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1

Myers, K. Sara. « Ovidio : Metamorfosi, Volume I (Libri I-II) by Ovidio, Alessandro Barchiesi ». Classical Journal 104, no 2 (2008) : 182–84. http://dx.doi.org/10.1353/tcj.2008.0061.

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2

Baldo, Gianluigi. « Il codice epico nelle Metamorfosi di Ovidio ». Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici, no 16 (1986) : 109. http://dx.doi.org/10.2307/40235860.

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3

Barchiesi, Alessandro. « Voci e istanze narrative nelle Metamorfosi di Ovidio ». Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici, no 23 (1989) : 55. http://dx.doi.org/10.2307/40235940.

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4

John F. Miller. « Ovidio. Metamorfosi. Vol. 1 : Libri I–II, and : Ovidio. Metamorfosi. Vol. 2 : Libri III–IV (review) ». Classical World 102, no 1 (2008) : 87–88. http://dx.doi.org/10.1353/clw.0.0047.

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5

Myers, K. Sara. « Ovidio : Metamorfosi, Volume II (Libri III-IV) by Ovidio, Alessandro Barchiesi, Gianpiero Rosati, Ludovica Koch ». Classical Journal 104, no 3 (2009) : 284–86. http://dx.doi.org/10.1353/tcj.2009.0005.

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6

Galasso, Luigi. « Giove e il fato nel IX libro delle Metamorfosi di Ovidio ». Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici, no 49 (2002) : 117. http://dx.doi.org/10.2307/40236228.

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7

Borca, Federico. « "Vel sit locus ipsa licebit" : Nesogonie mitiche nelle "Metamorfosi" di Ovidio ». Quaderni Urbinati di Cultura Classica 66, no 3 (2000) : 155. http://dx.doi.org/10.2307/20546661.

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8

Solodow, Joseph B. « Ovidio : Metamorfosi. Volume VI (Libri XIII–XV) ed. by P. Hardie ». Classical World 110, no 2 (2017) : 280–82. http://dx.doi.org/10.1353/clw.2017.0009.

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Fernandelli, Marco. « Ovidio e le ambiguità dell'Eneide ». Tabula, no 17 (16 novembre 2020) : 125–68. http://dx.doi.org/10.32728/tab.17.2020.5.

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Résumé :
L'ambiguità è un tratto caratteristico del linguaggio epico virgiliano. L'idea che essa sia l'espressione di un dualismo tra piani di significato rappresentati da voci (“Two voices theory'), cui attribuire un grado maggiore o minore di autenticità, è stata superata a favore di una lettura che riconosce tale autenticità nello stato aperto del testo, che insieme stimola all'interpretazione e si presta a una continua riattualizzazione dei propri significati. L'“ambivalenza” (del testo) ha preso il posto della dialettica di “ottimismo” e “pessimismo” (nella visione dell'autore). Virgilio, in Ovidio, è onnipresente. Le ambiguità dell'Eneide, la cui tipologia è varia, causano, in Ovidio, due risposte: lo invitano a illuminare le zone contraddittorie di quel testo già classico; oppure sono risolte o neutralizzate nel quadro di riscritture di genere e intonazione diversi, ma sempre in modo che la disambiguazione risulti palese e si configuri come una scelta conforme ai valori di una poetica nuova. Ciò si nota in particolare nelle Metamorfosi, dove i luoghi più complessi dell'Eneide nutrono l'invenzione poetica, mentre la loro conversione in situazioni, immagini, espressioni univoche asseconda la fluidità che il poema del continuo mutamento richiede al suo linguaggio. Ma questa semplificazione del complesso e determinazione dell'indeterminato è anche il filtro attraverso il quale l'inimitabile Eneide si offre all'imitazione delle generazioni successive.
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Piazzi, Lisa. « I nipoti di Inaco : un’allusione virgiliana in Ovidio, Metamorfosi 1, 658-659 ». Rivista di Filologia e di Istruzione Classica 147, no 2 (juillet 2019) : 387–91. http://dx.doi.org/10.1484/j.rfic.5.123629.

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Montuschi, Claudia. « Aurora nelle Metamorfosi di Ovidio : un topos rinnovato, tra epica ed elegia ». Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici, no 41 (1998) : 71. http://dx.doi.org/10.2307/40236128.

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Bessone, Federica. « Medea e la Sibilla. Metafore, allusività, prefigurazione in Ovidio, Metamorfosi 7, 17-21 ». Rivista di Filologia e di Istruzione Classica 140, no 2 (juillet 2012) : 360–75. http://dx.doi.org/10.1484/j.rfic.5.123160.

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Heimgartner, Stephanie. « Existentielle Zwitter ». Deutsches Dante-Jahrbuch 93, no 1 (28 septembre 2018) : 160–76. http://dx.doi.org/10.1515/dante-2018-0008.

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Résumé :
RiassuntoNell’Inferno dantesco, chi separa volontariamente il corpo dall’anima con l’atto del suicidio, deve consapevolmente sopportare la disgrazia di uno stato puramente vegetativo, che secondo la classificazione scolastica sarebbe privo di coscienza. Questa metamorfosi ›contro natura‹ modella la struttura del canto XIII dell’Inferno a livello verbale e retorico, ma anche a livello strutturale: su entrambi i livelli, difatti, si creano dinamiche antitetiche. Tormentando i dannati del canto con antichi mostri quali centauri e arpie, Dante esibisce l’ordine specifico del suo mondo immaginario. Da un lato, infatti, troviamo creature ibride mitico-finzionali provenienti dagli auctores Virgilio e Ovidio; creature che nel loro contesto – sia pure infernale – funzionano senza restrizioni; dall’altro abbiamo mostri ›reali‹, creature esistenzialmente ibride che si sono private volontariamente della loro condizione umana e devono perciò sopportare l’eterna separazione del corpo dall’anima.
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GLINSKI, MARIE LOUISE VON. « Ovidio : Metamorfosi, Volume IV (Libri VII–IX). Edited by E. J. KENNEY. Translation by GIOACHINO CHIARINI ». Classical Journal 108, no 1 (2012) : 116–19. http://dx.doi.org/10.1353/tcj.2012.0001.

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Galasso, Luigi. « Una lunga fedeltà : il commento di E. J. Kenney ai libri VII-IX delle Metamorfosi di Ovidio ». Rivista di Filologia e di Istruzione Classica 143, no 2 (juillet 2015) : 404–11. http://dx.doi.org/10.1484/j.rfic.5.123350.

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Ardissino, Erminia. « Saggio per l'edizione critica dell'Ovidio Metamorphoseos Vulgare di Giovanni di Bonsignori : II “Proemio” e l' “Esordio” ». Traditio 48 (1993) : 107–71. http://dx.doi.org/10.1017/s0362152900012903.

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Résumé :
L'importanza del volgarizzamento e dell'allegorizzazione delle Metamorfosi ovidiane per opera di Giovanni di Bonsignori, meglio conosciuti con il titolo Ovidio Metamorphoseos Vulgare, che venne lora assegnato nelle edizioni a stampa, è dovuta alla larga diffusione che ebbero nel XV secolo e nei primi decenni del XVI. Terminato nel 1377, il testa ebbe una discreta divulgazione manoscritta e conobbe una prima stampa a Venezia nel 1497 “per Zoanne Rosso Vercellese ad instantia del nobile homo miser Lucantonio Zonta fiorentino” (ovvero Lucantonio Giunti), Sempre a Venezia “ad instantia del […] Lucantonio Zonta” seguirono una seconda edizione nel 1501 “per Christofolo de Pensa” e una terza nel 1508 “per Alexandro di Bandoni.” Nel 1517 e nel 1523 si ebbero ancora a Venezia altre due edizioni, ambedue “per Georgio de' Rusconi.” Nel 1519 fu pubblicato a Milano “in Minutiana officina,” per i fratelli da Legnano; nel 1520, ancora a Milano, “per Rocho et Fratello da Valle ad instantia de Miser Nicolò Da Gorgonzola.”
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Knox, Peter. « Ovidio, "Metamorfosi". Volume II. Libri III—IV (Scrittori Greci e Latini) by Alessandro Barchiesi, Gianpiero Rosati, Ludovica Koch ». Phoenix 63, no 3-4 (2009) : 412–14. http://dx.doi.org/10.1353/phx.2009.0047.

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Boyd, Barbara Weiden. « Ovidio, Metamorfosi. Volume VI, Libri XIII–XV. A cura di Philip Hardie. Testo criticobasato sull’edizione oxoniense di Richard Tarrant. Traduzione di Gioachino Chiarini. » Gnomon 89, no 1 (2017) : 26–29. http://dx.doi.org/10.17104/0017-1417-2017-1-26.

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Estefanía, Dulce. « Las Escilas de Virgilio y Ovidio ». Cuadernos de Filología Clásica. Estudios Latinos 42, no 1 (15 juillet 2022) : 47–63. http://dx.doi.org/10.5209/cfcl.83149.

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Résumé :
En este artículo se analizan las posibles fuentes virgilianas para la creación de su Escila, muy diferente de la homérica, llegándose a la hipótesis de que éstas pueden encontrarse en Hesíodo y Apolonio de Rodas. Se analizan las diferencias entre el relato virgiliano a propósito del monstruo y el ovidiano y se indica dónde pudo encontrar Ovidio la sugerencia para crear la historia conducente a una metamorfosis, probablemente en Propercio. Se señalan la intertextualidad tanto griega como latina y la intratextualidad del relato del poeta de Sulmona.
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Lázaro Carreter, Fernando. « Metamorfosis barrocas ». Tropelías : Revista de Teoría de la Literatura y Literatura Comparada, no 1 (27 avril 2018) : 151–63. http://dx.doi.org/10.26754/ojs_tropelias/tropelias.199012723.

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Résumé :
El Barroco artístico, es bien sabido, tiende a la espectacularidad y a la hipérbole, corregidas, en muchos casos por un "naturalismo" irónico. En relación con la primera tendencia, se produce el auge de Ovidio, hasta el punto de que ha podido definirse el Barroco como la verdadera "aetas ovidiana". Proporciona temas mitológicos de inspiración tanto a los artistas plásticos como a los escritores. La huella de tales temas en los autores españoles es patente, que los tratan unas veces con el máximo fasto, pero, otras, con abatimiento de su prestigio. Y siempre, mediante las transformaciones aprendidas en Ovidio, que reflejan la inestabilidad intelectual de la época. Algunos escritores apoyan la práctica del concepto como célula estilística fundamental, en el ejemplo del gran lírico latino; una estrofa de la Fábula de Píramo y Tisbe sirve de comprobación. Es el empleo del concepto, tal como Gracián definió este término, lo que corrobora la inseparabilidad de conceptismo y culteranismo: ambas modalidades artísticas comparten ese procedimiento para su técnica transformatoria.
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Pérez-Abadín Barro, Soledad. « Estrategias imitativas en las Églogas pastoriles de Pedro de Padilla : la huella de Ovidio ». Revista de literatura 79, no 158 (3 novembre 2017) : 391. http://dx.doi.org/10.3989/revliteratura.2017.02.014.

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Résumé :
Las Églogas pastoriles de Pedro de Padilla, libro bucólico de extracción virgiliana, diversifican su configuración a través del ejercicio de una imitatio compuesta, que canaliza la adopción de modelos ajenos a la tradición pastoral, entre los que figuran Ovidio, Boccaccio, Petrarca, Sannazaro, Garcilaso y Fray Luis de León, incorporados con diversas tácticas imitativas. Este artículo muestra la presencia de dos obras de Ovidio, los Remedia amoris y la Fábula de Narciso (Metamorfosis, III, vv. 339-510), ejemplos de imitación heurística, que permite adaptar la fuente al marco pastoral, sin desfigurarla. Los Remedia amoris son objeto de un tratamiento selectivo, para añadirse como elemento marginal a la historia de Silvano. La Fábula de Narciso desarrolla el mito ovidiano, mediatizada por la versión italiana de Alamanni, que también dirige las recreaciones de Hernando de Acuña y Gregorio Silvestre.
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Zissos, Andrew. « The Metamorphoses - (A. ) Barchiesi (ed.), (L. ) Koch (trans.) Ovidio Metamorfosi. Volume I : Libri I–II. Pp. cxc + 310. Milan : Fondazione Lorenzo Valla/ Arnoldo Mondadori Editore, 2005. Cased, €27. ISBN : 978-88-04-54481-3. - (A.) Barchiesi, (G. ) Rosati (edd.), (L. ) Koch (trans.) Ovidio Metamorfosi. Volume II : Libri III–IV. Pp. xxxvi + 354. Milan : Fondazione Lorenzo Valla/ Arnoldo Mondadori Editore, 2007. Cased, €27. ISBN : 978-88-04-56234-4. » Classical Review 59, no 1 (11 mars 2009) : 145–48. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x08002266.

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Solodow, Joseph B. « Metamorphoses 5–6 - (G.) Rosati (ed.) Ovidio Metamorfosi. Volume III. Libri V–VI. Translated by Gioachino Chiarini. Pp. xlii + 359. Milan : Fondazione Lorenzo Valla, 2009. Cased, €30. ISBN : 978-88-04-58348-6. » Classical Review 61, no 1 (11 mars 2011) : 133–36. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x10002234.

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Gantar, Kajetan. « Ovidijeva poezija ob soočenjih z Avgustovim režimom ». Clotho 1, no 1 (15 juillet 2019) : 9–20. http://dx.doi.org/10.4312/clo.1.1.9-20.

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Résumé :
Ovidij je nedvomno med vsemi avgustejskimi pesniki eden najbolj izrazitih oporečnikov v odnosu do avtokratskega režima cesarja Oktavijana Avgusta. Medtem ko je na primer Vergilij na Avgustov ukaz spremenil zaključni del druge knjige Georgik, tako da je izbrisal iz nje laudes Galli, ki ga je zadela damnatio memoriae, pa se Ovidij niti v svoji mladostni zbirki Amores niti v žalostinkah iz izgnanstva (Tristia) ni bal proslavljati tragično preminulega pesnika, ki velja za začetnika rimske elegije. Zato se ne smemo čuditi, da je tudi Ovidija zadela nekaka damnatio memoriae, saj so morale biti vse njegove pesniške zbirke, ne le spotakljiva Ars amatoria, odstranjene iz rimskih javnih knjižnic (Tristia, 3.1.63–80). Tudi v največjo umetnino, Metamorfoze, je Ovidij zasejal nekaj domiselnih in iskrivih protiavgustovskih bodic. Tako je na primer že v eni prvih epizod, v zgodbi o preobrazbi Likaona, še izraziteje pa v zadnji epizodi, kjer katasterizmu, tj. preobrazbi Julija Cezarja v zvezdo in podobni preobrazbi, ki po smrti čaka Avgusta, dodal za sklep še zaostreno poanto, da bo njegovo ime po smrti povzdignjeno še višje, visoko nad (super!) zvezde (torej še višje kot Cezarjeva in Avgustova zvezda): super alta perennis / astra ferar (Metamorfoze, 15.875–6).
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Gantar, Kajetan. « Ovidijeva poezija ob soočenjih z Avgustovim režimom ». Clotho 1, no 1 (15 juillet 2019) : 9–20. http://dx.doi.org/10.4312/clotho.1.1.9-20.

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Résumé :
Ovidij je nedvomno med vsemi avgustejskimi pesniki eden najbolj izrazitih oporečnikov v odnosu do avtokratskega režima cesarja Oktavijana Avgusta. Medtem ko je na primer Vergilij na Avgustov ukaz spremenil zaključni del druge knjige Georgik, tako da je izbrisal iz nje laudes Galli, ki ga je zadela damnatio memoriae, pa se Ovidij niti v svoji mladostni zbirki Amores niti v žalostinkah iz izgnanstva (Tristia) ni bal proslavljati tragično preminulega pesnika, ki velja za začetnika rimske elegije. Zato se ne smemo čuditi, da je tudi Ovidija zadela nekaka damnatio memoriae, saj so morale biti vse njegove pesniške zbirke, ne le spotakljiva Ars amatoria, odstranjene iz rimskih javnih knjižnic (Tristia, 3.1.63–80). Tudi v največjo umetnino, Metamorfoze, je Ovidij zasejal nekaj domiselnih in iskrivih protiavgustovskih bodic. Tako je na primer že v eni prvih epizod, v zgodbi o preobrazbi Likaona, še izraziteje pa v zadnji epizodi, kjer katasterizmu, tj. preobrazbi Julija Cezarja v zvezdo in podobni preobrazbi, ki po smrti čaka Avgusta, dodal za sklep še zaostreno poanto, da bo njegovo ime po smrti povzdignjeno še višje, visoko nad (super!) zvezde (torej še višje kot Cezarjeva in Avgustova zvezda): super alta perennis / astra ferar (Metamorfoze, 15.875–6).
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Fernández López, Esther. « La fábula de Perseo en la versión de las Metamorfosis ovidianas de Antonio Pérez Sigler = The fable of Perseus in the traslation of the ovidian Metamorphoses by Antonio Pérez Sigler ». Lectura y Signo, no 15 (24 décembre 2020) : 205–18. http://dx.doi.org/10.18002/lys.v0i15.6473.

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Résumé :
Entre las traducciones castellanas en verso de las Metamorfosis de Ovidio, la más antigua es la del salmantino Antonio Pérez Sigler, cuya primera edición data de 1580. Eclipsada por la traducción de Sánchez de Viana (1589), de mayor calidad y difusión, la versión de Pérez Sigler ha sido en general poco estudiada y valorada. Se le ha reprochado, además, una dependencia directa de la traducción italiana de Anguillara. Sin embargo, pensamos que el salmantino llevó a cabo en su traducción un trabajo más que digno, tanto por su fidelidad al texto original como por sus méritos poéticos. La presente contribución pretende reivindicar la validez de esta versión castellana, como también la del Diccionario poético que acompaña a su segunda edición (1609). Como muestra del buen hacer de Pérez Sigler nos fijamos en especial en su versión de uno de los episodios del poema ovidiano: la fábula de Perseo, uno de los mitos paganos más difundidos y adaptados a lo largo de la historia de la literatura española.Among the Castilian in verse translations of Ovid’s Metamorphoses, the oldest is that of Antonio Pérez Sigler from Salamanca, whose first edition dates from 1580. Eclipsed by Sánchez de Viana’s translation (1589), of higher quality and more widespread, Pérez Sigler’s version has generally been little studied and valued. It has also been criticized for being directly dependent on the Italian translation of Anguillara. However, we think that the Salamanca-born author did a more than worthy task in his translation, both for his fidelity to the original text and for his poetic merits. The present contribution aims to claim the validity of this Spanish version, as well as that of the Poetic Dictionary that accompanies its second edition (1609). As an example of Pérez Sigler’s good work, we look especially at his version of one of the episodes of the Ovidian poem: the fable of Perseus, one of the most widespread and adapted pagan myths in the history of Spanish literature.
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Rivero García, Luis. « Nota crítica a dos lugares oscuros de Ovidio (Met. XIII 884 y 890) ». Emerita 85, no 1 (31 mai 2017) : 153. http://dx.doi.org/10.3989/emerita.2017.08.1601.

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Martín, Carlos Alcalde. « Omnia mutantur : Metamorfosis, de Ovidio a Picasso ». Humanitas 65 (30 août 2016) : 285–303. http://dx.doi.org/10.14195/2183-1718_65_15.

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Résumé :
Las ilustraciones de Picasso a las Metamorfosis de Ovidio evidencian la tradición clásica en distintos aspectos: tema centrado en el hombre, iconografía, estilo y espíritu. Tienen un rasgo fundamental de los mitos, la libertad en el tratamiento que les da permanente vitalidad y actualidad.
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Estefanía, Dulce. « Hipólito y Esculapio en Virgilio y Ovidio ». Myrtia 35 (12 novembre 2020) : 293–317. http://dx.doi.org/10.6018/myrtia.455241.

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Résumé :
En este artículo se muestra cómo Ovidio actúa, en relación con los episodios virgilianos de Hipólito y Esculapio, como un exégeta complementario del poeta de Mantua. Contribuye, tanto en Fastos como en Metamorfosis , a la identificación del dios de Epidauro y completa y explica todo lo que en el Hipólito de Virgilio está incompleto y oscuro. In this article is shown how Ovide acts, regarding the Vergilian episodes of Hippolytus and Aesculapius, as a complementary interpreter of the Mantuan poet. It contributes, as well in the Fasti as in the Metamorphoses , to the identification of the god of Epidaurus, completing and explaining all that in the Vergilian Hippolytus remained incomplete and obscure.
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Estévez Sola, Juan A. « Nuevos fragmentos de las Metamorfosis de Ovidio en Trento ». Emerita 85, no 1 (31 mai 2017) : 161. http://dx.doi.org/10.3989/emerita.2017.09.1609.

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Sánchez Galera, José María. « De Amores a Tristia, la metamorfosis de Ovidio a través del libellus ». Epos : Revista de filología, no 29 (1 janvier 2013) : 45. http://dx.doi.org/10.5944/epos.29.2013.15181.

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Durante los siglos I a. C. y I d. C. la literatura romana refleja la asimilación del libro en tanto que elemento físico que contiene el resultado de un esfuerzo creativo e intelectual. La poesía latina de esa época explica cómo el volumen de papiro constituye el soporte de transmisión de obras y de autores. El presente estudio, centrado en Ovidio, describe el contraste entre su obra erótica y la poesía del exilio, a partir del gran cambio que experimenta el uso del vocablo libellus. El libellus sirve, por tanto, como «termómetro» del estado vital de Ovidio.Roman literature during the period 1st century BC – 1st century AD expresses the assimilation of book as a physical object containing the result of a creative and intellectual effort. Latin poetry shows how the papyrus volumen constitutes a hardware for the transmission of works and writers. The following lines, focused on Ovid, describes the sheer contrast between his erotic works and his exile poetry; based on the deep shift experienced by the libellus. In other words, the libellus is a «thermometer» of Ovid’s state of mind.
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Silva, Mariana Musa de Paula e. « Quis hoc credat ? O leitor e as Metamorfoses de Ovídio ». Nuntius Antiquus 7, no 2 (31 décembre 2011) : 48–80. http://dx.doi.org/10.17851/1983-3636.7.2.48-80.

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This paper intends to analyze a certain relation constructed between the reader, the poet and the poem in selected passages of Ovid’s Metamorphoses book I. The reading we are going to propose will reveal itself as a new understanding of the poem in face of the recent studies which highlight the self-referential character of ovidian poetics. We intend to demonstrate, although briefly, that the reader has a highlighted role within the complex commentaries made by the poet about his own poetry.
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Estévez Sola, Juan A. « Comentario textual a Ovidio, Metamorfosis XII 15-17 ». Emerita 90, no 1 (16 juin 2022) : 105–19. http://dx.doi.org/10.3989/emerita.2022.05.2036.

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Mollo Brisco, María Eugenia. « Cipo y la monarquía en Metamorfosis de Ovidio ». Auster, no 22 (28 décembre 2017) : e036. http://dx.doi.org/10.24215/23468890e36.

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Résumé :
Nuestro propósito en este trabajo es analizar cómo el episodio de Cipo en el libro XV de Metamorfosis de Ovidio da forma literaria a una crisis de la experiencia: el fin de la República y el pasaje a una nueva forma de gobierno, el Principado. Tomaremos como marco teórico el concepto de “estructura del sentir” de Raymond Williams que se define como la expresión de la interacción entre el “carácter social dominante de un período” y la “experiencia real”. Nosotros postulamos que el episodio de Cipo señala un conflicto entre una idea dominante, la visión negativa de la figura del rey, y un nuevo sentimiento, la posibilidad de un rey con virtus.
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Osuna, Inmaculada. « La fábula de Acteón de Antonio Mira de Amescua y la tradición ejemplarizante del mito ». Lectura y Signo, no 5 (21 novembre 2010) : 109. http://dx.doi.org/10.18002/lys.v0i5.3541.

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Résumé :
A lo largo de cincuenta y ocho octavas, Mira de Amescua recrea un conocido mito divulgado por las Metamorfosis de Ovidio, aunque también presente en otros testimonios de la Antigüedad, con signifi cativas variantes
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Gros Lladós, Sonia. « “Qui de polp paria que fossen”. Una nota sobre la recepción de Ovidio en el "Curial e Güelfa" ». Revista de Filología Románica 36 (5 juillet 2019) : 153–68. http://dx.doi.org/10.5209/rfrm.63510.

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Résumé :
En el contexto de la recepción de los autores clásicos en el Cuatrocientos, proponemos el análisis de una nueva fuente ovidiana para un pasaje del episodio norteafricano del libro III del Curial e Güelfa. Concretamente, nos referimos al relato del mito de Hermafrodito de las Metamorfosis, que creemos que el autor anónimo de la novela caballeresca reutiliza en su obra. Analizamos el tratamiento del hipotexto ovidiano y el encaje en el nuevo contexto narrativo, así como la posibilidad de un uso de fuentes intermedias, como la Genealogia boccacciana, y presentamos un estudio comparativo del trata­miento del mito de Hermafrodito en Juan de Mena, con el objetivo de contextualizarlo en las corrientes culturales del momento y, más exactamente, en la recepción de los textos ovidianos en los círculos his­pánicos vinculados al humanismo italiano. El análisis confirma la relevancia de autores clásicos como Ovidio en la escritura del Anónimo.
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Álvarez, María C., et Rosa Mª Iglesias. « Injerencia de Ovidio en algunos relatos de las Metamorfosis ». Materiali e discussioni per l’analisi dei testi classici, no 45 (2000) : 83. http://dx.doi.org/10.2307/40236180.

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Puchades Ferrer, Vicente. « Un canon de Poética histórica ». Analecta Malacitana. Revista de la sección de Filología de la Facultad de Filosofía y Letras 42 (12 mars 2022) : 183–97. http://dx.doi.org/10.24310/analecta.v42i1-2.14454.

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Résumé :
Ovidio y Lorenzo Valla, dos autores separados por catorce siglos, escriben sobre el amor trágico. Sus narraciones comparten argumento y protagonistas: dos jóvenes adolescentes que deciden vivir su amor en libertad, lejos de imposiciones, y terminan en fatal desenlace. Ovidio en sus Metamorfosis incluye la leyenda de Píramo y Tisbe; a su vez, Lorenzo Valla en Historiarum Ferdinandi regis Aragoniae Libri tres introduce la historia que da nombre a la Peña de los Enamorados en Antequera. Trataremos una comparativa con elementos comunes y diferencias como formantes de un canon de Poética histórica.
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Milovich, Natalia. « Un espectáculo sangriento en “La muerte de Orfeo” de Metamorfosis XI de Ovidio ». Auster, no 26 (1 septembre 2021) : e068. http://dx.doi.org/10.24215/23468890e068.

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Résumé :
El episodio “La muerte de Orfeo” que abre el libro XI (1-66) de Metamorfosis de Ovidio funciona como epílogo del “Ciclo de Orfeo”, desplegado desde el primer relato del libro X (“Orfeo y Eurídice”, 1-71). De narrador interno de una performance poética que ejerce un control encantador y pacificador sobre la tierra y el reino de las sombras, Orfeo se convierte en una presa despedazada por las mujeres de Tracia en estado de furor. Los dioses Apolo y Baco actúan in absentia en la narración, pero “aparecen” indirectamente a través de los atributos y elementos que conforman su caracterización y su esfera de dominio, fundamentalmente a partir de las manifestaciones musicales. A partir de un enfoque narratológico, nos proponemos mostrar que dicha contraposición se produce en términos de una batalla entre modos artísticos mediante el uso de un campo semántico propio de la épica heroica. El narrador primario establece un vínculo con el episodio cosmogónico “Las Cuatro Edades” (I, 89-150), desde la Edad de oro recreada por el canto del poeta-músico hasta el despedazamiento final. En esta instancia se problematizan la arbitrariedad de la violencia y la guerra, así como la paradoja Apolo-Baco. En tanto unión de ámbitos opuestos, la paz apolínea y el furor báquico se inscriben en la matriz poética de Metamorfosis al profundizar las implicancias metatextuales del poema ovidiano.
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Hidalgo, Jose Manuel. « La metamorfosis literaria de Publio Ovidio Nasón en la Novela del licenciado Vidriera ». Revista Canadiense de Estudios Hispánicos 42, no 3 (24 avril 2019) : 521–42. http://dx.doi.org/10.18192/rceh.v42i3.2295.

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Résumé :
Este trabajo analiza la base mitológica que radica en el deambular inicial de Tomás Rodaja de la Novela del licenciado Vidriera. Durante este periplo el personaje se ve a sí mismo de vidrio. Se encuentra al principio de su camino con dos situaciones que recuerdan a los mitos de la Metamorfosis de Publio Ovidio Nasón: Deucalión y Pirra, y Níobe. Ambos comparten el elemento simbólico de la piedra en contraposición a la esencia vidriada del cuerpo de Tomás Rodaja. A su vez, esta oposición de materias propone un juego léxico que desenmascara al personaje de Ovidio en el propio licenciado Vidriera.
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Lovrenčič, Joža. « Publij Ovidij Nazon : Metamorfoze 10–12 ». Keria : Studia Latina et Graeca 20, no 1 (30 octobre 2018) : 157–226. http://dx.doi.org/10.4312/keria.20.1.157-226.

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Martín Puente, Cristina. « El episodio virgiliano de Aristeo y las Metamorfosis de Ovidio ». Emerita 68, no 1 (30 juin 2000) : 141–48. http://dx.doi.org/10.3989/emerita.2000.v68.i1.164.

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Molina Huete, Belén. « De rarezas y chanzas (I) : La fábula burlesca de Apolo y Leucótoe por Juan Matos Fragoso ». Lectura y Signo, no 5 (21 novembre 2010) : 189. http://dx.doi.org/10.18002/lys.v0i5.3544.

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Résumé :
Mucho más conocido por su faceta de dramaturgo menor de la escuela calderoniana, el portugués afi ncado en la corte española Juan Matos Fragoso ha sido poco estudiado en tanto que autor de poemas. En éste artículo de estudia al autor y su fábula, relato mitológico nos sitúa en las Metamorfosis de Ovidio
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Šega Čeh, Barbara. « Ovidij : Iz druge knjige Metamorfoz (prevod) ». Keria : Studia Latina et Graeca 11, no 2 (24 décembre 2009) : 141. http://dx.doi.org/10.4312/keria.11.2.141-151.

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Résumé :
KALISTO (2.401–495) Širne ograde neba vsemogočni oče obkroži;gleda, če sila ognjena morda jih je kje razmajala.Čim se prepriča, da čvrsto stoje in so trdne kot nekdaj,zemljo in mučno gorje človeštva s pogledom razišče.
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Neira, Julio. « Los mitos en la poesía de Caballero Bonald ». Signa : Revista de la Asociación Española de Semiótica 28 (28 juin 2019) : 1181. http://dx.doi.org/10.5944/signa.vol28.2019.25115.

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Résumé :
La literatura nace con el mito, en tanto relato de una cosmovisión, y especialmente la poesía se ha nutrido de la mitología en todo su desarrollo. En España ha sido así sobre todo en épocas como los siglos de Oro, en que las Metamorfosis de Ovidio tuvo una amplia repercusión. También la poesía española contemporánea presenta esta influencia, incluso en los periodos en que el realismo y la conciencia social eran predominantes. En este artículo se repasa minuciosamente la presencia continuada y abundante de los mitos en la poesía de José Manuel Caballero Bonald a lo largo de toda su trayectoria. Literature is born with myth, as a story of the cosmos, and poetry has been particularly linked to mythology along the years. In Spain, was mainly so in the Golden Age, when Ovid’s Metamorphoses had a wide impact. Spanish contemporary poetry also has this influence, even in periods when realism and social consciousness were predominant. This paper closely studies the ample presence of the myths in the poetry of José Manuel Caballero Bonald.
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Nabielek, Marcus. « SILENUS’ SONG (VIRGIL ECL. 6.27-86) —A SOURCE FOR OVID’S PYTHAGOREANISM IN THE METAMORPHOSES ? » Tópicos, Revista de Filosofía 33, no 1 (28 novembre 2013) : 97. http://dx.doi.org/10.21555/top.v33i1.161.

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Résumé :
Se exponen las ideas pitagóricas de la canción de Sileno en la Égloga 6 de Virgilio. Se muestra cómo Virgilio enfatiza el papel de la música como ordenadora de un mundo trascendente y estable, un cosmos cambiante y como acceso al mundo trascendental. Se proporciona una explicación moderno-filosófica de la trascendencia de la música, así como una explicación de la continua atracción que ésta tiene para poetas y filósofos que consideran la noción de inmortalidad. Después, se muestra que las mismas ideas son enfatizadas en las Metamorfosis de Ovidio. La conclusión es que las Metamorfosis deben su dimensión filosófica al pitagorismo de Virgilio en la Égloga 6.
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Alekou, Stella. « ITALIAN MYTHS IN OVID - (L.) Aresi Nel giardino di Pomona. Le Metamorfosi di Ovidio e l'invenzione di una mitologia in terra d'Italia. (Bibliothek der Klassischen Altertumswissenschaften 155.) Pp. viii + 354. Heidelberg : Universitätsverlag Winter, 2017. Cased, €48. ISBN : 978-3-8253-6779-4. » Classical Review 68, no 2 (21 mai 2018) : 417–19. http://dx.doi.org/10.1017/s0009840x18000719.

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Hartmann, Anna-Maria. « Abraham Fraunce's Use of Giovanni Andrea dell'Anguillara's Metamorfosi ». Translation and Literature 22, no 1 (mars 2013) : 103–10. http://dx.doi.org/10.3366/tal.2013.0101.

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Résumé :
This note discusses Abraham Fraunce's translations from Ovid's Metamorphoses in The Third Part of the Countess of Pembrokes Yuychurch, Entituled Amintas Dale (1592). It considers Fraunce's sources and translation practice, and identifies an Italian translation of Ovid's epic, the Metamorfosi by Giovanni Andrea dell'Anguillara, as a main source for Fraunce's English translation. On this basis, Amintas Dale is examined afresh both as an example of vernacular humanism and as a contemporary poetic engagement with the world of the Metamorphoses.
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Hernández Rico, Cruz Alejandro. « Las metamorfosis de los mitos de Ícaro y Dédalo : una correlación de las estéticas de Publio Ovidio Nasón y James Joyce ». Anuario de Letras Modernas 19 (28 février 2017) : 123–32. http://dx.doi.org/10.22201/ffyl.01860526p.2014.19.554.

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Résumé :
En este artículo se expone cómo, a pesar de pertenecer a épocas y cosmovisionesdistintas, tanto Ovidio en sus Metamorfosis como James Joyce en su Retratodel artista adolescente utilizan el mito del laberinto de Dédalo como metáforade la forma de sus respectivas obras y ven en el mito de Ícaro el símbolodel artista vanguardista: aquel que debe alejarse del orden establecido en pos dela novedad.
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Bernabé, Alberto. « La cosmogonía de las Metamorfosis de Ovidio y las Rapsodias órficas ». Emerita 86, no 2 (20 novembre 2018) : 207. http://dx.doi.org/10.3989/emerita.2018.01.1721.

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Résumé :
El objeto de este artículo es analizar la cosmogonía de las Metamorfosis de Ovidio en el marco de la tradición literaria y filosófica de las cosmogonías. Tras una reflexión sobre las cosmogonías en la literatura antigua, y sobre la función que tiene la ovidiana en el poema, se analizan el proemio de las Metamorfosis y diversos aspectos de la cosmogonía: (1) la descripción del estado inicial del universo y el concepto de Chaos, (2) la propuesta de consideración de un nuevo modelo griego: las Rapsodias órficas, (3) una referencia rápida al verso I 9, (4) una alusión al valor de iners, y (5) reflexiones sobre deus et melior natura, para acabar con algunas conclusiones.
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