Littérature scientifique sur le sujet « Palazzo dei Papi »

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Articles de revues sur le sujet "Palazzo dei Papi"

1

della Redazione, A. cura. « Informazione bibliografica ». RIVISTA GEOGRAFICA ITALIANA, no 4 (décembre 2022) : 99–130. http://dx.doi.org/10.3280/rgioa4-2022oa15001.

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Résumé :
Bruno Latour, Dove sono? Lezioni di filosofia per un pianeta che cambia (Giuseppe Dematteis) Anselmo Roveda (a cura di) con le illustrazioni di Marco Paci, Atlante delle avventure. Atlante dei viaggi straordinari. Atlante dei luoghi immaginati (Sara Luchetta) Mauro Van Aken, Campati per aria (Filippo Menga) Flavia Cristaldi, Di qua e di là. Riflessioni di una geografa sulle migrazioni (Stefania Bonfiglioli) Flavia Cristaldi, Come il gelso per la vite (Silvia Aru) Alessandro Ricci, Carlotta Bilardi, Cartografia, arte e potere tra Riforma e Controriforma. Il Palazzo Farnese a Caprarola (Annalisa D'Ascenzo) Barbara Pizzo, Giacomo Pozzi e Giuseppe Scandurra (a cura di), Mappe e Sentieri. Un' introduzione agli studi urbani critici (Margherita Grazioli) Leslie Kern, La città femminista. La lotta per lo spazio in un mondo disegnato dagli uomini (alice salimbeni) Fulvio Toseroni, Strategie per la riduzione dei disastri. Governance del rischio e modelli di Disaster Risk Management per la costruzione di comunità resilienti (Eleonora Gioia) Luca Dal Pozzolo, Il patrimonio culturale tra memoria, lockdown e futuro (Chiara Gallanti)
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2

Hack, Achim Thomas. « Papst wider Willen. Zur Geschichte eines Motivs ». Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken 96, no 1 (1 janvier 2017) : 1–34. http://dx.doi.org/10.1515/qfiab-2016-0003.

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Résumé :
Riassunto L’articolo tratta un motivo presente per tutto il medioevo nei testi più diversi, vale a dire il rifiuto di ascendere al soglio pontificio dopo l’avvenuta elezione. Gregorio Magno se ne occupava sul piano teorico nella sua Regula pastoralis: spinto dalla sua humilitas, l’eletto sarebbe dovuto sfuggire dall’assumere l’incarico che gli era stato assegnato, ma non avrebbe dovuto persistere nel suo rifiuto più di tanto. Nonostante le motivazioni bibliche addotte da Gregorio e da altri, tale motivo è documentato già dai tempi precristiani, ad esempio nella tradizione filosofica (Platone, Cicerone) e presso gli imperatori romani a partire da Tiberio. Dall’VIII secolo in poi si trattava però non più solo di un topos letterario, ma di un rituale praticato con evidente regolarità: l’eletto cercava di sfuggire alla sua incoronazione nascondendosi, ma veniva presto rintracciato e portato „con la forza“ al Palazzo Lateranense durante una solenne processione. I papi ricorrevano inoltre spesso all’argomento dell’elezione non voluta, soprattutto quando intendevano dimostrare che non erano arrivati al soglio pontificio in modo illegittimo, ad esempio per simonia. Gregorio VII ne costituisce un esempio molto eloquente: egli presentava tutta la sua carriera come imposta dall’esterno. Nell’alto e tardo medioevo il rituale avrebbe poi trovato la sua definitiva istituzionalizzazione; negli annunci dell’avvenuta elezione, fortemente formalizzati, si sottolineava sempre l’iniziale rifiuto da parte del nuovo papa di accettarla; anzi, le stesse benedizioni impartite durante l’ordinazione ricordavano espressamente l’imposizione subita. Benedetto XVI è a tutt’oggi l’ultimo pontefice arrivato al soglio pontificio „contro la sua volontà“.
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3

Lloyd, Joan Barclay. « Medieval Dominican architecture at Santa Sabina in Rome, c. 1219–c. 1320 ». Papers of the British School at Rome 72 (novembre 2004) : 231–92. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200002737.

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Résumé :
L'ARCHITETTURA DOMENICANA DI EPOCA MEDIEVALE A SANTA SABINA A ROMA, CA. 1219–1320Lo studio tratta della basilica di V secolo di Santa Sabina e delle strutture ad essa adiacenti. In particolare si analizzano la documentazione storica e i resti architettonici di Santa Sabina negli anni compresi tra il 1219 e il 1320 circa, quando San Domenico e l'ordine medievale dei Frati Predicatori si insediarono nel complesso. Si analizzano tre soggetti: (1) i termini della donazione di Santa Sabina ai Domenicani da parte di Papa Onorio III nel 1222 e il diritto che egli concesse a San Domenico di sfruttare parte del suo palazzo sull'Aventino; (2) il significato di un muro costruito tra il coro dei frati e la parte pubblica della chiesa nel contesto della pratica architettonica e della legislazione domenicana; e (3) la natura e l'estensione delle strutture conventuali al tempo di San Domenico e il loro successivo sviluppo fino a ca. il 1320. L'ultimo soggetto si basa su una survey architettonica delle strutture di Santa Sabina e su un'analisi della muratura in esse reimpiegata. Datando la muratura con ampi lassi cronologici nell'ambito del Medioevo l'autore aiuta ad identificare gli edifici conventuali che esistevano quando i Domenicani arrivarono a Santa Sabina e ne mostra le modalità d'ampliamento.
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4

Dybski, Henryk. « Życie monastyczne w Konstantynopolu w wypowiedziach autorów IV i V wieku ». Vox Patrum 44 (30 mars 2003) : 301–18. http://dx.doi.org/10.31743/vp.8080.

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Résumé :
Dall'analisi che abbiamo presentato sopra, relativa alle fonti patristiche del IV e del V secolo sul tema „Il monachesimo a Costantinopoli", si possono trarre le seguenti considerazioni. Gia l'imperatore Costantino il Grande presto interesse a questa forma di vita. Ció e testimoniato dalla lettera, non conservatasi, indirizzata dall’imperatore stesso a sant'Antonio del deserto. Oltre a questo, anche sant'Antonio il Grande scrisse al sovrano in difesa di sant'Atanasio il Grande. Nell'anno 320, Costantino riconobbe i privilegi delle persone di ambo i sessi che sceglievano di vivere nella verginita. Alla famiglia dell'imperatore fu legata la vita di Arsenio, il quale educó i figli di Teodoro il Grande e, dopo essersi convertito, si dedicó alla vita eremitica nel deserto, in Egitto. I monaci egiziani erano soliti recarsi dall'imperatore di Costantinopoli, per esempio, con la richiesta di essere dispensati dal versamento dei tributi. Le informazioni da noi raccolte e sopra riportate sono testimonianza della presenza di legami tra Costantinopoli e i monaci d'Egitto, nonche delle influenze di questi ultimi sulla vita della capitale dell'impero. Occorre aggiungere che al palazzo imperiale fu legata la figura di Marciano di Cira, il quale rinunció alla carriera a cortee, sotto il regno di Valente, visse da eremita nei deserto della Siria. Dopo la morte dell'imperatore, si dedicó alla vita monastica, non lontano da Antiochia, anche un certo Zenone, attivo nei servizi speciali „agentes in rebus" come spia della polizia. I primi monasteri maschili e femminili di Costantinopoli furono costruiti per opera del vescovo Macedonus e del diacono Maratone, entrambi semiariani. Contro di loro si schieró il Concilio di Calcedonia, il quale promulgó un canone avente lo scopo di sottomettere i monaci alla giurisdizione dei vescovi. Un ulteriore elemento di analisi e quello relativo ai legami tra il monaco Eutiche e le pratiche eretiche. Contro il suo insegnamento intervenne papa Leone con la lettera a Flaviano, vescovo di Costantinopoli. Inoltre, la dottrina di Eutiche fu condannata anche dal Concilio di Calcedonia. Qui vivevano ancora monaci legati all'eresia macedonese. A Costantinopoli si trovavano anche delle vergini. Fra loro vi erano: la diaconessa Olimpia, le figlie dell'imperatore Arcadio (Pulcheria, Arcadia e Marina). Nella citta vissero temporaneamente Egeria, Evagrio Pontico, Melania la Giovane e san Giovanni Cassiano.
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5

Álvarez Álvarez, Darío. « PAISAJES ARQUITECTÓNICOS Y MEMORIAS DE LA CIUDAD ». Proyecto, Progreso, Arquitectura, no 24 (2021) : 18–33. http://dx.doi.org/10.12795/ppa.2021.i24.01.

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Résumé :
La ciudad occidental se ha concebido, desde sus orígenes, como una sucesión de llenos y vacíos. La presencia de esos vacíos, no ocupados por edificios, ha permitido la construcción de paisajes arquitectónicos, configurando el carácter ambiental de las ciudades y “ampliando” su morfología y su memoria. Desde la ciudad antigua hasta la contemporánea, estos vacíos construi-dos se han convertido en espacios significativos, más allá de un uso o una función concretos. En este tiempo que vivimos, estos pai-sajes, que refuerzan los mecanismos de las memorias de las ciudades, son más necesarios que nunca. Para ejemplificar este pro-ceso se han elegido paisajes arquitectónicos estrechamente vinculados a las memorias de tres ciudades: París, Nueva York y Roma
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Thèses sur le sujet "Palazzo dei Papi"

1

Vizzini, Marta. « Per un riesame della pittura viterbese. Pittura e contesti nel Patrimonium Sancti Petri in Tuscia tra XIII e XIV secolo ». Doctoral thesis, 2023. https://hdl.handle.net/2158/1299343.

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Résumé :
La tesi discussa dal titolo “Per un riesame della pittura viterbese. Pittura e contesti nel Patrimonium Sancti Petri in Tuscia fra XIII e XIV secolo” non è una mappatura capillare delle testimonianze pittoriche esistenti sul territorio individuato: essa ha cercato piuttosto di affrontare con ottica nuova alcuni monumenti, testimonianze e cicli pittorici ricchi di problematiche, finora rimasti pressoché privi di approfondimenti critici. L’introduzione presenta l’entità territoriale entro cui si muove la ricerca, il Patrimonium Sancti Petri in Tuscia, provincia dello Stato Pontificio gravitante intorno alla città di Viterbo, definisce l’ambito cronologico di azione, tra gli anni settanta del Duecento e il settimo decennio del Trecento, e fornisce lo stato dell’arte degli studi sulla pittura viterbese e del Patrimonio fra XIII e XIV secolo, argomento frequentato molto raramente dalla bibliografia più impegnata. La tesi si suddivide in sei capitoli. Una parte consistente della ricerca è incentrata su tre casi studio particolarmente significativi che sono stati individuati nelle chiese di Santa Maria Nuova a Viterbo, San Flaviano a Montefiascone e Santa Maria Maggiore a Tuscania (rispettivamente ai capitoli I, III e IV), siti dei quali è stata tentata una contestualizzazione dei cicli pittorici e delle strutture architettoniche anche in merito alle relative funzioni. Per quanto riguarda la chiesa di Santa Maria Nuova, ci si sofferma in modo approfondito sull’articolazione della stessa e dei suoi altari, e sui testi pittorici che li ornano, con affondi monografici sul Maestro delle croci Cortona-Loeser e sulla figura, ricostruita per via indiziaria, di Pietro da Viterbo. Della chiesa doppia di San Flaviano a Montefiascone si propongono una scansione temporale dei differenti interventi architettonici in epoca medioevale. In particolare, si propone una nuova lettura dell’assetto e della funzione delle due chiese sovrapposte tra la seconda metà del XIII e la prima del XIV secolo. Viene indagata, poi, analiticamente la decorazione a fresco di inizio Trecento della chiesa inferiore. Di Santa Maria Maggiore a Tuscania, vengono analizzate le campagne pittoriche riferibili al XIII e al XIV secolo, tra le quali emerge il ciclo trecentesco di cui è parte il Giudizio Universale, copia imperfetta di quello di Giotto nella cappella degli Scrovegni di Padova. Dallo studio della decorazione trecentesca emerge la fisionomia di una bottega attiva in tutta la cittadina laziale per l'intera prima metà del Trecento e che si ritrova sia nella chiesa di San Pietro, sia in un’opera di formidabile interesse quale è il Lignum Vitae nella chiesa di San Silvestro. Alla trattazione dei tre casi studio citati, si accostano degli affondi su altri temi trasversali e paralleli (capitoli II e V). Nel capitolo II si rilegge la vicenda della realtà critica di “Gregorio e Donato d’Arezzo”, che interessa vari contesti oggetto della ricerca, con una proposta di identificazione per ciascuno dei due pittori e l’individuazione delle rispettive fisionomie e geografie artistiche. Si fornisce, inoltre, un catalogo delle opere dei due pittori. Nel capitolo V si prende ad esame un tema poco spesso frequentato dalla letteratura “viterbese”: le origini culturali di Matteo Giovannetti, la sua prima attività avignonese e le ricadute della sua opera sulla produzione figurativa del territorio altolaziale. La tesi si conclude con l’analisi di una serie di casi pittorici sparsi nell'area geografica presa in considerazione, che rivela una fitta rete collaterale di espressioni pittoriche ugualmente significative, al fine di mettere in evidenza le specificità della pittura della regione viterbese in epoca medievale come polo tra Roma, la Toscana, l’Umbria settentrionale e infine la Provenza e Avignone.
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Livres sur le sujet "Palazzo dei Papi"

1

Il cardinale lanzichenecco : Potere e carriere nella Roma dei papi tra Controriforma ed era barocca. Torino : Ananke, 2010.

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S, Levialdi, et Bernardelli C. E, dir. Representation, relationship between language and image : Palazzo dei Papi, Piazza San Lorenzo, Viterbo, Italy, October 17-19, 1991. Singapore : World Scientific, 1994.

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3

Ippolito, Antonio Menniti. I papi al Quirinale : Il sovrano pontefice e la ricerca di una residenza. Roma : Viella, 2004.

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4

El Papa Luna y el Castillo de Illueca. [Zaragoza] : Gobierno de Aragón, Departamento de Industria, Comercio y Turismo, 2007.

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5

VII Mostra nazionale antiquariato : Viterbo, Palazzo dei papi, 18 ottobre - 9 novembre 1986. [Viterbo] : Agnesotti, 1986.

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6

Il corridore dei papi : Da Paolo V Borghese a Urbano VIII Barberi. Loreto] : PLAN, 2015.

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7

Representation, relationship between language and image : Palazzo dei Papi, Piazza San Lorenzo, Viterbo, Italy, October 17-19, 1991. Singapore : World Scientific, 1994.

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8

Carri da guerra e principi etruschi : Catalogo della Mostra : Viterbo, Palazzo dei Papi, 24 maggio 1997-31 gennaio 1998. Roma : "L'Erma" di Bretschneider, 1997.

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