Littérature scientifique sur le sujet « Paesaggio degli itinerari culturali »

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Articles de revues sur le sujet "Paesaggio degli itinerari culturali"

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Vitale, Carmen. « Percorsi di valorizzazione sostenibile del patrimonio culturale e promozione turistica : la disciplina degli itinerari enogastronomici per lo sviluppo dei territori ». AGRICOLTURA ISTITUZIONI MERCATI, no 2 (janvier 2021) : 43–61. http://dx.doi.org/10.3280/aim2018-002004.

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Résumé :
Il presente contributo si propone di ricostruire la disciplina degli itinerari enogastronomici, attraverso l'analisi delle fonti regionali, nazionali ed europee per ricostruirne le principali questioni applicative e le prospettive. Come si dirà, gli itinerari eno-gastronomici e più in generale quelli culturali possono diventare un importante strumento di valorizzazione e sviluppo locale, poiché sono in grado di mettere insieme pubblico e privato, turismo, paesaggio e patrimonio culturale.
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Ravazzolo, Elisa. « Eleonora Berti. 2012. Itinerari culturali del Consiglio d’Europa. Tra ricerca di identità e progetto di paesaggio ». Culture & ; musées, no 33 (19 novembre 2019) : 215–17. http://dx.doi.org/10.4000/culturemusees.3365.

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Martone, María. « Paesaggi culturali intesi come integrazione di processi dinamici : il vomero da luogo di delizie a luogo urbano ». Norba. Revista de Arte, no 41 (26 janvier 2022) : 117–42. http://dx.doi.org/10.17398/2660-714x.41.117.

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Résumé :
Il contributo illustra, attraverso gli strumenti della rappresentazione e del rilievo, le trasformazioni che il paesaggio della collina del Vomero a Napoli ha subito nel corso della storia, passando da "luogo di delizie" a "luogo urbano", continuando a caratterizzare il paesaggio dell’intera città. A tale scopo, si è ritenuto importante riconoscere e identificare, in uno spazio fisico, vissuto ed eterogeneo di un luogo, nel caso specifico, della collina del Vomero, i paesaggi culturali che contengono sia i segni del passato che quelli della contemporaneità. Delineare, quindi, quei processi dinamici che rappresentano la storia degli insediamenti umani in continua trasformazione, significa anche delineare il nostro patrimonio identitario, la cui conoscenza è necessaria per ritrovare il racconto di “chi siamo” e di “chi eravamo” e per costruire il futuro delle nuove generazioni.
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Thèses sur le sujet "Paesaggio degli itinerari culturali"

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Coccoli, Velia. « GLI ARCHETIPI. Individuazione ed approfondimento dei significati e dei valori degli archetipi in quanto radici dei beni culturali del territorio ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2016. http://hdl.handle.net/10761/3810.

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Résumé :
Gli archetipi fino ai primi decenni del 1900 hanno rappresentato per lungo tempo un riferimento certo, una condizione, per le generazioni che si sono succedute, per poter intervenire nel territorio/ambiente. Infatti prima dell avvento del Razionalismo, la metodologia d intervento portava a leggere e a conoscere il luogo prima di progettare e di realizzare. Si usavano pochi materiali naturali, con l uso di regole sicure e consolidate, l architettura esprimeva valori con le forme e le tecniche. La ricerca si prefigge l obiettivo di riprendere gli archetipi, di analizzarli, comprenderli e riproporli, in modo da tutelare il patrimonio storico-artistico nel contesto regionale, analizzandone la formazione e la diffusione in riferimento al territorio, esaminandone le caratteristiche culturali e tecniche. Ritornare alla valorizzazione degli archetipi è una meta finalizzata a difendere il patrimonio storico-artistico-culturale del territorio, da cui derivare proposte di intervento. Detta metodologia porta immediatamente alla riflessione su come vogliamo il paesaggio del domani, ci fa riflettere su come lo volevano e rispettavano gli antenati, come è stato trasformato da chi ha dimenticato per tanti anni il valore del paesaggio. Riprendere le idee-metodi degli antenati, è un modo per analizzarci e ripercorrere la strada indicata dalle opere realizzate, dopo la desolazione, paesi e città distrutte. Tutto da riesaminare per evitare danneggiamenti, che hanno portato non solo alla cementificazione, all omologazione, ma anche alla distruzione del paesaggio e di tutta la sua memoria amata dai grandi che ci hanno preceduto.
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BERTI, ELEONORA. « Itinerari culturali del Consiglio d'Europa tra ricerca di identità e progetto paesistico ». Doctoral thesis, 2009. http://hdl.handle.net/2158/592724.

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Livres sur le sujet "Paesaggio degli itinerari culturali"

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Francalacci, Paolo. Radicondoli e il suo territorio : Paesaggio e itinerari culturali. Siena : Nuova immagine, 1999.

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Azzari, Margherita, dir. Beni ambientali e culturali e Geographic Information Systems. I e II Workshop (Firenze, maggio 2000 e maggio 2001). Florence : Firenze University Press, 2002. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-033-4.

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Résumé :
Sotto il comune titolo di Beni ambientali e culturali e Geographical Information Systems sono raccolti i contributi presentati in occasione degli workshop GIS per l'archeologia del paesaggio (Firenze, maggio 2000) e GIS per la tutela e valorizzazione dei beni ambientali e storico-culturali (Firenze, maggio 2001). Il filo rosso che lega questi incontri è l'attenzione alle problematiche connesse a censimento, gestione, valorizzazione e tutela del patrimonio ambientale e culturale e la riflessione sul ruolo che tecnologia e metodologia GIS (Geographical Information Systems) possono avere in questo settore d'intervento.
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Actes de conférences sur le sujet "Paesaggio degli itinerari culturali"

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Maccarrone, Maria. « Una città nomade e multidimensionale : il caso della reale Aci ». Dans International Conference Virtual City and Territory. Roma : Centre de Política de Sòl i Valoracions, 2014. http://dx.doi.org/10.5821/ctv.7973.

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Résumé :
Viviamo strani giorni, tempi di rapide accelerazioni, cambiamenti sociali e trasformazioni ambientali stressanti, che richiedono soluzioni contenitive e culturali improcrastinabili. Poniamo il caso di Acireale, città insulare di circa 50.000 abitanti, posta lungo la costa orientale sicula, stretta fra l’azzurra ionia marina, il nero del Vulcano Etna e il sempreverde degli agrumi. Il paesaggio dell’Aci trattiene geomorfologie e memorie antiche. Ricomporne le alterne vicende significa riflettere sulle “reali” specificità di una città siciliana per la quale è esistita un’articolata continuità storica di frequentazione in una porzione ampia di suolo vulcanico denominato Timpa. Nel corso dei secoli, le comunità hanno identificato in questo unico complesso lavico un salubre avamposto su cui migrare, tendenzialmente da Sud a Nord, fino a stanziarsi sul pianoro su cui sorge la città di Acireale. In età recente, la maggior crescita edilizia ha consumato pregevoli parti di terreno agricolo, inducendo uno sprawl urbano verso l’entroterra ed esponendo la Timpa a grandi rischi generati dalla progressiva assenza di organici interventi d’assetto territoriale. Questo contesto storico e paesaggistico aspetta d’essere attraversato, curato e valorizzato per ricomporre di quei valori percettivi che giacciono latenti nella memoria collettiva. La riqualificazione della Timpa può essere il tema per l’infrastrutturazione geografica con cui ri-connettere le inevitabili istanze di trasformazione urbana all’improrogabile sviluppo sostenibile del territorio acese. We live in strange days, periods of rapid acceleration, with stressful social changes and environmental changes, which require cultural solutions. Take the case of Acireale, city of about 50.000 inhabitants, located along the eastern coast of Sicily, between the Ionio sea, Mount Etna and evergreen citrus. The landscape of Aci holds geomorfologie and ancient memories. Over the centuries, communities have identified in this unique building of lava a place healthy where migrate, from South to North. In recent years, the growth of buildings has consumed valuable pieces of agricultural land, causing urban sprawl inland and exposing the Timpa large risks generated by the progressive absence of organic interventions of regional planning. This historical context and landscape is waiting to be crossed, edited and enhanced. The project of the Timpa may be the theme for re-connect the inevitable instances of urban transformation at the sustainable development of the territory.
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