valori condivisi e la pedagogia della responsabilitŕ ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 2 (janvier 2011) : 31–42. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-002002.

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Résumé :
La parte introduttiva del capitolo (Paragrafo 1) riassume l'esperienza professionale in cui si radicano le riflessioni successive. Nel paragrafo 2 il tema del dolore č analizzato nei suoi risvolti individuali e sociali, nelle risposte che esso attiva in coloro che ne sono testimoni e nel "costo emotivo" della condivisione. Nel paragrafo conclusivo il prendersi cura, sintesi di sapere razionale e coinvolgimento emotivo, č coniugato nei suoi fondamenti teorici e nelle pratiche che lo concretizzano.
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Lenzi, Leonardo. « Emozioni intelligenti, intelligenza emozionata : strategie per coltivare se stessi ». CHILD DEVELOPMENT & ; DISABILITIES - SAGGI, no 2 (janvier 2011) : 77–85. http://dx.doi.org/10.3280/cdd2010-002005.

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Résumé :
Č sempre piů diffusa la consapevolezza che l'attitudine della cura affondi le sue radici nell'essere di chi si prende cura, e non possa basarsi solo sulle competenze che informano il suo fare: per prendersi cura occorre "essere etici". L'etica č qualcosa che ha a che fare con la ragione, con l'intelletto. Se le passioni si conformano alla ragione, esse rendono un'azione ancor piů virtuosa. Ma se le emozioni devono essere intelligenti, l'intelletto puň essere emozionato? Il cuore umano č capace di emozionarsi per tre dimensioni caratteristiche dell'intelletto: la conoscenza, l'etica e l'apertura alla bellezza, a cui, se emozionate, corrispondono altrettante attivitŕ: la realizzazione, la compassione, la contemplazione. L'Autore esamina queste tre dimensioni, concludendo infine che la cura di sé, troppo spesso indirizzata al benessere, altrettanto spesso trascura l'Essere: č quindi necessaria una pedagogia specifica che ci renda capaci di coltivare l'"essere etico" che č in ognuno di noi.
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Pacciolla, Aureliano. « EMPATHY IN TODAYS CLINICAL PSYCHOLOGY AND IN EDITH STEIN ». Studia Philosophica et Theologica 18, no 2 (7 décembre 2019) : 138–60. http://dx.doi.org/10.35312/spet.v18i2.29.

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Résumé :
By Stein Edith: Zum problem der Einfühlung, Niemeyer, Halle 1917, Reprint der OriginalausgabeKaffke, München 1980, trad. it. Il problema dell’empatia, trad. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Studium, Roma 1985. Beiträge zur philosophischen Begründ der Psychologie und Geisteswissen schaften: a) Psychische Kausalität; b)Individuum und Gemeinschaft, «Jahrbuch für Philosophie und phänomenologische Forschung», vol. 5, Halle 1922, pp. 1-283, riedito da Max Niemeyer, Tübingen 1970, trad. it. Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per una fondazione filosofica, trad. di A. M. Pezzella, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1996. Was ist Phänomenologie?, in Wissenschaft/Volksbildung, supplemento scientifico al «Neuen Pfälzischen Landes Zeitung», n. 5, 15 maggio 1924; è stato pubblicato nella rivista «Teologie und Philosophie», 66 (1991), pp. 570-573; trad. it. Che cosa è la fenomenologia? in La ricerca della verità – dalla fenomenologia alla filosofia cristiana, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1993, pp. 55-60. Endliches und ewiges Sein. VersucheinesAufstiegszum Sinn des Sein (ESW II), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Nauwelaerts-Herder, Louvain-Freiburg 1950, trad. it. Essere finito e essere eterno. Per una elevazione al senso dell’essere, trad. it. di L. Vigone, rev. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1988. Welt und Person. BeträgezumchristlichenWahrheitstreben (ESW VI), hrsg. von L. Gelber und R. Leuven, Newelaerts – Herder, Louvain – Freiburg 1962, trad. it. Natura, persona, mistica. Per una ricerca cristiana della verità, trad. it. di T. Franzoni, M. D’Ambra e A. M. Pezzella, a cura di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1999. AusdemLebeneinerjüdischenFamilie (ESW VII), Herder, Freiburg i. Br. 1987, trad. it. Storia di una famiglia ebrea. Lineamenti autobiografici: l’infanzia e gli anni giovanili, Città Nuova, Roma 1992. Einführung in die Philosophie (ESW XIII), hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Introduzione alla filosofia di A. M. Pezzela, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 1998. Briefean Roman Ingarden 1917-1938 (ESW XIV), Einleitung von H. B. Gerl-Falkovitz, Anmerkungen von M. A. Neyer, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1991, trad. it. Lettere a Roman Ingarden, trad. it. di E. Costantini e E. Schulze Costantini, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2001. Potenz und Akt. StudienzueinerPhilosophie des Seins (ESW XVIII), bearbeitet und miteinerEinfürungversehen von H. R. Sepp, hrsg. von L. Gelber und M. Linssen, Herder, Freiburg i. Br. 1998, trad. it. Potenza e atto. Studi per una filosofia dell’essere, trad. di A. Caputo, pref. di A. Ales Bello, Città Nuova, Roma 2003. By others on Edith Stein and Empathy: Albiero, Paolo and Matricardi Giada, Che cos’è l’empatia, Carocci, Roma, 2006. 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DENTONE (a cura di), Dialogo, silenzio, empatia, Bastoni Editrice Italiana, Foggia 2000, pp. 65-85. – L’universo nella coscienza. Introduzione alla fenomenologia di Edmund Husserl, Edith Stein, Hedwig Conrad-Martius, Edizioni ETS, Pisa 2003. – Persona e Stato in Edith Stein in D’Ambra, Michele(a cura di), Edith Stein. Una vita per la verità, «Quaderni dell’AIES», n. 1, Edizioni OCD, Roma 2005. – Edith Stein: lo spirito umano in cammino verso la santità in D’Ambra, Michele(a cura di), Edith Stein.Lo Spirito e la santità, «Quaderni dell’AIES», n. 2, Edizioni OCD, Roma 2007. Alfossi, Maura. et al., Guarire o curare? Comunicazione ed empatia in medicina, La Meridiana, Molfetta (BA), 2008. Balzer, Carmen, The Empathy Problem in Edith Stein, in Huusserlian Phenomenology in a New Key. Intersubjectivity, Ethos, the Social Sphere, Human Encouter, Pathos, ed. by A. T. Tymieniecka, Kluwe Academic Publisher, Dordrecht-Boston-London, in «AnalectaHusserliana», 35 (1991), pp. 271-278. 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Teresa Giovanazzi. « For a culture of sustainability. Pedagogical reflection, educational professionalism 0-6 ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 21, no 2 (31 juillet 2021) : 160–68. http://dx.doi.org/10.36253/form-11330.

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Résumé :
Increasing awareness about the impending ecological crisis urges pedagogical research to project itself into the future and promote the training of human resources that is both responsible and aware of the educational value associated with the Environment. This paper, without claiming to be exhaustive, considers some challenges to transform the conditions of people and ecosystems within a culture of sustainability. Identifying balanced and authentic ways to inhabit the Earth is primordial to achieve the aforementioned objective and imply promoting effective educational actions through a new mindset between responsibilities and shared values. The governance of the educational ecosystem shall be the starting point with a particular focus on educational professionals 0-6. To make these multifaceted challenges a reality, the development of skills for professionals working in the educational and training services of childhood should be considered first. This is an unprecedented opportunity for the construction of sustainable skills that support the development of educational professionals 0-6 to take care of the environment. Per una cultura della sostenibilità. Riflessioni pedagogiche, professionalità educative 0-6 Assumere consapevolezza della rilevanza della crisi ecologica sollecita la ricerca pedagogica a proiettarsi nel tempo futuro, promuovendo una formazione delle risorse umane responsabile e consapevole del valore educativo dell’ambiente. Il presente contributo, senza pretesa di esaustività, si interroga sulle sfide di un cambiamento necessario nella prospettiva di migliorare le condizioni delle persone e degli ecosistemi, per una cultura della sostenibilità. Individuare modi più equilibrati e autentici per abitare la Terra implica promuovere azioni educative efficaci attraverso una nuova forma mentis, tra responsabilità e valori condivisi, muovendo dalla governance dell’ecosistema formativo con peculiare riferimento alle professionalità educative 0-6. Accostarsi alla realtà multiforme, a partire da chi opera nei servizi educativi e formativi dell’infanzia, richiede uno sguardo inedito nella costruzione di competenze sostenibili per lo sviluppo di professionalità educative 0-6 che sappiano prendersi cura dell’ambiente, nel segno dell’ecologia integrale.
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Lo Piccolo, Alessandra. « Pedagogia e cura delle fragilità : suggestioni educative e proposte didattiche per la prevenzione dei comportamenti aggressivi ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2020) : 531–51. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9495.

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Résumé :
La scuola è un sistema relazionale complesso in cui abitano persone portatrici di bisogni, desideri, emozioni, aspettative, paure, angosce, ansie. La Pedagogia, che ha avuto da sempre il compito di interpretare, conoscere e orientare l'educazione e la formazione, ancora una volta deve cercare di fornire ad ognuno strumenti e competenze, lenti per leggere e criteri per, sviluppare abilità di adattamento, responsabilità, autonomia di pensiero e di azione. Una riflessione sui fenomeni di aggressività e violenza che caratterizzano il panorama sociale, oggi, specie tra le più giovani generazioni, impone domande specifiche su quali possano essere gli interventi educativi per gestirli e prima ancora, poterli prevenire. Si sente più che mai la necessità di percorsi educativi fondati sulla convivenza, la relazione pacifica, la condivisione, il riconoscimento di tutti e di ciascuno. In questa sede si è cercato di promuovere un approccio integrato, che tenga conto di istanze multidisciplinari e multidimensionali, individuando in una efficace educazione e formazione umana alle emozioni, una via possibile per rispondere a tale emergenza. Il contributo cerca di mettere in evidenza percorsi possibili, in una visione sistemica e complessa del fenomeno.
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Escolano Benito, Agustín. « Dalla parte delle maestre. La stagione pedagogica di virginia predieri (1931-2009), por Mirella D´Ascenzo & ; Gabriele Ventura (a cura di), Lecce : Pensa Multimedia Editore, 2016, 246 páginas. ISBN : 978-88-6760-407-4 ». Historia y Memoria de la Educación, no 6 (3 avril 2017) : 561. http://dx.doi.org/10.5944/hme.6.2017.18751.

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Costabile, Giancarlo. « ALIA. The Gentile's concept of Machiavelli. Returning to the origins of the educational community in interiore homine ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (janvier 2018). http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2017oa5618.

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Résumé :
In questo articolo si discute l'influenza del pensiero di Niccolò Machiavelli nella costruzione gentiliana della pedagogia dello Stato etico e dell'umanesimo del lavoro. Il concetto machiavelliano di virtù fonda il significato pedagogico della prassi che si rivela tra le matrici principali dell'approdo speculativo di Giovanni Gentile: la costruzione sociale della comunità in interiore homine. L'umanesimo del lavoro, sviluppo concettuale dell'homo faber del Rinascimento, si pone sul piano della prassi educativa come pedagogia del ‘prendersi cura' dell'umanarsi dell'uomo. Le radici moderne di questo processo poietico-pedagogico sono da rintracciarsi secondo Gentile nel realismo machiavelliano e nella sua idea laica di potestas come libertà.
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Di Rienzo, Paolo, Aline Sommerhalder, Massimo Margottini et Concetta La Rocca. « Apprendimento permanente, saperi e competenze strategiche : approcci concettuali nel contesto di collaborazione scientifica tra Brasile e Italia (Lifelong learning, knowledge and Strategic Competence : conceptual approaches in the context of scientific collaboration between Brazil and Italy) ». Revista Eletrônica de Educação 12, no 3 (7 octobre 2019). http://dx.doi.org/10.14244/198271993584.

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Résumé :
This essay aims to show some approaches in the understanding of the lifelong learning concepts, knowledge, competence, from a literature review with the contributions of Dewey, Bruner, Freire, Schon and Tardif among others. Coming from theoretical studies carried out by Italian researchers and a Brazilian researcher, through their Research Centers/Laboratories and international collaborative partnership between Brazilian and Italian Universities, this text addresses from the undertake scientific literature, key terms which support the held studies. From the considerations, it is highlighted the regular understanding around lifelong learning concept, which considers the human condition for the permanent learning and valuing experiences from different contexts, such as family and school (basic and higher education). In view of this, the approximation between the concepts of competence and knowledge was also highlighted, recognized and valued as fundamental elements for the learning process and for the development of critical and reflexive thinking, and consequently transforming daily problems and challenges. The task reinforces the research network, pursuing the improving theoretical knowledge to subsidize the scientific research production in the educational field, besides Brazilian or Italian academic walls.SommarioQuesto saggio ha l’obiettivo di presentare gli approcci sulla definizione dei concetti di apprendimento permanente, saperi e competenze, partendo da una revisione della letteratura, con i contributi,tra gli altri, di Dewey, Bruner, Freire, Schon e Tardif. A partire dall’analisi teorica condotta da ricercatori italiani e una ricercatrice brasiliana, mediante i loro centri di ricerca/laboratório, e l’accordo di collaborazione internazionale tra l’università brasiliana e italiana, questo testo affronta, in base alla letteratura scientifica, i termini chiave che supportano gli studi realizzati. Dalle argomentazioni espresse, emerge la posizione comune sul concetto di apprendimento permanente o per tutta la vita, che considera l’approccio umanistico e la valorizzazione delle esperienze provenienti da diversi contesti come la famiglia e la scuola (in particolare di base e superiore). In questa prospettiva, si mette in evidenzia anche l'approssimazione semantica tra i concetti di competenza e saperi, riconosciuti e valorizzati come elementi fondamentali per il processo di apprendimento e per lo sviluppo del pensiero critico e riflessivo, e di conseguenza trasformatore rispetto ai problemi e alle sfide quotidiane della vita. Il presente contributo rafforza la rete di ricerca congiunta, con l'obiettivo di migliorare le conoscenze teoriche per supportare lo sviluppo di ricerche in campo educativo, al di là delle mura accademiche brasiliane o italiane.Keywords: Lifelong learning, Knowledge, Strategic competence, Reflexive competence.Parole chiave: Apprendimento permanente, Saperi, Competenze strategiche, Competenze di riflessione.Palavras-chave: Aprendizagem permanente, Conhecimento, Competência estratégica, Competência reflexiva.ReferencesALBERICI, A. La possibilità di cambiare. Apprendere ad apprendere come risorsa strategica per la vita. Milano: Franco Angeli, 2008.ALBERICI, A.; DI RIENZO, P. Learning to learn for individual and society. In: R. Deakin CRICK, C. S.; K. REN (Eds), Learning to Learn. International perspectives from theory and practice. New York: Routledge, 2014, p. 87-104.BALDACCI M. Trattato di pedagogia generale, Roma: Carocci Editore, 2002.BANDURA A. 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Cembrani, Fabio. « Il “Giano bifronte” della responsabilità ». Medicina e Morale 61, no 3 (30 juin 2012). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2012.134.

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Résumé :
L’Autore esamina, in questo studio, la questione della responsabilità professionale del medico. Di questo concetto sono analizzati i diversi significati ripercorrendone la sua parabola filosofica. Attraverso ciò l’Autore riflette sul significato più autentico della responsabilità evidenziandone la non simmetricità con la colpa giuridica; segnala, a questo riguardo, che confondere la responsabilità con la colpa è fonte di comportamenti professionali non sempre coerenti con i valori etici che alimentano la relazione di cura. L’Autore esamina, poi, il significato dato alla parola responsabilità dal Codice di deontologia medica italiano evidenziandone le molte sfumature poco utili, purtroppo, a connotarla nel suo significato più autentico; auspica, perciò, che la nuova versione del codice deontologico del medico sappia dare alla responsabilità quella dimensione pedagogica che le è propria. ---------- In this study, the Author examines the issue of the physician’s professional responsibility. The different meanings of this concept are analyzed, thinking over the philosophical parable of it. By this the author reflects on the true meaning of responsibility, highlighting the non-symmetry with the legal guilt; he points on this regard that confusing responsibility with guilt is a source of professional behavior not always consistent with the ethical values on which the care relationship is grounded. Then, the author examines the meaning given to the word responsibility from the Italian Code of Medical Ethics highlighting the many hits, that are unfortunately useless to connote it within its true meaning; therefore, he hopes that the new version of the deontological code will be able to provide the pedagogical dimension that is proper.
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Thèses sur le sujet "Pedagogia della cura"

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Gaddoni, Silvia <1986&gt. « Quando la danza è la cura. Significati, linguaggi e percorsi della Danzaterapia ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2018. http://hdl.handle.net/10579/12930.

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Résumé :
La presente ricerca affronta il tema della danza come potenziale strumento di cura, sviluppo ed inclusione della persona nell’ambito del lavoro socio-educativo e, più in generale, del vivere quotidiano. Lo scopo è quello di riscoprire l’essenza terapeutica della danza, dimostrandone l’innato potere rigenerante, liberatorio, integrante, creativo. Partendo da una riflessione sul valore cosmico del corpo e del movimento, si percorre la storia della Danzaterapia dalle sue origini, quale evoluzione di alcuni concetti innovatori della Modern Dance della prima metà del Novecento, per poi soffermarsi sulla descrizione dei principali approcci teorico-metodologici che si sono affermati e che tuttora si utilizzano nella pratica terapeutico-sociale della danza nel mondo. Segue l’analisi dei significati della Danzaterapia, dei singoli aspetti del benessere umano su cui essa agisce, degli obiettivi che persegue, dei settori e luoghi in cui maggiormente interviene. Vengono poi presentati, con particolare riferimento al contesto italiano, vari progetti di Danzaterapia sperimentati con diverse tipologie di utenza, nonché le attività di alcuni enti associativi e formativi, festival culturali e compagnie di danza. Si conclude con una personale proposta di lavoro sociale, interculturale, attraverso l’arte della danza, quale possibile realizzazione di quell’unità fra l’anima e il corpo, l’uomo e la Madre Terra, che permette l’armonia del vivente.
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2

D'ORIA, MARIKA. « L’uso di metafore linguistiche nella Medicina Generale. Aspetti educativi per la formazione dei professionisti della cura ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2018. http://hdl.handle.net/10281/199145.

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Résumé :
Rationale. La metafora è definita come «un’espressione che descrive una persona o un oggetto, riferendosi a qualcosa che si presuppone abbia caratteristiche simili» (Cambridge Academic Content Dictionary, s.v. “Metaphor,” 2017). A partire dagli anni ’90, nei contesti di Medicina Generale (MG) le metafore sono state studiate come strategie comunicative capaci di ricadere sulla qualità della cura (Mabeck & Olesen, 1997). Nelle Cure Palliative e Primarie, sono usate per motivi formativi, professionali, clinici, organizzativi (Rodriguez & Bélanger, 2014). Le ricerche hanno esaminato in particolare le metafore dei pazienti, e molto meno quelle dei curanti. Inoltre, non ci sono studi sulla riflessione e meta-riflessione di questi ultimi circa l’uso consapevole delle stesse. L’attuale dibattito scientifico è scisso in un dualismo, che le vede come strumenti utili oppure rischiosi. Metodologia. Il quesito “qual è la rappresentazione che hanno i professionisti di un gruppo di MG sull’uso delle metafore?” è nato da un gap presente in letteratura. Come metodologia è stata scelta l’Interpretative Phenomenological Analysis (IPA) (Smith et al., 2009) che, a differenza del metodo fenomenologico puro (Giorgi, 1985), non esclude una preliminare ricerca bibliografica. Lo studio qualitativo a scopo idiografico (Mantovani, 1998) coglie le rappresentazioni di medici, infermieri e segretarie di un gruppo di MG, una forma di associazionismo in cui condividere luoghi e obiettivi terapeutici. Campione. Ipotizzando che un gruppo di MG fosse più aperto a trattare queste tematiche rispetto ad un setting pensato per lavorare singolarmente, abbiamo reclutato un gruppo di 15 partecipanti con criterio propositivo (10 medici, 3 segretarie, 2 infermieri) (10 donne, 5 uomini). Strumenti. Sono state condotte 15 interviste semi-strutturate sia sull’uso di metafore da parte di pazienti e curanti, sia sulle metafore nella loro formazione. Dopo un mese sono state effettuate 15 interviste libere (Sità, 2012) per approfondire alcuni aspetti delle precedenti. Analisi. L’IPA prevede la lettura approfondita delle interviste, e la selezione e organizzazione dei contenuti raggruppati in categorie. Si elabora un piccolo set di generalizzazioni che saturino i dati, rispettando le differenze di ogni partecipante. Infine, si crea un costrutto teorico sulla base della letteratura. I risultati sono stati riportati seguendo la strategia dello studio di caso (Mortari & Zannini, 2017). Risultati. Dall’esperienza dei partecipanti si evince che la rappresentazione delle metafore cambia, se vengono espresse da medici o da pazienti; il riconoscimento delle metafore varia a seconda dei partecipanti; sono stati indicati dei vantaggi nell’uso clinico di queste espressioni, a cui seguono limiti nell’uso professionale. Talvolta, le metafore sono state usate inconsapevolmente per spiegare alcuni argomenti, come l’educazione del paziente, gli effetti del linguaggio clinico su di essi e l’identità professionale. Conclusione. L’ipotesi circa il campione scelto ha riportato i risultati sperati. Superando il dualismo presente in letteratura, da questo studio si evince che la metafora sia essenzialmente un fenomeno epistemologico, relazionale e ontologico. Pertanto, nella formazione dei futuri curanti,
Rationale. The metaphor is defined as «an expression which describes a person or an object, by referring to something that is supposed to have similar characteristics» (Cambridge Academic Content Dictionary, s.v. “Metaphor,” 2017). Since the 90s, metaphors were studied in General Practice (GP), as strategies that impact on the quality of healthcare (Mabeck & Olesen, 1997). In Palliative and Primary Care, metaphors are used to educate students and patients, and to ameliorate clinical and organizational issues (Rodriguez & Bélanger, 2014). Research explored more metaphors expressed by patients, than those of clinicians. There is no research on the reflection and meta-reflection of clinicians about their deliberate use of metaphors in clinical encounters. The state of the art provides a dualism on metaphors, as useful or dangerous tools. Methodology. The research question “what is the representation of metaphor provided by professionals who work in a GP group, on the use of metaphors?” arose from a gap in the literature. The Interpretative Phenomenological Analysis (IPA)(Smith et al., 2009) was selected as methodology, because it suggests a preliminary bibliographic search, differently from the pure phenomenological approach (Giorgi,1985). The design is qualitative, with an idiographic focus (Mantovani, 1998). The research aims to understand the representations of physicians, nurses, and administrative assistants in a GP group, which is a situation where it is possible to share contexts and therapeutic goals. Sample. We hypothesized that a group was more opened to talk about these issues than a context in which a physician works alone. We recruited a group of 15 participants (10 physicians, 3 administrative assistants, 2 nurses) (10 females, 5 males) with a purposeful sampling. Tools. We conducted 15 semistructured interviews on the use of metaphors by participants and patients, and on the use of metaphors in their professional education. After a month, we conducted 15 indepth interviews (Sità, 2012), to saturate data. Analysis. The IPA requires a careful read of the interviews, the selection and the organization of the contents into categories. A set of generalizations is created to saturate data, by respecting the differences among participants. A theoretical construct is formulated according to the literature. The results report follows the case study strategy (Mortari & Zannini, 2017). Results. The representation of metaphors changes, if these expressions are used by clinicians or by patients, in clinical and educative contexts, and differs for each participant. Strengths and limitations are provided on the clinical use of metaphors. Sometimes, metaphors are used unconsciously by participants, to express some concepts, to talk about patient education, the effects of clinical language, or their professional identity. Conclusion. The hypothesis on the sample is verified. To overcome the dualism in the literature, this study suggests that a metaphor is an epistemological, a relational, and an ontological phenomenon. Therefore, specific curricula could be designed to enhance awareness on this issue, to help students/professionals to reflect on metaphoric language as a communicative strategy in clinical encounters, that also impact on patient education.
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3

Visentin, Simone. « La presa in carico del bambino pluridisabile e della sua famiglia. Il ruolo dei servizi e delle risorse informali nell'esperienza di cura ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2009. http://hdl.handle.net/11577/3426136.

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Résumé :
It is a reaserch about the early care process of children with profund and multiple disabilities. We use a qualitative approach and we interview 30 families with a pluridisabled children. We aim to know the families' perception about their experience of care, the relations between parents and professionals, and the role of informal social support.
Si tratta di una ricerca riguardante la presa in carico dei bambini pluridisabili. Si è assunto un approccio qualitativo, e si sono intervistate 30 famiglie rispetto alle loro esperienze di presa in carico, cercando di evidenziare il ruolo dei servizi e del supporto sociale informale.
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HOLZKNECHT, ORNELLA. « Dalla scrittura autobiografica alla scrittura di introspezione : la prospettiva clinica della scrittura di se' nei linguaggi della cura ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2011. http://hdl.handle.net/10281/30153.

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Résumé :
Uno studio intriso di interrogativi linguistici, di significati semantici, di ricorrenze etimologiche che, muovendosi in un territorio intermedio tra riflessione pedagogica, filosofica ed etica, promuove la ricerca, la riflessione e l’analisi del ruolo pedagogico e del valore clinico della SCRITTURA DI SE’ nei linguaggi della cura. Nel delineare una cornice epistemologica della scrittura di sé che, nei processi educativi, formativi, evolutivi genera un incontro fecondo tra orientamento pedagogico, clinico e terapeutico, si rintracciano le radici del legame tra scrittura e cura. L’attenzione peculiare alla dimensione della soggettività, alla valorizzazione del pensiero e della sensibilità creativa individuale, svela la scrittura introspettiva e conduce ad esplorare le fragilità esistenziali nella parola scritta approfondendone lo studio teorico e la sperimentazione clinica. Attraverso la consulenza autobiografica, nella specificità di una relazione “dia-grafica” che favorisce processi di autoriflessione, autoanalisi, riprogettazione esistenziale conoscitiva e trasformativa, si condividono orizzonti epistemologici, ambiti di ricerca, direzioni di senso con campi disciplinari diversi, aperti al futuro dei nuovi linguaggi della cura.
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TREVISANELLO, FEDERICA. « Una seconda "chance" in età adulta. Prospettive formative ed esistenziali tra lifelong learning e cura di sé ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/14339.

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Résumé :
This study concerns the strategy of lifelong and life wide learning as a form of "taking care of oneself". I assume, as Beck and Bauman say, that nowadays we live in a "risk society" and in a "liquid" society. In this context, the world has become more complex and the future more unpredictable in comparison with only few decades ago. The former collective agents (workers, women, social movements in general) seem to have vanished and the prospect of a public solution to the problems posed by the new/post modernity is very slim. It is the individual who has to undertake responsibility for his/her own future. There are at least two ways of considering lifelong learning: the first focuses on personal ability to purchase the skills, the competences, the capabilities required by the market, and become a "lifelong learner" in order to continuously respond to market-place challenges and remain employable. Somehow the person has always got to learn and can never consider himself/herself a complete professional, citizen, individual but is obliged to follow adaptive strategies just to stay afloat. The second way tries to see the "positive" side of an epoch of uncertainty: if social roles and status have become less solid, it should be possible, in adult life, to have the opportunity to seek for an autonomous form of satisfactory life, where lifelong learning links with experience and original, personal ways of elaborating experience. In this perspective, lifelong learning is a construct that has to give account of the situated, historical, economical, political role that education experiences play at the individual level but also in the individual's social context. I investigate the link between "necessity and possibility" in the process of "Bildung" of subjectivities. There are social, structural and cultural bonds that strongly condition access to education and to the opportunity to find one's place into society and there must be some possibility to overcome those bonds. What are the resources that individuals can count on to express their aptitudes and yearnings? What is the role of gender differences in such a need? I can say that lifelong learning may be only one of many different strategies to respond to deep and latent needs concerning identity, membership, self-planning, gender. As no dominion disposals are given without some resistance disposals, I look at experiences of existential re-definition that take place through a fracture, a crisis, a withdrawal, and lead to a new equilibrium, where the people experiencing them look for a "second chance" in their lives. I de-construct the idea of "second chance" pointing up notions of falling, risk, gain and loss, crisis and opportunity, freedom of choice. Also, the courage to look for something considered "second best" - or the courage to quit aiming for a first place in a competitive and individualistic society is to be valued. In the concept of "second chance" there is a redeeming dimension: the idea that learning throughout one's life does not mean to accumulate knowledge, skills, competencies in a linear and adaptive process, but - on the contrary - can be an evolutionary process similar to that found in nature, expressed by the concept of "exaptation". By the term "exaptation" I refer to the ability of individuals to learn, develop and self construct using in a creative form what they already possess. Maybe this is a particular kind of wisdom. It is also necessary to re-think the role of education in individual life stories, the different weight and the different meaning that people give to it depending on the moments in which they come into contact with educational systems. The role of those responsible for educational processes must also change: there is a need for a more circular way of defining educational requirements and knowledge. And so, the research, moving from a critical theory of society and from a Foucoultian perspective (with regards to the categories of power, resistance and freedom), makes use of the method devised in Italy by Riccardo Massa and by the Clinic of Education, because it allows investigation of the latent and hidden dimensions of everyday actions and beliefs while simultaneously constructing new forms of knowledge and self-knowledge. The research participants are individuals who have decided to give themselves a "second chance": they are adult students in Bicocca and many of them have abandoned previous studies, some have changed their lifestyles and have experienced a personal crisis. In this research, narrative and auto/biographical pedagogy play a substantial role: this approach, as a matter of fact, in the last fifteen years has gained full recognition in many context (Denzin & Lincoln; West; Josso; Ferrarotti; Pineau; Demetrio; Formenti; Gonzàlez Monteagudo, etc) and has proved to be a powerful research method in its own right for understanding subjectivity and making subjective experiences more visible and intelligible. Above all, this approach, with the aim of critiquing hierarchical models, has important implications for the change of roles. It is a way of acquiring knowledge and a social action, that promotes self-directed learning and the appropriation of one's own education. For these reasons I selected a small group of adults (aged 34 and up) who have decided to give themselves a "second chance", taking possession of their own lives, and by so doing taking care of themselves. I investigated together with these people their life history and the roots of the "turning point". To carry out this research I used face-to-face instruments, such as open and in-depth interviews, into a clinic perspective. The Clinic of Education as a method that brings to light the hidden dimensions of actions and decisions, in other words the symbolic, cognitive, emotional and procedural latencies related to education, is the theoretical frame in which the research is inscribed.
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6

Yuan, Qin <1985&gt. « La cura delle bambine e dei bambini nella scuola dell'infanzia : buone pratiche in Cina e in Italia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7660/1/yuan_qin_tesi.pdf.

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Résumé :
Motivazione: La ricerca proposta vuole individuare e indagare i modelli educativi e le buone pratiche di cura dei bambini e delle bambine che si sono sviluppati nelle scuole d’infanzia di alcune zone della Cina e dell’Italia. A tale fine, verranno considerati i fattori connessi all’individuazione: a) del modello educativo; b) del pattern educativo informale; c) delle buone pratiche. Queste diverse fasi delle analisi ci aiutano a capire quali siano le teorie pedagogiche (implicite e/o esplicite) presenti nella scelta delle attività educative e nella loro organizzazione e le concezioni d'infanzia strettamente legate alle tradizioni culturali della cura e dell'educazione dei due paesi. Metodologia: La ricerca ha appoggiato alle diverse metodologie e strumenti di indagine. Si è scelto di utilizzare una metodologia di tipo descrittivo, alternando diversi metodi osservativi in alcune sezioni di diverse scuole d’infanzia sia in Italia sia in Cina. Inoltre si è scelto di utilizzare un altro strumento guida dell'osservazione, applicato solo alle scuole d’infanzia italiane perché si tratta della scala di valutazione della qualità della scuola dell'infanzia (PraDISI) elaborata sulla base delle storie e della culture dell'infanzia diverse da quelle della Cina, che permette di valutare la qualità delle scuole dell'infanzia coinvolte nell’indagine. Oltre a ciò, nelle scuole d’infanzia di Shanghai è stata utilizzata la tecnica della video-registrazione per poter documentare e successivamente analizzare momenti specifici e rilevanti delle giornate. Conclusione: Dalle analisi sui dati raccolti, si risulta che è interessante integrare due modelli: uno della scuola dell'infanzia di Shanghai centrato più sul gruppo e l'altro della scuola dell'infanzia di Bologna e di Reggio Emilia più sul singolo.
Objective: The mail objective of the research is to identify: a. The educational model; b. The informal educational pattern; c. The best practice in some preschools of China and Italy. The research of this project has something with my personal experiences. The Chinese government pays more attention to the child care and more preschools choose the Montessori educational model from others. The negligence of training of teacher created many problems during the importation of the education model, coming from another country. Method: In the part of empirical research, I used different tools for doing observation. In the three preschools of Shanghai, it is applied that named descriptive, that is, collecting the data with the paper and pen (Anna Bondioli); while in the preschool of Bologna and Reggio Emilia, it used the PraDISI (Rossaella D’Ugo, Ira Vannini), an instrument for observation and valuation of the quality of the teaching practice. The third tool which is applied just in one of the three preschools of Shanghai is the video-cued multivocal ethnography, elaborated by the group of researchers of Joseph Tobin. Result: After the analysis of data, it noted that the educational model in of preschool of Shanghai emphasized the collective value, while in Italy it focus more on the individual realization. So it is interesting that the one model can be integrated with another.
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Yuan, Qin <1985&gt. « La cura delle bambine e dei bambini nella scuola dell'infanzia : buone pratiche in Cina e in Italia ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amsdottorato.unibo.it/7660/.

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Motivazione: La ricerca proposta vuole individuare e indagare i modelli educativi e le buone pratiche di cura dei bambini e delle bambine che si sono sviluppati nelle scuole d’infanzia di alcune zone della Cina e dell’Italia. A tale fine, verranno considerati i fattori connessi all’individuazione: a) del modello educativo; b) del pattern educativo informale; c) delle buone pratiche. Queste diverse fasi delle analisi ci aiutano a capire quali siano le teorie pedagogiche (implicite e/o esplicite) presenti nella scelta delle attività educative e nella loro organizzazione e le concezioni d'infanzia strettamente legate alle tradizioni culturali della cura e dell'educazione dei due paesi. Metodologia: La ricerca ha appoggiato alle diverse metodologie e strumenti di indagine. Si è scelto di utilizzare una metodologia di tipo descrittivo, alternando diversi metodi osservativi in alcune sezioni di diverse scuole d’infanzia sia in Italia sia in Cina. Inoltre si è scelto di utilizzare un altro strumento guida dell'osservazione, applicato solo alle scuole d’infanzia italiane perché si tratta della scala di valutazione della qualità della scuola dell'infanzia (PraDISI) elaborata sulla base delle storie e della culture dell'infanzia diverse da quelle della Cina, che permette di valutare la qualità delle scuole dell'infanzia coinvolte nell’indagine. Oltre a ciò, nelle scuole d’infanzia di Shanghai è stata utilizzata la tecnica della video-registrazione per poter documentare e successivamente analizzare momenti specifici e rilevanti delle giornate. Conclusione: Dalle analisi sui dati raccolti, si risulta che è interessante integrare due modelli: uno della scuola dell'infanzia di Shanghai centrato più sul gruppo e l'altro della scuola dell'infanzia di Bologna e di Reggio Emilia più sul singolo.
Objective: The mail objective of the research is to identify: a. The educational model; b. The informal educational pattern; c. The best practice in some preschools of China and Italy. The research of this project has something with my personal experiences. The Chinese government pays more attention to the child care and more preschools choose the Montessori educational model from others. The negligence of training of teacher created many problems during the importation of the education model, coming from another country. Method: In the part of empirical research, I used different tools for doing observation. In the three preschools of Shanghai, it is applied that named descriptive, that is, collecting the data with the paper and pen (Anna Bondioli); while in the preschool of Bologna and Reggio Emilia, it used the PraDISI (Rossaella D’Ugo, Ira Vannini), an instrument for observation and valuation of the quality of the teaching practice. The third tool which is applied just in one of the three preschools of Shanghai is the video-cued multivocal ethnography, elaborated by the group of researchers of Joseph Tobin. Result: After the analysis of data, it noted that the educational model in of preschool of Shanghai emphasized the collective value, while in Italy it focus more on the individual realization. So it is interesting that the one model can be integrated with another.
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Farahi, Farnaz. « PEDAGOGIA CLINICA E CLINICA DELLA FORMAZIONE MODELLI TEORICI, PRINCIPI METODOLOGICI E PROFESSIONI EDUCATIVE A CONFRONTO ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1256014.

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Résumé :
Il nesso tra educare, istruire, formare è un aspetto in cui è centrale il ruolo della complessità. Il passaggio, ad oggi sempre più chiaro, dall’istruzione/educazione alla formazione implica la necessità di prendersi cura del soggetto nella sua unicità e totalità, attraverso una pedagogia che sappia governare questa complessità ineliminabile. Un passaggio che ha portato a far emergere in modo sempre più chiaro il tema della “cura” e del “clinico” in pedagogia. Il presente contributo nasce dall’interesse verso due prospettive pedagogiche che si occupano della “clinica”: quello della pedagogia clinica e quello della clinica della formazione. Le linee progettuali e gli obiettivi generali della ricerca corrispondono ad indagare i nessi, le aree di sovrapposizione e di divergenza tra le due prospettive pedagogiche e le relative professionalità educative. L’ottica a cui si fa riferimento è quella decostruzionista che consente di esplorare le identità delle professionalità educative e addentrarsi nelle loro esperienze concrete. The nexus between educating, instructing and training is an aspect in which the role of complexity is central. The transition, now increasingly evident, from education/education to training implies the need to take care of the subject in its uniqueness and totality through a pedagogy that governs this ineradicable complexity. This passage has led to the increasingly clear emergence of the theme of "care" and "clinical" in pedagogy. The present contribution stems from the interest in two pedagogical perspectives that deal with the "clinical": that of clinical pedagogy and that of clinical education. The research's design lines and general objectives correspond to investigate the connections, areas of overlap and divergence between the two pedagogical perspectives and the related educational professionalism. The perspective referred to is the deconstructionist one that allows one to explore the identities of educational professionalism and delve into their concrete experiences.
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MARCANTONINI, LUISA. « Il viaggio narrato : tra esperienza e cura di sé nella terza età ». Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/2158/662979.

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Résumé :
Il lavoro presenta una riflessione e una valutazione di due progetti realizzati nel contesto educativo della terza età. La tesi è una lettura della narrazione del viaggio nella terza età dove la cura di sè si configura come categoria centrale e strategica e dove la riflessione educativa svolge un ruolo fondamentale per la qualità di vita delle persone coinvolte. La tesi si sviluppa lungo tre dimensioni o cardini: la narrazione, il viaggio inteso nel duplice significato di percorso interiore e fisico attraverso la narrazione, la terza età. Il viaggio, la narrazione e la cura di sé sono state esplorate attraverso testi scientifici e narrativi, a partire da autori classici fino a quelli più moderni. in seguito il tema del viaggio è stato studiato nel suo declinarsi nella realtà locale nell'ambito dell'esperienza di due progetti promossi dall'Auser Toscana.
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Livres sur le sujet "Pedagogia della cura"

1

Ermeneutica e pedagogia della persona : Dal dialogo alla cura. Roma : Aracne, 2005.

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2

Garrino, Lorenza, dir. Strumenti per una medicina del nostro tempo. Florence : Firenze University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6655-837-8.

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Résumé :
Il contributo fornito da questa pubblicazione rappresenta una iniziativa innovativa nell’ambito della formazione per i progetti di miglioramento della qualità delle cure. Nei contesti sempre più si delinea la necessità di modelli teorici, di strumenti e metodologie che favoriscano la compartecipazione della persona e della sua famiglia alle cure. La sinergia tra Medicina narrativa, Metodologia Pedagogia dei Genitori e ICF permette di dare valore alle storie ed alle esperienze dei pazienti, alle competenze educative genitoriali all’interno del patto educativo scuola, sanità e famiglia con un focus sul grado di funzionamento della persona sia essa in condizione di salute o di malattia. In questa nuova prospettiva le azioni di cura mirano a stabilire un rapporto di fiducia che non è più basato su un’adesione acritica a saperi o interventi dati per acquisiti e indiscussi, ma su una concertazione che tiene conto delle competenze situate, concrete e quotidiane del cittadino e delle competenze formalizzate, generali e specifiche dei curanti.
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3

Ortiz, Gabriela Alexandra Quevedo, et María Carolina Suárez Holcovec. Educare all'inclusione : L'educazione inclusiva dalla pedagogia della cura per risignificare la convivenza scolastica. Edizioni Sapienza, 2021.

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