Thèses sur le sujet « Orizzontale »

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1

BRUSATORI, DAVIDE. « I presupposti filosofici del principio di sussidiarietà orizzontale ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2016. http://hdl.handle.net/10281/105193.

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2

Fiumana, Lorenzo. « Studio e ottimizzazione di un convertiplano ad atterraggio orizzontale ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/9326/.

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3

Ammoniaci, Luca. « Studio ed ottimizzazione di un convertiplano in volo orizzontale ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2016. http://amslaurea.unibo.it/10180/.

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4

Selva, Verzica Luigi. « Principio di sussidiarietà orizzontale e gestione dei servizi pubblici locali ». Doctoral thesis, Università degli studi di Padova, 2015. http://hdl.handle.net/11577/3423885.

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Résumé :
The research focused on the application of the principle of horizontal subsidiarity and management of local public services. The thesis has developed two parallel lines: the study of the principle of subsidiarity and the analysis of the regulation of local public services. First I studied the legal term of “principle of subsidiarity”. I analyzed the development of this principle in history, from its first use - the lexical formulation finds its historical origin in 1931, by the Encyclical of Pius XI, Quadragesimo Anno - until the positivistic codification given by the Italian Constitution. Subsequently I focused on the first legal references of the concept of horizontal subsidiarity and the work of the Constituent Assembly; then I analyzed the interpretation given by doctrine and jurisprudence about the concept and application of the principle of horizontal subsidiarity; in particular, the study addressed the pronunciations of the administrative courts. I proceeded to analyze the article 118 of the Constitution as a legal instrument-constitutional need for a more effective application of the principle of horizontal subsidiarity in the regulation of local public services. The principle of subsidiarity, in fact, is textual mentioned in the Italian Constitution in Articles 118, paragraph 1 and 4, and 120, paragraph 2; while Articles 118, paragraph 1, and 120, paragraph 2 of the Constitution, refer the principle of subsidiarity in vertical sense, the last paragraph of 118, concerns properly the horizontal profile of the principle, providing that “the State, regions, metropolitan cities, provinces and municipalities shall promote the autonomous initiatives of citizens, individually and in combination, for the performance of activities of general interest, based on the principle subsidiarity”. The search come to the study of the judgments of the Constitutional Court, which has deepened as the Court has never faced explicitly the interpretation of paragraph 4 of Art. 118 of the Constitution in connection with the regulation of local public services, and that the sentence no. 24/2011, acknowledging the legitimacy of the referendum to repeal art. 23 bis of Legislative Decree no. 112/2008, has said that, if it were repealed that provision “would follow the immediate application of Community legislation in the Italian” regarding local public services. The first part of the thesis concluded with a chapter on comparative law of the German Lander on the subject of subsidiarity cd reinforced. Important was the deepening of the judgment of the Constitutional Court of Rhineland-Palatinate (RhPhVerGH 28.3.2000), in which, by stating that the aim pursued by the legislature of the Land is based on an objective and fair assessment of public, has been ruled unconstitutional a provision of subsidiarity that has. The second part of the doctoral thesis had an incipit deepening the concept of local public service and its historical evolution. Second, the research has focused on the regulation of the management of local public services as developed in recent years (only in the last three years there was a continuous modification of the discipline). In the seventh chapter, the research has focused, in particular, on two different perspectives to identify the discipline of local public services: a) the analysis of the articles of the Italian, not touched the declaration of unconstitutionality by Constitutional Court no. 199/2012; b) the law of local public services (or rather Services of General Economic Interest - SGEI). The last part of the thesis has sought to synthesize than previously analyzed in order to bring together and provide a clear and comprehensive view of the argument: a sustainable interpretation of the principle of subsidiarity to the discipline of local public services.
La ricerca verte sull’applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale e la gestione dei servizi pubblici locali. La tesi si è sviluppata su due direttrici parallele: lo studio del principio di sussidiarietà e l’analisi della disciplina dei servizi pubblici locali. In primo luogo si è approfondito il termine giuridico “principio di sussidiarietà”. Si è analizzato lo sviluppo di tale principio nella storia, dai suoi primi utilizzi – tale formulazione lessicale trova la sua origine storica nel 1931, mediante l’enciclica Quadragesimo Anno di Pio XI –, sino alla codificazione positivistica datane dalla Costituzione italiana. Successivamente l’approfondimento si è focalizzato dapprima sui primi riferimenti normativi del concetto di sussidiarietà orizzontale e sui lavori dell’assemblea costituente in materia; si è poi analizzata l’interpretazione data da dottrina e giurisprudenza, amministrativa e contabile, circa il concetto e l’applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale. Si è quindi proceduto ad analizzare l’articolo 118 della Costituzione quale strumento giuridico-costituzionale necessario ad una più efficace applicazione del principio di sussidiarietà orizzontale nella disciplina dei servizi pubblici locali. Il principio di sussidiarietà, infatti, trova testuale menzione all’interno della Costituzione italiana negli artt. 118, comma 1 e 4, e 120, comma 2, a seguito della novella costituzionale di cui agli artt. 4 e 6 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3; mentre gli artt. 118, comma 1, e 120, comma 2, Cost. si riferiscono, chiaramente, al principio di sussidiarietà nella sua accezione verticale, l’art. 118, ultimo comma, concerne propriamente il profilo orizzontale del principio prevedendo che «Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà». Il percorso di ricerca, sotto questo profilo, è quindi giunto allo studio delle sentenze della Corte Costituzionale, in cui si è approfondito come la Corte non ha mai affrontato, in maniera esplicita, l’interpretazione del comma 4 dell’art. 118 della Costituzione in relazione con la disciplina dei servizi pubblici locali, e che, con la sentenza n. 24/2011, ammettendo la legittimità del referendum abrogativo dell’art. 23 bis d.lgs. n. 112/2008, ha affermato che, qualora fosse abrogato tale articolo “ne conseguirebbe l’applicazione immediata nell’ordinamento italiano della normativa comunitaria” in materia di s.p.l. La prima parte della tesi si è conclusa con un capitolo comparatistico sulla normativa dei Lander Tedeschi in tema di sussidiarietà c.d. rinforzata. La seconda parte della tesi dottorale ha avuto come incipit l’approfondimento del concetto di servizio pubblico locale e la sua evoluzione storico-giuridica. In secondo luogo, la ricerca si è concentrata sulla disciplina della gestione dei servizi pubblici locali come si è susseguita negli ultimi anni cercando di coglierne i tratti caratteristici ancorché sia stata sottoposta a continui interventi legislativi (solo negli ultimi tre anni si è assistito ad una continua modifica della disciplina che ha portato dapprima ad un referendum abrogativo, poi ad una pedissequa riproposizione del precedente dettato normativo, ed infine alla declaratoria di illegittimità da parte della Corte Costituzionale). Nel settimo e penultimo capitolo, la ricerca si è concentra, in particolar modo, su due diverse prospettive per individuare e definire la disciplina dei servizi pubblici locali: a) la prima prospettiva è rinvenibile nell’analisi degli articoli dell’ordinamento italiano, non toccati dalla declaratoria di illegittimità costituzionale per mezzo della sentenza della Corte Costituzionale n. 199/2012; b) la seconda si è concentrata sullo studio della disciplina dell’ordinamento unionista in tema di servizi pubblici locali (rectius Servizi di Interesse Economico Generale – SIEG). L’ultima parte della tesi ha inteso sintetizzare quanto precedentemente analizzato al fine di riunire ed offrire una visione chiara e completa della tesi sostenuta: una sostenibile interpretazione dell’applicazione del principio di sussidiarietà alla disciplina dei servizi pubblici locali.
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5

Bernardini, Luca. « Studio non lineare della convezione naturale in uno strato poroso orizzontale ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amslaurea.unibo.it/17256/.

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Résumé :
In questo elaborato si costituisce un modello numerico del problema di Darcy-Bénard con l’obiettivo di definire la sua risoluzione mediante il pacchetto software Mathematica 11.1 (© Wolfram, inc.). La struttura della tesi comprenderà, nel capitolo 2, una descrizione delle equazioni fondamentali che governano il moto di un fluido condotta avvalendosi dell’approssimazione di Oberbeck-Boussinesq, inoltre si descriveranno le condizioni al contorno e le condizioni iniziali applicabili ad un generico sistema di equazioni differenziali. Nel capitolo 3 verrà descritto il problema di Darcy-Bénard riferito ad uno strato poroso orizzontale, nonché le caratteristiche generali dei mezzi porosi stessi. Si porrà particolare attenzione al caso in cui le equazioni che descrivono il problema siano considerate non lineari, stazionarie e descritte utilizzando la funzione di corrente, tale scenario costituirà il modello del problema che si cercherà in seguito di risolvere numericamente. Sarà poi necessario, nel capitolo 4, introdurre il metodo degli elementi finiti il quale verrà utilizzato implicitamente dal software di calcolo per discretizzare il dominio del problema in esame e permettere quindi la risoluzione numerica del problema stesso. Il capitolo 5 riguarderà la descrizione della tecnica di implementazione del problema di Darcy-Bénard sul software utilizzato mostrando sia la procedura utilizzata che i risultati ottenuti. Verranno individuate le varie configurazioni a diverso numero di celle convettive che si formano al variare del numero di Rayleigh, si otterrà una correlazione tra il numero di Rayleigh e il numero di Nusselt medio alla parete e, infine, verrà riportato l’andamento dell’energia cinetica, per le configurazioni a diverso numero di celle ottenute. Nel capitolo 6 sarà condotta una analisi dei risultati visualizzati nel capitolo 5 ed il loro confronto con risultati ottenuti nella letteratura attualmente esistente.
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Picciariello, Maria Grazia. « Progetto di car design orientato alla archetipizzazione orizzontale nel Gruppo Stellantis ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24658/.

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Résumé :
Lo studio qui di seguito proposto mira allo sviluppo di una nuova piattaforma per le vetture del Gruppo Stellantis, utilizzando il metodo chiamato IDeS (Industrial Design Structure). L’obiettivo è sviluppare veicoli diversi in ottica di archetipizzazione orizzontale, ovvero progettare una piattaforma per il telaio che sia modulare e compatibile con più modelli diversi, e di conseguenza con più carrozzerie diverse. Vedremo come nel settore automotive sempre più brand si orientano verso una fusione dei marchi in pochi gruppi di produttori auto, in modo tale da ottimizzare la produzione su pochi elementi meccanici comuni, archetipizzati, che si montano su prodotti dal family feeling diverso. La metodologia utilizzata per il progetto si compone di varie parti tra cui il QFD (Quality Function Deployment), il Benchmarking, l’SDE (Stylistic Design Engineering) e la MAP (messa a punto). Questo lavoro vuole illustrare come sia possibile integrare queste metodologie per ottenere risultati di progettazione convincenti per qualsiasi prodotto, in questo caso per le berline da città. Grazie alla prima parte del metodo sarà possibile individuare i bisogni dei nuovi utilizzatori delle auto e delle strade, elaborare un pensiero progettuale che vada incontro sia agli amanti della guida sportiva sia a chi utilizza l’auto per spostarsi con la famiglia. Seguirà poi la fase di stile con i disegni dei nuovi modelli, in linea con il family feeling dei brand di riferimento e infine la fase di messa a punto durante la quale il telaio verrà sottoposto a prove di carico e a conseguenti ottimizzazioni strutturali.
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Pienti, Marco. « Sistemi naturali di fitodepurazione a flusso orizzontale sub-superficiale : Analisi teorico-sperimentale ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2015. http://amslaurea.unibo.it/8528/.

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Résumé :
Il lavoro di tesi riguarda i sistemi naturali di fitodepurazione, focalizzandosi in particolare sui sistemi a flusso orizzontale sub-superficiale. Vengono esposte la loro applicabilità e diffusione e le principali normative di riferimento. Vengono trattati i principali parametri progettuali e metodi di dimensionamento e inoltre si svolge lo studio di uno specifico sito sperimentale.
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8

Fontana, Riccardo. « Self-efficacy e segregazione orizzontale : uno studio di genere nel corso di laurea magistrale in fisica ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021. http://amslaurea.unibo.it/24284/.

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Résumé :
Questa tesi ha come nucleo centrale un’indagine di genere svolta all’interno del Dipartimento di Fisica e Astronomia. Utilizzando i dati relativi alle tesi magistrali svolte negli ultimi dieci anni, si vuole indagare la numerosità e la distribuzione dellɜ studentɜ tra i diversi curricula del Corso di Laurea Magistrale in Fisica, e come l’Auto-Efficacia (Self-Efficacy) abbia effetti sulle scelte dellɜ studentɜ. Nel primo capitolo viene introdotto il concetto di Self-Efficacy, che viene illustrato sia nelle definizioni teoriche che nei metodi sperimentali che si utilizzano in psicometria per misurarla. Ci si concentra poi sulla Self-Efficacy delle studentesse nei Corsi di Laurea in Fisica, illustrando i risultati più recenti della ricerca a riguardo. Nel secondo capitolo si indaga invece la situazione dell’Ateneo di Bologna: dai dati degli ultimi dieci anni si osserva che le studentesse tendono ad indirizzarsi verso corsi di laurea in Fisica Applicata, mentre una percentuale minore rispetto a quella degli uomini di indirizza verso un curriculum teorico. Viene inoltre studiata la possibilità di una correlazione di genere nella scelta del relatore o della relatrice: il risultato del Test del Chi Quadro di Pearson effettuato sui dati dimostra la validità dell’ipotesi nulla ovvero che la scelta del relatore o della relatrice è casuale. Nel terzo e ultimo capitolo vengono intervistate Ilenia Picardi e Francesca Vidotto, esperte, rispettivamente, nei campi di Studi di Genere nella Scienza e della Filosofia della Scienza in ambito femminista, al fine di ampliare questa indagine con ulteriori analisi e commenti, in modo da inserire questo studio in un contesto più generale. I due interventi riguardano la segregazione orizzontale inserita in un contesto più ampio che non sia solo accademico e il possibile contributo apportato da una maggiore rappresentazione femminile in ambito scientifico.
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Mulazzani, Giovanni <1987&gt. « Il Partenariato Pubblico-Privato e la sussidiarieta orizzontale : da principio a modello efficace per lo sviluppo dei territori e per gli investimenti pubblici nel tempo della crisi ». Doctoral thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2018. http://amsdottorato.unibo.it/8605/1/TESI%20DOTTORATO_caricata_AMS_PhD.pdf.

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Résumé :
Il presente elaborato intende approfondire il tema del Partenariato Pubblico-Privato (PPP) quale strumento sempre più attuale e rilevante, non soltanto all’interno dell’ordinamento giuridico nazionale ed europeo, segnatamente per quanto attiene disciplina che concerne i contratti pubblici e le concessioni, bensì quale premessa, oggi più che mai necessaria e strategica per sviluppare azioni e interventi di cui potersi avvalere per affrontare le molteplici e complesse sfide della crisi economica e finanziaria dominata da stringenti vincoli di finanza pubblica. Il Capitolo II si concentra sulla dimensione contrattuale della collaborazione pubblico-privato in ambito strettamente contrattuale, dedicando particolare attenzione alle concessioni di lavori, di servizi ed alla finanza di progetto, con un excursus dalle origini attraverso un cammino normativo non sempre agevole, fino ai più recenti sviluppi normativi con l’entrata in vigore prima delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE e quindi del nuovo Codice dei contratti pubblici e delle concessioni (d.lgs. n. 50/2016). Il capitolo III è dedicato alle esperienze di collaborazione pubblico-privato istituzionalizzate, quali in primis le società miste per gestione di servizi di pubblica utilità, aventi interesse economico generale e successivamente le altre fattispecie collaborative quali le fondazioni per la gestione dei servizi, anch’essi d’interesse generale ma privi d’interesse economico, quali i servizi nell’ambito della sanità, della formazione universitaria e della ricerca scientifica. Infine, il Capitolo VI indaga la possibilità per il principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale, di potere realmente evolvere da mero principio statico ispiratore delle relazioni collaborative e cooperative tra gli attori istituzionali ed i soggetti privati a modello propulsivo e dinamico di una nuova e più aggiornata strategia di crescita, per promuovere in modo adeguato ed efficiente lo sviluppo dei territori al tempo della crisi, e per favorire gli investimenti pubblici proprio attraverso gli strumenti di PPP.
The following Thesis aims at detailing the topic of the Public-Private Partnership (PPP), as an increasingly recurrent legal instrument, not just as a legal phenomenon tied with the Italian and European legal order (in particular as for public contracts and concessions) but rather as a preliminary condition that must be held in order to develop the strategies of action that the various challenges posed by the economic and financial crises require in term of limits towards the public spending. The Chapter II focuses on the contractual dimension of the Public-Private Partnership in a stricto sensu contractual ambit, devoting particular attention to concessions of services and to project financing, with an excursus from the origins, through a difficult normative pathway, until the most recent legislative developments with the entrance into force of the directives 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE and of the Code of public contracts and of the concessions (d.lgs. n. 50/2016). Chapter III is devoted to the description of experiences institutional PPPs, in primis "mixed" companies established for the management of public utilities (Services having a General Economic Interest) and then to the other examples of cooperation, as foundations for the management of Social Services of General Interest, as healthcare services, secondary and higher education and scientific research. The last Chapter, n. VI, investigates the possibility for horizontal subsidiarity to evolve from a mere “static” principle which inspires the relationship of cooperation between private and institutional actors towards a more dynamic model propelling a fresh and timely strategy of growth, in order to promote adequately and efficiently local development in time of crisis and to favour public investments through PPP.
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Creddo, Martina. « Horizontal Convexity on Carnot Groups ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
In questa tesi introdurremo la nozione di gruppo di Carnot e studieremo le funzioni orizzontalmente convesse in questi gruppi. Daremo diverse definizioni di convessità orizzontale sul gruppo di Heisenberg e ne dimostreremo l'equivalenza. Poi faremo lo stesso per generali gruppi di Carnot. Infine dimostreremo il Principio del Confronto e il principio del Massimo per funzioni orizzontalmente convesse nel gruppo di Heisenberg H1.
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Gruppioni, Sara. « Alcune caratterizzazioni delle funzioni convesse nei gruppi di Carnot ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/7314/.

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Résumé :
In questa trattazione ci proponiamo di analizzare e approfondire alcune delle definizioni fondamentali di funzione convessa; l’ambiente nel quale lavoreremo non si limiterà a quello euclideo, ma spazierà anche tra gruppo di Heisenberg e gruppo di Carnot. In questo lavoro dimostriamo una nuova caratterizzazione delle funzioni convesse in termini delle proprietà di sottomedia.
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GUGLIELMETTI, ELENA. « Antibiotico resistenza in batteri lattici : basi molecolari e trasferibilità ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/404.

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Résumé :
La scoperta e il successivo uso di antibiotici hanno reso resistenti molte specie batteriche sia di origine animale sia umana. I geni di resistenza agli antibiotici possono essere trasferiti tramite la catena alimentare, a partire dagli animali e alimenti, fino al tratto gastrointestinale degli esseri umani. Il presente studio descrive la proprietà coniugativa di alcuni nuovi plasmidi, in particolare di uno identificato in un ceppo di Lactococcus lactis spp. lactis, isolato dall'intestino di pesce, e di altri plasmidi individuati in ceppi di Lactobacillus brevis, Lb. plantarum e Lb. reuteri, isolati da salame. La trasferibilità dei plasmidi che portano i geni di resistenza per l’eritromicina o tetraciclina è stata valutata con metodi di elettroporazione e coniugazione in vitro. Nello specifico è riportato il trasferimento di tali plasmidi a specie batteriche patogene per l’uomo come Listeria monocytogenes e Staphylococcus spp. e a un agente responsabile di Lactococcosi nei pesci come Lc. garvieae. Dopo lo studio sulle proprietà coniugative si è proceduto alla caratterizzazione di questi elementi extracromosomici con esperimenti di comobilizzazione e stabilità. I dati ottenuti suggeriscono come i LAB possano essere un serbatoio di diffusione dei geni per l’antibiotico resistenza, con gravi rischi per l’allevamento di prodotti ittici e salute umana.
The discovery and subsequent widespread use of antibiotics have rendered many bacterial species of human and animal origin resistant to some antibiotics. Antibiotic resistance gene may be transferred via food chain, from animals into fermented and other food or in the human gastrointestinal tract. The transferability of some plasmids that harbor the tetracycline or erythromycin resistance genes to animal and human pathogens was assessed using electrotrasformation and conjugation. The present study describes the proprieties of some new plasmids, originally isolated from fish intestinal Lactococcus lactis ssp. lactis and from fermented sausage Lactobacillus brevis, Lb. plantarum and Lb. reuteri. In particular, here I report the potentially of transferable antibiotic resistance determinants to human pathogenic bacterial like Listeria monocytogenes and Staphylococcus spp. and to an etiologic agent of Lactococcus infection like Lc. garvieae. The possibility of transferring natural Lactococcus and Lactobacillus plasmids into pathogenic bacterial strains involved the characterization of these elements, like comobilization and plasmid stability. These data suggest that lactic acid bacteria (LAB) might be reservoir organism for acquired resistance genes that can be spread both to fish and human pathogens, posing a risk to aquaculture and human health.
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GUGLIELMETTI, ELENA. « Antibiotico resistenza in batteri lattici : basi molecolari e trasferibilità ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/404.

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Résumé :
La scoperta e il successivo uso di antibiotici hanno reso resistenti molte specie batteriche sia di origine animale sia umana. I geni di resistenza agli antibiotici possono essere trasferiti tramite la catena alimentare, a partire dagli animali e alimenti, fino al tratto gastrointestinale degli esseri umani. Il presente studio descrive la proprietà coniugativa di alcuni nuovi plasmidi, in particolare di uno identificato in un ceppo di Lactococcus lactis spp. lactis, isolato dall'intestino di pesce, e di altri plasmidi individuati in ceppi di Lactobacillus brevis, Lb. plantarum e Lb. reuteri, isolati da salame. La trasferibilità dei plasmidi che portano i geni di resistenza per l’eritromicina o tetraciclina è stata valutata con metodi di elettroporazione e coniugazione in vitro. Nello specifico è riportato il trasferimento di tali plasmidi a specie batteriche patogene per l’uomo come Listeria monocytogenes e Staphylococcus spp. e a un agente responsabile di Lactococcosi nei pesci come Lc. garvieae. Dopo lo studio sulle proprietà coniugative si è proceduto alla caratterizzazione di questi elementi extracromosomici con esperimenti di comobilizzazione e stabilità. I dati ottenuti suggeriscono come i LAB possano essere un serbatoio di diffusione dei geni per l’antibiotico resistenza, con gravi rischi per l’allevamento di prodotti ittici e salute umana.
The discovery and subsequent widespread use of antibiotics have rendered many bacterial species of human and animal origin resistant to some antibiotics. Antibiotic resistance gene may be transferred via food chain, from animals into fermented and other food or in the human gastrointestinal tract. The transferability of some plasmids that harbor the tetracycline or erythromycin resistance genes to animal and human pathogens was assessed using electrotrasformation and conjugation. The present study describes the proprieties of some new plasmids, originally isolated from fish intestinal Lactococcus lactis ssp. lactis and from fermented sausage Lactobacillus brevis, Lb. plantarum and Lb. reuteri. In particular, here I report the potentially of transferable antibiotic resistance determinants to human pathogenic bacterial like Listeria monocytogenes and Staphylococcus spp. and to an etiologic agent of Lactococcus infection like Lc. garvieae. The possibility of transferring natural Lactococcus and Lactobacillus plasmids into pathogenic bacterial strains involved the characterization of these elements, like comobilization and plasmid stability. These data suggest that lactic acid bacteria (LAB) might be reservoir organism for acquired resistance genes that can be spread both to fish and human pathogens, posing a risk to aquaculture and human health.
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Cagnin, Valentina <1985&gt. « Sviluppo sostenibile e diritto del lavoro ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2013. http://hdl.handle.net/10579/3959.

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Résumé :
La tesi si propone di indagare il concetto di sviluppo sostenibile ripercorrendone le principali tappe evolutive, per coglierne le caratteristiche intrinseche e le differenti declinazioni nei suoi tre pilastri (ambientale, economico e sociale). Vengono quindi indagate le radici e le criticità dello sviluppo sostenibile nelle teorie economiche, per poi analizzarne i riferimenti normativi e giurisprudenziali a livello nazionale e sovranazionale. Dopo dunque aver ricostruito il dibattito dottrinale sul tema dello sviluppo sostenibile, ne vengono analizzati alcuni esempi di applicazione concreta (TTIP, RSI, GSP e Clausola Sociale Orizzontale), per riflettere infine sulle affinità esistenti tra questo paradigma valoriale e il diritto del lavoro e sulle possibile interazioni future tra i due termini di confronto.
This thesis aims to investigate the concept of sustainable development, with an overview of the concept’s evolutionary stages, in order to get its intrinsic characteristics and to understand the different meaning it has in its three fundamental pillars (environmental, economic and social). After investigating the sustainable development roots and critics in economic theories, an overview of the legislation and case law references to this concept, both at the national and international level, is offered. The reconstruction of the doctrinal debate on the theme of sustainable development follows, and some examples of sustainable development practical application (TTIP, CSR, GSP and Horizontal Social Clause) are analyzed. Finally a reflection on the similarities between this paradigm and the labour law and on the future potential relations between sustainable development and labour law is proposed.
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BOCCALETTI, SIMONE. « ESSAYS ON CORPORATE FINANCE AND INDUSTRIAL ORGANIZATION ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/53059.

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Résumé :
Il presente lavoro di tesi analizza da un punto di vista teorico i contratti di debito con collaterale e la scelta di specializzazione degli asset produttivi. Le imprese soggette a vincoli finanziari danno in pegno i loro asset come collaterale per migliorare l’accesso al credito. Tuttavia, i prenditori di fondi trovano spesso difficoltà nel finanziare progetti con asset eccessivamente specializzati perché il loro valore di liquidazione è basso (asset troppo specializzati hanno un valore di riutilizzo limitato) anche quando i progetti hanno un rendimento atteso elevato. In questo contesto, questa tesi vuole rispondere alle seguenti domande di ricerca: in quale modo la scelta di specializzare un asset produttivo influisce sui contratti finanziari? Quali sono gli effetti delle diverse scelte di specificità su quantità e condizioni del credito? E sulla competizione nel mercato del prodotto? La tesi tratta sia temi di finanza aziendale che temi di organizzazione industriale, e, utilizzando un nuovo approccio teorico, analizza congiuntamente il grado di specificità degli asset e il loro valore di liquidazione. La specializzazione degli asset aumenta il ritorno dei progetti ma diminuisce il valore di liquidazione degli asset stessi. Quando le imprese devono impegnare gli asset come collaterale, questo implica un aumento del costo del debito. Analizzando questo “specificity trade-off”, la tesi dimostra che: nel mercato secondario il valore di liquidazione di un asset dipende dal grado di specificità, dai costi di riutilizzo e dalla presenza di potenziali acquirenti; imprese che devono ricorrere a finanziamenti investono meno in specializzazione degli asset rispetto a imprese che riescono ad auto-finanziarsi; la struttura del mercato e il grado di specializzazione scelto sono influenzati dalle condizioni finanziarie; quando il grado di specificità degli asset produttivi influisce sul grado di differenziazione dei prodotti, il trade-off implica che le imprese che devono finanziarsi attraverso il mercato dei capitali investono meno in specializzazione e, di conseguenza, sono esposte ad un grado di concorrenza maggiore nel mercato del prodotto.
My dissertation is about collateral debt contracts and the choice of specializing productive assets, from a theoretical perspective. Financially constrained firms pledge their productive assets as collateral in order to enhance their access to credit. However, firms may find it difficult to finance projects when their collateralized productive assets are too specialized since their liquidation value is low (as a matter of fact redeployability of those assets to alternative uses is scarce) even when their projects have large expected returns. In this context, my dissertation aims to answer the following research questions: how does the choice of asset specialization affect financial contracts? Which are the implications of different degree of asset specificity for the amount of credit and product market competition? This dissertation is at a cross road between industrial organization and corporate finance and uses a novel approach where the choice of asset specialization and the liquidation value of a productive asset are analyzed together. Asset specialization increases firms' project returns, but decreases the liquidation value of productive assets. When firms are credit constrained this implies a higher cost of debt. By examining this specialization trade-off, I am able to prove the following results: in the secondary market the resale value of a productive asset is determined by its degree of asset specificity, redeployability costs and the presence of firms willing to acquire the it; financially constrained firms invest less in asset specialization compared to self-financing firms; market structure and the degree of asset specialization may be influenced by financial choices; when asset specificity affects product market differentiation, the specialization trade-off implies that financially constrained firms invest less in product differentiation, and, as a consequence, face tougher competition compared to non-financially constrained firms.
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BOCCALETTI, SIMONE. « ESSAYS ON CORPORATE FINANCE AND INDUSTRIAL ORGANIZATION ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10280/53059.

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Résumé :
Il presente lavoro di tesi analizza da un punto di vista teorico i contratti di debito con collaterale e la scelta di specializzazione degli asset produttivi. Le imprese soggette a vincoli finanziari danno in pegno i loro asset come collaterale per migliorare l’accesso al credito. Tuttavia, i prenditori di fondi trovano spesso difficoltà nel finanziare progetti con asset eccessivamente specializzati perché il loro valore di liquidazione è basso (asset troppo specializzati hanno un valore di riutilizzo limitato) anche quando i progetti hanno un rendimento atteso elevato. In questo contesto, questa tesi vuole rispondere alle seguenti domande di ricerca: in quale modo la scelta di specializzare un asset produttivo influisce sui contratti finanziari? Quali sono gli effetti delle diverse scelte di specificità su quantità e condizioni del credito? E sulla competizione nel mercato del prodotto? La tesi tratta sia temi di finanza aziendale che temi di organizzazione industriale, e, utilizzando un nuovo approccio teorico, analizza congiuntamente il grado di specificità degli asset e il loro valore di liquidazione. La specializzazione degli asset aumenta il ritorno dei progetti ma diminuisce il valore di liquidazione degli asset stessi. Quando le imprese devono impegnare gli asset come collaterale, questo implica un aumento del costo del debito. Analizzando questo “specificity trade-off”, la tesi dimostra che: nel mercato secondario il valore di liquidazione di un asset dipende dal grado di specificità, dai costi di riutilizzo e dalla presenza di potenziali acquirenti; imprese che devono ricorrere a finanziamenti investono meno in specializzazione degli asset rispetto a imprese che riescono ad auto-finanziarsi; la struttura del mercato e il grado di specializzazione scelto sono influenzati dalle condizioni finanziarie; quando il grado di specificità degli asset produttivi influisce sul grado di differenziazione dei prodotti, il trade-off implica che le imprese che devono finanziarsi attraverso il mercato dei capitali investono meno in specializzazione e, di conseguenza, sono esposte ad un grado di concorrenza maggiore nel mercato del prodotto.
My dissertation is about collateral debt contracts and the choice of specializing productive assets, from a theoretical perspective. Financially constrained firms pledge their productive assets as collateral in order to enhance their access to credit. However, firms may find it difficult to finance projects when their collateralized productive assets are too specialized since their liquidation value is low (as a matter of fact redeployability of those assets to alternative uses is scarce) even when their projects have large expected returns. In this context, my dissertation aims to answer the following research questions: how does the choice of asset specialization affect financial contracts? Which are the implications of different degree of asset specificity for the amount of credit and product market competition? This dissertation is at a cross road between industrial organization and corporate finance and uses a novel approach where the choice of asset specialization and the liquidation value of a productive asset are analyzed together. Asset specialization increases firms' project returns, but decreases the liquidation value of productive assets. When firms are credit constrained this implies a higher cost of debt. By examining this specialization trade-off, I am able to prove the following results: in the secondary market the resale value of a productive asset is determined by its degree of asset specificity, redeployability costs and the presence of firms willing to acquire the it; financially constrained firms invest less in asset specialization compared to self-financing firms; market structure and the degree of asset specialization may be influenced by financial choices; when asset specificity affects product market differentiation, the specialization trade-off implies that financially constrained firms invest less in product differentiation, and, as a consequence, face tougher competition compared to non-financially constrained firms.
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BENETTI, MARCELLO. « Il contratto di rete e i rapporti orizzontali tra partecipanti ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/2050.

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Résumé :
Il legislatore, con la previsione di cui al comma 4- ter dell'art. 3 del d.l. 10 febbraio 2009, n. 5, convertito con modificazioni dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, e sostituito dall'art. 42, comma 2-bis del d.l. 31 maggio 2010 n. 78, ha introdotto una nuova figura contrattuale avente la chiara finalità di favorire lo sviluppo dell'economia del paese. Il lavoro, partendo da una ricognizione empirica dei singoli contratti effettivamente stipulati, intende procedere ad una ricostruzione economicagiuridico del nuovo strumento della rete contrattuale tra imprese, fondandola sulla possibilità di costituire rapporti orizzontali tra partecipanti, che il legislatore ha espressamente previsto nella disciplina di legge, intendendosi tali tutte le obbligazioni che vengono assunte, al fine di realizzare il «programma comune di rete», da parte di uno o più degli aderenti nei confronti e a favore di uno o più degli altri partecipanti. Tale ricerca, anzitutto, verifica nel primo capitolo, la rilevanza che i rapporti orizzontali costituibili all'interno del nuovo contratto possono avere nel raggiungimento dei fini di politica economica perseguiti dalla norma: a tal fine si procede, dunque, sinteticamente all'analisi delle caratteristiche del sistema economico italiano, individuando i concetti economici e giuridici di “distretto” e “rete fattuale di imprese” ed evidenziando come gli stessi siano fondati su relazioni economiche recepibili in forma di rapporti orizzontali tra partecipanti al nuovo strumento contrattuale e si accerta che la potenzialità/effettività/volontariatetà di questi ultimi permette di tracciare il confine tra le stesse figure. La ricerca prosegue, poi, a verificare se la previsione di tali rapporti orizzontali tra i partecipanti - permettendo, al nuovo strumento contrattuale, di recepire a livello giuiridico la effettiva struttura economica delle modalità produttive a rete del nostro paese (distretti e reti fattuali d'impresa) - sia rilevante rispetto alla politica economica legislativa ed individua quali vantaggi ciò possa generare a livello di economie esterne alle singole imprese aderenti, ma interne alla rete stessa (in particolare rispetto alla finanziabilità delle imprese partecipanti alle reti). Appurato che, almeno in via teorica, la possibilità di costituire rapporti orizzontali tra partecipanti può essere utile nel perseguimento della finalità di politica economica, si procede a comprendere quanto tale previsione abbia comportato nella strutturazione giuridica del contratto. Nel secondo capitolo, riprendendo l'analisi delle attuali categorie contrattuali e considerata anche la loro evoluzione, si ricostruisce, da un punto di vista dogmatico-giuridico, il contratto di rete e, analizzando ed escludendo quelle teorie che attribuiscono allo stesso una natura “ibrida” ed una sua possibile riconducibilità ai contratti di scambio, si evidenziano tutte le motivazioni che portano a ritenerlo sempre e comunque un contratto associativo. Dato atto di ciò, ripercorrendo le caratteristiche di questa categoria contrattuale, nella ricerca si procede ad evidenziare le problematiche conseguenti all'applicazione delle norme di cui agli artt. 1420, 1446, 1459 e 1466 c.c., espressamente richiamate dal legislatore: tali norme, nate per disciplinare contratti che prevedono esclusivamente rapporti verticali tra l'ente e gli associati (caratterizzati, pertanto, esclusivamente da un “sinallagma per partecipazione”) appaiono non del tutto adeguate a regolare un contratto ove, in presenza di rapporti orizzontali, sussiste anche una sinallagmaticità “per corrispettività”, la quale rende necessaria una riconsiderazione dei criteri interpretativi delle suddette norme, che permetta di offrire adeguate tutele ad ogni interesse contrattuale. La terza parte analizza se, all'interno della categoria dei contratti associativi, la rete contrattuale sia un contratto del tutto nuovo ovvero se sia riconducibile a preesistenti figure e, nel caso, entro quali limiti: nel procedere a tale esame, tenendo conto che il dettato legislativo contiene un espresso riferimento ad alcune norme che disciplinano il fondo comune consortile, si verifica se sia giustificabile una riconduzione della rete contrattuale all'interno della generale tipologia consortile, evidenziando, peraltro, che i rapporti orizzontali permettono di qualificarla come nuova tipologia consortile, che offre strumenti ulteriori rispetto a quelle preesistenti e che la presenza di tali rapporti è di ostacolo alla possibilità che la rete possa assumere forme societarie. La conclusione del lavoro evidenzia che il legislatore, con l'introduzione del contratto di rete, ha introdotto una innovativa species associativa, riconducibile al genus consortile, consentendo, per la prima volta, che la strutturazione di un tale tipologia di contratto possa avvenire non solo attraverso gli abituali rapporti verticali, che obbligano i partecipanti nei confronti dell'ente, ma, pure, attraverso rapporti orizzontali, i quali concorrono, insieme con gli ordinari rapporti verticali, a rendere possibile, anche attraverso la combinazione delle attività dei partecipanti e lo scambio tra di essi sia di prestazioni sia di risorse, la realizzazione dell'attività volta al perseguimento dello scopo comune del contratto in questione.
The Legislator, with the provision of paragraph 4-ter art. 3 of d.l. February 10, 2009, No 5, converted with some amendments by the law “April 9, 2009, No 33”, and replaced by. Art.42, paragraph 2-bis of the d.l. nr. 78 of May 31st 2010, has introduced a new figure of contract with the clear aim of promoting the development of the Country. The work, starting from an empirical survey of individual contracts actually concluded, intends to define under new legal and economic background the new instrument of the network contract between companies, establishing the possibility of establishing horizontal relations between participants, that the Legislator has expressly provided for in the common law, meaning such network as all the obbligations that are taken in order to realize the "joint network program”, by one or more of its members against and in favor of one or more other participants. This research, first of all, shows in the first chapter, the relevance that horizontal relations established within the new contract may have in achieving the goals of economic policy pursued by the law: to this end we proceed, therefore, in a brief analysis of the characteristics the Italian economic system, identifying the economic and legal concepts of "district" and "factual business network" and pointing out that the same are based on economic relations that can be represented in the form of horizontal relations between participants in the new contractual instrument. This research verifies that the potentiality/ effectiveness/volontariaty of the latter allows you to draw the line between the same figures. The research continues, then, to verify if the prediction of such horizontal relationships among the participants - allowing, to this new type of contract, to transpose in a giuridical way the actual economic structure of our country's production structure (business districts and de-facto networks of compaies) - is material in relation to legislative economical policy and identifies what benefits it may be generated in terms of external economies at the level of individual member company, but internal to the network itself (in particular with respect to the improved credit eligibility of the firms participating in networks). Having verified that, at least in theory, the possibility of establishing horizontal relations between participants can be helpful in pursuing the aim of economic policy, we proceed to understand how this provision has resulted in the legal structuring of the contract. In the second chapter, continuing the analysis of the current contract categories and considered also their evolution, is defined, from a legal-dogmatic point of view, the “network contract”, and analyzing and excluding those theories which attribute to it an “hybrid” nature and its possible link to exchange contracts, the research highlights all the reasons that lead us to conclude that it has always to be considered an associative contract. Because of this act, recapitulating the features of this contract category, the research proceeds to highlight the problems connected to application of Articles. 1420, 1446, 1459 and 1466 cc, expressly cited by the Legislator: such articles, created to regulate contracts involving only vertical relationships between the “entity” and the “associates” are not the entirely adequate to set a contract with horizontal relations, which requires a reconsideration of the criteria for interpretation of those rules, which allows to offer adequate protection to any contractual interest. The third part analyzes whether, within the category of associative contracts, the network contract is a new kind of contract or whether it is reconductable to existing contractual types and, if so, to what extent: in making such examination, taking into account that the legislation contains a specific reference to certain rules governing the mutual fund, it is verified if the network contract can be justified within the general type of consortium contract, emphasizing, however, that the horizontal relationship qualify it as a new type of consortium, which offers more than existing tools and that the presence of such relationships is an obstacle to the possibility that the network contract can assume societary forms. The conclusion of this paper stresses that the Legislator, with the introduction of the network contract, has introduced an innovative associative species, reconductable to that of a consortium, allowing, for the first time, that the structuring of such a type of contract can occur not only through the usual vertical relationships, which formally link the participants with the Entity, but also through horizontal relationships, which contribute, together with the ordinary vertical relationships, to make possible, through the combination of the activities of participants and the exchange between them of both performances or resources, the implementation of activities aimed at achieving the common purpose of the contract in question
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BENETTI, MARCELLO. « Il contratto di rete e i rapporti orizzontali tra partecipanti ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2013. http://hdl.handle.net/10280/2050.

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Résumé :
Il legislatore, con la previsione di cui al comma 4- ter dell'art. 3 del d.l. 10 febbraio 2009, n. 5, convertito con modificazioni dalla legge 9 aprile 2009, n. 33, e sostituito dall'art. 42, comma 2-bis del d.l. 31 maggio 2010 n. 78, ha introdotto una nuova figura contrattuale avente la chiara finalità di favorire lo sviluppo dell'economia del paese. Il lavoro, partendo da una ricognizione empirica dei singoli contratti effettivamente stipulati, intende procedere ad una ricostruzione economicagiuridico del nuovo strumento della rete contrattuale tra imprese, fondandola sulla possibilità di costituire rapporti orizzontali tra partecipanti, che il legislatore ha espressamente previsto nella disciplina di legge, intendendosi tali tutte le obbligazioni che vengono assunte, al fine di realizzare il «programma comune di rete», da parte di uno o più degli aderenti nei confronti e a favore di uno o più degli altri partecipanti. Tale ricerca, anzitutto, verifica nel primo capitolo, la rilevanza che i rapporti orizzontali costituibili all'interno del nuovo contratto possono avere nel raggiungimento dei fini di politica economica perseguiti dalla norma: a tal fine si procede, dunque, sinteticamente all'analisi delle caratteristiche del sistema economico italiano, individuando i concetti economici e giuridici di “distretto” e “rete fattuale di imprese” ed evidenziando come gli stessi siano fondati su relazioni economiche recepibili in forma di rapporti orizzontali tra partecipanti al nuovo strumento contrattuale e si accerta che la potenzialità/effettività/volontariatetà di questi ultimi permette di tracciare il confine tra le stesse figure. La ricerca prosegue, poi, a verificare se la previsione di tali rapporti orizzontali tra i partecipanti - permettendo, al nuovo strumento contrattuale, di recepire a livello giuiridico la effettiva struttura economica delle modalità produttive a rete del nostro paese (distretti e reti fattuali d'impresa) - sia rilevante rispetto alla politica economica legislativa ed individua quali vantaggi ciò possa generare a livello di economie esterne alle singole imprese aderenti, ma interne alla rete stessa (in particolare rispetto alla finanziabilità delle imprese partecipanti alle reti). Appurato che, almeno in via teorica, la possibilità di costituire rapporti orizzontali tra partecipanti può essere utile nel perseguimento della finalità di politica economica, si procede a comprendere quanto tale previsione abbia comportato nella strutturazione giuridica del contratto. Nel secondo capitolo, riprendendo l'analisi delle attuali categorie contrattuali e considerata anche la loro evoluzione, si ricostruisce, da un punto di vista dogmatico-giuridico, il contratto di rete e, analizzando ed escludendo quelle teorie che attribuiscono allo stesso una natura “ibrida” ed una sua possibile riconducibilità ai contratti di scambio, si evidenziano tutte le motivazioni che portano a ritenerlo sempre e comunque un contratto associativo. Dato atto di ciò, ripercorrendo le caratteristiche di questa categoria contrattuale, nella ricerca si procede ad evidenziare le problematiche conseguenti all'applicazione delle norme di cui agli artt. 1420, 1446, 1459 e 1466 c.c., espressamente richiamate dal legislatore: tali norme, nate per disciplinare contratti che prevedono esclusivamente rapporti verticali tra l'ente e gli associati (caratterizzati, pertanto, esclusivamente da un “sinallagma per partecipazione”) appaiono non del tutto adeguate a regolare un contratto ove, in presenza di rapporti orizzontali, sussiste anche una sinallagmaticità “per corrispettività”, la quale rende necessaria una riconsiderazione dei criteri interpretativi delle suddette norme, che permetta di offrire adeguate tutele ad ogni interesse contrattuale. La terza parte analizza se, all'interno della categoria dei contratti associativi, la rete contrattuale sia un contratto del tutto nuovo ovvero se sia riconducibile a preesistenti figure e, nel caso, entro quali limiti: nel procedere a tale esame, tenendo conto che il dettato legislativo contiene un espresso riferimento ad alcune norme che disciplinano il fondo comune consortile, si verifica se sia giustificabile una riconduzione della rete contrattuale all'interno della generale tipologia consortile, evidenziando, peraltro, che i rapporti orizzontali permettono di qualificarla come nuova tipologia consortile, che offre strumenti ulteriori rispetto a quelle preesistenti e che la presenza di tali rapporti è di ostacolo alla possibilità che la rete possa assumere forme societarie. La conclusione del lavoro evidenzia che il legislatore, con l'introduzione del contratto di rete, ha introdotto una innovativa species associativa, riconducibile al genus consortile, consentendo, per la prima volta, che la strutturazione di un tale tipologia di contratto possa avvenire non solo attraverso gli abituali rapporti verticali, che obbligano i partecipanti nei confronti dell'ente, ma, pure, attraverso rapporti orizzontali, i quali concorrono, insieme con gli ordinari rapporti verticali, a rendere possibile, anche attraverso la combinazione delle attività dei partecipanti e lo scambio tra di essi sia di prestazioni sia di risorse, la realizzazione dell'attività volta al perseguimento dello scopo comune del contratto in questione.
The Legislator, with the provision of paragraph 4-ter art. 3 of d.l. February 10, 2009, No 5, converted with some amendments by the law “April 9, 2009, No 33”, and replaced by. Art.42, paragraph 2-bis of the d.l. nr. 78 of May 31st 2010, has introduced a new figure of contract with the clear aim of promoting the development of the Country. The work, starting from an empirical survey of individual contracts actually concluded, intends to define under new legal and economic background the new instrument of the network contract between companies, establishing the possibility of establishing horizontal relations between participants, that the Legislator has expressly provided for in the common law, meaning such network as all the obbligations that are taken in order to realize the "joint network program”, by one or more of its members against and in favor of one or more other participants. This research, first of all, shows in the first chapter, the relevance that horizontal relations established within the new contract may have in achieving the goals of economic policy pursued by the law: to this end we proceed, therefore, in a brief analysis of the characteristics the Italian economic system, identifying the economic and legal concepts of "district" and "factual business network" and pointing out that the same are based on economic relations that can be represented in the form of horizontal relations between participants in the new contractual instrument. This research verifies that the potentiality/ effectiveness/volontariaty of the latter allows you to draw the line between the same figures. The research continues, then, to verify if the prediction of such horizontal relationships among the participants - allowing, to this new type of contract, to transpose in a giuridical way the actual economic structure of our country's production structure (business districts and de-facto networks of compaies) - is material in relation to legislative economical policy and identifies what benefits it may be generated in terms of external economies at the level of individual member company, but internal to the network itself (in particular with respect to the improved credit eligibility of the firms participating in networks). Having verified that, at least in theory, the possibility of establishing horizontal relations between participants can be helpful in pursuing the aim of economic policy, we proceed to understand how this provision has resulted in the legal structuring of the contract. In the second chapter, continuing the analysis of the current contract categories and considered also their evolution, is defined, from a legal-dogmatic point of view, the “network contract”, and analyzing and excluding those theories which attribute to it an “hybrid” nature and its possible link to exchange contracts, the research highlights all the reasons that lead us to conclude that it has always to be considered an associative contract. Because of this act, recapitulating the features of this contract category, the research proceeds to highlight the problems connected to application of Articles. 1420, 1446, 1459 and 1466 cc, expressly cited by the Legislator: such articles, created to regulate contracts involving only vertical relationships between the “entity” and the “associates” are not the entirely adequate to set a contract with horizontal relations, which requires a reconsideration of the criteria for interpretation of those rules, which allows to offer adequate protection to any contractual interest. The third part analyzes whether, within the category of associative contracts, the network contract is a new kind of contract or whether it is reconductable to existing contractual types and, if so, to what extent: in making such examination, taking into account that the legislation contains a specific reference to certain rules governing the mutual fund, it is verified if the network contract can be justified within the general type of consortium contract, emphasizing, however, that the horizontal relationship qualify it as a new type of consortium, which offers more than existing tools and that the presence of such relationships is an obstacle to the possibility that the network contract can assume societary forms. The conclusion of this paper stresses that the Legislator, with the introduction of the network contract, has introduced an innovative associative species, reconductable to that of a consortium, allowing, for the first time, that the structuring of such a type of contract can occur not only through the usual vertical relationships, which formally link the participants with the Entity, but also through horizontal relationships, which contribute, together with the ordinary vertical relationships, to make possible, through the combination of the activities of participants and the exchange between them of both performances or resources, the implementation of activities aimed at achieving the common purpose of the contract in question
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Piccioni, Pierangelo. « Comportamento di sistemi voltati in muratura per effetto di azioni orizzontali ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2013. http://amslaurea.unibo.it/5437/.

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Fossa, Alessandro. « Applicazioni con Interfaccia Operatore Web-based per Macchine Formatrici e Riempitrici Orizzontali ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2021.

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Il nostro lavoro si è concentrato sulla realizzazione di un’interfaccia operatore adibita al controllo di macchine formatrici e riempitrici orizzontali, cercando di “ringiovanirla”, dandole un aspetto più pulito e funzionale, quindi lavorando sull’ergonomia dell’applicazione in modo da rendere il suo utilizzo più facile e intuitivo, ed al contempo inserire funzionalità utili e interessanti che, oltre a semplificare il lavoro dell’operatore, permettano d'introdurre nuove possibilità di utilizzo e migliorare il controllo sul lavoro della macchina, che, in ottica futura, potrebbe portare un netto miglioramento nelle performance della macchina. Per la realizzazione di questa interfaccia abbiamo deciso di utilizzare tecnologie web, che, grazie ai loro innumerevoli pregi, ci hanno permesso di realizzare la nostra HMI in maniera più semplice e al contempo più funzionale, permettendo la raccolta di una mole di dati maggiore, che permetteranno quindi di analizzare meglio il comportamento della macchina, al fine di migliorare le prestazioni. Un ultimo aspetto che abbiamo considerato è la facilità di programmazione. Il nostro obiettivo è infatti quello di realizzare una sorta di “template”, sul quale ogni volta che deve essere realizzata un'interfaccia per una macchina specifica, non serva sviluppare ex-novo tutto il pannello ma modificare solamente pochi aspetti per adattare l’applicazione alla macchina richiesta.
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Sabatino, Riccardo. « Analisi non lineare di pareti murarie sotto azioni orizzontali : modellazione a telaio equivalente ». Doctoral thesis, Universita degli studi di Salerno, 2011. http://hdl.handle.net/10556/152.

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Résumé :
2009 - 2010
Lo spiccato comportamento inelastico delle strutture in muratura rende inapplicabile l’utilizzo di modelli statici lineari, e per tale motivo, sia per scopi accademici che eminentemente pratici, la comunità scientifica è chiamata all’adozione di più complessi modelli strutturali. A ciò si aggiunge l’esigenza di specifiche procedure statiche non lineari (NSP) che discendono dall’applicazione dei concetti alla base di un approccio perfomance‐based dell’ingegneria sismica. Tali procedure generalmente richiedono il confronto della domanda sismica con la capacità dell’edificio, tipicamente espressa in termini di spostamenti. In questa logica, la scelta dei più corretti modelli strutturali è di fondamentale importanza: da un lato l’esigenza di una previsione accurata porta all’adozione di modelli agli elementi finiti (EF) molto complessi ma, d’altra parte, l’alto costo in termini di tempo e di capacità computazionali richieste dai modelli agli EF suggerisce l’adozione, specie nella pratica professionale, di modelli semplificati, quali ad esempio il modello a telaio equivalente. Il modello a telaio equivalente non è una novità nel panorama della modellazione di strutture in muratura, tuttavia le effettive potenzialità del metodo meritano ancora oggi un sostanziale approfondimento, soprattutto in ambito non lineare. Scopo del presente lavoro di tesi è stata la realizzazione del software FREMA (Equivalent FRamE Analysis of MAsonry Structures), efficace strumento per l’analisi statica non lineare di pareti in muratura. Nel lavoro in esame sono quindi analizzate dapprima le principali caratteristiche del modello proposto (approccio a plasticità diffusa, processo di carico in controllo di spostamento, utilizzo di una legge accurata momento‐curvatura per il problema flessionale dei maschi murari, innovativi modelli a flessione per le fasce di piano) e successivamente una esaustiva validazione del software viene realizzata attraverso confronti con risultati teorici (analisi accurate agli EF) e riscontri sperimentali disponibili in letteratura. [a cura dell'autore]
IX n.s.
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BOCCALETTI, SIMONE. « Essays on Corporate Finance and Industrial Organization ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2018. http://hdl.handle.net/10281/220239.

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Résumé :
My dissertation is about collateral debt contracts and the choice of specializing productive assets, from a theoretical perspective. Financially constrained firms pledge their productive assets as collateral in order to enhance their access to credit. However, firms may find it difficult to finance projects when their collateralized productive assets are too specialized since their liquidation value is low (as a matter of fact redeployability of those assets to alternative uses is scarce) even when their projects have large expected returns. In this context, my dissertation aims to answer the following research questions: how does the choice of asset specialization affect financial contracts? Which are the implications of different degree of asset specificity for the amount of credit and product market competition? This dissertation is at a cross road between industrial organization and corporate finance and uses a novel approach where the choice of asset specialization and the liquidation value of a productive asset are analyzed together. Asset specialization increases firms' project returns, but decreases the liquidation value of productive assets. When firms are credit constrained this implies a higher cost of debt. By examining this specialization trade-off, I am able to prove the following results: in the secondary market the resale value of a productive asset is determined by its degree of asset specificity, redeployability costs and the presence of firms willing to acquire the it; financially constrained firms invest less in asset specialization compared to self-financing firms; market structure and the degree of asset specialization may be influenced by financial choices; when asset specificity affects product market differentiation, the specialization trade-off implies that financially constrained firms invest less in product differentiation, and, as a consequence, face tougher competition compared to non-financially constrained firms. The dissertation is organized as follows: in the first chapter I survey the literature on the link between product market competition, corporate finance and collateral debt contracts. In the second chapter I study the link between firms' choice of asset specificity and the secondary market for productive assets, taking the market structure as given. In the third chapter I study the link between collateral debt contract and product market competition when the initial investment in asset specificity affects the degree of product differentiation in the economy.
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Zaccarello, Benedetta. « Paul Valéry ed i "Cahiers" nell' orizzonte della tradizione filosofica ». Clermont-Ferrand 2, 2006. http://www.theses.fr/2006CLF20019.

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Paul Valéry a toujours porté son attention sur le rapport entre l'auteur, son oeuvre et le public. En rejetant le titre de poète pour s'investir dans la rédaction des "Cahiers", il semble vouloir se détacher de tout contact avec ses lecteurs, et adhérer plutôt au personnage du philosophe, retranché du monde et libre de se confronter avec sa propre pensée. Pourtant l'oeuvre de Valéry, les essais de son vivant, les "Cahiers", publiés posthumes, plus tard, a laissé sa trace dans la culture philosophique du vingtième siècle. De l'analyse de quelques épisodes de lecture philosophique des textes de Valéry émerge une image du poète-penseur, parfois différente de celle que lui même avait suggéré à ses lecteurs, ou que la critique a traditionnellement foisonné de l'auteur de "La Jeune Parque". L'étude retrace les principaux éléments de critique de quatre séries de philosophes, regroupés selon des axes thématiques : 1. W. Benjamin, T. W. Adorno, H. R. Jauss, H. Blumenberg (question de l'apport de l'esthétique à la perception de l'Histoire et à l'histoire de la perception ) ; 2. K. Löwith, H. Arendt, M. Merleau-Ponty (le cartésianisme de Valéry comme point de départ pour une philosophie capable d'assumer ses limites : le corps, le langage, la vie) ; 3. L. Anceschi, B. Croce, L. Pareyson, U. Eco (la poétique de Valéry et ses retombées sur la méthodologie esthétique et sur la théorie de la réception) ; 4. J. Derrida, M. Blanchot (écriture de la philosophie, philosophie de l'écriture). L'appendice analyse la critique valéryenne de la philosophie en tant que tradition de pensée et genre littéraire, et propose une lecture des "Cahiers" comme réactions aux limites des formes historiques de l'écriture spéculative
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Pierini, Daniele. « Analisi del comportamento di volte soggette a carichi verticali ed azioni orizzontali : applicazione ad un caso studio ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019.

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Résumé :
In questo elaborato si è analizzato il comportamento meccanico di volte e cupole in muratura soggette a carichi verticali ed azioni orizzontali. Per prima cosa sono state studiate le cupole in campo elastico lineare attraverso dei confronti con dei modelli agli elementi finiti, e poi si sono affrontate delle analisi in campo non lineare. P er la volta a botte è stata fatta anche l'analisi limite e delle verifiche di sicurezza sismica, confrontate poi con le analisi statiche non lineari. Infine si sono svolte delle analisi statiche non lineari sul caso studio e sulle principali volte (a botte, padiglione e crociera).
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Capotondi, Cecilia. « Una soluzione innovativa per sistemi resistenti alle azioni orizzontali in grado di soddisfare molteplici obiettivi prestazionali sismici ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2011. http://amslaurea.unibo.it/2025/.

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Biffano, Salvatore Adriano. « Studio di un algoritmo di calibrazione per i sensori di orizzonte terrestre ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21426/.

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Il presente lavoro ha come oggetto di studio la calibrazione dei sistemi ottici, in particolare dei sensori di orizzonte terrestre. La procedura di calibrazione incide notevolmente sull’accuratezza dei sensori, poiché, grazie ad essa, è possibile ricavare i parametri interni della camera ottica e questi sono necessari per ottenere, con elevata accuratezza, le informazioni metriche della scena che si va ad inquadrare. Infatti, i sensori di orizzonte terrestre consentono di determinare l’assetto, ricavando l’orientamento del veicolo spaziale rispetto alla terra tramite il riconoscimento dell’orizzonte terrestre; per ottimizzare questa identificazione, sono stati sviluppati vari componenti e diversi sistemi. In questo lavoro di tesi è stato implementato un codice in Matlab, basato sul metodo di calibrazione formulato da Zhang.
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De, Zorzi Nicla <1982&gt. « Divinazione e intertestualità : la serie divinatoria shumma izbu e il suo orizzonte culturale ». Doctoral thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2011. http://hdl.handle.net/10579/1117.

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Résumé :
La tesi si compone di due sezioni: 1) una ri-edizione della serie divinatoria Shumma izbu (editio princeps: E. Leichty, The divinatory series Shumma izbu (TCS 4), 1970) sulla base di numerosi testimoni inediti. 2) lo studio della serie dal punto di vista dell’inquadramento storico, dei meccanismi operativi, della fortuna del testo. Questa seconda parte rappresenta lo specifico e originale contributo della tesi alla comprensione del fenomeno della divinazione in Mesopotamia. Particolare attenzione é stata posta al ruolo dell'intertestualitá.
The present study presents an analysis and partial re-edition of the Mesopotamian divinatory series "Shumma izbu", "If an Anomaly". The edition is based on hundreds of published and unpublished manuscripts written on clay tablets that were studied in the British Museum. The new material has allowed numerous textual improvements over Erle Leichty's magisterial editio princeps of 1970. The main part of the study offers a synthesis on the diachronic development of the series and on its contextualization as well as a synchronic analysis of the canonical version's structure and its literary and rhetorical forms. This lead to the identification of the hermeneutical principles employed in this form of Mesopotamian divination - principles that can be shown to be deeply rooted in the continuum of Ancient Mesopotamian literature and thought.
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Olivieri, Margherita Costanza <1991&gt. « Montebelluna : un nuovo orizzonte di romanizzazione ? Edizione e commento di epitaffi inediti dalle necropoli di Posmon e Santa Maria in Colle ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2014. http://hdl.handle.net/10579/5484.

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Résumé :
Le dinamiche di contatto interculturale tra comunità del mondo antico restituiscono interessanti informazioni sia sui processi di assimilazione dei modelli politico-civili tra civiltà spesso differenti sia sulle manifestazioni più private delle civiltà medesime.Nello specifico, il territorio del Veneto orientale risulta essere un osservatorio privilegiato per lo studio dei contatti, delle interazioni e degli scambi tra popoli già dal primo apparire della documentazione epigrafica, in età preromana. Tale vocazione, quella dello scenario di etnie multiple, si configura anche nell’età della romanizzazione, con modalità in gran parte già indagate e definite.Con questa ricerca si è dunque inteso privilegiare le informazioni trasmesse per tramite epigrafico, non trascurando e, anzi, tentando di valorizzare i contesti archeologici originari dove sono stati rinvenuti i documenti in oggetto. Nello specifico, poi, la scelta di analizzare l'evidenza di Montebelluna risponde alla volontà di evidenziare la presenza di un contesto plurilingue o quantomeno del mantenimento della tradizione linguistica epicorica, pertinente alla realtà pre-romana: le interazioni che il latino intratteneva con un altro sistema linguistico, il venetico, la cui influenza emerge nei documenti epigrafici rinvenuti nella necropoli del montebellunese, hanno permesso di formulare nuove ipotesi sulle tempistiche e le modalità del processo che portarono i territori della X Regio a orbitare nel nuovo universo romano.
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Franciosi, Ilaria <1996&gt. « Il turismo sostenibile e le Riserve della Biosfera del Programma Man and Biosphere di Unesco : Un nuovo orizzonte di valorizzazione turistica ? » Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2021. http://hdl.handle.net/10579/20254.

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Résumé :
Il programma Man and Biosphere (MAB), uno dei sette programmi di Unesco, mira, attraverso il riconoscimento dei siti naturali come Riserve della Biosfera, a tutelare la biodiversità, incentivando l’uomo a migliorare il proprio rapporto con l’ambiente e promuovendo l’adozione di pratiche di sviluppo sostenibile. La sostenibilità, in modo particolare, è l’elemento chiave del Programma ed è un concetto strettamente collegato a quello di turismo sostenibile. L’obiettivo di questa tesi, infatti, è proprio quello di comprendere se il brand del programma MAB sia attrattivo dal punto di vista turistico e se le Riserve della Biosfera siano delle vere e proprie destinazioni turistiche; per rispondere a tale quesito si è osservato sia il punto di vista dei potenziali turisti che quello delle Riserve della Biosfera. Tramite l’utilizzo di strumenti come un questionario, il programma Google Trends, il sito di rating Tripadvisor e i portali turistici di destinazione, si è analizzato il pensiero dei turisti, in modo da comprendere la notorietà del brand del programma MAB e la conoscenza dei visitatori su queste tematiche. Di estrema importanza è anche il pensiero delle Riserve della Biosfera sulla loro potenzialità turistica e, per questo, è stato intervistato un attore che prende parte alla gestione della Riserva della Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria in Trentino-Alto Adige (Italia), più precisamente il Vice-Coordinatore dell’area tecnica. Ecco che in questo modo si è stato potuto determinare se le Riserve della Biosfera possano essere considerate delle destinazioni turistiche e se, quindi, il Programma MAB rappresenti uno strumento di valorizzazione turistica.
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CHERIF, PATRICK. « Le strategie versoliberistiche di Sergio Corazzini Studio del versoliberismo corazziniano in relazione all’orizzonte d’attesa metrico primo novecentesco ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Cagliari, 2014. http://hdl.handle.net/11584/266510.

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Résumé :
The PhD Thesis examines all work in Corazzini Sergio's free verse. Actually it is the first work which studies the whole free verse production of the Italian poet. The main originality is the methodology used for the analysis: the free verse is examined using an analytic system which are mix metric tools and reception theory. In this way the auctor overcomes the critic problems about free verse literature: actually there is not an unanimous definition of free verse. The work connects technical aspects with those sociological and literary, creating a perfect synergy between two methods: the theory of reception on the one hand, the analysis textual metric on the other. This method allows an objective identification of metric indexes through which to conduct the analysis. This system works about prosodic rules, metric canon laws, horizon of expectation and influences the relationships among poets, various prosodic theories and their relations with the metric system. Also it takes care about all historical, sociological, literary and technical aspects connecting with Corazzini’s free verse. For this reason the thesis firstly debates the fundamentals of a metric-formal examination. It centers on the concept and the contest of the free verse. Also it examines the Corazzini’s status in that time and his relationships with contemporary poets and with the tradition. This thesis recreates the literary contest of the free verse and the debate about it in the nineteenth and twentieth century. At the same time it can show the connection with this debate and Corazzini’s free verse. All free verse poems of Corazzini are studied in detail: each poem is observed through four different metric analysis system. The continuous dialogue between technical data and historical, literary and biographical arguments joins the text with the context of poetic schools and literary trends. The thesis contains four appendices showing the metric data of every composition. Also it contains graphs showing the evolution of the occurrence of free verse. The bibliography offers a section of the index of primary sources for the reconstruction of the literary context between 1876-1916.
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Tabarroni, Luca. « L'ombra del buco nero ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/18733/.

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Résumé :
Questa tesi ha come principale obiettivo quello di esporre un metodo per ricavare le formule in grado di prevedere la forma e le dimensioni dell'immagine di un Buco Nero. Per fare ciò si sono prima introdotti i principali strumenti della geometria differenziale come: varietà, curve, vettori, e tensore metrico, e poi sono state ricavate e studiate le soluzioni di Schwarzschild per le sorgenti statiche, e di Kerr per le sorgenti in rotazione. Tramite l'analisi di queste due soluzioni si sono ricavate le principali caratteristiche di un Buco Nero statico e di uno rotante, in particolare la presenza di uno, per Schwarzschild, o più, per Kerr, orizzonti degli eventi. Gli orizzonti degli eventi rappresentano i punti dove alcuni termini delle metriche di Schwarzschild e Kerr divergono, e sono i limiti non superabili per i segnali provenienti dal Buco Nero. Lo studio delle curve di lunghezza estremante, le geodetiche, è stato lo strumento fondamentale che ha guidato l'intero elaborato. Sono state studiate le geodetiche di tipo luce sia per le traiettorie radiali che per quelle sferiche. In particolare l'analisi delle geodetiche radiali ha portato all'introduzione delle coordinate di Eddington-Finkelstein e di Kerr, in grado di eliminare le singolarità delle metriche in corrispondenza degli orizzonti degli eventi. Per quanto riguarda le traiettorie non radiali si è ottenuta un'unica soluzione stabile per il caso di Schwarzschild, ovvero una sfera fotonica dove si ritrovano le traiettorie circolari e la cui proiezione appare come il caratteristico disco scuro. Per il caso di Kerr si è ottenuta una zona dove si hanno delle traiettorie sferiche e la cui dimensione aumenta all'aumentare della rotazione.
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Stellato, Marco. « Horizon entropy from scratch ». Master's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6693/.

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Résumé :
Scopo di questo lavoro di tesi è lo studio di alcune proprietà delle teorie generali della gravità in relazione alla meccanica e la termodinamica dei buchi neri. In particolare, la trattazione che seguirà ha lo scopo di fornire un percorso autoconsistente che conduca alla nozione di entropia di un orizzonte descritta in termini delle carica di Noether associata all'invarianza del funzionale d'azione, che descrive la teoria gravitazionale in considerazione, per trasformazioni di coordinate generali. Si presterà particolare attenzione ad alcune proprietà geometriche della Lagrangiana, proprietà che sono indipendenti dalla particolare forma della teoria che si sta prendendo in considerazione; trattasi cioè non di proprietà dinamiche, legate cioè alla forma delle equazioni del moto del campo gravitazionale, ma piuttosto caratteristiche proprie di qualunque varietà rappresentante uno spaziotempo curvo. Queste caratteristiche fanno sì che ogni teoria generale della gravità possieda alcune grandezze definite localmente sullo spaziotempo, in particolare una corrente di Noether e la carica ad essa associata. La forma esplicita della corrente e della carica dipende invece dalla Lagrangiana che si sceglie di adottare per descrivere il campo gravitazionale. Il lavoro di tesi sarà orientato prima a descrivere come questa corrente di Noether emerge in qualunque teoria della gravità invariante per trasformazioni generali e come essa viene esplicitata nel caso di Lagrangiane particolari, per poi identificare la carica ad essa associata come una grandezza connessa all' entropia di un orizzonte in qualunque teoria generale della gravità.
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Ferraiuolo, Sarah. « Principio di equivalenza e descrizione dello spazio-tempo vicino l’orizzonte di un buco nero tramite la metrica di Rindler ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2020. http://amslaurea.unibo.it/21227/.

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Résumé :
Lo scopo di questa tesi è presentare una sintesi del Principio di Equivalenza e della descrizione dello spazio-tempo di un buco nero di Schwarzschild vicino l’orizzonte. Dopo aver introdotto alcuni concetti alla base della teoria della gravitazione quali i principi fondamentali e l’equazione di campo di Einstein, si passa alla descrizione del Principio di Equivalenza. Il Principio di Equivalenza è un principio di fondamentale importanza per la fisica moderna, poiché sta alla base delle teorie metriche della gravitazione e in particolare della Teoria della Relatività Generale formulata da Einstein, ancora oggi la migliore teoria della gravitazione. Dopo di che, si passa alla descrizione dello spazio-tempo di Rindler, che descrive lo spazio di un osservatore uniformemente accelerato. I fenomeni in questo quadro iperbolicamente accelerato possono essere paragonati agli effetti che si verificano in un campo gravitazionale omogeneo, in accordo con il Principio di Equivalenza. Si ricava la metrica di Rindler e se ne studia le singolarità, quindi l’orizzonte di Rindler. Infine l’introduzione della metrica di Rindler ed il suo confronto con la metrica di Schwarzschild vicino all’orizzonte permette di dare un’interpretazione fisica alla gravità superficiale k, che per un buco nero si può ancora definire come l’accelerazione di un oggetto di prova sull’orizzonte degli eventi del buco nero.
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Bernagozzi, Marco. « A mathematical introduction to Kerr black holes ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2014. http://amslaurea.unibo.it/6898/.

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Résumé :
Lo scopo della tesi è descrivere i buchi neri di Kerr. Dopo aver introdotto tutti gli strumenti matematici necessari quali tensori, vettori di Killing e geodetiche, enunceremo la metrica di Kerr, il teorema no-hair e il frame-dragging. In seguito, a partire dalla metrica di Kerr, calcoleremo e descriveremo le ergosfere, gli orizzonti degli eventi e il moto dei fotoni nel piano equatoriale.
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Vladi, Andri. « Intelligenza artificiale e giochi : l'algoritmo MINMAX ». Bachelor's thesis, Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, 2019. http://amslaurea.unibo.it/17799/.

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Résumé :
MINMAX è un algoritmo impiegato in diverse discipline, tra cui: teoria dei giochi, teoria delle decisioni e IA. Viene usato per la ricerca delle azioni migliori assumendo scelte ottimali da parte degli agenti coinvolti e sfrutta una struttura ad albero ed una funzione euristica per cercare una soluzione in un contesto di conflitto tra più parti. Costruisce l'albero fino a una profondità prefissata, identificata dal numero di azioni alternate che si sceglie come limite di ricerca e usa la funzione euristica per valutare gli stati all'ultimo stadio della ricerca, valori che propaga poi fino allo stato iniziale, confrontandoli con quelli degli altri stati, finché non ha valutato tutti gli stati adeguati disponibili, trovando cosi il percorso migliore. Il potenziamento principale a questo algoritmo è realizzato tramite la potatura Alfa-Beta che sfrutta due variabili chiamate appunto Alfa e Beta, che creano un finestra di valori minimi e massimi ammissibili oltre i quali le posizioni non vengono considerate, riducendo la dimensione dell'albero e permettendo così una ricerca più profonda.
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BAMBI, STEFANO. « Ostilità orizzontali e mobbing tra il personale infermieristico ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/2158/1079534.

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Résumé :
Validazione di contenuto, facciata, costrutto, criterio, ed omogeneità del Questionario sulle Interazioni Negative tra Infermieri (QuINI), e concomitanti studi esplorativi descrittivi su inciviltà su luogo di lavoro, violenze laterali, e mobbing orizzontale nei contesti di lavoro infermieristici. - Validation study about the psychometric features of QuINI (Questionnaire about the Negative Interaction among Nurses) and concomitant descriptive-explorative studies about workplace incivility, lateral violence, and horizontal mobbing in nursing workplace settings.
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HABIB, Emanuele. « Scambio termico in convezione libera da schiere di cilindri orizzontali - Analisi dei campi termofluidodinamici ». Doctoral thesis, 2007. http://hdl.handle.net/11573/496717.

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Résumé :
La tesi presenta gli studi numerici dei campi di termofluidodinamici prodotti da schiere di cilindri orizzontali disposti in schiere verticali, orizzontali o inclinate. Uno specifico codice di calcolo basato sull'algoritmo SIMPLE-C è utilizzato per la risoluzione delle equazioni di conservazione della massa, della quantità di moto e dell'energia in forma adimensionale. I risultato sono presentati per diversi valori dell'interasse tra i cilindri, dell'angolo di inclinazione della schiera tra 0° e 90° e del numero di Rayleigh basato sul diametro del singolo cilindro nell'intervallo tra 103 e 107. È stato rilevato che lo scambio termico da tutti i cilindri può essere ricondotto all'effetto combinato del cosiddetto "effetto pennacchio" ed "effetto camino", che sono le mutue interazioni che si manifestano rispettivamente per schiere verticali ed orizzontali. Inoltre, ad ogni angolo di inclinazione, esiste una distanza ottimale che determina un massimo dello scambio termico, distanza che decresce all'aumentare del numero di Rayleigh. Infine, è stato rilevato che, anche per allineamenti verticali, per distanze inferiori ad un valore critico, lo scambio termico del cilindro inferiore diminuisce per la presenza del cilindro sovrastante, mentre l'effetto dello stato termico del cilindro sovrastante si risente per distanze ulteriormente inferiori. Sono quindi proposte equazioni di correlazione per ciascun cilindro e per la schiera nel suo insieme per differenti configurazioni.
Steady laminar free convection in air from parallel horizontal cylinders aligned either vertically, horizontally or diagonally is studied numerically. A specifically developed computer code based on the SIMPLE-C algorithm is used for the solution of the dimensionless mass, momentum, and energy transfer governing equations. Results are presented for different values of the center-to-center cylinder spacing, the tilting angle of the cylinder array from 0 deg to 90 deg, and the Rayleigh number based on the cylinder diameter in the range between 103 and 107. It is found that the heat transfer rates at each cylinder surfaces may in principle be traced back to the combined contributions of the so-called plume effect and chimney effect, which are the mutual interactions occurring in the vertical and horizontal alignments, respectively. In addition, at any misalignment angle, an optimum spacing between the cylinders for the maximum heat transfer rate, which decreases with increasing the Rayleigh number, does exist. Moreover, it is found that, even for vertically aligned cylinders, for spacings smaller than a first critical distance, the heat transfer performance of the bottom cylinder degrades owing to the presence of the top cylinder, whichever is the temperature condition imposed at the top cylinder surface, and the thermal state of the upper cylinder surface starts being effective on the thermal behavior of the bottom cylinder once the cylinder-spacing is further reduced below a second critical distance. Heat transfer dimensionless correlating equations are proposed for any individual cylinder and for the array cylinders as a whole for different arrangements of the array.
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PIETROLETTI, GIULIA. « Una policy per la governance collaborativa e la sussidiarietà orizzontale : il Regolamento per la cura dei beni comuni ». Doctoral thesis, 2020. http://hdl.handle.net/11573/1381034.

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Résumé :
Questa ricerca verte sulla comprensione dell’adozione del Regolamento per la cura dei beni comuni, un dispositivo legislativo per il governo locale recentemente diffuso in un consistente numero di comuni italiani. Di questo fenomeno è proposto un bilancio basato su alcuni dati riguardanti la diffusione e le logiche che ne hanno determinato l’adozione. Questo contributo tenta di fornire un tentativo di analisi della relazione tra le tre dimensioni della politica (politics, policy e polity) collegando alcuni strumenti analitici, qualitativi e quantitativi, con i modelli di riferimento che hanno elaborato direttamente le policy. Questi modelli sono stati a loro volta ricondotti ai paradigmi teorici di riferimento per stabilirne la genesi in un’ideale opera di decostruzione e ricostruzione del framework in cui i concetti di beni comuni, governance collaborativa o partecipativa, prendono significato e diventano operativi. La chiave per penetrare il rapporto tra amministrazione, teoria e politica è stata individuata in dei particolari strumenti di policy, i Regolamenti per l’amministrazione condivisa dei beni comuni, dei dispositivi normati adottati da un significativo numero di amministrazioni comunali italiane attraverso delle delibere di consiglio comunale, sulla base del “Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani” approvato dal Consiglio Comunale di Bologna nel maggio 2014. Nella ricerca sono indagati i Regolamenti dal punto di vista del loro portato teorico attraverso l’analisi dei due principali modelli che li hanno ispirati cioè l’amministrazione condivisa e la governance collaborativa. Sono quindi state analizzate le loro caratteristiche come policy locale, la loro diffusione e le motivazioni che hanno spinto i governi locali a deciderne l’adozione. Le domande a cui si è cercato di rispondere riguardano la congruenza tra la visione teorica e il reale funzionamento della policy. L’ipotesi che la ricerca ha tentato di verificare è, quindi, se il Regolamento rappresenti uno strumento di cambiamento sociale e politico in grado di rivitalizzare la democrazia a più livelli. Questa ipotesi avrebbe trovato suffragio nella constatazione della diffusione ed utilizzo del Regolamento in contesti storicamente caratterizzati da basso capitale sociale o indice di benessere e qualità della vita. La ricerca empirica ha invece evidenziato come il Regolamento sia maggiormente diffuso e utilizzato nelle città del Nord e di dimensioni medio-grandi (dove è mediamente più ricca l’offerta di servizi locali). Anche il riscontro elettorale non ha dimostrato una capacità significativa del Regolamento di generare consenso, come se la diffusione di uno strumento di partecipazione alla gestione locale non alimentasse la vicinanza dei cittadini alla vita politica. La realtà analizzata coincide quindi solo in parte con le prescrizioni delle teorie di riferimento che immaginano il governo locale come un sistema semplificato in cui agiscono attori coerenti, animati dalla medesima volontà e per cui i limiti delle teorie generali dell’amministrazione e delle politiche pubbliche potrebbero essere superati utilizzando le teorie sui beni comuni e la governance collaborativa.
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Sanchini, Francesco. « Profili costituzionali del Terzo settore ». Doctoral thesis, 2019. http://hdl.handle.net/2158/1183833.

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Résumé :
Il Terzo settore rappresenta una realtà in costante crescita nel nostro Paese e che alla luce delle più recenti spinte riformatrici sta suscitando una sempre maggiore attenzione in sede interpretativa. È noto tuttavia come, malgrado la sua importanza, tale fenomeno non trovi un espresso riconoscimento all'interno della Carta fondamentale, ragion per cui ci si interroga sulla sua rilevanza in chiave costituzionale. Con un simile intento la presente ricerca si sofferma, nel primo capitolo, sulla peculiare evoluzione della dimensione giuridica del Terzo settore a partire dal processo di unificazione del Regno d’Italia. Ciò al fine di verificare il ruolo assunto dalla Costituzione rispetto al contesto consolidatosi fino alla sua entrata in vigore, caratterizzato dalla difficile coesistenza tra la sfera di autonomia degli enti e il potere pubblicistico. Sulla base di simili premesse lo studio, nel secondo capitolo, esamina più da vicino quel complesso di disposizioni che concorrono a definire l’“identità” sul piano costituzionale dell'esperienza presa in esame. Vengono così valorizzati, fra gli altri, i principi espressi dagli articoli 2 e 118, comma 4, Cost., nonché gli ulteriori referenti dislocati lungo tutta la Carta all'uopo maggiormente significativi. Il lavoro evidenzia peraltro come nonostante la sua pregnanza costituzionale, il Terzo settore sia stato interessato da un’apposita disciplina promozionale solo molto tempo dopo l’entrata in vigore della Carta, allorquando è entrato in crisi il modello di welfare State. Elemento, quest’ultimo, che frattanto ha reso sempre più rilevante l’apporto delle realtà che lo compongono nello svolgimento di attività tradizionalmente prestate dalle pubbliche amministrazioni. Per questo il terzo capitolo approfondisce il complesso terreno dei rapporti fra i pubblici poteri e il Terzo settore che, oltre a risultare quanto mai significativo nella prospettiva della concreta attuazione del principio di sussidiarietà orizzontale, consente anche di riflettere su alcune questioni emerse nel dibattito interpretativo assai rilevanti per le loro ulteriori implicazioni “di principio”. Ci si riferisce, in quest’ultimo senso, al tema dell’affidamento diretto del servizio di trasporto sanitario a organizzazioni del Terzo settore, ambito che vede il principio solidaristico di cui sono espressione simili realtà, entrare problematicamente in bilanciamento con il principio di tutela della concorrenza. I rapporti con i pubblici poteri sono ad ogni modo approfonditi tenendo in considerazione le recenti novità normative intervenute in base alla recente riforma del Terzo settore, affrontata più generalmente nell'ambito del quarto capitolo del lavoro. La parte finale della ricerca, difatti, si concentra sugli aspetti problematici che la nuova disciplina preposta alla revisione organica del frammentato impianto normativo previgente sembra presentare alla luce del quadro costituzionale di riferimento. Una simile riflessione consente di mettere in rilievo le criticità che dalla stessa paiono emergere anche con riguardo a quei principi che, sulla scorta del disegno tracciato dalla Carta fondamentale, maggiormente ispirano il complesso fenomeno oggetto d’indagine.
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LALICATA, LEONARDO MARIA. « Effetto del grado di saturazione sul comportamento di un palo soggetto a forze orizzontali ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11573/1073956.

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Résumé :
L’obiettivo di questa tesi è stato studiare l’effetto della suzione sul comportamento di pali soggetti ad azioni orizzontali immersi in un terreno parzialmente saturo. È stata messa a punto una campagna di indagini in centrifuga geotecnica nella quale è stato studiato il comportamento di un palo (LP=15m, EIP=3.9 GNm2) caricato orizzontalmente immerso in un deposito di limo (caolino B-grade) parzialmente saturo con superficie libera a 7m dal piano campagna (alla scala del prototipo). Le condizioni iniziali del terreno sono state sceltea valle della caratterizzazione geotecnica completa del materiale. La risposta del sistema palo-terreno è stata indagata sia per un terreno con una struttura moderatamente aperta (e0=0.93) che decisamente addensata (e0=0.75). In condizioni di parziale saturazione il palo è stato caricato fino ad un valore prefissato di forza applicata ed in seguito la superficie libera è stata innalzata da 7m sino al piano campagna. Al fine di poter comparare i risultati, sono state inoltre eseguite le prove di carico sul terreno saturo per entrambe le densità considerate. Il comportamento osservato in centrifuga è stato in seguito analizzato con un modello matematico implementato in un codice agli elementi finiti. Il legame costitutivo adottato per il terreno, formulato in tensioni efficaci alla Bishop, è un Cam-Clay modificato esteso ai parzialmente saturi. Con le analisi bidimensionali assialsimmetriche è stata studiata l’evoluzione del processo di equalizzazione indotto dall’incremento di gravità e dall’applicazione della condizione idraulica alla base del modello. Le diverse fasi dell’interazione palo-terreno sono state dunque analizzate con un modello tridimensionale completo.
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CAMPOREALE, Rosalia. « Modeling equity in the transportation Network Design Problem : new paradigms and challenges ». Doctoral thesis, 2017. http://hdl.handle.net/11589/98118.

Texte intégral
Résumé :
L’equità relativa al settore dei trasporti riguarda la distribuzione di impatti (benefici e/o costi) a tutti i settori della società, ed indaga se tale distribuzione possa essere reputata giusta ed appropriata. L’equità orizzontale si riferisce alla distribuzione tra individui o gruppi considerati uguali per abilità e necessità, mentre l’equità verticale dovrebbe essere considerata in situazioni in cui sono individuabili livelli di bisogni differenti (quali fasce di reddito, classi sociali o diverse esigenze di mobilità). Questa tesi affronta il problema della progettazione delle reti di trasporto (network design), cercando di capire come renderlo equo da un punto di vista sia spaziale che sociale. Vuole suggerire una metodologia per progettare i sistemi di trasporto venendo incontro ai bisogni delle comunità, supportando un adeguato livello di accessibilità, ed incorporando i concetti di equità sin dalle prime fasi della pianificazione secondo un approccio quantitativo. In sequenza, sono stati affrontati tre differenti contesti principali. Il primo, considera il caso della rete stradale, con la presenza sulla rete di soli veicoli privati; un secondo, seguendo una visione multimodale, affronta il problema della progettazione tenendo conto della coesistenza sulla rete del trasporto pubblico e di quello privato. Queste due prime formulazioni del problema di network design fanno fronte alle incertezze intrinseche nella valutazione di un problema di questo tipo, e propongono, confrontandole, due specificazioni diverse (a soglie rigide o flessibili/fuzzy) dello stesso modello, e presentano un’analisi di sensitività ed un’applicazione numerica per evidenziare l’utilità, le prestazioni e la robustezza del metodo proposto. Il terzo ed ultimo modello si sposta in modo più deciso verso il processo di pianificazione del trasporto pubblico a livello tattico-operativo, dato che si occupa di applicare considerazioni di equità al problema di transit network design, puntando ad ottenere un servizio spazialmente e socialmente bilanciato. Allo scopo viene specificato un nuovo indicatore globale di equità. Attraverso una ulteriore analisi di sensitività, viene investigato come i costi del sistema variano a seconda del livello di equità raggiunto, riscontrando che si devono sostenere costi generalmente più alti nel momento in cui si vuole garantire un servizio di trasporto più equo. Un’applicazione conclusiva ad un caso di studio reale viene infine proposta, seguita da spunti per ricerche future e suggerimenti per ulteriori studi.
Transport related equity refers to the distribution of impacts (benefits and/or costs) throughout all sectors of society, and whether that distribution is considered fair and appropriate. Horizontal equity concerns distribution among individuals or groups considered equal in ability and necessities, whereas vertical equity should be considered in situations with different levels of needs (income, social class or mobility ability). This dissertation deals with the network design problem, looking at how to make it equitable from a spatial and social point of view. It wants to propose a methodology to design transportation systems meeting the needs of communities, supporting fair accessibility, incorporating the equity concepts since the earliest stage of planning. Sequentially, three main frameworks have been taken into account. The first part considers the presence of private vehicles on the network only; the second one, according to a multimodal vision, considers the coexistence of public transport alongside the private one. These two first formulations cope with the uncertainties related to the assessment of the problem, proposing and comparing two different specifications (rigid/ crisp and flexible/fuzzy) of the same model, and enclosing a sensitivity analysis and a numerical application to highlight the usefulness and investigate the performances and robustness of the proposed method. The third and last approach shows a shift towards the public transportation planning process, dealing with equity considerations applied to the transit network design problem, aiming at achieving a spatially and socially balanced service. Accordingly, a novel comprehensive equity indicator is also specified. Through a further sensitivity analysis, it has been investigated how the costs of the system vary according to the pursued level of equity, finding that higher overall costs must be born if more equitable service provision has to be achieved. A conclusive application to a real case study is presented, and future researches and suggestions for further studies are proposed.
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PIPOLI, SABRINA. « Il pensiero ecologico come natura e orizzonte di senso della mente umana. Riflessioni sulla formazione attraverso Bateson ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/2158/823880.

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Résumé :
La “salute ecologica” del sistema uomo-ambiente è un problema ricorrente e, ancor più, strutturale della civiltà umana. È un bilancio marcatamente naturalistico delle condizioni di esistenza ma, interessando le relazioni ecosistemiche, è anche, a monte, un problema di adeguatezza del modo umano di conoscere alla struttura sistemica globale. L’organizzazione ecosistemica del mondo vivente si interfaccia, infatti, con un’“ecologia delle idee” che rischia di mettere in crisi la società globale e i suoi rapporti con l’ambiente, se le nostre abitudini di pensiero, i nostri paradigmi di ricerca, le applicazioni della scienza, le tendenze all’innovazione e al cambiamento, tipici dello sviluppo economico e tecnologico-produttivo della modernità, si irrigidiscono. Come evitare che idee e prassi diventino involutive? Come superare la parzialità del pensiero, che non fa cogliere le relazioni ecosistemiche? Sono domande sulla natura della conoscenza, su come l’essere umano conosce, su come il pensiero astrae dall’ambiente, su come è logicamente strutturato, sul rapporto tra l’organizzazione cognitiva interna e la forma delle interdipendenze esterne. La rilettura di Bateson viene proposta sia come sviluppo di un interesse per la formazione del pensiero ecologico, sia come riflessione sulla natura del sapere pedagogico, in particolare sul dialogo con le scienze della mente. Il metodo con cui l’“ecologia della mente” viene analizzata proviene dalla riflessione sul nesso tra la filosofia della mente e la filosofia dell’educazione. Lo studio coglie la natura e il funzionamento della mente proposti nel modello, individua i problemi con cui si presenta alla teoria dell’educazione, entra negli aspetti teorici rilevanti per la teoria dell’apprendimento e, infine, approfondisce l’orientamento filosofico-educativo implicito al modello. L’analisi tiene conto degli scritti più importanti dell’evoluzione delle ricerche di Bateson e fa emergere un’immagine del pensiero umano che amplia la stessa comprensione pedagogica dei problemi ecologici. Gli squilibri del sistema uomo-ambiente vengono compresi non solo come drammatica conseguenza dell’agire umano ma anche come dilemma, una manifestazione dell’incertezza insita nell’organizzazione vivente, che può far ripensare il destino dell’uomo, dato dalla crisi della modernità per tragicamente incerto, come potenzialmente rigenerativo.
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VOLPI, LUCA. « La ceramica “Ubaid” in una prospettiva regionale. Proposte per una rivalutazione del repertorio ceramico della Mesopotamia centro-meridionale e per l’identificazione di gruppi regionali locali all’interno dell’“orizzonte Black-on-buff” fra il VI ed il V millennio a.C ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/11573/1559344.

Texte intégral
Résumé :
Nel presente lavoro viene proposta una dettagliata analisi morfologica, tecnologica e stilistica del repertorio ceramico della Grande Mesopotamia di periodo Antico e Medio Calcolitico (fine VII – fine V Millennio a.C.). La ceramica “Ubaid” è una classe ceramica caratterizzata da una distintiva decorazione dipinta di colore nero su fondo chiaro che si sviluppa in Mesopotamia centro-meridionale fra la fine del VII e la fine del V Millennio a.C. A partire dalla seconda metà del VI millennio a.C., in quello che in questo studio viene definito “Medio Calcolitico”, si assiste ad un “fenomeno di omogeneizzazione culturale” su grande scala, caratterizzato dalla diffusione di alcune caratteristiche distintive che si riscontrano in maniera diseguale su un vasto areale geografico. Archeologicamente, il materiale più comunemente associato a questo fenomeno è una classe ceramica somigliante a quella “Ubaid” della Mesopotamia centro-meridionale nelle regioni circostanti. Questa classe ceramica è definita come ceramica “Black-on-buff” ed anche il fenomeno in questione viene definito come “fenomeno Black-on-buff”. Considerato come un fenomeno “unificatore”, si è spesso posta l’attenzione sulla somiglianza dei repertori ceramici delle singole regioni. Tuttavia, caratteri di somiglianza nel repertorio ceramico (a livello di classi ceramiche, forme e decorazioni) si vengono a trovare in concomitanza con aspetti locali regionali preesistenti e danno vita a sviluppi che si differenziano localmente nei periodi successivi. Nel presente lavoro si è posta l’attenzione sugli aspetti di dissomiglianza dei repertori ceramici delle regioni analizzate, e ciò ha permesso di riconoscere l’esistenza di molteplici regioni ceramiche all’interno del panorama “Black-on-buff” caratterizzate da elementi distintivi e locali del repertorio ceramico. L’identificazione di questi tratti ceramici regionali ha inoltre permesso di approfondire le dinamiche di interazione fra i gruppi sociali che presero parte al “fenomeno Black-on-buff”. L’analisi approfondita delle ceramiche “Ubaid” e “Black-on-buff” richiede un necessario processo di selezione dei siti e dei repertori da analizzare, scelti in base alle relative domande di ricerca ed a fattori contingenti, quali la rappresentatività dei repertori, la disponibilità di collezioni presso sedi museali, le possibilità logistiche dei viaggi da effettuare. Il lavoro presenta un’articolazione gerarchica su più livelli corrispondenti alle diverse aree geografiche prese in considerazione e ai diversi gradi di approfondimento raggiunti, che dipendono dalla quantità e dalla qualità dei dati a disposizione. Per una disamina della ceramica “Black-on-buff” nel suo complesso, si è deciso di articolare il lavoro in due parti: da un lato, lo studio della ceramica “Ubaid” della Mesopotamia centro-meridionale; dall’altro, lo studio della produzione “Black-on-buff” nella Grande Mesopotamia. Le due sezioni sono a loro volta suddivise: per quanto riguarda la ceramica “Ubaid” della Mesopotamia centro-meridionale, il repertorio proveniente dal sito in corso di scavo di Tell Zurghul rappresenta il caso-studio iniziale. Tramite lo studio approfondito di questo repertorio è stato possibile proporre un’analisi dettagliata degli aspetti morfologici, tecnologici (sia per quanto riguarda la natura dell’argilla e la composizione degli impasti, sia per quanto riguarda le tecniche di formazione primaria e di rifinitura secondaria dei vasi) e una disamina dei motivi decorativi più ricorrenti. Considerata la limitatezza del repertorio in termini quantitativi, si è deciso di approfondire lo studio della ceramica “Ubaid” della Mesopotamia centro-meridionale attraverso l’analisi dei repertori ceramici coevi provenienti dagli altri siti della regione. Il repertorio ceramico in questione è stato analizzato sulla base delle pubblicazioni disponibili e di una selezione dei repertori dai siti di Tell al-Muqayyar/Ur, Warka/Uruk, Tell al-Ubaid, Nuffar/Nippur e Qal’at Hajji Muhammad documentati presso il British Museum di Londra, il Vorderasiatisches Museum di Berlino ed il Penn Museum di Philadelphia. Una volta stabilito “cos’è” la ceramica “Ubaid” in Mesopotamia centro-meridionale, si è passato allo studio dei repertori ceramici “Black-on-buff” delle regioni della Grande Mesopotamia. Da un lato la ricerca è stata condotta tramite l’analisi autoptica del repertorio ceramico dal sito di Tepe Gawra, di cui una considerevole selezione (sia edita che inedita) è conservata presso il Penn Museum di Philadelphia. Come per il repertorio di Tell Zurghul, anche in questo caso è stato possibile proporre una dettagliata analisi degli aspetti morfologici, tecnologici e decorativi del materiale ceramico di Tepe Gawra. Ciò ha permesso di approfondire e definire i tratti caratteristici e distintivi locali del repertorio ceramico della Mesopotamia settentrionale nel confronto con quello della Mesopotamia centro-meridionale. Considerata la possibilità di individuare tratti caratteristici locali all’interno del repertorio della ceramica “Black-on-buff” delle regioni della Grande Mesopotamia (soprattutto a livello morfologico e decorativo, essendo solo parziali i dati sugli aspetti tecnologici dei repertori), si è intrapresa l’analisi dei repertori delle regioni dell’Hamrin, dell’area trans-tigrina, della Jezirah e dell’area del Khabur, della zona del Balikh, dell’area del Medio Eufrate siriano e della zona della Siria nord-occidentale e dell’Anatolia sud-orientale, sulla base di una selezione di siti scelti come siti-chiave delle rispettive regioni. I dati utilizzati sono quelli editi e i siti sono stati selezionati sulla base della maggiore disponibilità e accessibilità dei dati. È stato così possibile individuare elementi che rappresentano delle “connessioni ceramiche” fra alcune delle regioni analizzate che non coinvolgono la Mesopotamia centro-meridionale. Questo aspetto è fondamentale ed ha permesso di dare minore importanza al ruolo di centralità che la Mesopotamia centro-meridionale ebbe nel processo di diffusione della ceramica “Black-on-buff”, a differenza di come più volte ipotizzato. Delegittimato almeno in parte il ruolo della Mesopotamia centro-meridionale come area da cui si origina e si diffonde il fenomeno “Black-on-buff”, vi è un’altra considerazione da fare che riguarda i rapporti, a livello ceramico, fra le regioni circostanti. Nell’analisi del repertorio dipinto “Black-on-buff” di queste regioni si sono spesso ricercate le somiglianze a livello sovra-regionale, mentre scarso peso è stato dato alle differenze interne fra questi repertori. Pur se sono pochi i demarcatori che permettono di fare questa valutazione, risulta più interessante sottolineare queste differenze, piuttosto che identificare confronti su tutto l’areale (dall’area dell’Hamrin all’Anatolia sud-orientale) per, ad esempio, delle ciotole globulari con decorazione a bande orizzontali. Sia a livello morfologico che a livello decorativo, il repertorio Ubaid della Mesopotamia centro-meridionale e quello “Black-on-buff” della Grande Mesopotamia sono perlopiù caratterizzati da forme morfologiche e da decorazioni geometriche molto semplici che difficilmente possono essere considerate come diagnostiche per comprendere se il repertorio sia stato realizzato a livello locale oppure no. Questi elementi hanno valore nell’identificazione di un “sostrato comune” che caratterizza tutti i repertori ceramici all’interno dell’“orizzonte Black-on-buff”, ma non sono significativi per individuare gli aspetti locali dei repertori e le connessione interregionali fra le diverse zone (e di conseguenza fra i diversi gruppi sociali) che prendono parte al fenomeno. Quelli che vengono posti in evidenza nella presente trattazione sono proprio alcuni dei demarcatori ceramici che permettono di individuare gli aspetti locali e i contatti interregionali e permettono di identificare differenti regioni ceramiche all’interno dell’“orizzonte Black-on-buff”.
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