Littérature scientifique sur le sujet « Ospedalizzazione per insufficienza cardiaca »

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Articles de revues sur le sujet "Ospedalizzazione per insufficienza cardiaca"

1

Rivera, R., F. Floccari, L. Di Lullo, A. Granata, F. Logias, A. D’Amelio, F. Fiorini et al. « La malattia renale cronica e il trattamento dello scompenso cardiaco congestizio : il ruolo del cardionefrologo ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 1 (24 janvier 2018) : 82–94. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1123.

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Résumé :
Il rene è coinvolto, in prima battuta, nel mantenimento dell'omeostasi dei fluidi e dell'equilibrio idro-elettrolitico ed acido-base, nonché nell'eliminazione delle scorie tossiche. La funzione renale sembra essere strettamente collegata a quella cardiovascolare e, negli ultimi anni, il termine di ‘sindrome Cardio-Renale’ è stato utilizzato per spiegare le correlazioni cliniche tra patologia renale e cardiaca. Lo scompenso cardiaco congestizio (SCC) rappresenta la prima causa di ospedalizzazione nei Paesi occidentali e i pazienti affetti presentano spesso, in associazione, un quadro di malattia renale cronica (MRC) di grado variabile. Sono stati considerati diversi modelli fisiologici e fisiopatologici per spiegare come una condizione di malattia renale cronica possa influenzare lo stato di insufficienza cardiaca. Sicuramente la via metabolica del guanosin monofosfato ciclico (cGMP) e quello dell'ossido nitrico (NO) giocano un ruolo fondamentale di concerto con l'azione dei peptidi natriuretici atrial natriuretic peptide (ANP) e brain natriuretic peptide (BNP) sotto il controllo del sistema delle fosfodiesterasi sieriche. I pazienti con sovraccarico di circolo necessitano di terapie farmacologiche specifiche. La terapia diuretica, spesso in associazione (vedi tiazidici + diuretici d'ansa), rappresenta ancora quella di prima scelta ma, nei pazienti, refrattari alla terapia diuretica a dosi massimali, l'impiego di metodiche extracorporee, quali l'ultrafiltrazione (nelle sue diverse modalità d'impiego), può essere di grande aiuto per il paziente scompensato dal punto di vista cardiologico. (Cardionephrology)
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2

Bosso, Giorgio, Mariarosaria De Luca et Ugo Oliviero. « SGLT2 inibitori : dalla prevenzione al trattamento dello Scompenso Cardiaco ». Cardiologia Ambulatoriale 29, no 1 (30 mai 2021) : 23–29. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-4.

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Résumé :
Gli inibitori del Costrasportatore Sodio-Glucosio 2 (SGLT2i) o gliflozine rappresentano i farmaci più innovativi nel trattamento del Diabete Mellito di tipo 2. Sono attualmente disponibili quattro molecole: Canagliflozin, Dapagliflozin, Empagliflozin and Ertugliflozin. La loro azione è basata sul blocco del Costrasportatore Sodio-Glucosio 2, che aumenta l’escrezione renale di glucosio, con conseguente natriuresi e diuresi, proporzionali ai livelli di glicemia plasmatica, ma indipendenti dall’azione insulinica. Il principale effetto collaterale è l’aumentata incidenza di infezioni del tratto urogenitale. Le gliflozine hanno mostrato straordinari benefici nei grandi trials di outcome cardiovascolare in pazienti con documentata malattia cardiovascolare o multipli fattori di rischio, con una riduzione significativa delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco. Questo effetto è stato confermato anche in pazienti affetti da scompenso cardiaco, con e senza diabete, collocando gli SGLT2i nell’armamentario terapeutico dei pazienti con insufficienza cardiaca. Diverse teorie sono state proposte per spiegare gli effetti benefici cardiovascolari degli SGLT2i eppure il preciso meccanismo d’azione non è ancora ben definito.
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3

Di Lullo, L., F. Floccari, R. Rivera, V. Barbera, R. Faiola, C. Feliziani, A. Granata et al. « Bio-marcatori e malattia cardio-renale : significato clinico e prognostico ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 4 (26 janvier 2018) : 69–76. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1177.

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Résumé :
La sindrome cardio-renale (SCR) è una sindrome clinica ben nota, che descrive tanto gli effetti negativi dell'insufficienza renale sull'equilibrio cardio-circolatorio quanto quelli dell'insufficienza cardiaca sulla funzione renale. Molti autori hanno studiato l'utilità di marcatori sierologici ai fini dell'identificazione e del monitoraggio ambulatoriale delle varie forme di questa sindrome. L'analisi dei livelli sierici dei peptidi natriuretici è, al momento, quella maggiormente utilizzata, in quanto essi stessi non sono solo direttamente associati alla gravità delhinsufficienza cardiaca, ma anche capaci di rilevare precocemente la disfunzione renale, certamente prima che sia possible osservare un incremento nei livelli sierici di creatinina. NGAL, cistatina C, NAG, KIM-1 e IL-18 rappresentano interessanti biomarcatori per la diagnosi precoce di danno renale acuto (AKI), e quindi per la diagnosi precoce delle forme renocardiache acute, mentre il loro utilizzo in altre forme di SCR non appare codificato. Al contrario, la valutazione di KIM-1 e IL-18 sembra più utile per cercare una diagnostica differenziale tra forme diverse di insufficienza renale acuta. (Cardionephrology)
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Barbera, V., L. Di Lullo, P. Felici, R. Mari, T. Viglianti, F. Logias et A. Santoboni. « Peritonite da Aspergillus Niger in un paziente in dialisi peritoneale automatizzata : caso clinico ». Giornale di Clinica Nefrologica e Dialisi 24, no 4 (26 janvier 2018) : 24–31. http://dx.doi.org/10.33393/gcnd.2012.1169.

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Résumé :
La peritonite fungina rappresenta una grave complicanza infettiva che si manifesta nei pazienti con insufficienza renale cronica in trattamento con dialisi peritoneale. Presenta una mortalità superiore al 25% dei casi (1, 2) ed è responsabile di ‘drop out’ dalla metodica, rimozione del catetere di Tenckhoff ed ospedalizzazione. La diagnosi eziologica viene, spesso, posta tardivamente a causa della aspecificità dei sintomi e segni clinici della FP rispetto alle più frequenti forme batteriche nonché della lenta crescita colturale delle specie fungine. La rimozione del catetere è immediatamente indicata dopo la identificazione microscopica o colturale dei funghi (International Society for Peritoneal Dialysis Guidelines/Recommendation: 2010 update) (4). Per quanto riguarda, invece, la chemioterapia antimicotica, le linee guida internazionali non forniscono chiare indicazioni riguardo la scelta, le dosi e le varie associazioni terapeutiche né per ciò che si riferisce alla durata del trattamento, che talora è necessario proseguire per diverse settimane o mesi. In questo report descriviamo il caso di una signora di 70 anni, in trattamento con APD, che sviluppò una FP da Aspergillus niger. La pronta rimozione del catetere peritoneale e la somministrazione di voriconazolo per via endovenosa portarono a un rapido miglioramento della sintomatologia clinica ed alla completa risoluzione di tale complicanza.
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Soriente, Lucia, Silvio Cigolari, Alberto Gigantino, Chiara Aliberti, Pasquale Ardovino, Paola Adinolfi et Rocco Palumbo. « La riorganizzazione delle prestazioni sanitarie in ottica di appropriatezza : l'esperienza dell'AOU "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" nella gestione del DRG 127 - Insufficienza cardiaca e shock ». MECOSAN, no 115 (janvier 2021) : 7–28. http://dx.doi.org/10.3280/mesa2020-115002.

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Résumé :
L'articolo propone un percorso inteso a migliorare gli standard dell'offerta specialistica nell'ambito dello scompenso cardiaco, nel rispetto dei criteri di efficacia, efficienza ed equita previsti dal Sistema Sanitario Nazionale Italiano (SSNI). Lo studio si fonda su un'analisi di caso, che concerne l'esperienza dell'Azienda Ospedaliera Universitaria (AOU) "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" di Salerno. Partendo da una valutazione sistemica degli indicatori rilevati dall'ufficio Schede Dimissioni Ospedaliere (SDO) relativi al Diagnosis-Related Group (DRG) 127 "Insufficienza cardiaca e shock della cardiologia intensiva" per l'anno 2017, tra cui la degenza media e la percentuale di ricoveri oltre soglia, sono state identificate le criticita dei percorsi assistenziali. Alla luce delle evidenze raccolte, e stato proposto un nuovo disegno del processo assistenziale mediante la metodologia del Business Process Improvement (BPI). Tecnologia, asset management, percorsi di cura, formazione e monitoraggio rappresentano le leve considerate di maggior rilievo ai fini del miglioramento continuo degli standard dell'offerta specialistica nell'ambito dello scompenso cardiaco.
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Mantovani, Alessandro, Giovanni Targher, Pier Luigi Temporelli, Donata Lucci, Lucio Gonzini, Gian Luigi Nicolosi, Roberto Marchioli et al. « Prognostic impact of elevated serum uric acid levels on long-term outcomes in patients with chronic heart failure : A post-hoc analysis of the GISSI-HF (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nella Insufficienza Cardiaca-Heart Failure) trial ». Metabolism 83 (juin 2018) : 205–15. http://dx.doi.org/10.1016/j.metabol.2018.02.007.

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Bartalucci et al., Claudia. « Nuova diagnosi di HIV con malattia avanzata : un’occasione mancata di diagnosi, una sfida multidisciplinare. » JHA - Journal of HIV and Ageing, juin 2022. http://dx.doi.org/10.19198/jha31535.

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Résumé :
Una donna di 41 anni proveniente dal Camerun, con nuova diagnosi di infezione da HIV è giunta alla nostra attenzione con un quadro di insufficienza respiratoria acuta con necessità di ospedalizzazione. <br />In seguito agli accertamenti diagnostici, è stata classificata nello stadio CDC C3 per la presenza, come eventi AIDS-definenti, di polmonite da Pneumocystis jirovecii, candidosi esofagea, sarcoma di Kaposi cutaneo e viscerale, infezione disseminata da Mycobacterium avium complex, e infezione genitale da HSV2 della durata superiore a un mese. Alla diagnosi è stato riscontrato un HIV RNA di 9.6x104 copie/ml e CD4+ 6/mm3 (0. 5%), con rapporto CD4/CD8 pari a 0.0, quindi con uno stadio di infezione avanzato.<br />Mentre l’incidenza delle nuove diagnosi di HIV in Italia è in continua riduzione dal 2012, si è assistito dal 2015 ad un aumento delle diagnosi di retrovirosi in fase avanzata di malattia, come il caso qui presentato. <br />Il ritardo nella diagnosi rappresenta una successione di "opportunità mancate" che ha condotto a una complessa gestione del quadro clinico in termini di interazioni tra farmaci, politerapia e necessità di frequenti controlli medici.<br />Inoltre, la presentazione di uno stadio avanzato di malattia ha reso più complesso, da un punto di vista psicologico e sociale, il percorso di accettazione della diagnosi e di presa in carico, con necessità di un approccio multidisciplinare.
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Dauriz, Marco, Giovanni Targher, Pier Luigi Temporelli, Donata Lucci, Lucio Gonzini, Gian Luigi Nicolosi, Roberto Marchioli et al. « Prognostic Impact of Diabetes and Prediabetes on Survival Outcomes in Patients With Chronic Heart Failure : A Post‐Hoc Analysis of the GISSI‐HF (Gruppo Italiano per lo Studio della Sopravvivenza nella Insufficienza Cardiaca‐Heart Failure) Trial ». Journal of the American Heart Association 6, no 7 (juillet 2017). http://dx.doi.org/10.1161/jaha.116.005156.

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