Littérature scientifique sur le sujet « Ossimori »

Créez une référence correcte selon les styles APA, MLA, Chicago, Harvard et plusieurs autres

Choisissez une source :

Consultez les listes thématiques d’articles de revues, de livres, de thèses, de rapports de conférences et d’autres sources académiques sur le sujet « Ossimori ».

À côté de chaque source dans la liste de références il y a un bouton « Ajouter à la bibliographie ». Cliquez sur ce bouton, et nous générerons automatiquement la référence bibliographique pour la source choisie selon votre style de citation préféré : APA, MLA, Harvard, Vancouver, Chicago, etc.

Vous pouvez aussi télécharger le texte intégral de la publication scolaire au format pdf et consulter son résumé en ligne lorsque ces informations sont inclues dans les métadonnées.

Articles de revues sur le sujet "Ossimori"

1

Borgonovi, Elio. « Il mantra degli ossimori colpisce la sanità ». MECOSAN, no 98 (novembre 2016) : 3–7. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2016-098001.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Carati, Luca, et Giampiero Tidu. « Gli ossimori del Project Management. Project manager fra ruolo pratico e professione teorica ». PROJECT MANAGER (IL), no 36 (novembre 2018) : 27–33. http://dx.doi.org/10.3280/pm2018-036007.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Ercolini, Michele. « Il ruolo dei sistemi fluviali nel progetto di territorio : problematiche, "ossimori urbanistici", dimensioni strategiche ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 129 (décembre 2020) : 71–97. http://dx.doi.org/10.3280/asur2020-129004.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

Curzel, Chiara. « Gli ossimori nelle Omelie sul Cantico dei Cantici e nella Vita di Mosè di Gregorio di Nissa ». Augustinianum 51, no 1 (2011) : 47–83. http://dx.doi.org/10.5840/agstm20115113.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

Giacobbi, Secondo. « Un ossimoro praticabile ». SETTING, no 29 (mars 2011) : 131–34. http://dx.doi.org/10.3280/set2010-029006.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
6

Valerio, Camillo, et Anna Guerrera. « Pozzoromolo e la scrittura ipnotica. Intervista a Luigi Romolo Carrino ». IPNOSI, no 2 (février 2011) : 65–73. http://dx.doi.org/10.3280/ipn2010-002008.

Texte intégral
Résumé :
Un viaggio doloroso nella psiche umana, raccontato con uno stile che abilmente mescola la poesia metaforica e la descrizione esplicita di una realtŕ angosciosa. Una sorta di ossimoro letterario (ossimoro che ritroviamo incarnato anche nel personaggio principale del libro) tramite il quale Luigi Romolo Carrino tratta i temi delle malattia mentale, dell'ambiguitŕ sessuale e del vissuto all'interno di un Ospedale Psichiatrico Giudiziario. Un'intervista all'autore, che mette in luce gli aspetti piů psicologici ed ipnotici che danno corpo al romanzo e lo rendono cosě interessante per noi addetti ai lavori.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
7

Amparo. « OXÍMORON PER EXCEL·LÈNCIA EN ELS TEXTOS DE CHIARA LUBICH ». Acta Semiótica et Lingvistica 25, no 3 (18 décembre 2020) : 143–52. http://dx.doi.org/10.22478/ufpb.2446-7006.44v25n3.55956.

Texte intégral
Résumé :
Nei testi di Chiara Lubich si trovano figure letterarie della famiglia dell’antitesi, il paradosso, l’ossimoro, tra cui l’espressione “Gesù Abbandonato”, cioè l’immagine di Gesù che in croce grida l’abbandono del Padre. In questo articolo si intende aproffondire la forza concettuale di questo sintagma, che consideriamo l’ossimoro per eccellenza della Lubich. Si inizia con una serie di precisazioni terminologiche, prendendo i dizionari di riferimento delle lingue di uso dell’autrice: catalano, spagnolo, italiano. Si prosegue con l’analisi del sintagma “Gesù Abbandonato” e il suo carattere ossimorico, d’accordo con le definizioni viste precedentemente. Per continuare l’approfondimente si inserisce un testo di Chiara Lubich in cui sembra che lei, per sviscerare il senso dell’ossimoro “Gesù Abbandonato”, ricorra al linguaggio antitetico in una carrellata di tante nuove contrapposizioni. Questo brano corrisponde ai capoversi 594-596 del Paradiso’49, corpus di scritti della Lubich, ancora inedito come tale insieme. Il brano preso in considerazzione è stato pubblicato però in diverse occasioni e per questo articolo si prende il seguente riferimento bibligrafico: C. Lubich, Gesù abbandonato, a cura di Hubertus Blaumeiser, Città Nuova, Roma 2016, pp 55-56. Dopo questa analisi, due conclusioni si possono cogliere dalle idee descritte dalla Lubich nel brano: Gesù Abbandonato è tutto, quindi ci stano dentro tutte le opposizioni dualistiche; Gesù Abbandonato non è mai uguale: è una tale cosa ed anche la contraria ed anche un’altra diversa, coinvolgendo le sfumature di mezzo, superando in questo modo anche gli antagonismi a due. L’articolo prosegue azzardando di esporre che la comprensione di questo ossimoro per eccelenza offre anche una chiave di lettura per interpretare le vicende del mondo odierno, così pieno di contrasti. In questo senso si fa dei riferimenti –tra l’altro– ai discorsi delle Lectio magistralis per le lauree h.c. a Chiara Lubich in teologia a Manila e in filosofia a Città del Messico, in cui si riferisce a Gesù Abbandonato come “il Dio del nostro tempo”, “il Dio di oggi”. Contestualizzando l’articolo al momento storico che si vive nel 2020, a causa dell’emergenza mondiale del COVID-19, se ne fa riferimento, stabilendo una connessione tra le antitesi del testo della Lubich e quanto viviamo ancora oggi per via della pandemia. Per concludere, dopo tutta l’esposizione, ci si domanda se questo “ossimoro per eccellenza” può contribuire in qualche modo a risanare tutte le ferite que attanagliano l’umanità odierna, e per darne una risposta si prende un testo della Lubich in cui, stabilendo un’identificazione tra Gesù Abbandonato e “ogni fratello sofferente”, getta ponti di luce e speranza tra gli opposti più scottanti.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
8

Pignato, Carmela. « Temi e luoghi di un ossimoro ». La Ricerca Folklorica, no 35 (avril 1997) : 39. http://dx.doi.org/10.2307/1480053.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
9

Niemczyk, Kazimierz, Krzysztof Morawski, Rafael Delgado, Maria Małkowska, Robert Bartoszewicz, Jacek Sokołowski et Magdalena Lachowska. « Intraoperative hearing evaluation during tympanoplasty – surgical technique and measurement method using OssiMon LAIOM system ». Polski Przegląd Otorynolaryngologiczny 7, no 3 (30 septembre 2018) : 1–8. http://dx.doi.org/10.5604/01.3001.0012.6803.

Texte intégral
Résumé :
We present a surgical technique of closed tympanoplasty for chronic otitis, together with an intraoperative functional evaluation system with the OssiMon LAIOM software. The technique can be used in one or two steps for an intraoperative evaluation of the functional effect during ear operation. Using OssiMon LAIOM, we were able to simultaneously measure the auditory steady-state response (ASSR), as well as to perform laser dopler vibrometry (LDV). For electrophysiologic measurements, OssiMon LAIOM uses the Intelligent Hearing System platform, and the Polytec single-point laser to evaluate the ossicular mobility. The measurements can be conducted using both methods at the same time or separately, applying each method independently. The OssiMon LAIOM software records the ASSR response intraoperatively and marks it automatically on the audiogram with the preoperative hearing level. The ossicular vibration level is determined based on the measured LDV response. To the best of our knowledge, OssiMon LAIOM is the first solution allowing to objectively measure the effectiveness of tympanoplasty using two methods simultaneously, i.e. ASSR and LDV. The system could be widely applied in the functional evaluation of the middle ear and in clinical practice.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
10

Poniz, Luca. « Il pubblico ministero come parte imparziale : ossimoro o valore ? » QUESTIONE GIUSTIZIA, no 4 (septembre 2015) : 143–60. http://dx.doi.org/10.3280/qg2014-004012.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.

Thèses sur le sujet "Ossimori"

1

Moretto, Marta. « "Il bene e il male quando vengono piovono" : paradossi, antinomie e ossimori nella narrativa di Fulvio Tomizza (1935-1999) ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trieste, 2009. http://hdl.handle.net/10077/3039.

Texte intégral
Résumé :
2007/2008
Lo scrittore istriano Fulvio Tomizza (1935-1999) ha proposto, attraverso i titoli composti nei quarant'anni della sua carriera e afferenti a generi letterari diversi, un'attenta analisi del problema della "conciliazione" nell'ambito dei rapporti intertnici e interculturali con particolare riferimento all'area adriatica e balcanico danubiana. Attraverso l'uso di ossimori, antinomie e paradossi, presenti nei testi a livello formale e contenutistico, lo scrittore ha concretizzato nella struttura narrativa delle proprie produzioni l'evolversi della sua teoresi in merito al problema stesso della "conciliazione". Un'analisi delle diverse tipologie di "figure retoriche della conciliazione degli opposti" offre, pertanto, la possibilità di delineare lo sviluppo delle indagini tomizziane.
XXI Ciclo
1980
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Catalano, Sophia. « Figure di un ossimoro. Interpretazioni della filosofia italiana dall'Unità ai nostri giorni ». Doctoral thesis, Università degli studi di Trento, 2019. https://hdl.handle.net/11572/367988.

Texte intégral
Résumé :
Nella tesi di dottorato dal titolo Figure di un ossimoro. Storie della filosofia italiana dall’Unità ai giorni nostri ci si propone di confrontare e analizzare tre differenti risposte alla stessa domanda: esiste una filosofia italiana? E se esiste, quali sono i caratteri che consentono di distinguerla dalle altre tradizioni nazionali? Il problema che qui si pone è quello del carattere di per sé stesso ossimorico dell’espressione ‘filosofia nazionale’, in cui l’unione dei due termini appare contraddittorio alla luce della connessione istituita tra un soggetto – la filosofia – che ha o aspira ad avere carattere o validità universale e un aggettivo – nazionale – che sembra costringerlo indebitamente all’interno di una dimensione particolare. Per questo motivo ci si concentra su tre momenti nei quali la discussione intorno a questo argomento è stata più accesa all’interno del dibattito filosofico nel nostro Paese. Il primo capitolo della tesi è dedicato a Bertrando Spaventa, colui che Giovanni Gentile considera il primo ad aver scritto una «Storia della filosofia italiana». Principale esponente (insieme a Francesco De Sanctis) dell’hegelismo napoletano, Spaventa è autore negli anni immediatamente a cavallo dell’Unità d’Italia del volume La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea. Attraverso questo lavoro, lo schema storiografico della Lezioni hegeliane sulla storia della filosofia veniva ampliato, includendo al suo interno alcuni filosofi italiani contemporanei (principalmente Galluppi, Rosmini e Gioberti). Seguendo dettagliatamente il percorso che ha condotto Spaventa alla composizione dell’opera, questa tesi mira a smentire le accuse di ‘nazionalismo’ che sono state mosse al suo autore nel corso degli ultimi due secoli, fino ad oggi. Smarcando la Teoria della Circolazione del pensiero italiano sia dalle interpretazioni gentiliane che da quelle marxiste, si cerca infatti di mostrare come essa in realtà, oltre a costituire dichiaratamente e consapevolmente una risposta alle posizioni giobertiane (e, più in generale, neo-guelfe), rappresenti il primo vero tentativo di superare la retorica risorgimentale sul tema “filosofia italiana†. La principale preoccupazione di Spaventa si dimostra quella di smentire la posizione secondo cui la filosofia italiana, per mantenersi autentica, avrebbe dovuto al tempo stesso dimostrarsi autarchica rispetto alle elaborazioni filosofiche straniere colpevoli di comprometterne il messaggio. In questo modo si mostra la circostanzialità di un’opera come La filosofia italiana nelle sue relazioni con la filosofia europea, mettendo al tempo stesso in evidenza come essa sia il frutto di una specifica interpretazione della filosofia hegeliana circa il rapporto tra storia e filosofia, che determina una presa di posizione a proposito del ruolo ‘rivoluzionario’ della filosofia nel processo di costituzione dell’‘epoca’. Il secondo capitolo è dedicato a Eugenio Garin, autore a sua volta di una famosa e fortunata “Storia della filosofia italiana†. Attraverso il confronto tra la prima edizione del ’47 e la seconda edizione del ’66, si mostra il progressivo abbandono da parte di Garin dei presupposti teorici che giustificavano la composizione di una Storia della filosofia italiana intesa á lá longue durée. In particolare, si collega questo riposizionamento storiografico di Garin alla riflessione metodologica condotta nel corso degli anni ’50. Attraverso il recupero di materiale inedito, vengono ricostruite le vicende del dibattito sul rapporto tra filosofia e storia della filosofia nell’Italia degli anni ’50, contribuendo a chiarire la posizione di Garin al suo interno e la scelta da parte dello storico di frammentare la narrazione storiografica in una costellazione di momenti determinati. Nel terzo capitolo viene preso in considerazione il dibattito contemporaneo sull’Italian Theory. Attraverso una panoramica sulle posizioni più diffuse, si mettono in evidenza i vari significati che l’espressione ha assunto fuori dall’Italia (dov’è stata coniata) e nel nostro Paese. In particolare la ricerca si concentra sulla declinazione del tema offerta da Roberto Esposito, il quale, attraverso un l’uso della geofilosofia di Deleuze e Guattari, si è recentemente impegnato nella ricostruzione della genealogia dell’Italian Thought. Il rapporto dialettico tra le categorie geofilosofiche di ‘terra’ e ‘territorio’ è utilizzato da Esposito per giustificare una narrazione della storia della filosofia italiana che superi le difficoltà implicite nell’utilizzo di un’aggettivazione di tipo nazionale. Attraverso un confronto con le posizioni di Spaventa e Garin, si cerca qui di mettere in evidenza come l’utilizzo dell’aggettivo ‘Italian’, crei alcuni fraintendimenti dal punto di vista storiografico. Questi tre autori, con modalità e argomentazioni diverse (che la tesi ricostruisce nel dettaglio), hanno risposto tutti affermativamente rispetto alla possibilità di distinguere una ‘filosofia italiana’ e tutti e tre hanno riconosciuto nel Rinascimento il momento genetico della ‘differenza italiana’. Per questo motivo, il quarto capitolo della tesi è dedicato alla ricostruzione delle immagini del Rinascimento che vengono presentate nei loro lavori e che si collegano alla particolare declinazione del tema ‘filosofia italiana’ offerta da ciascuno di loro, costituendo, in fondo, una sorta di ‘banco di prova’ delle loro posizioni. Bertrando Spaventa, in controtendenza rispetto alla storiografia italiana dell’epoca, propone un’immagine positiva del Rinascimento italiano, quale momento fondante della filosofia moderna. Attraverso il recupero del Rinascimento e il suo collegamento con la filosofia europea da Descartes a Hegel, Spaventa sfida apertamente la storiografia europea (da Brucker a Hegel a Tennemann), secondo la quale la mancata Riforma, avrebbe impedito all’Italia l’ingresso nella modernità filosofica. Eugenio Garin (di cui si prendono in considerazione solamente i lavori degli anni ’50, composti cioè a ridosso della Storia della filosofia Italiana), in accordo con quanto teorizzerà in La filosofia come sapere storico, àncora la sua ricostruzione della filosofia italiana dell’Umanesimo e del Rinascimento alla peculiare situazione storico-politica della Penisola e ne rintraccia la caratteristica principale in una certa propensione ad abbandonare ‘le grandi cattedrali di idee’ a favore di una ‘filosofia terrena’ che assume i tratti di una vera e propria ‘filosofia civile’. Spaventa, quindi, aveva cercato di mostrare le possibili connessioni che intercorrevano tra il nostro Rinascimento e la modernità europea conquistata attraverso la Riforma. Anche gli studi di Garin, una volta abbandonate le grandi narrazioni, tendevano progressivamente a concentrarsi sulla ricostruzione delle relazioni dei cenacoli culturali della penisola con il pensiero europeo. Se entrambi questi autori, quindi, avevano contribuito – in maniera ben diversa – ad accantonare quel “complesso di inferiorità†che da tempo accompagnava (e spesso ancora accompagna) la filosofia italiana, reinserendola all’interno di un percorso condiviso, nella tesi si mette in evidenza che, al contrario, l’Italian Thought, ne rintraccia la peculiarità nel suo essersi mantenuta ‘autonoma’ sin dal principio. In particolare, Roberto Esposito fa dell’esclusione della filosofia italiana dai percorsi seguiti dalla filosofia moderna il suo tratto distintivo, nonché il principale fattore che ne determinerebbe la capacità di sopravvivere al crollo dei paradigmi della modernità filosofica. In questo modo, quel il rapporto rispetto a quel ‘complesso di inferiorità’ viene rovesciato e si trasforma, se non in una pretesa di superiorità, almeno in una possibilità di vantaggio per la filosofia italiana. Un vantaggio che, tuttavia, deriva paradossalmente dal suo essere una filosofia costitutivamente amoderna in una ‘condizione postmoderna’.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

GOMAA, RAAFAT MAHMOUD MOHAMED 518237, et RAAFAT MAHMOUD MOHAMED GOMAA. « Possibility of treating agricultural byproducts by exogenous enzymes and anearobic bacteria to produce ruminant feeds ». Tesis de maestría, Ain Shams University, 2012. http://hdl.handle.net/20.500.11799/68377.

Texte intégral
Résumé :
The objectives of this study were to verify the potential benefits of growing green barley on anaerobic enzyme (ZAD) treated rice straw. In addition, the work intended to investigate the effect of this treatment on digestibility parameters in Ossimi sheep. A complete random design was used to distribute twelve mature male of Ossimi sheep (45.0 +0.5 Kg wt.) on the following treatments: Rice straw with grown barley (RSGB) without either ZAD or orange pulp (control, T1), RSGB plus ZAD (T2), RSGB plus orange pulp (T3) and RSGB + ZAD + orange pulp (T4). The obtained results could be summarized as follow 1- Significant decreases were observed in %CF from 38.09 for T1 to 32.01 and 30.02 for rations T4 and T2 respectively (P< 0.05). Percentage values of NDF were 70.01, 72.10 and 76.01 for rations T4, T2 and T1 respectively (P< 0.05); while %ADF values were 50.05, 52.10 and 58.10 for rations T4, T2 and T1 respectively (P< 0.05) and %ADL was 6.01for T4 versus 8.01for T1. And significant increases in %CP content to 7.96, 7.10, 7.95 for ration T4, T3, T2 respectively compared to the control ration was 5.75 (P< 0.05). 2- Adding ZAD to RSGB significantly increased (p< 0.05) %TDN to 55.02 and 59.02 for treatments T2 and T4 respectively and increased digestibility coefficients of CP to 72.43 and 77.70 respectively. 3- Rams fed rations T2, T3 and T4 had significantly higher values of ruminal ammonia-N 3 hrs. post feeding values were 25.41, 25.03, 25.96 mg/100ml respectively and total volatile fatty acids 3 hrs. post feeding were 8.20, 8.13 and 8.26 m.eq/100ml respectively. 4- Adding either ZAD, orange pulp or both to RSGB significantly increased (p<.05) plasma total protein values were 6.43, 6.23, 5.82 g/dl for treatments T4, T3, T2 respectively , while treating rations with ZAD reflected low level of GPT 6 hrs. post feeding values were 20.64 and 20.61 for treatments T2 and T4 respectively versus T1 (20.90 µ/l). It could be concluded that anaerobic enzyme matrix (ZAD) improved the nutritive value of soilless green barley and improved their digestibility coefficients in Ossimi sheep ZAD is a compound of enzymes are separated from anaerobic bacteria separated from the rumen, it contain a mixture of cellulase, hemicellulase, protease and alpha amylase enzymes.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.

Livres sur le sujet "Ossimori"

1

Scalco, Thomas. Ossimori. Albissola Marina (SV) : Vanillaedizioni, 2016.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Carusi, Roberto. Ossimori esistenziali : I piccoli casi della vita sono grandi casini. Milano : ExCogita, 2007.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Pautasso, Sergio. Lirica moderna : Un ossimoro ideale. [Settimo Milanese, Italy] : Marzorati, 1999.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

Pautasso, Sergio. Lirica moderna : Un ossimoro ideale. [Settimo Milanese] (Milano) : Marzorati, 1999.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
5

Gigliucci, Roberto. Contraposti : Petrarchismo e ossimoro d'amore nel Rinascimento : per un repertorio. Roma : Bulzoni, 2004.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
6

Fedele, F. G. L'Altopiano di Ossimo-Borno nella preistoria : Ricerche 1988-90. 2e éd. [Capo di Ponte] : Edizioni Del Centro, 1990.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
7

Emmanuel, Anati, et Fedele F. G, dir. L' Altopiano di Ossimo-Borno nella preistoria : Ricerche 1988-90. 2e éd. Capo di Ponte (Brescia), Italy : Edizioni del Centro, 1990.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
8

Piediscalzi, Anna, et Giulia Sanfilippo. Nel Giardino Degli Ossimori in Fiore. Lulu Press, Inc., 2020.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
9

Nel Giardino Degli Ossimori in Fiore : Aforismi, Haiku, Ermetismi, Citazioni, Poesie Brevi, le Leggi Della Neutrina. Independently Published, 2020.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
10

Fiorescato, F. N. Ossimoro. Independently Published, 2020.

Trouver le texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.

Chapitres de livres sur le sujet "Ossimori"

1

Valeriani, Andrea. « Retorica e antiretorica della catastrofe. Laboratori, ossimori e paradossi della reazione al disastro ». Dans Cinque temi del modernocontemporaneo, 457–70. Quodlibet, 2020. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv125jrs3.36.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
2

Carpenzano, Orazio. « Un ossimoro architettonico ». Dans Recinti, 13–14. Quodlibet, 2021. http://dx.doi.org/10.2307/j.ctv2gz3xdd.5.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
3

Anna Marotta, Rossana Netti, Ornella Bucolo, Nadia Fabris, Daniela Miron et Claudio Rabino. « 'Disegno dal vero e dell'immaginario' : le verità di un ossimoro visivo ». Dans CONNETTERE - UN DISEGNO PER ANNODARE E TESSERE · CONNECTING - DRAWING FOR WEAVING RELATIONSHIPS. FrancoAngeli srl, 2020. http://dx.doi.org/10.3280/oa-548.36.

Texte intégral
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
4

Fedele, Francesco G. « Life and Death of Copper Age Monoliths at Ossimo Anvòia (Val Camonica, Italian Central Alps), 3000 BC–AD 1950 ». Dans The Lives of Prehistoric Monuments in Iron Age, Roman, and Medieval Europe. Oxford University Press, 2015. http://dx.doi.org/10.1093/oso/9780198724605.003.0019.

Texte intégral
Résumé :
During the third millennium BC a widespread Copper Age ideology manifested itself within and around the Alps in ceremonial sites prominently marked by standing monoliths or orthostats (‘statuemenhirs’). The twin valleys of Valtellina and Val Camonica in Alpine Lombardy provide some of the richest inventories of this ideology. The apparent avoidance of anthropomorphism in the Central Alpine monoliths makes them distinct from those of other areas in the Alps and beyond. Combined with an ignorance or neglect of archaeological context (Fedele 2012), this was a reason why the age of the monoliths long remained problematic. From this shared trait and other inter-valley similarities one can envisage a particular ‘Camunian’ province, this adjective being derived from the Augustan name for the Val Camonica polity, the Camunni. In this province the first statue-menhirs were discovered between 1940 and 1953 and in the adjacent Adige Basin to the east similar monuments had already been known since the late 1800s, although only published from 1925 (Menghin 1925; Pedrotti 1996). However, not until the finding and excavation in 1988 of the site discussed in this article, Anvòia, did anyone think that statue-menhirs and associated sites could have a ‘life’ beyond their original time frame: this latter being the Iron Age, as it was initially thought, or the Copper Age as we know now. The occurrence of whole or partial prehistoric monoliths in re-employed conditions—as roadside blocks; in vineyard walls—was considered banal and thus unimportant in archaeological or historical terms. Anvòia initially, and by the late 1990s two other monolith sites in the Val Camonica, Cemmo and Ossimo Pat, suggested instead that an appraisal of the vicissitudes of statue-menhirs after the Copper Age would be of great interest. The case-study presented here provides a demonstration of such possibilities. To avoid the plethora of designations, the general term ‘monolith’ will be used to indicate any kind of individually placed stone of relatively large size, often upright.
Styles APA, Harvard, Vancouver, ISO, etc.
Nous offrons des réductions sur tous les plans premium pour les auteurs dont les œuvres sont incluses dans des sélections littéraires thématiques. Contactez-nous pour obtenir un code promo unique!

Vers la bibliographie