Littérature scientifique sur le sujet « Obbligo di valutazione »

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Articles de revues sur le sujet "Obbligo di valutazione"

1

Narciso, Fabio. « L'apprendistato, le politiche attive per l'inserimento dei giovani al lavoro ». QUADERNI DI ECONOMIA DEL LAVORO, no 99 (mai 2013) : 185–95. http://dx.doi.org/10.3280/qua2013-099010.

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Résumé :
L'articolo ha come scopo quello di accendere una riflessione sugli strumenti dedicati all'inserimento lavorativo dei giovani. L'obiettivo č quello di fare una valutazione sulle misure di politica attiva, in uso nello specifico nella Provincia di Terni Servizio programmazione delle politiche del lavoro, quali il prodotto di filiera, mettendo questo strumento in relazione ed in filiera con le modalitŕ d'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro per mezzo del contratto di apprendistato. L'articolo ripercorre brevemente le varie trasformazioni ed applicazioni dello strumento dell'apprendistato mettendo in luce come nel tempo questo strumento abbia perso la valenza di raccordo con il mondo dell'istruzione e della formazione ed abbia messo l'accento principalmente sui vantaggi economici del contratto. L'apprendistato nato come luogo d'incontro tra i diversi mondi dell'istruzione, della formazione e del lavoro stenta a far dialogare questi mondi ed a condividere un linguaggio ed ad essere efficace in una logica di contaminazione e nella sua essenza formativa. I dati dell'ultimo rapporto ISFOL sull'apprendistato dimostrano in maniera sorprendente come le cause di interruzione dei rapporti di apprendistato per dimissioni, circa il 62%, dipendano dalla scelta dei lavoratori giovani che affrontano il mondo del lavoro con poca consapevolezza e privi di un percorso di orientamento capace di determinare le scelte professionali adeguate con un costo sociale che č tra i piů alti in Europa L'articolo poi descrive l'esperienza del prodotto di filiera work experience: composto da formazione propedeutica all'ingresso, tirocinio semestrale retribuito ed obbligo all'inserimento che ha prodotto il 64% di successi d'inserimento del mondo del lavoro dei giovani e che č considerato uno strumento virtuoso di conoscenza per massimizzare l'incontro domanda offerta.
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2

Puca, Antonio. « Economia e politica come ideologia : Il problema del razionamento delle cure sanitarie ». Medicina e Morale 42, no 2 (30 avril 1993) : 307–30. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1993.1059.

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Résumé :
Lo studio prende in esame il problema dell'allocazione delle risorse in ambito sanitario valutandone le implicazioni etiche e sociali. Dopo un'analisi sociologica di modelli di organizzazione sanitaria, l'Autore fa una valutazione etica del problema, sottolineando come la razionalizzazione del sistema assistenziale e delle prestazioni venga prima del razionamento delle cure sanitarie. Ma qualora questo si renda necessario occorre far riferimento ad alcuni criteri: l'etica delle virtù; le procedure pubbliche; l'equa distribuzione, una buona pratica medica, il ruolo dei cristiani, tenendo presente che il medico non può essere il controllore delle risorse per via dei suoi obblighi morali nei confronti del paziente.
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De Francesco, Maria Maddalena, et Damiano Cardinale. « La terapia della trombosi venosa profonda ». Cardiologia Ambulatoriale 29, no 1 (30 mai 2021) : 54–62. http://dx.doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-7.

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Résumé :
La trombosi venosa profonda (TVP) è l’ostruzione completa o parziale di una o più vene del circolo venoso profondo degli arti e/o dell’addome e pelvi. È la terza causa di morte più comune dopo l’infarto miocardico e l’ictus ischemico perché può determinare un’embolia polmonare (EP) con rischio di morte improvvisa, precoce o tardiva. In assenza di un tempestivo trattamento anticoagulante adeguato questa temibile complicanza si può verificare fino al 50% dei casi nei primi 3 mesi. È di fondamentale importanza la terapia e l’avvento dei Nuovi Anticoagulanti Orali (NAO) ha rapidamente cambiato gli attuali paradigmi sul trattamento del tromboembolismo venoso finora basato sull’uso embricato degli anticoagulanti iniettabili (eparina non frazionata, eparine a basso peso molecolare e fondaparinux) e degli antagonisti orali della vitamina K(AVK), trattamento complesso e talora problematico. La TVP è una complicanza frequente anche nei pazienti oncologici ed è causa frequente di morbilità e mortalità. Il trattamento ottimale nei pazienti con neoplasia maligna obbliga il clinico alla valutazione di alcuni parametri tra cui il rischio di sanguinamento, l’interazione con farmaci chemioterapici e la tipologia di cancro di cui il paziente è affetto.
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Bompiani, Adriano. « Una valutazione della “Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina” del Consiglio d’Europa ». Medicina e Morale 46, no 1 (28 février 1997) : 37–55. http://dx.doi.org/10.4081/mem.1997.888.

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Résumé :
L’articolo si occupa della recente “Convenzione sui diritti dell’uomo e la biomedicina” elaborata dal Comitato Direttivo per la Bioetica (CDBI) della Comunità Europea ed approvata dal Comitato dei Ministri europei nel novembre del 1996. Premesso che il testo approvato andrà implementato da protocolli esplicativi dei principi affermati nella Convenzione stessa, l’autore traccia un breve excursus storico del documento analizzando le ragioni che ne hanno giustificato la stesura, i criteri generali adottati ed i principi etici fondamentali che hanno ispirato l’articolato. L’analisi della Convenzione procede nel tentativo di dare risposta ai seguenti quesiti: Come valutare la Convenzione in merito ai contenuti? a quali principi e criteri etici corrispondono le proposte della Convenzione? e, infine, quali sono gli aspetti che riguardano gli obblighi degli Stati firmatari, i meccanismi di controllo, quali le riserve ed interpretazioni dello strumento internazionale? In breve, l’ultima parte del lavoro può riassumersi nel seguente modo: 1. il testo della Convenzione risulta apprezzabile in alcuni punti (come nell’affermazione della necessità di protezione dell’essere umano, che rimane prioritario rispetto agli interessi della società) e discutibile in altri (quali, ad esempio, la tutela della vita prenatale, la tecniche di procreazione artificiale, l’assistenza ai morenti, ecc.); 2. la Convenzione si rifà ai principi etici di una medicina attiva, tecnologica e sperimentale diffusi largamente nel mondo anglosassone, il cosiddetto “principialismo”; 3. vengono stabilite delle procedure volte a garantire l’adempimento delle affermazioni contenute nella Convenzione, anche se gli Stati membri possono, al momento della ratifica, formulare riserve nel caso in cui una legge in vigore sul proprio territorio non sia conforme alla disposizione della Convenzione.
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Alpa, Guido. « Gli obblighi informativi precontrattuali nei contratti di investimento finanziario. Per l'armonizzazione dei modelli regolatori e per l'uniformazione delle regole di diritto comune ». ECONOMIA E DIRITTO DEL TERZIARIO, no 3 (juin 2010) : 395–421. http://dx.doi.org/10.3280/ed2009-003001.

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Résumé :
A proposito della violazione di obblighi informativi precontrattuali l'interrogativo che si pongono gli interpreti, nella nostra esperienza ed in altre, ad essa simili o da essa distanti, č se sia possibile qualificare la fattispecie mediante le regole generali del contratto, e far sopravvivere l'orientamento interpretativo che distingue le regole di validitŕ dalle regole di comportamento, essendo le prime dirette - primieramente - ad incidere il vincolo contrattuale, e le seconde - primieramente - a salvare il vincolo comportando perň una responsabilitŕ (precontrattuale, contrattuale, extracontrattuale) a carico della parte inadempiente, oppure se non convenga distinguere fattispecie da fattispecie e, adottando un'ottica funzionale volta alla protezione dell'interesse pubblico e alla protezione dell'interesse del contraente piů debole, scegliere il rimedio piů confacente alla bisogna. Per rispondere all'interrogativo si possono seguire vie diverse. Operare una ricognizione delle disposizioni contenute nei codici e nei repertori della giurisprudenza, nei progetti di legge di riforma dei codici, nei progetti di uniformazione del diritto contrattuale, e poi nelle leggi speciali, sempre in correlazione con le fonti del diritto comunitario. Operare una tripartizione per modelli contrattuali, tenendo conto del ruolo e dello status delle parti, e quindi distinguendo i contratti conclusi tra privati e contratti conclusi tra professionisti (C2C e B2B), i contratti conclusi tra professionisti e consumatori (B2C), i contratti conclusi tra professionisti con maggior potere contrattuale e professionisti piů deboli, esposti dunque all'abuso di dipendenza economica o comunque all' esercizio del un potere preponderante della controparte (B2b). Operare una valutazione degli scopi perseguiti sulla base dell'analisi economica del diritto e delle esigenze del mercato. Nell'ampia letteratura che si č venuta raccogliendo in questi ultimi anni si rinvengono contributi che esplorano una o piů di queste prospettive, che si possono separare per mere esigenze espositive, dal momento che esse sono per lo piů intrecciate tra loro. La linea seguita in queste pagine corrisponde al primo percorso, ma per prospettare uno scenario piů compiuto della problematica anche gli altri due percorsi dovrebbero essere sviluppati, o comunque esser tenuti in considerazione, almeno sullo sfondo.
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Minutoli, Fabio. « Innovative technologies, certification and assessment tools for a sustainable building heritage ». VITRUVIO - International Journal of Architectural Technology and Sustainability 6, no 2 (31 décembre 2021) : 102–15. http://dx.doi.org/10.4995/vitruvio-ijats.2021.16530.

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Résumé :
E' evidente che buoni risultati nel campo della sostenibilità ambientale si possono ottenere da politiche di efficienza energetica per gli edifici - per lo più realizzati o in itinere - costruiti per oltre il 50% prima della disattesa legge 373/76 che prevedeva, nel periodo del petrolio europeo crisi, vincoli per la progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli impianti termici e requisiti per l'isolamento termico degli edifici per il contenimento dei consumi.Meno chiara è invece la parte di fabbricato oggetto di conservazione (ai sensi del D.Lgs. 42/2004 o previgenti normative in materia) o di immobili vincolati ope legis (art. 12 D.Lgs. 42/2004, asset appartenenti allo Stato, alle regioni, agli enti pubblici territoriali, nonché ad ogni altro ente ed istituto pubblico e soggetti giuridici privati senza scopo di lucro e che siano opera di autore non più in vita e la cui esecuzione risalga a più di settant'anni ), per i quali non sarebbe possibile applicare le limitazioni dei decreti 192/2005 e 311/2006, che esonerano gli edifici "il cui rispetto dei requisiti comporterebbe un'alterazione inaccettabile della loro natura o aspetto, con particolare riferimento ai o caratteristiche artistiche"degli obblighi di efficienza energetica.In questo lavoro si vogliono giustificare e illustrare alcune scelte fatte da istituti di ricerca internazionali in merito alla difficoltà di conciliare le nuove richieste di sostenibilità legate alla necessità di ridurre i consumi (soprattutto da combustibili fossili) con quelle del valore storico degli edifici oggetto di intervento , presentando criteri di valutazione che possano fornire un metodo oggettivo per quantificare la compatibilità tra nuovo ed esistente, criteri che – per avere capacità predittiva e quindi poter guidare le scelte ex ante e non misurarle ex post – utilizzino strumenti di progettazione digitale (BIM , GIS, ecc.).
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Perillo, Matilde, Antonio Nigro, Alfonso Della Corte, Giuseppe Ferrucci, Silvana Mirella Aliberti, Rosetta Frammartino, Giovanni Boccia et al. « Stress lavoro-correlato in Sanità ». La Sanita pubblica. Ricerca sul campo., 2020, 69–76. http://dx.doi.org/10.48268/sanita/2020/0001.7.

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Résumé :
Con l’approvazione in Italia del decreto legislativo n. 81 del 2008 in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro si introduce l’obbligo della valutazione dello stress lavoro-correlato sia per il settore pubblico che privato. Dal 31 dicembre 2010 tale valutazione deve essere presente nel documento di valutazione dei rischi. Secondo la normativa per la valutazione del rischio di stress lavorativo devono essere presi in considerazione fattori inerenti l’organizzazione del lavoro (tipologia, ambiente, carichi, orari, ruolo, responsabilità, sicurezza, relazioni interpersonali e gerarchie), le caratteristiche psico-fisiche del lavoratore (personalità, attitudini, competenze, motivazioni, comportamenti, salute) e socio-demografiche (condizioni economiche, relazioni, situazione familiare, integrazione sociale). Nell’ottica di tale obbligo legislativo anche le Aziende Sanitarie si sono dovute adeguare, in quanto presentano fattori oggettivi potenzialmente causa di stress, tra i principali: lavoro a contatto con il pubblico e con la sofferenza, relazioni difficili con i colleghi o i pazienti, carico e orario di lavoro e responsabilità. Il progetto sperimentale è stato sviluppato per essere uno strumento specifico per l’ambito sanitario per la valutazione dello stress lavoro-correlato ed è caratterizzato dai seguenti obiettivi: indicare il livello di stress misurato mediante il questionario, mappare le criticità e individuare interventi migliorativi specifici tramite i risultati ottenuti.
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« Diritto italiano. Soggiorno ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 3 (décembre 2011) : 209–19. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-003016.

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Résumé :
1. Tribunale amministrativo regionale Toscana 4.1.2011 n. 462 - permesso di soggiorno - diniego di rinnovo per condanna ostativa- bilanciamento tra astratta ostativitŕ e rilevanza dei legami familiari - equiparazione tra la condizione di colui che ha esercitato il diritto al ricongiungimento familiare e colui che vanta il diritto all'unitŕ familiare - necessitŕ 2. Tribunale amministrativo regionale Campania 19.1.2011 n. 355 - regolarizzazione - diniego per prospettata ostativitŕ di pregressa condanna - mancata valutazione della intervenuta estinzione del reato ex art. 167 c.p. - natura dichiarata della causa estintiva - illegittimitŕ del diniego 3. Tribunale regionale giustizia amministrativa Trento ord. 13.5.2011 n. 28 - regolarizzazione - diniego per condanna successiva alla domanda di emersione - comparazione tra lo scarso allarme sociale del reato e la rilevanza sociale del lavoro - prevalenza del lavoro e dunque del diritto al soggiorno - accoglimento della sospensiva 4. Tribunale amministrativo regionale Lazio 21.6.2011 n. 5530 - permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo - durata quinquennale del soggiorno - esclusione per coniuge e figli conviventi 5. Tribunale amministrativo regionale Toscana 6.7.2011 n. 1143 - permesso di soggiorno - procedimento di rinnovo - natura vincolata del diniego: esclusione; elementi sopravvenuti alla presentazione della domanda ma anteriormente alla notifica del diniego: obbligo di valutazione; provvedimento di diniego - efficacia a partire dalla notifica e non dalla sua emanazione (art. 21 bis l. 241/90) 6. Tribunale amministrativo regionale Piemonte 27.10.2011 n. 1129 - permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo - presupposto della durata quinquennale del soggiorno - esclusione per coniuge e figli conviventi.
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« Diritto italiano. Soggiorno ». DIRITTO, IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA, no 2 (septembre 2011) : 230–42. http://dx.doi.org/10.3280/diri2011-002017.

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Résumé :
1. Consiglio di Stato Ad. Plen. 10.5.2011 n. 7 - regolarizzazione ex art. 1 ter l. 102/2009 - pregressa condanna ex art. 14, co. 5 ter TU n. 286/98 - non ostativitŕ della causa - contrasto con gli artt. 15 e 16 della direttiva 2008/115/CE (cd. direttiva rimpatri) - normativa europea direttamente applicabile - decisione della Corte di Giustizia del 28.4.2011 causa C-61/11 PPU El Dridi - non applicazione della normativa in contrasto da parte del giudice nazionale; abolitio criminis - retroattivitŕ ex art. 2 c.p. - effetti anche sui provvedimenti amministrativi - rapporto giuridici non definitivi - inapplicabilitŕ del principio tempus regit actum 2. Tribunale amministrativo regionale Emilia Romagna - 23.2.2010 n. 1339 - permesso di soggiorno - straniero soggiornante in Italia da 40 anni - attuale disagio sociale - persona sostenuta dai Servizi sociali - diniego di rinnovo del titolo per insufficienza reddituale - mancata valutazione del periodo di tempo trascorso, dei legami familiari e sociali - illegittimitŕ del diniego 3. Tribunale amministrativo regionale Lazio 3.11.2010 n. 33120 - permesso di soggiorno - procedimento per il suo rilascio - superamento del termine di conclusione del procedimento - silenzio della PA - illegittimitŕ - ordine giudiziale alla questura di provvedere; ritardo - risarcimento del danno - mancata allegazione probatoria - rigetto per genericitŕ della domanda 4. Tribunale amministrativo regionale Lombardia 1.2.2011 n. 325 - regolarizzazione - decorso del termine per la definizione del procedimento - silenzio della PA - ricorso avverso il silenzio - accoglimento per inutile decorso del termine; ostativitŕ delle condanne in capo al datore di lavoro - insussistenza; interesse giuridico anche del lavoratore all'informazione sull'esito del procedimento; ricorso avverso il silenzio - contestuale richiesta di risarcimento dei danni - necessitŕ di mutamento del rito processuale ex art. 117, co. 6 codice processo amministrativo 5. Tribunale amministrativo regionale Friuli Venezia Giulia 24.2.2011 n. 100 - regolarizzazione - ostativitŕ delle condanne ex artt. 380 e 381 c.p.c. - automatismo preclusivo - impossibilitŕ di valutare la lievitŕ o la gravitŕ del fattoreato e/o l'allarme sociale - sospetta illegittimitŕ costituzionale della norma per violazione dei principi di ragionevolezza, paritŕ di trattamento e adeguatezza - rinvio alla Corte costituzionaleRASSEGNA DI GIURISPRUDENZA6. Tribunale amministrativo regionale Emilia Romagna 25.5.2010 n. 211 - decreto flussi - nulla osta negato per asserita insufficienza reddituale del datore di lavoro - mancata valutazione del reddito attuale - illegittimitŕ; criteri di verifica della capacitŕ reddituale del datore di lavoro predeterminati dalla D.P.L. - procedimento di diniego di nulla osta - comunicazione preavviso di rigetto ex art. 10 bis l. 241/90 e s.m. - obbligo della PA di tenere conto dell'attivitŕ Partecipativa 7. Tribunale amministrativo regionale della Campania 19.1.2011 n. 362 - permesso CE per soggiornanti di lungo periodo - diniego per pregresse condanne ritenute automaticamente ostative - mancata valutazione della effettiva ed attuale pericolositŕ sociale e dei legami familiari - violazione della direttiva 2003/109/CE, dell'art. 8 CEDU e dell'art. 9 TU n. 286/98 - illegittimitŕ 8. Tribunale amministrativo regionale Sardegna 17.2.2011 n. 83 - permesso di soggiorno - diniego di rinnovo - mancata valutazione delle ragioni della mancata stipula del contratto di soggiorno con il richiedente la regolarizzazione - illegittimitŕ - omessa valutazione del principio che vieta di collegare la perdita del titolo di soggiorno alla perdita del lavoro
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Spezzani, Carlo, Andrea Fabris, Oliviero Mordenti, Amedeo Manfrin, Fulvio Salati, Franco Giorietto, Cristian Salogni et Giancarlo Ruffo. « MANUALE PER LA GESTIONE DEL CONTROLLO DEL BENESSERE DEI PESCI DURANTE IL TRASPORTO SU STRADA ». Rassegna di Diritto, Legislazione e Medicina Legale Veterinaria 19, no 1 (7 septembre 2022). http://dx.doi.org/10.54103//18648.

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Résumé :
L’acquacoltura ha sempre rappresentato un’importante attività di allevamento animale e mai come oggi ha assunto un’importanza crescente dovuta ad una sempre maggior domanda di consumo annuo pro capite di pesce che, tuttavia, ha comportato una contestuale diminuzione dell’apporto della pesca. La movimentazione di pesce vivo è parte integrante della attività di piscicoltura in tutta Europa. Negli ultimi decenni in Italia l’allevamento del pesce e di altre specie acquatiche è stato in costante aumento, stabilizzandosi solo negli ultimi anni. Si è registrato un sempre maggiore interesse alle pratiche di acquacoltura utilizzate e ai relativi problemi di benessere dei pesci da parte del legislatore, nel campo della ricerca e da parte dei consumatori. I dati dimostrano che l’acquacoltura è un settore in crescita: nell’anno 2016 sono stati trasportati e introdotti in Italia oltre 72 milioni di Kg. di pesce vivo (35.5% trote – 14.6% spigole e orate – 4% pesce gatto e anguille) e si prevede che a livello mondiale nel 2030 il 60% del pesce consumato sarà di allevamento. In Italia le specie più trasportate sono le orate, le spigole nelle fasi giovanili e le trote. La maggior parte delle specie di pesce che sono allevate vengono spostate almeno una volta durante il loro ciclo produttivo, mentre alcuni animali vengono movimentati più volte. In acquacoltura sono allevate e trasportate oltre 60 specie diverse di pesci (oltre 30 specie in Europa). Se ne deduce che quantità di animali trasportati e la e la lunghezza durata del viaggio possono variare considerevolmente, in funzione del ciclo produttivo e delle necessità commerciali, che talvolta possono cambiare anche nel corso dello stesso anno. Il trasporto dei pesci è forse il più difficile e delicato rispetto alle altre specie di vertebrati, per cui ne deriva che un piccolissimo errore nelle varie fasi di trasporto ne comprometterebbe il benessere degli animali nonché una perdita economica nel settore. L’azione di protezione e di mantenimento delle condizioni di benessere del pesce vivo durante le operazioni di trasporto, che dovrebbe essere un dovere morale dell’allevatore e/o autotrasportatore, è un obbligo sancito dalla legislazione vigente e comporta una responsabilità legale sia degli operatori del settore, sia delle autorità competenti preposte ai controlli, le quali devono avere una alta professionalità e competenza nel corso delle operazioni ispettive e di vigilanza. Nelle attività di trasporto del pesce, è necessario eseguire le operazioni secondo specifici protocolli operativi, allo scopo di non pregiudicare lo stato di salute e indirettamente anche il valore economico degli animali oggetto di movimentazione. E’ rilevante quindi che gli operatori e il personale addetto siano formati e preparati per garantire ai pesci un trasporto senza stress. A tal proposito è importante sottolineare l’importanza fondamentale della figura del veterinario, il quale rappresenta oggi la sola figura professionale e con competenze scientifiche a cui la legge attribuisce il compito-dovere di verifica e di controllo delle condizioni degli animali e dei loro prodotti, nello specifico anche del pesce, ivi compresi i provvedimenti a tutela della protezione del benessere dell’animale durante il trasporto e che comportano, inoltre, anche la valutazione delle condizioni di dolore, stress, o sofferenze evitabili nel corso delle operazioni. Con il presente ‘Manuale’, vengono riportate una serie di misure specifiche da applicare nella gestione del trasporto su strada del pesce vivo, al fine di definire ed individuare le condizioni ottimali di benessere nel corso delle movimentazioni.
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Thèses sur le sujet "Obbligo di valutazione"

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Ferrante, Sara <1998&gt. « Come il cambiamento climatico e la sostenibilità ambientale modificano gli obblighi di informativa aziendale : La reportistica non finanziaria e la valutazione della performance ambientale ». Master's Degree Thesis, Università Ca' Foscari Venezia, 2022. http://hdl.handle.net/10579/21848.

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I cambiamenti climatici sono un tema di interesse mondiale legati al riscaldamento globale e oggetto di innumerevoli studi e ricerche, sia in ambito scientifico che socio-economico. In tale ambito le imprese giocano un ruolo fondamentale nella prevenzione dei rischi ambientali, essendo tra i soggetti che più incidono sul riscaldamento globale, e per questo è fondamentale esse che si impegnino ad esternalizzare i loro impatti positivi e negativi e come si impegnino per aumentare i primi e a ridurre i secondi: a tal proposito l'elaborato ha come obiettivo la definizione di quali siano i principali strumenti che un'impresa può utilizzare al fine di esternalizzare il suo impegno in ambito di sostenibilità. Dopo un'iniziale analisi del contesto globale, dei recenti problemi legati al cambiamento climatico e alle normative poste in essere da diversi organismi internazionali, si passa alla trattazione più puntuale della reportistica non finanziaria e della sua evoluzione nel tempo. Vengono analizzati cinque principali standard utilizzati per creare report di sostenibilità: lo standard del Gruppo di studio per il Bilancio Sociale, l’UN Global Compact, gli standard del GRI, l’IR Framework e la dichiarazione non finanziaria ai sensi della direttiva 2014/95/UE. Sono infine delineati alcuni insiemi di indicatori utili per valutare le performance di sostenibilità socio-ambientale delle imprese.
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Buzio, Carolina. « Rischio, dovere di diligenza e regola cautelare ». Doctoral thesis, 2021. http://hdl.handle.net/2158/1238082.

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Lo studio approfondisce il rapporto tra malgoverno del rischio e modelli di responsabilità a titolo di colpa, seguendo una progressione ideale che va dal concetto ordinamentale di rischio, al parametro normativo del dovere di diligenza, fino ad arrivare alla sua specificazione nella “regola cautelare” penalmente rilevante. Inteso come concetto di natura non unitaria e dal respiro ordinamentale, infatti, il rischio stringe parentele con elementi di diversi sistemi normativi, ciascuno dei quali risponde alla natura e alle finalità peculiari della propria branca di appartenenza. Dopo una preliminare analisi delle caratteristiche dell'odierna società tecnologica (c.d. del rischio), il lavoro prende quindi in esame le differenti strategie di disciplina approntate dall'ordinamento per contemperare le istanze della collettività con i diritti e le prerogative del singolo chiamato a rispondere del rischio avveratosi; in particolare, si mettono a confronto la prospettiva civilistica e quella penalistica. Con riguardo specifico al diritto civile, nella struttura della responsabilità aquiliana il "dovere di diligenze" si collocai come "clausola generale" atipica, in coerenza con la matrice aggettiva del parametro del buon pater familias, oggi temperato dalla schermatura offerta dagli strumenti assicurativi, nei settori dove la loro copertura è imposta per legge. Per contro, entrando nel vivo dell'analisi del reato colposo, la ricerca mette a fuoco la natura e la funzione tipicizzannte della "regola cautelare", evidenziando la necessità di una sua declinazione penalistica. La retrospettiva svolta consente di affermare che l'illecito penale colposo risente ancora oggi del predominio speculativo del reato doloso e, per altro verso, mutua dalla prospettiva civilistica l'idea della colpa come criterio "allocativo" a posteriori del danno "ingiusto", con funzione di rassicurazione sociale. Di qui, la necessità di riconoscere il giusto peso al disvalore di azione nel delitto colposo, valorizzando il carattere modale della negligenza, quale violazione di una regola cautelare di condotta dalla natura conformativa e permissiva insieme. Vengono quindi esaminati i rapporti tra colpa specifica e generica, prestando particolare attenzione alla diversa filosofia (o, se si vuole, ratio) che le anima, ovvero al significato profondo della standardizzazione cautelare. Un apposito spazio viene inoltre riconosciuto alla “procedimentalizzazione” delle leges artis, all’insorgere di regole “strumentali” o c.d. pre-cautelari di diligenza e, quindi, alla dialettica tra autogestione ed eterogestione del rischio, nella cui cornice si colloca il fenomeno della c.d. autonormazione cautelare. L'ultima parte dello studio, invece, è dedicata ad approfondire il profilo del c.d. assessment del rischio, muovendo dalla centralità che svolge il c.d. Anlaß (ossia la situazione fattuale di pericolo che rende doverosa l’adozione della misura cautelare). A questo proposito viene affrontata la tematica della prevedibilità/riconoscibilità del rischio, distinguendo il concetto da ultimo evocato dal c.d. dovere valutazione del rischio imposto a determinate categorie di soggetti in virtù del ruolo da essi ricoperto. In ultimo, il lavoro individua la particolare problematicità della colpa c.d. estimativa, caratterizzata dal radicamento della negligenza nel momento “valutativo”-congetturale della diagnosi che precede il momento dell’azione e funge da base per la selezione delle opportune misure di gestione del rischio.
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Livres sur le sujet "Obbligo di valutazione"

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La Torre Bellardoni, Francesca, dir. Interazione veicolo-strada : guida alla valutazione e pianificazione degli interventi di risanamento acustico. Florence : Firenze University Press, 2006. http://dx.doi.org/10.36253/88-8453-507-7.

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Il tema del rumore da traffico veicolare riveste da diversi anni un ruolo primario nelle attività di studio e ricerca sui fenomeni di interazione strada/veicolo. La radicale modifica del quadro normativo di riferimento, tanto al livello italiano quanto europeo, ha indotto il Comitato Tecnico AIPCR TC4.2 "Interazione strada/veicolo" a formare uno specifico Gruppo di Lavoro per la redazione di questa "Guida alla valutazione ed alla pianificazione degli interventi di risanamento acustico". L'obiettivo del volume è quello di fornire una guida chiara e di pratica applicazione all'utente non esperto in materia di acustica ambientale sul tema della valutazione e pianificazione degli interventi di risanamento acustico, in risposta agli indirizzi normativi nazionali (D.M. 29 Novembre 2000) ed europei (Direttiva 2002/49/CE), che obbligano gli Enti gestori dei servizi pubblici e delle infrastrutture di trasporto alla predisposizione di piani di contenimento ed abbattimento del rumore.
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Carli, Massimo, dir. Materiali sulla qualità della normazione. Florence : Firenze University Press, 2007. http://dx.doi.org/10.36253/978-88-8453-578-8.

Texte intégral
Résumé :
La tematica della buona normazione sta fi nalmente uscendo, anche in Italia, dalle sedi tecniche degli addetti ai lavori. Anche una legge chiara, scritta bene, comprensibile può essere, nel merito, una pessima legge. Per questo si cominciano a introdurre nel procedimento legislativo, statale e regionale, obblighi di valutazione della fattibilità della futura legge sia preventivi sia "successivi" per verificare se gli effetti previsti si sono realizzati e, in caso negativo, predisporre gli opportuni rimedi. Il volume raccoglie sei saggi, divisi in due parti: nella prima si affrontano alcuni problemi emersi nell'esperienza applicativa italiana in materia di qualità della normazione e, nella seconda, viene fatto il punto sulle esperienze regionali italiana, olandese, del Regno Unito e della Spagna.
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