Littérature scientifique sur le sujet « Ordine pubblico. Sicurezza pubblica »

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Articles de revues sur le sujet "Ordine pubblico. Sicurezza pubblica"

1

Lang, Alessandra. « Ancora modifiche alla disciplina italiana sulle condizioni di ingresso, soggiorno e allontanamento dei cittadini dell'Unione ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 3 (décembre 2011) : 51–61. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-003004.

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Résumé :
Sommario: Premessa - 1. Modifiche intese a migliorare il recepimento della direttiva - 2. Modifiche relative alla disciplina delle espulsioni per motivi di ordine pubblico e sicurezza pubblica - 3. Allontanamento per cessazione delle condizioni che giustificano il soggiorno.
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2

D'Urso, Donato. « La gestione dell'ordine pubblico dopo i fatti di Aigues-Mortes ». ITALIA CONTEMPORANEA, no 260 (février 2011) : 511–25. http://dx.doi.org/10.3280/ic2010-260009.

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Résumé :
L'eccidio di lavoratori emigrati avvenuto nell'agosto 1893 ad Aigues-Mortes, nella Francia meridionale, provocň accese proteste in molte cittŕ italiane. In alcuni casi le dimostrazioni popolari degenerarono in atti di violenza: i fatti piů gravi avvennero a Roma contro l'ambasciata francese e a Napoli. Le agitazioni colsero di sorpresa le autoritŕ che non seppero affrontare l'emergenza con misure adeguate. All'epoca, la polizia aveva un organico assai ridotto (5.000 uomini in tutt'Italia) cosicché, in aggiunta ai carabinieri, sovente bisognava chiedere l'intervento di reparti dell'esercito nei servizi di ordine pubblico. L'autore illustra quali misure adottarono i prefetti di Roma e di Napoli, ai quali spettava la responsabilitŕ del mantenimento dell'ordine. Le commissioni d'inchiesta giudicarono negativamente il loro operato e il governo puně i due alti funzionari per avere sottovalutato la situazione e utilizzato in modo inadeguato le forze di cui disponevano per soffocare i disordini. Lo studio reca in appendice il testo del rd. 5 gennaio 1899 che codifica in modo piů puntuale rispetto al passato le norme sull'impiego della truppa in servizio di pubblica sicurezza.
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3

Borraccetti, Marco. « Il rimpatrio di cittadini irregolari : armonizzazione (blanda) con attenzione (scarsa) ai diritti delle persone ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 1 (avril 2010) : 17–41. http://dx.doi.org/10.3280/diri2010-001002.

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La Direttiva 2008/115 riguarda norme e procedure che riguardano il rimpatrio di cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno sul territorio comunitario risulti irregolare. Per combattere l'immigrazione clandestina sono stati scelti alcuni strumenti, tra questi: la possibilitŕ del rimpatrio dei minorenni; quella di inviare gli immigrati irregolari «in un Paese di transito» diverso da quello di origine; la possibilitŕ di trattenerli per 18 mesi in Centro di accoglienza; la possibilitŕ che queste misure riguardino anche le famiglie. L'obiettivo č quello di armonizzare un settore particolarmente delicato, che incide in primo luogo sulla vita delle persone ed č di particolare sensibilitŕ dal punto di vista politico. L'indirizzo che prevale privilegia l'approccio securitario al problema, con l'individuazione dei cittadini extracomunitari in posizione irregolare quasi esclusivamente come veicolo di problemi di ordine pubblico o di sicurezza interna. Da questo ne consegue un'unica preoccupazione: quella di allontanarli dal territorio comunitario, senza curarsi in veritŕ delle conseguenze che questo potrŕ comportare nei loro confronti.
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Cazzola, Franco. « LA CORRUZIONE POLITICA IN ITALIA ». Italian Political Science Review/Rivista Italiana di Scienza Politica 18, no 2 (août 1988) : 223–58. http://dx.doi.org/10.1017/s0048840200012193.

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Résumé :
IntroduzioneIn altra sede ho già avuto modo di ricordare come intorno al problema «corruzione politica» (un fenomeno difficile da afferrare) sia venuta fuori una miriade babelica di esercizi denotativi riconducibile a tre grandi filoni, a seconda del criterio che vi viene posto a base. Se si assume il criterio legalistico corruzione è «un comportamento che devia dai doveri formali di un ruolo pubblico (una carica elettiva o dovuta a nomina) per ottenere vantaggi legati a questioni private (personali, di famiglia, di clan privato) relative al denaro o allo status; oppure che viola delle regole stabilite per impedire indebite forme di influenza privata». Se, invece, si pone a fondamento della definizione il criterio dell'interesse pubblico si allarga notevolmente il concetto di corruzione: «Un sistema di ordine pubblico e civile esalta l'interesse comune ponendolo al di sopra di interessi particolari; trasgredire l'interesse comune per interessi particolari è corruzione». Se, infine, si cerca nel criterio dell'opinione pubblica il fondamento della definizione abbiamo che è corruzione ciò che viene considerato tale dal peso dell'opinione pubblica: un atto è presumibilmente corrotto solo se la società lo condanna come tale, e se chi lo compie sente dei sensi di colpa nel compierlo.
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La Manna, Fabrizio. « Patrioti e «uomini di poco culta moralità». Le squadre nella rivoluzione siciliana del 1848 ». SOCIETÀ E STORIA, no 171 (février 2021) : 55–86. http://dx.doi.org/10.3280/ss2021-171003.

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Résumé :
Il saggio si sofferma su un elemento essenziale per il consolidamento della rivoluzione scoppiata il 12 gennaio 1848 a Palermo, ossia sull'intervento delle squadre. L'autore si serve della memorialistica prodotta dopo il fallimento della rivoluzione al fine di verificare quale fu il giudizio complessivo e comprendere il reale impatto di queste formazioni. Quello che emerge è uno scenario frammentato e non privo di ambiguità, in quanto i principali memorialisti ricoprirono importanti ruoli istituzionali. Il sodalizio tra delinquenza comune e opposizione politica si rivelò fondamentale per l'affermazione della rivoluzione, ma fu deleterio per lo stato dell'ordine pubblico. In fatti, il tentativo di smobilitazione delle squadre fu di difficile esecuzione, e nel caso di reimpiego dei membri all'interno dei corpi deputati al mantenimento della pubblica sicurezza si ebbero ulteriori e ancora più gravi problemi.
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Tarantino, Antonio. « Sul fondamento dei diritti del nascituro : alcune considerazioni bioetico-giuridiche (TI) ». Medicina e Morale 44, no 6 (31 décembre 1995) : 1209–48. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1995.959.

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Résumé :
L'articolo (che nella sua prima parte è stato pubblicato su "Medicina e Morale" 1995,5:951-984) analizza quale etica sia confacente alla definizione dello statuto biologico dell'embrione. Dopo aver illustrato criticamente le varie posizioni filosofiche al riguardo, l'Autore ritiene decisivo per la riflessione il riconoscimento del rapporto fra ordine biologico ed ordine etico. Tale legame risponde all'esigenza di trovare dei punti fermi naturali ai quali ancorare il ragionamento e le norme che disciplinano la vita individuale e l'ordine civile in materia di tutela del diritto alla vita. Si tratta cioè di affermare che l'ordine insito nella natura umana può costituire il punto di orientamento della condotta della persona. Lo studio prosegue argomentando a favore della titolarità, da parte dell'embrione, di diritti essenziali rispetto alla madre, primo fra tutti quello alla vita, a partire dalla fecondazione. Il nascituro, quindi, va tutelato giuridicamente come persona umana. Dopo avere esaminato, alla luce di quanto precedentemente affermato, se esista un diritto della donna all'aborto volontario - arrivando ad una conclusione negativa - l'articolo si conclude auspicando che gli organi competenti nei vari Stati emanino una "Dichiarazione dei diritti del nascituro", nel rispetto di quanto affermato all'art. 3 della Dichia razione Universale dei Diritti dell'Uomo: "Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà e alla sicurezza della propria persona".
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Calcagno, Paolo. « «Per la pubblica quiete». Corpi armati e ordine pubblico nel Dominio della Repubblica di Genova (secoli XVI-XVIII) ». SOCIETÀ E STORIA, no 129 (décembre 2010) : 453–87. http://dx.doi.org/10.3280/ss2010-129002.

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Résumé :
L'articolo prende in esame il fenomeno del banditismo e della criminalitÀ rurale nel contesto dello Stato genovese tra Cinque e Settecento, valendosi principalmente della corrispondenza dei giusdicenti e delle lettere anonime inviate al Senato. A fronte di un intervento legislativo puntuale e reiterato, e dell'elaborazione di strategie punitive particolari, questa piaga sociale permane per tutto il corso dell'ancien régime. Gli esecutori di giustizia (bargelli, cavaleri, famigli ecc.) creano spesso piů problemi di quanto ne risolvano; gli esperimenti coi i "civili" (milizie scelte, compagnie contro banditi) non sortiscono gli effetti sperati; e l'apporto degli effettivi dell'esercito (nella fattispecie quelli provenienti dalla Corsica) tampona il problema ma non č mai risolutivo. I successi sono dunque sporadici, ma l'autore argomenta come lo Stato riesca nel complesso a mantenere il controllo del suo territorio scendendo a patti con patriziati e notabilati locali, e a porsi agli occhi dei sudditi attraverso i suoi corpi armati come un punto di riferimento pienamente legittimato.
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Rinne, Katherine Wentworth. « Hydraulic infrastructure and urbanism in early modern Rome ». Papers of the British School at Rome 73 (novembre 2005) : 191–222. http://dx.doi.org/10.1017/s0068246200003020.

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Résumé :
INFRASTRUTTURE IDRAULICHE E URBANISMO AGLI INIZI DELLA ROMA MODERNATra il 1570 e il 1620, Roma fu trasformata da una città essenzialmente medievale in una città barocca. Durante questo periodo, papi, cardinali e altri cittadini infiuenti restaurarono antichi acquedotti e costruirono nuove fontane con l'intento di usare le infrastrutture idriche come strumento per riportare Roma alla sua antica grandezza, solidificare il prestigio papale, cambiare l'assetto urbano esistente, stimolare lo sviluppo economico e accrescere la salute pubblica. Tre acquedotti a caduta furono costruiti per servire Roma: l'Acqua Vergine (1562–70), l'Acqua Felice (1585–7) e l'Acqua Paola (1607–12). Dopo un migliaio di anni di risorse limitate Roma fu rifornita di acqua e dal 1625 fu dotata di 80 nuove fontane pubbliche. In questo articolo tratterò queste fontane al fine di dimostrare come lo sviluppo urbano fu ottimizzato nelle aree in cui l'acqua poté essere distribuita. Si dimostrerà che le fontane erano molto più che ornamenti urbani; esse erano realmente le strutture più visivamente prominenti di un nuovo, benché perlopiù nascosto, ordine fisico, costruito sopra un sistema integrato di infrastrutture idriche che includeva acquedotti, condotti, distribuzione di cisterne e cloache, che nell'insieme verranno discusse in questa sede. Tale ordine esisteva in proporzione nelle vicinanze e nella città in quanto l'infrastruttura idrica forniva un'armatura per organizzare e effettivamente controllare lo spazio pubblico, forse per la prima volta dall'antichità.
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Mugarra, Miriam Velazco. « Derecho Agrario : instrumento del desarrollo agrícola y rural ». Przegląd Prawa Rolnego, no 2(23) (15 décembre 2018) : 159–69. http://dx.doi.org/10.14746/ppr.2018.23.2.12.

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Résumé :
L’obiettivo dell’articolo è di presentare le sfide contemporanee del diritto agrario in materia di sviluppo sostenibile delle zone rurali, tenendo conto delle politiche agricole attuate a livello locale, regionale, internazionale e globale. Nello specifico si è cercato di approfondire l’influenza del c.d. approccio territoriale allo sviluppo sostenibile delle zone rurali e la sua importanza per il diritto agrario. Per attuare il concetto di agricoltura sostenibile a Cuba è necessaria un’implementazione decisiva del progresso tecnologico, una moderata, razionale ed economicamente giustificata intensificazione della produzione e un contenimento del degrado della produttività potenziale del suolo. È inoltre inevitabile ampliare e modernizzare l’infrastruttura tecnica delle zone rurali e delle aziende agricole stesse. Oltre alla necessità di aumentare il livello di istruzione e di conoscenza professionale da parte degli agricoltori, come anche il livello di consapevolezza ecologica, queste azioni richiedono un sostegno finanziario tramite stanziamenti del bilancio pubblico e dei fondi regionali. È anche necessario migliorare il reddito agricolo, in quanto esso determina le possibilità di intraprendere investimenti e attività pro-ecologiche, che a loro volta determinano la sicurezza alimentare del Paese. Secondo l’autore, l’approccio territoriale è uno strumento efficace che facilita la gestione pubblica delle zone rurali e contribuisce a un ulteriore sviluppo socio-economico della popolazione rurale.
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Bompiani, Adriano. « L’elaborazione di “regole” per le innovazioni biotecnologiche ». Medicina e Morale 49, no 4 (31 août 2000) : 713–50. http://dx.doi.org/10.4081/mem.2000.765.

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Résumé :
Come è noto, l'unione Europea ha fra i suoi scopi quello di favorire lo sviluppo sociale ed economico dei Paesi aderenti, facilitando la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica, la produzione di beni e la circolazione degli stessi nell’ambito dell’Unione, eliminando per quanto è possibile differenze, normative e conflitti commerciali. Con questo spirito, dopo anni di difficile lavoro, è stata emanata la Direttiva 98/44/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio (6luglio 1998) che riguarda la protezione giuridica delle invenzioni biotecnologiche, ne presupposto che si tratti di genoma – sia esso di origine vegetale, animale o umano – in quanto risultati da “invenzioni” suscettibili di applicazioni industriali e non dal mero isolamento (“scoperta”). L’Autore, che già ha esaminato in un precedente contributo gli aspetti etici dell’impiego delle biotecnologie nel campo vegetale e animale (v. Medicina e Morale 2000, 3: 449-504), si sofferma a descrivere quanto prevede la Direttiva 98/44/CE stessa, assieme ad altre norme internazionali precedentemente emanat, per la tutela dell’ambiente, degli animali e degli organismi umani. L’Autore riconosce che la direttiva vieta, nel dispositivo, lo sfruttamento commerciale che sia contrario all’ordine pubblico e al buon costume, fornendo gli esempi concreti dei divieti applicabili ai processi di clonazione umana a scopo riproduttivo, di modificazione dell’identità genetica germinale dell’essere umano; di modificazione degli embrioni umani a fini commerciali e industriali; di modificazione dell’identità genetica animale di natura tale da provocare sofferenza negli stessi, senza utilità sostanziale per l’uomo o per l’animale. Tuttavia la Direttiva – sotto l’aspetto giuridico – consente l’utilizzazione di embrioni umani (sia pure non direttamente ed espressamente prodotti a scopo di ricerca in base all’art. 18 della Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina) a scopo sperimentale e per applicazioni biotecnologiche riguardanti la produzione di cellule staminali od i medicamenti. L’Autore esamina anche il dibattito che è seguito alla emanazione della Direttiva soprattutto a livello di Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (Strasburgo) in merito alle preoccupazioni dell’opinione pubblica sui cosiddetti “cibi transgenici” (raccomandazione n. 1398 (1998) dal titolo “sicurezza del consumatore e qualità degli alimenti”), nella quale è stata espressa contrarietà alla brevettabilità degli organismi viventi, pur riconoscendo la necessità di assicurare un’adeguata protezione ai diritti dell’”invenzione” (proprietà intellettuale) [Raccomandazione 1417/1999]. Questi problemi sono stati affrontati ma non risolti nella conferenza internazionale di Oviedo (16-19 maggio 19999) organizzata dal Consiglio d’Europa. Il Comitato Direttivo di Bioetica del medesimo Consiglio d’Europa è stato indicato di esprimere “parere” sulla complessa materia; nel frattempo sono intervenute la conferenza di Seattle e Montreal, ove è stato firmato, nel gennaio 2000, un Protocollo sulla biosicurezza che regolamenta il commercio internazionale di sementi e sostanze geneticamente modificate ritenuti pericolosi per l’ambiente e la salute, escludendo però i prodotti finiti, e perciò il cibo transgenico. Nel momenti in cui – scadendo la moratoria –la Direttiva 98/44/CE entrerà in vigore (31 luglio 2000) essendo improbabile l’accettazione delle argomentazioni di invalidazione sollevate da Olanda e Italia, l’Autore insiste per l’adozione del “principio di precauzione”, esplicitamente incorporato nel diritto comunicato relativo alla protezione della salute, oltreché alla tutela dell’ambiente, che dovrà essere tuttavia meglio specificato nella sua estensione e nelle conseguenze attese. Un secondo principio, quello della “trasparenza”, richiede un’ulteriore affinamento delle informazioni rivolte al consumatore, tramite una più chiara etichettatura che consenta una scelta realmente libera e consapevole dei prodotti derivanti da organismi geneticamente modificati posti in commercio. Dovrà essere perseguita la ricerca, escludendo peraltro l’uso dell’embrione umano.
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Thèses sur le sujet "Ordine pubblico. Sicurezza pubblica"

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LA, PORTA CLEMENTE DAVIDE. « LA NOZIONE DI DATORE DI LAVORO PUBBLICO NELLA SICUREZZA DEL LAVORO ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano, 2018. http://hdl.handle.net/2434/544576.

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Résumé :
The research deals with the notion of public employer in the field of health and safety in the workplace, currently regulated by Article 2 (1)(b), Legislative Decree No. 81/2008. Firstly, the research considers the evolution of the discipline from an historical point of view, highlighting both the effects and the main issues concerning its application in the Public Sector. Secondly, it takes into account the notion of public employer in the light of the privatization process that involved the public employment, making a comparison between the latter and the private one. In conclusion, the research investigates the unsolved profiles concerning the definition of public employer provided by the so-called Testo Unico of Health and Safety at the Workplace, questioning the opportunity/necessity to use different notions in relation with the figure of the employer in both the private and the public sectors.
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ANNI, ROLANDO. « Il centro e la periferia : Brescia e la sua provincia nelle carte del CLN Aprile 1945 luglio 1946 ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/385.

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Résumé :
La tesi riguarda le vicende del CLN bresciano dal 1945 al 1946 e la situazione politica e sociale di Brescia e della sua provincia, caratterizzata da gravi problemi e da una prassi democratica caratterizzata da contrasti.
The thesis is about the occurrences in the National liberation Committee of Brescia from 1945 to 1946 and the situation of Brescia and its province, that suffered, at the beginning of its democratic age, serious economic and social problems.
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ANNI, ROLANDO. « Il centro e la periferia : Brescia e la sua provincia nelle carte del CLN Aprile 1945 luglio 1946 ». Doctoral thesis, Università Cattolica del Sacro Cuore, 2009. http://hdl.handle.net/10280/385.

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Résumé :
La tesi riguarda le vicende del CLN bresciano dal 1945 al 1946 e la situazione politica e sociale di Brescia e della sua provincia, caratterizzata da gravi problemi e da una prassi democratica caratterizzata da contrasti.
The thesis is about the occurrences in the National liberation Committee of Brescia from 1945 to 1946 and the situation of Brescia and its province, that suffered, at the beginning of its democratic age, serious economic and social problems.
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MORELLO, Francesco. « La sicurezza del lavoro nelle pubbliche amministrazioni per il benessere organizzativo, la customer satisfaction e la qualità del servizio reso agli utenti ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2014. http://hdl.handle.net/10446/30447.

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Résumé :
La normativa posta a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori, risulta imperniata sulla centralità del concetto di organizzazione e si applica tanto al settore privato quanto al complesso sistema del pubblico impiego. Il presente lavoro si propone di dimostrare che la matrice dell’organizzazione prevista dal T.U. d.lgs. 81/2008 si conforma, in un ottima sistematica, con la mission e le precipue finalità istituzionali delle Pubbliche Amministrazioni. Garantire e valorizzare la dignità della persona che lavora, assicurando uno “stato di completo benessere fisico mentale e sociale” (art. 2, T.U.), significa sia dare attuazione concreta, alla disciplina prevenzionale, che migliorare il processo produttivo o di lavoro. Benessere individuale e organizzativo si riflettono sul livello di performance raggiunto dalle organizzazioni e ciò in particolare in ambito pubblico ove il tema del miglioramento del clima lavorativo si colloca nella prospettiva dell'inveramento dei principi e valori costituzionali nell'Amministrazione reale, oggi chiamata a rispondere con limitate risorse finanziarie alle domande correlate ai cambiamenti della società e alla crisi economica in atto. L’evoluzione del lavoro nelle pubbliche amministrazioni, dalla contrattualizzazione del rapporto di lavoro alle recenti riforme “efficientiste” e di spesa dell’organizzazione pubblica, hanno prodotto un articolato sistema che distingue macro e micro organizzazione. Ogni amministrazione pubblica deve per legge incrementare il proprio livello di benessere, modulando secondo le rispettive specificità strumenti e forme di partecipazione, così da fornire un servizio qualitativamente in linea con le esigenze della collettività. A tal fine vengono passate in rassegna insieme alle norme anche talune esperienze concretamente sviluppatesi con riferimento anche ai fini della customer satisfaction. Nella stessa ottica si muove l’indagine che attraverso l’analisi dei principali rischi, quelli psicosociali (stress, mobbing, burn out…), individua per ogni soggetto dell’organizzazione non solo il proprio debito di sicurezza ma soprattutto il proprio ruolo nell’implementazione del benessere. L’autore giunge infine a configurare in capo al lavoratore pubblico un vero e proprio diritto al benessere, organizzativo e individuale, esigibile in base ad un paradigma risarcitorio, che in uno alle responsabilità ad esso correlate, esaminate anche nei profili emersi più di recente, conferma che nelle P.A. sicurezza sui luoghi di lavoro, benessere organizzativo e ciclo della performance sono tra loro strettamente e necessariamente complementari.
The regulation of occupational health and safety is mainly focused on the importance of organisational aspects regarding both private and public sector. The aim of this study is to demonstrate that the origin of the public organisation system set out in the T.U. d.lgs 81/2008 is in compliance with the mission and institutional aims of the Public Administration, under a systematic perspective. “Valuing and protecting the dignity of the workers, safeguarding the physical, mental and social welfare”, will practically enforce the preventive regulatory system and increase the productivity of the working process. The individual and organisational well-being is strictly co-related to the general level of performance achieved by organisations specifically in the public sector, where the improvement of working conditions can be considered as an implementation of Constitutional principles in the context of the Public Administration which nowadays is deemed to face, with limited financial resources, the changes of the society and the current economic crisis. Each public organisation shall, by law, increase its level of welfare according to its own means and type of participation, in order to provide a service that complies qualitatively with the needs of the public. For this purpose the study is conducted through the analysis of legislations and practical experiences related also to the aims of the customer satisfaction. Moreover the study establishes which are the main psychosocial risks (stress, mobbing, burn out), and identifies for each member of the organisation not only its own debt security but also the importance of its role in the growth of the well-being. In the end the author concludes that public employees have the right to obtain a collective and individual well-being through a compensation scheme and that in the public administrations, the job safety, the organisational well being and the job performance are strictly and inevitably interdepend.
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SBARBATI, Claudia. « LE STRAGI E LO STATO. NARRAZIONI SU CARTA DELLO STRAGISMO ITALIANO:CRONACA, MEMORIA E STORIA ». Doctoral thesis, 2018. http://hdl.handle.net/11393/251127.

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Résumé :
Oggetto del presente studio è la narrazione pubblica delle stragi degli anni Settanta, realizzata attraverso il filtro della carta stampata di ieri e di oggi. In particolare, le stragi delle quali è stato ricostruito il pubblico racconto sono quelle di Milano (12 dicembre 1969), di Brescia (28 maggio 1974) e di Bologna (2 agosto 1980). L’interesse di ricerca è nato dalla percezione di un vuoto storiografico rispetto all’“impressione di realtà” - quindi all’immaginario - che nel corso dei decenni quotidiani e periodici nazionali hanno edificato riguardo allo stragismo neofascista. In generale, l’eversione di destra – seppur oggetto di preziosi studi - è stata meno analizzata rispetto a quella di sinistra e quello che è divenuto il cosiddetto “caso Moro”, perché sovente stigmatizzata come subalterna allo Stato e quindi priva di una sua dimensione particolare. È esattamente in questo spazio che la ricerca s’inserisce, guardando alla storia d’Italia attraverso l’interpretazione dello stragismo offerta dall’informazione a stampa. La scelta della fonte giornalistica come fonte storica per analizzare le categorie interpretative e i quadri di riferimento messi a disposizione dell’opinione pubblica, ha richiesto di tenere in considerazione gli elementi distintivi del giornalismo italiano e i suoi rapporti con il contesto politico nazionale coevo alle stragi, con attenzione anche per i cambiamenti occorsi nel tempo nel mondo dell’informazione e nel panorama internazionale, definendo un arco temporale che dal 1969 giunge sino al 2017. Inoltre, gli scenari politici sovranazionali della Guerra Fredda sono costantemente richiamati in virtù dell’intima connessione fra eversione di destra, forze dell’ordine e servizi di sicurezza italiani da un lato, ed equilibri geopolitici internazionali dall’altro. Si è scelto di attingere a numerose testate nazionali per dare conto delle diverse linee editoriali, delle molteplici caratterizzazioni politiche delle stesse, dei differenti stili comunicativi e della pluralità di lettori cui ogni quotidiano o periodico è destinato. Fra gli archivi storici più attenzionati emergono quelli del “Corriere della Sera”, “La Stampa”,“la Repubblica”, “L’Unità”, “Il Giorno”, “La Notte”, “La Nazione”, “L’Avanti!”, “il Manifesto”, “Lotta Continua”, “Umanità Nova”, “Il Popolo”, “il Secolo d’Italia”, “Candido” e “il Borghese”. A ogni strage è stato dedicato uno specifico capitolo in cui sono introdotti i fatti e gli esiti giudiziari, analizzate le prime reazioni della stampa, ricostruiti gli anni dei processi e la ricezione delle sentenze, sino a riproporre l’eco pubblica delle opere che nel corso dei decenni sono intervenute sul tema. Gli articoli di cronaca e gli editoriali di approfondimento analizzati permettono di vagliare la riproposizione su carta delle versioni ufficiali delle forze dell’ordine, della magistratura e della politica; le memorie dei protagonisti degli eventi e l’analisi offerta dagli opinion makers che di volta in volta hanno raccontato le stragi dell’Italia repubblicana (giornalisti, storici, magistrati, scienziati sociali). L’ultimo capitolo è stato invece dedicato al problema della Memoria e dei suoi rapporti con la Storia, analizzando la produzione memorialistica degli ex terroristi, delle vittime di prima, seconda e terza generazione, sino al tema della riconciliazione e della pacificazione. Si è dunque ricostruito il dibattito sviluppatosi “a caldo” ed “ex post”, nella consapevolezza che l’informazione e la comunicazione pubblica della Storia sono fondamentali per la storicizzazione del passato traumatico della Nazione.
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Livres sur le sujet "Ordine pubblico. Sicurezza pubblica"

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Kalb, Luigi, et Angela Di Stasi. La gestione dei flussi migratori tra esigenze di ordine pubblico, sicurezza interna ed integrazione europea : Atti del convegno del Dipartimento di diritto pubblico e di teoria e storia delle istituzioni, Università deglistudi di Salerno, 24 maggio 2012. Napoli : Editoriale scientifica, 2013.

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