Littérature scientifique sur le sujet « Paesaggio della città diffusa »

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Articles de revues sur le sujet "Paesaggio della città diffusa"

1

Salizzoni, Emma. « Paesaggi della strada in pandemia : progetti per l’emergenza e oltre ». Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no 1 (26 juillet 2021) : 218–41. http://dx.doi.org/10.36253/rv-10157.

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Résumé :
Sin dai primi mesi della pandemia è risultato chiaro come, per far fronte all’emergenza sanitaria, i futuri scenari urbani avrebbero dovuto prevedere significative innovazioni in tema di mobilità e di progetto del paesaggio stradale. L’emergere delle istanze connesse al distanziamento sociale e al contingentamento dei mezzi pubblici hanno portato diverse città a prevedere sistemi di mobilità sostenibile in grado di contrastare una incontrollata crescita nell’uso del mezzo privato. Al contempo, si è guardato con rinnovato interesse alla strada come spazio in grado di supplire alla carenza di aree aperte pubbliche di prossimità, emersa in diversi contesti urbani a seguito delle misure di limitazione agli spostamenti. L’interpretazione della strada come paesaggio complesso, in grado, soprattutto all’interno di tessuti urbani densi, di assolvere a funzioni non solo di mobilità, ma anche sociali ed ecologiche è stata pertanto posta alla base di diverse sperimentazioni progettuali, in Italia e all’estero. Questo articolo riporta e discute alcune iniziative di ridisegno del paesaggio stradale urbano, innescate dalla contingenza pandemica, attualmente in corso a Torino, città tra le più colpite dalla prima come dalla seconda “ondata”. La lettura di queste esperienze, oltre a gettare luce su una realtà locale in fieri e non scontata in una città tradizionalmente “auto-centrica”, apre a riflessioni più generali sul ruolo della crisi, non solo sanitaria, come effettivo motore di innovazione urbana e su obiettivi e modi del progetto di paesaggio per la strada nella contingenza pandemica e oltre.
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Carroll, Maureen. « Exploring the sanctuary of Venus and its sacred grove : politics, cult and identity in Roman Pompeii ». Papers of the British School at Rome 78 (novembre 2010) : 63–106. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200000817.

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Résumé :
Sommarii:Indagini archeologiche condotte nel tempio di Venere a Pompei hanno dimostrato che il santuario fu costruito su un triplice portico e che degli alberi furono sistemati nella corte intorno a tre lati del tempio. Questo paesaggio è contemporaneo alia costruzione del tempio romano della metà del I secolo a.C, ed è uno dei boschi consacrati piu antichi nel mondo romano per il quale si abbiano evidenze archeologiche. I risultati del lavoro archeologico gettano luce non solo sul paesaggio del sito, ma anche su vari importanti aspetti correlati con gli sviluppi originari del recinto e dell'uso del suolo nella colonia di Pompei. Una riflessione dell'evidenza archeologica e storica e delle circostanze sociali della città nel I secolo a.C. suggerisce che il tempio e il bosco sacro degli dei tutelari della città simboleggiavano sia l'identità politica sia la divina sanzione della Pompei romana.
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Zoni, Federico. « Le dimore medievali dell’emilia occidentale ». Rodis. Journal of Medieval and Post-Medieval Archaeology, no 3 (11 mars 2021) : 28. http://dx.doi.org/10.33115/a/26046679/3_6.

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Résumé :
Le abitazioni sono uno dei migliori indicatori materiali per indagare il contesto economico, sociale e politico del paesaggio medievale. L’obiettivo di questo contributo è quello di proporre una lettura del rapporto tra città e campagna nei secoli bassomedievali proprio a partire da questo tipo di indicatore materiale. Guardando ai modelli architettonici, alle tipologie costruttive e ai materiali impiegati è possibile riconoscere il lavoro di maestranze più o meno specializzate. Analizzando inoltre la distribuzione di manufatti riconducibili ai medesimi modelli architettonici tra paesaggio urbano e rurale è possibile capire come sia cambiata la centralità dei centri urbani tra pieno e bassomedievo. In particolare sembra emergere, in sintonia con molti altri aspetti della cultura materiale, un ruolo predominante della città come produttore ed esportare di modelli nuovi nel territorio a partire dall’età comunale, ovvero nel momento in cui le città iniziarono a definire politicamente e militarmente i propri distretti territoriali di riferimento.
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Patassini, Domencio. « "Vacanze" nella cittÀ del Pedemonte. Regole e paradossi della cittÀ diffusa ». ECONOMIA E SOCIETÀ REGIONALE, no 1 (septembre 2010) : 137–53. http://dx.doi.org/10.3280/es2010-001010.

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Maletto, Andrea. « «Malinconia della primavera». La perdita della natura negli esordi di Attilio Bertolucci ». ENTHYMEMA, no 29 (15 juillet 2022) : 16–38. http://dx.doi.org/10.54103/2037-2426/17265.

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Résumé :
Le impressionistiche rappresentazioni del paesaggio che caratterizzano la prima produzione in versi di Attilio Bertolucci parlano in filigrana di una perdita della natura da parte del soggetto poetico. Muovendo da alcune prose giovanili dell’autore e soffermandosi poi su Sirio e Fuochi in novembre, l’articolo mira innanzitutto a delineare questa vicenda. Ciò consente in un secondo momento di riconsiderare la postura enunciativa tipica della poesia bertolucciana, quella dell’io lirico che descrive il paesaggio campestre, e soprattutto il ruolo dello sguardo, che in ragione dei rilievi effettuati mostra il suo carattere di limite accanto a quello di fondamentale risorsa conoscitiva. Vengono infine indagati i motivi della perdita, riconducibili all’azione corrosiva del tempo e alla prigionia causata dalla vita in città, e il significato simbolico profondo della separazione dalla natura.
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Caravaggi, Lucina. « Disconnessioni e infrastrutture di paesaggio ». CRIOS, no 19 (mai 2021) : 20–33. http://dx.doi.org/10.3280/crios2020-019003.

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Résumé :
"Roma in movimento" è il titolo di una recente ricerca dedicata al rapporto tra le forme di prigionia urbana e la difficoltà di spostarsi nella città metropolitana di Roma. L'osservazione ravvicinata dello spazio urbanizzato intorno e oltre il GRA conferma che diverse forme di urbanizzazione contemporanea sono riconducibili non solo a nuove specie di insediamenti ma all'insieme di correlazioni ecologiche e servizi funzionali che ne permettono la sopravvivenza. L'ipotesi di lavoro sinteticamente delineata in questo testo è centrata sul concetto di infrastrutture flessibili declinate come nuove ‘infrastrut¬ture di paesaggio' a partire proprio dai temi dello spostamento sostenibile, motore della possibile riattivazione di vasti preziosi paesaggi marginali. L'ipotesi interpretativa indaga alcune categorie del progetto paesaggistico connesse al ‘movimento' (continuità, inter¬sezione e interazione) attraverso cui dare corpo a una nuova rete di spazi e collegamen¬ti verdi al servizio degli spostamenti alternativi alle auto, capaci di favorire nuove forme di accesso democratico alla città.
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Colafranceschi, Daniela, et Joan Nogué. « Abitare l’intangibile : paesaggio e spazio pubblico ». Ri-Vista. Research for landscape architecture 19, no 2 (27 janvier 2022) : 5–23. http://dx.doi.org/10.36253/rv-12447.

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Résumé :
Nella geografia complessa delle nostre città, quella dello Spazio Pubblico è entità oggi quanto mai flessibile, aperta e contraddittoria, concettualmente più permeabile e necessariamente rispondente ai cambiamenti così incisivi e profondi delle comunità che le abitano. Il progetto come dispositivo, in coerenza con il portato della Convenzione Europea del Paesaggio, indirizza le ragioni di una strategia di intervento sui valori intangibili come strumenti operativi che ne determinano qualità e successo. Livelli di identità e appropriazione diventano strumenti del fare, insieme a relazioni percettive e dinamiche, flessibilità e pluralità di funzioni, traiettorie e tempi che scandiscono forme e maniere di vivere ed abitare nelle città. Quando da ‘pubblici’ gli ambiti urbani passano ad essere collettivi, partecipati, quotidiani, condivisi. Quando da ‘spazi’ diventano ‘luoghi’. Il numero presenta ricerche, esperienze, tendenze e attitudini di progetto che lasciano emergere i caratteri di un progressivo allontanarsi da un’attenzione prevalente agli aspetti stilistico-formali e compositivi di piazze, strade, marciapiedi, passeggi, giardini, parchi per essere trattati come spazi emozionali della nostra esistenza. Esso raccogliere esperienze progettuali innovative in cui antropologia, filosofia, questioni sociali, si fondono alla composizione architettonica, all’urbanistica, alla progettazione urbana e alimentano ricerca, sperimentazione, sensibilità operativa per sostanziare un progetto di paesaggio più consapevole e complesso.
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Martone, María. « Paesaggi culturali intesi come integrazione di processi dinamici : il vomero da luogo di delizie a luogo urbano ». Norba. Revista de Arte, no 41 (26 janvier 2022) : 117–42. http://dx.doi.org/10.17398/2660-714x.41.117.

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Résumé :
Il contributo illustra, attraverso gli strumenti della rappresentazione e del rilievo, le trasformazioni che il paesaggio della collina del Vomero a Napoli ha subito nel corso della storia, passando da "luogo di delizie" a "luogo urbano", continuando a caratterizzare il paesaggio dell’intera città. A tale scopo, si è ritenuto importante riconoscere e identificare, in uno spazio fisico, vissuto ed eterogeneo di un luogo, nel caso specifico, della collina del Vomero, i paesaggi culturali che contengono sia i segni del passato che quelli della contemporaneità. Delineare, quindi, quei processi dinamici che rappresentano la storia degli insediamenti umani in continua trasformazione, significa anche delineare il nostro patrimonio identitario, la cui conoscenza è necessaria per ritrovare il racconto di “chi siamo” e di “chi eravamo” e per costruire il futuro delle nuove generazioni.
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Laino, Giovanni. « Gli immigrati ci mostrano come cambia la città ». TERRITORIO, no 100 (novembre 2022) : 126–29. http://dx.doi.org/10.3280/tr2022-100015.

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Résumé :
I migranti stranieri nelle città crescono, si radicano, partecipano alla divisione sociale dello spazio come delle opportunità del mercato del lavoro e alla trasformazione del paesaggio economico sociale oltre che spaziale. A Napoli si registra un incremento molto significativo di stranieri iscritti alla Camera di Commercio come commercianti, in sede fissa o ambulanti. La mappa delle localizzazioni di queste iscrizioni insieme alla ricostruzione di alcune carriere consentono di ipotizzare alcuni caratteri delle dinamiche di trasformazione. La ricerca presentata in questo servizio consente di sostenere che l'uso della categoria della segregazione non aiuta a decifrare le traiettorie del cambiamento mentre una lettura più obiettiva del processo consente di cogliere meglio alcuni caratteri, forse peculiari, anche di lunga durata, della città di Napoli.
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Filippi, Luca. « Per una rilettura marxiana del paesaggio agrario italiano ». CRIOS, no 21 (novembre 2021) : 18–33. http://dx.doi.org/10.3280/crios2021-021003.

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Résumé :
Come recuperare la lettura marxista del paesaggio agrario italiano proposta da Emilio Sereni (1961) entro una teoria critica della società e del territorio in grado di confrontarsi con i nuovi potenti processi estrattivi ed espropriativi (Mezzadra, 2019; Harvey, 2019), messi in campo dal capitalismo contemporaneo? Una domanda che muove, da un lato, dalla sempre più diffusa - e problematica per l'autore - ricezione di Sereni entro la tradizione riformista della geografia umana, dall'altro lato, dalla necessità di individuare una continuità tra i risultati del suo lavoro e le prospettive del marxismo e della geografia critica contemporanea (Gough e Das, 2017). La rilettura proposta dal saggio individua l'attualità di quest'opera nell'uso che Sereni fa della nozione di paesaggio agrario come dispositivo per indagare e criticare, marxianamente, il singolare processo di transizione al capitalismo delle campagne italiane e il discorso economico politico - ma anche paesaggistico - che intorno ad esso e alle sue forme spaziali viene elaborato dal riformismo agrario italiano. Assumendo questa prospettiva, il saggio fa emergere nell'opera di Sereni una inedita tensione a sondare, attraverso questa categoria, dimensioni specifiche dei processi di assoggettamento e soggettivazione prodotti dall'emergere dei rapporti di produzione capitalistici.
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Thèses sur le sujet "Paesaggio della città diffusa"

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BUFFARINI, FEDERICA. « La città diffusa ed il paesaggio : il caso delle Marche ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2017. http://hdl.handle.net/11566/245314.

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Résumé :
Negli anni 90, l’esplosione del web ha annullato le distanze nel mondo fisico, pur non allontanandoci dalla città. Mentre in passato erano le città portuali ad assumere il ruolo di città gateway, cioè porte di accesso al continente, oggi sono considerati gateway tutti i luoghi d’accesso per via digitale. La città diffusa, vasto territorio urbanizzato dagli invisibili margini, dove l’alternanza tra rurale e urbano genera ampie distanze tra poli funzionali, necessita di realizzare nodi di scambio e di traffico, intercettando i flussi di persone, capitali, know-how che ogni giorno si muovono in maniera non efficiente su un territorio vasto, generando, spesso, sprechi di tempo e denaro. Essa deve commutarli sul territorio e trasformarli in risorse locali, generare così una mole di informazioni che è potenzialmente trasformabile in risposte attraverso le app urbane. I modi fino ad ora utilizzati per analizzare il processo di crescita della città diffusa, sviluppo urbano di gran parte delle città italiane, hanno messo in luce le criticità come il fenomeno della dispersione, rischiando di non coglierne le potenzialità che, se opportunamente progettate con nuove tecnologie, possono essere trasformate in punti di forza. All’urbanistica e alla forma stessa del piano tradizionale, spetta sempre e comunque il compito di regolare gli usi del suolo in rapporto alla comunità locale, consapevoli però che le funzioni di taluni suoli interagiscono con sistemi di interessi sempre più estesi e fisicamente lontani, con il fine di rendere dinamici e flessibili alle esigenze e alle risorse territori sempre più ampi. La ricerca, per rispondere alle esigenze gestionali e di pianificazione legate al territorio marchigiano, tratta dell’attuale necessità di elaborare piani strategici per programmare, grazie all’uso della tecnologia e della digitalizzazione. L’interdipendenza e la complementarità delle diverse vocazioni di queste aree così estese, che prescindono dai rigidi confini amministrativi, necessitano di sviluppare un metodo in grado di attivare forme di azione coordinata, basato su network di servizi e mobilità attraverso tecnologie digitali tali da far fronte agli sprechi nei bilanci comunali e rispondere efficientemente alla sempre più rapida trasformazione della vita sociale tramite la condivisione dell’informazione e la riduzione degli spostamenti fisici.
In the 90s, the explosion of the web has brought distances in the physical world, while not moving away from the city. While in the past they were the port cities to take on the role of gateway cities, ie gates to the continent, are considered gateway all access places digitally. The sprawling city, vast territory urbanized by the invisible margins, where the alternation between rural and urban generates large distances between functional centers, needs to realize nodes of exchange and trade, intercepting the flows of people, capital, know-how that every day move inefficiently over a vast territory, generating, often, time and money wasted. It must switch them on the land and turn them into local resources, thus generating a huge amount of information that is potentially convertible into with answers app urban. The methods used so far to analyze the growth process of urban sprawl, urban development of most of the Italian cities, have highlighted the critical issues like the phenomenon of dispersion, the risk of not grasping the potential that, if properly designed with new technologies, can be transformed into strengths. Urban planning and same shape as the traditional plan, always has the task of regulating land use in relation to the local community, however, aware that the functions of certain soils interact with the increasingly extensive interests systems and physically distant, with the order to make dynamic and flexible to the needs and resources increasingly larger territories. The research, to meet the operational needs and planning related to the Marche region, is the current need to develop a strategic plan to program, thanks to the use of technology and digitization. The interdependence and complementarity of the different vocations of these extensive areas, which ignore the rigid administrative borders, need to develop a method capable of activating forms of coordinated action, based on networks of services and mobility through digital technologies such as to cope against waste in municipal budgets and respond efficiently to the ever more rapid transformation of social life through the sharing of information and the reduction of physical travel.
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Grassetti, Alberto. « Elementi per una città dei limiti. Il caso studio di Pesaro ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022. http://amslaurea.unibo.it/25484/.

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Résumé :
Il mondo sta vedendo la nascita di nuove esigenze per cui è indispensabile attuare un lavoro che prenda in considerazione queste nuove necessità emergenti: ripensare i nostri stili di vita, modificare la nostra relazione con l’ambiente e la natura, affrontare i cambiamenti climatici. Lavorare sul paesaggio inteso come la totalità dei luoghi nei quali avviene la nostra esperienza umana significa acquisire una consapevolezza nuova nei confronti della valorizzazione dei nostri scenari di vita. Il contesto in cui si cala il progetto è quello della città storicizzata (europea) intesa come conglomerato di differenti forme urbane ognuna riconducibile ad un preciso momento storico. All’interno di queste entità sono presenti una serie di elementi le cui relazioni reciproche innescano e rendono visibili i significati stessi delle città. Diversi studi affermano come il cambiamento climatico e l’impatto antropico sul clima sia direttamente collegato all’espansione sregolata delle città ed all’aumento del consumo di suolo dovuto ad una tipologia espansiva che si basa su un sistema di città disperso: la città dei vuoti è una conformazione periurbana ad alto consumo di suolo basata sull’utilizzo dell’automobile privata. La soluzione può risiedere nel progetto per il raggiungimento di una forma urbana compiuta che rappresenta il massimo grado di espressione delle soluzioni urbane alle necessità collettive di un popolo in un determinato contesto. Il ragionamento a scala urbana non può prescindere da un ragionamento sulle tipologie edilizie e su come queste si rapportano con il limite della città. Rimarcare il limite significa definire cosa è città e cosa è natura, significa restituzione di spazio alla vegetazione ed esaltazione delle sue caratteristiche ecosistemiche che risultano fondamentali per la salvaguardia dell’ambiente. Il progetto per la città non può non contemplare il progetto per la natura: il progetto per la città è allo stesso tempo progetto per la natura.
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Mastropietro, E. « Ripensare l'immagine della città : politiche e pratiche di riqualificazione urbana in Europa ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2009. http://hdl.handle.net/2434/69460.

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Résumé :
La ricerca, dal titolo "Ripensare l’immagine della città : politiche e pratiche di riqualificazione urbana in Europa", ha come obiettivo principale l’analisi di alcune problematiche relative ai processi di riqualificazione dello spazio urbano che interessano le città europee contemporanee. Il punto di partenza dell’analisi si concentra sulla constatazione di come la crisi del modello industriale tradizionale, abbia determinato un processo di trasformazione del tessuto fisico e del paesaggio delle città, a cui le amministrazioni pubbliche locali hanno dovuto rispondere promuovendo programmi ed interventi di riqualificazione urbana. Al centro dello studio condotto sui processi di rivalorizzazione di quelle che sono definite come "aree di crisi del tessuto urbano", si pone l’analisi del paesaggio, interpretato da una prospettiva sistemica e quindi inteso come la rappresentazione delle dinamiche territoriali. Tema centrale della ricerca è lo studio delle politiche e delle pratiche promosse dall’Unione Europea nell’ambito della progettazione e riqualificazione urbana, osservate come fattori di riorganizzazione delle città. Presupposto teorico che muove la ricerca in questo senso è la visione delle policy territoriali come fattori determinati nei processi di mutamento dello spazio costruito. Si è scelto, quindi, di indagare la problematica della riqualificazione urbana in Europa ponendo al centro dell’Indagine il Programma di Iniziativa Comunitaria Urban, che ha avuto nelle sue due edizioni (Urban I 1994-1999; Urban II 2000-2006) un’applicazione diffusa su tutto il territorio europeo e ha posto in evidenza una molteplicità di problematiche e di potenzialità proprie dei programmi di riqualificazione urbana. L’analisi è supportata con l’approfondimento di due casi di studio in Italia.
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Ciattaglia, Francesco. « L’architettura a supporto della Smart-Valley dell’Esino, mobilità smart per i centri minori della città diffusa del territorio delle Marche : il caso studio della Vallesina ». Doctoral thesis, Università Politecnica delle Marche, 2016. http://hdl.handle.net/11566/242986.

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Résumé :
La ricerca messa in campo ha tentato di confrontarsi con l’attuale tematica delle smart-cities declinandola nel contesto dei centri minori delle Marche. Partendo dal riconoscimento di uno smart-land, la ricerca ha identificato nella Vallesina (smart-valley) un ambito territoriale tipo del territorio della Regione. Dalla costatazione che l’approccio alle smart-cities avviene con un’ottica multi-tematica che coinvolge diversi sotto-sistemi (economia, governo, mobilità, persone, abitare e ambiente), la ricerca ha tentato in prima battuta di sperimentare una piattaforma all’interno della quale poter inter-relazionare queste tematiche, inquadrandole all’interno di un processo metodologico orientato alla definizione di obiettivi ed azioni per uno sviluppo territoriale. La seconda parte del lavoro verte sull’applicazione della metodologia accennata al territorio di studio. La ricerca indaga come il mutamento dei modelli di mobilità abbia influito sulle dinamiche insediative dei centri minori, sugli impianti urbanistici delle loro espansioni e sul loro carattere edilizio fino a definire un quadro aggiornato. Le prospettive di analisi hanno sondato anche il rapporto che i sistemi infrastrutturali per la mobilità hanno tessuto con il territorio rurale e quello naturale costituito dall’ambito fluviale. Con un’ottica inter-scalare, tra sistema territoriale ed aree progetto pilota specifiche, la ricerca ha portato alla definizione di obiettivi ed azioni relativi alla tematica della mobilità. Nella prospettiva di ottimizzare l’utilizzo del mezzo privato sono state ipotizzate modifiche alle percorrenze dei trasporti pubblici e l’introduzione di una più spiccata e coordinata intermodalità tra i vari modi del trasporto puntando sulla separazione dei flussi, ottenuta con il potenziamento dell’infrastruttura ferroviaria valliva e il rafforzamento dei sistemi di trasporto trasversali di adduzione tra fondovalle e centri di crinale. Lo studio ipotizza anche l’introduzione del car-pooling e del trasporto a chiamata. La ricerca fornisce delle strategie e strumenti per il potenziamento del sistema della mobilità ciclabile alla scala intercomunale. La verifica di tali indagini è stata introdotta tramite delle sperimentazioni progettuali eseguite su aree progetto pilota dislocate in specifiche posizioni all’interno dell’area di studio della Vallesina.
The research fielded attempted to deal with the current issue of smart-cities declining it in the context of the smaller towns of the Marche Region. Starting from the concept recognition of smart-land, the research identified in Vallesina (smart-valley) a territorial type of the Region. By noting that the approach to smart-cities is done with a view multi-issue involving different sub-systems (economy, governance, mobility, people, living and environment), the research has tried at first to experience a platform which can inter-relate these issues, setting them within a methodological process-oriented definition of objectives and actions for territorial development. The second part of the work focuses on the application of the methodology mentioned in the study area. The research investigates how the change mobility patterns have influenced the settlement dynamics of the smaller towns, especially their expansion and the building up of their characters up to the actual image. Prospects analysis probed the relationships that the infrastructure systems for mobility have woven with the rural and natural territories. Using an inter-scalar view system between territorial areas and specific pilot project, the research has led to the definition of objectives and actions related to the theme of mobility. With the aime of optimize the use of private cars, changes to travel time of public transport and introduction of a stronger and coordinated intermodality between the different modes of transport were assumed focusing on the separation of flows, obtained with the upgrading of railway infrastructure and strengthening of transport systems cross-feed between the valley and ridge centers. The study also suggests the introduction of car-pooling and a new format of transport on demand. The research provides strategies and tools for the strengthening of bike mobility into the Vallesina territory. The test of these investigations was introduced by the design experiments performed on the pilot project areas located in specific locations along the Esino Valley.
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Luotto, Enrico. « Pianificazione ecologica e disegno della città : Ravenna e lo studio della componente acustica ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21188/.

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Résumé :
La pianificazione urbanistica e acustica del territorio: una cronistoria. Rumore e standard urbanistici: la dimensione spaziale dell’inquinamento acustico. Un equilibrato mix di quantità/qualità per la progettazione urbanistica al centro dello studio urbano proposto. Il caso del Comune di Ravenna: il capoluogo e il suo sistema di spazi pubblici. La nozione di paesaggio sonoro e la progettazione integrata dell’ambiente. La componente di rumore nel quadro conoscitivo diagnostico: il ruolo della VAS nel PUG. Il progetto – guida. Conclusioni.
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Biagini, Silvia, et Carlotta Piraccini. « Memorie e tracce urbane nel paesaggio marchigiano. Musealizzazione e valorizzazione del sito archeologico della città romana di Suasa ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/9985/.

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Résumé :
Il sito archeologico della città romana di Suasa, nell’entroterra marchigiano, costituisce l'area di intervento della Tesi di Laurea. Il tema progettuale riguarda la musealizzazione del sito e del relativo scavo nell'ambito marchigiano. Si è stabilito come obiettivo progettuale quello di rievocare, proteggere e conservare le tracce archeologiche e la città nel suo insieme. Il progetto mette in evidenza l’estensione dell’insediamento urbano attraverso la riproposizione in superficie di tutte le tracce rinvenute mediante i sondaggi effettuati dagli archeologi. Particolare attenzione è stata posta a Fòro, Domus dei Coiedii e Decumano, attraverso lo scavo di una finestra archeologica con lo scopo di avvicinare il visitatore alla quota degli scavi. Osservando i resti si è concluso che l’atteggiamento progettuale dovesse differenziarsi a seconda dei casi con interventi mirati e specifici: il Decumano, di cui è evidente un'ampia parte del basolato, è stato preservato dal continuo passaggio dei visitatori mediante l’inserimento di una passerella sopraelevata e traslata rispetto ad esso; L'intento progettuale riguardante il Fòro è quello di rievocarne la forma e la relazione che esso instaurava con la città e col paesaggio circostante. La scelta architettonica è ricaduta sulla riproposizione in volume dell'edificio, attraverso la semplificazione della sagoma e l'utilizzo di tecnologie moderne, senza tuttavia negare i principi compositivi romani. Tale involucro viene posizionato al di sopra del dato preesistente senza punti di contatto con esso, mentre la struttura vi poggia direttamente. Atteggiamento differente è stato adottato per la musealizzazione della Domus dei Coiedii; l’intenzione progettuale è, in questo caso, conseguenza della necessità di coprire e rendere fruibile ed apprezzabile, oltre che proteggere, l'intero scavo, in quanto le tracce risultano essere più consistenti e costituite inoltre da una ricca compagine di elementi musivi in un buono stato di conservazione. Definiti tali obiettivi è risultato necessario studiare un percorso museografico interno.
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Fabbrocini, Mario. « Figurabilità della città temporanea : progetto di una residenza per studenti nel quartiere Barca di Bologna ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2022.

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Résumé :
La città di Bologna è sempre più vista come nodo infrastrutturale, ricco di scambi e di attrazioni culturali e produttive. È perciò utile capire quali sono stati i processi di evoluzione che hanno portato la città metropolitana ad assumere tali caratteri, facendo un’analisi dell’espansione di questa in funzione del sistema della rete di movimento più utilizzata, la strada, che genera la forma di Bologna. Determinato lo sviluppo, si vedrà la figurabilità della città temporanea, sulla base degli studi dell’urbanista americano Kevin Lynch. Una visione sensoriale (prevalentemente visiva) sull’attraversamento della città, percorrendo uno degli assi che collega il centro con i confini urbani, al fine di descrivere le percezioni durante il tragitto. Si ricostruisce così la lettura della città e dei suoi caratteri tramite l’attraversamento. Tra i punti che il tragitto tocca vi è il quartiere Barca, luogo vissuto come semplice dimora e non come area residenza: sono carenti i poli aggregativi, che vi dovevano essere nel progetto originale del quartiere dell’architetto Giuseppe Vaccaro. Trovati i problemi, i punti di forza e la figuratività dell’area, si va ad inserire una residenza per studenti, in maniera tale da affrontare il tema della residenza temporanea. A ciò si aggiungeranno altri interventi, sia all’interno dello studentato, che nella zona circoscritta del progetto dell’architetto bolognese, per riattivare la vita di quartiere al fine di rendendolo un polo d’attrazione sia per coloro che lo vivono, ma anche per coloro che provengono dall’esterno.
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Bernardi, Edoardo. « Stazione di Rimini - La geografia dello spazio urbano ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016.

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Résumé :
Il progetto di Tesi si fonda sulla ricerca sulle dinamiche geografiche, economiche, antropologiche e sociali che hanno determinato l’evoluzione morfologica della città di Rimini. La parte di ricerca sulla morfologia geografica della città e sulla sua evoluzione a partire dalla fondazione nel 268 a.C. fino ad oggi è stata indispensabile per la comprensione delle tematiche intrinseche all’area; un percorso di ricerca e analisi che ha permesso di svelare i temi che ogni progetto, in modo innato e differente, custodisce. La lettura dei testi di Antonio Monestiroli e di Oswald Mathias Ungers sull’argomento del tema in architettura è stata determinante, una costante guida in questa ricerca sul tema architettonico che, posto da una occasione storica, da uno stato di necessità, trova le sue ragioni collettive nel profondo legame con il contesto geografico e con la volontà sociale. È perciò nella storia stessa della città che si è ricercato un tema di progetto, come tentativo di superamento delle problematiche ad essa collegate. La lettura dei testi di Aldo Rossi, Carlos Martì Aris, Antonio Monestiroli, Arthur Smailes e Lewis Mumford hanno costituito una costante guida nella comprensione dell’architettura della città. L’indagine qui sviluppata si interroga quindi principalmente su questioni di metodo e il lavoro si configura come una ricerca sulla forma geografica della città, sul ruolo che questa forma ha in relazione agli elementi geografici, infrastrutturali ed antropologici, tentando di trovare una sintesi tra questi elementi attraverso una rinnovata coerenza geografica della città e soffermandosi in particolare su una nuova forma di paesaggio infrastrutturale urbano che possa stabilire un equilibrio tra le esigenze economiche di sviluppo e il miglioramento delle qualità ambientali urbane derivanti dal rapporto della città con l’infrastruttura, unite al desiderio contemporaneo di vivere in un ambiente naturale esteticamente equiparabile a quello naturale.
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DE, CAROLIS FULVIO. « Elementi di progettazione paesaggistica degli spazi d'aggregazione sociale nella città diffusa ». Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/2158/592501.

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FILIPPUCCI, MARCO. « Dalla forma urbana all'immagine della città ». Doctoral thesis, 2012. http://hdl.handle.net/11573/917072.

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Résumé :
The aim of this study is to analyze the interplay between drawing, city and form, to prove the thesis that geometry, abstraction of our minds and foundation of the project and the survey, deeply conditions the image of the city by structuring the perception process, focus on research in the field of rapresentation. The analysis is undertaken starting from the two-dimensional congruence between vision, pattern and drawing, using the synthesis provided by the primitive archetypes of the point and the line, with the intention of investigating the figurative routes that determine the transition from urban to the image of the city, a relation very important to reestablishing the way of reading of the place and the sequential project. The treatise is divided into five sections and interest the contextualization of the theme in the representation sector, the analysis of figurative process as a system of signs, the study of the relationship between form and image of the city in the history, an examination of the image’s codes, interpreted in the case study of Perugia, and then a final summary of the relationship between figuration and representation. A parallel series of images and notes ensure adequate investigation and verify the efficiency of the approach to the issue. The development of the thesis, in its systematic nature, leads to the definition of a model capable of investigating the link between urban form and the image of the city, a useful tool for the interpretation as in a purely cultural perspective, as in a proactive vision insert in the relationship between reading the existent, knowing the becoming and taking action. However the geometry, in conclusion, appears as the very center of reasoning, language of figuration and drawing tool that puts order and measure, starting from the eye. Between the poles of image and form, dawn a recursive way centered on the man, the foundation needed to find in the contemporary city values for the identity and for the orientation.
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Livres sur le sujet "Paesaggio della città diffusa"

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Baffoni, Andrea, Francesca Duranti et Massimo Duranti. Gerardo Dottori : L'interpretazione futurista della città e del paesaggio. Italy] : [Publisher not identified], 2014.

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Il volto della città : Note di geografia del paesaggio urbano. Santarcangelo di Romagna (RN) [i.e. Rimini, Italy] : Maggioli, 2011.

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Le città della campagna : Il paesaggio rurale nel progetto urbano. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2019.

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Forma, geometria, struttura : Per il disegno dell'architettura, della città e del paesaggio. Torino : Città studi, 2008.

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Santangelo, Vincenza. Nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della città e del paesaggio. Roma : Aracne, 2013.

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La scrittura di viaggio di Marianna Dionigi : Una archeologa e pittrice di paesaggio dai salotti della Roma napoleonica alle città della Ciociaria. Viterbo : Sette città, 2011.

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Siddi, Cesarina. Sprawlscapes : Laboratorio di progettazione per Quartu Sant'Elena : città diffusa, paesaggio agrario, sistema costiero : nuove dinamiche = a design workshop for Quartu San'Elena : sprawl city, rural landscape, coastal system : new dynamics. Roma : Gangemi, 2009.

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8

Liccardo, Giovanni. Campania sconosciuta : Un viaggio non convenzionale nelle città e nei paesi meno noti, alla scoperta della storia, dell'arte, del paesaggio e del folklore. Roma : Newton & Compton, 2005.

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Rossi, Maddalena, et Claudio Saragosa, dir. I territori della contemporaneità. Florence : Firenze University Press, 2019. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-6453-805-1.

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Résumé :
Il testo raccoglie la rielaborazione di alcune delle tesi di laurea più significative prodotte, dal 2011 al 2015, nei corsi di laurea triennale in Pianificazione della città, del territorio e del paesaggio e di laurea magistrale in Pianificazione e progettazione della città e del territorio dell’Università di Firenze, con sede a Empoli. Le tesi trattano un panorama attuale e variegato di problematiche interne alla disciplina urbanistica, utilizzando metodologie, chiavi di lettura e prospettive di analisi assai diverse. Il territorio che emerge come protagonista delle narrazioni dei giovani autori è un oggetto complesso e pluristratificato, fatto di cose e relazioni, adagiato sui tempi lunghi della storia, teso sul presente e proiettato nel futuro, che continua a sollecitare loro domande, dubbi, curiosità e anche alcune fruttuose risposte. In sintesi, più che campi di discussione di un sapere acquisito e valido una volta per tutte, i lavori qui presentati rappresentano campi di riflessione e di sperimentazione, occasioni di costruzione incrementale di soluzioni creative da parte degli autori.
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Bonisolli, Ruggero, et Giorgio Ferraresi. Produrre e scambiare valore territoriale : Dalla città diffusa allo scenario di forma urbis et agri : il Laboratorio del Parco agricolo Sud Milano tra produzioni di qualità locale e consumo consapevole : scenari, piani e progetti per il territorio milanese e lombardo in rapporto a casi e reti nazionali e internazionali : elementi per un "Manifesto della terra". Firenze : Alinea, 2009.

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Chapitres de livres sur le sujet "Paesaggio della città diffusa"

1

Vanore, Margherita. « Città-paesaggio ». Dans 40 PAROLE PER LA CURA DELLA CITTÀ, 81–84. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xs3.16.

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2

« La cura della città-paesaggio ». Dans LA CURA DELLE CITTÀ, 276–81. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1h0p5kf.34.

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3

Cortesi, Isotta. « Le direzioni della città-paesaggio : ». Dans Del prendersi cura, 81–86. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctvvb7n5g.9.

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4

Bernieri, Adriana. « Rete di cura diffusa ». Dans 40 PAROLE PER LA CURA DELLA CITTÀ, 207–10. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xs3.42.

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5

Celestini, Gianni. « Il paesaggio come paradigma della città ». Dans #CURACITTÀ ROMA, 59–65. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1cdxg13.9.

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6

Cortesi, Isotta. « Parma / ITA Il paesaggio della cura alla ricerca del tempo perduto ». Dans LA CURA DELLE CITTÀ, 197–209. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv1h0p5kf.24.

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Actes de conférences sur le sujet "Paesaggio della città diffusa"

1

Ballarin, Matteo, et Nadia D'Agnone. « Paesaggio, suolo, tempo : la rappresentazione dei tempi geologici nella citta' di Catania ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8041.

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Résumé :
Parlare di tempo geologico è un modo di contestualizzare i processi materiali della terra nella sua storia. La scala dei tempi geologici suddivide la lunga storia della terra in eoni, ere, periodi ed epoche, non omogenei tra loro, ma in relazione l'un l'altro a seconda di ciò che emerge dall'analisi dei dati stratigrafici o dallo studio della stratificazione dei diversi livelli della crosta terrestre. Recentemente negli studi relativi a territorio e paesaggio è stata introdotta l'idea che l'epoca dell'Olocene, iniziata circa 11.700 anni fa, sia terminata e che sia stata sostituita da una nuova epoca geologica chiamata Antropocene, ovvero, 'l'era della razza umana'. Per confermare o meno questa ipotesi, siamo partiti da due categorie concettuali di paesaggio: il paesaggio terrestre ed il paesaggio costruito. Il caso studio della città di Catania, in Sicilia, ben si applica a questa ricerca: il suolo della città si è costruito sia tramite l'intensa opera dell'uomo -negli ultimi 40 anni fino a risalire al XVII secolo ed al nucleo greco antico- sia tramite una non indifferente attività geologica, rappresentata dalle molteplici eruzioni vulcaniche e dai frequenti terremoti che hanno colpito la conurbazione nel corso dei secoli. L'analisi -tramite sezioni e carotaggi- della stratigrafia storica ha evidenziato come la forma non solo della città ma del paesaggio di Catania abbia risentito in maniera eccezionale delle mutazioni geologiche intercorse, più di ogni altra città europea, e la rende un oggetto di studio privilegiato per esaminare la correlazione tra paesaggio, tempo ed usi. Geologic time is a way of contextualizing the material processes of the Earth within its long history. The geologic time scale divides the long history of the earth in eons, eras, periods and epochs, not separately, but in relation to each other depending on what emerges from the analysis of stratigraphic data and the different levels of the crust of the earth.Recently, studies related to territory and landscape have introduced the idea that the current Holocene epoch that began 11,700 years ago has ended and has been replaced by a new geological epoch called the Anthropocene, or, 'the era of human race'. To confirm or reject this hypothesis, we started from two conceptual categories of landscape: the terrestrial landscape and the constructed landscape. We apply this research using the case study of Catania, Sicily. The soil of the city of Catania is built is through both the intense work of man – in the last 40 years going back to the seventeenth century and to antiquity with the ancient Greeks – and, through substantial geological activity – by the many volcanoes and frequent earthquakes over the centuries. The analysis is defined by a sectioning and dissection of the historical stratigraphy of the ground of Catania. It reveals how the form of the city and landscape of Catania has undergone exceptional change and mutation evolving slowly in geologic time, more so than any other European city. It is therefore an interesting object of study to examine the relationship between landscape, time and use.
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Maccarrone, Maria. « Una città nomade e multidimensionale : il caso della reale Aci ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7973.

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Résumé :
Viviamo strani giorni, tempi di rapide accelerazioni, cambiamenti sociali e trasformazioni ambientali stressanti, che richiedono soluzioni contenitive e culturali improcrastinabili. Poniamo il caso di Acireale, città insulare di circa 50.000 abitanti, posta lungo la costa orientale sicula, stretta fra l’azzurra ionia marina, il nero del Vulcano Etna e il sempreverde degli agrumi. Il paesaggio dell’Aci trattiene geomorfologie e memorie antiche. Ricomporne le alterne vicende significa riflettere sulle “reali” specificità di una città siciliana per la quale è esistita un’articolata continuità storica di frequentazione in una porzione ampia di suolo vulcanico denominato Timpa. Nel corso dei secoli, le comunità hanno identificato in questo unico complesso lavico un salubre avamposto su cui migrare, tendenzialmente da Sud a Nord, fino a stanziarsi sul pianoro su cui sorge la città di Acireale. In età recente, la maggior crescita edilizia ha consumato pregevoli parti di terreno agricolo, inducendo uno sprawl urbano verso l’entroterra ed esponendo la Timpa a grandi rischi generati dalla progressiva assenza di organici interventi d’assetto territoriale. Questo contesto storico e paesaggistico aspetta d’essere attraversato, curato e valorizzato per ricomporre di quei valori percettivi che giacciono latenti nella memoria collettiva. La riqualificazione della Timpa può essere il tema per l’infrastrutturazione geografica con cui ri-connettere le inevitabili istanze di trasformazione urbana all’improrogabile sviluppo sostenibile del territorio acese. We live in strange days, periods of rapid acceleration, with stressful social changes and environmental changes, which require cultural solutions. Take the case of Acireale, city of about 50.000 inhabitants, located along the eastern coast of Sicily, between the Ionio sea, Mount Etna and evergreen citrus. The landscape of Aci holds geomorfologie and ancient memories. Over the centuries, communities have identified in this unique building of lava a place healthy where migrate, from South to North. In recent years, the growth of buildings has consumed valuable pieces of agricultural land, causing urban sprawl inland and exposing the Timpa large risks generated by the progressive absence of organic interventions of regional planning. This historical context and landscape is waiting to be crossed, edited and enhanced. The project of the Timpa may be the theme for re-connect the inevitable instances of urban transformation at the sustainable development of the territory.
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Fedeli, Raul Enzo, et Stefano Magaudda. « Il progetto rewetland : riqualificazione ambientale dell’Agro Pontino attraverso la valorizzazione ricostruzione del paesaggio storico ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8011.

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Résumé :
Il progetto “Rewetland” (programma LIFE+ 2008 – environment and governance. www.rewetland.eu) prevede la predisposizione di un Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) della Pianura Pontina attraverso la sperimentazione di tecniche di fitodepurazione diffusa. Il PRA si basa sull’analisi approfondita del paesaggio a partire da quello delle bonifiche dei Papi (XV–XVII sec.), fino ad arrivare ai giorni nostri. La finalità dell’analisi del paesaggio è stata quella di ricomporre gli elementi costituenti i diversi ambiti paesaggistici del territorio in quadri unitari, quanto più possibile coerenti al loro interno e confrontabili tra loro per valutarne le qualità paesaggistiche, le trasformazioni avvenute nel tempo o in atto, le necessità di processi di riqualificazione, le potenzialità di assorbire nuovi interventi progettuali. L’utilizzo di strumenti gis è stato indispensabile, sia per individuare le permanenze del paesaggio storico e rurale, sia per definire e valutare i possibili scenari di intervento. Le azioni, i progetti e gli interventi del PRA riguardano la rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e la realizzazione di aree umide ed ecosistemi filtro e favoriscono l’attivazione di buone pratiche non solo per la gestione dei canali della bonifica ma anche per quella delle aziende agricole. La metodologia utilizzata ha permesso di interpretare le trasformazioni del paesaggio dell’Agro Pontino e nel contempo progettare interventi e azioni di riqualificazione ambientale che rispondano a molteplici esigenze/obiettivi: il miglioramento della qualità delle acque, il potenziamento della rete ecologica e della biodiversità, la rigenerazione dei paesaggi tipici delle zone umide (re-wetland) che rappresentano la memoria del territorio. "Rewetland" project (LIFE+ 2008 - environment and governance. www.rewetland.eu) requires the preparation of an Programma di Riqualificazione Ambientale (PRA) of the Pontine Plain through experimentation with techniques of widespread phytoremediation. The PRA is based on a thorough analysis of the landscape from those of the reclamation of the Popes (XV -XVII cent.), up to the present day. The aim of the landscape analysis has been to reconstruct the elements making up the different areas of the local landscape into unified framework, as much as possible internally coherent and comparable to each other in order to assess the quality of the landscape, the changes through time or now being implemented, the necessity of regeneration processes, the potentialities to absorb new project interventions. GIS software tools have been essential, both to identify the permanence of the historic and rural landscape, and to define and evaluate the possible intervention scenarios. PRA actions, projects and interventions regard the renaturalization of waterways and the creation of wetlands and ecosystem filters and promote the activation of good practices not only for the management of the drainage channels but also for the farms. The methodology used allowed us to read the changes in the landscape of the Pontine Plain and at the same time to design interventions and actions that respond to multiple environmental restoration needs and objectives: improvement of water quality, enhancement of biodiversity and the ecological network, regeneration of the typical landscapes of wetlands (re-wetland) that represent the memory of territory.
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Bellini, Oscar Eugenio. « Green camouflage : una nuova identità per le infrastrutture urbane nella città densa ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7982.

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Résumé :
La crescente richiesta di città più ecologiche e sostenibili impone il ripensamento dei manufatti e delle attrezzature che vanno sotto la denominazione di infrastrutture urbane. Diventate un imprescindibile componente fisica dell’ecosistema urbano hanno infatti assunto, nella città contemporanea, l’involontario ruolo di testimoni della contrapposizione tra contesto naturale e ambiente artificiale. Attualmente oggetto di una riflessione critica che sta spostando l’interesse dalla loro configurazione estetico/funzionale alla verifica di compatibilità ambientale e paesaggistica, esse possono essere ripensate, anche grazie all’impiego della vegetazione e del verde tecnologico, quale azione preliminare verso la loro rigenerazione e quella degli “infra-luoghi” che ad esse si accompagnano. Al di là delle tendenze modaiole, che sovente scadono nel greenwashing, l’inverdimento delle infrastrutture può rappresentare l’occasione per rendere ambientalmente più sostenibili consistenti porzioni di città, anche in ragione degli importanti benefici che la vegetazione produce: riduzione dell’isola di calore, controllo del deflusso delle acque piovane, abbattimento dell’inquinamento atmosferico e del rumore, etc. In questo contesto i dispositivi del camouflage, attuati con il verde, possono aprire ad una nuova estetica, favorendo la dissimulazione di queste attrezzature all’interno della città. Il saggio propone un primo bilancio di una ricerca, tutt’ora in corso, sulle potenzialità dell’impiego della vegetazione nella città densa quale strumento con cui ripensare e riabilitare le infrastrutture e i relativi spazi, che deturpano il paesaggio urbano, formulando alcune riflessioni, contestualizzate per concreti risultati raggiunti, su come le tecniche del camouflage e della mimicry possono contribuire a migliorare il ruolo e la natura di queste attrezzature urbane, altrimenti solo ed esclusivamente funzionali. The growing demand for more environmentally friendly and sustainable cities requires the rethinking of the artifacts and equipment that we commonly call gray infrastructure. They have become an inevitable physical component of the urban ecosystem and have in fact assumed, in the contemporary city, the involuntary role of witnesses to the contrast between natural and artificial environment. Gray Infrastructures are currently subject to a critical reflection about their environmental compatibility as well as their aesthetic/functional configuration; that is why they can be rethought, by use of vegetation and ecotechgreen, to regenerate the "infraplaces" which they accompany. Beyond the greenwashing, the greening of infrastructure could be an opportunity to make more environmentally consistent parts of the high city, also because of the important benefits that vegetation produces: heat island reduction, control of storm water runoff, reducing air pollution and noise, etc. Intervening in many environmental aspects, ‘ecotechgreen’ becomes the premise for a new environmental planning with which to transform towns into more efficient ecosystems. In this context, the devices of camouflage, practiced by ecotechgreen, can open a new urban aesthetic, facilitating the disguise of these facilities within the city. This paper presents partial results of an ongoing research, about different planning approaches relative to these urban components into the high density city, and it shows how the techniques of camouflage and mimicry may help to improve the role and nature of these urban facilities.
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Lutzoni, Leonardo. « Paesaggi in divenire : la territorialità attiva dei nuovi abitanti : il caso di Luogosanto in Alta Gallura ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7998.

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Résumé :
Il paesaggio urbano contemporaneo, governato dal movimento e dalla trasformazione, produce disorientamento. La velocità delle reti assorda la città, lacera e segmenta la campagna e il binomio oppositivo urbano/rurale non si presenta più in quanto tale. In diverse aree del nostro paese, però, in particolare lì, dove la rete dei flussi e delle infrastrutture, del mercato e dell'economia globale, che alterano la fisionomia locale della città e del territorio, si dirada, si nascondono dei territori meno illuminati, spazi aperti, di rallentamento, di silenzio, di sopravvivenza di campagna e agricoltura, di resistenza alla crescita lineare e senza senso dell'urbanizzazione (Lanzani, 2011, pag. 20). Sono territori densi di natura e di storia nei quali si stanno verificando fenomeni emergenti, indizi, che disegnano le traiettorie per una prospettiva di cammino differente, ormai necessario, anche per la pianificazione urbanistica contemporanea: nuove forme dell'abitare, dinamiche di insediamento neo rurali, nuove economie legate alla terra, processi di riterritorializzazione, rielaborazione del rapporto tra uomo e natura, una vera e propria svolta etico-culturale. Partendo dalla consapevolezza di vivere ed agire in un delicato equilibrio “sistema-mondo” a cui ogni realtà locale è connessa, nell’articolo si analizza il fenomeno dei nuovi abitanti a Luogosanto, piccolo Comune dell’Alta Gallura, in Sardegna. Fenomeno che richiede un'impostazione metodologica basata sull'osservazione attenta, infatti, si tratta, in buona sostanza, di associare un’analisi più generale a un’indagine di dettaglio che può arrivare addirittura alla ricerca della singola esperienza di vita, necessaria a tracciare le linee per il progetto di territorio.
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Fava, Federica. « Il progetto intermedio come luogo dell’empowerment : esempi di nuove pratiche nelle città europee ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7904.

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Résumé :
‘Città in attesa’ sono il risultato fisico e concettuale dei profondi cambiamenti che coinvolgono la nostra società. Nel secolo dell’urbanità, lo spopolamento di molte città occidentali la mancanza delle risorse necessarie al completamento di grandi piani urbani producono un numero crescente di spazi vacanti. Rimandando la sua trasformazione ad un futuro indefinito, la città viene quindi ridotta a un paesaggio amorfo, riflesso dell’altrettanto disagio sociale che investe un’ampia fascia della cittadinanza media. In questo scenario di incertezza il progetto temporaneo diviene strumento efficace ad abilitare lo spazio urbano al suo uso evitandone un ulteriore degrado. Attraverso pratiche intermedie le ‘pause temporali’ in cui è costretta la città possono essere trasformate in momenti di sperimentazione diventando inoltre opportunità di riflessione sui mezzi e sulle modalità del progetto stesso. Questo lavoro propone dunque una riflessione sul concetto di tempo basata sull’idea di durata reale introdotta da Bergson. ‘Attivando’ sequenze temporali solitamente inutilizzate, il progetto intermedio diventa mezzo dinamico di riqualificazione urbana basato sull’’empowerment delle comunità locali. Obiettivo di questo scritto è infine sintetizzare le caratteristiche che rendono il progetto intermedio capace di innescare una trasformazione della città basata su un modo nuovo di partecipare, orientato al rafforzamento delle capacità resilienti degli abitanti coinvolti. A questo scopo vengono raccolti e classificati in quattro categorie dimensionali diversi progetti realizzati in ambito europeo dimostrandone l’adattabilità a tutti i livelli della pianificazione. The physical and conceptual result of the great changes which affect our society is a city in ‘stand-by’. Even if the XXI century is considered to be an ‘urban century’, many Western cities are shrinking and lack the resources which are necessary to complete planned masterplans. By postponing the transformation of the city to an indefinite future, the number of vacant spaces is increasing. This situation reduces the city into an amorphous landscape that also reflects the social problems concerning a wide number of citizens. In this uncertain scenario, the temporary project becomes an effective tool to open the urban space toward its use as well as to avoid a further degradation of the landscape. Through interim practices the 'forced breaks', to which the city is constrained, can be transformed into moments of experimentation, becoming an opportunity to reflect on the means and methods of the project itself. This work proposes a reflection on the concept of time based on the idea of real duration introduced by Bergson. 'Activating' usually unused sequences of time, the interim project works as a dynamic means of urban regeneration based on the empowerment of local communities. Finally, the aim of this paper is to summarize the features that make the intermediate project able to trigger a transformation of the city based on a new way to participate, attempting to strengthen the resilient capacity of the people involved. For this purpose several European projects are collected and classified into four dimensional categories, showing the adaptability of the temporary project at all scales and levels of planning.
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Cedroni, Anna Rita. « Roadmap per una citta sostenibile : Vienna ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7915.

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Résumé :
Al di là di più di duemila anni di tradizione storica, l’Austria, ha mostrato con coraggio, fin dall’entrata nella Comunità Europea, il suo sviluppo economico così come la sua modernità e la sua apertura verso l’esterno. La dinamicità culturale e tecnologica della sua capitale, l’ha resa uno degli esempi più apprezzati da tutta l’Europa fin dall’inizio di questo secolo. In poco più 15 anni, Vienna è diventata di fatto la città europea con la migliore qualità della vita. Il merito di tale successo è dato sicuramente da due componenti fondamentali: la stabilità politica del Paese e il metodo di gestione dei processi di pianificazione territoriale e urbana. L’attuale sviluppo del territorio mostra come alla base di tale qualità i fattori prevalenti siano l’architettura, ma anche le politiche urbanistiche territoriali. Sta di fatto, spiega un recente rapporto del comune di Vienna sul tema risparmio energetico e sostenibilità, che per garantire e mantenere una tale qualità della vita, occorre tener conto di tre costanti essenziali nelle dinamiche dei processi di sviluppo urbano: il rinnovamento, la ristrutturazione e l’espansione. Tali elementi consentono poi il confronto con modelli europei culturalmente più avanzati. La tutela dell’ambiente e del patrimonio ambientale si inseriscono in questo processo come una delle sfide più importanti che scaturiscono da tale confronto. Questo paper si prefigge di trattare l’esperienza viennese, ripercorrendo il lungo, ma rapido processo di cambiamento cominciato all’inizio degli anni Ottanta. Strumento generale di pianificazione urbanistica, il Piano di Sviluppo della Città (Stadtentwicklungsplan), ha costituito e costituisce tuttora lo strumento decennale di previsione e di programmazione energetica a livello urbano e territoriale, stabilendo le direttrici strategiche di espansione, di ristrutturazione e di rinnovamento della Città e del suo hinterland. Ma l’esclusività di tale strumento, è da vedere nell’anticipazione di temi come il consumo energetico, la sostenibilità e nell’individuazione della tutela ambientale, come questione prioritaria da includere nei programmi d’intervento da attuare a breve termine. Infatti, con la formulazione del primo Programma KliP (Klimaschutzprogramm) (1999–2009) e, successivamente, del secondo Programma KliP (2010-2020), vengono elaborati dei “pacchetti” di provvedimenti con obiettivi ben definiti, come per esempio la riduzione del 21%, a persona, dei gas di emissione e di gas propellenti rispetto ai valori rilevati nel 1990. Gli strumenti con i quali raggiungere tali obiettivi sono: la riduzione del fabbisogno energetico, l’introduzione di fonti di energia ecosostenibile, l’uso di materiali biologici nell’edilizia pubblica e privata a grande e piccola scala, ma soprattutto, gli interventi sulla mobilità, sulla gestione dei rifiuti e sulla protezione del paesaggio. Accanto ai Piani di Sviluppo, Il Programma SEP (Städtische Energieeffizienz-Programm), definisce le linee generali da seguire nella gestione della politica dei consumi energetici a lungo termine, ovvero fino alla fine del 2015. I risultati portano già nel 2011 ad un aumento della quota di energia rinnovabile del 10% del volume totale del consumo di energia. Tra gli incentivi ci sono quelli rivolti alla realizzazione di centrali elettriche, inceneritori per il riciclo di materie dalle quali ricavare energia, mentre un ruolo sempre più importante è dato dall’uso della geotermia, e dell’energia solare. La continuità programmatica culmina nella formulazione di un progetto unitario, SMART CITY WIEN, che riunisce ben dieci gruppi differenti di interessi, istituzioni pubbliche, enti privati, centri universitari di ricerca, ecc., attorno ad una visione a lunga scadenza: Smart Energy vision 2050. Al centro della tavola rotonda le tematiche: lo sviluppo della popolazione, l’ambiente, i metodi di gestione, l’economia, l’energia e la mobilità. Accanto a queste, sostenibilità, partecipazione, diversità, efficienza di risorse, sviluppo regionale integrato come pure sviluppo economico equilibrato sono gli elementi fondamentali per la preparazione delle decisioni future.
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Basso, Marzia. « Paesaggi in movimento ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8037.

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Résumé :
Negli ultimi decenni del secolo scorso si è diffusa nel mondo occidentale una nuova coscienza ambientale ed ecologica che, assieme alla rivoluzione tecnologica ed informatica, ha orientato anche la progettazione architettonica ed urbanistica verso una integrazione/ibridazione di elementi naturali, artificiali e tecnologici, con particolare attenzione per gli aspetti della sostenibilità ambientale e del risparmio energetico, alle varie scale di intervento, dagli edifici “intelligenti” alla rete delle smart cities. Ogni giorno assistiamo alla creazione di ambienti sempre più interconnessi, interattivi e interagenti con gli utenti, flessibili e capaci di scambiare informazioni con il mondo esterno. Siamo ormai in grado di monitorare i nostri contesti di vita come mai fino ad ora era stato possibile, raccogliendo e mettendo a sistema una mole di informazioni senza precedenti. Inoltre le nuove tecnologie in molti casi vengono utilizzate per semplificare e facilitare la comunicazione bidirezionale e in tempo reale fra utenti e gestori dei servizi, tra cittadini ed amministrazioni e, più in generale, fra i vari attori del paesaggio, all’interno di una rete di interconnessioni fisiche ed immateriali sempre più fitta e diversificata. Il progetto ecosostenibile di paesaggio richiede, pertanto, un approccio sistemico e uno sguardo ampio che riesca a far incontrare la tutela e la conservazione con la trasformazione e la rigenerazione, inevitabile quanto vitale per i nostri contesti di vita, passando anche attraverso l’uso di strumenti non convenzionali, impiegati diffusamente sia per uno studio del territorio più rispondente alla complessità delle dinamiche reali, sia per la costruzione di un progetto comune di paesaggio. During the last decades of the 20th century a new environmental and ecological awareness has spread in the western world. Together with the technological and digital revolution, it has also directed the architectural and urban design towards an integration/crossbreeding of natural, artificial and technological elements, giving special attention to the aspects of environmental sustainability and of energy saving at the different levels of intervention, from the “intelligent” buildings to the network of the smart cities. Every day we witness to the creation of spaces that are more and more interconnected, user interactive and interagent, flexible and able to exchange information with the outside world. We are now able to supervise our life contexts as never before by collecting and organizing a huge amount of information without precedent. Furthermore, new technologies are used in many cases to simplify and facilitate bidirectional and real-time communication between users and providers, citizens and administrative offices and, in wider terms, among the various actors of the landscape inside a more and more close and diversified network of physical and immaterial interconnections. The eco-sustainable landscape design requires therefore a systemic approach and an overlook in order to permit the match between safeguard and preservation on one hand and transformation and regeneration on the other. This is as inevitable as it is essential for our life contexts, as well as the use of unconventional tools diffusely employed whether for a territorial study in accordance with the complexity of the actual dynamics or for the construction of a collective project of landscape.
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Gorgo, Letizia, et Gloria Riggi. « URBAN TRACES : revitalization strategies for abandoned villages. » Dans 24th ISUF 2017 - City and Territory in the Globalization Age. Valencia : Universitat Politècnica València, 2017. http://dx.doi.org/10.4995/isuf2017.2017.5938.

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Résumé :
Letizia Gorgo¹, Gloria Riggi² ¹Dipartimento di Architettura e progetto. Dottorato in Architettura e costruzione, Sapienza, Università di Roma, Via Gramsci, 53. 00197 Roma ² Dipartimento di Architettura e progetto. Dottorato in Architettura e costruzione, Sapienza, Università di Roma, Via Gramsci, 53. 00197 Roma E-mail: letiziagorgo@hotmail.it, gloriariggi@libero.it, Keywords : abandoned villages, urban morphology, scattered hotel, existing fabric, revitalization strategies Conference topics and scale: City transformations In Italy today, one can count more than 6000 villages that have been abandoned(deserted) for a variety of causes. This negletc state produces a serious problem related to a wider phenomenon of abandonment of entire portions of italian territories. Realities that differ form the city because of their morphology: Does urban shape represent an urban limit? or is it an alternative testimony to the city? Research purpose is to understand how relationship, between these cases and the territory, works; in particular during the absence of the main component: the human one. The case study Santo Stefano di Sessanio, an ancient village in the center of Italy, inhabited until 90's, shows how the examination of urban shape represents the potentiality of his own revitalization. By relating his historical identity to the scattered hotel projectual approach, it contributes to combine conservation, valorization and sustainability of the existing building fabric, in order to claim the authenticity of these villages declaring their own autonomy and dimension to major urban centers polarization. In this example transformation is meant as conscious project that grow up from the built reality not from the project itself, transformation as knowledge of urban facts, tool to approach to the structure of this reality. References Rossi A., (1966 ) ‘L’architettura della città’, Quodlibet, Macerata Muratori S., (1967) ‘Civiltà e territorio’, Centro studi di storia e urbanistica, Roma Cartei, G. F., (2007) ‘Convenzione europea del paesaggio e governo del territorio’, Il Mulino, Bologna Caravaggi L., (2014) ‘La montagna resiliente’, Quodlibet, Macerata, Strappa, G., Carlotti, P., Camiz, A., (2016) ‘Urban Morphology and Historical Fabrics’, Gangemi Editore, Rome
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Cavallo, Aurora, Benedetta Di Donato, Rossella Guadagno et Davide Marino. « Nutrire Roma : il ruolo dell’agricoltura urbana nel fenomeno urbano ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.8042.

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Résumé :
Scopo di questa nota è di esaminare i caratteri e le dinamiche che connotano l’agricoltura urbana nel caso di Roma. Il contributo sintetizza in chiave evolutiva i fatti stilizzati del rapporto tra città e campagna, successivamente si indaga il contesto produttivo agricolo al fine di proporre una tassonomia dei tipi di agricoltura urbana. Il tentativo che qui si propone è una preliminare lettura dell’agricoltura urbana attraverso un sistema di criteri per la classificazione della distribuzione funzionale e relazionale del primario in aree metropolitane. Tali categorie interpretative tentano di ricostruire le relazioni causali che traducono i modelli produttivi agricoli (caratteristiche strutturali, ordinamenti, forme giuridiche, forme d’uso delle risorse naturali, collocazione), in specifiche forme spaziali e funzionali nella dimensione urbana – fisica e sociale -. Sul piano teorico tale lettura s’inserisce nel paradigma coevolutivo e guarda al paesaggio come il risultato delle interazioni tra il sistema ambientale e l’agire dell’uomo che abita e utilizza il territorio (Marino e Cavallo, 2009). Una sintesi tipologica definitiva sembra ancora un obiettivo da raggiungere, sicuramente questo è il primo passo verso la costruzione di una griglia interpretativa e di un vocabolario tipologico da mettere poi a sistema con i dati morfologici e quelli di uso del suolo. The aim of this paper is to examine the characteristics and the dynamics that characterize urban agriculture in the case of Rome. We summarize in an evolutionary approach the stylized facts of the relationship between town and country, then we investigate the context of agricultural production in order to propose a taxonomy of the types of urban agriculture. The effort proposed here is a preliminary analysis of urban agriculture through a system of criteria for the classification of the distribution of the functional and relational features of agricultural activities in metropolitan areas. These interpretative categories attempt to reconstruct the causal relationships that translate agricultural production models (farms’ data, legal forms, use of natural resources, localization), in specific forms in the spatial and functional urban dimension - physical and social - . On the theoretical level this analysis is embedded in the co-evolutionary paradigm and looks to the landscape as the result of interactions between the environmental system and the action of human who lives and uses the territory (Marino and Cavallo, 2009). This typization ultimately still seems a goal to achieve, this is the first step towards the construction of an interpretative and vocabulary typological then be systematize with the morphological data and those of land use.
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