Articles de revues sur le sujet « Ostilità »

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1

Valvo, Eva. « L’Altro nell’antichità tra ostilità e fascinazione ». Giornale Italiano di Filologia 65 (janvier 2013) : 311–18. http://dx.doi.org/10.1484/j.gif.1.103820.

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2

Fassanelli, Benedetto. « Tra bando e integrazione. Gli zingari nell'Italia di etÀ moderna ». SOCIETÀ E STORIA, no 138 (novembre 2012) : 751–68. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-138004.

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Résumé :
Il saggio intende riflettere, attraverso alcune considerazioni sulla storia dei gruppi zingari in etÀ moderna, sull'opportunitÀ di introdurre il concetto di "ostilitÀ" come categoria interpretativa con cui leggere i rapporti tra societÀ maggioritarie e minoranze culturali. In particolare, si sofferma sulle forme del bando che colpiva, pressoché ovunque, gli zingari, assumendo come esemplificazioni la legislazione veneta del XVI secolo e il disegno di "riduzione" degli zingari intentato nel 1641 nello Stato pontificio. La persistenza della minoranza (nonostante i toni risolutivi del discorso repressivo e delle retoriche criminali) puň essere studiata alla luce dell'idea di ostilitÀ che rimanda ad una dimensione relazionale possibile, alla forma di integrazione di cui furono capaci le societÀ dell'epoca. Una relazione che si regge su un equilibrio instabile, ostile appunto, ma che non potrebbe essere compresa pienamente riferendosi al piů rigido binomio "tolleranza/intolleranza".
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3

Spatafora, Giuseppe. « I Theriakà di Nicandro : digressioni mitologiche e ostilità tra animali ». Giornale Italiano di Filologia 60, no 1-2 (novembre 2008) : 49–58. http://dx.doi.org/10.1484/j.gif.5.101786.

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4

Michel Franca, Guy, Silvia Reggi, Alessia Salvatori et Laura Pieroni. « La metodologia dell'etica delle relazioni umane : uno studio di valutazione dell'effetto sugli stati dell'umore ». RICERCHE DI PSICOLOGIA, no 2 (septembre 2020) : 747–63. http://dx.doi.org/10.3280/rip2020-002013.

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Résumé :
L'obiettivo dello studio è quello di offrire una prima analisi quantitativa ap-profondita della formazione ERH etica delle relazioni umane per valutare i pos-sibili cambiamenti dell'umore nei soggetti coinvolti prima e dopo la formazione. Abbiamo utilizzato il Profile of Mood State Test con 51 soggetti (Età: M = 45,32) prima e dopo un corso di formazione per dirigenti ed insegnanti scolastici. I risultati mostrano una riduzione significativa dei fattori di tensione-ansia, depressione-deiezione, rabbia-ostilità, in linea con l'ipotesi sperimentale. I soggetti coinvolti nella formazione acquisiscono strumenti per cambiare in-ternamente i loro stati di ansia, rabbia e ostilità in uno stato di coscienza che è l'espressione del Vero sé: non è solo una questione di comprensione cognitiva o auto-persuasione, ma della capacità di regolazione di ciò che la persona speri-menta internamente. Nella nostra ipotesi il processo avviene grazie all'attivazione dello spazio di lavoro neuronale globale (Global Neuronal Workspace, GNW). L'attivazione del GNW consente la disponibilità globale dell'informazione proveniente dai centri sensoriali in concomitanza alle informazioni provenienti dal sistema limbico e le rende accessibili alla coscienza, grazie all'attivazione di neuroni ad assoni lunghi diffusi, particolarmente presenti nelle zone prefrontali e parietali. È grazie a que-sto processo che l'individuo è in grado non solo di percepire, ma anche di elabo-rare ed integrare consapevolmente quanto ha sperimentato internamente.
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5

Marchetti, Daniela, Lilybeth Fontanesi, Serena Di Giandomenico, Cristina Mazza, Paolo Roma et Maria Cristina Verrocchio. « Ostilità verbale materna durante il lockdown dovuto al COVID-19 : il ruolo dell'abuso verbale infantile, della stabilità emotiva e del burnout genitoriale ». MALTRATTAMENTO E ABUSO ALL'INFANZIA, no 3 (janvier 2021) : 37–58. http://dx.doi.org/10.3280/mal2021-003003.

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Résumé :
Dall'inizio del lockdown si è verificato un aumento di violenze familiari. Il maltrattamento infantile è un fattore di rischio che può predire comportamenti genitoriali disfunzionali. Genitori con bassi livelli di stabilità emotiva e di burnout genitoriale possono compiere abusi sui figli. Secondo la letteratura, genitori emotivamente stressati possono ripetere i medesimi abusi esperiti nell'infanzia. Tramite una survey online somministrata durante le prime settmane di lockdown, abbiamo analizzato in un ampio campione di madri (N = 767) l'associazione tra esperienze precoci di abuso verbale subite, stabilità emotiva, burnout genitoriale e ostilità verbale verso i figli. I risultati mostrano che esperienze precoci di abuso verbale predicono l'adozione di comportamenti verbalmente abusanti verso i figli e che la stabilità emotiva e il burnout genitoriale mediano questa relazione.
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6

Cubeddu, Raimondo. « Remarks on Hayek’s Critique of Social Justice* ». Journal of Public Finance and Public Choice 11, no 2 (1 octobre 1993) : 141–56. http://dx.doi.org/10.1332/251569298x15668907539734.

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Abstract Scopo di questo saggio è colmare la lacuna che ha reso più complicata la comprensione defla critica di Hayek al concetto di giustizia sociale, considerata ingiustamente di natura essenzialmente ideologica.L’argomento centrale di Hayek, è che la teoria della giustizia sociale è fondata su una erronea concezione del processo della catallattica e sulla sua subordinazione a fini etici e politici.La tesi qui sostenuta è che la scarsa comprensione delle idee di Hayek (con la conseguente ostilità nei loro confronti) può essere attribuita al fatto che lo stesso Hayek abbia omesso esplicite chiarificazioni dei presupposti gnoseologici ed economici della sua critica.L’esame di questi presupposti, inoltre, può fornire la base per una obiettiva riflessione sulla validità delle argomentazioni di Hayek, dimostrando l’infondatezza dell’accusa di fondarsi su motivazioni puramente ideologiche.
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7

Valdameri, Elena. « "The man on Earth i should dread as an Enemy". The Administration of Thomas Saunders during the War in the Deccan (1750-1755) ». SOCIETÀ E STORIA, no 135 (juillet 2012) : 5–40. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-135002.

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Résumé :
Il saggio si propone di ricostruire l'azione politica di Thomas Saunders, funzionario della East India Company e governatore di Madras durante un periodo di cruciale importanza per le sorti della presenza britannica in India. Secondo l'autore, Saunders, generalmente sottovalutato dagli storici, fu in realtÀ un personaggio chiave nella guerra del Carnatico, in grado di opporsi con tenacia e prontezza ai progetti egemonici francesi, di cui colse la pericolositÀ. Privo di un ben strutturato piano di conquista e ancora per molti versi legato alla mentalitÀ di agente commerciale, Saunders puň essere considerato una figura di transizione tra il colonialismo mercantile e il colonialismo informale: ritenendo la strategia di supremazia da lui adottata dettata unicamente dalla contingenza del conflitto anglo-franco-indiano e pertanto da abbandonare alla fine delle ostilitÀ, il governatore di Madras non seppe spingersi laddove giunse Robert Clive, il noto conquistatore del Bengala.
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8

Lingiardi, Vittorio, et Annalisa Tanzilli. « La diagnosi psicodinamica in un'ottica contemporanea ». RICERCA PSICOANALITICA, no 3 (octobre 2011) : 9–31. http://dx.doi.org/10.3280/rpr2011-003002.

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Résumé :
I più diffusi manuali di classificazione diagnostica come l' (ICD; vedi World Health Organization, OMS, 1992) e il (DSM; vedi American Psychiatric Association, APA, 2000), nelle loro varie edizioni, si fondano su un approccio alla psicopatologia descrittivo, ateorico e sostanzialmente . Questa impostazione ha suscitato nei clinici di formazione dinamica reazioni diverse: disinteresse, insoddisfazione, diffidenza, ostilità. La recente comparsa di procedure di valutazione e manuali diagnostici di ispirazione psicodinamica, ma ben ancorati alla ricerca empirica, quali la (SWAP-200; Westen, Shedler, 1999a,b; Westen, Shedler, Lingiardi, 2003) e il (PDM; PDM Task Force, 2006) ha promosso una "rivoluzione culturale" nella comunità dei professionisti della salute mentale, valorizzando un approccio alla diagnosi più vicino alla pratica clinica e più compatibile con interventi di tipo psicoterapeutico. Dove la diagnosi non è solo un'etichetta, ma anche un processo valutativo capace di ricondurre il sintomo al contesto di personalità e a un trattamento a misura di paziente.
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9

Wright, A. D. « French policy in Italy and the Jesuits, 1607–38 ». Papers of the British School at Rome 75 (novembre 2007) : 275–86. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003561.

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LA POLITICA FRANCESE IN ITALIA E I GESUITI, 1607–38Agli inizi della guerra dei Trent'anni (1618–48) le ostilità affliggevano la penisola italiana, benché il conflitto fosse iniziato nei territori boemi e tedeschi. Queste estensioni della guerra erano dovute in gran parte all'intervento francese nella penisola, anche prima che la Francia entrasse apertamente nella guerra principale (1635). Un simile intervento preliminare minacciò da solo di sciogliere la solidarietà cattolica, per cui fu criticato non solo in Italia ma, nella Francia stessa, anche da alcuni estremisti cattolici, che si opponevano alia politica estera del cardinale Richelieu, primo ministro di Luigi XIII. Un recente studio ha dimostrato convincentemente che la presenza, durante la guerra, presso varie corti cattoliche, di confessori della casa reale rappresentati dalla Compagnia di Gesù non risultava in nessuna normale politica adottata dagli stati cattolici che furono coinvolti nella guerra. Un'ulteriore ricerca negli archivi centrali dei Gesuiti a Roma, qui presentata, rivela quanto complessi e ambigui erano gli interessi della società, quando la politica francese colpiva gli affari italiani.
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Tafà, Mimma, Luca Cerniglia, Giulia Ballarotto, Eleonora Marzilli, Michela Di Trani, Michela Erriu et Silvia Cimino. « Difficoltà alessitimiche e funzionamento familiare in adolescenza : uno studio sui cluster familiari ». PSICOLOGIA DELLA SALUTE, no 2 (août 2020) : 52–70. http://dx.doi.org/10.3280/pds2020-002003.

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Résumé :
Numerosi studi hanno sottolineato l'importanza della capacità di identificare e descrivere le emozioni, come centrale rispetto al benessere psicologico in adolescenza. Sono pochi gli studi che hanno però indagato le difficoltà alessitimiche degli adolescenti, in relazione al funzionamento familiare. Nel presente studio gli autori si sono posti l'obiettivo di indagare le difficoltà alessitimiche di adolescenti appartenenti alla popolazione generale, in relazione al loro funzio-namento familiare, tenendo in considerazione il proprio rischio psicopatologico. Il campione era composto da N = 314 famiglie con adolescenti. Gli adolescenti hanno compilato alcuni questionari self-report per la valutazione delle difficoltà alessitimiche e del rischio psicopatologico e madri, padri e adolescenti hanno compilato un questionario per la valutazione del funzionamento familiare. Al fine di verificare la presenza di eventuali differenti funzionamenti familiari, gli autori hanno condotto una cluster analysis, identificando quattro profili distinti di funzionamento familiare. È stata poi condotta un'analisi di covarianza che ha evidenziato una maggiore somatizzazione e ostilità in adolescenti con famiglie che mostrano una minore coesione e flessibilità e maggiori livelli di ipercoinvolgimento, o disimpegno. Inoltre, gli adolescenti appartenenti a queste famiglie, riportavano maggiori difficoltà a descrivere le emozioni ed un pensiero maggiormente concreto.
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Grassi, Davide. « LA GLOBALIZZAZIONE DELLA DEMOCRAZIA : TRANSIZIONI E CONSOLIDAMENTO DEMOCRATICO AGLI ALBORI DEL XXI SECOLO ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 32, no 1 (avril 2002) : 3–29. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200029919.

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Résumé :
IntroduzioneUno degli aspetti più influenti del discusso processo della globalizzazione, con le sue molteplici ripercussioni economiche, sociali e politiche, è rappresentato dalla propagazione su scala mondiale della democrazia. Sappiamo che la democrazia è oggi il sistema politico più diffuso e che gran parte dell'umanità vive oramai in regimi eletti democraticamente, con ripercussioni ampiamente positive: a livello nazionale i regimi democratici garantiscono, rispetto ai loro predecessori autoritari, una migliore protezione dei principali diritti civili e politici, pur se questa rimane in alcuni casi insoddisfacente. A livello internazionale il prevalere della democrazia garantisce, tra le altre cose, scenari meno conflittuali, riducendo le chances di ostilità o vere e proprie guerre tra Stati (Bonanate 2000, 204-210 per una discussione). Il successo democratico in aree geopolitiche molto diverse, tuttavia, ne rende particolarmente complessa l'analisi: decine di paesi sono impegnati, con alterne fortune, nelle fasi della transizione alla democrazia o in quelle successive del rafforzamento del nuovo regime. E inevitabile, in casi del genere, valutare con maggiore attenzione i processi politici che per primi si sono sviluppati ed hanno attecchito, lasciando in ombra quelli successivi. Dei processi più recenti, anzi, è spesso arduo offrire una descrizione accurata, per il turbinio di eventi e personaggi che spesso ne caratterizzano le vicende.
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Mingardo, Letizia. « È morto Ippocrate, lunga vita a Ippocrate. Per una rivalutazione del paradigma medico ippocratico ». Medicina e Morale 68, no 3 (15 octobre 2019) : 249–63. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2019.585.

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Résumé :
Nel panorama bioetico contemporaneo trova credito l’idea per cui la tradizione ippocratica sarebbe ormai irrimediabilmente anacronistica ed inevitabilmente superata, come, ad esempio, sostengono autori quali Veatch, Riha, Heubel e Mori. Le ragioni profonde di questa ostilità rimandano al divieto di pratiche abortive e di atti finalizzati a provocare la morte, contenuti nel Giuramento di Ippocrate, nonché, più in generale, alla commistione con l’etica cristiana che la storia dell’ippocratismo racconta. Nel presente contributo intendo mostrare come il movimento anti-ippocratico contemporaneo si nutra di una nozione di ippocratismo affetta da una certa stereotipia, e così ricostruita allo scopo di accreditare l’opposto paradigma pro-choice. Il mio intento finale è quello di offrire alcuni spunti per una riconsiderazione del paradigma medico ippocratico, alla luce dell’apprezzamento di quelli fra suoi elementi costitutivi che possono definirsi “classici”. Dopo un breve ritorno alle origini storiche dell’ippocratismo, mi soffermerò sul primo Aforisma di Ippocrate, in quanto manifesto epistemologico della medicina ippocratica, e sul Giuramento, in quanto manifesto deontologico della professione medica ippocratica. A traghettarmi dall’Aforisma al Giuramento, a cavallo tra epistemologia e deontologia, sarà una specifica riflessione sulla concezione ippocratica del rapporto tra medico e paziente, così come emergente anche da altre fonti antiche. Nel compiere questo percorso, sarò supportata da autorevoli voci, che, nell’odierno panorama nazionale e internazionale, contribuiscono ad alimentare una sempre più attenta rivalutazione della tradizione ippocratica, sotto il profilo etico e deontologico.
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Cagnolati, Antonella. « Le frontiere del corpo. Il velo e l’identità femminile nella società multiculturale ». El Futuro del Pasado 3 (1 juin 2012) : 223–35. http://dx.doi.org/10.14201/fdp.24721.

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La categoria di genere ed il concetto di multiculturalismo possono convivere? Se lo chiedeva già a metà degli anni Novanta Susan Moller Okin, dando origine ad un dibattito che oggi appare di scottante attualità in conseguenza delle polemiche sul velo. In Francia la discussione procede con toni aspri che rivelano la difficoltà di far coincidere teorie libertarie con modelli comportamentali che suscitano ostilità, rancore, diffidenza. Nella realtà la diatriba sul velo nasconde altri significati che rivelano la volontà di marcare con confini precisi l’identità, sia da un parte che dall’altra del confine socio-antropologico. La relazione vuole indagare dietro le prese di posizione per comprendere quali siano i nodi del contendere e per quale motivo le distinzioni e la xenofobia passino ancora una volta sul corpo delle donne, intesi come una trincea per la difesa di valori in opposizione. ¿La categoría de género y el concepto de multiculturalismo pueden vivir uno al lado del otro? se preguntaba a mediados de los años noventa Susan Moller Okin, dando lugar a un debate de gran actualidad como resultado de la controversia sobre el velo. En Francia la discusión se desarrolla con tonos ásperos que revelan la dificultad que existe para conciliar las teorías libertarias con los patrones de conducta que despiertan la hostilidad, el resentimiento, la desconfianza. De hecho, la controversia sobre el velo, esconde otros significados que revelan la voluntad de marcar la identidad con límites claros de un lado y del otro de la frontera socio-antropológica. El artículo tiene como objetivo investigar acerca de las posiciones adoptadas en Europa sobre el velo con el fin de comprender cuáles son los nudos de la controversia y por qué las diferencias y la xenofobia pasan una vez más por el cuerpo de la mujer, entendido como una trinchera para la defensa de valores en oposición.
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Salerno, Alessandra. « Figli adulti di divorzi ostili ». TERAPIA FAMILIARE, no 124 (février 2021) : 143–66. http://dx.doi.org/10.3280/tf2020-124008.

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L'articolo propone una rassegna della letteratura relativa agli effetti a breve e lungo termine del divorzio coniugale sui figli adulti e giovani adulti. La ricerca internazionale relativa alle conseguenze del divorzio sul benessere psicologico dei figli ha spesso trascurato l'impatto che l'evento separativo e i cambiamenti ad esso connessi possono avere sulla vita e sulle scelte dei figli adulti. Il vissuto del sentirsi "intrappolati" nel conflitto coniugale sembra avere esiti a lungo termine e influenzare differentemente la relazione con il padre e con la madre. L'articolo, attraverso un'esemplificazione clinica, si concentra anche sulle conseguenze del divorzio sulla qualità delle relazioni di coppia dei figli adulti e propone alcune tipologie di intervento.
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Morelli, Ugo. « Ostaggi/ospiti/ostili, l'una e l'altro ». EDUCAZIONE SENTIMENTALE, no 25 (janvier 2016) : 141–50. http://dx.doi.org/10.3280/eds2016-025012.

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Marcocci, Giuseppe. « SocietÀ ostili. Stereotipi, giustizia, integrazione (XVI-XVII secolo). Premessa ». SOCIETÀ E STORIA, no 138 (novembre 2012) : 729–34. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-138002.

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La presenza difficile. Ebrei, potere centrale ed élites locali in una periferia pontificia (secoli XVI-XVIII) Tra XVI e XVIII secolo gli ebrei stanziati nello Stato Pontificio riuscirono a tramandare le proprie attivitÀ nelle cittÀ "senza ghetto", da cui erano stati espulsi nel 1569 da papa Pio V, e dove il potere centrale non permetteva di ricostruire una stanzialitÀ ebraica permanente. Durante questi due secoli l'Inquisizione romana concesse agli ebrei di tornare nelle terre di espulsione solo per partecipare alle fiere stagionali. Tuttavia, molte cittÀ autorizzarono gli ebrei a trattenersi anche dopo il termine delle fiere per favorire la continuitÀ dei loro commerci. Oppure, furono gli stessi ebrei a evadere i divieti pontifici approfittando della distanza da Roma e quindi di un controllo non sempre vigile da parte degli inquisitori centrali. In alcuni casi furono capaci di ricostruire una presenza duratura fino alla fine del XVIII secolo.
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Burla, Franco, Stefano Ferracuti et Renato Lazzari. « Borderline Personality Disorder : Content and Formal Analysis of the Rorschach ». Rorschachiana 22, no 1 (janvier 1997) : 149–62. http://dx.doi.org/10.1027/1192-5604.22.1.149.

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In questo studio sono stati confrontati venti pazienti con diagnosi DSM-III-R di disturbo borderline di personalitê, con un numero eguale di nevrotici (soggetti con disturbi somatoformi o ansiosi secondo il DSM-III-R) e di psicotici (pazienti con diangosi DSM-III-R di schizofrenia o disturbo delirante). I pazienti non-differivano in forma statisticamente significativa per etê media. Tutti i soggetti sono stati sottoposti al test di Rorschach, ed i protocolli sono stati valutati con il sistema di Exner per quanto concerne l’analisi strutturale e con analisi contenutistica. Per quanto riguarda quest’ultima sono state valutate le seguenti scale: scale di barriera e penetrazione di Fisher and Cleveland (1958) ; scala di ostilitê (Elizur, 1949); scala di ansietê (Elizur, 1949); scala di dipendenza ( De Vos, 1952 ); scala di depressione ( Endicott, 1972 ; Endicott & Jortner, 1966 ); scala di sospettositê ( Endicott, 1972 ; Endicott, Jortner, & Abramoff, 1969 ), scala delle difese di Lerner ( Lerner & Lerner, 1980 ). Per quanto concerne l’esame di realtê sono state prese in considerazione le confabulazioni e un grado di maggiore gravitê delle stesse. Quest’ultime sono state tipizzate come confabulazioni nelle quali era presente una iperelaborazione dello stimolo, con tematizzazione di una breve storia, abitualmente drammatica, e dove il contatto con realtê appariva completamente perso. L’analisi strutturale ha indicato che i pazienti con disturbo borderline di personalitê e i soggetti psicotici presentavano un numero maggiore di segni depressivi. L’indice SCZI ha differenziato esclusivamente il gruppo degli psicotici, il quale peraltro Åanche risultato come quello maggiormente compromesso per quanto concerne l’accuratezza percettiva. Le capacitê empatiche e di identificazione interpersonale sono risultate migliori nei pazienti borderline. L’analisi contenutistica ha indicato che i pazienti borderline erano differenziabili dagli altri due gruppi per una maggiore presenza di segni di dipendenza affettiva. Inoltre, rispetto agli psicotici, i pazienti borderline presentavano un maggior numero di segni di ostilitê, e utilizzavano in maggior grado rispetto ai nevrotici meccanismi difensivi di svalutazione ed identificazione proiettiva. I pazienti borderline presentavano anche un maggior numero di confabulazioni gravi rispetto ai nevrotici. I dati di questo studio suggeriscono la possibilitê che vi sia un discreto grado di sovrapposizione tra le categorie diagnostiche dei borderline con altre condizioni pre-psicotiche.
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Cardia, Carlo. « Identitŕ religiosa e culturale europea : la questione del crocifisso ». CITTADINANZA EUROPEA (LA), no 1 (décembre 2010) : 33–66. http://dx.doi.org/10.3280/ceu2010-001003.

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La presenza del crocifisso nelle aule scolastiche in Italia č stata ritenuta incompatibile con la libertŕ di religione e di educazione dalla Corte di Strasburgo, con una sentenza (Lautsi) che appare in contrasto con la giurisprudenza costante della stessa Corte, la quale riconosce agli stati un ampio margine di apprezzamento in materia della libertŕ religiosa, a tal fine richiamandosi alla tradizione dei singoli paesi. La sentenza, disattendendo il suo stesso criterio di valutazione, che impone di esaminare il contesto storico-culturale, perviene, con una sorta di atteggiamento di ‘iconoclastia laica', a un concetto limitato e fuorviante di educazione delle nuove generazioni. Infatti, se si concepisce il simbolo religioso come un elemento negativo e conturbante, i bambini cresceranno con un senso di ostilitŕ verso questi simboli, come se fossero fattori di divisione, e il rapporto tra religioni diverrebbe un rapporto diffidente, ostile e potenzialmente conflittuale. Senza poi considerare il fatto che il diritto di una maggioranza religiosa va tutelato con la stessa cura di quelli delle minoranze.
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Milani, Matteo. « Tra le minugia dell'Inferno : lectura del canto XXVIII ». Carte Romanze. Rivista di Filologia e Linguistica Romanze dalle Origini al Rinascimento 9, no 2 (30 décembre 2021) : 165–81. http://dx.doi.org/10.54103/2282-7447/16786.

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Sulla scorta di alcuni contributi fondamentali, a partire dalla precedente lectura di Pasquale Stoppelli, il saggio ripercorre alcuni aspetti essenziali del canto XXVIII dell’Inferno, sottolineando i suoi tratti ostili (di contenuto) e ostici (di forma) e la sua costruzione per certi versi “filmica”; da ultimo, tratteggia il ruolo di Bertran de Born, certamente protagonista, ma probabilmente non assoluto del canto.
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Andolfi, Maurizio. « La depressione reattiva in adolescenza ». TERAPIA FAMILIARE, no 94 (février 2011) : 142–55. http://dx.doi.org/10.3280/tf2010-094010.

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In questo articolo l'Autore descrive esordi e sintomi della depressione reattiva in adolescenza. Illustra le condizioni piů frequenti che portano a una depressione in adolescenza, ovvero la perdita di un membro importante della famiglia, fallimenti scolastici o crisi sentimentali e sopratutto separazioni coniugali ostili con forti triangolazioni negative nei confronti degli adolescenti. Vengono portati alcuni casi clinici per dimostrare come la terapia familiare possa essere una modalitŕ di aiuto assai efficace per adolescenti problematici e famiglie in crisi.
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Legnani, Marco. « Dissimulazione ed esclusione. La potenza spagnola e le ambizioni pontificie del Cardinal Farnese ». SOCIETÀ E STORIA, no 137 (septembre 2012) : 485–513. http://dx.doi.org/10.3280/ss2012-137001.

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Poiché, nel cinquecento, l'egemonia spagnola sulla penisola italiana dipendeva in buona misura dalle relazioni con la Sede Apostolica, era fondamentale per la Monarchia Cattolica procurare la creazione di pontefici amici, escludendo invece l'elezione di personaggi potenzialmente ostili. Basandosi principalmente sulla corrispondenza degli ambasciatori Requesens e Zúniga, il saggio analizza il dipanarsi concreto di questo sotterraneo lavorio diplomatico, assumendo come case study la risposta di Filippo II alle pretese pontificie del cardinal Farnese, capo della fazione piů influente del Sacro Collegio nei conclavi degli anni 1549-1585.
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Alpa, Guido. « L'ingresso della donna nelle professioni legali ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 1 (juillet 2011) : 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/sd2011-001001.

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La generositŕ maschile sull'ingresso delle donne nel mondo del diritto č sempre stata assai rara: la donna divienesoltanto con l'abolizione della tutela maritale, in Italia nel 1919, e con una applicazione molto limitata delle nuove regole. Č questo iltra lo status giuridico della donna come persona, come membro della famiglia, come componente della societŕ, e della donna come esercente la professione forense. Per le altre professioni, il notariato e la magistratura, cosě come per la rappresentanza politica, occorrerŕ attendere altri decenni, non solo perché l'ingresso nel mondo del diritto era ancora circondato da ostilitŕ, opposizioni, ritardi culturali e meschine limitazioni, ma anche perché esercitare le funzioni notarili o le funzioni magistratuali significava svolgere un ruolo di natura pubblicistica; e le cariche che implicavano una funzione pubblica o l'esercizio di un pubblico servizio si addicevano solo agli uomini. E alle soglie del nuovo codice civile Anna Maria Mozzoni, una delle grandi icone della battaglia per la paritŕ dei diritti, con il suo saggio del 1864,, tenta, con una accurata analisi della posizione della donna nell'opinione pubblica, nella religione, nella famiglia, nella societŕ e nella scienza, di costruire le basi per una riforma delle regole di diritto privato che ne migliori la posizione e ne garantisca l'emancipazione.
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Betti, Matilde. « Maternitŕ e infanticidio : lo sguardo del diritto penale ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 3 (décembre 2012) : 97–106. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2012-003006.

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Il neonaticidio č presente sin dall'antichitŕ, quando veniva praticato al fine del controllo demografico o per evitare l'infamia conseguente ad una maternitŕ in nubilato o illegittima. Tale fenomeno purtroppo non č andato scomparendo con la civilizzazione e, anzi, si pensa che la sua frequenza sia attualmente sottostimata per la maggior facilitŕ di occultare il cadavere o di far passare tale delitto per una morte infantile improvvisa. La criminologia clinica distingue in base a criteri cronologici, psicologici, sociali e statistici il neonaticidio dal figlicidio: mentre in quest'ultimo la vittima ha piů di un anno, il neonaticidio č commesso in epoca piů vicina al parto che avviene solitamente senza assistenza, generalmente da madri giovani, immature, disoccupate o studentesse, con sentimenti di ostilitŕ ed estraneitŕ verso il neonato. Entrambi i crimini sono spiegati solo in una minoranza dei casi dalla malattia mentale, poiché possono essere dovuti anche ad eccesso di mezzi disciplinari, a motivi di convenienza o pressione sociale, ideologici, a trascuratezza, a rivalsa nei confronti del partner. Fra le motivazioni patologiche si hanno le forme di psicopatologia puerperale. Vi sono poi dinamiche particolari, e appare chiaro come il primo passo in una prospettiva tesa a prevenire questi reati consista nella conoscenza di tali dinamiche e, in particolare, di tutte quelle situazioni considerate "a rischio".
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Iacobitti, Caterina. « La separazione dei genitori : un mostro che incombe ». RIVISTA DI PSICOTERAPIA RELAZIONALE, no 36 (décembre 2012) : 41–59. http://dx.doi.org/10.3280/pr2012-036003.

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L'articolo affronta le tematiche riguardanti la conflittualitŕ che sorge nei casi di separazioni e divorzi ostili e gli effetti negativi che si osservano nei figli, nei casi in cui questi vengano messi "in mezzo" nelle dispute genitoriali. Si č evidenziata una caratteristica modalitŕ di gestione della conflittualitŕ nel processo di separazione, ovvero lo "spostamento" e si č cercato di darne una lettura, ancora piů specifica, affrontando il tema della Sindrome d'Alienazione Parentale. L'autore riporta, infine, un caso grazie al quale č possibile osservare quali sono le conseguenze sui bambini che vengono utilizzati dagli adulti in tali disfunzionali processi familiari.
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Rohr Vio, Francesca. « 'Femina lectissima' : Giulia, madre di Marco Antonio, tra descrizione e rappresentazione ». Romanitas - Revista de Estudos Grecolatinos, no 11 (4 novembre 2018) : 43–63. http://dx.doi.org/10.17648/rom.v0i11.21817.

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Résumé :
Il contributo ricostruisce il profilo biografico di Giulia, madre di Marco Antonio, e analizza la rappresentazione della matrona nella tradizione letteraria. Da un lato indaga come le particolari condizioni della tarda repubblica incisero nella promozione da parte di Giulia di iniziative innovative rispetto agli indirizzi del modello matronale e dall’altro lato studia come tali violazioni del mos maiorum furono valutate nella rappresentazione della madre di Marco Antonio da parte delle fonti coeve e posteriori. In questa prospettiva si analizzano le ragioni della legittimazione della matrona anche presso autori ostili a suo figlio e gli argomenti e le modalità della sua valorizzazione.
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Saresella, Daniela. « "Il caso Lazzati" (1987-1988) : lo scontro tra Comunione e liberazione e il mondo cattolico democratico ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 299 (août 2022) : 145–67. http://dx.doi.org/10.3280/ic2022-299007.

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Résumé :
Gli storici, a ora, si sono occupati solo marginalmente dell'esperienza religiosa, culturale epolitica di Comunione e liberazione (Cl), il gruppo cattolico che sotto la guida di don LuigiGiussani fu tra gli indiscussi protagonisti del cattolicesimo postconciliare. Questo saggio intendericostruire lo scontro che tra il 1987 e il 1988 si verificò tra il movimento e il mondocattolico democratico, a seguito delle accuse che due giornalisti de "Il Sabato" (Antonio Soccie Roberto Fontolan) rivolsero a Giuseppe Lazzati (da poco scomparso) di aver aperto ad alcuneistanze del protestantesimo. Dalla ricostruzione emergono le diverse prospettive religiosetra gli esponenti del cattolicesimo democratico e quelli di Cl, ma soprattutto la concezionetradizionalista di questi ultimi, ostili alle suggestioni e alla sensibilità del Vaticano II.
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Drescher, Jack. « Storia del rapporto tra omosessualitŕ e istituzione psicoanalitica ». PSICOTERAPIA E SCIENZE UMANE, no 2 (juin 2010) : 151–68. http://dx.doi.org/10.3280/pu2010-002001.

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In passato gli atteggiamenti della psicoanalisi istituzionalizzata verso l'omosessualitŕ potevano essere definiti come ostili. Prima vi fu una transizione dalle prime concezioni di Freud dell'omosessualitŕ come sessualitŕ immatura fino alle piů tarde teorie post-freudiane che patologizzavano l'attrazione e il comportamento verso lo stesso sesso. In seguito alla decisione del 1973 dell'American Psychiatric Association di eliminare l'omosessualitŕ dal DSM-II, l'omosessualitŕ č ora considerata piů comunemente come una variante normale della sessualitŕ umana. La storia degli atteggiamenti psicoanalitici verso l'omosessualitŕ rafforza l'impressione che le teorie psicoanalitiche non possono essere separate dal contesto politico, culturale e personale in cui sono formulate. Questa storia mostra anche che gli psicoanalisti possono prendere posizioni che facilitano oppure ostacolano la tolleranza e l'accettazione.
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La Torre, Massimo. « Teoria del diritto e punto di vista interno. Sviluppi e ripensamenti ». SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, no 3 (décembre 2012) : 7–25. http://dx.doi.org/10.3280/sd2012-003001.

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Résumé :
L'articolo intende innanzitutto tematizzare la recezione del cosiddetto punto di vista interno nella teoria del diritto contemporanea. Introdotto fondamentalmente da Herbert Hart, l'approccio "interno" non ha riscosso tra i giusfilosofi quella fortuna che sembrava in un primo tempo dovergli arridere. Molti degli sviluppi post-hartiani gli sono francamente ostili, a partire da Joseph Raz e dalla sua scuola. Del resto, la prospettiva "interna" (che č quella del partecipe alla pratica giuridica e non dell'osservatore) sembra confliggere con l'impassibilitŕ e neutralitŕ che il giuspositivismo si attende dal teorico del diritto. In Italia tale movimento di ripensamento rispetto al punto di vista interno si manifesta nell'opera ambiziosa e imponente di Luigi Ferrajoli, la cui metodologia "assiomatica" risulta decisamente impraticabile al partecipante ed č solo assumibile dalla posizione di un algido e lontano osservatore e sistematizzatore. Di ciň l'articolo vuole infine dare conto.
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Magliano, Lorenza, Andrea Fiorillo, Claudio Malangone, Adriano Aletti, Giosue Belotti, Paola Bevilacqua, Anna Luisa Delle Femine et al. « Family burden in schizophrenia : effects of socio-environmental and clinical variables and family intervention ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 7, no 3 (décembre 1998) : 178–87. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00007375.

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RIASSUNTOScopo - Descrizione del carico, degli atteggiamenti e degli interventi ricevuti da un campione di familiari di pazienti con schizofrenia reclutati in otto DSM stratificati per area geografica e per densità di popolazione. Disegno - Studio trasversale di familiari-chiave di pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia in fase di compenso clinico. Valutazione delle: a) relazioni tra carico e caratteristiche cliniche del paziente, socio-demografiche del nucleo familiare, atteggiamenti del familiare nei confronti del paziente, sostegno professionale e sociale ricevuto dalla famiglia; b) differenze nei carico, negli atteggiamenti e nell'aiuto professionale in relazione all'area geografica e alia densità di popolazione. Setting - 8 DSM stratificati per area geografica (Nord, Centro, Sud) e densità di popolazione (urbana vs. rurale).Principali misure - a) dello stato clinico e del funzionamento sociale del paziente: BPRS e ADC; b) del carico, degli atteggiamenti e del sostegno ricevuto: QPF.Risultati - Sono stati raccolti dati relativi a 144 pazienti con schizofrenia e altrettanti familiari. Il carico è risultato correlato positivamente con i livelli di disabilita e di sintomi BPRS positivi e di mania/ostilita, e con il numero di ore trascorse dal familiare a contatto quotidiano col paziente, e negativamente con il livello di aiuto professionale ricevuto dalla famiglia. Il carico è risultato maggiore tra i familiari reclutati nei due centri meridionaii. Gli interventi offerti ai familiari dei pazienti sono piu frequenti e differenziati al Nord e al Centro rispetto al Sud. Solo una minima parte dei familiari ha ricevuto interventi psicoeducativi.Conclusioni - 1 risultati di questo studio sottolineano la necessita di assicurare un'assistenza psichiatrica integrata per i pazienti con schizofrenia che comprenda sia programmi riabilitativi per gli utenti sia interventi informativi e psicoeducativi per le loro famiglie.
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Giliberti, Luca. « Il ritorno delle frontiere interne in Europa e la solidarietà ai migranti in transito : il caso della Val Roja ». REMHU : Revista Interdisciplinar da Mobilidade Humana 28, no 58 (avril 2020) : 69–87. http://dx.doi.org/10.1590/1980-85852503880005805.

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Riassunto Il presente articolo analizza la solidarietà ai migranti in transito nell’Europa della “crisi dell’accoglienza” attraverso lo studio di caso della Val Roja, una piccola valle francese al confine con l’Italia. Il contributo contestualizza il ritorno delle frontiere interne in Europa e si focalizza sulle forme, gli attori e le pratiche della solidarietà ai migranti in questa valle. Si tratta di una solidarietà endogena, che nasce in particolare dalle reti di neorurali e si struttura attorno a valori condivisi, oltreché ad un determinato approccio di difesa del territorio. Allo stesso tempo, voci ostili ai migranti e alla solidarietà emergono, all’interno di un conflitto sociale tra i nativi – le cosiddette familles de souches – e i più recenti abitanti. L’articolo si basa su una ricerca etnografica di un anno e mezzo, svolta attraverso un processo di immersione nella realtà locale e l’uso di tecniche quali l’osservazione partecipante e le interviste semi-strutturate.
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Ambrosini, Maurizio, et Simone Baglioni. « Introduzione. Quando la cittadinanza sale dal basso ». MONDI MIGRANTI, no 1 (mars 2022) : 9–24. http://dx.doi.org/10.3280/mm2022-001001.

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Questa introduzione presenta la cornice teorica in cui si situano gli articoli di seguito selezionati per la pubblicazione. La cittadinanza sostanziale o vissuta è emersa nelle scienze sociali in contrappunto rispetto alla cittadinanza formale o legale. Così concepita, diventa l'oggetto di molteplici pratiche e rivendicazioni sviluppate da soggetti e gruppi marginali, segnatamente dagli immigrati, e anche dagli immigrati in condizione irregolare. Diventa altresì un'espressione di iniziativa da parte di soggetti che rischiano costantemente di essere visti come vittime e soggetti sostan-zialmente passivi di condizionamenti strutturali e politiche ostili. Le mobilitazioni politiche di immigrati e rifugiati in diversi paesi sono quindi analizzate come istanze di cittadinanza dal basso. Ma anche un fenomeno meno trattato da questo filone di studi, il volontariato delle persone di origine immigrata, viene qui introdotto come forma di cittadinanza dal basso e come richiesta, implicita o esplicita, di pieno riconoscimento sociale da parte delle società riceventi.
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Unali, Anna. « Considerazioni sulla pirateria e sulla corsa musulmana e cristiana all'epoca della conquista portoghese di Ceuta (1415) ». Anuario de Estudios Medievales 24, no 1 (2 avril 2020) : 557. http://dx.doi.org/10.3989/aem.1994.v24.990.

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Dans les années qui précedent la conquête de Ceuta (1415) les nom­breux événements de piraterie et de course dans la Mediterranée occidenta­le et dans le Détroit de Gibilterre provoquaient une condition de grande difficulté pour les trafiques avec le Maghrib occidentale et l’Emirat de Grenade. Les vaisseaux aragonaises que commerciaient dans les ports maghrebins, surtout en or, sont particulièrement frappés par les assauts et les déprédements, les auteurs desquels étaient des autres marineries chré­tiennes. Lettres adressées au roi d' Aragon, Fernando I, dénoncent d'une façon très preoccupée, une telle action qui aurait pu porter aussi à la fin des mêmes trafics. En parallèle, autre genre de documentation fait penser que la piraterie musulmane n'avait pas eu, en cet endroit et en ce période, une égale inci­dence. Les ostilités portugaises contre “l’infidèle", (selon les chroniques de Zurara la "Crónica da tomada de Ceuta" et la "Crónica do Conde D. Pedro de Menezes "), plûtot que contre la piraterie musulmane semblent être adressées, d'une partie à la conquête territoriale de la ville maghrebine, et donc au controle de la navigation musulmane et chrétienne dans le Détroit, et d'autre partie à l'anéantissement des trafiques commerciaux des musul­manes avec des attaques constants et systémathiques de leurs navires.
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Magliano, Lorenza, Andrea Fiorillo, Claudio Malangone, Manuela Guarneri, Cecilia Marasco, Mario Maja et Gruppo Di Lavoro. « Causes and psychosocial consequences of schizophrenia : the opinions of patients' relatives ». Epidemiologia e Psichiatria Sociale 9, no 2 (juin 2000) : 113–25. http://dx.doi.org/10.1017/s1121189x00008307.

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RIASSUNTOScopo – Descrizione delle opinioni sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali in un campione di familiari di pazienti con questa patologia reclutati in 30 Centri di Salute Mentale (CSM) stratificati per area geografica e densità di popolazione. Disegno – Studio trasversale di familiari-chiave di pazienti con diagnosi DSM-IV di schizofrenia, in fase di compenso clinico. Valutazione delle opinioni dei familiari sulla malattia mentale e gli svantaggi sociali ad essa conseguenti in relazione a: a) variabili cliniche del paziente e sociodemografiche del nucleo familiare; b) zona geografica e densità di popolazione. Setting – Lo studio è stato condotto in 30 CSM randomizzati e stratificati per area geografica (Nord, Centro, Sud) e densità di popolazione (> 100000 abitanti; tra 100000 e 25000 abitanti; < 25000 abitanti) sull'intero territorio nazionale. Principali misure utilizzate – a) stato clinico e funzionamento sociale del paziente: Brief Psychiatric Rating Scale (BPRS) e intervista per l'Accertamento della Disabilità (AD); b) interventi ricevuti: Scheda di Rilevazione degli Interventi (SRI); c) opinioni dei familiari sulla schizofrenia e le sue conseguenze psicosociali: questionario sulle Opinioni dei Familiari (QOF). Risultati – So-no stati raccolti i dati relativi a 709 pazienti e altrettanti familiari-chiave. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alia competenza sociale dei pazienti con schizofrenia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità, sintomi negativi e ostilita nel congiunto malato, conoscenza della diagnosi di schizofrenia da parte del familiare, residenza in zone a bassa o media densita di popolazione, bassi livelli di scolarità del familiare. Opinioni pessimistiche da parte dei familiari rispetto alle limitazioni sociali imposte dalla malattia sono risultate associate a: alti livelli di disabilità ed elevato numero di ricoveri del congiunto malato, maggiore età del familiare. Conclusioni – I risultati di questo studio sottolineano la necessità di: a) fornire interventi informativi alle famiglie i quali prendano in esame non solo gli aspetti clinici della schizofrenia, ma anche quelli relativi alia disabilità e agli svantaggi sociali conseguenti a tale patologia; b) pianificare campagne di sensibilizzazione sulle malattie mentali che tengano conto del contesto socio-culturale delle fasce di popolazione a cui sono dirette.
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Artuso, Mario. « Amministrazione del territorio e vicende politiche in Niger dal periodo coloniale ad oggi ». STORIA URBANA, no 126 (septembre 2010) : 117–38. http://dx.doi.org/10.3280/su2010-126006.

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Questo saggio ripercorre le vicende politiche e amministrative del Niger, il paese dell'Africa subsahariana piů povero del mondo. La prima parte esamina il periodo coloniale (1895-1960) e le difficoltŕ che i francesi incontrarono nell'occupare ed amministrare un territorio cosi vasto, impervio e abitato da popolazioni ostili. Il risultato č un paese che all'alba dell'indipendenza (1960) era diviso in due, il sud ovest, governato dall'amministrazione coloniale francese; il nord est, ancora sotto controllo militare. Tra il 1960 ed il 1991 (seconda parte) gli avvenimenti politici che si susseguirono: Prima repubblica, colpo di stato militare del 1974 e le riforme successive al 1983 con la Société pour le développement furono associati ad altrettante trasformazioni amministrative senza perň mai discostarsi eccessivamente dalla tipologia francese. Il 1991 č un anno importante. In Niger - come in gran parte dell'Africa - la Conférence national costituisce un punto di svolta verso il processo di democratizzazione e il decentramento amministrativo che diviene l'argomento prioritario attorno a cui ruotano le vicende amministrative dal 1991 ad oggi. Tale č l'oggetto della terza parte che approfondisce le vicende legate alla nascita dei comuni e il cui esito furono le prime elezioni comunali del 2004. Le conclusioni riguardano i punti critici con cui si confronta il processo di decentramento nella sua fase attuale e le conseguenti implicazioni soci-economiche.
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D'Ovidio, Fabrizio. « L'effetto dei legami positivi e negativi sulle prestazioni sportive ». STUDI ORGANIZZATIVI, no 2 (avril 2013) : 62–90. http://dx.doi.org/10.3280/so2012-002003.

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L'assunto teorico dell'indagine condotta si basa sull'influenza agita sulle prestazioni dalle relazioni instaurate tra i membri di squadre sportive. L'impiego della Social Network Analysis (SNA) in questo contesto di studio si rende estremamente pertinente, dato che le squadre sportive presentano confini netti, costituiscono gruppi di soggetti ben definiti (reticoli completi), generano misure di outcome facilmente misurabili e l'efficacia dell'interdipendenza tra i propri membri produce un impatto diretto sulle performance (Lusher et al., 2010). L'unitŕ di analisi č costituita dai match disputati dalle squadre campionate, appartenenti a quattro specialitŕ sportive (pallacanestro, pallavolo, pallamano e pallanuoto) e distinti livelli di intensitŕ agonistica (dalla massima serie al dilettantismo). Attraverso gli strumenti della SNA, nell'indagine condotta vengono rilevate le relazioni interpersonali di matrice professionale e amicale: le prime misurano l'intesa di gioco e la reputazione professionale di ciascun giocatore; le seconde catturano quanto spesso gli atleti dichiarano di frequentarsi al di fuori dell'ambiente sportivo. I legami instaurati tra i giocatori vengono inoltre distinti in positivi e negativi. La ricerca si concentra perlopiů sulle relazioni di segno negativo in virtů della teoria dell'asimmetria negativa dei legami, secondo la quale gli eventi negativi stimolano una maggiore attivitŕ fisiologica, affettiva, cognitiva e comportamentale rispetto a quelli positivi o neutri (Labianca e Brass, 2006). Le medie degli indegree centrality dei legami positivi e negativi, e di tipo professionale e amicale, vengono impiegate per predire le performance collettive delle squadre, operativizzate attraverso la differenza standardizzata dei punteggi ottenuti in ciascun match. L'analisi condotta dimostra che l'appartenenza ad una serie agonistica rispetto ad un'altra influenza notevolmente l'effetto dei legami sulle prestazioni: in generale, i legami positivi si rendono premianti in termini di rendimento per le squadre professioniste, mentre quelli negativi risultano ostacolare le performance delle squadre meno professionali. Nello specifico, nelle squadre professioniste le relazioni di antipatia e di ostilitŕ tra i giocatori sono neutralizzate dall'osservanza delle regole tecniche in base alle quali essi sono chiamati ad interagire - osservanza che fa tutt'uno con la professionalitŕ loro richiesta, mentre le relazioni di segno positivo si rendono estremamente determinanti. Nel caso delle squadre non professioniste (i cui atleti percepiscono solo modesti vantaggi economici dall'attivitŕ agonistica sportiva), al contrario, i legami negativi tra i giocatori in campo (anche se in media assai meno frequenti che tra i giocatori professionisti) peggiorano sensibilmente i risultati conseguiti, mentre quelli positivi non dimostrano avere alcun effetto significativo.
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Piątkowski, Mateusz. « The markings of military aircraft under the law of aerial warfare ». Military Law and the Law of War Review 58, no 1 (25 novembre 2020) : 63–84. http://dx.doi.org/10.4337/mllwr.2020.01.03.

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Résumé :
The breakthrough innovation of the Wright brothers in 1903 and subsequent developments of aerial technology created significant opportunities for the military, as a new dimension of warfare became an operational space of combat. Many legal questions arise, including the status of air machines deployed by the freshly formed independent air detachments before the outbreak of World War I. From the operational and legal viewpoint, both state practice and international law experts agreed that in order to receive a status similar to warships under the law of naval warfare, military aircraft should bear distinctive insignia, indicating their military character and nationality. This article’s aim is to present the origins and evolution of the military markings and their legal significance, as a core element of the military aircraft definition. It needs to be emphasized that only aircraft considered as military can perform acts of hostility and exercise the specific rights granted by the law of air warfare. The analysis will refer to practical challenges for maintaining the classical rule of air warfare, such as the exact location of the markings on the aircraft surfaces, low-visibility insignia (as a way to reconcile legal and operational demands) and the question of relevance of the duty to mark military aircraft in the context of unmanned air platforms. L’innovation qui a fait connaître les frères Wright en 1903 ainsi que les développements consécutifs dans la technologie aéronautique ont créé de réelles opportunités pour le secteur militaire, alors qu’une nouvelle dimension de la guerre est devenue un espace opérationnel de combat. Cette évolution fait naître de nombreuses questions juridiques, dont le statut des aéronefs déployés par les détachements aériens indépendants formés peu avant l’éclatement de la Première Guerre mondiale. D’un point de vue opérationnel et légal, la pratique étatique et les experts juridiques internationaux s’accordent sur le fait que les aéronefs militaires devraient avoir des insignes distinctifs indiquant leur caractère militaire et leur nationalité, afin qu’ils se voient attribuer un statut similaire à celui des navires de guerre en vertu du droit de la guerre navale. Cet article a pour but de présenter les origines et l’évolution du marquage militaire ainsi que sa signification juridique, en tant qu’élément essentiel de la définition d’un aéronef militaire. Soulignons le fait que seul un aéronef considéré comme militaire peut mener des actes hostiles et exercer les droits particuliers octroyés en vertu du droit de la guerre aérienne. L’analyse fait référence à des défis d’ordre pratique pour maintenir les règles classiques de la guerre aérienne, telles que l’emplacement exact des marquages sur la surface de l’aéronef, la faible visibilité des insignes (comme moyen de combiner exigences juridiques et opérationnelles) et la question de la pertinence de l’obligation de marquer un aéronef militaire dans le contexte de plateformes aériennes sans équipage. De baanbrekende innovatie van de gebroeders Wright in 1903 en de daaropvolgende ontwikkelingen van de luchtvaarttechnologie creëerden grote mogelijkheden voor de strijdkrachten, aangezien een nieuwe dimensie van oorlogvoering een operationele gevechtsruimte werd. Deze ontwikkeling leidt tot veel juridische vragen, waaronder de status van de luchtvaartuigen die door de net voor het uitbreken van de Eerste Wereldoorlog opgerichte onafhankelijke luchtdetachementen werden ingezet. Vanuit operationeel en juridisch oogpunt waren zowel de statenpraktijk als de internationale juridische experts het erover eens dat militaire luchtvaartuigen onderscheidende insignes moeten dragen die hun militaire karakter en nationaliteit aangeven, om een status te krijgen die gelijkaardig is aan die van oorlogsschepen krachtens het recht van de zeeoorlog. Dit artikel heeft tot doel de oorsprong en de ontwikkeling van de militaire markeringen en hun juridische betekenis voor te stellen als een kernelement van de definitie van militaire luchtvaartuigen. Er moet worden benadrukt dat alleen luchtvaartuigen die als militair worden beschouwd, vijandelijke handelingen kunnen verrichten en de specifieke rechten die door het recht van de luchtoorlog worden verleend, kunnen uitoefenen. De analyse verwijst naar de praktische uitdagingen voor het handhaven van de klassieke regels van de luchtoorlog, zoals de exacte locatie van de markeringen op de vliegtuigoppervlakken, insignes met lage zichtbaarheid (als een manier om juridische en operationele eisen met elkaar in overeenstemming te brengen) en de vraag of de verplichting om militaire luchtvaartuigen te markeren relevant is in de context van onbemande luchtvaartuigen. La revolucionaria innovación de los hermanos Wright en 1903 y subsiguiente evolución de la tecnología aérea dieron paso a oportunidades significativas para los ejércitos, creándose una nueva dimensión de la guerra que se convirtió en un espacio operativo de combate. Esto trajo consigo muchas cuestiones legales, incluido el estatus de los artefactos aéreos desplegados por los recién creados destacamentos aéreos independientes en los prolegómenos de la Primera Guerra Mundial. Desde el punto de vista operativo y legal, tanto los Estados a través de la práctica como los expertos en Derecho Internacional estuvieron de acuerdo en que para acogerse al mismo estatus que los buques de guerra bajo las leyes de la guerra naval, las aeronaves militares debían llevar insignias distintivas, mostrando su carácter militar y nacionalidad. El propósito del artículo es examinar el origen y evolución de estas señales militares y su importancia legal como uno de los elementos principales de la definición de aeronave militar. Debe enfatizarse que solo una aeronave considerada militar puede llevar a cabo actos de hostilidad y ejercer derechos específicos reconocidos por las leyes de la guerra aérea. El análisis aborda los retos prácticos para mantener la vigencia de la regla clásica de la guerra aérea, tal como es el lugar exacto de emplazamiento de las señales exteriores en la superficie de las aeronaves, las insignias de baja visibilidad (como una forma de conciliar las exigencias legales y operativas) y la cuestión de la relevancia del deber de señalar las aeronaves militares en el contexto de las plataformas aéreas no tripuladas. L’innovazione rivoluzionaria dei Fratelli Wright nel 1903 e i successivi sviluppi della tecnologia aerea crearono significative opportunità per i militari, poiché una nuova dimensione di guerra divenne uno spazio operativo di combattimento. Sorgono molte questioni legali, tra cui lo status delle macchine aeree dispiegate dai distaccamenti aerei indipendenti formatisi appena prima dello scoppio della Prima guerra mondiale. Dal punto di vista operativo e legale, sia la pratica degli Stati che gli esperti di diritto internazionale hanno convenuto che, per ricevere uno status simile a quello delle navi da guerra disciplinate della legge della guerra navale, gli aerei militari dovrebbero portare delle insegne distintive che indichino la loro natura militare e la loro nazionalità. L'obiettivo di questo articolo è quello di presentare le origini e l'evoluzione delle marcature militari e il loro significato legale, come elemento centrale della definizione di velivolo militare. Va sottolineato che solo gli aerei considerati militari possono compiere atti di ostilità ed esercitare i diritti specifici concessi dalla legge sulla guerra aerea. L’analisi farà riferimento alle sfide pratiche per il mantenimento delle regole classiche sulla guerra aerea, come l’esatta posizione delle marcature sulla superfice dell’aereo, le insegne a bassa visibilità (come modo per conciliare le esigenze legali ed operative) e la questione della rilevanza del dovere di marcatura dei velivoli militari nel contesto delle piattaforme aeree senza pilota. Die bahnbrechende Innovation der Gebrüder Wright im Jahr 1903 und die nachfolgenden Entwicklungen der Luftfahrttechnologie schufen bedeutende Möglichkeiten für den Militärbereich, da eine neue Dimension der Kriegsführung zu einem operativen Kampfraum wurde. Es stellen sich viele rechtliche Fragen, einschließlich jener des Status der Luft­maschinen, die von den neu gebildeten unabhängigen Luftkommandos vor dem Ausbruch des Ersten Weltkriegs eingesetzt wurden. Aus operativer und rechtlicher Sicht waren sich sowohl die staatliche Praxis als auch die internationalen Rechtsexperten einig, dass Militärflugzeuge Kennzeichen, die auf ihren militärischen Charakter und ihre Nationalität hinweisen, tragen sollten, um einen kriegsschiffähnlichen Status nach dem Recht der Seekriegsführung zu erhalten. Ziel dieses Artikels ist es, die Ursprünge und die Entwicklung der militärischen Kennzeichnungen und ihre rechtliche Bedeutung als Kernelement der Definition von Militärflugzeugen darzustellen. Es muss darauf hingewiesen werden, dass nur Flugzeuge, die als militärisch angesehen werden, feindliche Handlungen durchführen und die durch das Gesetz der Luftkriegsführung gewährten spezifischen Rechte ausüben können. Die Analyse wird sich auf praktische Herausforderungen für die Aufrechterhaltung des klassischen Gesetzes der Luftkriegsführung beziehen, wie die genaue Lage der Kennzeichen auf den Flugzeugoberflächen, Kennzeichen mit geringer Sichtbarkeit (als Mittel, rechtliche und operative Anforderungen miteinander in Einklang zu bringen) und die Frage der Relevanz der Pflicht zur Kennzeichnung militärischer Flugzeuge im Zusammenhang mit unbemannten Luftplattformen.
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Suchecki, Zbigniew. « Wolnomularstwo w dokumentach Stolicy Apostolskiej i Kodeksie Prawa Kanonicznego, ze szczególnym uwzględnieniem dekretów Kongregacji Doktryny Wiary (1949-1983) ». Prawo Kanoniczne 41, no 3-4 (20 décembre 1998) : 133–86. http://dx.doi.org/10.21697/pk.1998.41.3-4.06.

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Résumé :
La libera muratoria (comunemente chiamata massoneria) viene trattata e presentata in molte pubblicazioni sotto diversi aspetti e svariati punti di vista. Dal punto di vista del diritto canonico non esistono pubblicazioni riguardanti la libera muratoria, manca­no anche approfonditi studi critici in materia condotti in un'ottica comparata con la filosofia, la teologia e il diritto dai studiosi cattolici. Nella nostra ricerca, passando attraverso un confronto delle disposizioni della Chie­sa previste per la libera muratoria, facciamo un riferimento diretto alla legislazione della Chiesa contenuta nel Codice di Diritto Canonico del 1917 e a numerosi docu­menti emanati dai Papi e dalle Congregazioni, per arrivare alle disposizioni del Codice di Diritto Canonico del 1983. Negli ultimi secoli la massoneria, fosse essa regolare, legittima, irregolare o «devia­ta», senza distinzioni, è stata condannata da diversi Papi ìn circa seicento documenti. La questione comunque è quanto mai attuale perché molti cattolici appartengono alla libera muratoria. La divisione fondamentale, a mio avviso, comprende la fase pre­istituzionale e la fase istituzionale. Nella fase preistituzionale emergeva la massoneria operativa propensa alla costruzione delle cattedrali, delle basiliche e delle chiese; nella fase istituzionale si sviluppa la massoneria moderna detta speculativa. I liberi muratori londinesi, il 24 giugno 1717, nella festa di S. Giovanni Battista costituivano la Gran Loggia d'Inghilterra, la Gran Loggia Madre del Mondo. Fin dall'inizio, in un testo diretto a tutti i fedeli, emerge la preoccupazione per la difficile definibilità, a livello concettuale e terminologico, della libera muratoria con i suoi effetti negativi a livello della Chiesa e della societa civile. Leone XIII, nell'enciclica programmatica Quod sectam massonum: Humanum Ge­nus, del 20 aprile 1884, in modo significativo sottolinea gli effetti negativi delle socie­ta clandestine. L'enciclica costituisce un documento fondamentale di quel periodo. Nel CIC del 1917 il legislatore menziona esplicitamente la setta massonica e le altre associazioni dello stesso genere le quali incorrono ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla S. Sede: «Chi si ascrive alla setta massonica o ad altre associazioni dello stesso genere, che macchinano contro la Chiesa o le legittime autorita civili, incorrono ipso facto nella scomunica riservata simpliciter alla S. Sede» (c. 2335). Un graduale approfondimento della natura e dei fini della massoneria svolto da par­te della Chiesa, prima dell'emanazione della Dichiarazione sulla massoneria del 26 novembre 1983, Quaesitum Est, permise alla Congregazione di accertare le posizioni dottrinali, filosofiche e morali dell'istituzione. Mariano Cordovani in un articolo pubblicato in prima pagina dall'Osservatore Romano sostiene che «fra le cose che risorgono e riprendono vigore, e non solo in Italia, c'è la massoneria con la sua ostilita sempre rinnovata contro la Religione Catto­lica». Egli rileva un fatto che appare nuovo: «la voce che si sparge, nei diversi ceti sociali, che la massoneria di un certo rito non sia piu in contrasto con la Chiesa, che anzi sia avvenuto un accordo tra la massoneria e la Chiesa, in forza del quale anche i cattolici possono tranquillamente iscriversi alla setta senza pericolo di scomuniche e dì riprovazione». Dopo 57 anni dall'entrata in vigore del «Codex» del 1917 «molti vescovi hanno posto il quesito a questa S. Congregazione (per la Dottrina della Fede) circa il valore el'interpretazione del can. 2335 del C.I.C. che sotto pena di scomunica vieta ai cattolici d'iscriversi alle associazioni massoniche o ad altre dello stesso tipo. Il dialogo cattolico-massonico inizia con degli incontri informali tra esponenti della Chiesa Cattolica e della massoneria. Tali incontri ebbero iniziato in Austria, Italia e Germania. Per approfondire alcuni aspetti di questo tema, si possono consultare, an­che se in modo molto critico, diverse pubblicazioni. Negli anni 1974-1980 la Conferenza Episcopale Tedesca costituisce una Commis­sione ufficialmente incaricata di esaminare la compatibilità dell'appartenenza contem­poranea alla Chiesa cattolica e alla libera muratoria. La Commissione sostenne che «Indipendentemente da tutte le concezioni soggettive, l'essenza oggettiva si manifesta nei Rituali ufficiali della libera muratoria. Percio questi documenti vennero sottoposti ad un attento e lungo esame (negli anni 1974-1980); si tratta dei Rituali dei primi tre gradi, dei quali i massoni permisero di studiare i testi, anche se i colloqui non si riferi­rono solo ai Rituali». Il fatto che la libera muratoria metta in discussione la Chiesa in modo fondamentale non è mutato. La libera muratoria non e mutata nella sua essenza. L'appartenenza ad essa mette in questione i fondamenti dell'esistenza cristiana. L'esame approfondito dei Rituali della libera muratoria e del modo di essere massonico, come pure la odierna immutata autocomprensione di sé, mettono in chiaro che l'appartenenza contempora­nea alla Chiesa cattolica e alla Libera Muratoria è esclusa. Da diverse parti del mondo arrivavano domande alla S.C. per la Dottrina della Fede sul giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria. La normativa penale del Co­dice non prevede nessuna sanzione per i fedeli che si iscrivono alla massoneria, perché la medesima non viene espressamente nominata dal legislatore; quindi prima dell'ema­nazione della Dichiarazione l'iscrizione non costituiva un delitto punibile con sanzioni a meno che la massoneria non entrasse nella categoria delle associazioni «che com­plottano contro la Chiesa» (can. 1374) e questo si doveva provare. La Dichiarazione invece afferma che gli «appartenenti alle associazioni massoniche sono in peccato gra­ve» e proibisce ai fedeli appartenenti alle associazioni massoniche l'esercizio del dirit­to soggettivo fondamentale dei fedeli di accedere alla S. Comunione. «Solo Gesù Cri­sto e, infatti, il Maestro della Verità e solo in Lui i cristiani possono trovare la luce e la forza per vivere secondo il disegno di Dio, lavorando al vero bene dei loro fratelli».
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Martin, P. « The Roman Port and Fishery of Cosa : a short guide (Full text in both English and Italian)ANNA MARGUERITE McCANN78 pp., 121 illustrations, mostly colourPrice US$16.95 or ?15American Academy in Rome, 2003, available from Oxbow Books, Oxford, OX1 1HN, UK, or David Brown Book Co, PO Box 511, Oakville, CT 06779, USA ; Libreria Archeologica, via di S. Giovanni in Laterano, 46 ang. Via Ostilia 2, Roma 00184, Italy ». International Journal of Nautical Archaeology 32, no 2 (novembre 2003) : 265–66. http://dx.doi.org/10.1016/s1057-2414(03)00043-8.

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« Lettere ». Medico e Bambino 41, no 3 (25 mars 2022) : 148–51. http://dx.doi.org/10.53126/meb41148.

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Medici, infermieri e paramedici russi chiedono la fine delle ostilità in Ucraina - Ogni guerra è contro i bambini: Associazione Culturale Pediatri e Centro per la Salute del Bambino aderiscono all’appello ONU per l’immediato cessate il fuoco e invitano a un uso oculato delle fonti di energia - 8 marzo: Katerina è nata a Kiev… - Essere aperti, essere onesti e ascoltare: come parlare ai bambini dell’Ucraina. Sentire i genitori dire: “Avere paura è normale e io sono qui per ascoltare” potrebbe fornire conforto
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Squillace, Giuseppe. « Ostilità e omaggio al nuovo signore ? I commediografi ateniesi davanti a Filippo II. Un’ipotesi su due frammenti di Efippo e Alessi ». Erga-Logoi. Rivista di storia, letteratura, diritto e culture dell'antichità 9, no 1 (6 juillet 2021). http://dx.doi.org/10.7358/erga-2021-001-squi.

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In addition to the rhetoricians and orators who at Athens supported or opposed Philip, a number of playwrights – such as Ephippus and Alexis – did not hesitate to express their opinions of the Macedonian king. Some fragments of their works, however, seem to show conflicting positions, for if Ephippus supported the anti-Macedonian party, Alexis, while including Philip in some comedies, did not blame the king by turning him into a comic mask, but praised his political decisions and his respect for religion and traditions.
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Conti, Stefano. « L’usurpazione di Silvano tra costrizione e brama di potere ». Klio 98, no 1 (1 janvier 2016). http://dx.doi.org/10.1515/klio-2016-0008.

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Résumé :
RiassuntoUn’attenta analisi comparata della testimonianza di Ammiano Marcellino con le altre fonti letterarie, e le probabili epigrafiche, mette in nuova luce l’usurpazione di Silvano (355 d. C.). Prima di dare il via alla rivolta, il generale valutò con attenzione l’esistenza di gruppi sociali ostili a Constanzo II: innanzitutto la popolazione delle Gallie, vessata dall’ingordigia degli emissari imperiali, ma c’erano eminenti figureIn conclusione l’usurpazione, più che dovuta agli intrighi di corte, come è stato spesso sostenuto, appare attentamente pianificata dallo stesso Silvano, forte dell’appoggio trasversale delle truppe, dei provinciali, ma anche di influenti personaggi italici.
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Bovo, Elena. « Antonio Casamento, Folle ostili nella letteratura italiana del XIX secolo : tra criminalità, sommossa e individuo ». Laboratoire italien, 20 janvier 2021. http://dx.doi.org/10.4000/laboratoireitalien.5931.

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Matera, Pierluigi, et Ferruccio Maria Sbarbaro. « Le poison pill ai tempi del Covid : le scalate ostili alle società quotate statunitensi tra nuove prospettive ed «eterno ritorno dell’uguale» (Poison Pills in the Time of COVID : A Novel Defense or An Eternal Return in Hostile Takeovers of Us Listed Companies) ». SSRN Electronic Journal, 2020. http://dx.doi.org/10.2139/ssrn.3635817.

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