Littérature scientifique sur le sujet « Occupabilità »

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Articles de revues sur le sujet "Occupabilità"

1

Lo Piccolo, Alessandra. « L'Università tra apprendimento e occupabilità ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (janvier 2020) : 155–69. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2019oa8669.

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Résumé :
Today organization is changing. Organizational change does not come easy. How education is resourced, delivered and taken up? This transformation should be shaped by educators and policy-makers. Educational institutions are called to change approaches and methodologies, to respond to the important social function they play. University as promoting to generative learning and skills, should become an open university, geared to the development of knowledge, and to the involvement of the social partners, as a new Management. If these aspects concern, in the first instance, pedagogy, psychology and sociology, more than others, the vision does not exclude other disciplines, both for their theoretical and methodological choices, through which they contribute to create a new training project. Therefore, there are many practical interventions to undertake, and should be followed in which, however, the network must be made reliable, in a multi-disciplinary and interdisciplinary perspective and approach.
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2

Sicurello, Rossana. « La revisione dell'istruzione professionale : giovani, orientamento, competenze trasversali e occupabilità PDF ». EXCELLENCE AND INNOVATION IN LEARNING AND TEACHING, no 1 (juin 2020) : 5–28. http://dx.doi.org/10.3280/exioa1-2020oa10074.

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Résumé :
Il processo di globalizzazione e il progresso tecnologico alla base della Quarta Rivoluzione Industriale hanno sconvolto il tradizionale modello di organizzazione dell'istruzione e del mercato del lavoro divenuti sempre più dinamici e complessi. La formazione professionale, cercando di rispondere ai bisogni attuali dei singoli e della società della conoscenza e del lavoro 5.0, si sta adoperando per assicurare azioni efficaci di modernizzazione e di innovazione delle pratiche didattiche, formative e valutative, facendo dell'orientamento e della pratica lavorativa gli strumenti principali della loro azione. Lo scopo è quello di verificare la propria capacità di stare al passo con i cambiamenti sociali, nonché di contribuire in maniera significativa alla crescita economica e, quindi, alla promozione della mobilità e dell'employability di cui le soft skills costituiscono una dimensione chiave, soprattutto nell'ambito dell'attuale dibattito politico, sociale, culturale ed economico attorno al mercato del lavoro e al tema della disoccupazione.
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3

Pignalberi, Claudio. « Le employability e le soft skills per orientarsi e dirigersi nel lavoro del futuro : il contributo della pedagogia del lavoro ». EDUCATION SCIENCES AND SOCIETY, no 2 (novembre 2020) : 155–76. http://dx.doi.org/10.3280/ess2-2020oa9408.

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Résumé :
Il contributo propone, nella prima parte, un'analisi dei principali approcci e dei modelli teorici riguardanti le employability e le soft skills con un riferimento specifico alle recenti ricerche di Cedefop e Ocse. Nella seconda parte, invece, vengono presentati i risultati di un percorso di alternanza, condotto da un centro di ricerca di un ateneo romano, che ha previsto dei laboratori di orientamento e di autovalutazione, con il coinvolgimento di 50 studenti degli istituti superiori, delle skills ritenute più significative per garantire occupabilità e dirigersi nel lavoro del futuro
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Capo, Marianna. « Re-imagining the post-pandemic future : an activity to implement the emotional skills of university students ». Form@re - Open Journal per la formazione in rete 22, no 3 (31 décembre 2022) : 206–21. http://dx.doi.org/10.36253/form-13618.

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Résumé :
In the academic year 2021/2022, the SPO Department of the Centro di Ateneo Sinapsi of the Federico II University of Naples has set up interactive employability laboratories in some three-year bachelor’s and Master’s degree programs to assess students’ potential at the end of their studies. The aim of this paper, starting from a first accurate statistical elaboration of the questionnaires AVO and BdC, is to present some of the experimental laboratory activities aimed at helping students in the processes of self-expression and emotion regulation. The results showed a substantial lack of non-cognitive skills related to the emotionality domain, which is instead considered fundamental to employability, and the positive impact of the SPO labs on improving students’ transversal skills and internal employability potential. Re-immaginare il futuro nel post pandemia: un'attività per implementare le competenze emotive degli studenti universitari. Nell’anno accademico 2021/2022, la sezione SPO del Centro di Ateneo Sinapsi dell’Università Federico II di Napoli, ha realizzato, presso alcuni corsi di laurea triennale e magistrale, laboratori interattivi per la Promozione dell’occupabilità con l’obiettivo di valutare il potenziale di occupabilità degli studenti al termine del percorso di studi. Scopo di questo lavoro è presentare a partire da una prima accurata elaborazione statistica dei questionari AVO e BdC alcune delle attività laboratoriali sperimentali finalizzate a sostenere gli studenti nei processi di auto-promozione del sé e di regolazione delle emozioni. Dai risultati è emersa una forte carenza delle capacità non cognitive legate alla sfera dell’emotività, considerate invece fondamentali per l’occupabilità, e il positivo impatto dei laboratori SPO nell’incrementare le competenze trasversali ed il potenziale interno di occupabilità degli studenti.
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5

Marselli, Riccardo. « La ricerca della sostenibilitŕ nel mercato del lavoro ». RIVISTA DI STUDI SULLA SOSTENIBILITA', no 1 (avril 2011) : 35–38. http://dx.doi.org/10.3280/riss2011-001007.

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Résumé :
Il presente contributo č un estratto dell'intervento del professor Marselli al Forum del 2 Aprile 2009. L'autore, focalizzando l'attenzione sulle politiche del lavoro, offre un'interpretazione ai problemi della sostenibilitŕ. Analizzando le maggiori problematiche che caratterizzano l'attuale mondo del lavoro e le piů recenti politiche europee a sostegno del concetto di occupabilitŕ, viene esposta la necessitŕ di cambiare l'attuale processo educativo e formativo. Infatti, risulta sempre meno importante fornire competenze specifiche e professionalizzanti, mentre fondamentale č fare in modo che chi esce dal circuito formativo abbia delle competenze generali e facilmente trasferibili.
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6

Franzoni, Flavia. « Reti di servizi e comunitŕ per l'inserimento lavorativo dei pazienti psichiatrici ». RIVISTA SPERIMENTALE DI FRENIATRIA, no 2 (août 2009) : 73–87. http://dx.doi.org/10.3280/rsf2009-002004.

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Résumé :
- A vast and complex legislation for disabled and disadvantaged people regulates the work inclusion of psychiatric patients. However, the implementation of this legislation - particularly in the case of mentally distressed persons - is difficult to enforce, for inclusion requires continuity and collaboration, comprising: different local mental health and social services, the non-profit sector, and the companies that take on the new "social responsibility" of integrating disabled persons. Community networks are valuable resources for implementing work and social inclusion. The author explores ways of collaboration between all stakeholders in order to strengthen social and work integration processes, based on a common culture of social inclusion.Key Words: service network, targeted employment, employability, social and educational inclusion, corporate social responsibility, competent community.Parole Chiave: rete dei servizi, collocamento mirato, occupabilitŕ, integrazione socio-sanitaria ed educativa, responsabilitŕ sociale di impresa, comunitŕ competente.
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7

Cuzzocrea, Valentina. « "Occupabili" più che occupati ? Ambiguità di un concetto di policy nel caso italiano ». SOCIOLOGIA DEL LAVORO, no 138 (mai 2015) : 55–68. http://dx.doi.org/10.3280/sl2015-138004.

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8

Cabral, Anna Julie Medeiros, Camila Araújo Novais Lima, Eduardo Franco Correia Cruz Filho, Gabriel Lucena de Carvalho Soares, Paulo Francisco Lucena de Araújo Espínola, Fernanda Araújo Alves et Ana Suzy de Góis Melo Cruz. « Pelle di tilapia : progresso tecnologico nel trattamento delle ustioni ? » Revista Científica Multidisciplinar Núcleo do Conhecimento, 13 décembre 2021, 50–64. http://dx.doi.org/10.32749/nucleodoconhecimento.com.br/salute/pelle-di-tilapia.

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Résumé :
Introduzione: La ustioni è una delle più grandi aggressioni che il corpo può subire. L’approccio varia in base al grado di ustione, perché l’uso di clorexidina, sulfadiazina d’argento,, sbrigliamento del tessuto necrotico, medicazioni biosintetiche e pelli artificiali. Tuttavia, questi ultimi due hanno costi elevati, quindi sono emersi diversi studi con l’obiettivo di cercare opzioni più praticabili, come l’uso della pelle di Tilapia del Nilo nelle ustioni, grazie alle sue proprietà curative. Detto questo, il presente articolo ha come guida la domanda: questo nuovo metodo, in effetti, è un progresso tecnologico così importante per il trattamento dei pazienti ustionati come sembra essere? Obiettivo: Analizzare l’uso della pelle di Tilapia del Nilo in pazienti con ustioni, nonché confrontarla con altre tecniche prestabilite. Metodi: Si tratta di una rassegna bibliografica integrativa con un approccio qualitativo. I dati sono stati raccolti attraverso i database pubmed e la Biblioteca virtuale della salute (BVS), dal 2015 al 2020. Risultati: Gli articoli indicano una buona prognosi all’uso della pelle di Tilapia del Nilo in relazione alle altre opzioni in vigore per il trattamento delle ustioni, con un vantaggio significativo nel ridurre il numero di medicazioni richieste, a causa di una migliore stima della ferita. Inoltre, presenta caratteristiche microscopiche simili alla pelle umana, come l’elevata resistenza alla trazione e l’estensione della rottura, riducendo i tempi di epitelizzazione e l’intensità del dolore, oltre a ridurre i costi di trattamento. Conclusione: Alla luce dei risultati della letteratura riportati nella presente revisione, si conclude che gli studi con pelle di tilapia del Nilo si rivelano una modalità rivoluzionaria con benefici nel trattamento di pazienti con lesioni cutanee superficiali e profonde. Pertanto, i ricercatori hanno concluso, rispondendo alla domanda guida, che il nuovo metodo è, sì, un importante progresso nel campo del trattamento delle ustioni, perché la sua occupabilità è confermata, oltre a dimostrare un vantaggio rispetto ad alcune delle principali alternative preesistenti.
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Thèses sur le sujet "Occupabilità"

1

DAL, LAGO Michele. « Supply-side education : occupabilità, formazione e mercato del lavoro nel dibattito contemporaneo ». Doctoral thesis, Università degli studi di Bergamo, 2013. http://hdl.handle.net/10446/28649.

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2

Casano, Lilli Viviana. « Flessibilità ed occupabilità : i sistemi bilaterali di formazione per i lavoratori interinali in Italia ed in Francia ». Doctoral thesis, Università di Catania, 2012. http://hdl.handle.net/10761/1143.

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Résumé :
La tesi prende le mosse da una rassegna della letteratura sul ruolo della formazione continua nella realtà contemporanea, tanto nella prospettiva del contributo ai processi di sviluppo e innovazione dei sistemi produttivi, quanto rispetto alla soddisfazione delle esigenze di promozione e tutela di lavoratori che si muovono su mercati sempre più fluidi, in ragione della crescente globalizzazione e deregolamentazione dei processi economici che caratterizzano gli scenari internazionali. La ricerca si sviluppa nell ambito della seconda prospettiva analitica, a partire dall ipotesi che la compatibilità degli interessi di imprese e lavoratori in materia di formazione non sia scontata, nè riconducibile ad automatismi di mercato, ma possa essere costruita attraverso appropriati modelli di governance coerenti con gli assetti istituzionali dei contesti nazionali e locali e con i profili e gli obbiettivi degli attori coinvolti. Poichè il carattere di bene pubblico della formazione continua viene concepito come esito problematico di un processo di costruzione sociale, le domande di ricerca con cui si misura la ricerca riguardano i fattori di differenziazione ed efficacia di diversi sistemi regolativi della formazione continua, con particolare riferimento a quella rivolta ai lavoratori interinali. Per ricostruire tali meccanismi sociali si è assunta una prospettiva teorica macroistituzionalista e di political economy comparata, utilizzando una metodologia di indagine basata sull analisi comparata a livello europeo dei sistemi nazionali di regolazione della formazione per lavoratori interinali. Sono stati, così, individuati i tratti distintivi dei principali modelli nazionali, interpretandoli alla luce delle direttive della Strategia Europea per l Occupazione in materia di formazione continua. A partire da questo quadro di sfondo, l indagine si è concentrata sulla comparazione fra due casi nazionali, quello italiano e quello francese, che presentano numerosi tratti comuni, ma anche significativi elementi di differenziazione. Questi sono stati rilevati a un duplice livello: da un lato, ricostruendo il quadro normativo, i modelli di governance e i sistemi organizzativi che regolano in ciascun paese la formazione per i lavoratori interinali, con una particolare attenzione al funzionamento degli Enti bilaterali (i Fondi FAFTT-Fond Assurance Formation Travail Temporaire in Francia, Forma.Temp in Italia); dall altro, valutandone la coerenza con il profilo sociale dei lavoratori coinvolti e con le caratteristiche dei mercati del lavoro locali e nazionali, nonché la capacita di contrasto rispetto ai meccanismi di disuguaglianza sociale che differenziano la condizione dei lavoratori interinali.
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3

MARTINI, MATTIA. « Flessibilità e ruolo degli intermediari nel mercato del lavoro. L'effetto delle agenzie di somministrazione sullo sviluppo dei percorsi lavorativi in Italia ». Doctoral thesis, Università degli Studi di Milano-Bicocca, 2010. http://hdl.handle.net/10281/197822.

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Résumé :
La tesi affronta il ruolo degli intermediari del mercato del lavoro nel sostenere i percorsi lavorativi dei lavoratori somministrati. Attraverso un analisi empirica e la ricostruzione dei percorsi intrapresi da un campione di lavoratori temporanei in Provincia di Milano, la ricerca mostra come l'agenzia, attraverso la quantità e qualità di servizi offerti ai lavoratori, svolge un ruolo significativo nell'influenzare i percorsi lavorativi di questi ultimi nel medio-lungo periodo.
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4

BAZZANI, Tania. « L’intreccio tra politiche attive e passive : possibili sviluppi. Analisi critica del sistema italiano con riferimento ai modelli danese, spagnolo e alle tendenze nell’Unione Europea ». Doctoral thesis, 2013. http://hdl.handle.net/11562/515749.

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Résumé :
L'attuale assetto legislativo porta a considerare l'ambito delle politiche passive oramai imprescindibile da quello delle politiche attive, attraverso un condizionamento reciproco che ne segna una sostanziale metamorfosi. L’intreccio tra attivo e passivo vede la timida comparsa del concetto di attivazione, sino ad un suo progressivo rafforzamento in direzione della condizionalità. Nel primo capitolo coglieremo in particolare gli aspetti dell’attivazione che incrociano il tema delle tutele, e che vanno di conseguenza a condizionare alcuni profili della prestazione previdenziale in caso di disoccupazione o sospensione dal lavoro. In particolare, ripercorreremo nel primo capitolo le tappe fondamentali dello sviluppo degli ammortizzatori sociali nel nostro Paese, dando brevemente conto, e nella forma di cenni, per ogni periodo analizzato, delle principali trasformazione del sistema di collocamento, dal quale derivano e si sviluppano le politiche attive, sino a raggiungere naturalmente una trattazione composita dei due fronti, seguendo la progressiva evoluzione legislativa, che si completa con la l. n. 92/2012. Mediante questa analisi, la ricerca si domanda se l’attuale riforma sia in grado di sciogliere i nodi che da anni caratterizzano il nostro ordinamento in questa materia. In particolare questi aspetti sono approfonditi, da una prospettiva nazionale, nel secondo capitolo. L'approccio parte dai problemi strettamente inerenti agli ammortizzatori sociali, per abbracciarne la dimensione relazionata all'obbligo di attivazione, e quindi alla condizionalità, tentando, nel contempo, di aprire delle finestre su prospettive che possano suggerire percorsi di analisi di ampio respiro: la lettura costituzionalmente orientata del sistema esistente, la necessità di un sistema universale di tutele in caso di disoccupazione e sospensione dal lavoro, il senso della condizionalità e le sue possibili diverse interpretazioni, il sistema di workfare in definizione, soprattutto a fronte dell’accento all’aspetto punitivo e dell’inefficacia dei servizi per l’impiego. La lettura data all'intreccio tra politiche passive e politiche attive si arricchisce dello sguardo ad altri sistemi, quello spagnolo (capitolo III) e quello danese (capitolo IV): il primo, caratterizzato da un sistema giuridico più affine a quello italiano, si inserisce in un contesto occupazionale fortemente problematico, con un tasso di disoccupazione che arriva al 26,1% a dicembre 2012; il secondo preso a modello per anni come sistema virtuoso a cui guardare, chiude lo scorso anno con un tasso di disoccupazione dell'8% contro l'11,2% dell'Italia, ed il 10,7% dell'Europa a 27. Le diverse prospettive nazionali vengono integrate da una trattazione della materia a livello europeo nel quinto capitolo. La ricostruzione storica tenta di cogliere gli elementi della faticosa affermazione di un modello sociale europeo, la cui definizione rimane avvolta da un alone di indeterminatezza, di ambiguità. La relazione tra le politiche attive e passive costituisce un aspetto imprescindibile del concetto di flexicurity: su questo piano si innesca la comparsa del concetto di adattabilità/occupabilità. La presente tesi di dottorato tenta di cogliere il fil rouge tra i diversi ordinamenti nel rapporto tra attivo e passivo, alla ricerca di una prospettiva ampia, desiderosa di chiarire le premesse sulle quali vengono costruiti assunti e concetti considerati oggi quasi dogmatici, approfondendone il senso o, in taluni casi, i sensi: workfare, condizionalità, flexicurity, occupabilità i temi che maggior frequentemente sono stati utilizzati per guardare alla relazione attivo/passivo.
The structure of the Research. The aim of the research is to analyze the relationship between passive and active policies in Italy. In specific, the purpose is to verify if the latest labour market reform faces the relevant problems pointed out by legal studies. The reform was introduced in June 2012 by the Law n. 92/2012. The research also analyzes the relationship between passive and active policies in the European Union system, and in two member States: Denmark and Spain. The choice of these countries is based on a particular relevant reason for the research: Denmark has been considered the ALMP (Active Labour Market Policies) best practice example all over Europe in the last years, and Spain is the countries which is facing the highest unemployment rate from the beginning of the crisis. The research is not comparative in nature but provides information to take inspiration from other systems. The research also considers the European Union's system to highlight its influence on the Italian system and the connection of the different system's developments. For passive policies we mean the “social shock absorbers” and the unemployment benefits recognized to workers in case of unemployment or temporary suspension of the labour contract. For active policies we mean policies which aim to help/encourage people to find a job or to improve their professional profile. The methodology adopted for investigating the Italian, Spanish and EU systems is based on the studying of the legislation and the legal studies. On the contrary, the Danish system has been examined in particular by studying sociological scientific articles. The two main reasons of this choice consist in the following: - the considered topic is strictly related to the flexicurity field, which is analysed in Denmark in most cases by sociologists and not though legal studies; - it is complicated to access to translated Danish legislation. From another hand, even if the labour market policy are regulated mostly by agreements signed by social partners, a problem remains the lack of translated documents. The main topics underlined in the research are: - the relevant different treatments granted to Italian workers in case of unemployed and temporary suspension of the labour contract, depending on the dimension of the company, its businesses area, dimensions, etc.; - the lack in Italy of a social security level which protects people without legal requirements to be eligible for the unemployment insurance; - the last years' emphasis put on the “conditionality” on the unemployment benefits and on the punishment's aspect of them: the relationship between job-centres and the unemployed person is also view as a sort of contract with mutual obligations; - the right to work as a right to participate to the civil, political and economic life of the State in term of right of citizenship. This topics have been analyzed by considering the historical development of the national legislation until the actual reform. The same scheme has been followed to study the EU, Danish and Spanish systems: historical development of the legislation until the actual reforms or measures, underling the main issues stressed by legal studies in those systems. These issues have highlighted important aspects very useful for the research: - the European Union's influence on the member State's system, especially regarding the EU-flexicurity approach and the need to reduce the public debt, even to social systems' cost; - the Danish active citizenship concept and the Danish flexicurity model, considerable different from the EU one; - the Spanish legal studies, asking for a different role of the State. The research comes to the conclusion that the latest Italian reform does not face properly the problem of the national unemployment social security system, which remains inaccessible for a relevant part of the workers. This doesn't comply with the State's constitutional obligation to ensure the condition to all the citizens to participate to the social, political and economical life. This obligation involves the citizens' right to work, to be reach in a way affecting different aspects: a proper macroeconomic policy, adequate activation policies, and a protection for the period of works' lack.
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Livres sur le sujet "Occupabilità"

1

Lavoro, occupabilità e trasformazioni del sistema formativo nella società della conoscenza. Milano, Italy : FrancoAngeli, 2006.

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2

Guido, Sarchielli, dir. Senza lavoro : Vincoli, strategie e risorse per la costruzione sociale della occupabilità. Bologna : Il Mulino, 1991.

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3

XI Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati : Occupazione e occupabilità dei laureati : a dieci anni dalla Dichiarazione di Bologna. Bologna : Il mulino, 2009.

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Chapitres de livres sur le sujet "Occupabilità"

1

De Sena, Angélica, et Adrian Scribano. « The Occupability as a Form of Social Policy ». Dans Social Policies and Emotions, 187–201. Cham : Springer International Publishing, 2019. http://dx.doi.org/10.1007/978-3-030-34739-0_11.

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