Littérature scientifique sur le sujet « Paesaggio della montagna »

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Articles de revues sur le sujet "Paesaggio della montagna"

1

Branduini, Paola, Lionella Scazzosi, Costanza Pratesi et Daniele Meregalli. « Paesaggi rurali e pandemia. Opportunità da cogliere da parte della PAC ». Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no 1 (26 juillet 2021) : 258–71. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10260.

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Résumé :
La pandemia ha messo in luce la debolezza del sistema ambientale in cui oggi viviamo e dell’agricoltura fortemente specializzata e a bassa biodiversità. I paesaggi dell’agricoltura tradizionale che mantengono caratteri di storicità sono il risultato di lenti processi di adattamento delle tecniche alla natura, offrono un’elevata biodiversità e sono sorgente di resilienza delle comunità: possono pertanto offrire una risposta alla crisi climatica e pandemica che stiamo attraversando. Su questo tema alcuni esperti italiani di diversa formazione ed esperienza sono stati invitati ad esprimere la loro opinione allo scopo di offrire spunti per la nuova politica agricola. Ne sono emerse indicazioni per i paesaggi agricoli di pianura, di montagna e di città: attuare un’agroecologia di pianura, implementare la zootecnia in montagna, costruire una montagna competitiva con altri territori nella produzione e nel turismo ed accogliente per nuovi cittadini e turisti consapevoli, migliorare il riconoscimento e la retribuzione degli agricoltori come manutentori del paesaggio e fornitori di alimenti e di servizi sociali per la città. Infine gli autori hanno sintetizzato cinque suggerimenti per la futura PAC che offra una nuova visione del nostro vivere post pandemia, attraverso la valorizzazione dei paesaggi agrari portatori della storia e dell’identità italiana. The pandemic has highlighted the weakness of the environmental system and highly specialized agriculture with low biodiversity, where we live today. The traditional agricultural landscapes guardians of historic signs and practices are the result of slow processes of adapting techniques to nature, are a source of community resilience and high biodiversity: they can therefore offer a response to the climate and pandemic crisis we are experiencing. On this issue, some Italian experts with different backgrounds and experiences were invited to express their opinion in order to provide ideas for the new agricultural policy. Indications concern the agricultural landscapes of the plains, mountains and cities: implement agroecology in the plain, maintain animal husbandry, build a competitive production and tourism, welcome new citizens and aware tourists in the mountains, improve the recognition and remuneration of farmers as landscape maintainers and providers of food and social services for the cities. Finally, the authors summarized five suggestions for the future CAP that offer a new vision for our post-pandemic life, through the enhancement of agricultural landscapes that are bearers of Italian history and identity.
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Lloyd, John, Neil Christie et Gary Lock. « From the mountain to the plain : landscape evolution in the Abruzzo. An interim report on the Sangro Valley Project (1994–5) ». Papers of the British School at Rome 65 (novembre 1997) : 1–57. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200010576.

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Résumé :
DALLA MONTAGNA ALLA PIANURA: EVOLUZIONE DEL PAESAGGIO IN ABRUZZO. UN RAPPORTO PRELIMINARE SUL PROGETTO DELLA VALLE DEL SANGRO 1994–95Questo rapporto discute le metodologie ed i principali ritrovamenti delle prime due stagioni del progetto della Valle del Sangro, tuttora in corso. Il progetto, organizzato dalla Soprintendenza Archeologica dell'Abruzzo e dalle Università di Leicester e di Oxford, ha lo scopo di esaminare i dati archeologici, architettonici, etnografici ed ambientali per l'alta e la media/bassa valle, con particolare riferimento alla comprensione del ruolo svolto dalla piccola città e dal villaggio in una varietà di paesaggi in un periodo che va dall'arcaico all'alto medioevo (ca 600 a.C. – 900 d.C.).Gli scavi di siti arcaici e successivi in Val Fondillo — nell'alta valle — e dell' oppidum ellenistico e romano di Monte Pallano nella media valle sono di grande importanza per la conoscenza dell'epoca sannita e di quella romana, mentre nomi di luoghi (quale Fara) e resti di castelli (quale la Rocca Intramonti) forniscono un'iniziale guida allo studio degli schemi insediativi alto medievali e medievali. La ricognizione ha cominciato a fornire un quadro dettagliato dell'occupazione dell'area gravitante su questi siti, con l'analisi CAD e GIS come elemento centrale di questo studio. Una notevole importanza è stata anche data ad uno studio etnografico volto alla comprensione del ruolo della transumanza (un elemento tradizionale dell'economia regionale) e la sua relazione con gli antichi sistemi insediativi e di uso del territorio.
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Scarsella, Elena. « Dove osano le Aquile : Strategie di occupazione territoriale nei Vestini Cismontani (Abruzzo) tra l’Età del Ferro e la Romanizzazione ». Cuadernos de Prehistoria y Arqueología de la Universidad de Granada 31 (17 décembre 2021) : 233–52. http://dx.doi.org/10.30827/cpag.v31i0.21111.

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Résumé :
L'Archeologia del mediterraneo ha spostato solo di recente la propria attenzione sull'entroterra e l'Archeologia delle montagne mediterranee è ancora un terreno ampiamente inesplorato. Nonostante l'apparente mitezza, infatti, questo tipo di paesaggio pone delle sfide che hanno contribuito a creare, nei secoli, fenomeni culturali unici nel loro genere e difficilmente inquadrabili in modelli culturali concepiti sulla base di territori meno frammentari e morfologicamente complessi. In questo articolo, attraverso il caso studio dell'Abruzzo settentrionale, ci si propone di osservare da vicino la risposta dei popoli pre-romani dell'Appennino centrale alle sfide poste da un paesaggio povero di risorse e spesso inospitale. L'attitudine a cambiamenti lenti e spesso solo apparenti sarà contestualizzata alla luce di un'interpretazione teorica che combini Archeologia e Antropologia.
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Dini, Roberto. « Nuovi sguardi sulla montagna. Elementi per il progetto alla grande scala ». TERRITORIO, no 56 (mars 2011) : 158–63. http://dx.doi.org/10.3280/tr2011-056024.

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Résumé :
In quanto spazio ‘altro' le Alpi costituiscono un terreno di sperimentazione privilegiato per tentare di rispondere ad alcune domande centrali nel dibattito sulla pianificazione e sul progetto d'area vasta: dalle problematiche connesse alla patrimonializzazione del paesaggio, all'intreccio tra dato fisico e sociale, alla sostenibilitŕ ambientale, alla tutela del patrimonio storico e ambientale. Č fondamentale ragionare su modalitŕ di trasformazione in grado di tenere assieme immagini, progettualitŕ, dinamiche di natura differente, al fi ne di generare ‘territori abitati' nella complessitŕ dei loro valori. Anche nel contesto alpino emerge la necessitŕ di una riflessione intorno al tema dell'architettura alla grande scala, nell'incrocio tra strutturazioni insediative, morfologie del substrato territoriale con l'insieme delle pratiche dell'abitare e delle politiche di sviluppo locale.
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Coccia, S., et D. J. Mattingly. « Settlement history, environment and human exploitation of an intermontane basin in the central Apennines : the Rieti survey 1988–1991, part I ». Papers of the British School at Rome 60 (novembre 1992) : 213–89. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200009831.

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Résumé :
STORIA INSEDIAMENTALE, AMBIENTE E SFRUTTAMENTO UMANO DI UN BACINO INTERMONTANO NELL'APPENNINO CENTRALE: IL RIETI SURVEY, 1988–1991, I. PARTEQuesto progetto è diretto allo studio del paesaggio rurale intorno alla città di Rieti, nell'Italia centrale e in particolare si propone di esaminare, in un ampio fronte diacronico, il mutamento del modello insediamentale e i diversi modi di sfruttamento dell'alto bacino appenninico e delle colline e dei monti circostanti. Sono qui descritti gli scopi ed i metodi interdisciplinari del progetto e vengono riportati i principali risultati ottenuti. Lo studio degli aspetti geomorfologici ha giocato un ruolo importante nel progetto e i risultati sono presentati in due principali sezioni riguardanti una la natura dei suoli del bacino e l'altra i diversi modi della loro formazione. Il lavoro sul campo si è principalmente basato sulla ricognizione intensiva di una serie di transetti perpendicolari sul lato orientale del bacino montano di Rieti, estesa anche alle montagne circostanti. Nel corso di tre stagioni di lavoro, oltre 500 campi sono stati esaminati nell'ambito di un'area di circa 22 kmq., insieme con più ampie ricognizioni all'interno dell'intero bacino; tali ricognizioni sono state specificatamente finalizzate alla ricerca di dati che aiutassero a fornire risposte circa la problematica riguardante il mutare del quadro insediativo durante l'epoca medievale. Sono stati rinvenuti un totale di circa 200 siti di vario tipo ed epoca, sebbene si sia cercato di analizzare tali siti, durante le ricognizioni, nell'ambito dell'archeologiaoff-site. Le ricognizioni di particolari aree comprendenti un certo numero di siti con evidenti resti architettonici, sono state integrate con le evidenze portate alla superficie tramite l'aratura. Le ricognizioni miranti al rinvenimento di strutture sono risultate essere particolarmente positive, con l'individuazione di una serie di castelli e villaggi medievali, posizionati ad alte quote intorno al bacino. Durante tale progetto sono stati inoltre usati metodi geofisici di prospezione, compiendo ricognizione di resistività su larga scala per circa 20 siti: vengono qui riportati alcuni commenti preliminari sui risultati ottenuti grazie a questa tecnica. Il lavoro di tipo archeologico è stato accompagnato da una ricerca a carattere storico ed archivistico; l'articolo si conclude con una sintesi della storia insediamentale del bacino di Rieti per un periodo che va dall'età del bronzo all'età post-medievale.
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Wolfzettel, Friedrich. « Berg(-Landschaft) bei Dante – mit einem Ausblick auf Boccaccio ». Deutsches Dante-Jahrbuch 92, no 1 (26 octobre 2017). http://dx.doi.org/10.1515/dante-2017-0007.

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Résumé :
RiassuntoNella sua concezione del monte del Purgatorio Dante sembra voler ignorare deliberatamente la lunga tradizione di un purgatorio infernale descritta da Jacques Le Goff, per riallacciarsi invece alla tradizione del monte sacro dell’Antico e del Nuovo Testamento. Non a caso, il monte del Purgatorio è coronato dal Paradiso Terrestre. La nuova posizione del monte al confine del mondo, a differenza della tradizione medievale, sottolinea pure la novità di una concezione quasi reale della montagna sacra la cui ascensione viene descritta con un realismo dinamico inaudito fino ad allora. Ma la »montagna bruna« descritta alla fine del celebre canto XXVI dell’Inferno funge anche da simbolo della verticalità tipica della cultura medievale che il grande dantista Giovanni Boccaccio non potrà accettare. Il ripudio della montagna - a favore di un paesaggio erotico della pianura umida e soleggiata - sarà dunque una caratteristica di tutta la sua opera fino al Decameron. Però, alla fine della sua vita, l’autore riprenderà il motivo del monte sacro di Dante per farne, nella sua visione satirica intitolata Corbaccio, il simbolo di una nuova libertà intellettuale nei confronti delle tentazioni erotiche e della schiavitù della carne. Si tratta però di un tentativo di autoliberazione a spese del dinamismo e del realismo della rappresentazione dantesca: il progresso intellettuale viene contrariato dal regresso estetico.
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Thèses sur le sujet "Paesaggio della montagna"

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RIVA, FEDERICA. « Agri-culture della montagna e paesaggi di genere nel Garhwal Himalaya ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/196449.

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Résumé :
La tesi “Agri-culture della montagna e paesaggi di genere nel Garhwal Himalaya” è uno studio sulle dimensioni sociali dell’agricoltura himalayana con particolare attenzione alle dinamiche di genere che la caratterizzano. Pratiche agricole, rituali connessi alla produttività, modelli di sviluppo, immaginari collettivi e movimenti sociali sono le lenti attraverso cui viene analizzata la trasformazione radicale delle culture contadine dell’India Nord-occidentale.
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ZILIO, LUCA. « La montagna di Ermenegildo Zegna. Invenzione di un paesaggio dell’Italia moderna ». Doctoral thesis, Università IUAV di Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/11578/302402.

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Résumé :
La tesi investiga la costruzione di un luogo, attraverso i tentativi portati avanti da un imprenditore nel campo laniero. Un paesaggio che racconta la trasformazione dell’esistente e che ritrova nel significato etimologico della parola “paese”, la capacità di abbracciare oggi tutto il reale, gli attori che lo abitano e le azioni che quotidianamente impongono le proprie trasformazioni. La costruzione di un paesaggio. L’invenzione di una montagna. Questa tesi è una dissertazione che vuole indagare questo processo antropico (e molto poco naturale) che passa attraverso l’intervento di una serie di protagonisti, ma soprattutto attraverso la visione di un imprenditore: Ermenegildo Zegna. Un’imprenditoria illuminata, la montagna (del biellese) sopra Trivero e una serie di progettisti che saranno in grado di restituire dignità e bellezza ad un luogo di produzione sono i protagonisti di questa vicenda italiana conosciuta come Azienda Ermenegildo Zegna, una vicenda particolare che mette in rapporto architettura, paesaggio e industria nell’Italia a cavallo tra gli anni Trenta e Sessanta. Ma la vera protagonista di questa ricerca è la montagna, simbolo e palcoscenico della grande opera di ricucitura paesaggistica e sociale, capace di esaltare i caratteri identitari e il senso di appartenenza al luogo. Le Prealpi Biellesi sono lo scenario in cui si costruisce un insediamento diffuso dove il progetto industriale dei fratelli Zegna assume carattere territoriale investendo tutto l’abitato di Trivero e le zone ad esso adiacenti, implicando uno sforzo progettuale e costruttivo che andava al di là della mera espansione e modernizzazione dell’apparato produttivo dei lanifici, toccando aspetti residenziali, ricreativi, assistenziali e paesaggistici dell’intera comunità. La ricerca, attraverso l’analisi dei rapporti che Zegna instaura con affermati progettisti, si pone l’obiettivo di analizzare le differenti progettualità portate avanti da un imprenditore nella “costruzione” di una montagna. Nella relazione tra architetti, paesaggisti e tecnici, le idee dell’imprenditore laniero prendono forma depositandosi sul territorio prealpino di Trivero. Le architetture e le opere analizzate, più che per la loro valenza architettonica, sono prese in considerazione per la relazione con gli spazi esterni, spazi privati che diverranno pubblici e di rappresentanza, ma anche per la loro capacità di raccontare gli immaginari dell’imprenditore di Trivero e per la loro attitudine a veicolare e modificare la relazione con il territorio. Il percorso di ricerca è stato svolto attraverso la consultazione dei materiali presenti presso la Fondazione Zegna a Trivero, e con lo studio della documentazione presente nell’Archivio Pietro Porcinai a Fiesole (Firenze) con l’intento di indagare il percorso che sottende la costruzione di un luogo e la crescita di un’azienda. Un progetto che non è un “fallimento”, dove al ruolo dell’architettura, che rimane impigliata più in una risposta meramente funzionale rispetto all’importanza della sua espressività, Zegna corrisponde un’attenzione tutta particolare alla progettazione architettonica su scala territoriale, in cui l’importanza del paesaggio assume una posizione sempre più determinante nella crescita dell’azienda stessa e del suo futuro sviluppo. Il progetto Zegna è un progetto vivo, continuo, il “potente” risultato di «attività umana, inattività umana e caso», è una “macchina”. “Macchina” non solo come tramite tra natura e uomo nella realizzazione di un filo, infiniti fili, una stoffa, ma in una visione più ampia, come concetto applicabile all’intero territorio di Trivero, come un organismo complesso e in continua evoluzione, una “macchina scenica” capace di rispondere alle esigenze imprenditoriali e al contempo di mutare lo spazio e la sua percezione.
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MALANDRA, FRANCESCO. « Land use/cover shifts and wildfires as drivers of mountain forest landscape dynamics in the Apennines (Italy) ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2020. http://hdl.handle.net/11566/274504.

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Résumé :
Con questa tesi di dottorato sono state studiate le dinamiche di paesaggio dell’Italia peninsulare legate a processi di cambiamento di copertura/uso del suolo e ai recenti incendi, nel contesto del cambiamento climatico in atto. I cambiamenti di uso del suolo sono stati analizzati principalmente nelle aree montane dell’intero arco appenninico, mentre gli effetti sul paesaggio di due recenti e rilevanti stagioni di incendi sono stati analizzati estendendo l’area di studio all’Italia peninsulare e alle due isole maggiori (Sardegna e Sicilia). In primo luogo, abbiamo ritenuto appropriato l’utilizzo di una meta-analisi come strumento preliminare di sintesi di dinamiche eterogenee evidenziate da molteplici casi di studio situati su un’ampia area geografica, poiché la ricerca in materia adotta solitamente un approccio basato sul singolo caso di studio nell’analisi del cambiamento. Dopo aver selezionato 51 articoli pubblicati e 57 relativi casi di studio, abbiamo esaminato i dati e standardizzato la metodologia di trattamento degli stessi per ottenere una nuova serie di dati omogenei per un’analisi comparativa delle dinamiche di paesaggio. Il passo successivo è stato quello di adottare una metodologia standard di campionamento di repliche di paesaggi per quantificare i cambiamenti a scala regionale. Abbiamo selezionato 10 siti rappresentativi lungo l’Appennino e studiato i cambiamenti di copertura e di struttura del mosaico paesaggistico confrontando diverse esposizioni (Nord-est vs Sud-ovest) e fasce altitudinali (bassa vs alta quota) e analizzando i fattori principali che influenzano le dinamiche bosco/non-bosco. I recenti cambiamenti di uso/copertura del suolo e del clima presso tutto il bacino del Mediterraneo hanno stanno alterando il regime storico di incendi e portando all’aumento della loro frequenza, superfice e severità. Nell’ultimo capitolo, abbiamo creato un database di grandi incendi forestali (> 100 ha) attraverso tecniche di telerilevamento e specifici criteri di selezione, al fine di studiare le caratteristiche, la severità e gli effetti sul paesaggio di due rilevanti stagioni di incendi forestali (2007 e 2017) nell’Italia peninsulare e principali isole. I risultati preliminari ottenuti offrono un quadro comparativo delle caratteristiche di grandi incendi di annate particolarmente siccitose, che si stima saranno sempre più frequenti nel contesto del cambiamento climatico in atto.
This research aimed to study landscape dynamics along the Italian peninsula, due to land use/cover shifts and recent wildfires, within the contest of climate change. Land use changes were mainly focused on the mountain areas along the whole Apennines range, whereas the landscape effects of two recent and extreme fire seasons were assessed along the Italian peninsula and the two major islands (Sardinia and Sicily). Firstly, we considered a meta-analysis an appropriate and preliminary tool for summarizing general patterns and heterogeneous findings from several case-studies over a large geographic area, since land-use science usually adopts the case-study approach to investigate landscape changes. Out of 51 published articles and different databases that referred to 57 case-studies, we explored heterogeneous data sets and standardized the processing methods to obtain a new set of homogeneous data for a comparative landscape change analysis. Secondly, we used a replicate landscape approach and a systematic sampling design for quantifying changes at regional scale. We selected 10 representative sites located along the Apennines and investigated land-cover changes and landscape configurational shifts comparing different slope aspects (North-East vs South-West slopes) and altitudinal zones (low elevation vs high elevation) and assessing the main drivers of the non-forest/forest dynamics. Recent changes of land use/cover and climate in the Mediterranean basin altered historical fire regimes and led to an increase of the frequency, area and severity of wildfires. In the last chapter, we created a dataset of large wildfires (>100 ha) using remote sensing techniques and adopting specific selection criteria in order to study the occurrence, the severity and the landscape effects of two major forest fire seasons (2007 and 2017) in peninsular Italy and Sicily and Sardinia islands. Preliminary results offer a comparative picture of large fire features in dry years which are expected to occur more frequently in a climate change scenario.
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PIERATTINI, MATTEO. « Dalle falde alla cima. Strumenti per la pianificazione del territori montano ». Doctoral thesis, 2010. http://hdl.handle.net/2158/592504.

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Livres sur le sujet "Paesaggio della montagna"

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Guio, Armando De, et Paolo Zammatteo. Luserna : La storia di un paesaggio alpino : atti del convegno Sul confine... percorsi tra archeologia, etnoarcheologia e storia lungo i passi della montagna di Luserna, Luserna, 28 dicembre 2002. Padova : Sargon, 2005.

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2

Le Alpi in panorama : Edi Consolo inventore di paesaggi : collezioni del Museo nazionale della montagna di Torino. Torino : Museo nazionale della montagna Duca degli Abruzzi, 2003.

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Il territorio montano della diocesi di Bologna : Identità e presenza della Chiesa : urbanistica, sociodemografia, edifici di culto e pastorale nel paesaggio di un'area collinare e montana. Firenze : Alinea, 2009.

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Cesare, Lasen, dir. Tesori naturalistici : Alla scoperta dei paesaggi e della biodiversità, dalla montagna al mare, nelle province di Belluno, Vicenza, Verona, Mantova e Ancona. [Verona] : Fondazione Cariverona, 2008.

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Actes de conférences sur le sujet "Paesaggio della montagna"

1

Gorgo, Letizia, et Gloria Riggi. « URBAN TRACES : revitalization strategies for abandoned villages. » Dans 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia : Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5938.

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Résumé :
Letizia Gorgo¹, Gloria Riggi² ¹Dipartimento di Architettura e progetto. Dottorato in Architettura e costruzione, Sapienza, Università di Roma, Via Gramsci, 53. 00197 Roma ² Dipartimento di Architettura e progetto. Dottorato in Architettura e costruzione, Sapienza, Università di Roma, Via Gramsci, 53. 00197 Roma E-mail: letiziagorgo@hotmail.it, gloriariggi@libero.it, Keywords : abandoned villages, urban morphology, scattered hotel, existing fabric, revitalization strategies Conference topics and scale: City transformations In Italy today, one can count more than 6000 villages that have been abandoned(deserted) for a variety of causes. This negletc state produces a serious problem related to a wider phenomenon of abandonment of entire portions of italian territories. Realities that differ form the city because of their morphology: Does urban shape represent an urban limit? or is it an alternative testimony to the city? Research purpose is to understand how relationship, between these cases and the territory, works; in particular during the absence of the main component: the human one. The case study Santo Stefano di Sessanio, an ancient village in the center of Italy, inhabited until 90's, shows how the examination of urban shape represents the potentiality of his own revitalization. By relating his historical identity to the scattered hotel projectual approach, it contributes to combine conservation, valorization and sustainability of the existing building fabric, in order to claim the authenticity of these villages declaring their own autonomy and dimension to major urban centers polarization. In this example transformation is meant as conscious project that grow up from the built reality not from the project itself, transformation as knowledge of urban facts, tool to approach to the structure of this reality. References Rossi A., (1966 ) ‘L’architettura della città’, Quodlibet, Macerata Muratori S., (1967) ‘Civiltà e territorio’, Centro studi di storia e urbanistica, Roma Cartei, G. F., (2007) ‘Convenzione europea del paesaggio e governo del territorio’, Il Mulino, Bologna Caravaggi L., (2014) ‘La montagna resiliente’, Quodlibet, Macerata, Strappa, G., Carlotti, P., Camiz, A., (2016) ‘Urban Morphology and Historical Fabrics’, Gangemi Editore, Rome
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