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Articles de revues sur le sujet « Organizzazioni educative »

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Conti, Flavio Giovanni. « La Chiesa cattolica e i prigionieri di guerra italiani negli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale ». MONDO CONTEMPORANEO, no 3 (mai 2012) : 39–78. http://dx.doi.org/10.3280/mon2011-003002.

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Résumé :
Gli oltre cinquantamila prigionieri italiani detenuti negli Stati Uniti, durante la seconda guerra mondiale, ricevettero un trattamento migliore rispetto agli altri prigionieri italiani in mano alleata. Molti fattori vi contribuirono: l'alto livello economico della societŕ americana; gli interventi di sostegno delle organizzazioni assistenziali internazionali e americane; la Chiesa cattolica, che svolse un ruolo particolarmente intenso ed incisivo riguardo ai prigionieri italiani negli Usa. Attraverso le proprie gerarchie ecclesiastiche e le organizzazioni cattoliche americane, i cappellani militari, i sacerdoti americani e italiani, e con il sostegno determinante delle comunitŕ italo-americane, la Chiesa non si occupň soltanto dell'aspetto religioso ma ampliň il suo intervento alla gestione della corrispondenza con le famiglie, al trattamento materiale, alle iniziative ricreative ed educative. Questa azione capillare di assistenza permise alla Chiesa di influenzare in senso moderato l'orientamento politico dei prigionieri, ed ebbe lo scopo di favorire il reinserimento dei reduci in una nuova Italia democratica, collocata nel blocco occidentale.
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Federighi, Paolo. « Chi sono i professionisti dell'educazione e della formazione. La classificazione come presupposto dell'identità e della mobilità ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 112 (mars 2021) : 9–26. http://dx.doi.org/10.3280/qua2020-112002.

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Résumé :
L'articolo si propone di dare ordine alla rappresentazione del mercato del lavoro delle professioni educative e formative. Per questo esso cerca di adattare il sistema di classificazione ISTAT al riordino di tutte le professioni che operano per conseguire learning outcomes in un quadro che le accomuni in ragione dell'analogia dei processi che presiedono e che richiedono capacità/comportamenti organizzativi omogenei. Lo studio approfondisce anche l'analisi della tipologia dei providers che occupano tali professioni anche al fine di pesarne il ruolo all'interno del mercato della formazione. Il lavoro si conclude con l'applicazione del modello di classificazione alla categoria di professionisti impegnati nel campo della formazione continua nelle organizzazioni.
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Scalcione, Vincenzo. « Educational and training conditions of learning environments : quality control standards in the school ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 188–202. http://dx.doi.org/10.36253/form-12607.

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Résumé :
The development of forms of monitoring of educational systems has meant to account for the functioning of educational organizations. In the evaluation, the methods of measuring quality have become the structural articulation of each organized system. The need was felt to use interactive management methods, capable of promoting continuous quality control, also through a systematic verification of results and feedback produced by users. The text analyzes similar organizational methods in educational contexts, where actions are affirmed to improve the quality of the service, through the use of indicators, with the aim of defining training standards for quality learning environments. The concept of effectiveness and improvement intersect in the ESI project, where schools from European countries were able to share the identifying elements for educational change. Condizioni educative e formative degli ambienti di apprendimento: gli standard di controllo della qualità nella scuola. Lo sviluppo di forme di monitoraggio dei sistemi educativi ha inteso dar conto del funzionamento delle organizzazioni educative. Nella valutazione le modalità di misurazione della qualità sono divenute l’articolazione strutturale di ogni sistema organizzato. Si è avvertita la necessità di utilizzare metodi di gestione interattivi, in grado di promuovere il controllo continuo della qualità, anche attraverso una sistematica verifica dei risultati e del feedback prodotto dagli utenti. Nel testo si analizzano simili modalità organizzative nei contesti educativi, dove si affermano azioni per il miglioramento della qualità del servizio, attraverso l’utilizzo di indicatori, con l’obiettivo di definire standard formativi per ambienti di apprendimento di qualità. Il concetto di efficacia e di miglioramento si incrociano nel progetto Esi, dove scuole dei paesi europei hanno potuto condividere gli elementi indentificativi per il cambiamento educativo.
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Barberis, Eduardo, et Domenico Carbone. « Cultura manageriale e identità lavorativa nei sistemi di istruzione. Un'introduzione ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 160 (août 2021) : 27–42. http://dx.doi.org/10.3280/sl2021-160002.

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Questo contributo introduce il numero monografico su "Cultura manageriale e identità lavorativa nei sistemi di istruzione". La prima parte ricostruisce il contesto dell'introduzione di misure neoliberali nelle logiche di funzionamento delle pubbliche amministrazioni, definendo le caratteristiche di fondo del New Public Management ed individuando sia la loro rilevanza per i sistemi di istruzione, sia la necessità di non considerare la governance neoliberale come l'unico fattore trasformativo per le professioni e le organizzazioni educative. La seconda parte si concentra sugli effetti degli ingredienti manageriali nelle pratiche professionali, ove appunto le ricette neoliberali si inseriscono su modelli organizzativi preesistenti. La terza parte pone l'attenzione sui risvolti relativi all'identità professionale dei lavoratori e delle lavoratrici dell'istruzione, in particolare sul tema della frammentazione delle professioni e della responsabilizzazione individuale. Infine, vengono introdotti i contributi che fanno parte della special issue.
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Panza, Costantino, et Michele Gangemi. « Lo sguardo interessato del pediatra di famiglia ». MINORIGIUSTIZIA, no 1 (juillet 2021) : 81–93. http://dx.doi.org/10.3280/mg2021-001009.

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Résumé :
La figura del pediatra delle cure primarie è definita da quel professionista che non si impegna a curare il bambino limitatamente alle richieste dei genitori o durante i momenti di patologia acuta; il pediatra si prende cura della famiglia e dell'ambiente che si interrelaziona con il bambino; esce dall'ambulatorio per partecipare attivamente alla vita di comunità contribuendo a costruire, affiancato ad altri professionisti, volontari, organizzazioni o agenzie sanitarie ed educative, programmi di sostegno per i genitori e le famiglie che possano essere supportati dalle risorse locali disponibili. Insieme ai servizi sanitari e sociali della comunità locale, il pediatra si impegna nella costruzione di una rete di professionisti con specifica formazione ed esperienza nella promozione della salute del bambino e della sua famiglia e nella prevenzione di stili di vita potenzialmente negativi. Gli autori evidenziano due ambiti della cura che coinvolgono in tal senso la pediatria delle cure primarie a garanzia della salute del bambino, della sua famiglia e della collettività: il maltrattamento e le vaccinazioni.
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Angelo Paletta, Serena Greco et Enrique Martín Santolaya. « Leadership, innovazione e cambiamento organizzativo. Promuovere comunità di apprendimento professionale ». IUL Research 3, no 5 (15 juin 2022) : 1–5. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i5.361.

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Il concetto di Professional Learning Community (PLC) riconosce l’importanza di un processo di apprendimento continuo per tutti i suoi membri, promuovendo una cultura della ricerca, della sperimentazione e dell’innovazione come condizione necessaria in un ambiente complesso e dinamico per rispondere ai bisogni degli studenti. Le sfide educative del ventunesimo secolo sono spesso adattive e, dal punto di vista organizzativo, non possono essere affrontate seguendo una gerarchia verticale di decisioni-azioni e normali procedure operative. Weick e Sutcliffe hanno definito le organizzazioni capaci di affrontare le crisi con successo (High Reliability Organizations – HRO) come pienamente consapevoli e capaci di anticipare e contenere l’inatteso, sviluppando alte competenze e capacità decisionali, conoscenza trasformativa e responsabilità condivise. Applicata al contesto scolastico, la creazione di HRO si traduce nell’attenzione verso tutti quegli elementi che caratterizzano la scuola come definizione di una visione condivisa, investimento sulla formazione del personale, promozione di pratiche collaborative, ricerca, sperimentazione e innovazione, creazione di sistemi efficaci di knowledge management, apertura e interazioni con il territorio, sostegno a pratiche di leadership condivisa.
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Chiodo, Emanuela. « Generare legami. Inclusione sociale ed educativa in una periferia del Mezzogiorno ». WELFARE E ERGONOMIA, no 1 (juin 2020) : 29–38. http://dx.doi.org/10.3280/we2020-001004.

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Résumé :
La povertà di bambini e adolescenti in famiglie deprivate del Mezzogiorno è sia la più invisi-bile, perché spesso occultata dalla più generale condizione di svantaggio del nucleo di appar-tenenza, sia la più estrema, per l'intensità con cui essa si lega a radicate disuguaglianze nella sfera dell'istruzione, della cultura e, in generale, nelle loro chances di vita al presente e nel futuro. In particolare, la povertà educativa è quella che meglio rappresenta lo svantaggio cumulativo che si genera a partire da condizioni di deprivazione materiale ed economica e trova nell'esclusione dall'accesso ad una formazione e a competenze adeguate, ma anche a spazi e ambienti di vita degni, a opportunità ludiche, culturali e di socializzazione più ampia le sue espressioni più evidenti. Napoli e le sue periferie più disagiate costituiscono un caso paradigmatico di tale scenario sia per la povertà multi-generazionale da cui sono interessate sia per l'elevata incidenza del-la popolazione minorile proprio nei quartieri più difficili. Ed è proprio nel contesto urbano e sociale della periferia est della città che l'articolo si cala per definire i contorni di quella «comunità educante» volta al contrasto della vulnerabilità sociale e dei rischi di esclusione per i tanti bambini e adolescenti in condizione di svantaggio economico e sociale. Alla luce della direttrice teorica sui legami sociali come fonte di protezione e riconoscimento (Paugam, 2008) e sulla base di un approccio di ricerca micro-sociologico basato su studi di caso, l'articolo descrive la qualità delle relazioni di social support (Meo, 1999) create, promosse, rafforzate da alcuni enti di terzo settore (associazioni e cooperative sociali) provando a sotto-linearne il valore embedded nel contrasto della povertà educativa. Già a partire dal recupero di spazi vuoti o abbandonati in cui le attività socio-educative promosse si radicano e realiz-zano le loro attività, i centri socioeducativi considerati nella ricerca appaiono in grado di ri-pristinare relazioni e significati plurimi. A partire dalle rappresentazioni raccolte tramite la voce e le parole degli attori intervistati la comunità educante prende forma nei vincoli e nelle risorse, nei limiti e nelle opportunità evidenziate da enti di terzo settore (associazioni e coo-perative sociali) che realizzano advocacy, affiancamento scolastico dei minori, accompagna-mento sociale per le loro famiglie. In particolare, nel testo si evidenzia come, non solo rico-noscendo la «responsabilità educativa» come principio cardine ma anche "agendo" tale principio come orientamento nella prassi concreta di intervento, organizzazioni diverse che abitano e animano la periferia est sono in grado di rendere permeabili tra loro sfere di inclu-sione diverse (culturale, educativa, sociale). Intervenendo nel contrasto della povertà minorile ed educativa tramite azioni di bridging con la famiglia, la scuola, i servizi sociali, le esperien-ze di affiancamento socio-educativo descritte interrogano e allo stesso tempo costruiscono il senso di quella «comunità educante e generativa», capace di «agire in comune» adottando «un modo di fare le cose inclusivo, integrativo e abilitante» (Magatti e Giaccardi, 2014).
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Tricarico, Luca, Federica Fulghesu et Chiara Missikoff. « Spunti per un'agenda territoriale su educazione e cultura : contesti di apprendimento inclusivi e pratiche di innovazione sociale ». ARCHIVIO DI STUDI URBANI E REGIONALI, no 133 (mars 2022) : 130–54. http://dx.doi.org/10.3280/asur2022-133006.

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Résumé :
Questo articolo offre una prospettiva sulle pratiche di innovazione sociale che sviluppano "contesti di apprendimento inclusivi", ossia processi di coesione sociale indotti dalla gestione di spazi per lo sviluppo di servizi educativi condotti tramite approcci place-based sperimentali. L'obiettivo è fornire degli spunti di discussione per un'agenda territorialista volta a promuovere approcci e organizzazioni capaci di allargare la platea di servizi educativi da affiancare a quelli tradizionali.
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Romano, Alessandra, et Rubina Petruccioli. « Gender diversity management, culture inclusive e sfide dell'attualità. Una review sistematica della letteratura ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 1 (juin 2020) : 213–40. http://dx.doi.org/10.3280/ess1-2020oa9477.

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L'articolo esplora i dispositivi di gender equity e le azioni per il sostegno alle carriere femminili a partire dalla review sistematica degli studi empirici sul tema dell'ultimo ventennio (2000-2020). Sono stati analizzati centodieci contributi nazionali e internazionali. Le finalità della review sono contribuire a ricostruire lo stato dell'arte degli studi nazionali e internazionali su gender equity nei workplace, segregazioni di genere e work-life balance e offrire un quadro di sintesi rispetto alle proposte di intervento e ai dispositivi di supporto alle carriere femminili. L'obiettivo è individuare traiettorie di intervento utili a sviluppare modelli culturali ed educativi validi per coltivare processi di inclusione di genere nelle organizzazioni e nei contesti di lavoro
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Pajer., Flavio. « LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI DI RELIGIONE NELL’UNIONE EUROPEA ». Revista Diálogo Educacional 5, no 16 (17 juillet 2005) : 167. http://dx.doi.org/10.7213/rde.v5i16.7988.

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Il processo di unificazione economica e politica dell’Europa - in atto ormai da quasi 50 anni se si considera il Trattato di Roma (1957) come l’evento fondante – non può e non deve produrre, almeno a breve termine, un livellamento delle istituzioni nazionali per uniformarle a un comune standard transnazionale. Questo è vero soprattutto per i vari sistemi educativi nazionali. Essi sono troppo ancorati alla storia e alla cultura delle rispettive nazioni, troppo diversi per lingua, per struttura e organizzazione, al punto che una loro armonizzazione risulterebbe un insulto allo specifico e irriducibile patrimonio culturale e storico delle varie nazioni europee.
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Stellavato, Ornella. « La nascita dell'Opera nazionale Balilla ». MONDO CONTEMPORANEO, no 2 (août 2009) : 5–81. http://dx.doi.org/10.3280/mon2009-002001.

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- The aim of the article is to reconstruct the complex process which led, between 1925 and 1927, to the birth of this original creation of the Italian fascist regime. Moreover, thanks to the newly available documents from the Vatican Secret Archives, the author highlights a further aspect of the genesis of the Onb: the Holy See's fears and its attempts to influence the definition of the nature of the new organization in order to safeguard the role of Azione cattolica italiana in the education of the youth.Key words: Opera Nazionale Balilla, Renato Ricci, Fascist youth organizations, Azione Cattolica Italiana, Italian Fascist Party, Holy See and Italian Fascist regime.Parole chiave: Opera nazionale balilla, Renato Ricci, organizzazioni giovanili fasciste, Azione cattolica italiana, Partito nazionale fascista, Santa Sede e fascismo.
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Polenta, Stefano. « Quale learning per il XXI secolo ? » EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 458–83. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9654.

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Il tema dell'apprendimento è ormai al centro dei sistemi educativi. L'interesse per "come" la mente apprende ha sopravanzato il "cosa" apprende. Di qui l'enfasi sulle "competenze" che dovrebbero mettere in condizione il soggetto non solo di contribuire alla coesione sociale e alla propria crescita personale ma anche, come viene ribadito in molti documenti di importanti organizzazioni e decisori internazionali, allo sviluppo economico e alla crescita dell'occupazione nell'ambito di una learning economy. L'interesse che proviene da questi ambienti per una "nuova pedagogia" che fornisca "competenze2 utili alla crescente competizione nell'ambito del capitalismo cognitivo rischia, tuttavia, di enfatizzare solo la dimensione strumentale dell'apprendimento. In questo modo viene meno quella tensione fra soggettività e universalità che l'epoca della Bildung aveva impresso nel concetto di educazione e della quale oggi si sente un rinnovato bisogno. Il contributo intende affrontare queste tematiche proponendo tre "vertici" (creativo, estetico e etico) che intendono fornire un contributo per arricchire il concetto di apprendimento tenendo sullo sfondo proprio quello di universalità.
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Fabbri, Loretta, et Mario Giampaolo. « Prefigurare professionalità ; future : i Piani per l'Orientamento e il Tutorato dei CdL L-19 ». EDUCATIONAL REFLECTIVE PRACTICES, no 1 (avril 2021) : 5–21. http://dx.doi.org/10.3280/erpoa1-2021oa11484.

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Nel novembre del 2019 il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca pubblica il bando "Piani per l'orientamento e il tutorato". Lo scopo è quello di innovare e supportare le azioni di orientamento e tutorato delle Università italiane. Il Corso di Laurea in Scienze dell'educazione e della formazione dell'Università di Siena, capofila di un network di 15 CdL L-19, 116 scuole e 101 organizzazioni del settore educativo e formativo, risponde al bando proponendo il progetto "Super – percorsi di orientamento etutorato per promuovere il successo universitario e professionale". Il progetto ha come obiettivo quello di realizzare azioni di orientamento e tutorato per supportare le prefigurazioni professionali di studentesse e studenti. Il contributo descrive le caratteristiche generali del progetto che hanno guidato il coordinamento delle attività del network, le sfide e le ipotesi che hanno permesso di guardare all'orientamento e al tutorato in un'ottica innovativa e lontana dai modelli tradizionali.
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Porzio, Laura, et Luca Giliberti. « Giovani, gruppi e pratiche culturali. Relazioni e conflitti nello spazio pubblico della periferia di Barcellona ». MONDI MIGRANTI, no 2 (octobre 2009) : 105–18. http://dx.doi.org/10.3280/mm2009-002008.

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Nel presente articolo si propone una riflessione teorica ed etnografica sulla ‘violenza giovanile' e sulla rappresentazione sociale che se ne dŕ nello spazio pubblico della periferia di Barcellona. La riflessione nasce da uno studio sull'uso degli spazi pubblici e sulle pratiche culturali di giovani, in particolare latinoamericani, a L'Hospitalet de Llobregat, cittŕ periferica ed industriale dell'Area Metropolitana della capitale catalana. Nel testo si prende in considerazione in modo specifico il caso delle organizzazioni giovanili della strada di origine latinoamericana, denominate dai mezzi di comunicazione e dall'opinione pubblica ‘bande latine'. La nostra proposta si basa sulla de-criminalizzazione delle ‘bande' e di altri collettivi stigmatizzati per provare a lavorare con questi gruppi rispetto a valori positivi dal punto di vista educativo. Sosteniamo che siano i valori (frutto dell'habitus, nel senso dato da Bourdieu) che si situano dietro le pratiche violente e gli conferiscono validitŕ. Analizzare le pratiche violente in profonditŕ significa elaborare discorsi sui valori soggiacenti e creare un dibattito all'interno dei gruppi giovanili, che č ciň che un buon intervento sociale dovrebbe stimolare.
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Porcarelli, Cristiana. « Prime riflessioni su modalità, percorsi e nuovi spazi di cooperazione per garantire l’apprendimento permanente di giovani e adulti ». Contesti. Città, territori, progetti 1, no 1 (27 octobre 2022) : 88–99. http://dx.doi.org/10.36253/contest-13455.

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Se l’orientamento europeo appare quantomai centrato sulla persona e sulla sua unicità anche in termini di sviluppo delle competenze e di opportunità formative, di pari passo si stanno sviluppando nuovi e sempre più interconnessi spazi di apprendimento che implicano il coinvolgimento di varie tipologie di attori, diversi livelli di governance, di partnership pubblico/privato e di una rinnovata attenzione al territorio. Interventi co-progettati e multi-attoriali (scuola, famiglia, organizzazioni del Terzo settore, privato sociale, istituzioni pubbliche) sembrano sempre più necessari ma con peculiari caratteristiche di flessibilità e adeguatezza al territorio di riferimento. Inoltre, il miglioramento della qualità della vita nei centri urbani passa quasi obbligatoriamente attraverso la cultura e l'educazione e varie sono le iniziative focalizzate su questi temi a partire dal programma dell’UNESCO Global Network of Learning Cities. In questa prospettiva anche la scuola si rinnova e anela a diventare un learning hub attraverso peculiari accordi denominati “Patti educativi di comunità” che rappresentano un esempio di buona pratica caratterizzato da un approccio orientato alla co-progettazione e alla valorizzazione della dimensione territoriale. If the European orientation appears to be focused on people also from the point of view of skills development and training opportunities, at the same time new and increasingly interconnected learning spaces are being developed with the consequent involvement of various types of actors, different levels of governance, public private partnerships as well as a renewed attention to the territory. Co-designed and multi-actor interventions (school, family, third sector organizations, private social, public institutions) are more and more necessary but with characteristics of flexibility and adequacy to territorial needs. In addition, the improvement of the quality life within urban centres must go through culture and education; there are various initiatives focused on these issues starting from the UNESCO Global Network of Learning Cities program. In this perspective, the school also renews itself and yearns to become a learning hub through specific agreements called "Community agreements for education" which represent an example of good practice characterized by a co-planning approach and the enhancement of the territorial dimension.
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Galdieri, Michela, et Diana Carmela Di Gennaro. « Rethinking the didactic-educational space : suggestions for promoting school inclusion ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 308–21. http://dx.doi.org/10.36253/form-12609.

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The central role played by space within the educational field, considered as a prerequisite for action, redefines the didactic experience through the meanings of design and organization, implying a systemic relationship between teacher, learner and contexts. The aim of this paper is to reflect upon the meanings of space, spatiality, accessibility and the opportunity to prepare educational and didactic places in which the inclusion of each and every one can be promoted, including pupils with complex communication needs. Indeed, for those pupils the absence of language, a partial or not very functional use of language can represent a limitation to well-being, an obstacle to activity and an impediment to participation to school context. Ripensare lo spazio didattico-educativo: suggestioni per promuovere l’inclusione scolastica. Il ruolo centrale dello spazio in ambito educativo, inteso come presupposto dell’azione, riconfigura l’esperienza didattica nei significati di progettazione e di organizzazione, implicando una relazione sistemica tra docente, discente e ambiente. L’obiettivo di questo lavoro è di riflettere sui significati di spazio, spazialità, accessibilità e sull’opportunità di predisporre luoghi dell’educazione e della didattica nei quali favorire l’inclusione di tutti e di ciascuno, ivi compresi, gli alunni con bisogni comunicativi complessi (BCC) nei quali l’assenza del linguaggio, un uso parziale o poco funzionale può costituire una limitazione al benessere, un ostacolo all’attività e un impedimento alla partecipazione nel contesto scolastico.
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Latino, Francesca. « The teaching of Life Skills through School Physical Education ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 3 (31 décembre 2022) : 50–65. http://dx.doi.org/10.36253/form-13577.

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The current complexity characterising modern society imposes the need to look at the education of the citizens of tomorrow, its principles can in fact be applied not only to school subjects but also to everyday behaviour. The International organisations involved in social development recommend the support and development, from early childhood, of a range of transferrable life skills to ensure they are capable of facing life’s challenges in a pragmatic and resilient way. The understanding of this framework sees school as an ideal setting to instil an education that meets the real needs of children and adolescents. Thus, the present work focuses on the importance of life skills and on the influence and contribution of school, in particular physical education, for the development of students’ physical, social, emotional and reasoning skills, in order to prepare them to become strong citizens and able to face life’s challenges in a positive and effective way. L’insegnamento delle Life Skills attraverso l’Educazione Fisica Scolastica. L’attuale complessità che caratterizza la società moderna impone sempre più la necessità di guardare alla formazione dei futuri cittadini non solo verso la trasmissione di contenuti didattici disciplinari, ma di attrezzare l’individuo di strumenti di adattamento adeguati al contesto. Le stesse organizzazioni internazionali che si occupano di sviluppo sociale raccomandano ormai da tempo di sostenere e sviluppare, sin dalla prima infanzia, una serie di competenze che rimandano ad abilità trasversali di vita e che rendono l’individuo capace di affrontare in maniera pragmatica e resiliente le sfide che la vita gli riserva. In questo quadro interpretativo la scuola rappresenta il setting ideale dove poter mettere in atto una formazione che risponda a pieno ai reali bisogni dei bambini e dei ragazzi. Il presente lavoro si concentra, pertanto, sull’importanza dell’educazione alle life skills e sul contributo offerto dalla scuola ed in particolare dall’educazione fisica per lo sviluppo delle capacità sociali, emotive e di pensiero negli studenti, al fine di preparare i giovani a diventare cittadini dinamici in grado di affrontare in maniera positiva e adattiva le sfide della vita di tutti i giorni.
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CATURANO, MARIANGELA. « Un Modello di Ricerca Evidence Based sull’Inclusione Scolastica In Italia ». International Journal of Developmental and Educational Psychology. Revista INFAD de Psicología. 1, no 1 (2 juillet 2016) : 443. http://dx.doi.org/10.17060/ijodaep.2016.n1.v1.159.

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Abstract: Che cosa significa educazione inclusiva? In che modo è possibile sostenere lo sviluppo di un sistema che favorisca l’inclusione nella quotidiana realtà scolastica? Su un campione di 162 studenti, dagli 8 ai 16 anni, si vogliono misurare gli effetti di efficaci metodologie didattiche quali feedback, formative evaluation, collaborative learning, digital technology. Variabili stimate sono le competenze e le abilità trasversali alle discipline, i fattori cognitivo-emozionali del successo scolastico, l’autostima. Valutazione bio psico-sociale che si oppone alla valutazione bio-medica prevalente in Italia. Osservare tutti gli allievi, trasformare la risposta speciale in normalità, misurare le variabili del contesto scolastico favorevoli all’inclusione può contribuire a migliorare, in Italia, l’efficacia di investimenti pubblici stimati nel 2013 in € 4,7B. Qui si costruisce un modello, il cui disegno sperimentale impone metodologie riconosciute a livello internazionale ed europeo come l’evidence based education (EBE), necessarie per confrontare i risultati e replicare il modello in un contesto sovranazionale. I risultati entreranno a far parte del progetto pilota dell’European Agency For Special Needs avviato in tre paesi, tra cui l’Italia, e che verrà concluso nell’ottobre 2016.Parole chiave: inclusione, organizzazione inclusiva, metodologie didattiche, evidence based education Abstract: What is inclusive education? How you can support the development of a system that favors the inclusion in the daily school reality? On a sample of 162 students, aged 8 to 16 years, they want to measure the effects of effective teaching methods such as feedback, formative evaluation, collaborative learning, digital technology. Estimated variables are the skills and abilities to cross disciplines, cognitive-emotional factors of academic success, self-esteem. Rating bio psychosocial which opposes the prevailing bio-medical evaluation in Italy. Observe all students, to transform the special response in normal, measure the variables of the school environment favorable to the inclusion in Italy improves the effectiveness of a welfare amounted to € 4,7B. Here we build a model, whose experimental design requires methodologies recognized at international and European level as the evidence-based education (EBE), necessary to compare the results and replicate the model in a supranational context. The results will become part of the pilot project of the European Agency For Special Needs started in three countries, including Italy, and which will be concluded in October 2016.Keywords: inclusion, inclusive rules, educational methods, evidence based education, EBE
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Paoloni, Mauro, Giorgia Mattei, Niccolò Paoloni et Giuseppe Modaffari. « CAOS in Italian hospitals during COVID : an analysis of healthcare intangible resources ». Journal of Intellectual Capital 23, no 7 (9 juin 2022) : 18–37. http://dx.doi.org/10.1108/jic-12-2020-0365.

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Résumé :
PurposeThis paper aims to analyse the roles of relational capital (RC) and knowledge management (KM) during the COVID-19 in Italian public and private hospitals, considering that intangible elements are essential during periods of uncertainty.Design/methodology/approachAuthors used a qualitative design in a case study on two Italian hospitals that have different ownership structures, which are located in the epicentre of the pandemic in Lombardy. The study was carried out using the CAOS (“caratteristiche personali”, “ambiente”, “organizzazione” and “start-up”) model (Paoloni, 2021), which allows for comprehending and commenting on RC because of the connections between typical factors that influence an organisation. The model also allows for discussion of the use of a network and how it supports organisations.FindingsFindings of the analysis showed that during the management of the COVID-19 health emergency, ownership structure was not a discriminating factor, the created relationships were similar and they were considered in the same way. The relationships were mainly formal (except for contributions by associations or individuals) and temporary. The RC's reactive role in overcoming crises was confirmed, and the findings indicated that this result was possible also, thanks to the KM's role played within the organisation.Originality/valueTheoretical implications of the work are that it contributes to the sparse healthcare literature on intellectual capital (IC) and on RC and its relationships with KM. The practical implications are related to the creation of new relationships during the healthcare emergency between hospitals and the central government, which can be considered a useful lesson for the future. The theoretical implications derived from the analysis are generalisable to all organisations regardless of their type and location, as well as the practical implications are applicable to the entire national territory.
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Mosa, Elena. « L’uso degli ambienti fisici e virtuali durante l’emergenza sanitaria. » IUL Research 3, no 6 (21 décembre 2022) : 36–45. http://dx.doi.org/10.57568/iulres.v3i6.332.

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Il contributo si basa sui dati raccolti nel corso dell’indagine “Impatto della Pandemia sulle Pratiche Didattiche e Organizzative delle Scuole Italiane nell’Anno Scolastico 2020/21” condotta da Indire su un campione statisticamente rappresentativo. La survey richiama le dimensioni dei framework europei DigCompOrg e DigCompEdu, ovvero: 1) Modalità didattiche 2) Valutazione 3) Supporti e risorse per la didattica 4) Spazi, infrastrutture e tecnologie 5) Formazione continua 6) Organizzazione e leadership scolastica 7) Collaborazione e networking. Il rispondenti all’indagine sono stati 2.546 docenti variamente distribuiti sul territorio nazionale e rappresentativi della scuola primaria, secondaria di I e di II grado. Nello specifico, l’articolo intende approfondire i risultati relativi alla dimensione “spazi, infrastrutture e tecnologie” con l’obiettivo di analizzare l’uso degli spazi scolastici interni ed esterni all’edificio anche in modalità integrata e potenziata dagli ambienti on line. Come è noto, gli spazi e le infrastrutture tecnologiche hanno ricoperto un ruolo fondamentale durante la pandemia. I primi, perché sono risultati essenziali al fine di garantire il distanziamento sociale minimo nel rispetto dei provvedimenti sanitari emanati dal CTS. Le infrastrutture e le tecnologie, inoltre, si sono rivelate essere la conditio sine qua non per garantire le attività didattiche nei vari assetti: in presenza, online o a classi ibride. Assicurare un device a tutti, disporre di connessioni sufficientemente robuste da consentire molteplici accessi in contemporanea (a casa, come a scuola) sono state alcune delle principali sfide fin dai primi giorni di lockdown. Al perdurare dell’emergenza sanitaria e dei relativi provvedimenti necessari al contingentamento della diffusione del virus, si sono poste anche questioni legate alla disponibilità di ambienti domestici dedicati per consentire il corretto svolgimento delle attività didattiche. Ambienti che, non di rado, risultavano inidonei se, ad esempio, dovevano essere condivisi con altri fratelli o sorelle o con i genitori in smart working. I patti educativi di comunità sono stati richiamati nel Piano Scuola 2020/21 al fine di incoraggiare collaborazioni virtuose tra scuola e territorio e rafforzare l’alleanza educativa, civile e sociale tra le scuole e le comunità educanti, anche in relazione al quadro di complessità generato dalla pandemia. Il Piano 2020/21 specifica, tra i vari obiettivi, la messa a disposizione di altre strutture o spazi, come parchi, teatri, biblioteche, archivi, cinema, musei, per svolgere attività didattiche complementari a quelle tradizionali. Si è pertanto inteso indagare la tipologia e la frequenza di utilizzo di ambienti diversi dall’aula scolastica e le motivazioni che hanno sotteso a tali scelte. Il contributo intende fornire una sintesi e una riflessione critica a partire dai dati emersi dal questionario.
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Ceccacci, Laura. « A game for everyone : learning with digital teaching and student skills ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 1 (30 avril 2022) : 367–76. http://dx.doi.org/10.36253/form-12540.

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Learning platforms are currently main organization models for digital and remote teaching. Researches have highlighted learning outcomes as a critical area during the health emergency, also partially due to low prepardeness of teachers for digital and distance teaching. Evidence Based Education informs that gamification can efficiently be implemented as a teaching methodology, using games to involve students in digital activities in an inclusive manner. In order to monitor the level of appreciation and to identify the more appropriate game models according to students’ literacy skills, a study was performed in Marche region (IT) in 2021 in two first year high school classes involved in gamificated learning activities. All students appreciated the games used, but different reasons for appreciation are reported according to student skills. The escape room and the quiz design were identified as the most inclusive instrument, but other strategies were referred as very useful for inclusion: the variation of the graphic elements and the use of no time limited games. Un gioco di tutti e di ciascuno: l’apprendimento con la Didattica Digitale Integrata e le competenze degli studenti. Le piattaforme didattiche oggi rappresentano un modello di organizzazione dello spazio di lavoro irrinunciabile per gli interventi in DDI e DaD. Gli studi hanno individuato nei bassi risultati di apprendimento degli studenti una delle maggiori criticità del periodo della pandemia, in parte imputabile anche alla limitata capacità dei docenti di operare efficacemente a distanza attraverso strumenti digitali. In prospettiva Evidence Based, tra le metodologie ritenute più adeguate a conciliare l’efficacia didattica mediata dalla tecnologia e la dimensione inclusiva, figura la gamification, nelle sue varie declinazioni. È stato realizzato nel 2021 un monitoraggio su due classi prime di un liceo scientifico marchigiano, che hanno sperimentato un’attività integrata con elementi di gioco variamente caratterizzati, condotto con lo scopo di verificare il gradimento e individuare le modalità di giochi online più adatti a vari gruppi di studenti, distinti in base al livello di competenze nell’area alfabetico funzionale. La proposta didattica ha incontrato il gradimento di tutti, sebbene per distinte ragioni riferibili a diversi livelli di competenze. È inoltre emerso che è possibile individuare strategie, come la strutturazione su livelli e la progettazione di quiz, e modalità di gioco, senza limiti di tempo e con una variazione degli aspetti grafici, ampiamente inclusive.
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SILVA, Claudilene Maria da, Lucimar Rosa DIAS et Silvani dos Santos VALENTIM. « A Pensadora Negra em Educação Petronilha Beatriz Gonçalves e Silva : Memórias e Reflexões ». INTERRITÓRIOS 6, no 12 (7 décembre 2020) : 299. http://dx.doi.org/10.33052/inter.v6i12.249002.

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RESUMOO presente texto retoma questões relevantes sobre o pensamento negro em educação no Brasil. Por meio desta entrevista aprofundamos como 23 anos depois da publicação do livro que inaugurou os debates a esse respeito, as questões sobre o pensamento negro brasileiro coerentemente reverberam, desafiam e interpelam a Educação das Relações Étnico-Raciais no alvorecer do século XXI. Profa. Petronilha afirma que tal pensamento veio com os povos Negros africanos escravizados e que na Diáspora foram sendo recriados e refeitos, particularmente por meio das experiências dos/as professores/as negros/as, especialmente das professoras negras, durante todo o século XX. Foram destacados durante a entrevista elementos como a relevância e atualidade de uma práxis pedagógica antirracista e propostas do movimento Negro, das instituições Negras e dos projetos e pesquisas que assumem um compromisso visceral e dialógico com a história e perspectiva do povo Negro. Por meio de suas memórias familiares e escolares a entrevistada nos lembra que, por mais escolarizadas/os que sejamos, não podemos prescindir do pensamento que é construído nos núcleos familiares, nas comunidades, nos espaços religiosos de matriz africana e pelo movimento Negro. É importante ter presente que existe um pensamento Negro em educação em todas as áreas da vida. Ainda que importantes organizações do movimento Negro tenham se articulado nos anos 1970, é anterior a este período a formulação do pensamento Negro em educação. Este pensamento antecede o movimento Negro organizado como nós o conhecemos. Ele foi, de fato, iniciado pelas professoras Negras do antigo Ensino Primário, hoje Ensino Fundamental.Educação. Pensamento Negro. Professoras Negras. Movimento Negro.ABSTRACT This text takes up relevant questions about black thought in education in Brazil. Through this interview we went on to deepen how 23 years after the publication of the book that inaugurated the debates in this regard, questions about Brazilian black thought consistently reverberate, challenge and question the Education of Ethnic-Racial Relations at the dawn of the 21st century. Professor Petronilha affirms that such thought came with the enslaved African Black people and that in the Diaspora they are being recreated and remade, particularly through the experiences of Black teachers, especially Black female teachers, throughout the 20th century. Elements such as the relevance and timeliness of an anti-racist pedagogical praxis and proposals from the Black movement, Black institutions, projects and research that assume a visceral and dialogical commitment to the history and perspective of the Black people were highlighted during the interview. Through her family and school memories, the interviewee reminds us that, no matter how schooled we are, we cannot do without the thought that is built in family nuclei, in communities, in religious spaces of African base and by the Black movement. It is important to keep in mind that there is a Black thought in education in all areas of life. Although important organizations of the Black movement were articulated in the 1970s, the formulation of Black thought in education predates this period. This thought precedes the organized Black movement as we know it. It was, in fact, initiated by Black teachers from Primary School, today known as Elementary School.Education. Black Thought. Black Teachers. Black Movement.RESUMENEste texto retoma cuestiones relevantes sobre el pensamiento negro en la educación en Brasil. A través de esta entrevista pasamos a profundizar cómo 23 años después de la publicación del libro que inauguró los debates al respecto, las preguntas sobre el pensamiento negro brasileño reverberan, desafían y cuestionan consistentemente la Educación de las Relaciones Étnico-Raciales en los albores del siglo XXI. Profa. Petronilha afirma que este pensamiento llegó con los negros africanos esclavizados y que en la Diáspora fueron recreados y rehechos, particularmente a través de las experiencias de los maestros negros, especialmente los maestros negros, a lo largo del siglo XX. Durante la entrevista se destacaron elementos como la relevancia y actualidad de una praxis pedagógica antirracista y propuestas del movimiento negro, instituciones y proyectos negros e investigaciones que asumen un compromiso visceral y dialógico con la historia y perspectiva de los negros. A través de sus recuerdos familiares y escolares, la entrevistada nos recuerda que, por muy escolarizados que estemos, no podemos prescindir del pensamiento que se construye en los núcleos familiares, en las comunidades, en los espacios religiosos de origen africano y por el movimiento negro. Es importante tener en cuenta que existe un pensamiento negro en la educación en todos los ámbitos de la vida. Aunque en la década de 1970 se articularon importantes organizaciones del movimiento negro, la formulación del pensamiento negro en la educación es anterior a este período. Este pensamiento precede al movimiento negro organizado tal como lo conocemos. De hecho, fue iniciado por profesores negros de la antigua Escuela Primaria, hoy Escuela Primaria.Educación. Pensamiento negro. Maestros negros. Movimiento negro.SOMMARIOQuesto testo riprende questioni rilevanti sul pensiero nero nell'educazione in Brasile. Attraverso questa intervista siamo passati ad approfondire come 23 anni dopo la pubblicazione del libro che ha inaugurato i dibattiti a questo proposito, le domande sul pensiero nero brasiliano riverberano, sfidano e mettono in discussione costantemente l'Educazione alle Relazioni Etnico-Razziali all'alba del 21° secolo. Profa. Petronilha afferma che questo pensiero è venuto con i neri africani ridotti in schiavitù e che nella diaspora sono stati ricreati e rifatti, in particolare attraverso le esperienze di insegnanti neri, specialmente insegnanti neri, per tutto il XX secolo. Durante l'intervista, sono stati evidenziati durante l'intervista elementi come la rilevanza e la tempestività di una prassi pedagogica antirazzista e proposte dal movimento nero, istituzioni e progetti neri e ricerche che assumono un impegno viscerale e dialogico per la storia e la prospettiva del popolo nero. Attraverso i suoi ricordi familiari e scolastici, l'intervistata ci ricorda che, per quanto scolarizzati, non possiamo fare a meno del pensiero che è costruito nei nuclei familiari, nelle comunità, negli spazi religiosi di origine africana e dal movimento negro. È importante tenere presente che c'è un pensiero nero nell'educazione in tutti gli ambiti della vita. Sebbene importanti organizzazioni del movimento negro siano state articolate negli anni '70, la formulazione del pensiero negro nell'educazione è anteriore a questo periodo. Questo pensiero precede il movimento nero organizzato come lo conosciamo. Fu, infatti, iniziato da insegnanti neri della ex scuola elementare, oggi scuola elementare.Istruzione. Pensiero nero. Insegnanti neri. Movimento nero.
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Pensieri, C., F. Cavicchi et M. Pennacchini. « La Quinta Disciplina e le 7 incapacità di apprendere nel management sanitario ». Medicina e Morale 65, no 5 (23 novembre 2016). http://dx.doi.org/10.4081/mem.2016.455.

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Molte grandi aziende consolidate, per stare al passo con i cambiamenti dell’ambiente esterno, cercano di continuo dei modi per incoraggiare il cambiamento e l’innovazione. Oggi il problema è comprendere in che modo le organizzazioni sanitarie siano in grado di apprendere, cioè di cambiare sé stesse. Educare alla riflessività e al pensiero riflessivo di matrice deweyana si rivela molto utile poiché dal punto di vista pratico, gli effetti e gli impieghi della riflessività vanno rintracciati sia a livello individuale sia a livello sistemico, ossia delle organizzazioni, poiché favoriscono l’apprendimento, il cambiamento, l’innovazione e la creatività. La Quinta Disciplina aiuta l’essere umano a comprendere meglio cosa lo ostacola nell’apprendere qualcosa di nuovo e a transagire efficacemente in un ambiente che cambia al pari di lui stesso. Nell’ambito delle scienze economiche e di management la “Quinta Disciplina” rappresenta uno degli studi più avanzati della Sloan School of Management del Massachusetts Institute of Technology (MIT). In questo articolo si analizzano le “7 incapacità di apprendere” tipiche di ogni azienda e organizzazione. La conoscenza delle aree tematiche della Quinta Disciplina è importante per i professionisti sanitari responsabili di altre persone/servizi, poiché i leader stanno sempre più assumendo piena consapevolezza dell’importanza di sostenere e promuovere contesti organizzativi/lavorativi favorevoli e stimolanti, come parte integrante e necessaria della mission aziendale e come obiettivo fondamentale per poter concretizzare azioni di miglioramento.Lots of established companies, in order to keep up with the external environment’s changes, are continuously seeking new ways to encourage change and innovation. Today the problem is to understand how much healthcare organizations (HCO) are able to learn and to change themselves. The reflexivity and reflective thinking of Dewey’s education is very useful because, the effects and right uses of reflexivity are tracked at both individual and systemic level, which may be HCO, fostering learning, change, innovation and creativity. The Fifth Discipline helps the human being to better understand what hinders him to learn something new and to transact effectively in a changing environment like himself. In economic and management sciences, the Fifth Discipline is one of the most advanced studies of the Sloan School of Management of the Massachusetts Institute of Technology (MIT). In this article we analyze the “7 inabilities to learn” typical of every business organization. The knowledge of this thematic areas is important for health professionals responsible for other people or services. As leaders are increasingly assuming full awareness of the importance of supporting and promoting organizational favorable and challenging contexts, the integral and necessary company’s mission and fundamental objective are important to promote concrete actions for improvement.
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Kobylarek, Aleksander, Luba Jakubowska et Kamil Błaszczyński. « Needs of adults education stakeholders Relazione ». Andragogy Adult Education and Social Marketing 1, no 1 (5 juin 2021). http://dx.doi.org/10.15503/andr.2021.neon.it.

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Il rapporto presentato contiene informazioni sui bisogni educativi e sulla valutazione quantitativa delle organizzazioni di educatori per adulti e lavoratori delle ONG nei paesi del consorzio (Polonia, Francia, Italia e Portogallo) e in altri paesi dell’UE e alcuni non UE. La ricerca ha visto la partecipazione di 1176 partecipanti. Ciò che è importante, è il fatto che la ricerca sia stata condotta in diversi paesi, non solo nei paesi del consorzio, elemento che garantisce che i risultati ottenuti siano sintomatici per il settore AE europeo.
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Vischi, Alessandra. « Pedagogia dell’impresa ed economia civile, un dialogo epistemico per educare al lavoro ». MeTis. Mondi educativi. Temi, indagini, suggestioni 10, no 2 (décembre 2020). http://dx.doi.org/10.30557/mt00140.

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Lo scenario attuale, tra degrado dell’ambiente e dilagante ingiustizia sociale, tra innovazione tecnologica e fragilità lavorative, rappresenta una sfida per la pedagogia per ripensare e riprogettare un modello di sviluppo volto al pieno compimento umano e alla cura del creato. L’articolo, alla luce di una visione antropologica pedagogicamente connotata, accredita l’ipotesi che sia necessaria un’economia nella quale la produzione di beni e servizi sia funzionale alla fioritura umana e al bene comune. La pedagogia dell’impresa può contribuire, in dialogo con l’economia civile, a promuovere organizzazioni sostenibili e responsabili per un nuovo umanesimo, per risolvere i fallimenti professionali e far emergere la vocazione, tra processi formativi e politiche dell’educazione e del lavoro. Sollecita ad un patto educativo globale nel segno dell’ecologia integrale tra imprese, istituzioni e società civile per educarci nel lavoro (Vischi, 2020), tra relazioni e dono di sé.
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Viana, Valderi Nascimento, Amanda Alves Fecury, Euzébio de Oliveira, Carla Viana Dendasck et Claudio Alberto Gellis de Mattos Dias. « Produzione accademica ed educativa di uno studente magistrale in EPT Of IFAP Macapá, Amapá, Amazônia, Brasile ». Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 16 juin 2021, 186–200. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/formazione-it/studente-magistrale.

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La produzione scientifica all’interno di corsi di laurea e laurea ha la sua importanza per la costruzione di un nuovo modo di pensare dello studente. Il Master Professionale in Formazione Professionale in Rete Nazionale (ProfEPT) unisce contenuti disciplinari, conoscenze pedagogiche e produzione accademica finale e li collega a situazioni reali di pratica educativa, e il lavoro finale può essere presentato in vari modi (articoli, libri, prodotti educativi). La produzione accademica, sia del consulente che della guida, oltre all’importanza legata alla divulgazione scientifica, ha peso nella valutazione del programma e anche nella sua manutenzione. L’obiettivo di questo lavoro è quello di mostrare quantitativamente la produzione accademica ed educativa di uno studente di master in Educazione Professionale e Tecnologica (EPT) dell’Istituto di Istruzione, Scienza e Tecnologia (IFAP) di Macapá, Amapá, Amazônia, Brasile. Durante il master, la produzione scientifica in varie forme si è rivelata necessaria durante il processo di formazione. Unire la teoria alla pratica della scrittura, ha facilitato la produzione della tesi che dovrebbe essere presentata alla fine del corso. Attraverso il processo di organizzazione, la pianificazione delle idee ha portato a un nuovo pensiero strutturato secondo gli standard dell’accademia, ma che non si limita a questo spazio e alle sue norme. La produzione durante il master cerca di contribuire sia quantitativamente che qualitativamente alla produzione scientifica della regione settentrionale, imprevolandosi positivamente e con il programma del master. Oltre all’importanza nel contributo della creazione e diffusione scientifica, le produzioni tendono ad avere un impatto positivo sulla valutazione e sul mantenimento del programma PROFEPT-IFAP, svolto da CAPES.
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Di Rienzo, Paolo, Aline Sommerhalder, Massimo Margottini et Concetta La Rocca. « Apprendimento permanente, saperi e competenze strategiche : approcci concettuali nel contesto di collaborazione scientifica tra Brasile e Italia (Lifelong learning, knowledge and Strategic Competence : conceptual approaches in the context of scientific collaboration between Brazil and Italy) ». Revista Eletrônica de Educação 12, no 3 (7 octobre 2019). http://dx.doi.org/10.14244/198271993584.

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This essay aims to show some approaches in the understanding of the lifelong learning concepts, knowledge, competence, from a literature review with the contributions of Dewey, Bruner, Freire, Schon and Tardif among others. Coming from theoretical studies carried out by Italian researchers and a Brazilian researcher, through their Research Centers/Laboratories and international collaborative partnership between Brazilian and Italian Universities, this text addresses from the undertake scientific literature, key terms which support the held studies. From the considerations, it is highlighted the regular understanding around lifelong learning concept, which considers the human condition for the permanent learning and valuing experiences from different contexts, such as family and school (basic and higher education). In view of this, the approximation between the concepts of competence and knowledge was also highlighted, recognized and valued as fundamental elements for the learning process and for the development of critical and reflexive thinking, and consequently transforming daily problems and challenges. The task reinforces the research network, pursuing the improving theoretical knowledge to subsidize the scientific research production in the educational field, besides Brazilian or Italian academic walls.SommarioQuesto saggio ha l’obiettivo di presentare gli approcci sulla definizione dei concetti di apprendimento permanente, saperi e competenze, partendo da una revisione della letteratura, con i contributi,tra gli altri, di Dewey, Bruner, Freire, Schon e Tardif. A partire dall’analisi teorica condotta da ricercatori italiani e una ricercatrice brasiliana, mediante i loro centri di ricerca/laboratório, e l’accordo di collaborazione internazionale tra l’università brasiliana e italiana, questo testo affronta, in base alla letteratura scientifica, i termini chiave che supportano gli studi realizzati. Dalle argomentazioni espresse, emerge la posizione comune sul concetto di apprendimento permanente o per tutta la vita, che considera l’approccio umanistico e la valorizzazione delle esperienze provenienti da diversi contesti come la famiglia e la scuola (in particolare di base e superiore). In questa prospettiva, si mette in evidenzia anche l'approssimazione semantica tra i concetti di competenza e saperi, riconosciuti e valorizzati come elementi fondamentali per il processo di apprendimento e per lo sviluppo del pensiero critico e riflessivo, e di conseguenza trasformatore rispetto ai problemi e alle sfide quotidiane della vita. Il presente contributo rafforza la rete di ricerca congiunta, con l'obiettivo di migliorare le conoscenze teoriche per supportare lo sviluppo di ricerche in campo educativo, al di là delle mura accademiche brasiliane o italiane.Keywords: Lifelong learning, Knowledge, Strategic competence, Reflexive competence.Parole chiave: Apprendimento permanente, Saperi, Competenze strategiche, Competenze di riflessione.Palavras-chave: Aprendizagem permanente, Conhecimento, Competência estratégica, Competência reflexiva.ReferencesALBERICI, A. La possibilità di cambiare. Apprendere ad apprendere come risorsa strategica per la vita. Milano: Franco Angeli, 2008.ALBERICI, A.; DI RIENZO, P. Learning to learn for individual and society. In: R. Deakin CRICK, C. S.; K. REN (Eds), Learning to Learn. International perspectives from theory and practice. New York: Routledge, 2014, p. 87-104.BALDACCI M. Trattato di pedagogia generale, Roma: Carocci Editore, 2002.BANDURA A. 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Bortolotti, Alessandro, et Simon Beames. « ‘ON MONDAY AFTERNOONS WE GO TO DISCOVER THE WORLD!’ : UNDERSTANDING A TRADITIONAL ITALIAN PRIMARY SCHOOL’S ADAPTATION TO A STUDENT-DRIVEN APPROACH TO LEARNING / IL LUNEDÌ POMERIGGIO ANDIAMO A SCOPRIRE IL MONDO : MODIFICAZIONI NELL’APPROCCIO SCOLASTICO TRADIZIONALE A FAVORE DI PERCORSI D’APPRENDIMENTO GUIDATI DAGLI ALUNNI IN UNA SCUOLA PRIMARIA ITALIANA ». European Journal of Education Studies 8, no 1 (24 décembre 2020). http://dx.doi.org/10.46827/ejes.v8i1.3502.

Texte intégral
Résumé :
Across the globe, increasing attention is being paid to curricular learning outside the classroom. While there is no Italian national outdoor learning policy, there is a growing wave of lecturers, teachers, schools, environmental education centres, who are developing this field. This paper examines one rural primary school’s attempts to incorporate learning outside the classroom into their rather conventional teaching practices. Michael Fullan’s seven premises of ‘change knowledge’ are employed to lend a deeper interrogation of the findings. Since the boundaries of inquiry were so clear, in terms of context, space-time, and people, a case study design was used. Data generation featured two principal methods and took place over a six-year period. First, there were open-ended interviews with each of the two principal educators; two focus group interviews with the entire staff team; and large focus groups with senior pupils. Field notes from participant observation and informal conversations were also used. The findings highlighted the importance of alliances between teachers, parents, and the wider community; the need for pupils to have the power to shape what is being learned; and the value of having pupil groups with different ages and abilities. The teachers stressed how crucial it was for pupils to learn how to critically refine the questions they were asking about their ‘places’. Further analysis of the data showed that Fullan’s premises of motivation and commitment, learning in context, capacity building, and persistence and flexibility were especially present. A livello globale, si registra un crescente interesse nello sviluppare il curriculum scolastico all’aperto. In Italia, pur non essendoci un diretto interesse da parte di organizzazioni centrali, si assiste comunque ad un’ondata di docenti, insegnanti, scuole, centri di educazione ambientale, che stanno vieppiù sviluppando questo settore. Il presente lavoro esamina gli sforzi di una scuola elementare rurale, al fine d’inserire l'apprendimento all’aperto nelle proprie pratiche didattiche, generalmente piuttosto convenzionali. Le sette premesse di Michael Fullan per "cambiare la conoscenza" sono state utilizzate per riflettere a fondo sui risultati ottenuti. Poiché i confini dell’indagine qui sviluppata erano molto chiari in termini di contesto spazio-temporale e personale, è stato adottato l’approccio dello “studio di caso”. I dati sono stati raccolti nell'arco di sei anni, attraverso due metodi principali. In primo luogo, si sono utilizzate interviste approfondite con ciascuno dei due insegnanti principali della scuola; due incontri di focus group con l'intero corpo insegnante; e focus group allargati a tutti gli alunni. Inoltre, sono state raccolte numerose note di campo provenienti sia dall'osservazione dei partecipanti, sia da conversazioni informali. In generale, i risultati hanno evidenziato l'importanza dell’alleanza tra insegnanti, genitori e con la comunità locale; la necessità che gli alunni abbiano la possibilità di essere coinvolti nella definizione dei contenuti d’apprendimento; il valore dei gruppi d’alunni con età e capacità diverse. Gli insegnanti hanno sottolineato quanto sia cruciale che gli alunni imparino ad affinare criticamente le domande che si ponevano sui loro "luoghi". Un'ulteriore analisi dei dati ha mostrato che le premesse di Fullan su motivazione, impegno, apprendimento nel contesto, sviluppo delle capacità, continuità e flessibilità, siano particolarmente presenti. <p> </p><p><strong> Article visualizations:</strong></p><p><img src="/-counters-/edu_01/0720/a.php" alt="Hit counter" /></p>
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